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VOTIAMO TUTTI, VOTIAMO NO

Il momento è gravissimo: crisi economica e terrorismo incalzano, mai come ora'è necessario rinsaldare l'unità democratica, difendere le istituzioni nate dalla Resistenza, sostenere l'azione legislativa del Parlamento.

Eppure, c'è chi punta allo sfacelo.

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Sotto la falsa veste libertaria del "Comitato Promotore" dei Referendum, si cela il disegno di chi vuole screditare il Parlamento, dividere i lavoratori, paralizzare il Paese.

9 erano i Referendum proposti.

Il Parlamento, accogliendo l'indicazione di migliaia di cittadini firmatari, ha dato prova di grande responsabilità, impegnandosi a modificare alcune delle leggi che si volevano abrogare. Il sabotaggio dei radicali e missini ha bloccato la nuova legge sull'ordine pubblico. E ora tenta di privare lo Stato di mezzi efficaci nella lotta al terrorismo.

La miopia qualunquistica di chi non crede nel sistema democratico basato sui partiti, tenta inoltre di bloccare il finanziamento pub- blico, preferendovi quello occulto.

Due sono dunque i Referendum su cui siamo chiamati a votare 1'11 e il 12 giugno. E la risposta dev'essere NO.

NO all'abrogazione della legge Reale per impedire il rischio di un vuoto legislativo che potrebbe lasciare impuniti eversori e criminali comuni. NO, soprattutto, all'abrogazione delle misure antifasciste previste dalla legge.

NO all'abrogazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, per permettere una reale autonomia dei partiti democratici e punire i finanziamenti occulti e i fondi neri.

NO infine alla manovra provocatoria di chi vuol gettare il Paese nel caos.

Le redazioni dei giornali di zona milanesi e della provincia, coerenti con la loro impostazione democratica, invitano tutti i cittadini a votare ai due Referendum. E li invitano a votare NO per dare una grande risposta di democrazia e di fiducia nelle istituzioni, messe a dura prova in questi giorni drammatici.

Il Comitato di Redazione situazione dell'ordine pubblico.

Gli ispiratori dei referendum sono guidati da una visione qualunquistica e irresponsabile. Nel momento in cui le forze politiche più sensibili e l'opinione pubblica democratica avvertono la necessità di una politica di unità e di solidarietà nazionale, essi cercano invece di seminare sfiducia, divisione, e di aggravare ulteriormente la situazione di crisi.

Non va dimenticato che il tentativo è stato quello di imporre al Paese ben nove referendum, tra cui anche quello sul tema delicato e difficile dell'aborto.

ARTICOLI DI:

Anna Boffino

Cecilia Chiovini

Laura Conti

Ernesto Deserti

Ermanno Filosa

Peter Kolosimo

Pippo Micalizio

Valerio Miscio

Pierluigi Muzio

Vera Squarcialupi

Riccardo Terzi

Carlo Tognoli

Roberto Vitali ria, che pensano di utilizzare il voto dell'I 1 giugno per scardinare l'assetto politico del Paese e per determinare una situazione di scontro e di disordine.

La legge sul finanziamento pubblico riconosce il ruolo fondamentale dei partiti e regolamenta in modo rigoroso il problema del loro finanziamento; la legge Reale sull'ordine pubblico, non può essere abrogata, ma deve essere cambiata con una legge nuova. Si tratta di questioni di grande rilievo, davanti alle quali non ci deve essere indifferenza o disimpegno.

Vota NO per la democrazia

Un contributo alla battaglia per il "NO": l'opera è del pittore Luigi Veronesi.

Nei referendum dell'I 1 giugno i cittadini sono chiamati ad esprimere una posizione di fiducia e di sostegno alle forze democratiche e alle istituzioni dello Stato repubblicano. Pur diversi nei loro contenuti, i due referendum hanno un elemento in comune: la richiesta di abrogazione, infatti, tende a colpire aspetti essenziali del nostro ordinamento, mettendo in discussione il ruolo delle forze politiche, ed indebolendo la capacità dello Stato di far fronte con mezzi adeguati alla gravissima

Il Parlamento ha lavorato, in questi mesi, per risolvere positivamente i problemi sul tappeto, e anche in tema di ordine pubblico era stato raggiunto un accordo per correggere e migliorare la legge Reale.

L'ostruzionismo dei radicali e dei fascisti ha reso inevitabile il ricorso al referendum, e già in questa prima fase del dibattito abbiamo visto mettersi in moto tutte le forze più avventurose, dai gruppi estremistici alla destra qualunquistica e reaziona-

Il PCI è impegnato a fondo per vincere questa prova, politicamente così importante, e fa appello ai lavoratori, ai cittadini, a tutti i democratici, perchè, votando no alla richiesta di abrogazione, contribuiscano al rafforzamento della vita democratica e allo sviluppo della politica di unità nazionale, necessaria per portare il Paese fuori dalla crisi.

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