Rassegna Stampa Dolomiti UNESCO | Gennaio 2022

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Natura y Usanzes, Italia Nostra e Nosc Cunfin. L'incontro aveva quale tema di discussione la "calmierazione" del traffico sui passi dolomitici: le associazioni hanno chiesto «soluzioni efficaci e controlli severi sul traffico». Interventi per ridurre il trafficoNel 2005 da Avs, Cai e Sat era partita la richiesta all'allora governatore altoatesino Durnwalder e ai sindaci dei comuni ladini affinché applicassero azioni er la riduzione del traffico sui passi dolomitici, ad esempio istituendo, durante l'estate, un divieto alla circolazione dalle 9 alle 15, valido per tutto il traffico eccetto quello di residenti, pendolari e trasporto pubblico. Nasce la "Low Emission Zone"La Provincia, secondo quanto affermato dall'assessore, ha non solo deciso di aumentare i controlli sulle strade dolomitici, ma anche di istituire una zona ad emissioni ridotte, la "Low Emission Zone". «Le associazioni ambientaliste accolgono con favore l'impegno che l'assessore si è assunto per l'estate del 2022 di intensificare sulle strade dei passi i controlli sulla velocità e sul rumore, accompagnato da una specifica campagna di informazione in Italia e all'estero», il commento degli ambientalisti inserito in una nota ufficiale. Sulla proposta che ha come obiettivo la trasformazione delle Dolomiti in una zona ad emissioni ridotte, le associazioni hanno spiegato di essere favorevoli alla mobilità elettrica. Tuttavia ricordano «che il trasporto pubblico deve essere potenziato maggiormente, perché l'utilizzo di automobili elettriche rimane comunque una modalità di trasporto individuale, al contrario la vera sfida per il futuro è quella di liberare le Dolomiti dal traffico veicolare».Fumata nera, per ora Finché non sarà attuato il progetto "Dolomiti zona ad emissioni ridotte", e il trasporto pubblico non sarà potenziato, per le associazioni ambientaliste «sono necessari i divieti di circolazione temporanei, che sono già stati ripetutamente discussi negli anni scorsi. Questa proposta è stata avanzata più volte, purtroppo finora senza successo, e potrebbe essere attuata su tutti i passi della provincia. Eccetto il progetto pilota al Passo Sella con la chiusura temporanea della strada per 8 mercoledì in luglio e agosto 2017, non sono state intraprese altre azioni concrete».Le critiche alla politicaGli ambientalisti si scagliano contro la politica: «Per anni, la politica locale si è opposta alle misure di riduzione del traffico sulle strade delle dolomiti e purtroppo senza alcun argomento convincente. Le ragioni addotte per la mancata attuazione delle misure sono state la responsabilità dello Stato sulla regolamentazione del traffico stradale, la mancanza di coordinamento tra le province e le regioni e la mancanza di personale per le attività di controllo». Il nuovo codice della strada La legge numero 156 del 9 novembre 2021 introduce importanti modifiche al Codice della Strada. «In particolare il nuovo articolo 1 introduce il concetto che "la sicurezza e la tutela della salute delle persone nonché la protezione dell'ambiente, nella circolazione stradale, rientrano tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato". Inoltre, all'articolo 6 viene introdotta la possibilità di limitare il traffico sulle strade che attraversano i siti inseriti nella lista Uneso. Entrambi i provvedimenti - si legge nella nota degli ambientalisti altoatesini - concretizzano ciò che le associazioni ambientaliste chiedono da tempo: azioni concrete piuttosto che nuove promesse». Le conclusioni Le associazioni, per concludere, chiedono alla politica «di impegnarsi senza ulteriori indugi per ridurre il traffico sulle strade dei passi e di predisporre un calendario di azioni concrete a partire già dalla prossima estate. L'intensità del traffico ha raggiunto livelli oramai insopportabili e inficia sia la qualità della vita dei residenti, che l'esperienza degli ospiti e dei turisti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

COLLEGAMENTO CORTINA – CIVETTA Corriere delle Alpi | 20 gennaio 2022 p. 29 Ambientalisti contro Caner, “Studia il Cortina-Civetta” cortina Il 7 gennaio la Regione ha affidato l'incarico per la redazione dello studio di fattibilità tecnico-economica riguardante i possibili collegamenti sciistici intervallivi con fulcro Cortina d'Ampezzo - Comprensori sciistici Cortina - Civetta - Alta Badia allo Studio Plintos dell'ingegner Diego De Carli con sede ad Alano di Piave per un importo di 71.560 euro. Il tutto in vista delle Olimpiadi.Si tratta del collegamento dalle 5 Torri verso il Civetta, il Fertazza, in particolare, e di quello tra Passo Falzarego, il Passo Val Parola (da raggiungere in tunnel) e località Armentarola, vicino a San Cassiano (pista e seggiovia).Le associazioni ambientaliste hanno subito alzato gli scudi ricordando, con "Per altre strade", che «solo pochi mesi fa l'assessore veneto al Turismo Federico Caner, parlando di impianti di risalita, assicurava che la Regione era decisa a investire le risorse disponibili solo "nella riqualificazione delle strutture esistenti, anzi prima di tutto nella loro sicurezza"».No quindi al collegamento impiantistico Cortina - Arabba ma no anche agli altri collegamenti che ogni tanto vengono portati all'attenzione dell'opinione pubblica. «Verificheremo se ci saranno tratti da completare nella rete oggi esistente, ma sarà l'ultimo step che considereremo», dichiarava in quella occasione l'assessore.Le associazioni ambientaliste si stanno, dunque, mobilitando di nuovo. «Nella sostanza, la Regione si sta muovendo nella direzione opposta rispetto a quanto si sta progettando a livello dell'intero pianeta per contrastare il cambiamento climatico in atto», sostiene "Per altre strade". «Riteniamo sia urgente che tutto questo venga portato all'attenzione delle istituzioni internazionali come pure ci attendiamo, da subito, una severa censura da parte della Fondazione Dolomiti Unesco».Immediata la replica dell'assessore Caner che precisa: «Uno studio di fattibilità serve a dare una lettura chiara di come si può investire in un territorio fragile e complesso, affinché possa rimanere competitivo arginando lo spopolamento e garantendo un futuro sostenibile a chi vive anche di turismo».Quindi, precisa Caner, «lo studio affidato nasce, in piena coerenza con il Piano regionale dei trasporti approvato nel 2020 dal consiglio regionale, per valutare la fattibilità di possibili collegamenti intervallivi che potrebbero valorizzare ancor di più la mobilità lenta e sostenibile in questi territori».«Ad


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