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NOTIZIE DAI RIFUGI
capitolo assestante, poi l'alluvione del 2020 che ha semidistrutto la val Ombretta, con la parte alta di Malga Ciapela e colpendo ancora pesantemente i Serrai. E poi ovviamente per non farci mancare nulla è arrivato anche da noi il Covid».
LE RISPOSTE
«La risposta che abbiamo dato a tutte queste emergenze è stata importante - prosegue il sindaco -. Abbiamo subito danni enormi a un numero notevole di infrastrutture, alla nostra viabilità, ai nostri boschi e al nostro territorio. In special modo la tempesta Vaia è arrivata persino a cambiare le caratteristiche di alcune zone che non torneranno più come prima».
SICUREZZA IDRAULICA
Danni che hanno richiesto investimenti ingenti e tanto lavoro. I progetti sono stati e sono talmente tanti che non si contano più. Progetti portati avanti assieme alla Regione e ai vari soggetti attuatori: come la grande briglia a Santa Maria delle Grazie e di quella attualmente in costruzione a Sottoguda sul Ru de Valbona e ancora la lunga scogliera che da Caprile va verso il Masarè in destra orografica del Cordevole e molti altri.
PROGETTI DIVERSI
Ma se si è lavorato senza tregua sul fronte dei progetti del post Vaia, l'amministrazione De Bernardin ha continuato anche a lavorare su progettualità finanziate con altri bandi e fondi importanti. «Assieme ai progetti Vaia - prosegue il sindaco - il Comune ha continuato a lavorare sul Piano di sviluppo rurale e su progetti da finanziare con i Fondi per i comuni di confine. Come la realizzazione del Parco di Re Ombro che si sta cercando di completare e dove abbiamo messo due annualità dei Fondi di confine quindi un milione di euro, più quota a parte comunale. Si tratta di un parco di tredicimila metri quadrati adibiti a parco avventura, parco giochi per bambini e area ricreativa per adulti. Parco giochi che si voleva mettere in collegamento con il parco La Busa di Masarè attraverso la pista ciclabile destra orografica del Cordevole. Pista ciclabile che ricordo Vaia spazzò via per il settanta per cento ma che ritengo doveroso riproporre magari utilizzando anche i fondi di Area Vasta».
MARMOLADA UNESCO
Poi c'è il capitolo dei progetti Marmolada Unesco che sono sette per un ammontare di 5,3 milioni di euro, alcuni dei quali saranno portati avanti anche in collaborazione stretta con la Società impianti Padon che in questo contesto ha intenzione di realizzare un impianto di risalita con partenza dalla stazione di risalita della funivia della Marmolada per agganciare quella della seggiovia del Padon, bypassando così la problematica degli skilift chiusi da anni e riaprire così il campo scuola. Poi c'è la struttura polifunzionale a servizio della pista di fondo e delle piste di discesa. C'è' poi un parcheggio, ci saranno dei lavori al vascone della depurazione all'entrata dei Serrai e molto altro sulla scrivania di De Bernardin e della sua compagine in questi due anni e mezzo che lo separa dal fine mandato. Dario Fontanive
Gazzettino | 13 gennaio 2022
p. 3, edizione Belluno
Lo Stato vende i cimeli: è possibile comprare il primo rifugio alpino
Lo Stato abbandona la montagna. La mette in vendita, per la precisione. Le offerte sono su investinitalyrealestate.com. Non è uno scherzo, è il portale dedicato alla presentazione di offerte di investimento in immobili pubblici, di società partecipate pubbliche o partecipate pubblico-privato, destinate ad operatori italiani ed esteri. Per la provincia di Belluno i gioiellini di famiglia di cui il pubblico si vuole disfare sono 4, tutti nella parte alta della provincia.
IL PRIMO RIFUGIO DI CORTINA
In montagna, appunto. C'è l'ex casa forestale a Passo Falzarego, a Cortina. Grande, di bella fattura, da valorizzare si legge nell'annuncio, vale a dire da ristrutturare. In effetti gli interni hanno bisogno di una rinfrescata, ma la posizione privilegiata nella località più blasonata delle Dolomiti la dovrebbe rendere un bocconcino appetibile. Si tratta del primo rifugio alpino di Cortina, edificato dalla Magnifica Comunità d'Ampezzo, prima in legno e poi nel 1868 in muratura. Si trova vicino alla strada regionale 48 delle Dolomiti, nel tratto che da Pocol porta a Passo Falzarego, 1985 metri sopra il livello del mare. Di storia, tra quelle mura, ne è passata tanta: inizialmente alloggio per i viaggiatori, quindi stazione di posta, dal 1907 un vero e proprio albergo e infine quasi integralmente demolito nel 1915. Negli anni Trenta del Novecento sulle rovine del vecchio immobile è stato infine costruito il fabbricato attuale. Ha anche svolto la funzione di caserma per le Guardie Forestali; dopo essere stato acquistato dallo Stato nel 1938, è stato concesso in uso governativo al Magistrato alle Acque di Venezia. Successivamente solo il secondo piano del fabbricato principale è rimasto sede dell'Osservatorio Meteorologico mentre il piano terra e il piano primo sono stati adibiti a bar-ristorante-residenza. Insomma, un edificio interessante, che potrebbe avere funzioni commerciali, turistico ricettive ma anche residenziali.
LA STAZIONE DI SOTTOCASTELLO
Curioso potrebbe essere l'acquisto di un ex stazione ferroviaria, per chi è alla ricerca di immobili storici. Quella di Sottocastello a Pieve, per esempio. La sua destinazione, si legge nell'annuncio, potrebbe essere quella di deposito, noleggio di bici, punto di ristoro, insomma dentro potrebbero trovare posto servizi di supporto al turismo locale, ma prima serve un intervento di ristrutturazione radicale.
I DUE CASELLI FERROVIARI
Vicino alla Ss 51 a Pieve, lungo la Lunga via delle Dolomiti, si può diventare proprietari del casello Roccolo, un casello ferroviario della dismessa linea Calalzo Dobbiaco. Non è grande, si tratta di 67 metri quadri, ma non di meno l'annuncio ipotizza una seconda vita come attività di ricezione turistico o come contenitore di servizi per il tempo libero. L'elenco dei beni di famiglia in vendita si conclude con il casello Ronchi, nell'omonima località di Pieve, vicino al cimitero. Le condizioni in cui versano i quattro edifici, certo, non sono ottime, tutti hanno bisogno di un pesante intervento di ristrutturazione ma il fascino e il valore storico li rendono ugualmente appetibili, forse, per possibili investitori, anche stranieri, innamorati delle Dolomiti. Tutti e 4 si trovano pubblicati, con foto, caratteristiche, planimetria e dati tecnici nel portale per mostrarsi al miglior offerente. E' la loro seconda chance, dopo anni di abbandono. Quella seconda possibilità che tante aree della montagna bellunese cercano. Il progetto rientra nel quadro delle iniziative previste dal decreto Sblocca Italia, finalizzate a favorire le opportunità di investimento in Italia, ed è realizzato dall'ICE Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, su impulso della Presidenza del Consiglio del Ministri e del Ministero dello Sviluppo Economico, in collaborazione con il Ministero dell'Economia e delle Finanze e Agenzia del Demanio. Alessia Trentin
Gazzettino | 14 gennaio 2022
p. 13, edizione Belluno
Gazzettino | 21 gennaio 2022
p. 13, edizione Belluno
Progetto per rilanciare il Lunelli: la Regola cerca gestori-investitori
Il rifugio Lunelli di Selvapiana, alle pendici del gruppo del Popera, verrà rimodernato. Lo ha deciso la Regola di Casamazzagno, proprietaria dell'immobile, costruito nel 1948-49 per scopi agro-forestali, e successivamente trasformato in rifugio nel 1955 con gestione affidata alla guida alpina Bepi Martini Barzolai, la cui famiglia ha continuato nei decenni successivi nella gestione sia del rifugio Berti nel Vallon Popera, sia dello stesso Lunelli. Ora la Regola di Casamazzagno ha deciso di ristrutturare lo stabile, che ha necessità di essere reso conforme alle normative attuali. L'amministrazione regoliera, presieduta da Gustavo Martini Barzolai, ha decsio di proporre un bando per cercare eventuali operatori interessati alla ristrutturazione e successiva gestione del rifugio. dddd «Il rifugio attualmente gestito dalla società Popera sas - scrive la Regola di Casamazzagno -, necessita di lavori di ammodernamento e il contratto in essere scadrà il prossimo 2025. Per questo, con congruo anticipo, l'amministrazione regoliera ha pensato di portarsi avanti invitando tutti coloro che fossero interessati, a fare delle proposte concrete per l'ammodernamento della struttura e conseguente gestione. Il bando - prosegue la Regola - è considerato aperto, nel senso che una volta ricevute tutte le proposte, qualsiasi esse siano, la Regola costituirà una commissione giudicatrice formata da Amministratori e tecnici esperti, che avrà il compito di convocare i proponenti e con gli stessi analizzare le varie proposte avanzate, che potranno riguardare sia la completa demolizione e ricostruzione, sia la mera ristrutturazione. Una volta individuata l'offerta migliore saranno poi valutati i ragionamenti sui tempi, costi, modalità di gestione». Il rifugio vuole diventare nuovo punto di riferimento anche in ottica del'auspicato, sviluppo sciistico tra Comelico e Pusteria, all'interno del quale, la zona di Selvapiana riveste un ruolo centrale e strategico, ma anche per tutto lo sviluppo sostenibile della valle, fatto di passeggiate, mountabike, camminate e tutti gli sport all'aria aperta. Nel frattempo la Regola ha già affidato la progettazione per la realizzazione di un parcheggio da circa 100 posti auto che sarà realizzato nelle vicinanze del rifugio, in un'area defilata, L'opera dovrebbe essere completata già del corso del 2022. La Regola di Casamazzagno vuole essere attenta all'ambiente e consapevole che i propri immobili, un tempo destinati quasi esclusivamente all'attività agricola, possono oggi essere riconvertiti e divenire opportunità di reddito e sviluppo sostenibile del territorio. Lucio Eicher Clere
Gazzettino | 17 gennaio 2022
p. 23
Rifugi, che passione ma le feste di Natale sono state magre
l richiamo della natura, la ricerca di panoramici unici grazie alle passeggiate fra prati e boschi e come finale un piatto tipico da gustare con gli amici. E' la ricetta del successo delle malghe che nonostante le restrizioni degli ultimi anni esercitano un richiamo sempre maggiore sugli amanti della montagna. E così fra sci alpino e nordico, ma anche tante altre attività come ciaspolate, discese in slittino ed escursioni con slitte trainate da cavalli, l'offerta della montagna diventa irresistibile. A dirlo sono gli addetti ai lavori, gli imprenditori che gestiscono agriturismi, rifugi e malghe.
ATTIVITÀ ALL'ARIA APERTA
Ed è quanto afferma Coldiretti che sottolinea come gli agricoltori abbiano saputo valorizzare quanto la natura mette a disposizione aggiungendo abilità e competenze professionali. «Nel Bellunese ad esempio - spiega Coldiretti - gli operatori agricoli promuovono dalle passeggiate sulla neve come quelle scelte dagli ospiti della Piccola Baita di Falcade, avventurose per grandi e piccini le discese con slittino a Malga Federa in quel di Cortina d'Ampezzo, suggestive le gite con le slitte trainate dai cavalli a Padola quanto rigeneranti le salite con le pelli di foca (scialpinismo) a Malga Coltrondo in Comelico».
CONFORT E BELLEZZA
Malga Federa a Cortina, immersa nella neve, permette di godere di un panorama mozzafiato; accogliente e confortevole, interamente in legno, la Malga è riscaldate da una stufa a legna. Dalle finestre si possono ammirare il Becco di Mezzodì e la Croda da Lago. Per raggiungere questi luoghi basta una passeggiata a garanzia di attività salutari e ricreative adatte a tutte le età, e per ogni capacità, favorite dal ritorno della neve annunciata dal meteo proprio in questi giorni. In Veneto sono quasi 1500 le aziende agrituristiche per la maggior parte situate in pianura, un terzo in collina e 250 in montagna. La disponibilità è di 44,8 mila posti a tavola 13 mila posti letto.
ARCHITETTURA RURALE
Inoltre 673 malghe custodiscono l'architettura rurale dando forma al paesaggio come espressione dell'identità dei luoghi in una relazione di integrazione tra i sistemi produttivi locali e la conservazione della biodiversità agricola. Di qualità e a chilometri zero gli spuntini e ristori preparati per i turisti con prodotti locali. Cibo genuino e accoglienza tipica dei cuochi contadini che animano le realtà agrituristiche che a causa delle restrizioni imposte dal Governo sotto il profilo sanitario e dell'ondata dei contagi durante le festività
hanno dimezzato il fatturato del 50%. Da una analisi della Coldiretti, sulla base degli ultimi dati Istat sulle aziende agrituristiche in Italia, si evidenzia la presenza di strutture in ben 4.979 comuni, quasi due su tre (63%) presenti sul territorio nazionale.
SPAZI SICURI
Il crescente interesse è spiegato anche dal fatto che gli agriturismi, spesso situati in zone isolate della montagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto del distanziamento. Giuditta Bolzonello
Corriere delle Alpi | 24 gennaio 2022
p. 15
Stop prenotazioni nei rifugi «Poca gente, troppe disdette»
Ad alta quota Gianluca De Rosa Rifugi, stop alle prenotazioni. Una nuova linea, seppur non ufficiale, sta interessando in queste ore il comparto del rifugisti bellunesi, alle prese con la grana disdette. Non solo per i pernottamenti, ma anche per pranzi e cene. Un problema diffuso, esploso durante le festività natalizie in concomitanza con l'aumento vertiginoso dei casi di positività al virus. Ed allora cosa fare? «Tanti rifugi ricevono prenotazioni esclusivamente per le 24 ore successive alla richiesta», ha risposto Mario Fiorentini, gestore del rifugio Città di Fiume e presidente di Agrav, l'associazione che accoglie i gestori dei rifugi alpini del Veneto, «questo per evitare di ritrovarsi con un cerino in mano di fronte a tavolate o camerate vuote, precedentemente prenotate. La prenotazione last minute limita il margine della disdetta. Chi prenota oggi per domani difficilmente avrà un contrattempo, ancor di più se quest'ultimo è generato da una positività al Covid oppure dall'obbligo di quarantena perché riferita ad un contatto stretto alle prese col virus».L'iniziativa, da considerarsi estemporanea, frutto più dell'inventiva personale che di una regola, è stata applicata dallo stesso Fiorentini all'interno del suo rifugio: «Noi stiamo facendo così», ha aggiunto Fiorentini, «se qualcuno telefona per prenotare con largo anticipo una camera oppure un tavolo, lo invitiamo a ricontattare la struttura il giorno precedente l'arrivo. La prenotazione viene segnata e dunque risulta a tutti gli effetti valida, ma la conferma è rappresentata dalla telefonata del giorno precedente l'arrivo. Senza quella telefonata il rifugio è libero di decidere il da farsi. Se mantenere valida l'opzione oppure se ritenerla decaduta a fronte di una nuova prenotazione giunta nei nuovi tempi stabiliti. Il momento del resto è particolare, richiede spirito di adattamento alle circostanze. Ci sono tante variabili, numerose incognite nella nostra attività di cui tenere conto se vogliamo cercare di salvare il salvabile».Salvabile da salvare in tempi di magra per i rifugisti bellunesi che, archiviate le festività natalizie, si sono ritrovati a fare i conti con un drastico calo delle presenze. «Durante la settimana si vede pochissima gente, durante il weekend le cose migliorano, ma i numeri sono in netto calo rispetto solo ad un paio di settimane fa», aggiunge Fiorentini dopo aver effettuato un giro di ricognizione tra i colleghi iscritti ad Agrav. «Volendo dare un numero, se durante le feste un rifugio riceve una media di cento telefonate al giorno, in questo periodo le stesse telefonate arrivano a fatica a venti. Ci sono poi rifugi e rifugi: quelli situati a ridosso delle piste da sci possono contare su un numero maggiore di presenze anche se in montagna è sempre più in voga l'attività alternativa allo sci. Questo è un bene soprattutto per quei rifugi alpini che hanno deciso di investire sulla stagione invernale, non limitandosi ai tradizionali quattro mesi di apertura estiva».A proposito di rifugi situati lungo le piste, al momento il disappunto che li accomuna è legato alla cronica mancanza di turisti stranieri. «In questo periodo, prima dell'avvento del Covid, eravamo presi d'assalto dagli stranieri, in concomitanza con il periodo delle festività ortodosse», racconta Carlo Rizzardini del rifugio Palafavera, «rispetto alle previsioni qualcosa in questo periodo si sta muovendo, a dirla tutta non vogliamo neanche lamentarci, ma il calo di presenze è fin troppo evidente e pesa sulle casse del rifugio».Situazione simile a Cortina dove tuttavia non mancano i pernottamenti, anche durante la settimana. «Abbiamo diverse prenotazioni di pernottamenti concentrati durante la settimana rispetto al weekend», fa sapere Guido Pompanin del rifugio Lagazuoi. «Le nostre prenotazioni? Le riceviamo solo on line, disdette comprese. Il telefono lo abbiamo abolito». Presenze in calo anche a Porta Vescovo: «I turisti stranieri che arrivano in rifugio sono soprattutto dell'Est», fanno sapere dal Gorza, «rispetto al periodo pre Covid le cose sono molto cambiate, si può dire che stiamo vivendo una nuova era». --© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gazzettino | 24 gennaio 2022
p. 9, edizione Belluno