P O L IT IC A
P U T IN B IR IC H IN O S T E FA N O R O V E R E , 4 D
In questi giorni nelle piazze di tutto il mondo si sono organizzate proteste e manifestazioni a sostegno della popolazione ucraina. A Berlino mezzo milione di persone si sono riunite a questo scopo, in Italia si sono organizzate raccolte di oggetti di prima necessità che sono stati spediti a Kyiv, Kharkiv, Odessa e in altre principali città dove si combatte il conflitto. Ma la cosa più impressionante non credo sia il sostegno generale da parte dell’intera Europa, ma il sostegno interno alla Russia verso l’Ucraina. Hanno fatto il giro dei social le immagini proveniente dalla Piazza Rossa, a Mosca, o dalle vie di metropoli quali San Pietroburgo e Volgograd, dove membri di ogni parte della popolazione sono scesi per manifestare contro il conflitto armato e contro questa guerra impopolare, che finora sembra essere di un solo uomo: Vladimir PuE t C e t e r a M a jo r a n a
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tin. E quali possono essere le ragioni di tale impopolarità? Immedesimiamoci per qualche minuto in un cittadino della capitale della nazione più estesa del mondo. Da un giorno all’altro, a un migliaio di chilometri da me scoppia una guerra. Sempre da un giorno all’altro, vengo a sapere tramite il telegiornale che tutti i più importanti paesi del mondo hanno imposto, sul mio, pesanti sanzioni economiche, che fanno crollare il valore della moneta, il rublo. L’inflazione sale alle stelle. Se ieri con 80 rubli compravo un chilo di pane, oggi me ne servono 160. Corro a prelevare per ritirare più soldi possibili, ma una volta arrivato mi mandano indietro perché non ci sono più soldi da ritirare, e se ce ne sono trovo anche file lunghe centinaia di metri agli sportelli. Come se non bastasse, decine, poi centinaia di brand M a rzo 2 0 2 2 - N ° 7