EtCetera Majorana
IV | Novembre 2020
Elezioni Usa 6
Luca Saracho, 3F
Politicamente corretto e politicamente vuoto In questi giorni negli Stati Uniti, in una condizione di surreale pandemia, quasi tutti gli stati si accingono a confermare i propri risultati elettorali e ad annunciare quale dei due maggiori candidati otterrà i loro voti in Collegio. E se non si avranno significativi risvolti sul fronte delle battaglie legali intraprese dal team dell’attuale presidente è con grande probabilità che Joe Biden si troverà, il 20 gennaio, a pronunciare il fatidico “presidential oath” con cui darà ufficialmente vita alla propria amministrazione. Un’amministrazione che, stando alle parole di alcuni, dovrebbe rappresentare uno storico passo avanti, ma al contempo dovrebbe anche restaurare la “normalità”, il bucolico passato della moderata politica americana. Due aspetti, tuttavia, difficilmente conciliabili, non solo per la concezione di un progressismo che passa per le stantie èlite politiche di un tempo, ma anche perché io non vedo personalmente un vero e proprio passo in avanti in tutto ciò, e non credo che una presidenza Joe Biden possa rappresentare veramente una “rivoluzione”.
Secondo molti, soprattutto secondo i principali media statunitensi, la scelta della vicepresidente Kamala Harris, non solo una donna, ma anche nera e figlia di immigrati, sarebbe l’apice del progresso in cui viviamo, già in sé una ragione più che valida per stendere il tappeto rosso alla nuova amministrazione. Ma il quadro non è completo: Alejandro Mayorcas dovrebbe divenire il primo immigrato e latino-americano nella storia a essere a capo del Dipartimento di sicurezza interna; Avril Haines la prima donna a guidare il Dipartimento di Intelligence e Biden ha ufficializzato la sua volontà di nominare Janet Yellen, che diverrebbe così la prima donna al comando del Dipartimento del Tesoro. Ad udire queste scelte ci sarebbe da essere estremamente orgogliosi della svolta rivoluzionaria che sarà presa dalla prossima amministrazione Biden, la fine degli oscuri anni della presidenza Trump, durante i quali sono imperversati solamente razzismo, sessismo, bigotteria, e chi più ne ha, più ne metta! E invece no. Per niente. Questa visione è profondamente erra-