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La Francia sotto attacco
Attualità
Sheeza Habib, 3F Sofia Marcantoni, 2H
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Giorgia Tiralongo, 2aa
La Francia sotto attacco
Islam: storia e pregiudizi
La parola araba Islam significa “sottomissione totale” nei confronti di Allah da parte di individui considerati allo stesso modo da Lui, che non va a distinguere chi porta un abbigliamento semplice e chi elegante. Il grande portavoce della religione musulmana è stato Maometto (nato attorno all’anno 570), reputato dai suoi fedeli l’ultimo profeta inviato da Dio al mondo e incaricato, grazie alle rivelazioni dell’arcangelo Gabriele, di far conoscere all’umanità la parola di Dio. Queste rivelazioni sono contenute nel libro sacro dei musulmani, il Corano (che significa “predicazione”) che detiene la stessa importanza della Bibbia per i cristiani. Se chiedeste a un musulmano di spiegarvi che cosa sia l’Islam, vi direbbe probabilmente che è una religione antichissima basata sulla pace, sulla misericordia e il perdono, ed è vero. Alcuni dei concetti contenuti nelle rivelazioni di Allah tuttavia, sono stati travisati da fanatici senza scrupoli e, uniti a sentimenti di invidia, odio, razzismo e ambizione di dominio politico hanno portato alla giustificazione del “fondamentalismo islamico”, una visione della religione che fa uso della violenza e del terrorismo, allontanandosi notevolmente dal contenuto del Corano. Dialogare con una persona musulmana sicuramente potrebbe aiutare ad andare oltre il velo delle apparenze e a conoscere l’anima del (mondo) musulmano e la storia che porta. Nel Corano un principio la cui interpretazione è sempre stata assai controversa e mutevole in base a tempi e luoghi, è il Jihad, ovvero la guerra santa. Il Profeta Mohamed lo ha definito come “Un pellegrinaggio compiuto piamente”. Questa affermazione funge già risposta ai tanti che associano una religione di oltre un miliardo e seicento milioni di persone all’uso delle armi. Varie volte poi ha indicato o una lotta interiore contro le tentazioni del male (“male” inteso come tutto ciò che va contro la volontà di Allah), o l’autodifesa del mondo musulmano contro pericoli di origine esterna, o ancora una guerra contro gli ‘infedeli’ allo scopo di guadagnare nuovi territori all’unica vera fede e convertire i popoli sottomessi. In merito a questo ultimo significato nel corso della storia, dopo la morte di
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Maometto, si è verificata una prorompente espansione della Umma verso il nord-Africa, il medio Oriente bizantino e i territori occidentali dell’impero sasanide, ma ci sono fondati dubbi sul fatto che alla base di questa espansione ci fosse la volontà di combattere e convertire gli ‘infedeli’, considerando che per lungo tempo i musulmani non imposero a cristiani ed ebrei di credere alla loro religione ma riscossero unicamente le imposte sui territori occupati. Questo iniziale atteggiamento conciliante nei confronti di ebrei e cristiani è ricollegabile alla comune origine abramitica delle tre grandi religioni monoteiste (ebraismo, cristianesimo e Islam), le quali possiedono comunque sostanziali differenze. Per esempio, Gesù di Nazareth dall’ebraismo è considerato un falso messia, dal cristianesimo il figlio di Dio, dall’Islam un profeta, dunque un semplice essere umano portavoce della rivelazione e della volontà di Allah.
È evidente che diversi avvenimenti, in particolare negli ultimi decenni, hanno fatto vacillare questa certezza e convinzione che continua a essere granitica nel cuore del credente musulmano. Una comunità è stata condannata per le azioni di una minuscola minoranza. Si è arrivati a maturare un giudizio che vede pochi fedeli buoni, moderati e ben integrati nella società, e molti fedeli cattivi e estremisti. In questo mondo ricco di istanze pluralistiche porsi e porre domande è più che lecito, ma che siano poste per conoscere, non per condannare. Cedere ai luoghi comuni, attribuire l’immagine di assassini, proposta dall’ Isis all’Islam, ai musulmani e alle loro famiglie, è offensivo per chi ogni giorno segue gli insegnamenti del Profeta e cerca di emularne il nobile comportamento, nei piccoli e nei grandi gesti. Tutti sono a conoscenza delle barbare uccisioni e dei crimini perpetrati contro “gli infedeli” – e contro i fedeli stessi - da quei sedicenti soldati che gridano “Dio è il più grande”, ma pochi conoscono il Corano e sanno che uno dei suoi versi condanni l’omicidio, secondo la formula: “l’uccisione di una persona equivale all’uccisione dell’intera umanità; pochi ricordano le parole del Profeta, che invita a trattare con rispetto e considerazione i non musulmani e a tenere un buon comportamento in qualsiasi circostanza, non solo nei confronti di tutte le persone, ma anche nei confronti degli animali (ad esempio una donna di strada si è guadagnata il Paradiso per aver semplicemente dato acqua a un cane), dell’ambiente, della natura. E questa
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è solo la punta di un enorme iceberg, di cui l’Isis non fa minimamente parte. Cosa porta un giovane europeo – ma anche non europeo – a comportarsi in un modo distante anni luce rispetto agli insegnamenti coranici? Un’errata interpretazione delle fonti, portata al parossismo? Forse, ma uno dei motivi principali è certamente da rinvenire soprattutto nella condizione di alienazione e nichilismo a cui sono approdati negli anni, arrivando a negare la realtà e loro stessi e a perdere il senso di ogni cosa.
Gli attacchi
“La Francia è sotto attacco”: queste le parole pronunciate dal presidente francese Emmanuel Macron in seguito agli attacchi terroristici verificatisi il 18 ottobre Conflans-Sainte-Honorine, e, il 29 ottobre a Nizza. La vittima del primo, Samuel Paty, ucciso e decapitato, era un professore di storia di quarantasette anni, colpevole solo di avere mostrato delle vignette su Maometto, pubblicate dal giornale Charlie Hebdo, durante una lezione riguardo la libertà d’espressione. Il modus operandi tenuto dal professore è stato molto criticato da alcuni genitori, in particolar modo dal padre di un’alunna che aveva richiesto il licenziamento di quello in aggiunta alle minacce di morte, motivo per il quale ora si trova in stato di fermo. Si è anche scoperto che la sorellastra dell’uomo, ora ricercata, aveva giurato fedeltà all’ISIS nel 2014 in Siria. Indagate altre dieci persone, tra cui un minore, appartenenti alla cerchia familiare dell’aggressore e un membro del consiglio degli Imam francesi, Abdelhakim Sefrioui. Quest’ultimo, Abdoullakh Abuyezidvich Anzorov, diciottenne russo di origini cecene, è stato ucciso dalla polizia la sera stessa dell’aggressione, nel vicino comune di Erigny, dopo aver aperto il fuoco gridando “Allah Akbar”. La zona intorno alla scuola è stata chiusa e ai cittadini del piccolo comune consigliato di rimanere a casa. Macron, sul luogo dell’attentato, è intervenuto definendo l’ attacco come islamista. Due giorni dopo è stata organizzata una manifestazione in omaggio a Paty a Place de la République a Parigi. Dieci giorni dopo un altro attentato terroristico colpisce la Francia. Ci troviamo a Nizza, nella basilica di Notre-Dame dove, verso le nove del mattino sono state uccise tre persone, due donne e un sacrestano, e ferita una gravemente. L’assalitore, Brahim Aoussaoui, ventun anni, di origini maghrebine, è stato ferito e portato in ospedale dalle forze
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speciali, non smettendo mai di gridare “Allah Akbar”. Era sbarcato a Lampedusa in settembre e in seguito al periodo di quarantena era scappato in Francia clandestinamente. Non aveva fatto domanda di asilo e non era schedato dalle associazioni che si occupano dei migranti. Secondo le prime informazioni ha agito da solo, usando un coltello, ma il numero degli arrestati già è salito a sei. Ancora una volta le affermazioni di Macron non sono tardate ad arrivare: “Non rinunceremo ai nostri valori” in particolare “la libertà di credere e di non credere”. Esorta i cittadini “all’unità” e a non cedere “a nessuno spirito di terrore”. Ha deciso inoltre di aumentare la presenza dell’esercito nelle strade, in particolare nei pressi dei luoghi di culto e delle scuole. Ora più che mai è necessario saper perdonare gli enormi crimini commessi gli uni nei confronti degli altri e ristabilire il millenario legame che ci unisce e ci permette di vivere nella libertà, nell’ uguaglianza e nella fratellanza.