Emmaus e Avvenire. 19 luglio 2022

Page 1

Martedì, 19 luglio 2022

Inserto mensile della diocesi di Macerata

Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia

A cura della redazione EMMETV Via Cincinelli, 4 - 62100 Macerata

a pagina 2

Telefono 0733.231567

E-mail: redazione@emmetv.it

Facebook: : emmetvmacerata

Twitter: emmetvmacerata

Inserto di

a pagina 2

a pagina 3

All’inizio semplice struttura di coordinamento, poi via via più centralista. La rotta va invertita

Quale Cei per l’oggi?

DI NAZZARENO MARCONI *

C on le nomine di Matteo Zuppi e Giuseppe Baturi a presidente e segretario la Cei 2022-2027 inizia a camminare, ora tutti si aspettano un serio rinnovamento. Ma nel concreto quale riforma sarebbe auspicabile per la Cei? Di fatto la Cei è nata ed è stata all’inizio una struttura di semplice coordinamento e ascolto dei territori. Poi è gradualmente cambiata: basta studiare l’evoluzione degli statuti dagli anni ’60 a oggi per avere un’idea di questo cambiamento. Infatti, rispetto al progetto originario la Cei è diventata sempre di più una struttura pastorale centralizzata, deduttiva e propositiva, e sempre meno una struttura di semplice servizio e coordinamento delle Diocesi e Conferenze episcopali regionali. Tra i motivi di questo cambiamento forse c’è stato anche il fatto che le persone che hanno guidato gli Uffici Cei, provenendo tutte dal lavoro in Curie diocesane più o meno grandi, hanno del tutto naturalmente continuato a lavorare in Cei secondo le logiche pastorali e gestionali che conoscevano. Si è così lentamente generata una prassi che ha sempre più plasmato la Cei come una “Super-Curia” dell’Italia.

I vari Uffici Pastorali nazionali, come i normali uffici di una curia, ispirati inoltre dalla vicinanza e dalla consulenza dei professori di pastorale delle università romane, si sono sempre meglio strutturati per proporre tutta una serie di iniziative pastorali, che la facilità crescente delle comunicazioni mediatiche hanno amplificato. Così ogni Ufficio

Cei è giunto sempre più a produrre: sussidi, parti di piani pastorali e a volte interi progetti pastorali, costruiti a Roma da consulenti universitari e proposti alle diocesi come “pacchetti immediatamente applicabili”.

Sono giunte addirittura, con sempre maggiore frequenza, proposte di catechesi, liturgie ed iniziative caritative sviluppate fin nel dettaglio di fornire il foglietto da consegnare al fedele per seguire tutto il rito o la catechesi. Questo modo di fare ha l’effetto negativo di mortificare la creatività locale: come competere con l’apparente perfezione di un lavoro

fatto da esperti e curato fin nella grafica da professionisti? Ha ancora peggio impigrito i livelli pastorali locali, spingendoli a farsi semplici trasmettitori delle iniziative nazionali. Ciò è stato aggravato dalla sostanziale riduzione della pastorale alla organizzazione di “eventi”, per lo più “grandi

DA SAPERE

Conferenza episcopale italiana

La Cei è nata l’8 gennaio 1952, ma la sua identità ha cominciato a consolidarsi solo una decina di anni dopo, col Concilio Vaticano II. «È l’assemblea permanente dei vescovi italiani ed esercita la propria attività nell’Assemblea Generale». Di norma si svolgono due sessioni annuali: ordinaria a maggio, straordinaria a novembre. Alla Cei compete (non al Vaticano) la gestione dei fondi dell’8xmille destinati dai contribuenti alla Chiesa cattolica. Presidente è il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna; segretario generale l’arcivescovo Giuseppe Baturi, metropolita di Cagliari. Il suo sito è www.chiesacattolica.it

eventi nazionali”, che se davano l’illusione del successo pastorale, perché assommavano grandi numeri, in realtà consumavano le poche energie locali nell’organizzazione di questi spostamenti di persone. Di fatto, riportati sull’intero territorio, i grandi numeri dei Grandi Eventi diventano inin-

fluenti per la vita cristiana quotidiana della maggioranza. Per la gran parte si celebrano eventi, ma non si introduce e forma la persona alla vita di fede. Così si è creata, soprattutto a livello giovanile, una nuova tipologia di fedele: il non praticante, ma devoto alla partecipazione ai grandi

Va potenziato l’ascolto dei territori; diocesi e regioni vanno spinte a giocarsi di più nel coraggio di innovare, di provare modalità pastorali più induttive, nate sul campo e attente ai cambiamenti in atto

eventi. Una modalità di vita cristiana che non influisce nelle convinzioni e nella prassi della vita di fede, sia liturgica che morale, ma consolida solo una appartenenza identitaria tutta emotiva, fatta di slogan e di legame affettivo a certe figure simboliche. Nascono così i “Papa boys” che, se sono visibili sui giornali, sono però invisibili nella vita di fede delle comunità locali. Quando non costituiscono sui loro social una nota di disturbo e di critica gratuita e disimpegnata di tutto quanto più umilmente si cerca di fare a livello locale. Ammetto che è una lettura esagerata, ma a volte provocare aiuta a pensare. E pensando sembra che almeno una direzione chiara nella auspicata riforma della Cei debba essere il potenziamento dell’ascolto dei territori e la crescita di un metodo pastorale che spinga le diocesi e le regioni a giocarsi di più nel coraggio di innovare, di provare modalità pastorali più induttive, nate sul campo e attente ai rapidi cambiamenti del mondo di oggi.

Giovani, una borsa di studio per animatore di comunità

Il Progetto Policoro – iniziativa della Cei che tenta una risposta concreta al problema della disoccupazione giovanile – in diocesi di Macerata cerca il nuovo animatore di comunità che avrà una borsa di studio per il 2023. Sei un giovane che risiede nel territorio della Diocesi? Hai esperienze di gruppi ecclesiali o fai parte di un’associazione di animazione giovanile? Vuoi dedicarti a un’esperienza che sia contemporaneamente formativa e lavorativa? Ti piace stare con gli altri e sei aperto a vivere nuove esperienze? Allora stiamo cercando proprio te! Se sei interessata/o al Progetto Policoro scrivi a policoro.macerata@gmail.com entro venerdì 29 Luglio. Info su https://www.instagram.com/macerataprogettopolicoro

Un’estate

a pagina 4

Crisi idrica, Apm contro gli sprechi

Acqua sotto controllo nel Maceratese, ma serve non abbassare la guardia di fronte all’eventuale perdurare della siccità. Il messaggio arriva da Gianluca Micucci Cecchi, presidente di Apm, l’Azienda pluriservizi Macerata, che gestisce il servizio idrico integrato per i suoi Comuni soci. «La situazione è sotto controllo perché attenzioniamo quotidianamente le nostre fonti di approvvigionamento, le nostre sorgenti – spiega Micucci Cecchi –; è chiaro che, tuttavia, il contesto generale non lascia margini di grande fiducia: basti pensare che la stagione è appena iniziata e già si parla di emergenza idrica nazionale e, quindi, di conseguenza, considerando le settimane che ci aspettano potremmo evidenziare qualche criticità».

Nutrirsi di attenzione e rispetto per le realtà incontrate, disposti a cogliere le diversità senza farci ingabbiare dai pregiudizi

La sera del 1° luglio è stato proiettato al cinema Excelsior di Macerata il docufilm The Iron Pope, dedicato alla figura del Papa marchigiano Sisto V (1521-1590). La narrazione ha alternato episodi della vita del grande Pontefice – risoluto, creativo, pragmatico –, raccontati nello stile delle fiction e interviste a esperti. Il docufilm è stato girato interamente nelle Marche; scene sono state riprese all’Abbadia di Fiastra, nelle campagne di Urbisaglia, a Villa Buonaccorsi di Potenza Picena. IL DOCUFILM

C’è bisogno di più quotidianità, di introduzione personalizzata alla vita di fede, di un cammino fatto a livello della terra e con gli occhi ben fissi negli occhi degli uomini e delle donne concrete del nostro tempo e dei nostri territori. Senza dimenticare che, anche se la globalizzazione tende ad omogeneizzare tutto, Dio continua a fare le persone “con metodo artigianale”, ognuna unica e misteriosa e che queste persone uniche vivono in un’Italia molto lunga e larga, dove tra una regione e l’altra le diversità e le sensibilità sono tante. Anche per l’ecologia umana è saggio avere cura della biodiversità. * vescovo

Dalla recente approvazione dell’ultimo bilancio consuntivo 2021, Apm ha confermato l’impegno nel settore idrico: «La nostra azienda fa investimenti per diversi milioni di euro – aggiunge –, dal mio punto di vista la battaglia sul risparmio d’acqua non si combatte soltanto nelle abitazioni private (e colgo l’occasione per formulare l’invito a una sempre maggiore attenzione), ma si combatte anche dalla parte della società che distribuisce l’acqua, perché appunto una delle più forti difficoltà è causata dalla dispersione della rete». Un dato allarmante, certificato dal fatto che in molte città italiane ci si attesti attorno al 60-70% di spreco proprio nell’acqua che entra dentro le condutture: «Da questo punto di vista, noi siamo al primo posto per risparmio da dispersione idrica –afferma il presidente Apm –, un dato sul quale noi continuiamo a intervenire. Credo che la maggiore criticità sia proprio questa: la rete va sempre monitorata e modernizzata, un impegno che dovrebbero avere tutti i soggetti gestori». Nel Maceratese molti sindaci hanno emanato ordinanze contro lo spreco d’acqua: «Apm è stata promotrice di alcune riunioni sul fenomeno – aggiunge ancora Micucci Cecchi –, il problema è che le società come la nostra non hanno alcuna facoltà di sospendere l’erogazione idrica o decidere come razionalizzare l’acqua, per questo c’è una interazione tra l’azienda e i Comuni del proprio ambito. Per questo sollecitiamo gli Enti a promuovere comportamenti virtuosi nei propri cittadini e, se dovessero sorgere delle difficoltà importanti, interverremo in stretta sinergia con le Amministrazioni comunali coinvolte».

Essere turisti «contemplanti», non superficiali

DI GIANCARLO CARTECHINI

Devo avere sbagliato giorno. Ma sì, deve essere proprio così. La strada che da Frontale conduce a Pian dell’Elmo è deserta. Ero rassegnato all’ingorgo, invece niente. Controllo il biglietto: la data è esatta. Continuo a salire in perfetta solitudine. Mi tiene compagnia solo un grillo entrato dal finestrino. Si è posato sopra il sedile, da bravo passeggero. L’estate rappresenta il tempo adatto per nuove relazioni. Ma qui non si vede nessuno. O forse no. Forse mi trovo al centro di un convenire discreto. I primi segni di vita li incontro nel prato adibito a parcheggio. Un volontario invita a mettere l’auto in fondo alla

fila: «Con il cofano verso l’esterno, in caso di emergenza si esce più facilmente». Un cartello indica l’inizio del sentiero: monte Moscosi, tempo di percorrenza 30 minuti. Mi incammino insieme ad altre persone. Nello zaino solo una bottiglia d’acqua e una stuoia. Ci sono bambini e nonni, molti adulti, pochi giovani. I discorsi quelli soliti che si fanno tra amici: piccole miserie quotidiane, progetti di vacanze. Una donna parla con accento tedesco. Fare un tratto di cammino a piedi, raggiungere un’altura, seder- si ad ascoltare. È questa l’idea che caratterizza Risorgimarche. Oggi è previsto uno spettacolo di Paolo Rumiz, scrittore triestino, autore del saggio “Il filo infinito”: un

viaggio tra le abbazie benedettine che hanno salvato l’Europa nei periodi più bui della sua storia. Proprio una delle chiese citate nel libro, l’abbazia di Val di Castro, si scorge in lontananza, più in basso rispetto al prato che sto per raggiungere. Rumiz proporrà una lettura a più voci, con accompagnamento musicale, di “Canto per Europa”, il suo ultimo libro: il mito di Europa, la principessa fenicia rapita da Zeus, trasposto nella storia attuale del Mediterraneo, con il suo carico doloroso di guerre e migrazioni. Quando arrivo molte persone sono già sedute, in attesa dello spettacolo. Scarpe da trekking, sandali, canottiere: nell’accampamento improvvisato si vede di tutto.

Chi viaggia può essere un uomo d’affari, o un migrante, o un turista, dice Roberto Calasso nel suo saggio “L’innominabile attuale”. Il turista è caratterizzato da rilassamento estetico e superficialità. I luoghi che invade perdono la loro identità. Mi guardo intorno, e mi chiedo se anche la gente che mi circonda faccia parte di questa poco invidiabile compagnia. Ma c’è speranza. Dice Calasso che a volte è possibile imbattersi in voci differenti, provenienti da una “costellazione clandestina”. Sono le voci di quelli che chiama i “contemplanti”, apolidi ed extraterritoriali per vocazione, che si nutrono di attenzione e rispetto. Vorremmo essere tutti contemplanti, e magari ci troviamo addosso panni

da turisti trasandati. Deve essere proprio così. Nel libro di Calasso c’è anche un riferimento al mito di Europa, alla sua morbidezza sensuale, contrapposta alla rigidità solenne dell’arte egizia e assira.Si dice spesso che la parte più bella di una musica sia il silenzio che ne deriva. Al termine dello spettacolo alcune persone se ne vanno, altre si disperdono nell’altopiano, alla luce del sole che comincia ad abbassarsi, e tinge tutto di un colore dorato: l’erba secca, i cardi ancora verdi, i pochi fiori che resistono, le piccole foglie di timo che profumano di resina, limone, e di mare. Quel mare che si scorge all’orizzonte, e che ci vorrebbe tutti naviganti, disposti a naufragare.

www.emmetv.it
PROGETTO POLICORO Sferisterio, al via la stagione dell’opera lirica
«La mia Unimc»: parla il neo rettore John F. McCourt
Via Lauretana: nuove tecnologie per i pellegrini
nel segno della cultura con tante mostre
Un momento della chiusura della 76ª Assemblea Generale della Cei (foto Siciliani-Gennari/Sir)
«The Iron Pope»: papa Sisto V sullo schermo dell’Excelsior
SICCITÀ
Paolo Rumiz a Risorgimarche

Buone pagine per accompagnare il riposo estivo

In vacanza o in città un libro può regalarci l’occasione per riflettere, sognare, comprendere

DI DANIELA MESCHINI

Invacanza o in città un libro è sempre l’occasione per riflettere, sognare, comprendere. Ci ricorda Marcel Proust che «La lettura ci insegna ad accrescere il valore della vita, valore che non abbiamo saputo apprezzare e della cui grandezza solo grazie al libro ci rendiamo conto». Suggerimenti: Isabel Allende, Violeta: una vita che si trasforma in impegno per i diritti delle donne. Un secolo che si apre con una Pandemia e si

Irlandese, 57 anni, ha insegnato a RomaTre e a Trieste ed è l’attuale direttore del dipartimento di studi umanistici. Entrerà in carica il 1° novembre e guiderà l’Ateneo per 6 anni, fino al 2028

chiude con una pandemia.

Guido Marangoni, Anna che sorride alla pioggia: una storia emozionante ed autentica che strapperà qualche lacrima ma soprattutto sorrisi. È un libro pieno di allegria, di paure. Anna è una bambina ha “solo” un cromosoma in più e a volte è proprio vero che per superare un problema è sufficiente cambiare prospettiva. Emanuela Carniti, Alda Merini mia madre: la vita della poetessa più amata del ’900, vissuta nella quotidianità dalla figlia, un ritratto intenso tra dolore e resistenza. Un libro intimo, appassionato e doloroso.

AA.VV Marche d’Autore, “I traguardi” racconti e poesie di autori marchigiani sugli atleti della nostra terra che hanno tagliato traguardi importanti

anche nella vita. Racconti tra realtà e immaginazione si fondono per consegnarci anche la zona più segreta e intima dell’animo umano. Asmae Dachan, Cicatrice su tela: L’arte come filo conduttore di un romanzo che lega i personaggi nella loro umanità e nella loro solitudine. Un bel romanzo sulle ferite che si rimarginano lasciando un segno che guarda avanti. Ivan Sciapeconi, 40 Cappotti e un bottone: Nonantola è la storia luminosa di questo paese tra 1942 e il 1943, un paese che diventa uno squarcio di ottimismo sulla Shoah, 40 ragazzi salvati dall’intero paese. Non è solo una storia vera, è un grande atto di coraggio. A volte bisogna rischiare per fare la cosa giusta, una storia anche per

l’oggi. Umberto Folena, La notte in cui Carletto non cantò: un gallo particolare e il paese di Tretronchi. Una scrittura brillante e lineare. Fa pensare a Guareschi. Pagine all’insegna del sorriso, ricche di umanità dove si affronta anche il tema dello sfruttamento dei migranti e la dipendenza del gioco d’azzardo. Assieme a Carletto, che canta quando è ancora notte, protagonista è il parroco don Ulisse, spedito per punizione a Tretronchi: un libro che si legge d’un fiato. Luca Pakarov, Cesco e il Grande Tossico: una città di provincia agli inizi del 2000, uno spaccato spietato tra chi si barcamena nel vuoto che riempie con la roba e chi accumula denaro per non vedere il vuoto. Siamo da qualche parte nelle

Marche. Una storia che inizia con un pestaggio e che induce uno dei protagonisti a rivedere la propria vita. Gianrico Carofiglio, Le tre del mattino: la storia di un intricato e intenso e problematico rapporto padrefiglio che si sviluppa a partire da una malattia che porterà i protagonisti a Marsiglia dove tra le strade della città, l’amore, il tempo, le illusioni e i rimpianti prendono forma in una confidenza inattesa. Bello e struggente. Tomaso Montanari, La seconda ora d’arte: non un romanzo ma un viaggio nell’arte. Il testo propone brevi schede, di altrettanti dipinti, sculture, architetture e musei con un linguaggio agile e comprensibile e godibile anche per chi non è un cultore della materia.

McCourt: «Macerata un “campus” esteso»

DI ANDREA MOZZONI

Ildirettore del Dipartimento di Studi Umanistici John Francis McCourt è il nuovo rettore dell’Università di Macerata e rimarrà in carica per il sessennio accademico 2022-2028. Ai saluti il rettore Francesco Adornato che guiderà l’Ateneo per un periodo di transizione fino al 1° novembre. Irlandese, 57 anni, prima di arrivare a Macerata, McCourt ha insegnato all’Università RomaTre, dove è stato direttore del Centro di ricerca interdipartimentale per gli studi irlandesi e scozzesi, e all’Università di Trieste, dove ha cofondato nel 1997 la Trieste Joyce School, di cui oggi è presidente. Professore, tra i messaggi ricevuti dopo il voto e ce n’è stato uno in particolare che le ha fatto piacere ricevere?

Ho riscontrato molta positività e ricevuto un centinaio di messaggi, sia da chi mi ha votato, ma anche da chi non mi ha votato, oltre che dagli studenti e questo mi ha fatto grande piacere. Sono arrivate poi parole importanti dalla mia famiglia, dai rettori delle Università marchigiane e dal professor Patrick Masterson, l’ex rettore della mia Alma Mater - lo University College Dublin -, che si è voluto complimentare con me. Abbiamo in comune una passione per gli scritti che John Henry Newman ha dedicato alle Università: quando era rettore a Dublino, Newman ha lottato per l’idea di un’educazione liberale e per affermare l’importanza delle Università per il processo di maturazione delle persone, in cui si incontrassero il senso di responsabilità civica e lo spirito critico. Le sue parole sono molto attuali anche oggi. Ho anche sentito l’ambasciatore italiano a Dublino, Ruggero Corrias, e l’ambasciatrice irlandese a Roma, Patricia O’Brien. Non sono mancate neanche le felicitazioni di tutte le autorità regionali.

Rispetto a realtà più grandi, quali sono i punti di forza di un Ateneo come quello di Macerata?

nell’essere a vocazione umanistica. Questo è il nostro biglietto da visita: si tratta di un punto da continuare a valorizzare, insieme alla cura dei giovani, che devono continuare a trovare un ambiente accogliente dove studiare. Se saprà puntare sempre di più sulle sue eccellenza, Unimc continuerà ad attrarre studenti da tutta l’Italia. Per un Umanesimo che unisce: è stato il focus del suo programma elettorale… Vorrei mettere al centro gli studenti. I cinque Dipartimenti dell’Ateneo dovranno lavorare insieme per il bene dell’Università, anche con scambi a livello didattico. L’Università deve includere tutti e va vissuta in modo pieno, così che si possano vivere l’Ateneo e la città 24 ore su 24. Per

questo dovremo creare degli spazi all’interno dei quali gli studenti possano conoscere un’esperienza universitaria a tutto tondo. Intende spazi di studio e di quotidianità per lo studente?

Per via del terremoto del 2016, gli studenti si trovano in difficoltà nelle ore tra le lezioni. Le biblioteche sono accoglienti ma servono spazi in cui si possa lavorare insieme, avere momenti di svago senza necessariamente

Unimc, il rettore eletto: «Vorrei una Università vissuta 24 ore su 24, con gli studenti al centro»

La sostenibilità aiuta la competitività

frequentare i bar. Non vorrei ridurre tutto alla “movida”; vorrei vedere studenti che fanno teatro, associazionismo, dibattiti e che si impegnano anche politicamente in luoghi dove far crescere le loro idee. In tal senso, lavoreremo affinché l’Università rimanga aperta per un tempo più lungo. Quale sarà il primo passo da compiere? Insistere nel ritorno in presenza per tutte le lezioni, per avere un afflusso maggiore degli studenti anche da fuori città. Un’occasione sarà il “Macerata festival of the Humanities” (29 settembre – 1° ottobre 2022), un convegno ma anche una rassegna aperta alla città, con mostre, concerti e lezioni divulgative per la cittadinanza sui problemi climatici, temi sui quali i nostri studi possono essere utili per comprendere i cambiamenti in atto. Come collaborerà con le altre Università e con la stessa città? Avere buoni rapporti con Macerata sarà fondamentale, la città senza l’Università e viceversa sarebbero realtà più povere. Immagino Macerata come un campus esteso, dove si vive e si studia bene dentro una comunità ricca e internazionale. Dobbiamo lavorare e dialogare molto anche con i tre Atenei marchigiani: ho già parlato con i loro rettori e spero nei prossimi anni di poter costruire con loro dei progetti comuni per rafforzarci a vicenda. Qual è invece la sua idea di “internazionalizzazione”?

«Dare speranza e visione aiuta le persone. Fare azioni che aiutano i più deboli rafforzano la nostra società e la nuova economia. Se non dai speranza e visione non aiuti chi è rimasto indietro. Cambiamo le cose se produciamo energie che mobilitano tutti», sono parole di Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola in chiusura del Seminario estivo che si è svolto a Treia all’inizio di luglio.

Unimc è una Università a misura di studente che trova la sua forza John Francis McCourt,

Noi siamo già una Università internazionale, ma dobbiamo sviluppare la nostra capacità di attrarre studenti e docenti da altre nazioni. Dobbiamo internazionalizzare il più possibile la nostra ricerca, potenziando le reti già esistenti. Abbiamo una realtà molto importante come l’Istituto Confucio, per i rapporti con la Cina, ma vorrei vedere nascere altri centri, per esempio dedicati agli studi europei. L’Europa è la nostra casa comune: lo dobbiamo insegnare ai nostri studenti e, con la nostra ricerca, contribuire, per la parte che ci compete, alla costruzione di un’identità europea sempre più sentita e comune.

Opera Festival, si accende la lirica allo Sferisterio

Tosca, Il barbiere di Siviglia e Pagliacci sono i titoli operistici scelti dal nuovo direttore artistico

Alvia il Macerata Opera Festival 2022, il primo firmato dal nuovo direttore artistico Paolo Pinamonti con il sovrintendente Luciano Messi e il nuovo direttore musicale Donato Renzetti, costruito su tre perni: le opere affidate a celebri interpreti accanto a promettenti debutti, il mondo del cinema sul muro dello Sferisterio e nella creatività degli allestimenti scenici, il grande repertorio sinfonico con importanti ospitalità. Dal

19 luglio al 21 agosto, il pubblico tornerà a riempire lo Sferisterio, ascoltando sotto le stelle Beethoven (tre sinfonie e i cinque concerti per pianoforte), Puccini (Tosca, 22-2429-31 luglio), Rossini (Il barbiere di Siviglia, 12-14-19-21 agosto), Leoncavallo (Pagliacci, 5-7-11 agosto), gli esordi dell’arte cinematografico-musicale (Rapsodia Satanica di Oxilia, 23 luglio, e The Circus di Chaplin), celebri colonne sonore, le sonorità brasiliane di Toquinho (13 agosto) e la danza con Fuego (20 agosto), spettacolo di flamenco di Gades e Saura su musica di Falla, legato anch’esso ad una produzione cinematografica. Caratteristica della programmazione del Macerata Opera Festival 2022 è una vera e propria settimana inaugurale con spettacoli da

non mancare. Si comincia con due debutti sinfonici di altissimo livello: questa sera sarà la volta dell’Orchestra e del Coro del Maggio Musicale Fiorentino, diretti da una bacchetta mitica del nostro tempo come Zubin Mehta, impegnati nella Sinfonia n. 9 di Beethoven, quindi giovedì 21 luglio ci sarà l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma – la più celebre orchestra sinfonica italiana a livello internazionale – che arriverà per la prima volta a Macerata con un interprete d’eccezione come Myung-Whun Chung sul podio per le Sinfonie n. 6 (la “Pastorale”) e n. 7 di Beethoven.Prima serata d’opera venerdi 22 luglio con Tosca di Giacomo Puccini (preceduta dall’anteprima per gli Under30 il 20 luglio). Sul podio della Form – l’Orchestra Fi-

larmonica Marchigiana, impegnata come sempre nei tre titoli – il nuovo direttore musicale del festival Donato Renzetti. Il Coro sarà il Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” guidato da Martino Faggiani con i Pueri Cantores “D. Zamberletti” diretti da Gianluca Paolucci. Tosca sarà in replica anche domenica 24 luglio e poi nel weekend successivo, venerdì 29 e domenica 31 luglio. Completa il programma musicale della prima settimana, sabato 23 luglio, una serata dedicata a Mascagni autore della colonna sonora per il celebre film del 1917 Rapsodia satanica (cinepoema ispirato al Faust con la regia di Nino Oxilia e protagonista una diva del muto come Lydia Borelli). Nel secondo weekend, fra le due repliche di Tosca, ci sarà il concer-

Una considerazione che si accompagna alla constatazione che «in Italia abbiamo un problema: lo Stato fa fatica ad essere presente. Lo Stato deve esserci. E sconfiggere le irresponsabilità. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno. “Tenere” le comunità non solo è etico ma è un principio economico». Numeri “tondi” per gli appuntamenti di Symbola quest’anno. È stata infatti la 20ª edizione del seminario estivo e la 10ª edizione del Festival della Soft Economy. Le cinque giornate treiesi hanno visto 220 relatori comporre 19 seminari a sfaccettare il tema generale: “La forza della sostenibilità in Italia oggi”. Una sostenibilità non affrontata come un giogo a cui sottomettersi a malincuore, ma quale unica chiave adeguata alle difficili sfide poste da clima, pandemia e, da ultimo, guerra. Un impegno il cui orizzonte è un’economia più sana e resiliente e una società che riguadagna fiducia e apertura al futuro, recuperando natalità. Il punto di partenza è la «convinzione che non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia». Si tratta di superare egoismi, campanilismi, grette miopie chiamando a raccolta le migliori energie, specie quelle giovani. Fino al 7 luglio si è svolto il Festival della soft economy che si è avviato rivolgendo lo sguardo al futuro della nostra montagna ancora tenuta sotto scacco dalle conseguenze del terremoto, dall’accentuato spopolamento, dalle carenze strutturali. Partiti dialogando su “Next Appennino: ricostruire, rigenerare, neopopolare” e proseguendo approfondendo i “Nuovi modelli di collaborazione per la gestione e valorizzazione culturale e sociale” e col confronto su “Borghi contemporanei: le esperienze delle Regioni Marche e Lombardia”. Giovedì 7 fuoco della riflessione sono state le Green communities, risposta dei territori alla sfida climatica; mentre nel pomeriggio “Cantiere cratere: beni culturali, imprese culturali e creative, identità territoriale”. Sovrapposto all’ultimo giorno del Festival, ha preso il via il Seminario estivo, iniziando a declinare il tema generale della sostenibilità con quello della sicurezza alimentare, in contemporanea si è svolto un confronto su “Circolarità per competere”. Nel pomeriggio è stato affrontato il tema delle comunità energetiche. Venerdì mattina si è discusso su “Chi siamo e cosa possiamo fare per l’Italia”, appuntamento al quale ha portato il saluto anche il vescovo Nazzareno Marconi. Nel pomeriggio il focus è stato sulle prospettive per la transizione energetica, oramai obbligata. Sabato 9 la conclusione su “La forza della sostenibilità in Italia oggi. Coesione, Innovazione, Libertà” con le conclusioni tirate dal presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci e dal Commissario Ue Paolo Gentiloni, videocollegato da Bruxelles. Piero Chinellato

Un’immagine suggestiva dell’Arena durante la messa in scena di uno spettacolo del Macerata Opera Festival

to diretto da Donato Renzetti con la Filarmonica Gioachino Rossini (30 luglio) pensato per festeggiare i 90 anni di John Williams autore delle più note colonne sonore di film hollywoodiani del secondo Novecento fra cui Star Wars. Il festival prosegue ad agosto con un nuovo doppio impor-

tantissimo appuntamento (4 e 6 agosto) dedicato a Beethoven e ai suoi cinque concerti per pianoforte, diretti e interpretati dal pluripremiato pianista Jan Lisiecki, star delle sale di tutto il mondo, con la Filarmonica Gioachino Rossini (il programma completo su www.sferisterio.it). (N.M.)

MARTEDÌ 19 LUGLIO 2022 2 SOCIETÀ
rettore eletto dell’Università di Macerata SYMBOLA

Don Peter Paul e il murale con gli studenti

Il sacerdote racconta il suo impegno fra le comunità neocatecumenali dell’isola: nonostante la pandemia, sono state sviluppate diverse iniziative sociali e pastorali rivolte ai giovani

Don Sultana: «Il mio servizio a Malta»

Uncaro saluto alla diocesi di Macerata, dove sono stato formato, grazie al Cammino neocatecumenale, presso il Seminario diocesano missionario Redemptoris Mater tra il 2005-2013. Sono stato ordinato sacerdote il 10 maggio 2014. Dopo quattro anni come amministratore parrocchiale a Chiesanuova di Treia sono stato inviato a Malta. Approfitto di questa occasione per salutare i Chiesanuovesi, i miei primi parrocchiani che porto sinceramente tutti nel cuore. A settembre del 2019 sono stato mandato a Malta, per svolgere il ministero nella mia arcidiocesi d’origine. Confesso la difficoltà che ho trovato nel rientrare nella mentalità e la cultura maltese dopo quattordici anni trascorsi fuori dall’isola. Ma come sempre, il Signore provvede a tutto e piano piano mi sono inserito nel-

Sulla Via Lauretana Cammino di rinascita

Puntare sui cammini della rinascita per generare una significativa innovazione del turismo religioso culturale nelle aree interne del Maceratese. È questo l’obiettivo prioritario del progetto “Turismo culturale ed economia dei cammini” finanziato dalla Regione Marche nell’ambito del bando “Imprese Culturali Sismiche” approfondito in video conferenza nella mattinata di venerdì 1° luglio. L’iniziativa ha consentito di offrire una maggiore informazione sulle finalità del progetto alle oltre cento personalità collegatisi online tra autorità, operatori del settore e giornalisti, con la possibilità di avviare un confronto sulle buone pratiche in atto e i futuri sviluppi da operare grazie a imprenditori, Associazioni ed Enti locali. Moderato dal progettista tecnico dei Cammini Lauretani e del progetto Giuseppe Ucciero, l’incontro è stato aperto dai saluti istituzionali del vescovo di Macerata e presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana, mons. Nazzareno Marconi, il quale ha sottolineato attraverso alcune indicazioni che guardano al passato, la pandemia e al futuro, come dopo «due anni di blocco e di immobilità che hanno comportato un disagio psicologico altissimo» ci sia la necessità di «offrire occasioni di recupero dell’equilibrio delle persone». Mons. Marconi ha aggiunto anche come «ci sia bisogno di lavorare con elementi ed esperienze positive», in questo «l’esperienza del camminare ha un valore sanante». Poi, rivolto al Giubileo del 2025, il presidente Cem ha affermato anche come «si tratterà del primo grande Giubileo multimediale, dove la realtà virtuale sembra a volte più reale della realtà reale, ma al tempo stesso - ha aggiunto, a questa eccessiva velocità si affiancherà il recupero del “local” dello “slow” dei rapporti umani e del rapporto con la natura». Tutti elementi che consentiranno un approccio

positivo: «Chi si fa spaventare da una guerra possibile è già tra quelli che accetta la guerra - ha concluso il vescovo Marconi -, la guerra è reale ma non va mai accettata come unica alternativa: costruire valori come le relazioni è già un modo possibile per noi di operare per il bene comune». Al saluto rivolto ai presenti da parte di mons. Marconi ha fatto seguito quello della presidente della Fondazione Carima Rosaria Del Balzo Ruiti, che, collegatasi dalla splendida cornice e tra i luoghi simbolo per i camminatori come l’Abbadia di Fiastra, ha confermato la collaborazione e l’interesse dell’Istituzione verso queste fondamentali iniziative; e del Padre Provinciale dei Padri Cappuccini delle Marche, Sergio Lorenzini, il quale si è rallegrato dell’attenzione condivisa sulla dimensione dei cammini come possibilità di rinascita e del salto di qualità delle Marche, essendo coinvolto in prima persona come promotore del cammino dei Cappuccini. La video conferenza è poi proseguita con le due sezioni, quella istituzionale e quella progettuale. Molteplici i temi trattati: “Il proget-

la realtà di Malta. Quanto è vero che il Signore spesso ci scombina i progetti, ma non ci lascia mai soli!

Qui a Malta servo nel ministero diverse comunità del Cammino neocatecumenale. In tutta la nazione (nelle due isole, Malta e Gozo) abbiamo una sessantina di comunità. Ma spesso sono impegnato con gruppi di giovani, che accompagno nell’incontro con la Parola di Dio ( Scrutatio delle Scritture) e altre convivenze che si fanno durante tutto l’anno pastorale. Nel fine settimana sono collaboratore presso la parrocchia di Swatar, al centro dell’isola, dedicata all’unico santo maltese, san Gorg Preca, un sacerdote che si è molto dedicato alla predicazione ai bambini. In quest’ultimo tempo ho avuto l’incarico di fare l’assistente spirituale presso una Scuola Superiore. Nonostante la pandemia, siamo riusciti a sviluppare diverse

iniziative sociali e pastorali con l’obiettivo sempre di offrire un segno di speranza nel Signore ai giovani. Ultimamente ho diretto la pittura di un murales presso l’ingresso centrale della scuola con la collaborazione degli stessi studenti. Questa pittura è stata un’ottima esperienza per lanciare un messaggio di speranza. L’arte riesce sempre a suscitare e far crescere collaborazione e amicizia. Adesso, notizia fresca proprio di quest’ultimo mese, l’arcivescovo mi ha nominato amministratore parrocchiale alla parrocchia di Manikata. Si trova nella zona nord di Malta, un paese che sta molto crescendo, dove se Dio vuole in questo tempo mi inserirò per iniziare a seguire questo gregge che il Signore mi ha affidato. Concludo qui il mio saluto chiedendovi preghiere, e saluto di cuore il vescovo Nazzareno Marconi, un vero padre! Un abbraccio di pace!

Alcuni giovani pellegrini lungo un tratto della Via Lauretana INNOVAZIONE

to: Cammini della Rinascita e rilancio delle aree interne”, a cura del direttore del progetto “Cammini Lauretani” Simone Longhi e di Giuseppe Ucciero; e “La valorizzazione del turismo religioso nella strategia di Regione Marche”, con la dirigente regionale Paola Marchegiani e la proiezione del video promozionale dei Cammini Lauretani. Tre invece i panel della sezione progettuale: “Fare rete: itinerari e ospitalità diffusa”, a cura di Ludovico Scortichini (GoAustralia), Roberto Bertolini (Uppi Macerata) e Teresa Lorenz (Domus San Giuliano); “Nuove tecnologi ed interattività”, con Daniele Alimenti di Marchemedia che ha presentato le applicazioni e le tecnologie per la valorizzazione del turismo religioso culturale insieme a Elisa Micucci del gruppo Med (con la collaborazione della Fondazione Mastrocola); e, non ultimo, “Raccontare i cammini: animazione cultura”, con le esperienza raccolte dai pellegrini da EmmeTv e Emmaus on line e raccontate dai giornalisti Tiziana Tiberi e Andrea Mozzoni.

Infine, l’intervento conclusivo dell’assessore agli Enti Locali e alla Ricostruzione della Regione Marche Guido Castelli nella tavola rotonda aperta sul tema “Cammini, imprenditorialità e rinascita”, moderata dall’avvocato Simone Longhi, che ha consentito di toccare vari aspetti tra cui quello della formazione degli operatori: «C’è carenza di personale, ma i cammini non hanno solo bisogno di personale ma di qualcosa di più - ha affermato Castelli -, bisognerebbe formare questi piccoli nostri Virgilio in modo particolare, perché sono persone custodi di due eredità: a loro ci affidiamo e ci proteggono, affinché sia possibile raggiungere una metà che non è solo un traguardo ma è qualcosa di più. Nell’insieme e su questo possiamo lavorare insieme anche attraverso i nostri corsi di formazione». (A.M.)

L’avventodella pandemia, e la conseguente difficoltà degli spostamenti, ha comportato un’esplosione nell’utilizzo di tecnologie come la realtà virtuale e la realtà aumentata.

Anche per noi dello staff dei Cammini Lauretani è stata un’occasione per chiederci: «Ma se valorizzassimo la Via Lauretana con esperienze immersive a 360 gradi sia per quanto riguarda il percorso che le sue bellezze culturali?». Per il percorso abbiamo optato per la videocamera Insta360 Pro 2, 360° 8K 3D con 6 ottiche. Con uno zaino in spalla per sorreggerla, insieme al collega Michele Ciccarè, ciclista amatore, ci siamo divertiti a sperimentare questo prodotto per buona parte del tratto Assisi – Loreto, prendendo via via coscienza anche di tutti gli aspetti tecnici da considerare per raggiungere l’obiettivo (ad esempio il segnale GPS, le schede SD e micro-SD da utilizzare, le batterie necessarie per una mattinata di riprese, ecc). Una volta importato nel computer il materiale girato, abbiamo dovuto effettuare lo stitching, ovvero il “cucire”

L’allevamento punta sul «suino della Marca»

DI UGO BELLESI

Le tradizioni della civiltà contadina non finiscono mai di stupirci. Sappiamo tutti che sant’Antonio abate viene da sempre rappresentato con le vesti di un frate cappuccino che ha ai suoi piedi un maiale. Nel Medioevo quel maiale rappresentava il demonio che il santo aveva sconfitto quando, giovanissimo (III secolo) si era ritirato nel deserto, e aveva subito le durissime tentazioni del diavolo riuscendo però sempre a superarle. Nel tempo però la religiosità contadina ha fatto sì che quel maiale fosse visto proprio come uno dei tanti animali allevati dagli agricoltori e quindi sant’Antonio è diventato

protettore degli animali. E perché proprio del maiale? Per il semplice motivo che nelle famiglie contadine è stato sempre l’animale più “importante”, al di sopra dei buoi visti soltanto come “forza motrice”, al di sopra degli animali da cortile, al di sopra della pecora che forniva solo latte e lana, al di sopra dei conigli e degli stessi piccioni. Infatti il maiale assicura la carne e il condimento per tutto l’inverno e per gran parte dell’estate fino alla trebbiatura. Del maiale com’è noto non si butta via nulla. Nelle Marche un tempo c’erano i maiali neri. Si facevano vari incroci ma senza grossi risultati. Finché arrivarono i maiali color bianco avorio degli

Il processo di recupero e di selezione genetica della razza locale è la condizione necessaria per il salto di qualità del ciauscolo dei Sibillini da Igp a Dop

allevamenti inglesi che soppiantarono tutte le altre razze. Ma i più anziani dei nostri contadini sostengono che i ciauscoli prodotti con i maiali neri erano migliori. È per questo che da sempre si è sperato di ricreare una razza di suini che avesse le stesse caratteristiche dei maiali neri. Soltanto a metà

dello scorso decennio si è riusciti a creare il “suino della Marca” a seguito delle tante insistenze dei Consorzi di produzione della nostra regione. Infatti la mancanza di un tipo genetico autoctono marchigiano rendeva meno pregiati gli insaccati dei nostri produttori. La nuova razza del “Suino della Marca” risulta possedere le qualità migliori di tre razze caratterizzate da grande rusticità come la Cinta senese, capacità riproduttiva come la Large White italiana, e carnosità come la Duroc italiana. Intanto però proseguirà l’opera di miglioramento di questa razza con un apposito programma di selezione genetica. Tale programma viene sostenuto nelle Marche finanziando i

mattatoi, migliorando la biosicurezza degli allevamenti e promuovendo l’aggregazione degli allevatori in un organismo unitario. Ma si guarda anche alla valorizzazione e al recupero delle aree interne della regione mediante l’apertura di nuovi allevamenti che possono creare posti di lavoro contribuendo a risollevare l’economia delle zone danneggiate dal sisma. Ma si guarda anche più lontano perché avendo il ciauscolo già un riconoscimento Igp, potendo contare su allevamenti di suini direttamente nel nostro territorio, sarà più facile portare avanti l’iter per il riconoscimento della Dop al “ciauscolo dei Sibillini” prima che l’iniziativa ci venga “soffiata” dall’Umbria.

tutte le registrazioni delle singole ottiche per ottenere un risultato a 360 gradi. A questo punto il video può essere montato con un software che supporta il 360° per essere poi esportato sui social per la visione (prossimamente sul canale YouTube dei Cammini Lauretani) oppure attraverso dei software appositi su Google StreetView per la navigazione (buona parte del percorso è già pubblicato con oltre 120.000 foto scattate!). Invece per illustrare i beni culturali abbiamo optato per la Matterport Pro 2, fotocamera 4K 3D con la relativa piattaforma che permette di gestire dei tour virtuali con svariante funzionalità, ad esempio l’utilizzo di cartelli (tag) per mostrare informazioni di varia natura (testo, foto, video e audio) di un determinato dettaglio, come un affresco. Non solo, anche in questo caso è stato possibile esportare le scansioni fatte su Google StreetView per una maggiore visibilità: alcune foto hanno ricevuto più di 300.000 visualizzazioni! Daniele

MARTEDÌ 19 LUGLIO 2022 3 ATTUALITÀ
Un momento della video conferenza
«Turismo culturale ed economia dei cammini» è il progetto finanziato dalla Regione Marche nell’ambito del bando Imprese culturali sismiche
Nuove tecnologie “immersive” per i pellegrini (e non solo loro)
Una fase delle riprese
Alimenti
Maiale “Suino della Marca”

Idee per una scuola tecnologica e sicura

Sorgerà in contrada Lornano a Macerata, accanto all’istituto agrario “Garibaldi”, la nuova scuola che ospiterà l’istituto Bramante dando vita a una sorta di campus scolastico all’avanguardia. Il progetto definitivo, presentato in provincia a Macerata è frutto di un bando nazionale promosso dal ministero dell’istruzione a seguito di un finanziamento di 350 milioni di euro previsti dalla legge 107 del 2015, la “buona scuola”. Il concorso di idee dal titolo “Scuola innovativa” stimolava la progettazione di istituti con spazi didattici ad alta prestazione energetica, con aree verdi fruibili. Su 1238 progetti presentati, sono stati approvati 51 da realizzare su tutto il territorio nazionale, e quello dello studio di architettura Homu pensato per l’istituto Braman-

te si è classificato tra i primi in Italia e primo tra quelli marchigiani. Si tratta di una costruzione decisamente innovativa dal punto di vista architettonico, impiantistico, dell’efficenza energetica e della sicurezza strutturale e antisismica in grado di ospitare 500 alunni su una superficie complessiva di 14.550 mq, distribuiti tra 20 aule, 8 laboratori, una biblioteca, una palestra e un auditorium da 200 posti.

“Si tratta di un progetto molto importante per il nostro territorio – ha spiegato il presidente della Provincia, Sandro Parcaroli -, che permetterà di dare spazi ampi e sicuri ai nostri ragazzi e di accrescere l’offerta formativa sul territorio. Per una provincia come la nostra, a forte vocazione professionale e agricola, avere una scuola che si possa integrare con il vicino istituto agrario e diventare la nuova sede dell’Itg “Bramante” sarà un’occasione di crescita determi-

nante per il futuro. La nuova scuola, che potrà ospitare fino a 500 studenti, sarà innovativa sotto i punti di vista: architettonico, impiantistico, tecnologico, dell’efficienza energetica e della sicurezza strutturale e antisismica”. È stato proprio il territorio a stimolare la creatività di Lucia Zamponi e Filippo Nanni, fondatori e co-direttori dello studio di architettura Homu che hanno presentato in collaborazione con gli ingegneri Antonio Zamponi e Paolo Trovellesi un progetto che nonostante la sua forte impronta innovativa ben si armonizza con gli spazzi che lo andranno a circondare. L’edificio si compone di due corpi distinti ma integrati, disposti su due livelli ognuno dei quali prevede al primo piano le aule, in modo da rendere i differenti spazi della scuola integrati tra loro ma al tempo stesso autonomi: il corpo a monte ospita i laboratori, il corpo a valle le attività del

In mostra oltre cinquanta opere, tra le più rare e preziose, del fondo proveniente dall’antico collegio dei Gesuiti che aveva sede nel palazzo maceratese che oggi ospita la biblioteca

civic center, pensate per essere aperte anche in orario extra-scolastico, quali la palestra e servizi dedicati, l’auditorium e la biblioteca. La progettazione definitiva, a cui hanno collaborato anche gli ingegneri Matteo Morettini, Simone Tascini e Dante Cesetti, ha sviluppato le scelte architettoniche e tecnologiche individuate in fase concorsuale come l’utilizzo della struttura a secco acciaio-legno, ampie vetrate, l’utilizzo di dissipatori dell’onda sismica e il consolidamento del terreno in pendenza tramite opere di terrazzamento. Con un finanziamento di 9,7 milioni di euro approvato grazie al bando aggiudicato, la provincia di Macerata ora diventa parte attiva nell’eseguire la progettazione esecutiva che è stata affidata all’ufficio tecnico, nello specifico agli ingegneri Daniele Del Gobbo, Sara Capodaglio e Melania Pecorelli. Responsabile unico del procedimento, invece,

Finanziati 9,7 milioni di euro dal bando “Scuola innovativa” promosso dal Miur per la realizzazione del nuovo istituto Bramante

sarà Piero Rubino. Gli uffici hanno un anno di tempo per presentare la documentazione all’Inail che dovrà occuparsi della gara di appalto e dell’esecuzione dell’opera (come previsto dal bando del Ministero) che tornerà nella disponibilità della Provincia solo dopo il collaudo. «Quando un’amministrazione provinciale decide di costruire nuove scuole – ha concluso la reggente dell’isti-

tuto Bramante, Maria Antonella Angerilli – si pensa al futuro e questo è molto importante. I nostri ragazzi hanno diritto di svolgere la loro formazione in ambienti piacevoli, perché trascorrono a scuola talmente tante ore della giornata che devono trovare ambienti migliori di quelli che troverebbero a casa. Per questo determinante che si continui a lavorare tutti insieme».

«Libraria» alla Mozzi-Borgetti

DI ALESSANDRO FELIZIANI

La“Mozzi-Borgetti” di Macerata, dotata di circa quattrocentomila opere tra antiche e moderne, è oggi una delle maggiori biblioteche pubbliche delle Marche e per valore storico bibliografico può competere con molte altre importanti biblioteche, non solo italiane. Le dimensioni oggi raggiunte dalla biblioteca comunale sono frutto dei lasciti ricevuti negli anni, nonché delle iniziative di sviluppo messe in campo in quasi due secoli e mezzo da illuminati direttori e bibliotecari e dalle amministrazioni comunali che si sono succedute.

Estate, tante le mostre proposte in provincia

Oltre al capoluogo, che vede le sue sedi più prestigiose tutte impegnate, sono numerose le esposizioni di vario genere allestite nei centri del comprensorio

– che ha inaugurato la mostra insieme a Katiuscia Cassetta (assessore alla cultura), Dario Grandoni (presidente Fondazione padre Matteo Ricci) e Paolo Sabbatini (direttore dell’Istituto italiano di cultura a Bruxelles e in precedenza a Shangai) – nel sottolineare la preziosità culturale delle opere esposte, ha ricordato come nelle «case gesuitiche ci sia sempre stata più attenzione alla biblioteca che alla cappella. Un aspetto che spiega la grande profondità culturale dei gesuiti e la loro attenzione anche verso tutto ciò che è umano, partendo dal bello per arrivare all’utile».

mentata dall’umanista di Tolentino, Francesco Filelfo. Tra i testi più significativi della seconda sezione, dedicata alla matematica, alla medicina e all’astronomia, figurano opere di Galileo Galilei, stampate a Bologna nel 1656, il libro sulle meteore di Francesco Vieri del 1582, uno dell’astronomo tedesco Michael Maestlin e, per la medicina, un’opera del medico musulmano Avicenna, stampata a Venezia nel 1544, che si fa apprezzare anche per il frontespizio ricco di piccole illustrazioni. Nella sezione dedicata alle opere di diritto civile e diritto canonico è esposta un’opera, stampata a Venezia nel 1580, di Baldo degli Ubaldi, giureconsulto umbro del Trecento, discepolo di Bartolo da Sassoferrato e noto anche per due suoi pareri sulla allora nuova materia della cambiale. L’ultima sezione, la quarta, è un omaggio al gesuita maceratese padre Matteo Ricci, che su molti dei volumi di “Libraria” probabilmente aveva studiato. In una delle opere esposte, stampata ad Amsterdam nel 1667, riguardante i monumenti della Cina, è contenuto un raro ritratto di Matteo Ricci, riprodotto nella locandina della mostra. Una

Oltre

a “Libraria”, Macerata offre altre mostre. A Palazzo Buonaccorsi, fino al 4 settembre espone Maurizio Galimberti, fotografo noto per la tecnica del “mosaico fotografico”, con la quale l’artista scompone e ricompone l’immagine, ricreando e reinterpretando il soggetto fotografato. A Palazzo Ricci (fino al 2 ottobre) la Fondazione Carima propone opere di quattro artisti del ‘900: il pittore toscano Primo Conti (1900-1988), lo scultore siciliano Francesco Messina (1900-1995) e i marchigiani Diego de Minicis, scultore di Petriolo (1913-1942) e Betto Tesei, pittore iesino (1898-1953). Nei locali dell’ex Banca d’Italia l’Accademia di Belle Arti propone fino al 31 luglio una mostra che piace anche ai bambini. È esposta, infatti, la preziosa scenografia e i burattini dello spettacolo “Una favola per Klee”, di Maria Signorelli, fondatrice dell’Opera dei burattini.

Dal 23 luglio al 9 ottobre ai Magazzini UTO, in via Gramsci, si può visitare “Carlo Balelli e il lavoro nel primo Novecento. Una storia fotografica”, con decine di immagini risalenti agli anni tra le due guerre mondiali e dagli anni Quaranta fino all’affacciarsi dei cosiddetti anni del “boom”. Alla Galleria Laboratorio 41, in via Maffeo Pantaleoni, fino al 4 agosto sono esposti reportage di viaggi del fotografo marchigiano Adriano Gamberini. Inoltre, a Pollenza (palazzo municipale), nei giorni di sabato e domenica di luglio (ore 18-22) è visitabile la mostra “La verità e l’immagine”, dedicata al pittore pollentino Giuseppe Fammilume (1896-1952) e a Recanati (fino all’11 settembre) sono aperte: “Adelaide Gigli. La voce della terra” al Museo dell’Emigrazione e “Recare amore di Natura e Vita”, dell’artista Silvia Fiorentino, alla Torre del Borgo. (Ale.Fel.)

L’importanza e la preziosità del patrimonio librario che essa ha potuto vantare sin da quando fu inaugurata, nel 1787, lo si deve, però, al “primo nucleo” di incunaboli, cinquecentine e altre rarità librarie di cui la biblioteca comunale si poté originariamente dotare: il fondo di circa quattromila opere provenienti dalla biblioteca del collegio dei Gesuiti, che proprio nel palazzo dell’attuale “Mozzi Borgetti” ebbe sede dal 1566 fino al 1773, anno in cui l’ordine fondato da sant’Ignazio di Loyola venne soppresso. L’antica biblioteca dei Gesuiti era denominata “Libraria” e questo è anche il titolo che l’assessorato alla cultura del comune di Macerata ha scelto per la mostra in corso nelle sale antiche della Mozzi-Borgetti fino al 31 ottobre (ingresso libero dal lunedì al venerdì ore 9 – 18,30 e il sabato dalle 9 alle 13). La mostra, realizzata a cura di Laura Mocchegiani, è un vero e proprio evento culturale per l’estate maceratese. Oltre a costituire uno spaccato sulla storia dell’editoria italiana ed europea nei decenni successivi ai suoi albori, l’esposizione consente di ammirare per la prima volta una selezione di oltre cinquanta opere, tra le più rare e preziose, del fondo gesuitico: testi letterari, filosofici e di medicina, trattati di astronomia e di matematica, testi giuridici e religiosi. Il vescovo Nazzareno Marconi

L’esposizione si articola in quattro sezioni. Nella prima sono raccolte significative opere letterarie, tra cui un incunabolo di Aristofane in greco, con traduzione in latino, stampato nel 1498 dall’editore Aldo Manuzio, fondatore nel 1490 a Venezia della celebre tipografia, a lungo considerata un “presidio di cultura e innovazione”. Tra i classici greci e latini, figurano opere di Cicerone, Ovidio, Lucrezio, Orazio, Esopo, tutte edite nel Cinquecento. La letteratura italiana è ben rappresentata da un’opera di Francesco Petrarca, stampata a Venezia nel 1508, com-

Il 27 luglio Stefano Massini, Oscar del teatro porta in scena Giorgio Gaber

Teatro d’eccellenza a Montecassiano mercoledì 27 luglio, con un appuntamento estivo di tutto riguardo. Già da tempo il cartellone del MACSI festival (Montecassiano Arte Cultura Scienza e Innovazione) prevedeva la partecipazione dello scrittore e drammaturgo Stefano Massini, reduce dalla vittoria degli Oscar del Teatro a Broadway, dello scorso giugno. La sua pièce, ‘Lehman Trilogy’, è stata infatti premiata come la miglior opera teatrale ai ‘Tony Awards’, aggiudicandosi cinque riconoscimenti su otto nomination: miglior pièce teatrale, regia, attore, designer di luci e scenografia. In occasione del MACSI Stefano Massini porterà sul palco dell’estate montecassianese “Quando sarò capace di amare –Massini racconta Gaber”. Il drammaturgo non si propone di narrare Gaber, bensì attraverso un dialogo con il cantautore, racconta storie, personaggi, vicende realmente accadute che si intrecciano con incontri e memorie ispirate alle sue canzoni. Un grande omaggio a Gaber, arricchito dai suoni e dai colori dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, con solisti di grande spessore, provenienti da ogni parte del mondo. (La.Pa.)

MARTEDÌ 19 LUGLIO 2022 4 CULTURA
delle esposizioni di Libraria la mostra in corso nelle sale antiche della biblioteca
di
Mozzi-Borgetti
Macerata
MONTECASSIANO

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Emmaus e Avvenire. 19 luglio 2022 by EmmausOnline - Issuu