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McCourt: «Macerata un “campus” esteso»
DI ANDREA MOZZONI nell’essere a vocazione umanistica. Questo è il nostro biglietto da visita: si tratta di un punto da continuare a valorizzare, insieme alla cura dei giovani, che devono continuare a trovare un ambiente accogliente dove studiare. Se saprà puntare sempre di più sulle sue eccellenza, Unimc continuerà ad attrarre studenti da tutta l’Italia. Per un Umanesimo che unisce: è stato il focus del suo programma elettorale… Vorrei mettere al centro gli studenti. I cinque Dipartimenti dell’Ateneo dovranno lavorare insieme per il bene dell’Università, anche con scambi a livello didattico. L’Università deve includere tutti e va vissuta in modo pieno, così che si possano vivere l’Ateneo e la città 24 ore su 24. Per questo dovremo creare degli spazi all’interno dei quali gli studenti possano conoscere un’esperienza universitaria a tutto tondo. Intende spazi di studio e di quotidianità per lo studente?
Ildirettore del Dipartimento di Studi Umanistici John Francis McCourt è il nuovo rettore dell’Università di Macerata e rimarrà in carica per il sessennio accademico 2022-2028. Ai saluti il rettore Francesco Adornato che guiderà l’Ateneo per un periodo di transizione fino al 1° novembre. Irlandese, 57 anni, prima di arrivare a Macerata, McCourt ha insegnato all’Università RomaTre, dove è stato direttore del Centro di ricerca interdipartimentale per gli studi irlandesi e scozzesi, e all’Università di Trieste, dove ha cofondato nel 1997 la Trieste Joyce School, di cui oggi è presidente. Professore, tra i messaggi ricevuti dopo il voto e ce n’è stato uno in particolare che le ha fatto piacere ricevere?
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Ho riscontrato molta positività e ricevuto un centinaio di messaggi, sia da chi mi ha votato, ma anche da chi non mi ha votato, oltre che dagli studenti e questo mi ha fatto grande piacere. Sono arrivate poi parole importanti dalla mia famiglia, dai rettori delle Università marchigiane e dal professor Patrick Masterson, l’ex rettore della mia Alma Mater - lo University College Dublin -, che si è voluto complimentare con me. Abbiamo in comune una passione per gli scritti che John Henry Newman ha dedicato alle Università: quando era rettore a Dublino, Newman ha lottato per l’idea di un’educazione liberale e per affermare l’importanza delle Università per il processo di maturazione delle persone, in cui si incontrassero il senso di responsabilità civica e lo spirito critico. Le sue parole sono molto attuali anche oggi. Ho anche sentito l’ambasciatore italiano a Dublino, Ruggero Corrias, e l’ambasciatrice irlandese a Roma, Patricia O’Brien. Non sono mancate neanche le felicitazioni di tutte le autorità regionali.
Rispetto a realtà più grandi, quali sono i punti di forza di un Ateneo come quello di Macerata?
Per via del terremoto del 2016, gli studenti si trovano in difficoltà nelle ore tra le lezioni. Le biblioteche sono accoglienti ma servono spazi in cui si possa lavorare insieme, avere momenti di svago senza necessariamente
Unimc, il rettore eletto: «Vorrei una Università vissuta 24 ore su 24, con gli studenti al centro»
La sostenibilità aiuta la competitività
frequentare i bar. Non vorrei ridurre tutto alla “movida”; vorrei vedere studenti che fanno teatro, associazionismo, dibattiti e che si impegnano anche politicamente in luoghi dove far crescere le loro idee. In tal senso, lavoreremo affinché l’Università rimanga aperta per un tempo più lungo. Quale sarà il primo passo da compiere? Insistere nel ritorno in presenza per tutte le lezioni, per avere un afflusso maggiore degli studenti anche da fuori città. Un’occasione sarà il “Macerata festival of the Humanities” (29 settembre – 1° ottobre 2022), un convegno ma anche una rassegna aperta alla città, con mostre, concerti e lezioni divulgative per la cittadinanza sui problemi climatici, temi sui quali i nostri studi possono essere utili per comprendere i cambiamenti in atto. Come collaborerà con le altre Università e con la stessa città? Avere buoni rapporti con Macerata sarà fondamentale, la città senza l’Università e viceversa sarebbero realtà più povere. Immagino Macerata come un campus esteso, dove si vive e si studia bene dentro una comunità ricca e internazionale. Dobbiamo lavorare e dialogare molto anche con i tre Atenei marchigiani: ho già parlato con i loro rettori e spero nei prossimi anni di poter costruire con loro dei progetti comuni per rafforzarci a vicenda. Qual è invece la sua idea di “internazionalizzazione”?
«Dare speranza e visione aiuta le persone. Fare azioni che aiutano i più deboli rafforzano la nostra società e la nuova economia. Se non dai speranza e visione non aiuti chi è rimasto indietro. Cambiamo le cose se produciamo energie che mobilitano tutti», sono parole di Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola in chiusura del Seminario estivo che si è svolto a Treia all’inizio di luglio.
Unimc è una Università a misura di studente che trova la sua forza John Francis McCourt,
Noi siamo già una Università internazionale, ma dobbiamo sviluppare la nostra capacità di attrarre studenti e docenti da altre nazioni. Dobbiamo internazionalizzare il più possibile la nostra ricerca, potenziando le reti già esistenti. Abbiamo una realtà molto importante come l’Istituto Confucio, per i rapporti con la Cina, ma vorrei vedere nascere altri centri, per esempio dedicati agli studi europei. L’Europa è la nostra casa comune: lo dobbiamo insegnare ai nostri studenti e, con la nostra ricerca, contribuire, per la parte che ci compete, alla costruzione di un’identità europea sempre più sentita e comune.
Opera Festival, si accende la lirica allo Sferisterio
Tosca, Il barbiere di Siviglia e Pagliacci sono i titoli operistici scelti dal nuovo direttore artistico
Alvia il Macerata Opera Festival 2022, il primo firmato dal nuovo direttore artistico Paolo Pinamonti con il sovrintendente Luciano Messi e il nuovo direttore musicale Donato Renzetti, costruito su tre perni: le opere affidate a celebri interpreti accanto a promettenti debutti, il mondo del cinema sul muro dello Sferisterio e nella creatività degli allestimenti scenici, il grande repertorio sinfonico con importanti ospitalità. Dal
19 luglio al 21 agosto, il pubblico tornerà a riempire lo Sferisterio, ascoltando sotto le stelle Beethoven (tre sinfonie e i cinque concerti per pianoforte), Puccini (Tosca, 22-2429-31 luglio), Rossini (Il barbiere di Siviglia, 12-14-19-21 agosto), Leoncavallo (Pagliacci, 5-7-11 agosto), gli esordi dell’arte cinematografico-musicale (Rapsodia Satanica di Oxilia, 23 luglio, e The Circus di Chaplin), celebri colonne sonore, le sonorità brasiliane di Toquinho (13 agosto) e la danza con Fuego (20 agosto), spettacolo di flamenco di Gades e Saura su musica di Falla, legato anch’esso ad una produzione cinematografica. Caratteristica della programmazione del Macerata Opera Festival 2022 è una vera e propria settimana inaugurale con spettacoli da non mancare. Si comincia con due debutti sinfonici di altissimo livello: questa sera sarà la volta dell’Orchestra e del Coro del Maggio Musicale Fiorentino, diretti da una bacchetta mitica del nostro tempo come Zubin Mehta, impegnati nella Sinfonia n. 9 di Beethoven, quindi giovedì 21 luglio ci sarà l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma – la più celebre orchestra sinfonica italiana a livello internazionale – che arriverà per la prima volta a Macerata con un interprete d’eccezione come Myung-Whun Chung sul podio per le Sinfonie n. 6 (la “Pastorale”) e n. 7 di Beethoven.Prima serata d’opera venerdi 22 luglio con Tosca di Giacomo Puccini (preceduta dall’anteprima per gli Under30 il 20 luglio). Sul podio della Form – l’Orchestra Fi- larmonica Marchigiana, impegnata come sempre nei tre titoli – il nuovo direttore musicale del festival Donato Renzetti. Il Coro sarà il Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” guidato da Martino Faggiani con i Pueri Cantores “D. Zamberletti” diretti da Gianluca Paolucci. Tosca sarà in replica anche domenica 24 luglio e poi nel weekend successivo, venerdì 29 e domenica 31 luglio. Completa il programma musicale della prima settimana, sabato 23 luglio, una serata dedicata a Mascagni autore della colonna sonora per il celebre film del 1917 Rapsodia satanica (cinepoema ispirato al Faust con la regia di Nino Oxilia e protagonista una diva del muto come Lydia Borelli). Nel secondo weekend, fra le due repliche di Tosca, ci sarà il concer-
Una considerazione che si accompagna alla constatazione che «in Italia abbiamo un problema: lo Stato fa fatica ad essere presente. Lo Stato deve esserci. E sconfiggere le irresponsabilità. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno. “Tenere” le comunità non solo è etico ma è un principio economico». Numeri “tondi” per gli appuntamenti di Symbola quest’anno. È stata infatti la 20ª edizione del seminario estivo e la 10ª edizione del Festival della Soft Economy. Le cinque giornate treiesi hanno visto 220 relatori comporre 19 seminari a sfaccettare il tema generale: “La forza della sostenibilità in Italia oggi”. Una sostenibilità non affrontata come un giogo a cui sottomettersi a malincuore, ma quale unica chiave adeguata alle difficili sfide poste da clima, pandemia e, da ultimo, guerra. Un impegno il cui orizzonte è un’economia più sana e resiliente e una società che riguadagna fiducia e apertura al futuro, recuperando natalità. Il punto di partenza è la «convinzione che non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia». Si tratta di superare egoismi, campanilismi, grette miopie chiamando a raccolta le migliori energie, specie quelle giovani. Fino al 7 luglio si è svolto il Festival della soft economy che si è avviato rivolgendo lo sguardo al futuro della nostra montagna ancora tenuta sotto scacco dalle conseguenze del terremoto, dall’accentuato spopolamento, dalle carenze strutturali. Partiti dialogando su “Next Appennino: ricostruire, rigenerare, neopopolare” e proseguendo approfondendo i “Nuovi modelli di collaborazione per la gestione e valorizzazione culturale e sociale” e col confronto su “Borghi contemporanei: le esperienze delle Regioni Marche e Lombardia”. Giovedì 7 fuoco della riflessione sono state le Green communities, risposta dei territori alla sfida climatica; mentre nel pomeriggio “Cantiere cratere: beni culturali, imprese culturali e creative, identità territoriale”. Sovrapposto all’ultimo giorno del Festival, ha preso il via il Seminario estivo, iniziando a declinare il tema generale della sostenibilità con quello della sicurezza alimentare, in contemporanea si è svolto un confronto su “Circolarità per competere”. Nel pomeriggio è stato affrontato il tema delle comunità energetiche. Venerdì mattina si è discusso su “Chi siamo e cosa possiamo fare per l’Italia”, appuntamento al quale ha portato il saluto anche il vescovo Nazzareno Marconi. Nel pomeriggio il focus è stato sulle prospettive per la transizione energetica, oramai obbligata. Sabato 9 la conclusione su “La forza della sostenibilità in Italia oggi. Coesione, Innovazione, Libertà” con le conclusioni tirate dal presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci e dal Commissario Ue Paolo Gentiloni, videocollegato da Bruxelles. Piero Chinellato
Un’immagine suggestiva dell’Arena durante la messa in scena di uno spettacolo del Macerata Opera Festival to diretto da Donato Renzetti con la Filarmonica Gioachino Rossini (30 luglio) pensato per festeggiare i 90 anni di John Williams autore delle più note colonne sonore di film hollywoodiani del secondo Novecento fra cui Star Wars. Il festival prosegue ad agosto con un nuovo doppio impor- tantissimo appuntamento (4 e 6 agosto) dedicato a Beethoven e ai suoi cinque concerti per pianoforte, diretti e interpretati dal pluripremiato pianista Jan Lisiecki, star delle sale di tutto il mondo, con la Filarmonica Gioachino Rossini (il programma completo su www.sferisterio.it). (N.M.)

Don Peter Paul e il murale con gli studenti
Il sacerdote racconta il suo impegno fra le comunità neocatecumenali dell’isola: nonostante la pandemia, sono state sviluppate diverse iniziative sociali e pastorali rivolte ai giovani