Fruzons di Plume (49) giugno 2023

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Bruno torna a baita

Nus bâstin li’ mâns
Giornale periodico a distribuzione gratuita Gruppo Alpini di San Giorgio di Nogaro - Sezione di Palmanova

Giornale del Gruppo Alpini di San Giorgio di Nogaro

Distribuito gratuitamente ai soci

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI UDINE NUMERO 2/18 del 30-01-2018

DIRETTORE RESPONSABILE

Davide De Piante

REDAZIONE

Davide De Piante, Valentino Loi, Giovanni Sguassero, Anastasia Stella

IN QUESTO NUMERO h ANNO COLLABORATO

Luisella Bonetto, Maria Fanin, Giovanni Maran, Franco Moni, MarioRenna, Marco Zanon

C APOGRUPPO

Davide De Piante

V ICE C APOGRUPPO

Valentino Loi

C ONSIGLIERI

Giancarlo Bidoggia, Piergiorgio

Bramuzzo, Francesco Cargnelutti, Augusto Cazzola, Samuele Del Bianco, Lino Marchi, Michele Martin, Franco Moni, Giovanni Pittis, Lucio Taverna, Luciano Tavian

C ONSIGLIERI ESTERNI

Francesco Mastroianni, Mentore Valandro

GRAFICA

Gruppo A.N.A. San Giorgio di Nogaro

STAMPA

Rosso cooperativa sociale

Gemona del Friuli (UD)

Numero copie stampate 400

Copyright © 2023

Gruppo A.N.A. San Giorgio di Nogaro

Numero 49 Giugno 2023

Cerimonia di consegna alla famiglia del piastrino di Collavin Bruno disperso in Russia nella Seconda Guerra Mondiale

2 n. 49 - Giugno 2023 3 Il Capogruppo 4 Consegnato il piastrino di Bruno Collavin GiovanniMaran 6 Alla scoperta della Protezione Civile DavideDePiante 8 Il Generale Piasente saluta la sua Brigata MarioRenna 9 Il Consigliere Nazionale Andrea Sgobbi LaRedazione 10 La mia prima Adunata... LaRedazione 16 L’Adunata di Udine - galleria fotografica LaRedazione 17 Il concerto della Fanfara di Ivrea (galleria fotografica) LaRedazione 18 Tre colori per i giovani DavideDePiante 19 Il Tricolore di Tutti LaRedazione 20 Amico chiama, naja risponde GiovanniMaran 22 Nordlingen, la città nel cratere LuisellaBonetto 23 San Giorgio che cambia MarcoZanon
ricerca di ... Bruna Cargnelutti (Caritas) MariaFanin
Notizie brevi LaRedazione
Il cjanton da puisie MariaFanin
Il cjanton da rizete FrancoMoni
24 Alla
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27
27
NUS BÂSTIN LI’ MÂNS

Il Capogruppo

Cari Soci e Lettori, l’adunata è finita ma vie e piazze, paesi e paesini, esercenti e cittadini hanno ancora il Tricolore esposto, complice la successiva festa nazionale del 2 giugno.

Il Tricolore... l’alzabandiera. Le emozioni forti di un inno cantato.

Anche questa è la magìa dell’Adunata perché, quello che si prova in queste occasioni, è sempre diverso perché differenti sono i contesti.

ho la netta sensazione che il Raduno Nazionale udinese abbia risvegliato i nostri corregionali che, presi da uno spirito patriottico e a sostegno della manifestazione, abbiano fatto incetta di tutto quanto era tricolore (bandiere, coccarde, striscioni, ecc.); e così, tutto il Friuli Venezia-Giulia, si è vestito a festa.

Venerdì 12 maggio, con i ragazzi dei Campi Scuola, di alzabandiera ne ho fatti tre.

Il primo in Caserma Spaccamela dove eravamo alloggiati, assieme agli alpini del 14° Reparto Comando e Supporti Tattici Alpini.

Il secondo, quello solenne dell’Adunata, in Piazza Libertà a Udine alla guida di 19 giovani.

L’ultimo alla cerimonia di inaugurazione della Cittadella degli Alpini, alla presenza delle massime autorità civili e militari.

La pioggia non ha diminuito l’entusiasmo nè mio nè dei ragazzi presenti che, consci del loro ruolo e della missione, hanno mantenuto un atteggiamento impeccabile.

Tre eventi che hanno unito, sotto il tricolore, come un cordone ombelicale, gli alpini in armi e quelli in congedo, la popolazione e le nuove generazioni.

E, di emozione in emozione, penso ai volontari che fino a sabato 13 maggio sera ho visto alla Cittadella Militare (dove c’era anche la Protezione Civile) e che, praticamente dopo aver sfilato, sono andati a soccorrere le popolazioni della Romagna invasa da acqua e fango.

Bravi! A voi, e a tutti quei volontari che con orgoglio si sono messi in gioco e non hanno disdegnato di farsi vedere con la tuta sporca dal fango come a voler testimoniare che “la guerra si combatte assieme”

A tutti voi, va il mio plauso per quanto avete fatto!

Questa è l’Italia che mi piace... tutti, indistintamente, “UNITI PER DONARE” per aiutare.

UNITI assieme per collaborare e risolvere le emergenze.

Questa è l’Italia che tutti noi vogliamo vedere!

3 n. 49 - Giugno 2023
Davide De Piante

Consegnato il piastrino di Bruno Collavin

1° maggio a Chiarisacco

Il sangiorgino Bruno Collavin classe 1915, Alpino del 9° Reggimento della Brigata Alpina Julia, morto in Russia a 27 anni, è stato ricordato a Chiarisacco, località di nascita ove ha vissuto con la sua famiglia fino al richiamo alle armi del maggio 1940, in occasione della Santa Messa del 1° maggio presso la “chiesetta Maran”. Una cerimonia breve, partecipata e carica di pathos che è iniziata con l’alzabandiera e l’esecuzione dell’Inno Nazionale e si è svolta a margine della Santa Messa celebrata da mons. Igino Schiff.

“Nella sua breve vita, come in quella di molti giovani dell’epoca, il dramma della guerra non ha lasciato spazioaisogni.Gliideali,iprogettidivita,ivaloridella famiglia e i sentimenti ad essi connessi, sono stati sacrificati per l’adempimento del dovere”.

La guerra, una tragica realtà di scelte folli, ha negato a Bruno e a troppi giovani persino la speranza, morti in battaglia, prigionieri di guerra, ostaggi, merce di scambio mai reclamata abbandonata a un destino crudele al gelo a vivere e morire di stenti. Una tragedia dell’umanità, che di umano non ha nulla e che dovrebbe insegnare il valore della pace.

Sentita e numerosa la partecipazione della comunità, in un luogo simbolo della Prima guerra mondiale, anche per consegnare alla famiglia un semplice e significativo oggetto appartenuto a Bruno come un piastrino militare di riconoscimento, ritrovato in Russia e giunto a destinazione grazie ai recuperanti e agli appassionati di storia.

Il suo ritorno “a baita” ha riacceso il fuoco dei sentimenti, evidentemente mai spento anche in coloro che

non hanno conosciuto Bruno ma che ne hanno “sentito” la presenza dai racconti dei nonni e dei genitori. A fianco alla famiglia, hanno reso omaggio alla memoria del caduto gli alpini in congedo, le autorità militari insieme alle autorità civili, religiose e alle rappresentanze delle Associazioni d’Arma.

È stata “una cosa grande” (cit. mons. Schiff) un raro momento per meditare sulla potenza dell’Amore e dei sentimenti che travalicano ogni tragedia, sulla preziosità di un bene come la libertà, che non deve mai essere dato per scontato e va difeso ogni giorno. L’appello di Bruno e il suo “presente” sulle note del silenzio, hanno coinvolto i convenuti che si sono immedesimati nella sua storia con commovente partecipazione anche al momento della consegna del piastrino ai nipoti di Bruno, effettuata da Davide De Piante in rappresentanza degli alpini sangiorgini, con la suggestiva e altamente simbolica presenza della bandiera della Sezione Ex Internati (custodita dal Gruppo ANA) scortata da un alpino in servizio e uno in congedo.

I nipoti di Bruno hanno espresso la volontà che il prezioso ricordo sia conservato dal Gruppo Alpini, insieme alla documentazione storica da inserire nella biblioteca a disposizione degli studiosi e appassionati.

4 n. 49 - Giugno 2023
Fotografie: Ailîs D’Osualdo, Lorenzo Pulvirenti di Giovanni Maran

Il piastrino

BrunoCollavin,classe 1915 nasce a S.GiorgiodiNogaro(Chiarisacco);caporalmaggiore del 9° Reggimento Alpini "L'Aquila", inquadrato nel Battaglione "Vicenza". Dopo aver svolto il servizio militare, con lo scoppio della 2a Guerra viene richiamato e partecipa alla campagna greco-albanese. Rientra in patria e parte per la Russia. Il 21 gennaio 1943, durante la ritirata, dopo i combattimenti con le truppe sovietiche a Popowka, viene dichiarato disperso. Dagli esiti delle ricerche effettuate da Onorcaduti negli schedari degli archividistatodell'exURSSemergecheBrunoCollavinèstatocatturatodalleforzerusse, internatonelCampon.188diTambovoveèdecedutoil6aprile1943.

Il piastrino di Bruno Collavin è stato ritrovato dal ricercatore russo Alexander Perinow e fattorecapitare a Roberto Venturini(Ass.ne "Armir - Ritornodall'Oblio") che harecuperato ilfogliomatricolarediBruno;lericercesvoltedalnostroGruppohannopermesso ditrovare i nipoti Luciano, Gianna, Paola e Fabiano che, assieme ai figli dell'altro nipote Carletto, commossiedemozionati,hannopartecipatoallacerimoniadel1°maggioaChiarisacco.

5 n. 49 - Giugno 2023
La S. Messa con monsignor Igino Schiff Tutto pronto per l’alzabandiera Bruno Collavin Il quadro con il piastrino. Da sx: Davide De Piante, Roberto Venturini e Luciano Collavin il nipote più anziano

Alla scoperta della Protezione Civile

400 i ragazzi coinvolti di Davide De Piante

Alzabandiera con Inno Nazionale cantato da tutti i presenti

Il motto dei Campi Scuola dell’Associazione Nazionale Alpini è “Mettere il NOI prima dell’IO” Così, il 26 e 27 aprile 2023, a S. Giorgio di Nogaro si è tenuto l’appuntamento “Alla Scoperta della PC” per sensibilizzare le nuove generazioni su valori quali l’educazione civica, l’altruismo e la solidarietà.

Fin dalle prime ore della mattina, l’area esterna del Palazzetto di pattinaggio ha visto un pullulare di volontari della Protezione Civile e di tanti studenti, curiosi ed attenti alle spiegazioni.

Tra le specialità presenti, quelle che hanno maggiormente attirato i giovani sono stati i cinofili e i droni I ragazzi, suddivisi in squadre, hanno così visitato gli stand secondo una rotazione prestabilita ed un tempo di

15 minuti per spiegazioni e domande/risposte.

Oltre ai già citati cinofili e droni, i volontari hanno spiegato il campo base (con plastico e tende), le telecomunicazioni, la tenda comando, le motopompe/torre faro, il soccorso alpino fluviale, gli alpinisti e la sanità.

L’avvio della giornata è stato dettato dall’alzabandiera con Inno Nazionale e un inquadramento generale sulla PC e, alla chiusura, si è provveduto ad ammainare il Tricolore.

Sono stati circa 200 i ragazzi di 2a e 3a media di San Giorgio, Torviscosa e Porpetto che hanno calcato il terreno il primo giorno mentre altri 200 sono stati gli studenti del Malignani di S. Giorgio e di Cervignano (di 4a) presenti la seconda giornata. Quest’attività, coordinata dal nostro

Gruppo con la Sezione ANA di Palmanova si è potuta realizzare anche grazie all’Amministrazione Comunale ed alla Squadra Comunale di PC. Ma il plauso va a tutti quanti hanno partecipato, dagli attenti e rispettosi studenti ai sempre disponibili volontari di PC arrivati dalla Bassa Friulana ma anche dal Veneto. I commenti positivi ci spronano a riproporre l’appuntamento in futuro e i consigli ricevuti (da studenti e volontari) ci incitano a fare ancora meglio anche perché questi eventi amplificano il senso di appartenenza ad una comunità e sensibilizzano i giovani ad un senso civico ormai sopito.

Fotografie: Alessandro Miani

6 n. 49 - Giugno 2023

Vederecirca400ragazziattenticheseguonoleattivitàcheforseavevanosolovistoinTV,è statodavverocommoventeebello.Comeexinsegnante,questadovrebbeessereun'attività obbligatoria in tutte lescuole; rendere iragazzipartecipi e dar loro lapossibilità di vedere ed ascoltareesperienzedipersonecheimpieganoillorotempoperaiutarequalcuno.Equesto è anche quanto ci hanno detto gli stessi giovani.

Lato volontari di Protezione Civile: che dire se non efficienza e puntualità? Tempistica perfetta e passione per trasmettere il massimo! (Mentore Valandro).

7 n. 49 - Giugno 2023
La sanità Gli alpinisti Le telecomunicazioni I droni Introduzione generale sulla Protezione Civile

Il Generale Piasente saluta la sua Brigata

Il ringraziamento ai suoi 5.000 alpini

Il generale Nicola Piasente, dopo quasi due anni di brillante servizio in testa agli Alpini della Taurinense ha ceduto il comando al parigrado e amico Enrico Fontana, dopo il passaggio di consegne avvenuto giovedì 15 giugno a Torino dinanzi al generale di Corpo d’Armata Ignazio Gamba, Comandante delle Truppe Alpine dell’Esercito, e delle autorità e istituzioni piemontesi e torinesi. Nella cerimonia solenne è stato salutato anche il contingente della Brigata rientrato di recente dall’operazione NATO Enhanced VigilanceActivity in Ungheria e celebrata la festa di Corpo del 1° Reparto Comando e Supporti Tattici Alpini.

Il generale Piasente ha ringraziato i suoi 5.000 Alpini per l’impegno dimostrato nel corso del proprio intenso mandato durato 21 mesi, ricordando l’attuale partecipazione della Taurinense nell’operazione NATO in Kosovo con il 9° Reggimento alpini dell’Aquila e in Iraq nell’operazione Prima Parthica, dove gli alpini del 3° di Pinerolo addestrano le forze di sicurezza locali. Nel periodo precedente la Taurinense aveva contribuito con i suoi Reggimenti (2° Alpini di Cuneo e 3° di Pinerolo, più 1° artiglieria e 32° genio di Fossano) al dispositivo di dissuasione e deterrenza dell’Alleanza Atlantica schierato in Lettonia e Ungheria.

Il comandante uscente ha sottolineato il livello di addestramento e preparazione raggiunto grazie alle numerose attività ed esercitazioni in Italia e all’estero, che hanno coinvolto tutti i reparti della brigata, in partnership anche con la 27a brigata da montagna francese. Una particolare attenzione è stata rivolta alla classica formazione di specialità attraverso numerosi corsi di sci e di alpinismo, oltre allo svolgimento di corsi di Mountain Warfare, mirati ad approfondire le tecniche di movimento, combattimento e soccorso in montagna e a climi artici. Un cenno particolare è stato dedicato alla grande esercitazione alleata tenutasi lo scorso anno in Norvegia, al Circolo Polare Artico, con il 3° Alpini (il Reggimento che Piasente aveva comandato in Iraq), che è stato poi schierato in Ungheria per l’operazione della NATO di deterrenza e difesa dello spazio euro-atlantico, in risposta all’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia.

Un impegno, quello della Taurinense sotto il generale friulano, che si è declinato a 360°: in Italia gli uomini e le donne della Brigata sono impiegati nell’operazione Strade Sicure in diver-

se località, con il Reggimento Nizza Cavalleria di Bellinzago Novarese alla guida del raggruppamento in Lombardia, mentre nel campo della sicurezza in montagna i soccorritori piste della Taurinense hanno operato nei maggiori comprensori sciistici delle Alpi e degli Appennini. Di rilievo anche il ruolo del 32° Reggimento genio nella bonifica del territorio da residuati bellici con decine di interventi nel nord-ovest e la neutralizzazione nel 2022 di oltre 800 ordigni inesplosi, e sempre il reparto sta contribuendo alla formazione dei funzionari ONU collaborando con lo Staff College delle Nazioni Unite di Torino. Sul fronte delle emergenze la Taurinense ha fornito un notevole sostegno alle autorità locali nel contenimento della pandemia da Covid-19, premiato con la Medaglia d’Argento al merito dell’Esercito assegnata al Reggimento Logistico di Rivoli, mentre è di recente intervenuta con propri soccorritori nell’Emilia e Romagna colpita dall’alluvione. Il generale Piasente ha infine sottolineato l’importanza di coltivare l’antico legame esistente tra la Brigata e il territorio con le sue comunità, ringraziando l’Associazione Nazionale Alpini, presente con il Labaro Nazionale e con tutte le Sezioni del Piemonte (e di altre Regioni) per la bella collaborazione instauratasi nel perimetro del 150° del Corpo e oltre.

Dal canto suo, il generale Fontana – dopo l’abbraccio con Piasente, con il quale condivide una lunga militanza nella Taurinense – ha espresso l’intenzione di iniziare il suo mandato all’insegna della continuità, mentre la Brigata si accinge a un nuovo ciclo operativo, con tutti i Reggimenti impegnati nel tradizionale addestramento in montagna sulle Alpi occidentali e sugli Appennini abruzzesi, nella prospettiva del 2024, quando la Brigata prenderà parte alla missione ONU in Libano e all’esercitazione ColdResponse al Circolo Polare Artico. Nel pomeriggio la Caserma Montegrappa, sede del Comando della Taurinense, ha aperto al pubblico, offrendo visite guidate alla Sala della Rimembranza della Brigata, che si è arricchita di un nuovo spazio dedicato al 1° Reparto Comando e Supporti Tattici Alpini. Il piazzale della caserma ha ospitato un’esposizione di mezzi ed equipaggiamenti in dotazione alle Truppe Alpine dell’Esercito, mentre la Fanfara della Taurinense si è esibita per i visitatori, seguita dalla Fanfara Montenero della Sezione ANA di Torino.

Foto: ComandoBrigataAlpinaTaurinense

8 n. 49 - Giugno 2023
Il C.te delleTruppeAlpine, Gen. Ignazio Gamba, consegna a Piasente il riconoscimento Gruppo Bandiera di Guerra del 1° Reparto Comando e SupportiTatticiAlpini

Il Consigliere Nazionale Andrea Sgobbi

Inizia una nuova esperienza La Redazione

Siamo all’inizio ma che emozioni si provano a far parte del Consiglio Nazionale?

L’emozione è stata ed è ancora molto forte, così come forte è la preoccupazione di riuscire in un incarico che prima di me è stato ricoperto da Alpini ben più rappresentativi e preparati. Mi sento una grande responsabilità anche per l’esito ottenuto all’Assemblea dei Delegati di Piacenza. La Sezione di Palmanova ha avuto e ha grandi Presidenti e il numero di voti ricevuti lo dimostra, spero molto nel loro aiuto, anche da lassù...

Che argomenti seguirai in Sede Nazionale?

Sono stato designato quale membro delle Commissioni Centro Studi, Legale, Fedeltà alla Montagna e IFMS (ndr Federazione Internazionale dei Soldati da Montagna).

In occasione dell’Assemblea dei Delegati dell’ANA, dal 28 maggio 2023, il nostro socio Andrea Sgobbi è stato eletto Consigliere Nazionale dell’ANA (sostituendo il Consigliere Nazionale uscente Romano Bottosso).

Abbiamo incontrato Andrea e, “a caldo”, così ha risposto alle nostre domande.

Dopo aver fatto il Consigliere Sezionale, il salto in Sede Nazionale. Come mai questa decisione?

Nessuna decisione da parte mia, ma un forte e caloroso invito del Presidente Padovan, con altri suoi Colleghi, per rappresentare a Milano la nostra Sezione con Gorizia, Pordenone e Trieste.

hai delle idee/progetti “nel cassetto” che ti piacerebbe realizzare?

Progetti e idee non mancano, così come non mancano le indicazioni, le raccomandazioni e le speranze del Presidente Nazionale, dei Presidenti di Sezione e dei Capi gruppo; una su tutte il coinvolgimento sempre più organico dei nostri ragazzi e la tutela e il rispetto dei nostri anziani. Inizierò cercando di indirizzare le nostre energie verso il “reclutamento” degli Alpini che ancora non fanno parte della nostra Associazione e nei territori di competenza... ce ne sono.. diversi...

A questo punto, non ci resta che augurare ... buon lavoro Andrea!

Andrea Sgobbi è nato a Sevegliano il 01/07/1955 ed è iscritto al GruppoANAdi San Giorgio di Nogaro. ha svolto il servizio militare presso la Brigata Alpina Julia, 8° Reggimento - Btg Tolmezzo in qualità di fuciliere. Idoneo al grado di Sergente è stato congedato il 17 ottobre 1976.

Perseimesihavissutoinprimapersonal'esperienzadelterremotoconservizioafavoredellapopolazione di Venzone colpita drammaticamente dall'evento. Ha ricevuto:

- dal Presidente Nazionale Franco Bertagnolli un riconoscimento per il generoso slancio di solidarietà;

- dal Commissario Straordinario del Governo Zamberletti ildiplomadibenemerenzaperl'operaprestata,

- dal Comandante della Brigata Alpina Julia Gen. De Acutis un encomio solenne "per l'eccezionale generositàesensodeldovereconcuisiprodigavanelleoperazionidisoccorsoafavoredellapopolazione civile colpita dal sisma del 6 maggio 1976".

Consigliere Sezionale e Vice Presidente nella Sezione ANA di Palmanova dal 1986 al 1987; è stato nuovamente consigliere sezionale dal 2013 al 2021 seguendo i progetti con gli istituti scolastici.

9 n. 49 - Giugno 2023
Da sinistra: Romano Bottosso, il Presidente Nazionale Sebastiano Favero edAndrea Sgobbi

La mia prima Adunata...

in sala radio - Valentino

Durante l’Adunata di Udine ho avuto la fortuna di prestare servizio, come operatore radio, nella sala radio della Protezione Civile ANA.

È stata un esperienza da tanto attesa e ripagata dalle attività e dalle persone conosciute in quella situazione.

Sono stati due giorni molto positivi dove ho appreso molto ed ho portato la mia esperienza sulle comunicazioni radio acquisita in 20 anni di servizio nell’Esercito. ho avuto la possibilità di conoscere gente di altre Regioni e della nostra.

A causa del brutto tempo che ha colpito Udine in quei giorni, non abbiamo avuto tante comunicazioni radio.

con gli alpini a San Giorgio - Piergiorgio

Quest’anno tanto atteso, è arrivato dopo rinvii e titubanze, l’Adunata di Udine si è concretizzata. Per noi, i preparativi per rendere la città e i dintorni accoglienti erano iniziati 6/8 mesi prima, pensando, informandosi, chiedendo disponibilità e suggerimenti.

Così nel nostro piccolo anche il nostro Gruppo Alpini ha cercato di dare il propio contributo, ospitando sul nostro territorio gli alpini. Dopo diversi “tira e molla”, con il solito pragmatismo alpino, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo iniziato a cercare le soluzioni, reindirizzando i Gruppi verso altre destinazioni e, successivamente, prendendo di petto l’organizzazione.

Così avuta la disponibilità della palestra delle scuole medie, ci siamo interessati per verificare la funzionalità dei servizi e degli spazi messi a disposizione. Tutte le evidenze segnalate sono state sistemate per poter fornire un migliore servizio ai nostri futuri ospiti (e agli studenti che la scuola la utilizzano giornalmente).

In conclusione sul territorio sangiorgino c’erano circa 200 ospiti alpini (sia in palestra che negli hotel) che il venerdì sera hanno fatto da corollario ad una commemorazione presso il nostro monumento conclusasi con un concerto tenuto dalla Fanfara della Sezione ANA di Ivrea. Il concerto ha visto la presenza complessiva di 18 Gruppi Alpini che mostravano i loro gagliardetti e la presenza di oltre 350 persone tra ospiti e sangiorgini; a seguire un frugale rinfresco offerto dal nostro Gruppo.

Si può dire che anche noi abbiamo fatto la nostra parte per questa Adunata di Udine 2023. Un cordiale ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato e collaborato per la buona riuscita dell’evento.

10 n. 49 - Giugno 2023

La mia prima Adunata...

vissuta in prima persona - Nicola

Spesso si distoglie lo sguardo da ciò che può creare emozioni, talvolta molto forti e durature, per qualcosa di effimero, ma alla fine la vita insegna che solo l’amicizia e la condivisione di un pensiero così forte possono arricchirci.

Mi chiedo come ho fatto in tutto questi anni a non partecipare ad un evento così grandioso, e ad essermi perso tutte queste occasioni per essere parte di un mondo che prima non capivo, e che adesso riconosco come parte di un cammino di crescita personale.

Ringrazio poi i compagni del Gruppo di San Giorgio di Nogaro nonché l’amico Robert di Udine per la loro generosità e per avermi dato la possibilità di entrare a far parte della loro realtà.

con il ragazzi dei Campi Scuola ANA - Davide

Nelle precedenti Adunate, ho “fatto festa” con il mio Gruppo ANA, con la Protezione Civile, con la Fanfara della Sezione di Palmanova, con i compagni ufficiali del mio corso AUC.

Quest’anno ho deciso di cambiare completamente ambito e, dopo la bella esperienza estiva, ho voluto vivere l’Adunata di Udine con i ragazzi dei Campi Scuola dell’ANA; giovani che sono venuti a Udine provenienti da tutta l’Italia (e anche dalla Spagna) per testimoniare l’attaccamento agli alpini e ai nostri valori.

Giovani che, con la loro positività e la loro voglia di fare, trasmettono sempre tanta energia e, per noi “giovani di allora”, un entusiasmo contagioso come una batteria che si ricarica di qualcosa di speciale. Abbiamo passato 4 giorni vivendo intensamente la Cittadella degli Alpini ed alloggiando alla Caserma Spaccamela, confrontandoci, confidandoci e partecipando alle manifestazioni ufficiali.

Ricordo con orgoglio i 19 ragazzi (in rappresentanza) che erano con me all’alzabandiera ufficiale in Piazza Libertà sotto una pioggia insistente che, interpretando il loro compito con capacità e convinzione, hanno portato con fierezza la divisa del Campo Scuola... un applauso e un brivido!

Altra grande emozione è stata la sfilata di domenica quando, a capo di uno dei due plotoni di ragazzi, ho sentito il calore del pubblico, degli alpini, degli speaker e delle autorità.

E loro, i giovani?

Gli applausi li hanno galvanizzati e la sfilata è stata per loro giusto coronamento emozionale di quattro giorni particolarmente intensi.

Grazie ragazzi!

11 n. 49 - Giugno 2023

La mia prima Adunata...

dopo 32 anni dal congedo - Michele

Prima di tutto volevo ringraziarvi per avermi pazientemente coinvolto in questo percorso assieme a voi nel Gruppo alpini. La mia prima esperienza in un’adunata dopo 32 anni dal congedo, è stata un’emozione travolgente Sabato pomeriggio mi son fatto un giro per Udine ed è stato piacevole vedere tanti alpini di tutte le età. L’emozione più grande è stata il giorno della sfilata, a partire dalla mattina al ritrovo del nostro Gruppo a casa del mitico dottor Bobo che non conoscevo ed stata una piacevole sorpresa (persona eccezionale); il pranzo assieme e poi a piedi verso l’ammassamento prima della sfilata. Trovarmi lì è stato veramente un piacere.

Ed ecco... finalmente si parte! Al mio fianco avevo Massimiliano che mi ha rassicurato e mi ha dato dei consigli sul passo da tenere, visto i tanti anni passati dall’ultima volta in cui marciavo con i miei frà del 5/90. Tutto quello che ho vissuto quella domenica l’avevo visto solo in tv ma, a Udine, finalmente c’ero anch’io. Grazie a tutto il Gruppo.

con i ragazzi dei Campi Scuola ANA - Angelo

ChE EMOZIONE!! O per meglio dire che EMOZIONI!!

Dall’11 al 15 maggio, come voi tutti ben saprete, si è svolta 94ª Adunata degli Alpini nella nostra Udine. Già di suo questa manifestazione è un tripudio di gioia ed allegria, ma vi devo dire la verità… questa è stata la mia prima, vera adunata che ho vissuto nella sua interezza. Ma perché questo evento non poteva andare meglio di così? La risposta è molto semplice, questa volta è stata animata da ben più di 120 ragazzi dei Campi Scuola dell’ANA. Ragazzi che rappresentavano tutti i campi e quasi tutte le Regioni dello stivale; ragazzi che pur di esserci hanno intrapreso ore ed ore di viaggio. Dalla Sicilia ad Aosta, da Roma al Trentino, da Genova alla Carnia… insomma un momento dove non contava il dialetto o le tradizioni; si stava assieme e si condivideva ogni cosa. Eravamo divisi in due blocchi organizzati in sei squadre l’uno, abbiamo avuto l’onore di avere il nostro stand situato nella Cittadella degli Alpini e della PC ANA dove abbiamo partecipato in modo attivo aiutando i volontari nella gestione dei loro stand.

Le giornate erano intrise di impegni e tutte scandite dalla pioggia più o meno battente. Partendo dall’alzabandiera di venerdì mattina fino ad arrivare alla fine della sfilata domenicale, non c’è stato un momento in cui non si sentisse un commento positivo uscire dalle bocche degli alpini, e non solo, lì presenti. Voglio personalmente ringraziare tutte le persone che hanno reso tutto ciò possibile e che ci hanno sempre trattato come il migliore degli ospiti. Durante questi quattro giorni mi sono spesso messo alla prova con delle funzioni di gestione del personale… magari in un futuro potranno tornare utili!!

12 n. 49 - Giugno 2023
AUdine con gliAllievi del Campo di Paluzza 2022

La mia prima Adunata...

a San Giorgio con gli amici - Marco di Adria

Se non sei mai andato all’Adunata Nazionale degli Alpini, ti è difficile anche solo immaginare le emozioni che si vivono in un’esperienza simile. Non è solo una ricorrenza, una sfilata, è una famiglia che si riunisce, è una condivisione di valori che si concretizza in un evento che non ha eguali. Noi del Gruppo Alpini di Adria (RO), Sezione di Padova abbiamo vissuto 4 giorni meravigliosi ed intensi che sono stati resi ancora più speciali dall’ospitalità e amicizia del Gruppo ANA di San Giorgio di Nogaro. Non ci hanno solo ospitato, come fossimo a casa nostra, ma sono stati sempre presenti nonostante i loro innumerevoli e importanti impegni. Ci hanno dato l’opportunità di vivere l’adunata di Udine in un modo ancora più completo e consapevole. Un grande grazie agli Alpini di San Giorgio di Nogaro, grazie infinite a Mentore, per noi un vero e proprio punto di riferimento e grazie al Capogruppo Davide, non solo per l’amicizia e l’ospitalità che ci ha dimostrato, ma per il suo grande impegno con i ragazzi dei Campi Scuola ANA, una vera e propria missione che consente ai nostri giovani di acquisire valori che sembravano persi. W gli Alpini.

con la Protezione Civile e non solo - Mentore

Nonostante non abbia competenze specifiche, mi sono messo in gioco per preparare i pranzi per i volontari della Protezione Civile che hanno lavorato per l’allestimento della Fiera e della Cittadella degli Alpini. Mi sono trovato a contatto con tante persone che, nel loro ambito, avevano un’indiscussa professionalità. Io mi sono adattato a fare di tutto ed ho avuto la soddisfazione di essere stato “accolto bene” come fosse un gruppo collaudato e affiatato. C’era una grande collaborazione tra tutti. In quei giorni (da giovedì a domenica) non è stata solo Udine ad aver accolto fanfare, cori e persone; la festa ha interessato tutto il Friuli Venezia Giulia. Da venerdì eravamo con il gagliardetto in Piazza Libertà per l’alzabandiera nonostante la pioggia. E poi, bellissimo il pranzo del Gruppo dal Bobo con i nuovi soci che sono stati parte attiva... c’era un’armonia e una tranquillità veramente bella.

Arriviamo alla sfilata...

La domenica, a Udine, siamo stati accolti da una quantità enorme di alpini, di persone alle finestre delle case, nei giardini, dove potevano osservare la sfilata. Ogni spazio era occupato da persone che applaudivano senza soluzione di continuità nonostante la pioggia. Rimini è stata la mia prima Adunata ma questa di Udine è stata differente; forse perchè partecipi fin da subito, è stato tutto molto commovente La paura della pioggia ha frenato lo spettacolo di vederci tutti con le magliette cremisi della Sezione ma, alla fine, tutto è andato per il meglio.

13 n. 49 - Giugno 2023

La mia prima Adunata...

come padrone di casa - Bobo

Tantapioggia,masempreinaltoiCuori.Sursum Corda!!!

Comincerei con i ringraziamenti: in primis a tutti coloro che hanno partecipato materialmente con la sola presenza, secondariamente a tutti i frà, soci e non che pur non avendo potuto presenziare fisicamente, hanno fatto percepire il loro “io” in mezzo a tutti noi.

È triste constatare come anno dopo anno, il numero degli adunisti nazionali sangiorgini sia condannato ad una dieta sempre più vegana, i chili purtroppo scendono ed i numeri parlano chiaro…

Ricordo molto bene la prima avventura, vissuta da me personalmente, allorquando l’amico Manolo (ndr Manuel) con non poca sfacciataggine mi diceva “molla quella gentaglia là”, per la cronaca, il Gruppo ANA del quale ero socio fino a qualche giorno prima. È stato più o meno con costoro, che avevo vissuto lo svezzamento nella Nazionale A, un po’ come il ns. giovane Simone, che si godeva una maglia azzurra XS ma che poi ha cambiato casacca per passare qualitativamente ad una XL.

L’Adunata di Udine, iniziò per me ed altri avanguardisti un venerdì mattina molto bagnato, umidità al 100%, vuoi perchè Giove Pluvio aveva pensato bene di scatenare le sue ire funeste in maniera particolarmente putiniana, vuoi perché nonostante il cielo plumbeo e qualche fulmine di “burlaç” in lontananza, quella mattina la spina della birra aveva lavorato in maniera quasi incessante al punto tale da far intravedere i raggi del sole attraverso una brezzolina polarizzata, come fanno le api quando il loro istinto soprannaturale crea un orientamento infallibile che conduce esattamente agli ubertosi centri di impollinazione. Tra di loro esiste un balletto, fatto di piroette e sbattito di ali; tra di noi una allegrissima combriccola di frà Adriesi con tanta ilarità, simpatia e soprattutto sete. Non è tutto oro ciò che luccica e purtroppo anche quest’anno abbiamo dovuto registrare note molto tristi che hanno tuttavia intaccato solo minimamente lo spirito revanscista di fanfare, di alzabandiera che da sempre caratterizzano le nostre adunate. L’anno passato, ricordo con molta malinconia, le tristissime quanto ignobili, quanto false accuse che hanno riecheggiato in tutto lo stivale, allorquando una psicopatica, depressa, evasa da qualche CSM, aveva eti-

chettato di molestatori e maniaci sessuali un inesistente gruppo di penne nere, al punto di fare gridare alla gogna i soliti politici forcaiolisti, che con grande zelo avevano proposto senza troppi complimenti e con zero prove, l’abolizione definitiva dell’Adunata Nazionale!!

Per fortuna ci ha pensato il Signore Onnipotente a tacciare queste male e false idiozie che avevano comunque avuto il privilegio di viaggiare in carrozza di prima classe. Quest’anno hanno ribadito il divieto di qualsivoglia “birocin” semovente... sì certo perché un carretto che viaggia a 5 km/h scarsi, con penne nere festose che cantano cori alpini e distribuiscono bicchieri di carburante al popolo gioioso, costituiscono un gravissimo pericolo per l’incolumità della popolazione, un po’ come i ferraristi improvvisati che sfrecciano sulla statale con il tachimetro che supera abbondantemente i 200!!

Last but not least, quest’anno abbiamo subìto pure il divieto categorico di organizzare qualsivoglia concerto, le Bande degli Alpini sono state messe “in secondo piano”. Di fatto, resta una bellissima tre giorni, vissuta parzialmente alla Bobobaita di Via San Paolo, laddove il sorriso, la gioia ed il calice pieno la hanno sempre fatta da padroni.

MandiaducjesiviodìnaVicense.

Il consiglio dello sponsor

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14 n. 49 - Giugno 2023

La mia prima Adunata...

San Giorgio come a casa - Fanfara Sezione ANA Ivrea

ri ai Caduti. Alla presenza delle autorità locali, di vari Gruppi alpini ma soprattutto da un numeroso pubblico, sono stati eseguiti gli inni in un’atmosfera silenziosa e rispettosa che poche volte si avverte. Successivamente in una bellissimo palazzetto con gli spalti gremiti abbiamo tenuto il nostro concerto dove abbiamo ricevuto molti complimenti e apprezzamenti. È stato veramente emozionate suonare davanti a così tanta gente.

Il sabato mattina, invece, siamo stati noi onorati di poter portare allegria tra gli ospiti della struttura per anziani “Chiabà” (nella foto, la nostra esibizione). È stato bellissimo e indimenticabile sentire e vedere la loro partecipazione durante l’esecuzione di nostri brani.

È passato un mese dalla bella Adunata di Udine ma il ricordo emozionante della sfilata è ancora vivo nei nostri pensieri così come è ancora ben presente il soggiorno presso la comunità sangiorgina. Come già avvenuto in passato la Fanfara Ana di Ivrea ha soggiornato i giorni precedenti la domenica presso strutture messe a disposizione da amministrazioni comunali e Gruppi Alpini di paesi nei pressi della città ospite della Adunata.

L’ accoglienza ricevuta a San Giorgio è stata molto apprezzata da tutti i componenti e accompagnatori della nostra associazione. La serata del venerdì, giorno di arrivo a S. Giorgio, ci ha visto impegnati per i dovuti ono-

In conclusione, il soggiorno a San Giorgio è stato positivo sotto tutti gli aspetti, da quello istituzionale, a quello musicale, a quello sociale, a quello eno-gastronomico. Grazie all’Amministrazione Comunale che ci ha messo a disposizione la palestra e ha presenziato a tutti gli eventi.

Grazie alla Nuova Banda Musicale per averci messo a disposizione le loro attrezzature.

Grazie alla popolazione per la calorosa accoglienza e cordialità sia nei momenti ufficiali che tra le vie del paese.

E grazie al Gruppo Alpini di San Giorgio di Nogaro per tutto quello che hanno fatto per farci sentire a casa nostra.

con la Banda di Modena - Miriana

Emozionante, credo sia il termine più adatto parlando dell’Adunata.

Pensare di marciare sullo stesso terreno dove tempo prima hanno sfilato parenti e amici e, ancor di più, rafforzare quel passo al ritmo cadenzato dalle fanfare (io con il mio sax) e suonare il “trentatré” in onore al nonno Giuliano.

Un’esperienza non possibile/praticabile a tutti, ma dedicata a tutti.

15 n. 49 - Giugno 2023
a

L’Adunata di Udine - galleria fotografica

Madonna delle Grazie. La mamma alpina che allatta la sua bimba. Il presente e il futuro (foto: Chiara Monego)

16 n. 49 - Giugno 2023
Foto: Alessandro Miani

Il concerto della Fanfara di Ivrea (galleria fotografica)

Durante l’Adunata, la Fanfara della Sezione ANA di Ivrea ha soggiornato a San Giorgio nella palestra delle scuole medie. Venerdì 12 maggio, nel palazzetto dello sport, ci ha omaggiato di un concerto che ha riscaldato il pubblico presente - oltre 350 persone tra alpini e compaesani - ed ha risvegliato l’amore per la musica. A ricordo della bella serata, riportiamo qualche immagine

Foto: Massimiliano Pittis

17 n. 49 - Giugno 2023

Tre colori per i giovani

Settanta le bandiere consegnate

Anche a giugno di quest’anno, come accade ormai ininterrottamente dal 2011, il nostro Gruppo ha consegnato il Tricolore ai ragazzi di 3a media. Nemmeno il coronavirus ci aveva fermato (siamo andati a casa degli studenti per donare il simbolo della nostra Italia).

Investiamo tempo e risorse (economiche) perché la nostra Bandiera è un simbolo di identità, di territorio e di unione della Nazione. La partecipazione dei Comandanti della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto e dei Carabinieri e il rappresentante della Polizia Locale unitamente al Sig. Sindaco e al nostro Presidente Sezionale e alle rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, hanno reso ancora più solenne e significativo l’appuntamento.

Dopo aver fatto l’alzabandiera a scuola, abbiamo spiegato ai giovani le emozioni che si provano a fare il volontario e l’energia nell’elargire solidarietà a tutto tondo.

La nostra speranza è quella di vedere sventolare tanti Tricolori, non solo durante gli eventi nazionali ma anche sportivi.

Il consiglio dello sponsor

Il recupero dei rottami ferrosi, grazie all’altissima riciclabilità dell’acciaio, permette al settore siderurgico dell’Italia l’entrata di diritto nel circolo virtuoso dell’economia circolare. L’acciaio infatti è un materiale riciclabile al 100% e può essere riciclato infinite volte senza perdere nessuna delle sue proprietà originarie.

18 n. 49 - Giugno 2023
di Davide De Piante

Il Tricolore di Tutti

Invito per creare una “super bandiera” La Redazione

Questo è un invito rivolto a tutti per aiutarci a realizzare una super bandiera da inaugurare il 4 novembre in occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.

NON buttare via la stoffa ma ricicla e riutilizza i tessuti. UNITI PER UN PROGETTO... nazionale!

Il consiglio dello sponsor

L’acqua di San Giovanni

La notte di San Giovanni (ovvero la notte tra il 23 e il 24 giugno) è una notte carica di misteri e leggende. La tradizione vuole che in questa data si prepari l’acqua di San Giovanni. Un’acqua profumata e odorosa che sembra dia la possibilità di raccogliere la “rugiada degli Dei” in questa notte magica.

19 n. 49 - Giugno 2023

Amico chiama, naja risponde ll giuramento... e poi cambia la vita!

Ricordi di gioventù, la naja leggenda temuta dagli studenti e rimpianta dagli adulti, dai genitori e dagli alpini che ci sono passati (in tempo di pace)… L’indirizzo era chiaro - Battaglione Alpini Vicenza centro addestramento reclute della Brigata Alpina Julia, Caserma XXIX ottobre 1917 viale Duodo 33033 Codroipo, il giorno era tassativo: 11 giugno 1984 entro le 8.00 del mattino. Già da qualche settimana mi ero preparato per entrare in caserma… o almeno pensavo di esserlo. Taglio tattico dei capelli fatto dal barbiere di casa (non si sa mai), abbigliamento easy, comodo e pratico per le libere uscite… la poca barba ben rasata e un misto di preoccupazione/terrore per l’ignoto destino, ben nascosto dentro di me. Già… pensavo di essere pronto per entrare in caserma ma la certezza è svanita non appena varcato il portone di ingresso che con il fragore del ferro che sbatte, mi ha destato dal sogno e riportato con i piedi per terra… Tutti in sala cinema, sui sedili di legno in attesa dell’inquadramento, unica “consolazione” aver vicino Mosè, cugino un po’ malinconico che era più triste di me perché già sentiva forte, la mancanza della “morosa” rimasta “per causa di forza maggiore” fuori dal cancello.

Chiamato per nome dal caporale istruttore Paolo Cavasin (ragioniere da Cavasagra nel trevigiano… che diventerà nella vita un alto dirigente di banca della Marca) mi scopro inquadrato e presente: Recluta Alpina Giovanni Maran 59a compagnia, sesto plotone, sesta squadra COMANDI!

Consegna equipaggiamento, assegnazione camerata e posto branda, “dismissione” degli abiti civili e come pecorelle impaurite, malinconica passeggiata verso il “sadico”, nomignolo quantomai azzeccato del barbiere di caserma. Un personaggio che di fronte alle capigliature fluttuanti, entrava in una sorta di trance mistica ed emetteva animaleschi suoni gutturali di godimento durante la “TOSATURA”. Per grazia ricevuta, avevo provveduto in anticipo e nonostante ciò fosse ben visibile, mi fece comunque sedere, mi rivestì con la mantellina pluriuso e dopo una accurata ispezione ad angolo giro mi tolse la mantella e con “unpatafta codope”mi cacciò insoddisfatto. Primo Rancio in squadra, con l’istruttore

capofila che ci portava in giro come una scolaresca ordinata e poi “fu subito sera” una citazione un po’ ardita ma descrive bene quanto ci sentimmo più “vecchi e grandi” in poche ore avevamo lasciato dei ragazzini imberbi fuori dal portone e ci apprestavamo a diventare uomini. Quando mai avevamo sentito la ritirata a casa? E il silenzio prima del sonno? (pochi dormirono e qualcuno piangeva al buio)… era iniziata una nuova vita. Sveglia alle 6.30, reazione fisica alle 7.00, colazione 7.30, inquadramento, adunata e alzabandiera alle 8.00 e poi lavoro in squadra fino al rancio, pomeriggio inquadramento e addestramento marcia fino alle 17.00.

Tipi di Guerra (NBC), equipaggiamenti e armamenti, funzionamento e composizione, esercitazioni pratiche di inquadramento ed esecuzione degli ordini. Att..tenti! Riii..poso! Avantiii marsch!! E avanti così dalla mattina alla sera…. Da notare che il banco di appoggio dei mini blocknotes, obbligatori per gli appunti, erano le ginocchia e come sedia, il pavimento in cemento all’ombra delle tettoie in lamiera, adibite normalmente al ricovero dei mezzi militari. Qualche volta alle 18.00 libera uscita in apnea fino alle 23.30 e poi contrappello e ritirata.

Indimenticabili la prima puntura sul petto, la prima vaccinazione “all in one” (tutto in uno) con riposo branda obbligatorio e un pettorale da palestrato… (COVID? Cos’è?) e il servizio di corvè cucina il giorno del mio compleanno con pentoloni da lavare di oltre 100 kg sollevati con il verricello… consolato da Franco, mio Amico, “Fratello di nascita”, nati lo stesso giorno dello stesso anno da genitori diversi e siamo stati compagni di scuola per molti anni, lui era lì come “vecchio caporale istruttore” vicino al congedo. Un mese intenso di Scuola, letteralmente volato e senza respiro. Presentazione, gradi di subordinazione e gerarchie fino al Presidente del Consiglio dell’epoca (Bettino Craxi) e il Presidente della Repubblica, Capo delle Forza Armate (Sandro Pertini).

Giovani uomini, ex ragazzi, in poco tempo ordinati, addestrati e inquadrati perfettamente per il giuramento Le prove con la Fanfara, l’emozione con il cuore in gola e la paura di sbagliare qualcosa, la tensione durante la prima

In Abruzzo: posto comando. Maran, Minisini, Dalla Mora, Cuniolo

marcia alla ex polveriera di Rivolto con i passi diurni (leopardo, scimmia, sbalzo) e notturni (fantasma, gatto e gattino) e la prima volta in poligono con il Garand M1 (1959) cal. 7,62 NATO quei botti secchi contro un bersaglio, il corretto e sicuro maneggio delle armi, gli elmetti indossati e lo zainetto tattico sulle spalle… e poi di nuovo in caserma pronti per la festa del giuramento con le autorità e gli alti ufficiali. Rientro brevissimo in famiglia per le foto di rito e il pranzo con la recluta. E poi dal giorno dopo cambio vita! Avanti al reparto operativo, Caserma Piave di Udine – Gruppo Conegliano “denantalConeanosiscjampeosimûr” - 14a Batteria (pluidûrsdaliscretis). Per uno che dopo il terremoto avrebbe fatto volentieri il pompiere, come inizio non era davvero male!

Caricati sui cassoni dei vecchi CM52 con le borse valigia, lo zaino e lo zainetto tattico, incontro al nostro destino… e ai vecchi artiglieri che con qualche sinistro e ironico miagolio aspettavano i “topolini” con le croste del formaggio… Tutta scena, in due giorni avevo già inquadrato i ragazzi intelligenti e volenterosi da seguire con l’esempio e quelli che sfaccendati e sbandati, volevano imporre la loro autorità non per merito o autorevolezza ma per anzianità di servizio (i “nonni”, pochi per fortuna).

Una cosa accomunava gli uni agli altri, non esisteva il libero arbitrio! Il fatto che tutti dovessero rispettare le regole

20 n. 49 - Giugno 2023

e gli ordini ricevuti indipendentemente dalla propria volontà, ti portava a vivere la situazione dell’altro e a intervenire in mutuo soccorso qualora lo vedessi in difficoltà. Quanti “cubi”, fatti al mattino per i ragazzi stravolti, rientrati la notte precedente da un dispiegamento notturno… e visto che c’eravamo anche per qualche nato stanco… e quanti zaini portati in marcia!

In brevissimo tempo, con i fratelli di scaglione (Roberto “Roby” da Crocetta del Montello e Cosimo “Mino” da Collepasso) e la guida di bravi ufficiali, entrammo in un percorso di crescita abbastanza complesso che in base alle caratteristiche formative di ognuno, ci preparò per il lavoro che avremmo dovuto svolgere. Specialista al tiro, incarico 266, comandante di squadra tiro artiglieria terrestre della 14a batteria, alle dirette dipendenze dell’ufficiale di tiro.

Il 23 luglio 1984 iniziò il Corso con basi teoriche e pratiche di topografia, fisica applicata alla balistica, e dulcis in fundo di trigonometria, nonché lo studio specifico degli obici in dotazione 155/23 con le loro caratteristiche e condizioni di impiego. Ad agosto avevo partecipato al corso caporali, ero risultato idoneo anche come istruttore e quindi, dopo la seconda puntura sul petto per la vaccinazione di richiamo, prima scuola tiro d’Abruzzo, partii di notte per Avezzano dopo aver preparato e caricato insieme ai miei commilitoni la tradotta ferroviaria con i carri cuccetta e i carri merci con gli obici, i trattori e il materiale logistico. Che esperienza ragazzi!!!!

Due settimane nella piana del Fucino (un lago bonificato vicino ad Avezzano), non proprio a ridosso del poligono del Monte Sirente, accampati in tende costruite con l’unione dei singoli teli mimetici in dotazione individuale, sostenuti da clarinetti in alluminio e fissati con picchetti su un dolce declivio che favorisse lo sgrondo delle acque piovane, in mezzo ai boschi, alla natura, pioggia di notte e sole di giorno, adattati alle condizioni del terreno e senza docce fino al penultimo giorno. Con-

dizioniigieniche? Passiamo alla domanda successiva… le salviette imbevute e antibatteriche erano già operative ben prima del Covid per fortuna!!! Prove di resistenza!! Scuola tiro esaltante, ricordo come ora il battesimo del fuoco, ricevuto dai vecchi artiglieri con la spugnetta che serviva a pulire l’otturatore degli obici, imbevuta dai residui carboniosi della polvere da sparo… mamma mia!!! Aveva una puzza tremenda ma scacciava le zanzare per giorni e giorni!

Vedere in funzione degli acceleratori balistici di quelle dimensioni, sapendo che i dati forniti per colpire l’obiettivo provenivano da te, in qualche modo ti mettevano pressione psicologica e non c’era spazio per il timore di commettere un errore. Dovevi essere assolutamente sicuro delle tue azioni (anche se il centro tiro aveva un computer per le verifiche), in quanto, in teatri operativi il supporto non era garantito; un dato sbagliato avrebbe potuto costare molte vite umane.

Una prova valutativa interforze perfettamente riuscita, valse i complimenti al Gruppo, alla Batteria e a tutti gli artiglieri partendo dagli ufficiali. Andò benissimo e rientrai a Udine già con la proposta di aumento di grado che poi si concretizzò al 6° mese di servizio… Caporalmaggiore; quelle 400 lire in più al giorno, facevano comodo ed erano ben 12.000 lire al mese in più del soldato semplice… la soddisfazione di una pizza! Ma in caserma, ti accorgi che i soldi non ti servono a molto… I servizi in polveriera a Osoppo con la neve alta 50 centimetri, il campo invernale marciante con la formazione per la ricerca dei dispersi in valanga, i sistemi di individuazione elettronica e con le sonde… il pernottamento in quota, sotto la neve… il freddo, un po’ di fame e tanta ma tanta fatica, alla ricerca di un limite che non ho trovato ma che ho compreso bene, anche dopo, leggendo e ascoltando i sacrifici dei veci reduci di Russia che poi ho avuto il privilegio di conoscere.

Il servizio di coordinamento delle guardie ai seggi nel bresciano, fino al passo

del Tonale, La seconda scuola tiro in Piemonte a Perrero e Perosa Argentina, passata da congedante con gli allievi preparati da me per svolgere i miei compiti e la soddisfazione di condividere con i nostri ufficiali il compiacimento per l’ottimo lavoro svolto e la nomina a Sergente con cartolina rossa: riserva di mobilitazione con presentazione diretta al reparto di appartenenza in caso di chiamata che ho restituito ai carabinieri quando mi hanno sostituito dopo 10 anni dal congedo non senza apprensione per la crisi di Comiso. Quanti Amici Dagli ufficiali medici Cosimo, un ginecologo palermitano che a fine naja mi volle alle sue nozze… ai comandanti Silvio ed Enrico, Marco, Attilio… ai fratelli alpini di scaglione, il mio amico Michele, architetto del 7°/84, lo trovai in caserma di ritorno dall’Abruzzo, era nel battaglione logistico attendente del colonnello Pastorino, il grande Claudio, Amico, compagno di scuola, umile cuore del Centro Tiro, recalcitrante ai gradi quanto scrupoloso nell’adempimento dei suoi delicati compiti, alla sera qualche volta tornavamo a casa con la sua mitica Dyane in libera uscita e ci accomunava la sofferenza del rientro in caserma ove “alcuni camuni, veronesi e i trevisani” mal sopportavano la nostra “assenza” e si dedicavano allo studio di alcune sostanze psicotrope producendo (considerato il freddo -7 in camerata) più fumo della stufa a legna… ragazzi instabili, droghe in caserma, pregiudicati in punizione.. Anche a loro, con il tempo, è passata! Qualche ufficiale sveglio e organizzato ha pensato bene di individuare le fonti e rimuovere sul nascere il pericolo di combustione… per qualcuno con il cambio di soggiorno, per altri con il prolungamento coatto. Certamente per molti provenienti da situazioni detentive la vita è cambiata in meglio, per altri (pochi) purtroppo no. ho cercato di sintetizzare al meglio la mia esperienza, omettendo molto di un anno che ho ripercorso con piacere, nostalgia e un po’ di commozione, per il tempo passato, per le persone care, i Frà che sono andati avanti e per la consapevolezza di essere stato un privilegiato per aver servito la Patria con il Cappello alpino, in un ambiente operativo splendido, in una “famiglia” specchio della bella e variegata gioventù italiana, con tanti pregi, alcuni difetti propri e altri ereditati malvolentieri dalla società di provenienza. Ma tutti potenzialmente amici, uniti nel rispetto del sacrificio altrui, dei valori umani, della solidarietà, della sussidiarietà e dell’Unità Nazionale.

21 n. 49 - Giugno 2023
Abruzzo: Monte Sirente

NORDLINGEN, la città nel cratere

Il meteorite caduto in Baviera

Il primo documento ufficiale nel quale si parla di Nordlingen risale all’898. Quando si arriva in questo luogo, si ha l’idea di entrare in una piccola città dall’aspetto medievale come tante altre della Baviera in Germania. La cittadina ha mantenuto intatta l’imponente cerchia di mura (percorribili a piedi nel cammino della guardia le mura) e le fortificazioni tipiche di quell’epoca. È l’unica città tedesca che ha conservato il tutto perfettamente perché durante la seconda Guerra Mondiale la città ha subito pochi bombardamenti. Il percorso è lungo 2,6 km con 15 torri e 5 porte da dove si vede il centro storico con le sue case a graticcio colorate e tetti a punta, il Municipio, la Chiesa di San Giorgio con il campanile chiamato “Daniel“ da cui si ha una splendida vista sulla città e sulla pianura circostante. I suoi abitanti credevano che la città fosse stata costruita all’interno del cratere di un vulcano, ma negli anni ’60 due scienziati americani dimostrarono che in realtà la depressione del terreno era stata causata dall’impatto di un meteorite caduto 15 milioni di anni fa. Questa scoperta rende Nordlingen unica! Sorge all’interno dell’enorme cratere che è chiamato Ries. Questo enorme meteorite al momento dell’impatto con la terra viaggiava a circa 720 mila km/ora (pari a 20 km al secondo), una velocità assolutamente sconvolgente che consentì al corpo celeste di penetrare nella crosta terrestre per quasi un chilometro e scaraventò la massa di terra e roccia fino ad una distanza di 450 km! L’energia dell’esplosione liberata dall’impatto corrispose a migliaia di bombe atomiche del tipo di hiroshima. Causò un terremoto magnitudine 8, distrusse in pochi secondi qualsiasi forma di vita in un giro di decine di chilometri e creò un’onda d’urto che si distribuì intorno a tutta la terra fino a 20.000 km di distanza. Fu uno dei più grandi che abbia mai colpito la terra

con il suo diametro di 1.500 metri e cambiò completamente il paesaggio. Il diametro del cratere è di 25 km circa, ed è ancora ben visibile, anche se nei milioni di anni passati da allora, l’erosione ha cancellato molte tracce sulla superficie. Nella città, gli edifici di pietra sono stati costruiti con rocce di suevite, create dall’impatto del meteorite. Le rocce racchiudono molti piccoli diamanti, tutti di dimensioni inferiori al millimetro. Infatti, durante la costruzione della città avvenuta intorno al IX secolo, sono state usate rocce che contengono le minuscole gemme. Interessante è il RIESKRATER MUSEUM costruito all’interno di un granaio del XVI secolo che è diventato un moderno museo geologico dove si può approfondire tutto quello che riguarda il cratere di Nordlingen. Nel Museo si trova un campione di roccia lunare donato dagli astronauti NASA dell’APOLLO 16 come ringraziamento per l’accoglienza durante la formazione degli astronauti dell’APOLLO 14 avvenuta a Nordlingen. Anche la “nostra“ astronauta Samantha Cristoforetti, nuova comandante della Stazione Spaziale Internazionale, è stata qui per lo studio del cratere di impatto di Ries. Noi abbiamo visitato questa bella cittadina, percorso la cinta muraria medievale che la circonda, osservato quanto c’era di interessante, siamo saliti sul “Daniel“, il campanile alto 89 metri con trecento scalini e ammirato il panorama: era ora di proseguire il viaggio sulla “Strada Romantica“ verso nuove cose da scoprire. Non capita tutti i giorni di camminare in una città dentro il cratere di un meteorite e vederne da vicino l’effetto dell’impatto sulla terra: questo è Nordlingen! Ma la Baviera, sulla sua “Strada Romantica“, propone altre bellissime cittadine con castelli romantici e ben conservati, musei, cibi tipici e panorami naturalistici, itinerario ideale per un bellissimo viaggio!

22 n. 49 - Giugno 2023
Il cratere della cittadina di Nordlingen Campione di roccia lunare donato dagli astronauti dell’Apolllo 16

San Giorgio che cambia

Immagini di cent’anni fa: immagini a confronto

Itinerannia 2023: una mostra fotografica per raccontare l’evoluzione storica di alcuni luoghi simbolo del nostro paese

In occasione della manifestazione organizzata dall’Amministrazione Comunale e denominata Itinerannia 2023, il Gruppo A.N.A. di San Giorgio di Nogaro ha inteso partecipare alle attività culturali inserite nel programma organizzando l’allestimento di una mostra fotografica dal titolo “San Giorgio di Nogaro che cambia:immagini di cento anni fa a confronto” esposizione che trae origine dalla rubrica “Immagini a confronto” presente oramai da 5 anni sul periodico trimestrale del Gruppo “Fruzons di Plume”

Come noto, agli inizi del XX secolo San Giorgio di Nogaro era una comunità caratterizzata da uno sviluppo economico diversificato e da un tessuto sociale eterogeneo, elementi questi che hanno consentito alla popolazione del luogo di godere di un discreto tenore di vita.

Nel 1915, allo scoppio della Prima guerra mondiale, la favorevole posizione geografica (in quanto paese posto sul confine con l’Impero Austro-Ungarico) che aveva garantito un forte sviluppo del paese, determinò la sua trasformazione in un grosso centro logistico-militare caratterizzato dalla presenza di magazzini di prodotti alimentari e consistenti depositi di vestiario e munizioni, di alloggi adibiti a dormitori per i soldati,

sedi di uffici per comandi, compagnie e truppe di ogni arma, ospedali e di una scuola medica da campo per studenti di medicina.

A testimoniare questa repentina trasformazione della comunità sono le molte fotografie che sono giunte fino a noi provenienti dalle molte collezioni private o dagli Istituti di ricerca locali e nazionali deputati alla raccolta di documenti storici.

La mostra ha così raccolto le immagini di alcuni dei luoghi e degli edifici più caratteristici del nostro paese e delle frazioni di Porto Nogaro, Chiarisacco e Villanova ritratti cent’anni fa associate alle immagini degli stessi luoghi ritratti al giorno d’oggi, confronto che, per certi aspetti, può farci comprendere quanto, come (e se) il paese è cambiato nel corso dell’ultimo secolo. Le immagini sono state accompagnate da un breve testo che ha cercato di documentare il fatto che molti di questi luoghi, nel corso dell’ultimo secolo, hanno radicalmente mutato la propria conformazione originaria, elemento questo che ha dato nuove prospettive e ha fornito nuove interpretazioni circa il ruolo e la storia dei luoghi coinvolti.

La mostra, costituita da 20 pannelli espositivi, è stata allestita presso l’edificio che ospita l’Infopoint della Biblioteca di Villa Dora e ha avuto una discreta affluenza di pubblico tenuto conto che è stato stimato in almeno 400 il numero dei visitatori.

Il consiglio dello sponsor

Il nome GUBANA viene da “GUBANZA” (“hu-banza”) la credenza di legno in cui veniva custodita al sicuro dai bambini golosi: perché un dolce così buono non si poteva mangiare ogni giorno!

23 n. 49 - Giugno 2023

Alla ricerca di... Bruna Cargnelutti (Caritas)

2) Quali sono le sue finalità, a chi si rivolge e come opera?

Da tanti anni i nostri vecchi dicevano, scuotendo il capo, che così non poteva andare avanti… “Troppo spreco, troppe pretese, une strazarie di afiets, nissun rispiet pa peraule dade, pratindi dut e subit…” Li prendevamo un po’ sul serio, un po’ come lamentazioni di chi aveva vissuto sulla propria pelle la miseria, e ancora teneva da conto scarpe vecchie, abiti dismessi, pezzi di stoffa “No si bute vie nuie, al pos simpri ocori, no si sa mai!”

C’erano sì le guerre, i terremoti, le alluvioni, le carestie, ma così lontano da qui…

Ora i vecchi siamo noi, e ci accorgiamo che quelle parole avevano un sapore di profezia, anche se allora non si poteva prevedere che un’epidemia di Coronavirus avrebbe fatto saltare ogni sicurezza nel campo della salute, del lavoro, dei rapporti sociali, dell’economia… in aggiunta agli sbarchi dei disperati del mondo in cerca di un approdo di salvezza, alla guerra alle nostre porte, in Ucraina, con le sue conseguenze, alla siccità, alle alluvioni…

E abbiamo cominciato a vedere con i nostri occhi, nelle nostre città, le lunghe file di persone in attesa di un pasto, di un aiuto materiale, di un po’ di vestiario. Era il fenomeno sotterraneo e fino ad allora invisibile della povertà che esplodeva in tutta la sua violenza e non poteva restare confinato altrove…

E sempre più spesso ascoltavamo nei resoconti giornalieri la parola CARITAS, come di qualcuno che conosceva questa povertà da tempo, la studiava e metteva in atto i modi per aiutare chi era in difficoltà.

Ora, per verificare la situazione nella nostra zona, abbiamo rivolto le nostre domande alla gentile, infaticabile Referente della Caritas locale, Bruna Cargnelutti.

1) Che cosa sono i Centri di ascolto della CARITAS?

I Centri di Ascolto, come dice il rapporto della Caritas, sono “i luoghi privilegiati in cui si tessono relazioni con i poveri” e per questo costituiscono il cuore pulsante dell’operare delle nostre Caritas. Il Centro di Ascolto di San Giorgio di Nogaro è nato nel 2010 ed è al servizio di tutte le parrocchie del nostro territorio.

Da noi vengono persone che per vari motivi si trovano in difficoltà nel vivere quotidiano, difficoltà dovute a problematiche lavorative (licenziamento, disoccupazione, cassa integrazione), problematiche economiche (povertà estrema, reddito insufficiente, cattiva gestione del reddito, indebitamento), problematiche legate a diverse fragilità. Ad aggravare situazioni a volte drammatiche ci sono anche problemi legati alla salute o a invalidità. Cerchiamo sempre di far sentire le persone a proprio agio, di modo che con più facilità riescano a raccontare il proprio vissuto. Successivamente si tratta di dare risposte concrete: sostegno di tipo alimentare, con il vestiario e con aiuti economici.

3) Come si è sviluppata la sua azione a San Giorgio di Nogaro?

Sono circa 80 le famiglie che ricevono mensilmente un pacco alimentare. I generi alimentari provengono soprattutto dal Banco alimentare, dalle raccolte effettuate nelle parrocchie, come ad esempio la raccolta fatta da alcune catechiste nelle loro comunità, e da prodotti acquistati da noi (latte, caffè, olio…). Senza dimenticare gli alpini che ci sono di grande aiuto con raccolte straordinarie. Due volte alla settimana vengono distribuiti alimenti in scadenza, che ritiriamo da due supermercati della zona, e che sono destinati a circa 20 famiglie con figli.

4) Quali sono al momento le difficoltà che il territorio presenta, quali le necessità più urgenti?

Molto spesso dobbiamo intervenire economicamente, dopo aver comunque contattato i servizi sociali del territorio, con il pagamento di bollette già scadute o di arretrati d’affitto o di acquisto di legna o pellet. E questo lo possiamo fare grazie alle offerte che riceviamo da privati e da qualche associazione. Nel 2022, siamo così intervenuti 40 volte per il pagamento di bollette di energia elettrica e gas, aiutando 24 famiglie. Abbiamo fatto 6 acquisti di legna da ardere per 5 famiglie e 5 di pellet per 3 famiglie.

24 n. 49 - Giugno 2023
La Sede della Caritas Foraniale di San Giorgio di Nogaro I pacchi pronti per la distribuzione alle famiglie

Ogni sabato, dalle 10 alle 12, si ricevono le persone (italiane e straniere) che vengono a chiedere un consiglio, un aiuto, un suggerimento, una parola di conforto. Attualmente sono 10 i volontari che si alternano nel servizio.

Sempre al sabato c’è la distribuzione del vestiario, con 6 volontari, mentre possiamo contare sulla preziosa collaborazione di 4 volontari per la distribuzione degli alimenti in scadenza.

5) Come può aderire alle attività della CARITAS una persona che voglia dedicarvi il suo tempo?

La Caritas può continuare nel suo impegno grazie alla generosità privata, che ci consente di aiutare famiglie che versano in situazione di grave precarietà.

Rimane il problema del volontariato. Un maggior coinvolgimento delle varie parrocchie sarebbe auspicabile e di grande aiuto. Ogni persona, sensibile, disponibile, paziente, collaborativa può “segnalarsi” per telefono o presentarsi al centro dove troverà sempre un qualche volontario.

Siamo in piazza Duomo n° 1, il nostro numero di telefono è 351 6377604.

Il servizio vestiario funziona a pieno ritmo. Chi desidera portare indumenti in buono stato e cose di casa, ci trova il sabato dalle 10 alle 12.

6) C’è una riflessione particolare o qualche aneddoto che Lei può raccontare?

Ascoltare è difficile!

Oggi come oggi ci si grida addosso, ci si apostrofa, si alza la voce, mentre non si conosce la parola ascolto Ascoltare vuol dire aprirsi agli altri, accoglierli, cercare di capire quali sono i problemi della persona che si presenta da noi e che racconta le sue difficoltà, a volte con

disagio proprio perché non ha altre vie d’uscita. E non giudicare, ma rimanere in ascolto per poter poi dare un aiuto, una risposta. E a volte provare impotenza perché le risposte non sempre sono possibili o sufficienti. Chi viene a chiedere il pagamento di una bolletta lo fa come ultima spiaggia, quando mancano relazioni o, molto spesso, quando troppe porte rimangono chiuse. Ma ci sono altre situazioni più complicate, che non si risolvono facilmente o non si risolvono affatto. In questi casi è importante essere vicini, far capire che noi siamo sempre disponibili e pronti ad aiutarli.

Si prova gioia quando riusciamo a dare risposte e “quel bisogno” è risolto, così come si prova gioia quando c’è solidarietà, quando c’è un mercatino, una raccolta alimentare. O quando gli alpini o qualche associazione fanno sentire la loro presenza ed il loro aiuto. Mentre si prova tristezza quando qualcuno ti fa notare che il problema della povertà non esiste perché quello che manca è la voglia di lavorare! Vallo a dire ad una mamma con tre figli che è stata abbandonata dal marito! Oppure quando qualcuno ti dice: “Non vi aiuto più perché avete aiutato uno che ho visto giocare con le macchinette o che ho visto al bar”, liquidando tranquillamente il problema senza pensare a eventuali fragilità, a tante storie difficili e complicate.

Nota:

La Caritas Italiana è l’organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) per la promozione della carità. È nata nel 1971 per volere di Paolo VI… ha lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolareattenzioneagliultimieconprevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto)”.

da homepage - Caritas Italiana

25 n. 49 - Giugno 2023
Il Girotondo della Solidarietà(2020). NelmagazzinodellaCaritas,consegnati35quintalidialimenti

Notizie brevi

110 e lode

La Redazione

La Pasqua nei piccoli gesti

L’Asilo delle Suore, il 25 giugno ha festeggiato il 110° anniversario con eventi dedicati e una grande, anzi grandissima giornata della Festa della Famiglia.

Missione compiuta… 700 porzioni di pastasciutta “cotte e mangiate”! E, con l’inaugurazione dei giochi e degli spazi educativi all’aperto, abbiamo spiegato a tutti che la “Penna sotto l’Albero” –ovvero il panettone e pandoro solidale -, ha portato all’asilo 7.800€ (nelle due edizioni del 2021 e 2022 con oltre 2.200 prodotti venduti).

I contatti con le realtà del territorio con le quali periodicamente collaboriamo devono essere mantenuti.

Lo si può fare con piccoli ma significativi gesti come ad intendere “ci ricordiamo di voi”.

Così, in occasione della Pasqua, abbiamo commissionato a Miriana (“amica degli alpini” del Gruppo) tre uova che ha realizzato con gli stampi in dotazione. La “palla” è poi passata a Mentore che con la consueta creatività e capacità realizzativa ha preparato le confezioni che con una rappresentanza del Gruppo sono stati consegnate a:

- Progetto Autismo FVG,

- Consorzio Assistenza Medico Psico Pedagogica (C.A.M.P.P.) di Corgnolo - al Reparto di Pediatria dell’Ospedale Civile di Latisana.

Anche in questo caso, abbiamo onorato uno dei nostri motti “Un aiuto per un sorriso”

Il consiglio dello sponsor

Dalla collaborazione con i produttori di tessuti in lana Merinos e produttori di filati elasticizzati in poliammide, è stato realizzato un tessuto per camice altamente traspirante e di rapida asciugatura.

26 n. 49 - Giugno 2023

Il cjanton da puisie

Meti li alis

Meti li alis e lâ fûr di sé, svolâ parsore dal timp in lôcs che e rivochin di amôr, dulà che si spielin i pensêrs di creaturis d’oltran, e li armuniis e condusin a imierzisi ta lûs, dulà che le bieleze no à confin...

e il dolôr al pâr mai stât.

Il cjanton da rizete

Carpaccio di polpo

• 1 polpo verace da 1 kg già pulito

• 1 cipolla

• 2 foglie di alloro

• 1 costa di sedano

• 1 bicchiere di vino bianco

• il succo di 1 limone

• olio di oliva

• sale, pepe e prezzemolo

Mettere le ali

Mettere le ali e volare oltre il tempo in luoghi che riverberano amore, dove si specchiano i pensieri di creature d’altrove, e le armonie conducono a immergersi nella luce… dove la bellezza non ha confine, e il dolore, sembra mai esistito.

do il collo. Quando il polpo si è raffreddato, scolatelo e mettetelo nella bottiglia. Adagiateci sopra un peso e mettetelo in frigorifero per una notte. Al momento di portare in tavola, estraete il polpo dalla bottiglia, affettatelo sottilmente con un’affettatrice, distribuite le fette nei piatti individuali e conditele con un emulsione di olio, succo di limone e prezzemolo tritato. Completate con qualche grano di pepe e servite.

Buon appetito!

Portate a bollore una pentola di acqua con il vino bianco, la cipolla tagliata a metà, l’alloro e il sedano. Immergeteci il polpo e ritiratelo per tre volte, in tal modo i tentacoli si arricceranno. Quindi tuffatelo definitivamente nell’acqua e portate a cottura per 45-50 minuti (o comunque finchè risulterà tenero). Trascorso il tempo, spegnete il fuoco e lasciate raffreddare il polpo nell’acqua di cottura.

Nel frattempo tagliate una bottiglia di plastica eliminan-

27 n. 49 - Giugno 2023

Le nostre montagne

Monte Bivera (foto Ranieri Graziotto)

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