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Alla ricerca di... Bruna Cargnelutti (Caritas)

di Maria Fanin

2) Quali sono le sue finalità, a chi si rivolge e come opera?

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Da tanti anni i nostri vecchi dicevano, scuotendo il capo, che così non poteva andare avanti… “Troppo spreco, troppe pretese, une strazarie di afiets, nissun rispiet pa peraule dade, pratindi dut e subit…” Li prendevamo un po’ sul serio, un po’ come lamentazioni di chi aveva vissuto sulla propria pelle la miseria, e ancora teneva da conto scarpe vecchie, abiti dismessi, pezzi di stoffa “No si bute vie nuie, al pos simpri ocori, no si sa mai!”

C’erano sì le guerre, i terremoti, le alluvioni, le carestie, ma così lontano da qui…

Ora i vecchi siamo noi, e ci accorgiamo che quelle parole avevano un sapore di profezia, anche se allora non si poteva prevedere che un’epidemia di Coronavirus avrebbe fatto saltare ogni sicurezza nel campo della salute, del lavoro, dei rapporti sociali, dell’economia… in aggiunta agli sbarchi dei disperati del mondo in cerca di un approdo di salvezza, alla guerra alle nostre porte, in Ucraina, con le sue conseguenze, alla siccità, alle alluvioni…

E abbiamo cominciato a vedere con i nostri occhi, nelle nostre città, le lunghe file di persone in attesa di un pasto, di un aiuto materiale, di un po’ di vestiario. Era il fenomeno sotterraneo e fino ad allora invisibile della povertà che esplodeva in tutta la sua violenza e non poteva restare confinato altrove…

E sempre più spesso ascoltavamo nei resoconti giornalieri la parola CARITAS, come di qualcuno che conosceva questa povertà da tempo, la studiava e metteva in atto i modi per aiutare chi era in difficoltà.

Ora, per verificare la situazione nella nostra zona, abbiamo rivolto le nostre domande alla gentile, infaticabile Referente della Caritas locale, Bruna Cargnelutti.

1) Che cosa sono i Centri di ascolto della CARITAS?

I Centri di Ascolto, come dice il rapporto della Caritas, sono “i luoghi privilegiati in cui si tessono relazioni con i poveri” e per questo costituiscono il cuore pulsante dell’operare delle nostre Caritas. Il Centro di Ascolto di San Giorgio di Nogaro è nato nel 2010 ed è al servizio di tutte le parrocchie del nostro territorio.

Da noi vengono persone che per vari motivi si trovano in difficoltà nel vivere quotidiano, difficoltà dovute a problematiche lavorative (licenziamento, disoccupazione, cassa integrazione), problematiche economiche (povertà estrema, reddito insufficiente, cattiva gestione del reddito, indebitamento), problematiche legate a diverse fragilità. Ad aggravare situazioni a volte drammatiche ci sono anche problemi legati alla salute o a invalidità. Cerchiamo sempre di far sentire le persone a proprio agio, di modo che con più facilità riescano a raccontare il proprio vissuto. Successivamente si tratta di dare risposte concrete: sostegno di tipo alimentare, con il vestiario e con aiuti economici.

3) Come si è sviluppata la sua azione a San Giorgio di Nogaro?

Sono circa 80 le famiglie che ricevono mensilmente un pacco alimentare. I generi alimentari provengono soprattutto dal Banco alimentare, dalle raccolte effettuate nelle parrocchie, come ad esempio la raccolta fatta da alcune catechiste nelle loro comunità, e da prodotti acquistati da noi (latte, caffè, olio…). Senza dimenticare gli alpini che ci sono di grande aiuto con raccolte straordinarie. Due volte alla settimana vengono distribuiti alimenti in scadenza, che ritiriamo da due supermercati della zona, e che sono destinati a circa 20 famiglie con figli.

4) Quali sono al momento le difficoltà che il territorio presenta, quali le necessità più urgenti?

Molto spesso dobbiamo intervenire economicamente, dopo aver comunque contattato i servizi sociali del territorio, con il pagamento di bollette già scadute o di arretrati d’affitto o di acquisto di legna o pellet. E questo lo possiamo fare grazie alle offerte che riceviamo da privati e da qualche associazione. Nel 2022, siamo così intervenuti 40 volte per il pagamento di bollette di energia elettrica e gas, aiutando 24 famiglie. Abbiamo fatto 6 acquisti di legna da ardere per 5 famiglie e 5 di pellet per 3 famiglie.

Ogni sabato, dalle 10 alle 12, si ricevono le persone (italiane e straniere) che vengono a chiedere un consiglio, un aiuto, un suggerimento, una parola di conforto. Attualmente sono 10 i volontari che si alternano nel servizio.

Sempre al sabato c’è la distribuzione del vestiario, con 6 volontari, mentre possiamo contare sulla preziosa collaborazione di 4 volontari per la distribuzione degli alimenti in scadenza.

5) Come può aderire alle attività della CARITAS una persona che voglia dedicarvi il suo tempo?

La Caritas può continuare nel suo impegno grazie alla generosità privata, che ci consente di aiutare famiglie che versano in situazione di grave precarietà.

Rimane il problema del volontariato. Un maggior coinvolgimento delle varie parrocchie sarebbe auspicabile e di grande aiuto. Ogni persona, sensibile, disponibile, paziente, collaborativa può “segnalarsi” per telefono o presentarsi al centro dove troverà sempre un qualche volontario.

Siamo in piazza Duomo n° 1, il nostro numero di telefono è 351 6377604.

Il servizio vestiario funziona a pieno ritmo. Chi desidera portare indumenti in buono stato e cose di casa, ci trova il sabato dalle 10 alle 12.

6) C’è una riflessione particolare o qualche aneddoto che Lei può raccontare?

Ascoltare è difficile!

Oggi come oggi ci si grida addosso, ci si apostrofa, si alza la voce, mentre non si conosce la parola ascolto Ascoltare vuol dire aprirsi agli altri, accoglierli, cercare di capire quali sono i problemi della persona che si presenta da noi e che racconta le sue difficoltà, a volte con disagio proprio perché non ha altre vie d’uscita. E non giudicare, ma rimanere in ascolto per poter poi dare un aiuto, una risposta. E a volte provare impotenza perché le risposte non sempre sono possibili o sufficienti. Chi viene a chiedere il pagamento di una bolletta lo fa come ultima spiaggia, quando mancano relazioni o, molto spesso, quando troppe porte rimangono chiuse. Ma ci sono altre situazioni più complicate, che non si risolvono facilmente o non si risolvono affatto. In questi casi è importante essere vicini, far capire che noi siamo sempre disponibili e pronti ad aiutarli.

Si prova gioia quando riusciamo a dare risposte e “quel bisogno” è risolto, così come si prova gioia quando c’è solidarietà, quando c’è un mercatino, una raccolta alimentare. O quando gli alpini o qualche associazione fanno sentire la loro presenza ed il loro aiuto. Mentre si prova tristezza quando qualcuno ti fa notare che il problema della povertà non esiste perché quello che manca è la voglia di lavorare! Vallo a dire ad una mamma con tre figli che è stata abbandonata dal marito! Oppure quando qualcuno ti dice: “Non vi aiuto più perché avete aiutato uno che ho visto giocare con le macchinette o che ho visto al bar”, liquidando tranquillamente il problema senza pensare a eventuali fragilità, a tante storie difficili e complicate.

Nota: da homepage - Caritas Italiana

La Caritas Italiana è l’organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) per la promozione della carità. È nata nel 1971 per volere di Paolo VI… ha lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolareattenzioneagliultimieconprevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto)”.