N°61 Sulla via della pace

Page 1

®

EDITORIALE

IL VACCINO PIÙ EFFICACE

- N ° 61 -

PROGETTI DI SOLIDARIETÀ LA POTENZA DELLA PREGHIERA Anno XVI - n. 1 - Gennaio-Marzo 2021 - Trimestrale Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe Percue In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Trento per la restituzione al mittente previo pagamento resi

- 2 0 21 -


2 SULLA VIA DELLA PACE Trimestrale di in-formazione Anno XVI - n. 1 gennaio-marzo 2021 Registrazione n. 263 presso il Tribunale di Rovereto (TN) (19.01.2006) Direttore responsabile Paolo Maino

SOMMARIO 3 4

Direttore di redazione Maria Luisa Toller

6

Redazione Maria Luisa Toller Graziana Pedrotti Tiziano Civettini

8

Collaboratori Marilena Brighenti Stefania Dal Pont

11

Archivio Fotografico Marcello Cenedese

10 23 24 26

Distribuzione e numeri arretrati Fausta Matteotti

27

Editore Associazione Via Pacis onlus

30

28

Editoriale • Il vaccino più efficace Battesimo nello Spirito - In tempo di pandemia - Quanto è grande Dio Pregare: accetti la sfida? - Intervista a Paolo Maino Filippine - Diario di una consueta emergenza Together we can Progetti di solidarietà 2020 Testimonianza • Trasgredire Charis • Annunciare il Vangelo Check point • Impadronirsi della Bibbia Fare storia Quanto amo la tua Parola • Come pensi così vivi Carissimo • Decima, scelta di libertà

Direzione e amministrazione Via Monte Baldo, 5 38062 Arco (Trento) Italy mail@viapacis.info www.viapacis.info Tel. +39.0464.555767 Grafica BENĀCUS benacus2015@gmail.com Illustrazioni Paola Bonometti Tiziano Civettini Ilaria Failo Stampa Antolini Tipografia - Tione (TN) Finito di stampare nel mese di dicembre 2020 In copertina: “Sembé”

L’Associazione Via Pacis è un’Associazione internazionale Privata di Fedeli Laici della Chiesa Cattolica di Diritto Pontificio.

Le attività di solidarietà promosse dall’Associazione Via Pacis sono gestite dalla Associazione Via Pacis onlus Via Monte Baldo, 5 - 38062 Arco (TN) - Italy Tel. +39.0464.555767 - mail@viapacis.info

Per offerte: CASSA RURALE ALTO GARDA IBAN: IT 67 C 08016 35320 000002142146 Codice BIC SWIFT CCRTIT2T04A BANCA UNICREDIT IBAN: IT 11 A 02008 35320 000005550586 Codice BIC SWIFT UNCRITM10FR BANCOPOSTA c.c. postale n. 14482384 intestato a: Associazione Via Pacis onlus

®


EDITORIALE

3

tua mano al povero: è Cristo. Tendi la tua mano al povero. Hai ricevuto tante cose, e lasci che tuo fratello, tua sorella muoia di fame?”

DI MARIA LUISA TOLLER

S

tiamo concludendo un anno incredibile, in cui l’umanità si ritrovata alle prese con una calamità globale e devastante. In un mondo complicato e complesso, la pandemia da SARS-CoV-2 ha investito come un immane terremoto le vite della gente, i sistemi sanitari, l’economia, la politica. Ma, soprattutto, la pandemia ha contribuito ad aumentare il già profondo divario fra ricchi e poveri, fra chi può continuare a guardare con fiducia al futuro, sopportando qualche disagio, e chi, già sotto la soglia della povertà, perde tutto. Papa Francesco, in occasione della IV Giornata mondiale dei poveri, ha richiamato tutte le persone di buona volontà: “Tendi la tua mano al povero. Non sei solo nella vita: c’è gente che ha bisogno di te. Non essere egoista, tendi la mano al povero. Tutti abbiamo ricevuto da Dio un 'patrimonio' come esseri umani, una ricchezza umana, qualunque sia. E come discepoli di Cristo, abbiamo ricevuto anche la fede, il Vangelo, lo Spirito Santo, i Sacramenti e tante altre cose. Questi doni bisogna utilizzarli per operare il bene in questa vita, come servizio a Dio e ai fratelli. Noi, a volte, pensiamo che essere cristiani sia non fare del male, e questo è buono. Ma non fare del male non basta. Noi dobbiamo fare del bene, uscire da noi stessi e guardare coloro che hanno più bisogno. C’è tanta fame, anche nel cuore delle nostre città, ma tante volte noi entriamo nella logica dell’indifferenza: il povero è lì e noi guardiamo da un’altra parte. Tendi la

E, riferendosi specificamente alla pandemia, il Cardinale Matteo Zuppi ha affermato in un’intervista: “Il Papa l’ha detto subito: pensavamo di vivere sani in un mondo malato, narcotizzato dal benessere. Nella scorsa primavera abbiamo scoperto che no, non siamo invulnerabili. Poi è scattato un effetto molla, appena la morsa dell’infezione si è allentata, e ci siamo dimenticati della sveglia che era suonata. Occorre ritrovare consapevolezza, anche in un momento come questo, dove siamo più stanchi, e soprattutto mettere

in atto la solidarietà della porta accanto, che è il primo antidoto sociale”. E ancora: “Il vaccino a questo virus? La solidarietà di vicinato! Mai come oggi dobbiamo tessere e ritessere legami che uniscano: le persone, le fasce sociali, le diverse opinioni politiche. Ama Dio e ama il tuo vicino: sono i due comandamenti che Gesù ha unito. Non è possibile dirsi fedeli al Signore e insieme mostrare disinteresse per gli altri. La prima cosa include necessariamente la seconda. Se un cattolico, specie in questo tempo buio, pensa di poter tenere separate le due travi portanti della nostra fede, dovrebbe interrogarsi a fondo e sanare una contraddizione così forte”.

Il vaccino più efficace


BATTESIMO NELLO SPIRITO

TES TIMO NIAN ZE Conosco da tempo i fratelli e sorelle di Via Pacis e il loro modo gioioso di lodare e ringraziare il Signore per ogni cosa. Ho deciso di fare il cammino di Vita nuova nello Spirito per rinnovare l'abitudinarietà che mi portavo dentro. Con questo importante cambiamento mi sono ritrovata ad essere sempre più “connessa” con il Signore e meno con il mondo.

Yvonne

La preghiera comune, avere incontrato il gruppo, gli insegnamenti, la condivisione di esperienze e pensieri, la meditazione dei passi della Bibbia, sono la risposta di Dio che mi ama ed è vicino. Questo Dio è padre e misericordioso, mi sostiene, mi dà gioia; è un Dio che si occupa di me, sono importante per Lui e mi ama. Prima non vivevo così la fede, non mi ero mai soffermata a pensare come sono importante per Lui.

Gianfranca

Da tempo, e a più riprese, volevo leggere la Bibbia: pensavo di leggerla dall’inizio alla fine, come si fa con un libro ma, visto che la Bibbia è un insieme di libri e certi passi sono difficili da comprendere, ho capito che, se non si è aiutati, non è facile. Ho cercato in internet qualche aiuto, ma trovavo solo spiegazioni teologiche, storiche, morali. Non era quello che desideravo sulla Parola di Dio, sul dialogo tra Padre e Figlio, sulla Parola che lavora dentro di noi come spada affilata. Attraverso gli incontri del Seminario e un corso tenuto da Via Pacis in parrocchia, ho scoperto che la Parola di Dio va ruminata, interiorizzata, pregata, invocata. Questo mi ha aiutato a comprenderla, ad aver confidenza, ad avviare un dialogo fiducioso con il Padre, per camminare nel mio quotidiano con un orizzonte più ampio.

Fausto

4

Battesimo nello Spirito in tempo di pandemia DI LUCIA ROMANI

Senza Dio non andiamo da nessuna parte! Questo il messaggio che i nostri Fondatori – Paolo ed Eliana – hanno condiviso ai fratelli e alle sorelle che domenica 29 novembre 2020 hanno ricevuto il Battesimo nello Spirito. E con Dio, abbiamo sperimentato, andiamo dove mai avremmo pensato! In quest’anno, segnato dalla pandemia di Coronavirus, il Signore ha condotto i fratelli e le sorelle, impegnati nel Seminario di Vita Nuova nello Spirito, su sentieri inimmaginabili. Il cammino, iniziato nel marzo scorso, per il desiderio percepito nel cuore di un incontro nuovo, vivo con Dio, ha raggiunto il vertice in un Battesimo nello Spirito che nessuno avrebbe mai pensato: via web. E lo Spirito Santo, che a Pentecoste è entrato nel Cenacolo, non ha incontrato ostacoli nell’attraversare la “rete” ed effondersi sui fratelli. Commossi davanti al potente amore di Dio, che con pienezza inonda le nostre vite, auguriamo a questi nostri fratelli e sorelle che tengano sempre una mano stretta a Dio, e l’altra ai fratelli. E il Signore, loro forza, renderà i loro piedi come quelli delle cerve, e sulle alture li farà camminare.


55

Quanto è grande Dio?

TES TIMO NIAN ZE

DI DANILO BONOMETTI

Voi oggi ricevete un grande dono, oggi aggiungete nuova legna al fuoco che è già stato acceso dentro di voi con il Battesimo, per sprigionare la potenza della fiamma di Dio e illuminare, trasformare, guarire e riplasmare la vostra fede e la vostra vita. Forse pensiamo che domani, dopo quest’effusione dello Spirito Santo, come per magia, non esisteranno più i problemi nella nostra vita? Non avremo più alcuna difficoltà nelle relazioni? No, Dio non è un prestigiatore e tanto meno un illusionista, Dio è un Padre amorevole e come un papà vuole che i suoi figli imparino seguendo il suo insegnamento, e nella sua Parola ci dà il grande segreto per imparare a gestire ogni cosa nella nostra vita: la carità. Oggi, accettando Gesù come Maestro, Signore e Guida della tua vita, attraverso lo Spirito Santo, ricevi la forza di affrontare con Lui e in Lui ogni situazione difficile della tua vita. La situazione rimane la stessa, ma la nuova luce potente dello Spirito ti potrà aiutare a vedere le cose in modo diverso, più ampio, e allora sarai tu a cambiare, sarà il tuo cuore che cambierà, invocando l’aiuto dello Spirito Santo. Cambierà il tuo atteggiamento, con il segreto della carità che tu stesso hai sperimentato da Dio, e riuscirai a vedere gli altri e te stesso in modo nuovo, con più amore e meno giudizio, come Dio vede e guarda te. Il dono da solo non basta, però: dobbiamo SCEGLIERE ogni giorno di stare vicini a Dio. Un bimbo un giorno chiese a suo papà: Quanto è grande Dio? Il papà alzò gli occhi al cielo e vide un aereo che passava in quel momento e disse al figlio: Secondo te, quanto è grande quell’aereo? Il bimbo, prendendo le misure con le piccole dita e avvicinandole tra loro disse: Beh, è piccolo così! Allora il papà portò il figlio all’aeroporto, proprio vicino agli aerei e disse: Adesso, quanto è grande questo aereo? Il bimbo stupito disse: È grandissimo! Il papà riprese: Vedi, prima, quando era in cielo, lontano, questo aereo ti sembrava piccolissimo, adesso che lo vedi da vicino capisci quanto realmente è grande… Solo se stiamo vicino a Dio conosceremo la sua vera grandezza e la sua potenza!

Partendo dalla convinzione che Dio ha un progetto su ciascuno di noi, e ciò si realizza se noi liberamente aderiamo, ho voluto fare quest’esperienza fortemente voluta dal nostro Papa Francesco, anche per rafforzare la mia fede.Mi trovo in un particolare momento in cui devo coniugare il mio essere cristiana, povera e sempre bisognosa di perdono, con la mia realtà familiare, della quale ringrazio Dio ogni giorno. L’esperienza vissuta con i fratelli della comunità mi ha fatto toccare con mano quanto sia bello e importante lodare, ringraziare e invocare lo Spirito Santo, finora da me poco invocato.

Luciana

All'inizio del percorso di Vita Nuova nello Spirito avevo preparato mente e cuore per ricevere nuova linfa per camminare. Intravedevo il mio cuore con un piccolo braccio in alto e la mano aperta. Lucia, nel primo incontro, ci spiega che siamo preziosi per Dio e il nostro nome è scritto sul palmo della sua mano, che Lui non ci dimentica, perché ci ama. Non sono mancate le difficoltà, ma ora mi apro a ricevere il dono dello Spirito Santo.

Giovanna

Lungo questo cammino sono successe tante cose (Covid-19, pausa, ripresa…) e anch’io ho avuto i miei alti e bassi (vado avanti, non vado avanti). Ringrazio chi mi ha condotto verso questo percorso perché mi ha cambiato la vita, ha dato un senso, l’unico vero senso: ricordarmi che Dio non mi ha abbandonato e a Lui mi ha ricondotta.

Caterina

Il Seminario di Vita Nuova nello Spirito mi ha fatto scoprire com’è bello condividere la lettura della Bibbia con i fratelli. Si sente l'amore di Dio che ci avvolge e ci unisce, nella diversità di ognuno.

Renata


6

INTERVISTA

PREGAR ACCET LA SFID • Da dove nasce l’idea di scrivere un libro sulla preghiera, in particolare approfondendo il tema della preghiera di liberazione e guarigione?

INTERVISTA A PAOLO MAINO D I F E D E R I C O V I VA L D E L L I

‘La potenza della preghiera’ è l’ultimo libro che il nostro fondatore Paolo Maino ha scritto, edito a settembre 2020. Questo breve testo non nasce dall’intento di offrire una trattazione teologica della preghiera, bensì di condividere l’esperienza personale di una vita e le riflessioni maturate: uno specchio dove trovar riflessa l’immagine che fa al proprio caso (dalla Presentazione di S.E. mons. Francesco Milito, vescovo di Oppido Mamertina-Palmi). “Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Questa la profonda convinzione che deve muovere e sostenere la nostra preghiera, soprattutto nella dimensione comunitaria: pregate gli uni per gli altri per essere guariti (Gc 5,16) è infatti il sottotitolo del libro. Dio si serve di noi per far passare il suo amore che guarisce (p. 29). Facciamoci guidare tra queste pagine, infarcite di Parola di Dio ed esperienza, dalla voce dello stesso Paolo.

In realtà, non c’è stata l’idea di scrivere un libro. Tutto è nato dall’esperienza che in questi anni ho fatto negli incontri di preghiera con gruppi piccoli e grandi: spesso mi veniva chiesto il testo delle varie preghiere di guarigione, ma io non avevo nessun testo, eventualmente qualche appunto, che mi serviva da traccia. Mi sono ripromesso di mettere insieme queste note e, in questo tempo di lockdown, mi sono detto che potevo portare a compimento una promessa che avevo fatto tanto tempo prima, a tante persone. E così ho radunato tutti i miei appunti. Qualcuno mi ha poi suggerito di stampare quelle note… ed è nato il libro! Ci sono anche degli esempi pratici, perché tutti possono fare preghiere di guarigione; non è una cosa riservata solo ad alcune persone, come tante volte si crede.

• Pregare per gli ammalati è una facoltà data a tutti coloro che credono (…) Non ci dovrebbe sorprendere se, pregando per gli ammalati, questi guariscono (p.29). Queste parole sembrano un invito a conoscere e riscoprire il ministero di guarigione nelle nostre comunità e nella Chiesa. È così? Dobbiamo avere chiaro un concetto: Gesù ci vuole sani. Quando pensiamo alla nostra fede o ci rifacciamo alla Parola di Dio, siamo convinti che Gesù guariva, ma facciamo fatica a calare questa dimensione guaritrice nella nostra vita quotidiana.


7

RE: TTI DA? Guarire attraverso la preghiera sembra essere qualcosa di straordinario, ma non dovrebbe essere così. Gesù stesso ci dice: Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi (Gv. 13,15). Purtroppo, molti credenti si fermano alla salvezza di Gesù nella dimensione spirituale (es. il perdono dei peccati), ma Gesù è venuto a guarire tutto l’uomo, sia l’anima che il corpo. Se crediamo, dunque, in quel Gesù, anche noi dobbiamo essere potenti canali dell’amore di Gesù che guarisce. La preghiera va fatta con amore e umiltà, senza la paura di non vedere subito i frutti positivi, certi che Dio tocca quella persona, nei modi e nei tempi che Lui sa e che noi non sappiamo. Per noi rimane ancora un mistero vedere che qualcuno guarisce e qualcuno no, anche dopo anni di preghiere. Rimane un punto interrogativo e noi dobbiamo solo affidarci a Dio. La preghiera esige combattimento, che significa perseverare e, soprattutto, credere oltre ogni speranza. (p. 19) Addentrandoci nella seconda parte del libro ci vengono presentate proposte di preghiera di guarigione fisica e spirituale, preghiere che ciascuno sentirà proprie in tempi ed occasioni differenti. Uno dei fili rossi che attraversa queste pagine è l’intima connessione tra Parola di Dio, preghiera e guarigione e, ancora più profondamente, tra perdono e guarigione. Quando preghiamo, la nostra libertà fa esperienza del mistero della libertà di Dio: la preghiera è potenza, e pregare non è facile (…) è indispensabile che la preghiera da impegno diventi virtù, abitudine buona e consolidata: necessita di disciplina e costanza nel tempo (p. 19-21).

• Tu stesso affermi che nel corso degli anni la preghiera si è trasformata da impegno a bisogno (p. 20); qual è stato il tuo personale incontro e percorso con la preghiera? Posso dire di aver sempre un po’ pregato, anche da giovane, ma il cambiamento radicale è avvenuto dopo che Dio si è fatto incontrare. A quel tempo lavoravo e mi alzavo all’ultimo momento, colazione di corsa e uscivo per gli impegni della giornata. Dopo l’incontro con Dio, ho preso la decisione di alzarmi un’ora prima e dedicare quel tempo alla preghiera. È stata la decisione più importante che ho preso nella vita e che negli anni si è rivelata vincente. Mi era evidente che, come il corpo ha bisogno di nutrimento, così anche lo spirito, per avere sempre più luce, discernimento, sapienza, carità, pace, affinché “tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato… sia oggetto dei nostri pensieri… allora il Dio della pace sarà con noi” (cfr. Fil 4,8-9). Questa è l’esperienza che ho fatto della potenza della preghiera.

• Nella terza ed ultima parte del libro dedichi dello spazio alla “preghiera del cuore”: perché è importante scoprire e conoscere questo tipo di preghiera e, soprattutto, cosa può dare agli uomini di oggi? La preghiera del cuore è la preghiera di pace, in cui si respira l’amore di Dio che è già guarigione. È una preghiera che si può fare sempre, anche quando si è stanchi. Il frutto è la pace perché si va a toccare il nucleo profondo di sé, lì dove abita Dio. Siamo sempre di corsa, ansiosi, preoccupati del presente e del domani. Questa è la preghiera adatta per l’uomo d’oggi: trovare del tempo per stare con Dio è una priorità della vita. Se diamo tempo a Dio, Lui ce lo ritorna con gli interessi. Se invece stacchiamo la presa con Lui, abbandoniamo la Sua benedizione e perdiamo la direzione vera della vita: tutto diventa relativo. Se dunque riteniamo che la preghiera sia importante, dobbiamo riservarle un tempo specifico. È la sfida quotidiana. (p. 21) E tu, accetti la sfida?


FILIPPINE

8

DIARIO DI UNA CONSUETA EMERGEN ZA “Sono vicino con la preghiera alle popolazioni delle Filippine, che soffrono a causa della distruzione e soprattutto delle inondazioni provocate da un forte tifone. Esprimo la mia solidarietà alle famiglie più povere ed esposte a queste calamità, e il mio sostegno a quanti si prodigano per soccorrerle”. (Papa Francesco, Angelus 15/11/2020)


9

D I S U O R R O S A N N A FAV E R O

Il mese di novembre è stato disastroso per l’arcipelago filippino. Numerosi tifoni, a breve distanza uno dall’altro, hanno messo ancora una volta in ginocchio la popolazione già provata dal Covid e dalle sue conseguenze, prima fra tutte, un forte aumento della già pesante povertà.

03/11/2020

Ci sono stati i tifoni, in poco più di due settimane ne sono passati tre per Mindoro e due per Manila. Gli ultimi due sono stati devastanti per le coltivazioni di riso, risorsa principale di cibo per la popolazione. Ammiro la forza di questa gente! Continuano a guardare con speranza al tenue raggio di sole che si fa vedere dopo il tifone e a rimettere insieme ciò che è rimasto. Davvero un tempo di tante prove. Fin da sabato sera (31 ottobre) tante famiglie hanno cercato rifugio nella nostra scuola di Mabini (isola di Mindoro, zona dove sono presenti gran parte dei progetti Via Pacis) e sono rimasti fino a stamattina. Le suore hanno provveduto non solo per l’alloggio ed il cibo, ma hanno procurato anche mascherine e disinfettanti, cercando di far rispettare le distanze come possibile. A Natandol, la piccola scuola ha accolto bambini e mamme, come pure a Looc, dove da due anni abbiamo una piccola comunità. Ci siamo occupate anche delle famiglie del porto di Caminawit, perché si temeva uno tsunami. Grazie a Dio non è stato così, ma molte regioni sono in ginocchio. Certo rimaneva ben poco da distruggere, i tifoni precedenti hanno annegato ogni speranza di raccolto. Che disperazione… in questo tempo, anche un sacco di riso è una grande ricchezza per ogni famiglia e la certezza di avere da mangiare per un certo tempo.

12/11/2020

…siamo senza elettricità da ieri. Un nuovo tifone forte qui a Manila. Un disastro. Un disastro dietro l’altro. Spero domani di poter avere l’elettricità….

13/11/2020

…oggi, dopo Ulysses (l’ultimo tifone di ieri) è tornato il sole. Noi stiamo bene. Oggi è stata ripristinata l’elettricità. Qualche piccolo danno alla struttura … niente in confronto di chi ha perso tutto. Inoltro qualche immagine, quanta tristezza … affidiamo tutto anche alla vostra preghiera…. Grazie perché' le strutture che ci avete offerto e continuate a sostenere sono luoghi non solo di accoglienza e di apprendimento scolastico ma di rifugio nei momenti di emergenza. Grazie per averci dato questa possibilità. E lo diciamo alla gente, di pregare per voi….


10

D I PA O L O M A I N O

Alla morte di Don Domenico Pincelli, cofondatore di Via Pacis, ci siamo chiesti cosa avremmo potuto realizzare in sua memoria. Visto che don Domenico era sempre stato accanto agli ammalati e alla sofferenza, visto che aveva sperimentato, nella sua vita, la malattia e l’emarginazione dovuta alla malattia, abbiamo pensato di realizzare un Centro Medico, dove tante persone potessero trovare una cura per il corpo, ma anche per lo spirito. Ci siamo, allora, buttati in questo ambizioso progetto: realizzare il Centro Sanitario Shalom don Domenico Pincelli, insieme a suor Rita Panzarin, nostra referente in Camerun e nel Congo Brazzaville, a Sembé, nella parte settentrionale del Paese, ai margini della foresta africana, soprannominata anche Amazzonia Africana, la seconda più grande foresta al mondo. Era il 2010 quando abbiamo iniziato e la costruzione di tutti i padiglioni è andata avanti a tappe. Nel gennaio di quest’anno, con Marcello Cenedese ed Emmanuele Pepè siamo andati a Sembé per visitare l’ospedale. Per me è stato uno dei tanti viaggi che ho fatto in terra d’Africa, dove ho visto e toccato con mano la povertà estrema, la violenza e la guerra, con tutte le ferite che violenza e guerra lasciano nelle persone, ma anche la mancanza d’acqua, di beni primari, di dignità… e nasce un grande senso d’impotenza. Le agenzie internazionali stimano che ogni anno muoiano, per fame, circa 6 milioni di persone e 3 milioni di bambini sotto i cinque anni. Una pandemia nascosta. Questi dati, nel mondo occidentale, non fanno audience. Stiamo aspettando con ansia il vaccino contro il Covid 19, ma l’assurdo è che per la pandemia della fame il vaccino c’è.

Il vaccino c’è, perché non è il cibo che manca, manca l’accesso al cibo. La produzione di cibo nel sud del mondo non è orientata al fabbisogno di quelle popolazioni, ma all’esportazione verso il nord del mondo. Davanti a questa realtà, dobbiamo scommettere su una parola, che diventi una parola d’ordine; che possa diventare via per ritrovare noi stessi; che sia la sfida per un nuovo stile di vita; che diventi discernimento per le nostre scelte e ci aiuti ad andare alle cose essenziali. E la parola è sobrietà, sobrietà, sobrietà. Come possiamo scoprire le cose che contano? Non possiamo scoprirle se continuiamo ad inseguire beni illusori, inutili o, perfino, falsi e nocivi. Non possiamo scoprirle se siamo stretti dalla paura di perdere quel benessere da cui abbiamo pensato di far dipendere la nostra felicità. Forse abbiamo vissuto per anni nell’illusione di costruirci un paradiso in terra, fatto di comodità, desideri, divertimento, cercando di allontanare dalla nostra vista, e dalla nostra vita, tutto quello che può inquietarci. La sobrietà non significa rinuncia, ma saper distinguere tra bisogni reali e bisogni indotti dalla moda, dalla pubblicità, dalla logica del mercato. Come attuare nella prassi questa dimensione educativa della sobrietà? Spostando il baricentro dall’io all’altro, scoprendo che la vita vale, se è spesa senza misura. E la misura è la cifra evangelica. “Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà” (Mt 16,25). A noi la decisione: quale strada percorrere?


PROGETTI VIA PACIS


PROGETTI

AFRIC


CA UGANDA

Responsabile: John Bosco Matovu

AS 392 Sostegno allo slum di Katwe a Kampala Prosegue il progetto di sostegno per alcune famiglie bisognose che vivono nello slum di Katwe.

AS 410 “Dal degrado alla speranza” Gestione casa per ragazze madri a Kampala Prosegue l’aiuto alla gestione della casa che accoglie alcune ragazze madri particolarmente disagiate e i loro figli, che possono crescere in un luogo sereno, sotto lo sguardo premuroso e competente dei numerosi volontari. Via Pacis offre loro un luogo sicuro, al riparo dalla violenza dello slum dove vivevano; accedono inoltre ad una formazione umana, in grado di renderle autonome anche dal punto di vista lavorativo.

UGANDA

Responsabile: John Bosco Matovu

AS 425 Emergenza Coronavirus La diffusione del Covid 19 ha portato anche in Uganda a periodi di chiusura di tutte le attività. Ciò ha significato, per moltissime famiglie povere, l’impossibilità di ricavare un seppur minimo guadagno dalle usuali piccole attività giornaliere. Il rischio di morire di fame è divenuto ancor più grave della malattia. Via Pacis quindi, in collaborazione con il proprio responsabile locale, ha immediatamente avviato un programma di aiuti alimentari e medicinali.

CONGO BRAZZAVILLE Responsabile: suor Rita Panzarin

AS 379 Acquisto medicinali per il Centro Sanitario “don Domenico Pincelli” Prosegue il sostegno all’indispensabile attività del Centro Sanitario che, ormai da 16 anni, accoglie e cura ogni anno centinaia di Pigmei, etnia discriminata e poverissima, dispersa nell’ampia foresta equatoriale del Congo. Il Centro è l’unica possibilità di assistenza medica nel raggio di 250 km ed è divenuto di vitale importanza per tutta la Regione della Sangha ed è riconosciuto anche dal governo centrale come centro di eccellenza. Sr. Rita ha utilizzato parte della somma inviata per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, provvedendo ai bisogni di famiglie particolarmente in difficoltà.


PROGETTI

AFRIC BURUNDI

Responsabile: Giancarlo Blasi

AS 168 Sostegno al Centro Shalom Amahoro Continua il sostegno alle spese di gestione di questo Centro che accoglie circa 120 bambini/ragazzi orfani.

TOGO

KENYA

As 427 Emergenza Coronavirus

Responsabile: Nancy Owak

AS 429 Emergenza Coronavirus La diffusione del Covid 19 ha portato anche nella città di Nairobi a periodi di chiusura di tutte le attività. La nostra referente locale ha individuato, nel sobborgo di Utawala, 15 famiglie particolarmente in difficoltà, per le quali Via Pacis ha avviato un programma di aiuti alimentari e medicinali per affrontare l’emergenza.

KENYA

Responsabile: dott. Peter Onyango

AS 346 Sostegno del personale dell’asilo Shalom nel villaggio Unyolo Continua l’opera di aiuto e sostegno del personale che si prende cura di circa 100 bambini poveri del villaggio Unyolo.

Responsabile: don Giorgio Kossi Koudjodji

La diffusione del Covid 19 ha portato anche in Togo una situazione di grave disagio, specialmente per le famiglie povere, prive di qualsiasi fonte di sostentamento. Via Pacis, in collaborazione con il responsabile locale, ha immediatamente avviato un programma di aiuti alimentari e medicinali.

TOGO

Responsabile: Grégoire Ahongbonon

AS 400 Sostegno al Centro di salute mentale di Zooti Prosegue il sostegno al Centro di salute mentale che accoglie ammalati psichici, fortemente discriminati, abbandonati a sé stessi. Nei centri creati da Grégoire in diversi Paesi africani, si lavora instancabilmente perché con l’amore e la dignità ritrovata gli ammalati guariscano, diventando essi stessi collaboratori nel percorso di recupero di altri sofferenti.


CA


PROGETTI

AMER LATIN PERÙ

Responsabile: sig.ra Maria Echevarria Pérez

AS 356 Sostegno bambini orfani Minori in stato di abbandono o a rischio sociale sono accolti e sostenuti dai volontari di cui la signora Perez è la responsabile.

ECUADOR

Responsabile: padre Danilo Mejia

As 395 Sostegno a bambini e ragazzi nel Vicariato di Napo Proseguono le attività di aiuto rivolte a bambini e ragazzi che mancano dei beni fondamentali per la loro crescita: cibo, acqua, medicine ed infine l’istruzione, in un’area dove l’analfabetismo è molto diffuso.

As 426 Emergenza Coronavirus Il progetto di sostegno all’emergenza Coronavirus è stato esteso anche all’Ecuador dove, nell’area amazzonica del Napo, vive il nostro referente don Danilo Mejia. Con l’aiuto di alcuni volontari don Danilo ha provveduto alla consegna di viveri e medicinali per le famiglie più in difficoltà.

BOLIVIA

Responsabile: suor Zelinda Rosin

AS 020 Mense per i bambini di Cochabamba Prosegue il sostegno alimentare di circa 500 bambini che frequentano le mense a Cochabamba.

BRASILE

Responsabile: p. Reonaldo Luiz Pizoni

AS 377 Mantenimento Istituto Piamarta a Uniao da Vitoria Grazie ad un percorso di formazione circa 800 giovani saranno in grado di inserirsi nel mondo del lavoro.


RICA NA COLOMBIA

Responsabile: dott. Julian Ramirez Zuluaga

AS 345 Sostegno bambini a Calarcà Continua il sostegno ai bambini accolti dalle Suore dell’Annunciazione. Oltre a cibo e vestiario, i bambini trovano un luogo sicuro dove svolgere i compiti, in un ambiente che li aiuta a crescere sereni, contrastando le gravi problematiche quotidiane fatte spesso di violenza, disgregazione familiare e povertà.

AS 402 Gestione e ristrutturazione casa di accoglienza ragazze madri In questa casa sono accolte alcune ragazze madri con i figli che, finalmente allontanati da situazioni pericolose, possono crescere più sicuri e sereni. Nel 2020 la casa è stata ristrutturata in modo da consentire una maggior privacy ai nuclei familiari, mantenendo però degli spazi in comune. Ciò si è reso necessario sia per dare più autonomia alle mamme nell’organizzazione familiare, sia per prevenire situazioni di eccessiva promiscuità tra i loro figli. Il responsabile locale Via Pacis ed i volontari che con lui collaborano sono attenti ad evitare situazioni che possano portare al diffuso problema di gravidanze fra le adolescenti. Nella casa si svolgono inoltre programmi formativi e informativi, dedicati sia alle donne lì residenti che a quelle dei quartieri circostanti, attraverso l’impegno di volontari Via Pacis adeguatamente formati, ed in accordo con gli organismi governativi. Alcune tematiche trattate riguardano: • accesso ai servizi educativi e sanitari statali; • accesso a programmi di collocamento al lavoro; • educazione alla sessualità e all’affettività; • prevenzione di rischi psico-sociali.

AS 423 Emergenza Coronavirus La diffusione del Covid 19 ha portato anche in Colombia a prolungati periodi di chiusura di tutte le attività, con gravi ripercussioni soprattutto per i più poveri. Anche attraverso la collaborazione della polizia locale, Via Pacis sta raggiungendo molte famiglie con aiuti alimentari e di beni di prima necessità


PROGETTI

ASIA NEPAL

MYANMAR

AS 394 Contributo per casa-famiglia a Mulpani

AS 312 Formazione ragazze

Responsabile: Massimo Rossetto

Continua il sostegno per le spese di gestione di una casa-famiglia che ospita circa 20 orfani dai 4 ai 16 anni.

Responsabile: suor Rosanna Favero

Formazione superiore per alcune ragazze che hanno la possibilità di studiare nelle Filippine per poi rientrare in Myanmar, una volta terminato il percorso scolastico.

FILIPPINE

AS 418 Ampliamento Centro di Accoglienza

AS 021 Sostegno alla scuola materna di Anciray AS 078 Programma di alfabetizzazione a Santa Teresa AS 088 Materiale scolastico e sostegno alla scuola materna di San Josè AS 183 Formazione e sostegno agli studi per ragazzi mangyans a San Josè AS 087 Spese mediche a Mindoro AS 393 Sostegno mense

A seguito dell’affluenza costante di bambine accolte nella “Casa della Pace” di Loikaw, si è reso necessario procedere ad un ampliamento della struttura, raddoppiandone la capacità ricettiva. Questo progetto è particolarmente efficace in quanto risponde al bisogno di istruzione e formazione in sicurezza per tante bambine che vengono così tolte da situazioni rischiose: tratta di esseri umani, guerriglie tribali, droga e traffico di organi.

Responsabile: suor Rosanna Favero

Prosegue il sostegno alle mense scolastiche di alcuni villaggi nell’isola di Mindoro che forniscono giornalmente un pasto a più di 500 bambini.


INDIA

Responsabile: suor Dominic Mary

AS 110 Prevenzione cecità Proseguono i programmi di prevenzione alla cecità anche attraverso la somministrazione di vitamina A, la cui carenza favorisce l’insorgere di patologie degli occhi.

INDIA

Responsabile: Mons. Antonisamy Francis

AS 408 Bambini senza casta trovano scuola a Keelapalur Completamento di una scuola elementare nel villaggio di Keelapalur, frequentata da circa 400 bambini di 27 villaggi, in prevalenza dalits o “senza casta”, i più poveri ed emarginati della società indiana. Le nuove generazioni avranno così uno strumento per superare le discriminazioni e lottare per un futuro più umano e dignitoso.

As 415 Formazione scolastica – Tamil Nadu Prende il via un progetto di sostegno agli studi per 35 bambini, individuati fra i più poveri ma capaci, dalla scuola primaria all’Università.

As 419 Costruzione di alcune casette per Dalits – Tamil Nadu È stata completata la realizzazione di casette per famiglie dalits particolarmente povere e senza casa. La possibilità di avere un’abitazione sicura contribuisce a rendere più stabile la loro esistenza, migliorando la situazione familiare in ambito lavorativo, educativo, sociale. Questa tipologia di progetto, già attuata in altri villaggi, ha ridato serenità e sicurezza a numerose famiglie, permettendo loro di sperare nel futuro. Responsabile: Mons. Antonisamy Francis e mons. Neethinathan

As 424 e 428 Emergenza Coronavirus La diffusione del Covid 19 ha portato anche nello stato di Tamil Nadu, a periodi di chiusura di tutte le attività, compromettendo la sussistenza di tante famiglie, già sotto la soglia di povertà. Via Pacis quindi, in collaborazione con le Diocesi di Chingleput e di Kumbakonam, ha immediatamente avviato un programma di aiuti alimentari e medicinali.


PROGETTI

EURO ITALIA

Responsabile: Centro Missionario Diocesano (TN)

AS 409 “ZOO: dalla tratta alla vita” (Tears&dreams) La regista, Lia Beltrami, ci ha detto: “Il film racconta della tratta delle bambine nel Triangolo d’Oro, punto d’incontro tra Laos, Myanmar e Thailandia. La loro situazione è di non avere uno status: per questo è nato il sogno di costruire un ristorante, con annessa Scuola Alberghiera. Da quand’è uscito, il film è diventato in un anno patrimonio di tanta gente. Ha ricevuto questi premi: • Miglior regia in Spagna. • Miglior documentario al Festival di Veracruz in Messico. • Miglior cinematografia in India.

• Miglior documentario al True Story Film Festival di Los Angeles. • Miglior documentario al Film Festival di Sochi in Russia, con la motivazione: Dove la bellezza delle immagini restituisce dignità alle ferite delle protagoniste. Attraverso questo viaggio intorno al mondo, si è creato un movimento di persone che si sono impegnate per aiutare concretamente: manca poco per finire la 'Locanda della felicità'. E tutto questo è stato possibile grazie al vostro contributo e grazie alla forza delle immagini, che possono raggiungere tutti gli angoli del mondo”.


OPA GEORGIA

Responsabile: padre Witold Szulczvnski

ITALIA

Responsabile: Roberta Riccadonna

AS 407 Progetto Fragilità Prosegue il sostegno a persone in difficoltà segnalate dai responsabili dell’Associazione Via Pacis sul territorio.

AS 405 Sostegno per beni di prima necessità Continua la collaborazione con padre Witold per alleviare la situazione di grande difficoltà, aggravata dalla diffusione del Coronavirus, di molti anziani soli nella capitale Tbilisi. Cibo, farmaci ed ausili sanitari per persone non autosufficienti sono stati forniti attraverso questo progetto.


PROGETTI

COLOMBIA, GEORGIA, KENYA, CONGO, INDIA, BOSNIA

BORSE DI STUDIO ADOZIONI A DISTANZA FILIPPINE, COLOMBIA, MYANMAR


23

TESTIMONIANZA

TRA

E R I D SGRE

DI DA

SQUA PHNE

RZON

I

me avanti a rmendo d to u d rica, do esco se e Franc per tutta l’Ame ienze che ti ic d i m omba» el e esper ggiano ro una b i amici che via di una di quell tto una cosa d e e v v a d libro è bevono uppo d cconta vvero fa «Questo ia di questo gr me capita. Ra L’autore ha da alunque cosa, r o . u «È la sto ita e vivendo c vvero al 100% ui si fanno di q rosegue. p a c a d in e» p ndo dove c ntire di vivere viaggio Vivono al limit to s o inclina e e d u s n q i. a i o il d n m ib n s o ta s fa d n a. modi po e racco onimi?» genere cono in tutti i cioccolata cald redire sono sin «Però is ensare. p a i trasgred sorso della mia assimo e trasg s o m rmand renalina Bevo un er te vivere al cutore fe iempiono di ad ggiunge lo r te in p iorni» a e il mio che ti r «Quindi rispond rte, di quelle cciamo tutti i g . » ta te s n e te fo m la fa cessaria perienza a come «Non ne ssione è un’es davvero. Mic nuccia. n re re la trasg sentire di vive frutta con la ca i o n d n o tratt e ti fa rmente ndo l’es particola gio forse ne è n o mescola n i il omerig i i giorn a di tutt to alle tre del p cameriere con it v a L ? o li n u u g v ir r lo d a i o in un b ssato s e dovre di unto ch tto che siamo siamo qui è pa p to s el senso cosa e u fa q o il d o A qu r d n e e a davv . Una Da qu nante, Ci serve birra ogni tanto i di acidi emozio a più tangibile. ? e c is d r e a v fa s n gr è la pro . e si tras ? Una cosa è u ll’ubriacatura o di sbagliato, h c i n le io grembiu cercare emoz ivere appieno ere sul filo de a. Quel senso adroni della v r iv v p Ma è pe e di vietato per . Ben altro è v a alla mela di E ndi e potenti, a to li r n g lo ig i o peric ogni ta ressione som o per sentirc ivere e igaretta e ci fa v 100%? è una s rsi vivi. La trasg n modo stupid r ia h c is r U ti è che ivere al per sen o e di rivincita. Quando osa vuol dire v so qualche it ? e ib n o . r io ti p s ita o di en Ec illu ta. Ci p n quand ita e illim scente scienti? nostra v solo un’evane tupidi ed inco rsi nella mia tes brilla di più, no è la verità. s à o e Non sar vece ci rende uano a rovescia luce è quand questa per m Il 100% è il in a e n n h o ti te u c d di con den . go quan mande ludo: «Il 100% dico mi accor luce più splen gioia. Il 100% . o d te s la la Que e lo uma conc 100% è rti a fare ». Mentr o e poi si cons second a più in fretta o le emozioni fo l’adrenalina, il arde ma non scerà altro. m a n si consu go che non so Il 100% non è è il roveto che seme da cui n . r Mi acco un’esplosione gerla. Il 100% al 100% è un elocità» n a g o della v sole, no ita, non distru mano. Una vit im s s a v u oti al m è dare ressioni cons ozione sumand n o c g e s uoi l’em o c v a lu e s a ll e Le tr e d simo d zio dop . Dipen re il mas davvero ta come il silen r spenderti fa i i o o u u v p e ò ciò ch ti svuo ibrio pe o «Si, per ancesco. ende da lla che alla fine cando un equil i l’adrenalina r ip F d e e tt n a fi r e re o e u a e rib u ll c q d v a , ti a r e e e v oe gac Fors de s batte , fu . s n a , i o e it r e o v e ip c u v v a D lo È . e e tu sumarti ppure s tanea, v ndo la momen di cannone. O iare senza con tesso sceglie nto c s o esto pu u q A « un colp nullarti, per bru uoi essere te : po v n ondere o a risp massimo tem senza a . Dipende se lla morte. id c e d i à e il m la felicit alle costole d ccolata e poi ella luce per d io o c o d i n d im e s o rs viv as ltimo so are il m Bevo l’u io preferisco f vedi tu: » e possibil


Annunciare il Vangelo D I A N N A C AV E D O N

La Parola di Dio è facilmente accessibile a tutti: possiamo leggerla, gustarla, ascoltare cosa suggerisce al nostro cuore. Ma si ferma tutto qui? Il seminario Logos, organizzato da Charis International, ha espresso l’urgenza di formare nuovi leaders per l’evangelizzazione e la predicazione della Parola di salvezza. Il mondo ha sete di bontà, di amore, di

misericordia: serve qualcuno che, con una buona formazione pratica, possa parlare dell’Amore di Dio con parole che tocchino i cuori. Se noi battezzati non ne parliamo, chi dovrebbe farlo? Affinché la Parola “non rimanga incatenata” e la nostra testimonianza non rimanga semplicemente nelle buone intenzioni, il seminario Logos ha permesso ai partecipanti – tra cui alcuni membri di Via Pacis – di imparare un metodo per predicare. Per predicazione non si intende tanto prendere un microfono e fare il proprio “show”, ma si tratta di vivere consapevoli della missione che ci è stata affidata. Siamo stati rinnovati nel cuore e nella mente perché la nostra vita potesse essere una vita che parla di Vangelo. Ora, se ci viene chiesto di parlare del cambiamento che Gesù ha portato nelle nostre vite, dobbiamo sapere come fare e comunicarlo ai nostri fratelli. La buona notizia è questa: abbiamo un aiuto potente nello Spirito Santo, che usa delle nostre parole per suonare la musica giusta. Come disse il facilitatore che


ci ha guidati, Pepe Prado Flores, “Gesù non chiama i preparati: Gesù prepara i chiamati con lo Spirito Santo”. Con un metodo semplice, ma efficace, Pepe Prado Flores è riuscito ad aiutarci a dare una forma all’esperienza che abbiamo fatto di Dio, facendoci rendere conto che siamo già evangelizzatori! Dobbiamo solo imparare come decollare, stare in volo e atterrare col nostro discorso, che deve essere logico, essenziale, veritiero. Fidiamoci della scelta di Dio, anche se ci sembra di non avere il dono della predicazione: se abbiamo fatto esperienza della misericordia di Dio, abbiamo dentro di noi quello che serve per testimoniare la Parola di vita. Se a camminare si impara camminando, a predicare si impara predicando!

vita. Ringrazio il formatore Prado Flores per la capacità di guidare i partecipanti, con semplicità e professionalità, a capire con estrema chiarezza i concetti necessari per annunciare la Parola di Dio.

Testimo nianze

Da questo seminario ho appreso molte cose preziose, due delle quali sono: Dio mi/ci vuole usare come araldi del suo Vangelo e, proprio attraverso l’esperienza personale che abbiamo fatto di Lui, siamo abilitati e resi degni di questa grande missione e responsabilità; Ognuno di noi ha doni, caratteristiche, stili e carismi diversi: non è pertanto importante copiare i grandi predicatori che abbiamo sentito o ammiriamo. Ciò che più conta è avere ben chiaro il fine della nostra evangelizzazione e perseguirlo con i doni specifici che abbiamo. In questo possiamo dare testimonianza a Dio ed annunciarlo proprio attraverso la nostra unicità.

Quando scopri un tesoro, al di là della gioia, ciò che cambia è il tuo orizzonte, la rinnovata spinta ad “andare oltre”. È questo il frutto del corso Logos di Charis: non una delle tante occasioni per apprendere tecniche o strumenti, quanto piuttosto un avventurarsi insieme alla scoperta del dono che ci è stato affidato e che – sembra incredibile – siamo chiamati ad arricchire con le nostre povertà. Farsi evangelizzare dalla Parola – e dalle proprie parole suscitate dallo Spirito – è stato come un lasciarsi accompagnare al di là di noi stessi, mettendo al centro la Buona Notizia, che è sempre alla ricerca di nuovi annunciatori.

Ruggero

Il messaggio che mi è rimasto impresso dopo il seminario LOGOS è: la Parola di Dio non è incatenata! (2Tm 2,9); non la posso tenere per me. Pepe Prado Flores, con la sua pedagogia diretta ed essenziale, mi ha restituito la consapevolezza della missione che lo Spirito Santo mi ha conferito in quanto battezzata: mi ha ricordato la fiducia che Dio ha riposto in me.

Anna

Il seminario mi ha aperto il cuore e la mente dandomi strumenti chiari ed immediati per imparare un metodo pedagogico semplice, lo stesso che usava Gesù, nel portare la Parola di Dio attraverso la predicazione. Nonostante tanti anni di cammino nello Spirito, ritengo questa esperienza una tappa fondamentale nella mia

Danilo

Queste due cose mi hanno colpito nel Seminario Logos: “Ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore” (Mt 15,18) Lo Spirito Santo e la Parola devono abitare nella mia vita per traboccare in ciò che penso, dico e faccio. “Tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio” (Rm 8,28) Il nostro Dio sa trarre il bene anche dal male. Questa Parola mi dà speranza perché anche ciò che ai miei occhi è male nella vita, per Dio è "seme" di bene. A Dio nulla è impossibile!

Lucia

Tommaso

È stato un seminario pratico, ricco di suggerimenti utili per impegnarsi nell’annuncio della Parola. Mi sono piaciuti molto gli esempi forniti e la condivisione tra tutti i partecipanti nei compiti pratici, per costruire una predicazione. Non si impara da soli, ma con le esperienze di tutti. Per essere pronti all'azione seguendo l'esempio dello Spirito Santo: con ordine!

Ilaria

Siamo stati guidati in un percorso di apprendimento progressivo delle modalità di evangelizzazione, perché siano realmente efficaci e il messaggio possa raggiungere quelli che ascoltano: comprendere i bisogni di chi ho di fronte, articolare il discorso in modo chiaro, usare della voce e del corpo perché il cuore, la passione che abbiamo possano emergere nelle nostre parole. Tutto ciò – e molto altro – però, non ci è stato calato dall’alto, come una sorta di “metodo” da imparare e applicare, ma ciascuno di noi è stato aiutato a rielaborare le coordinate essenziali secondo il proprio stile, carattere, formazione, dato che è ciò che siamo che “parla”, prima e attraverso ciò che diciamo. Un grazie particolare al nostro formatore, Pepe Prado Flores.

Mirko


26

C HEC KPOINT

IMPADRONIRSI DELLA BIBBIA DI TIZIANO CIVETTINI

Uno studio sociologico recente ha portato alla conclusione che già si sapeva: gli italiani ignorano quasi tutto della Bibbia. Senza offesa, siamo biblicamente ignoranti. Il fatto è che anche i credenti e praticanti lo sono, nonostante la catechesi, nonostante ogni domenica la si senta proclamare in Chiesa. Ho come l’impressione che, come ‘assistiamo’ alla Messa, così ‘assistiamo’ alle spiegazioni – pur belle – di predicatori ed esperti. Ma non ci “impadroniamo” della Bibbia, non la facciamo nostra. Abbiamo già dimenticato il lockdown? Non potendo andare a Messa, perché le chiese erano chiuse, abbiamo scoperto di desiderare un rapporto più intimo, personale, con Dio. E nella Sacra Scrittura è proprio Dio che ci parla. Lo desideriamo ancora? Siamo pronti a iniziare l’impresa di riappropriarci della Parola di Dio? Se per iniziare un viaggio in mare bisogna costruire una barca, prima ancora bisogna desiderare il mare. E la scelta è tra de-siderare (andare oltre, più in alto, verso le stelle) e as-siderare (congelarsi, stare fermi, paralizzarsi). Ho sentito qualcuno dire: io ascolto volentieri chi parla della Bibbia, ma a leggerla da sola non la capisco, non sono capace. Veramente, la “capacità” è un concetto fisico. Una bottiglia da un litro ha la capacità di un litro; una damigiana da 20 litri ha una capacità di 20 litri, ma possono essere UGUALMENTE PIENE. Quindi, non ci sono scuse. Conosco dei nonni (anziani) che, per amore dei nipotini, per vederli e parlarci in questi tempi di forzata separazione, hanno imparato ad usare il computer o lo smartphone: quello che si ama, lo si fa! Allora, forza. Costruiamoci un angolino in casa, con una Bibbia e una croce, magari un lume e dei fiori. Facciamone il luogo del nostro appuntamento quotidiano con Gesù, che è vivo e non vede l’ora di comunicare con noi. Facciamo nostra la Sua Parola e rimaniamo aperti alle sorprese, perché “Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata” (Isaia 55,10-11). Buon viaggio!


27

FARE STORIA DI MIRKO PETTINACCI

C’è un antico pregiudizio, per il quale la storia consisterebbe in un elenco di nomi illustri, di date di battaglie e trattati e nell’avvicendarsi di ideali che di tempo in tempo agitano e spronano l’agire degli uomini. Il tutto, mandato debitamente a memoria quando richiesto dal percorso di studi, si riduce prima o poi a una farragine di conoscenze di scarsa utilità. Ma la storia è questo? Quando parliamo di storia, intendiamo il tentativo di comprendere un tratto di percorso della porzione di umanità su cui vogliamo fissare l’attenzione; un cammino a ritroso, disseminato di ostacoli da superare, giacché il tempo sbiadisce le scritture, smarrisce le testimonianze e – più ancora – allarga il fossato che separa culture, lingue e abitudini sempre più lontane, al punto che fatichiamo a entrare in sintonia con il mondo dei nostri predecessori. Al suo ritorno da questo viaggio faticoso, però, il “bottino” dello storico è ricco: la possibilità di restituire ai contemporanei la comprensione di un’epoca, l’accesso a una città perduta ove si può nuovamente mettere piede e prendere parte alla vita dei suoi abitanti, senza che siano estranei o che lo siano le loro azioni e le pulsioni che li muovevano. La storia è un’arte a servizio della memoria; il suo obiettivo è rendere disponibile, custodire questo patrimonio comune d’umanità. La nostra memoria ci costituisce, ci dice chi siamo; è la sorgente della nostra identità. Questo compito, essenziale e prezioso, incontra il proprio limite, la fragilità, proprio nello “strumento”, nello storico. E intendo con ciò – è opportuno precisarlo – sia la figura dello storico di professione, sia chiunque si impegni in un tentativo di ricostruzione di una memoria, a qualunque livello, poiché la dinamica resta la medesima. A cosa mi riferisco? Ciascuno agisce con il grado di libertà che possiede e

secondo gli schemi e i preconcetti che ne influenzano il giudizio. Più ancora, il rischio maggiore viene dalla necessità di difendere ciò che ci sta a cuore, la nostra vita, come l’abbiamo costruita. In un passo del vangelo di Giovanni (8,31-47), Gesù si rivolge ai Giudei, promettendo libertà, mentre questi respingono l’offerta, ribadendo la loro discendenza da Abramo, uomo libero. È però evidente nel racconto la loro incapacità di comprendere sia le parole di Gesù, sia l’esempio di Abramo, cui il Maestro stesso li invita a guardare: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo» (8,39). La condizione di popolo eletto, discendenza di Abramo, era divenuta un privilegio da difendere, anziché una chiamata; l’arroccarsi sul baluardo della “lettera” impediva di recuperare lo “spirito” della vicenda di Abramo e cogliere quindi la consonanza profonda con il messaggio di Gesù. Se è vero che dalla memoria discende l’identità, personale e collettiva, è vero anche che per difenderla si può decidere, in modo più o meno consapevole, di manipolare la memoria. Ciascuno di noi agisce da storico quando si confronta con una storia, che può essere quella della propria vita, personale e familiare, o quella della propria comunità. Il coraggio di accogliere luci e ombre, vittorie e fallimenti, colpe e meriti nella scrittura della storia delle nostre vite definisce chi siamo, le nostre relazioni, e la possibilità di costruire un contesto sociale funzionale e integrato, nel rispetto delle sue componenti più diverse. L’antidoto alle patologie della storia è dunque la «verità», in senso ampio e pieno. E chi fra noi può dire di possederla? Nessuno. E allora? Ciò che possiamo fare è inseguire una meta che ci precede e ci sfugge, cercando maggior libertà a ogni passo, riconciliandoci con la nostra storia e quelle degli altri, perché non siano un peso ma una risorsa (cf Eb 12,1-2). In questo senso, “fare storia” si rivela come un tratto del cammino di conversione, l’avventura affascinante offerta a noi tutti di seguire Lui che è via, verità e vita.


QUANTO AMO L A TUA PAROL A

28

Come pensi così vivi D I PA O L O M A I N O

“Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù” (Fil 4,6-7).

È

un passo terribilmente attuale. San Paolo scrive ai filippesi, una comunità da lui molto amata, una comunità perseguitata e in lotta, che vive ogni giorno la contraddizione tra il messaggio evangelico e la dura realtà, e la esorta a restare salda nella fede e a non lasciarsi contaminare dal dilagante clima insano e idolatra del mondo. Scrive dal carcere, mentre è in attesa della sentenza che potrebbe condannarlo a morte. È in questa situazione drammatica, sia per lui che per la comunità di Filippi, che esorta a non angustiarsi per nulla ed avere speranza. Non una speranza disincarnata, non un entusiasmo facile, non un fideismo difensivo, ma una speranza che nasce dalla consapevolezza di essere uniti a Cristo certi che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28).

È un salto nella fede viva: non dottrina o norme a cui aderire, non un sentimento, ma un rapporto personale con Gesù, da cui deriva il modo di pensare e di agire. San Paolo si preoccupa che la fede passi nella quotidianità della vita e diventi forza operativa di giustizia, di pace, di accoglienza, di trasformazione continua. È un discorso molto concreto e razionale. Dalla sua situazione precaria ci esorta: “non angustiatevi per nulla”, perché ci proteggerà il Dio della pace. Non è una protezione magica, ma contempla e include le contraddizioni e i drammi della storia, la paura di affrontarli e sopportarli, e offre un atteggiamento vincente, di fiducia in Gesù, che si concretizza nella perseveranza nella preghiera di richiesta, di lode, di


29

ringraziamento. E permette l’abbandono in Dio, sapendo che Lui è un Padre buono e non abbandona i suoi figli: un Dio che vive e soffre con noi ogni nostro dolore, difficoltà, divisione, dramma, malattia, morte. Questa conoscenza vera di Dio permette e produce la pace, “…la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù”. È una pace che viene da Dio, che supera la capacità umana di comprensione e custodisce la nostra dimensione più profonda: la mente e il cuore. Come? Ecco il segreto: la custodia e la disciplina della mente. “…quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile,

quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. E il Dio della pace sarà con voi!” (Fil 4,8-9). È la centralità e l’importanza del pensiero. Come pensi così vivi. Come pensi così agisci. Siamo quello che pensiamo. Sono i nostri pensieri a condizionare i nostri stati d’animo, i nostri atteggiamenti e comportamenti e, quindi, la qualità della vita. I pensieri cupi producono persone cupe, i pensieri luminosi persone luminose, i pensieri sereni persone di pace, i pensieri conflittuali persone che seminano guerra. Dovremmo dare più importanza a cosa pensiamo, perché alcuni pensieri ci bloccano, ci tengono prigionieri del cattivo umore, dell’autocommiserazione e della rabbia. Tutti gli sforzi di volontà per cambiare noi stessi non servono a nulla se dentro di noi lasciamo troppo spazio a pensieri negativi. È una questione di mentalità, di logica, di ragione. Il clima che respiriamo è denso di paura, di rassegnazione, di conflitto, di scoraggiamento, di angoscia, di aggressività. Si pone a noi lo stesso problema che viveva la Chiesa di Filippi: come conciliare la speranza, il bene, il bello, la fedeltà al Vangelo, con le gravi e reali sfide della vita, con il non adeguarsi alla mentalità secolarizzata? Come essere sereni quando siamo preoccupati per il domani? Serve una conversione, un’educazione e un’attenzione della mente e del pensiero. Va fatta una bonifica dei pensieri. Non una semplice azione di restauro, ma un rinnovamento radicale del modo di pensare e, quindi, di agire. “Rinnovatevi nello Spirito della vostra mente…” (Ef 4,23). Questa è la vera conversione. Perché avvenga un cambiamento, bisogna sottoporsi ad una disciplina: eliminare sul nascere i pensieri di critica, di giudizio, di calunnia, di orgoglio, di superbia, di conflitto, di guerra… e sostituirli con la Parola di Dio. Scegliere di pensare il pensiero di Dio, di sognare il sogno di Dio, di avere in noi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù: “quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri”. È la Parola di Dio la pietra di paragone su cui confrontare i nostri pensieri. È la Parola di Dio il nutrimento della nostra mente e la fonte della sapienza e della speranza. È la Parola di Dio che mi dà le motivazioni, in ogni momento, per “pensare bene”.


30

CARISSIMO

Decima, scelta di libertà DI ELIANA ALOISI MAINO

C

arissimo, acuto e … impertinente come sempre! Sì, c’è un altro lato della medaglia: il digiuno su una faccia e la decima sull’altra. Due D: digiuno e decime (intese come condivisione con i poveri) vanno avanti assieme. L’effetto che il digiuno provoca nel nostro corpo, la decima lo provoca nella nostra psiche. E per la legge del contrappasso, il vuoto nel tuo stomaco diventa pienezza nello stomaco di altri. Come già ti accennavo, un effetto, forse il più sconvolgente soprattutto per la mia mentalità, dell’incontro con Dio, è stata la decisione di riconoscere a Lui, ogni mese, la decima parte dei nostri stipendi. Avevamo da poco scoperto la potenza e la vitalità della Parola di Dio e Paolo, mio marito, ha inciampato nel profeta Malachia: “Portate le decime intere nel tesoro del tempio perché ci sia cibo nella mia casa; poi mettetemi pure alla prova in questo, se io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi benedizioni sovrabbondanti”. Un pugno nello stomaco, una sfida: al nostro perbenismo, alla nostra economia familiare, al credere davvero alle promesse di Dio, al passare dai buoni e bei pensieri alla loro attualizzazione pratica, al fidarci concretamente di Dio.


31

Capivamo che l’amore concreto per Lui passava attraverso l’amore concreto per le persone nelle quali si era identificato: i poveri. Inoltre, prendevamo coscienza con sgomento e inquietudine che eravamo in quel terzo dell’umanità che sta bene, che vive ben coperta nelle proprie case. Che l’amore non era questione di proclami o belle parole, ma di gesti concreti. Diventava evidente che se la fede, l’amore per Lui, l’essersi scoperti amati e prediletti, non passa per il portafoglio, non è fede autentica. Provengo da una famiglia numerosa dove i soldi erano contati e dove il chiederli, per qualsiasi necessità, era una tragedia. Ho imparato una rigida gestione delle spese, la paura di non avere mai soldi a sufficienza e … una relazione difficile e faticosa con il denaro. La proposta della Bibbia era follia pura, una sfida diretta a questo mio mondo interiore, dove veniva messa la scure alla radice. Con una sensazione da vertigine. Spinti da un amore grande che ci aveva conquistati, da un po’ di pazzia e di coraggio, abbiamo accettato la sfida. Questa nostra resa a Dio ha provocato un’onda di ritorno. O meglio: come un sasso in un lago, ha creato cerchi concentrici sempre più grandi, fino a diametri impensabili. Il primo effetto inaspettato, strepitoso e immediato è stato un respiro di libertà. La mia libertà. Si era dissolta una rete che mi teneva impigliata e imbrigliata. E potevo respirare, potevo usare del denaro senza lasciarmi usare da esso. Che gioia! E con questo respiro ampio, con entusiasmo e gioia ho

iniziato a parlare di questa scoperta e di questa scelta. Effettivamente il bene è diffusivo di sé. Per contagio, altre persone hanno iniziato a condividere questa nostra pazzia e nel giro di quarant’anni il cerchio nell’acqua è arrivato molto lontano. È diventato cibo, pozzi, scuole, medicinali, ambulatori, ospedali, adozioni morali, luoghi di ospitalità per bambini abbandonati, per ragazze madri, per donne abusate, per chi cerca la propria dignità violata. Quanti ricordi. Penso ai tanti studenti che hanno scelto di riconoscere a Dio la decima sulla loro “paghetta”; o a Noemi con la pensione minima, felice di poter fare qualcosa per i bambini delle Filippine; o a Rosa, che si è fidata oltre ogni umana ragionevolezza; o a Claudia, che ha offerto ai poveri il suo primo stipendio. E questo denaro diventa benedizione per chi lo riceve e per chi lo dona. Quante persone, quante famiglie, quanti villaggi hanno ricevuto vita, e vita in abbondanza, attraverso la condivisione dei beni. E da terribile ingenua quale sono, mi verrebbe da chiedermi: cosa succederebbe nel mondo se noi cristiani obbedissimo a questa Parola di Dio? Sicuramente ora mi chiedi: Dio è stato fedele alla sua promessa, quella di aprire le cataratte del cielo? Non puoi immaginare nemmeno quanto! Ti abbraccio stretto stretto, grata a Dio che esisti. Sempre tua Eliana


VIAGGIO AI MARGINI DELLA FORESTA AFRICANA AL CENTRO SANITARIO DON DOMENICO PINCELLI

YOUTUBE / VIA PACIS

ONLINE SU YOUTUBE

La potenza della preghiera Quando preghiamo la morte si allontana da noi, fugge l’ansia dai cuori, s’accende sopra il caos della vita quotidiana, un’iride di pace. Quando preghiamo, rimaniamo uniti alla Vita e nulla ci fa paura. Quando preghiamo, rinnoviamo la nostra relazione con Dio e ci poniamo nella giusta relazione con il mondo e con le cose del mondo. Tutto diventa più chiaro, più nitido, la nostra mente si apre alla conoscenza di Dio e impariamo ad usare delle cose che Egli ci dona senza diventarne schiavi.


Articles inside

Check point • Impadronirsi della Bibbia

1min
page 26

Progetti di solidarietà 2020

10min
pages 11-22

Battesimo nello Spirito

5min
pages 4-5

Editoriale • Il vaccino più efficace

2min
page 3

Testimonianza • Trasgredire

2min
page 23

Filippine

2min
pages 8-9

Pregare: accetti la sfida?

5min
pages 6-7

Together we can

2min
page 10
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.