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Pregare: accetti la sfida?

INTERVISTA A PAOLO MAINO

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DI FEDERICO VIVALDELLI

‘La potenza della preghiera’ è l’ultimo libro che il nostro fondatore Paolo Maino ha scritto, edito a settembre 2020. Questo breve testo non nasce dall’intento di offrire una trattazione teologica della preghiera, bensì di condividere l’esperienza personale di una vita e le riflessioni maturate: uno specchio dove trovar riflessa l’immagine che fa al proprio caso (dalla Presentazione di S.E. mons. Francesco Milito, vescovo di Oppido Mamertina-Palmi). “Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Questa la profonda convinzione che deve muovere e sostenere la nostra preghiera, soprattutto nella dimensione comunitaria: pregate gli uni per gli altri per essere guariti (Gc 5,16) è infatti il sottotitolo del libro. Dio si serve di noi per far passare il suo amore che guarisce (p. 29). Facciamoci guidare tra queste pagine, infarcite di Parola di Dio ed esperienza, dalla voce dello stesso Paolo. • Da dove nasce l’idea di scrivere un libro sulla preghiera, in particolare approfondendo il tema della preghiera di liberazione e guarigione?

In realtà, non c’è stata l’idea di scrivere un libro. Tutto è nato dall’esperienza che in questi anni ho fatto negli incontri di preghiera con gruppi piccoli e grandi: spesso mi veniva chiesto il testo delle varie preghiere di guarigione, ma io non avevo nessun testo, eventualmente qualche appunto, che mi serviva da traccia. Mi sono ripromesso di mettere insieme queste note e, in questo tempo di lockdown, mi sono detto che potevo portare a compimento una promessa che avevo fatto tanto tempo prima, a tante persone. E così ho radunato tutti i miei appunti. Qualcuno mi ha poi suggerito di stampare quelle note… ed è nato il libro! Ci sono anche degli esempi pratici, perché tutti possono fare preghiere di guarigione; non è una cosa riservata solo ad alcune persone, come tante volte si crede. • Pregare per gli ammalati è una facoltà data a tutti coloro che credono (…) Non ci dovrebbe sorprendere se, pregando per gli ammalati, questi guariscono (p.29). Queste parole sembrano un invito a conoscere e riscoprire il ministero di guarigione nelle nostre comunità e nella Chiesa. È così?

Dobbiamo avere chiaro un concetto: Gesù ci vuole sani. Quando pensiamo alla nostra fede o ci rifacciamo alla Parola di Dio, siamo convinti che Gesù guariva, ma facciamo fatica a calare questa dimensione guaritrice nella nostra vita quotidiana.

PREGARE: ACCETTI LA SFIDA?

Guarire attraverso la preghiera sembra essere qualcosa di straordinario, ma non dovrebbe essere così. Gesù stesso ci dice: Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi (Gv. 13,15). Purtroppo, molti credenti si fermano alla salvezza di Gesù nella dimensione spirituale (es. il perdono dei peccati), ma Gesù è venuto a guarire tutto l’uomo, sia l’anima che il corpo. Se crediamo, dunque, in quel Gesù, anche noi dobbiamo essere potenti canali dell’amore di Gesù che guarisce. La preghiera va fatta con amore e umiltà, senza la paura di non vedere subito i frutti positivi, certi che Dio tocca quella persona, nei modi e nei tempi che Lui sa e che noi non sappiamo. Per noi rimane ancora un mistero vedere che qualcuno guarisce e qualcuno no, anche dopo anni di preghiere. Rimane un punto interrogativo e noi dobbiamo solo affidarci a Dio. La preghiera esige combattimento, che significa perseverare e, soprattutto, credere oltre ogni speranza. (p. 19)

Addentrandoci nella seconda parte del libro ci vengono presentate proposte di preghiera di guarigione fisica e spirituale, preghiere che ciascuno sentirà proprie in tempi ed occasioni differenti. Uno dei fili rossi che attraversa queste pagine è l’intima connessione tra Parola di Dio, preghiera e guarigione e, ancora più profondamente, tra perdono e guarigione. Quando preghiamo, la nostra libertà fa esperienza del mistero della libertà di Dio: la preghiera è potenza, e pregare non è facile (…) è indispensabile che la preghiera da impegno diventi virtù, abitudine buona e consolidata: necessita di disciplina e costanza nel tempo (p. 19-21). • Tu stesso affermi che nel corso degli anni la preghiera si è trasformata da impegno a bisogno (p. 20); qual è stato il tuo personale incontro e percorso con la preghiera?

Posso dire di aver sempre un po’ pregato, anche da giovane, ma il cambiamento radicale è avvenuto dopo che Dio si è fatto incontrare. A quel tempo lavoravo e mi alzavo all’ultimo momento, colazione di corsa e uscivo per gli impegni della giornata. Dopo l’incontro con Dio, ho preso la decisione di alzarmi un’ora prima e dedicare quel tempo alla preghiera. È stata la decisione più importante che ho preso nella vita e che negli anni si è rivelata vincente. Mi era evidente che, come il corpo ha bisogno di nutrimento, così anche lo spirito, per avere sempre più luce, discernimento, sapienza, carità, pace, affinché “tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato… sia oggetto dei nostri pensieri… allora il Dio della pace sarà con noi” (cfr. Fil 4,8-9). Questa è l’esperienza che ho fatto della potenza della preghiera. • Nella terza ed ultima parte del libro dedichi dello spazio alla “preghiera del cuore”: perché è importante scoprire e conoscere questo tipo di preghiera e, soprattutto, cosa può dare agli uomini di oggi?

La preghiera del cuore è la preghiera di pace, in cui si respira l’amore di Dio che è già guarigione. È una preghiera che si può fare sempre, anche quando si è stanchi. Il frutto è la pace perché si va a toccare il nucleo profondo di sé, lì dove abita Dio. Siamo sempre di corsa, ansiosi, preoccupati del presente e del domani. Questa è la preghiera adatta per l’uomo d’oggi: trovare del tempo per stare con Dio è una priorità della vita. Se diamo tempo a Dio, Lui ce lo ritorna con gli interessi. Se invece stacchiamo la presa con Lui, abbandoniamo la Sua benedizione e perdiamo la direzione vera della vita: tutto diventa relativo.

Se dunque riteniamo che la preghiera sia importante, dobbiamo riservarle un tempo specifico. È la sfida quotidiana. (p. 21)