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Il fu Mattia Pascal
Trama e struttura
Temi
Visione del mondo
Tecniche narrative e stile
Il romanzo fu scritto nel 1903 e pubblicato a puntate sulla rivista “Nuova Antologia” nel 1904. È composto di 18 capitoli e narra la storia di Mattia Pascal che, in seguito alla notizia della sua falsa morte, tenta di ricostruirsi una vita sotto falsa identità, ma rimane sospeso in una condizione anomala, di “straniero” alla vita, diventando “il fu Mattia Pascal”.
I temi principali sono: la famiglia, vista come nido o come prigione; l’inettitudine, sia di Mattia Pascal, che non aveva saputo imporsi né fare delle scelte, sia di Adriano Meis, che rimane passivo di fronte alle circostanze; il doppio e la crisi d’identità (Mattia Pascal è un anti-eroe emarginato dalla vita, incapace di capire chi sia realmente); la formatrappola (un nome, un ruolo, un lavoro che imprigiona e dalla quale non si può evadere: Mattia prova a sfuggire alla sua triste vita, crede di riuscire a trovare la libertà, ma è infelice anche quando assume l’identità di Adriano Meis); la polemica contro il progresso (vivendo nelle grandi città di Milano e Roma, Adriano Meis esprime la sua critica contro la scienza e contro le macchine); lo spiritismo, divenuto di moda tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento; il gioco d’azzardo, simbolo della casualità della vita contro cui la ragione umana può poco.
Nel Fu Mattia Pascal ritroviamo alcuni elementi del pensiero di Pirandello: l’infinita «piccolezza» dell’uomo che, dopo la rivoluzione copernicana, non conta più nulla nell’universo; le trappole e la forma; la filosofia del lontano; la crisi delle certezze, legata al relativismo conoscitivo; l’umorismo: il “sentimento del contrario” è presente in vari passi del romanzo; la «lanterninosofia», ovvero la capacità degli esseri umani, rispetto agli animali, a riconoscersi tali: ma questo sentimento è come un lanternino colorato, con una luce troppo debole. Quindi molti alimentano la propria luce ai “lanternoni” delle fedi e delle ideologie per avere punti di riferimento.
La vicenda è narrata in prima persona dal protagonista. Il punto di vista cambia con l’identità del narratore, che prima è Mattia, poi Adriano Meis e infine il “fu Mattia”. La narrazione in prima persona, soggettiva, è lontana da quella impersonale e oggettiva del Naturalismo. Altre tecniche narrative sono il flashback e la differenza fra l’io narrante e il personaggio. Il linguaggio assume caratteri teatrali per la presenza del monologo interiore, di interrogazioni, esclamazioni, riflessioni ed espressioni colloquiali.