NUMERO 12 . ott2019 . La deriva dell’egocentrismo

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A cosa serve l’ingegneria del clima? Siamo ormai tutti convinti che il clima stia cambiando. Le reazioni a questo stato di cose vanno da quelle più propriamente trumpiste di negazione o di totale indifferenza a quelle da guerra santa che si identificano ad esempio con Fridays for future. La soluzione più ragionevole sembra quella di ridurre la produzione di gas serra, principalmente l’anidride carbonica (CO2), ossia ridurre l’energia prodotta da combustibili fossili. La concentrazione di questo gas ha ormai superato le 415 ppm (parti per milione) partendo da una concentrazione in epoca

preindustriale di circa 290 ppm. Le speranze di ridurre o stabilizzare la concentrazione di anidride carbonica sono praticamente nulle. Infatti solo per stabilizzarne la concentrazione bisognerebbe ridurre del 6070% la sua produzione, cioè tornare ai livelli preindustriali. Anche se oggi si decidesse di azzerare la produzione di CO2 occorrerebbero diverse centinaia di anni per tornare ai livelli preindustriali. Rispetto a questa prospettiva, che sembra indicare un futuro climatico assai diverso dalla 14


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