Magazine P&F febbraio 2019

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project-financing.it FEBBRAIO 2019 - numero 12

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La riforma del Codice appalti si fa attendere Ancora nulla di fatto per la nuova riforma, varie proposte e ripensamenti si sono susseguiti facendone slittare i tempi per l’applicazione. A cura del dott. Tommaso Mazziotti Direttore Generale Cred.it Spa Ad oggi il Codice degli Appalti sembra addirittura quasi tutto da rifare. Il parere di Professionisti, imprese e Pubbliche Amministrazioni è che sia troppo complesso e vada semplificato onde evitare un vero e proprio blocco dei cantieri. Bruxelles chiede spiegazioni dopo che il testo non ha superato il controllo di conformità della Commissione UE. Va detto che comunque i tempi si fanno sempre più stretti e di modifiche determinanti al momento neppure l’ombra, l’unica modifica reale apportata è l’innalzamento temporaneo delle soglie per l’affidamento diretto. In base alla Legge di Bilancio per il 2019, fino al 31 dicembre 2019 le Stazioni Appaltanti potranno procedere all'affidamento di lavori di importo pari o superiore a 40mila euro e inferiore a 150mila euro mediante affidamento diretto previa consultazione, ove esistenti, di tre operatori economici. Per i lavori di importo compreso tra 150mila e 350mila euro si potrà utilizzare la procedura negoziata previa consultazione di almeno dieci operatori economici. Il Decreto Legge “Semplificazioni” ha schematizzato in modo più chiaro

le norme sugli illeciti professionali e le cause di esclusione dalle gare. Si tratta di modifiche più che altro formali, adottate per facilitare l’applicazione del Codice. Una delle novità già stabilite dalla Legge di Bilancio è la creazione di una Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici, il dispositivo è stato pensato per evitare che gli investimenti in opere pubbliche possano subire ritardi a causa della mancanza di tecnici nelle Pubbliche Amministrazioni. La Struttura avrà il ruolo di fornire supporto alle amministrazioni, contribuendo all’efficientamento energetico e ambientale nella progettazione e alla predisposizione di modelli innovativi progettuali ed esecutivi per edifici pubblici e opere similari e connesse o con elevato grado di uniformità e ripetitività. Il costo complessivo del progetto si aggira attorno ai 100 milioni di euro all’anno, al suo interno lavoreranno 300 unità di personale (prevalentemente tecnici). L’idea generale è che il nuovo ente sottrarrà lavoro e non assicurerà la concorrenza e la qualità dei progetti. Allo stesso tempo, la dotazione di personale appare comunque scarsa per far fronte al fabbisogno di tutte

le piccole Amministrazioni, ma per capire se i dubbi in merito sono fondati bisognerà attendere il testo del decreto. Già a dicembre il Governo aveva tentato di inserire una serie di modifiche sostanziali e urgenti al Codice Appalti all’interno del DL “Semplificazioni”,

ma in fase di approvazione i tentativi di riforma veloce si sono tradotti in un nulla di fatto. A gennaio il Governo ha deciso di procedere con un disegno di legge urgente di iniziativa parlamentare che, secondo il capogruppo del M5S in Senato, Stefano Patuanelli, sarà varato subito, in attesa della Legge Delega di riforma del Codice. In realtà, l’unico modo per procedere con urgenza è attraverso un decreto legge, che devono comunque sottostare alle tempistiche del Parlamento. Per info e contatti: t.mazziotti@creditspa.it 7


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