A&B Block Notes n. 12

Page 25

progetto sanità rinnovo) o a tutta aria (rinnovo e climatizzazione), quali pulizia e sanificazione di filtri e pre-filtri all’interno dell’involucro delle macchine. Orbene, essendo ragionevole ritenere che in impianti a tutta aria esterna, come sono la quasi totalità delle installazioni nel Policlinico ambiente di studio, le bocchette di mandata sono lambite esclusivamente da aria appunto esterna e pertanto per definizione non vettore di contaminazione, le stesse sono da considerarsi esenti dal rischio di deposito di tracce virali. Essendo altresì assumibile che tutte le bocchette di ripresa, le quali potrebbero potenzialmente essere lambite da aria contaminata in reparti ad alta concentrazione di pazienti COVID positivi, essendo il moto dell’aria inverso rispetto a quello diffusorio in ambiente, l’unico rischio aggiuntivo che potrebbero presentare rispetto a quelle di mandata, è costituito dal contatto diretto. Ma considerato che nella stragrande maggioranza dei casi le bocchette di ripresa, come per altro quelle di mandata, sono installate a contro soffitto e pertanto non raggiungibili in maniera accidentale, sono da considerarsi anch’esse sostanzialmente ininfluenti dal punto di vista dell’aumento del rischio. Riguardo i ventilconvettori idronici, per moltissimi aspetti assimilabili agli split ad espansione diretta, evolvendo gli stessi aria ambiente, possono di fatto azionare dei moti convettivi che in reparti ad alta concentrazione di pazienti

48

RIVOLUZIONE SANITÀ - DAGLI INGEGNERI LE PROPOSTE PER UN APPROCCIO SCIENTIFICO COVID positivi potrebbero, in linea del tutto teorica, innescare la propulsione di agenti vettori di infezione. In tal senso potrebbe essere ragionevole pensare di mettere in atto, sotto riserva di dimostrazione scientifica, un’aumentata periodicità di sanificazione, verificando che le eventuali concentrazioni di virus sul filtro installato a monte del ventilatore possano annidarsi agenti infettanti che a loro volta contaminino l’aria ricircolata attraverso lo stesso, considerando che la batteria si trova ad una temperatura al di sotto di quella di rugiada, eventuali droplet più o meno fini sfuggiti alla morsa del filtro andrebbero inevitabilmente ad impattare sulla batteria umida e pertanto a coalescere con la condensa presente sulla stessa. Pertanto appare chiaro che i ventilconvettori e gli split costituiscono, nel panorama di cui si sta argomentando, i terminali più critici giacché evolvono solo aria ambiente senza ricambio alcuno (salvo in rare applicazioni delle cassette a 4 vie). Da questa considerazione muove l’interesse per verificare l’aumentata presenza del virus in sospensione nell’aria ambiente, fatta ricircolare attraverso un filtro, una batteria e delle alette n-volte tra una sanificazione e l’altra, quindi potenzialmente posta a contatto con superfici su cui è tutt’altro che da escludersi non siano state lambite da particelle in sospensione vettrici del virus.

Conclusioni

La determinazione più

interessante di questo studio è stata…che non è stato necessario fare lo studio! Mi spiego meglio… Volendo rispondere alla domanda che ci siamo posti in premessa e che abbiamo banalizzato in: “Gli impianti di condizionamento trasmettono il virus?”, parafrasata dall’altra domanda emersa nello sviluppo del tema: “è utile intensificare le operazioni di pulizia e sanificazione dei terminali degli impianti a convezione forzata per ridurre il rischio di trasmissione da parte degli stessi?”, abbiamo cercato di quantificare i livelli di contaminazione dell’aria nei reparti COVID sia in ambiente sia in prossimità dei terminali impiantistici che ricircolano l’aria indoor potenzialmente vettrice di infezione. La pianificazione originaria dello studio prevedeva: - l’apprezzamento di “dosi i n f e t t a n t i ” d i S A R S - C o V- 2 sia a monte che a valle di ventilconvettori e/o split in reparti di degenza di pazienti positivi al COVID-19; - l’effettuazione del protocollo di pulizia e sanificazione delle stesse unità impiantistiche; - la rieffettuazione periodica dei campionamenti dell’aria evoluta dei terminali post sanificazione, ad intervalli di tempo definiti in modo da apprezzare l’eventuale aumento di “dosi infettanti” nell’aria con l’avanzare dello sporcamento del terminale. Tu t t o q u e s t o n o n è s t a t o necessario in quanto non si è mai rilevata nemmeno la prima positività sul campionamento preliminare dell’aria in prossimità dei

A&B Ordine Ingegneri Genova - Block Notes n. 12 - Settembre 2021

RIVOLUZIONE SANITÀ - DAGLI INGEGNERI LE PROPOSTE PER UN APPROCCIO SCIENTIFICO pazienti positivi, necessario per tarare la sensibilità dello strumento e del metodo che, è bene ribadire essere di tipo sperimentale, per poi applicarlo sull’aria movimentata dai terminali impiantistici secondo la pianificazione di cui sopra. Dunque parrebbe che i campionamenti ed i relativi processamenti di laboratorio abbiano dato conferma che una frazione minoritaria di aria infetta dell’ordine di 1/20, non sia in grado di infettare la totalità dell’aria indoor, come da ipotesi originaria che lo studio ha avuto il proposito di verificare. Le analisi della capacità infettante dell’aria prelevata dai repariti COVID mediante Challenge Test, ha dimostrato che i frammenti di RNA presenti nell’aria non direttamente interessata dall’espirazione dei degenti, sono talmente diluiti e degradati da non poter provocare il contagio di una persona sana che dovesse accidentalmente inalarli. Tengo a precisare che quanto sopra non sta nel modo più assoluto a significare che sia da escludersi la trasmissione air-borne del coronavirus o, che la pulizia e la sanificazione dei terminali degli impianti siano inutili…Tutt’altro. Questa terribile esperienza mondiale ha sicuramente messo a nudo diverse criticità del sistema edificio-impianto, con particolare riferimento all’ambito ospedaliero, e ha tristemente dimostrato che le metodologie e le direttive che governano la progettazione degli impianti ospedalieri iniziano a fare i conti con la loro età ormai

veneranda. Forse, invece di pulire e sanificare in modo ossessivo compulsivo i terminali aeraulici, sarebbe meglio iniziare a pensare tipologie impiantistiche che agevolino la pulizia e la s a nif ic a z io ne pe r io dic a . In tutti i reparti ospedalieri, quantomeno nei DEA di II livello, una quota parte delle degenze dovrebbe avere una flessibilità impiantistica e strutturale tale da consentire all’occorrenza di modificarne il layout, creare dei differenziali di pressione alternativamente positivi o negativi, aumentare la portata dell’aria seppur a discapito del comfort acustico ma a vantaggio della salubrità dell’aria, avere dorsali veicolanti ossigeno maggiorate, etc. In questa sede il “forse” è d’obbligo in quanto un ingegnere da solo non può avere la soluzione ad ogni problema, ma un pool di professionisti nel settore sanitario potrebbe riuscire dove il singolo non ha chances. È con tali intendimenti che la Commissione Sanità costituitasi presso l’Ordine degli Ingegneri di Genova, di cui fa parte anche lo scrivente, si è offerta di studiare una revisione delle regole contenute nei cosiddetti “Requisiti minimi” per la progettazione, costruzione e manutenzione di reparti o edifici a vocazione assistenziale e nelle linee guida emanate in occasione della pandemia. “Non importa quanto sia brillante la tua mente o la tua strategia, se giochi una partita da solo perderai sempre” (Reid Hoffman).

progetto sanità

ING. ALBERTO BORNETO Laureato in Ingegneria Meccanica presso l’Università degli Studi di Genova, ho intrapreso da subito la libera professione in qualità di termotecnico specializzandomi nello sviluppo di sistemi edificio-impianto a basso impatto ambientale. Esperienza professionale durata circa 8 anni, quindi sono entrato nel mondo dell’impresa ricoprendo il ruolo di Responsabile Tecnico e Direttore di Cantiere presso la VE.CAM. Srl, portandola da vocazione prettamente edile, a entrare anche nel settore impiantistico. Dopo circa 3 anni sono entrato nel SSN dove presto servizio ancora oggi in qualità di Responsabile del Servizio di Manutenzione e Gestione degli Impianti Tecnologici, Energy Manager e RUP di diversi appalti di lavori. Prestando servizio in ambito ospedaliero, ho iniziato a sviluppare interesse ed esperienza nell’ambito degli impianti VCCC e nei sistemi di controllo della IAQ. Possiedo la qualifica di EGE certificato ACCREDIA e Project Manager ISIPM-Av. Sono coautore di 7 progetti di ingegneria che hanno ottenuto 2 brevetti di invenzione industriale, 2 per modello di utilità e 3 protetti dalla legge sul diritto d’autore.

A&B Ordine Ingegneri Genova - Block Notes n. 12 - Settembre 2021

49


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
A&B Block Notes n. 12 by ordineingegnerigenova - Issuu