N2 Anno 5 Generazione Over60

Page 1

Febbraio 2023 -2Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano: n°258 del 17/10/2018 ANNO 5, n.2
“La Risata”, Umberto Boccioni Moma - Museum of Modern Art di New York

Le rubriche

EDITORIALE

“Amoglianimali”

Bellezza

Da leggere (o rileggere)

Da vedere/ascoltare

Di tutto e niente

Il desco dei Gourmet

Il personaggio

Il tempo della Grande Mela

Comandacolore

Incursioni

In forma

In movimento

Lavori in corso

Primo piano

Salute

Scienza

Sessualità

Stile Over

Volontariato & Associazioni

-3-

Generazione Over 60

DIRETTORE RESPONSABILE

Minnie Luongo

I NOSTRI COLLABORATORI

Marco Rossi

Alessandro Littara

Antonino Di Pietro

Mauro Cervia

Andrea Tomasini

Paola Emilia Cicerone

Flavia Caroppo

Marco Vittorio Ranzoni

Giovanni Paolo Magistri

Maria Teresa Ruta

DISEGNI DI

Attilio Ortolani

Sito web: https://generazioneover60.com/ Email: generazioneover60@gmail.com

Issuu: https://issuu.com/generazioneover60

Facebook: https://www.facebook.com/generazioneover60

Youtube: https://www.youtube.com/channel/generazioneover60

-4-

Generazione Over 60

MINNIE LUONGO DIRETTORE RESPONSABILE

Classe 1951, laureata in Lettere moderne e giornalista scientifica, mi sono sempre occupata di medicina e salute preferibilmente coniugate col mondo del sociale. Collaboratrice ininterrotta del Corriere della Sera dal 1986 fino al 2016, ho introdotto sulle pagine del Corsera il Terzo settore, facendo conoscere le principali Associazioni di pazienti.Ho pubblicato più libri: il primo- “Pronto Help! Le pagine gialle della salute”- nel 1996 (FrancoAngeli ed.) con la prefazione di Rita Levi Montalcini e Fernando Aiuti. A questo ne sono seguiti diversi come coautrice tra cui “Vivere con il glaucoma”; “Sesso Sos, per amare informati”; “Intervista col disabile” (presentazione di Candido Cannavò e illustrazioni di Emilio Giannelli).

Autrice e conduttrice su RadioUno di un programma incentrato sul non profit a 360 gradi e titolare per 12 anni su Rtl.102.5 di “Spazio Volontariato”, sono stata Segretario generale di Unamsi (Unione Nazionale Medico-Scientifica di Informazione) e Direttore responsabile testata e sito “Buone Notizie”.

Fondatore e presidente di Creeds, Comunicatori Redattori ed Esperti del Sociale, dal 2018 sono direttore del magazine online Generazioneover60.

Quanto sopra dal punto di vista professionale. Personalmente, porto il nome della Fanciulla del West di Puccini (opera lirica incredibilmente a lieto fine), ma non mi spiace mi si associ alla storica fidanzata di Topolino, perché come Walt Disney penso “se puoi sognarlo puoi farlo”. Nel prossimo detesto la tirchieria in tutte le forme, la malafede e l’arroganza, mentre non potrei mai fare a meno di contornarmi di persone ironiche e autoironiche. Sono permalosa, umorale e cocciuta, ma anche leale e splendidamente composita. Da sempre e per sempre al primo posto pongo l’amicizia; amo i cani, il mare, il cinema, i libri, le serie Tv, i Beatles e tutto ciò che fa palpitare. E ridere. Anche e soprattutto a 60 anni suonati.

-5-
Foto Chiara Svilpo

Chi siamo

DOTTOR MARCO ROSSI SESSUOLOGO E PSICHIATRA

è presidente della Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale e responsabile della Sezione di Sessuologia della S.I.M.P. Società Italiana di Medicina Psicosomatica. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e come esperto di sessuologia a numerosi programmi radiofonici. Per la carta stampata collabora a varie riviste.

DOTTOR ALESSANDRO LITTARA ANDROLOGO E CHIRURGO

è un’autorità nella chirurgia estetica genitale maschile grazie al suo lavoro pionieristico nella falloplastica, una tecnica che ha praticato fin dagli anni ‘90 e che ha continuamente modificato, migliorato e perfezionato durante la sua esperienza personale di migliaia di casi provenienti da tutto il mondo

PROFESSOR ANTONINO DI PIETRO DERMATOLOGO PLASTICO presidente Fondatore dell’I.S.P.L.A.D. (International Society of PlasticRegenerative and Oncologic Dermatology), Fondatore e Direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis, è anche direttore editoriale della rivista Journal of Plastic and Pathology Dermatology e direttore scientifico del mensile “Ok Salute e Benessere” e del sito www.ok-salute.it, nonché Professore a contratto in Dermatologia Plastica all’Università di Pavia (Facoltà di Medicina e Chirurgia).

DOTTOR MAURO CERVIA MEDICO VETERINARIO

è sicuramente il più conosciuto tra i medici veterinari italiani, autore di manuali di successo. Ha cominciato la professione sulle orme di suo padre e, diventato veterinario, ha “imparato a conoscere e ad amare gli animali e, soprattutto, ad amare di curare gli animali”. E’ fondatore e presidente della Onlus Amoglianimali, per aiutare quelli più sfortunati ospiti di canili e per sterilizzare gratis i randagi dove ce n’è più bisogno.

ANDREA TOMASINI GIORNALISTA SCIENTIFICO

giornalista scientifico, dopo aver girovagato per il mondo inseguendo storie di virus e di persone, oscilla tra Roma e Spoleto, collaborando con quelle biblioteche e quei musei che gli permettono di realizzare qualche sogno. Lettore quasi onnivoro, sommelier, ama cucinare. Colleziona corrispondenze-carteggi che nel corso del tempo realizzano un dialogo a distanza, diluendo nella Storia le storie, in quanto “è molto curioso degli altri”.

-6-

Chi siamo

PAOLA EMILIA CICERONE GIORNALISTA SCIENTIFICA

classe 1957, medico mancato per pigrizia e giornalista per curiosità, ha scoperto che adora ascoltare e raccontare storie. Nel tempo libero, quando non guarda serie mediche su una vecchia televisione a tubo catodico, pratica Tai Chi Chuan e meditazione.

Per Generazione Over 60, ha scelto di collezionare ricordi e riflessioni in Stile Over.

FLAVIA CAROPPO GIORNALISTA E AMBASCIATRICE DELLA

CUCINA ITALIANA A NEW YORK

Barese per nascita, milanese per professione e NewYorkese per adozione. Ha lavorato in TV (Studio Aperto, Italia 1), sulla carta stampata (Newton e Wired) e in radio (Numbers e Radio24). Ambasciatrice della cultura gastronomica italiana a New York, ha creato Dinner@Zia Flavia: cene gourmet, ricordi familiari, cultura e lezioni di vera cucina italiana. Tra i suoi ospiti ha avuto i cantanti Sting, Bruce Springsteen e Blondie

MARCO VITTORIO RANZONI GIORNALISTA

Milanese DOC, classe 1957, una laurea in Agraria nel cassetto. Per 35 anni nell’industria farmaceutica: vendite, marketing e infine comunicazione e ufficio stampa. Giornalista pubblicista, fumatore di Toscano e motociclista della domenica e -da quando è in pensione- anche del lunedì. Guidava una Citroen 2CV gialla molto prima di James Bond.

COMANDACOLORE è uno Studio di Progettazione Architettonica e Interior Design nato dalla passione per il colore e la luce ad opera delle fondatrici Antonella Catarsini e Roberta D’Amico. Il concept di COMANDACOLORE è incentrato sul tema dell’abitare contemporaneo che richiede forme e linguaggi mirati a nuove e più versatili possibilità di uso degli spazi, tenendo sempre in considerazione la caratteristica sia funzionale che emozionale degli stessi.

MONICA SANSONE VIDEOMAKER

operatrice di ripresa e montatrice video, specializzata nel settore medico scientifico e molto attiva in ambito sociale.

-7-

Sommario

-10Generazione F

La felicità. Qualcosa di diverso per ciascuno di noi Editoriale di Minnie Luongo

-13Foto d’autore La felicità ineffabile dell’attesa che il caffè “venga su” di Francesco Bellesia

-15Sessualità

Il sesso over 65 anni? Un autentico elisir di felicità Dottor Marco Rossi

-17Incursioni

Centoventicinque. Il numero della felicità Di Marco Vittorio Ranzoni

-23Stile Over Un’idea di felicità di Paola Emilia Cicerone

-8-

Sommario

-27Da leggere (o rileggere) La felicità della vendetta Di Amelia Belloni Sonzogni

-34Che festaaa... Con Giovanna Giovanna Nocetti, una vera forza della natura dalla Redazione

-42In movimento I nostri luoghi del cuore Gli Erranti

-47Il desco dei Gourmet

Una mattina da Zoppi e Gallotti per degustare gli oli del Frantoio Franci dalla Redazione

-9-

Generazione F

LA FELICITÀ. QUALCOSA DI DIVERSO PER CIASCUNO DI NOI EDITORIALE

La farò breve perché il tema è oltremodo difficile.

Per voler schematizzare: c’è chi ambisce alla serenità, chi alla felicità (anche se quest’ultima ha mille aspetti). Io sono decisamente della scuola di pensiero che ama i guizzi di felicità, quelli che possono arrivare all’improvviso e ti tolgono il fiato, sia pure per pochi secondi, minuti o giorni.

Tre esempi che riguardano la sottoscritta: 1) la presentazione di un mio libro (vedi copertina) o leggere la mia firma sotto un articolo: 2) stringere Holly mentre un raggio di sole compare all’improvviso; 3) fare il morto in mare, guardando il cielo sopra di me .

-10-

Generazione F

-11-

Generazione F

Ovviamente ci sono altri momenti che mi fanno felice, ma sono cose mie…

Forse vorrei ambire alla serenità e basta, ma… non mi basta. Né mi basterà mai, a qualsiasi età, lo so.

“Quando avevo cinque anni, mia madre mi ripeteva sempre che la felicità è la chiave della vita. Quando andai a scuola mi domandarono come volessi essere da grande. Io scrissi: felice. Mi dissero che non avevo capito il compito, e io dissi loro che non avevano capito la vita. ” John Lennon

E comunque torneremo sul tema della felicità anche nel prossimo numero...

-12-

Foto d’autore

LA FELICITÀ INEFFABILE DELL’ATTESA CHE IL CAFFÈ “VENGA SU”

Sono solo pochi minuti, che però moltissimi conoscono: quelli in cui si aspetta- con una trepidazione che diventa felicità- l’uscita del primo caffè della mattina. Non è un’esagerazione: succede mentre il caffè esce dalla Moka (le cialde non possono dare questa sensazione; sarebbe come, parlando di sesso, paragonare una sveltina a un’ora d’amore). In quei minuti, mentre la macchinetta borbotta e l’aroma del caffè si sprigiona per casa, pensiamo alla nuova giornata che si schiude davanti a noi e al fatto che siamo vivi. E lo saremo ancora di più dopo aver versato il liquido nero e caldo nella nostra tazza preferita. (M.L.)

-13-
Scatto tratto da Facebook (Francesco Bellesia)

Foto d’autore

FRANCESCO BELLESIA

Sono nato ad Asti il 19 febbraio del 1950 ma da sempre vivo e lavoro a Milano. Dopo gli studi presso il liceo Artistico Beato Angelico ho iniziato a lavorare presso lo studio di mio padre Bruno, pubblicitario e pittore. Dopo qualche anno ho cominciato ad interessarmi di fotografia, che da quel momento è diventata la professione e la passione della mia vita.

Ho lavorato per la pubblicità e l’editoria ma contemporaneamente la mia attenzione si è concentrata sulla fotografia di ricerca, libera da vincoli e condizionamenti, quel genere di espressione artistica che oggi ha trovato la sua collocazione naturale nella fotografia denominata FineArt.

Un percorso parallelo che mi ha consentito di crescere e di sviluppare il mio lavoro, una sorta di vasi comunicanti che si sono alimentati tra di loro. Molte sono state le mostre allestite in questi anni e molte le manifestazioni alle quali ho partecipato con premi e riconoscimenti.

Continuo il mio percorso sempre con entusiasmo e determinazione… lascio comunque parlare le immagini presenti sul mio sito.

-14-

IL SESSO OVER 65 ANNI? UN AUTENTICO ELISIR DI FELICITÀ

Lo dicono scienza e salute: grazie ai rapporti sessuali le coppie

anziane si sentono più felici del 20% rispetto a quelle che hanno rinunciato all’intimità fra le lenzuola

DOTTOR MARCO ROSSI – sessuologo e psichiatra

www.marcorossi.it

I rapporti sessuali regalano il 20% in più di allegria nella vita degli anziani . La conferma è il risultato di una ricerca di pochi anni fa, che vale la pena riprendere, presentata a Boston (Usa) dalla autorevole “Gerontological Society of America”.

La scoperta si deve a un sondaggio finalizzato a contribuire allo sviluppo di un approccio all´eros “fuori dagli schemi”, per affrontare e risolvere le questioni che limitano o impediscono alle persone più in là con gli anni, di abbandonarsi al sesso tra le lenzuola . Mentre solo il 40% di chi ha fatto sesso negli ultimi 12 mesi si è detto “molto contento” della vita in generale, quasi il 60% di coloro che si sono impegnati in attività sessuali più di una volta al mese si è scoperto “davvero felice” . Alla stessa maniera, il 59% del primo gruppo si è detto appena soddisfatto del matrimonio, mentre quasi l´80% del secondo si è definito “entusiasta”

Sessualità -15-

Sessualità

In sostanza, sulla base delle risposte di 238 Over 65, l´indagine ha dimostrato che la frequenza sessuale è un discrime significativo per sentirsi felici Associazione confermata anche dopo aver considerato diversi fattori come età, stato di salute e soddisfazione finanziaria.

Ciò rigetta il luogo comune che porta a pensare che in età avanzata si raggiunga necessariamente la “pace dei sensi” e si dimentichino quindi i piaceri sotto le lenzuola . E invece, al contrario, quello della sessualità degli anziani è un tema molto delicato e ricco di sorprese. Il sesso è un importante veicolo per la felicità tra gli anziani impegnati in una relazione amorosa: avere rapporti intimi, infatti, aumenta le probabilità di appagamento nella vita individuale e di coppia

Insomma, mai come da Over 60- e oltre- si può affermare che “più spesso lo si fa, più si è felici”.

-16-

Incursioni

CENTOVENTICINQUE. IL NUMERO DELLA FELICITÀ

Anche chi non ama in modo particolare la moto, grazie a questo ricordo dell’autore, proverà la passione, la voglia di vivere e il senso di onnipotenza di un sedicenne che raggiunge il suo sogno

Tema complicato, la felicità. Credo non basti una vita per capire davvero che cosa sia e se, quando e per quanto tempo ci abbia mai davvero raggiunto.

Di certo nessuno ha stabilito che siamo al mondo per essere felici e le immagini che da sempre ci raggiungono da ogni angolo del pianeta ce lo ricordano ogni giorno. Del resto, la felicità di qualcuno non fa notizia, non interessa. Quindi è meglio che ciascuno si concentri e provi a pensare a quel qualcosa che gli ha fatto provare quella sensazione impagabile tanto da scavare un ricordo che si fissa in un angolino del cervello. Sono tanti? Pochi? Ognuno ne farà un bilancio personalissimo: dipende anche da come si affrontano e si vedono le cose della vita, piccole o grandi che siano.

-17-

Tra i miei tanti ce n’è uno nascosto , insignificante di fronte a fatti ben più rilevanti, ma dato che mi è venuto in mente subito, lo scarico senza indugi.

Sarà un racconto terra-terra, niente filosofia, solo semplicità e animo del fanciullo. Qualcuno che condivide certe passioni magari lo apprezzerà, molti altri probabilmente no.

Allora non la condivisi con nessuno questa emozione, me ne accorgo solo adesso. Ripeto, è una sciocchezza, eppure è un ricordo così vivo, a distanza di cinquant’anni, di una felicità solo mia , mai raccontata ad anima viva. Chissà perché.

A sedici anni, un ragazzo come me, senza particolari grilli né problemi, aveva un chiodo fisso. No, no, quello è venuto dopo, ora voglio dire la moto.

Le regole di ingaggio, inserite nella routine casa-scuola erano quasi banali: a quattordici anni il cinquantino da cross, botta di vita, iniezione di autostima, prima responsabilità e primo vero strattone al cordone ombelicale; un passaporto indispensabile per far parte del gruppo e libertà di muoversi quasi a piacimento. Ma - i ragazzi sono sempre stati ingordi - se appena se ne intravedeva la possibilità, si stava tesi come belve ad aspettare quel compleanno delle sedici primavere perché lì c’era lo strappo definitivo. Il prima e il dopo. E quindi avevo appunto sedici anni, la patente A che mi bruciava in tasca e mio padre che non so come, non avevo successi scolastici da esibire e non ero neanche troppo petulante, acconsentì a farmi sostituire il motorino con una moto vera. La centoventicinque . E’ solo un numero, ma cambia tutta la prospettiva: va a più di cento all’ora, ha la targa e puoi portare un passeggero. Vai in capo al mondo, se vuoi .

Beh, la farò breve, perché non voglio parlare del lungo periodo di felice tensione iniziato col sì di mio papà e culminato col mio sedere sul sellino, ma concentrarmi su un momento preciso, solo due ore, per la precisione.

La moto in questione la vendeva Giorgio, un amico di famiglia e si trovava in un box a Lanzo d’Intelvi. Era primavera inoltrata e un mattino andammo a prenderla.

Sollevata la saracinesca la vidi: mi sembrò enorme. L’amico armeggiò e scalciò sulla pedivella finché si accese. E quel rumore sordo, possente, così diverso dal suono argentino del mio motorino mi diede il capogiro . Vabbè, lo so che fa ridere, era una Gilera 125 5V del 1968, mica una moto da gran premio, ma allora è inutile che ve lo racconti, se fate così.

Torniamo alla felicità, che è meglio: no, non era esplosa, non ancora, adesso era un misto di eccitazione e di paura e poi c’era lì mio padre, l’amico…dovevo fingere dignità; parlavano, ma io non li ascoltavo.

La moto era sul cavalletto, borbottava al minimo: ci salii come si scala una montagna amica, ma si sa pericolosa. Era tutto diverso, più grande, più morbido, più non lo so. La pedivella del cambio sulla destra e l’innesto della prima verso l’alto (al contrario del 90% delle moto, ma la scuola italiana allora voleva così) furono scogli superati all’istante; a sedici anni si è molto svegli

Ricordo poi la fretta, la frenesia quasi al limite della scortesia: padre, ti saluto, non starmi dietro che mi

Incursioni -18-

metti l’ansia, né davanti, che vai fuori strada tu sui tornanti della Sighignola.

Breve battibecco, ma ci accordiamo: lasciami, ci vediamo a Milano. Vai piano.

Ed è qui che inizia la famosa parentesi di due ore di felicità . Dieci minuti guardinghi, la strada è brutta, sono in seconda in discesa e va già più forte del mio motorino. Ha cinque marce, se tanto mi dà tanto mi strapperà le braccia, in rettilineo. Finalmente un falsopiano: terza, quarta. No, non è possibile, non finisce mai, va come un treno e lo sto guidando io, il treno.

La strada vola sotto di me, c’è poco traffico, azzardo un sorpasso, uno di quelli che col vecchio motorino sarebbe stato una lunghissima sequenza di speriamo-non-arrivi-nessuno-di-fronte-che-mi-pareva-andasse-più-piano e invece ora è solo un piccolo angolo di polso sulla manopola e sfilo via in un attimo. E i freni, i freni sono incredibili (adesso, con quei due minuscoli freni a tamburo mi verrebbe l’infarto ogni secondo, abituato a quelli moderni a doppio disco), sono in sella da mezz’ora e già la sento fatta su misura. Un guizzo di lucidità mi riporta alle ultime parole sentite a Lanzo: “Fai benzina, che è quasi a secco”. Ecco un distributore. Mi fermo lentamente, con mestiere, come Steve Mc Queen; tolgo i guanti adagio, ma resto sulla moto perché ho paura di non riuscire a metterla sul cavalletto e oggi di figuracce non se ne possono fare. Il pieno. Pago come paga un uomo, saluto e via.

-19-
Incursioni
Strada Della Sighignola -Lanzo d’Intelvi

Incursioni

E via, tra poco si prende la Superstrada e lì cambierà tutto. Cambia tutto davvero.

Già dalla terza alla quarta mi sembra di essere su un missile lanciato senza controllo, le manopole vibrano un po’ ma accelerando passa, tiro la quarta e metto la quinta: non ci posso credere, ho un casco jet leggerissimo allacciato largo e l’aria quasi me lo strappa, apro la bocca e mi deforma le guance, resto così con la

-20-
L’ indimenticabile Steve McQueen in sella ad una moto

Incursioni

smorfia come uno scemo per mezzo minuto: sto guidando una moto a centodieci all’ora, sono sulla corsia veloce, supero tutte le poche auto.

Eccola, la felicità. C’è dentro tutto: i sedici anni, i pochi problemi, il pane e salame, gli amici, l’orgoglio, le speranze, i sogni e le aspettative di infiniti giorni gloriosi a venire. La prima e una delle poche volte in cui ho sentito di avere tra le mani davvero le chiavi della mia libertà, di poter decidere da solo la direzione Oggi, ogni volta che salgo sulla moto cerco quella sensazione che tanto è più forte quanto meno il viaggio è programmato: adesso come allora la mia felicità passa attraverso il perdersi sulle strade dell’Oltrepo .

Beh, ora no, adesso devo arrivare sano e salvo a Milano, chè mio padre è là che guarda l’orologio e tra sé maledice quel “sì”.

-21-

Incursioni

-22-
Marco Ranzoni a circa 9 anni sulla bicicletta: anche così inizia l’amore per le “vere” due ruote

Stile Over

UN’IDEA DI FELICITÀ

Il francese Matthieu Ricard, monaco buddista di scuola tibetana, è risultato “l’uomo più felice del mondo”. L’autrice di questo articolo, che l’aveva intervistato, qui riflette su alcune importanti considerazioni circa la felicità.

Come ci si sente a intervistare l’uomo più felice del mondo? Mi è successo nel 2010: il mio interlocutore era Matthieu Ricard, francese di nascita e monaco buddista di scuola tibetana per scelta, ma soprattutto protagonista di esperimenti celebri sugli effetti della meditazione . Un personaggio interessante, (questo il suo sito per chi vuole saperne di più: www.matthieuricard.org ) con un passato da ricercatore - è stato allievo del premio Nobel Francois Jacob, con cui ha ottenuto un dottorato in biologia molecolare - e un presente di traduttore e portavoce del Dalai Lama

-23-
Di Paola Emilia Cicerone – giornalista scientifica

Stile Over

Un uomo intelligente e decisamente ironico, capace di commentare con un pizzico di scetticismo l’impegnativa definizione nata dagli studi sugli effetti della pratica meditativa sul cervello cui ha partecipato “Tutto è cominciato con una battuta in un documentario australiano, poi ripresa dal quotidiano Independent . Ma se mi devono definire in qualche modo, meglio ‘il più felice del mondo’ che il più infelice. No?” ha commentato Ricard con scetticismo molto francese. Quello che è successo è che in un esperimento realizzato da Richard Davidson dell’Università del Wisconsin-Madison, in cui si misurava con la risonanza magnetica funzionale l’attività cerebrale di un gruppo di esperti in meditazione tibetana, Ricard ha registra -

-24-
Matthieu Ricard, risultato essere “l’uomo più felice al mondo”

Stile Over

to uno straordinario - 0,45 su una scala che va dal + 0,3 dell’infelicità al - 0,3 di uno stato di beatitudine . E la definizione, prevedibilmente, ha attecchito: “ Se non altro”, ha osservato ancora il monaco, “Sono il più felice di quelli che sono stati misurati, che sono pochi”.

Ma che cosa significa “ essere felici”? Il buddismo, o perlomeno il buddismo tibetano, insegna a distaccarsi dalle emozioni osservando ciò che avviene nella nostra mente, e i diversi stati emotivi, senza esserne influenzati . “Come fa la luce, che non diventa preziosa o sporca a seconda che illumini spazzatura o pietre preziose”, spiega Ricard. “ O se vogliamo, come uno specchio che resta se stesso qualunque cosa rifletta”. La felicità insomma dipende dal nostro atteggiamento, dalla capacità di accettare le emozioni dolorose senza farcene travolgere e quelle positive senza manifestare un eccessivo attaccamento. Anche se possiamo aiutarci dando spazio all’empatia e all’altruismo, l’atteggiamento compassionevole nei confronti dei propri simili e in generale delle creature viventi che è una delle basi della filosofia buddista .

Vista così sembra più serenità che felicità come la intendiamo di solito. Ma il problema è anche semantico . Se gli psicologi positivi -e non solo loroparlano ormai da anni di happiness studies , spesso si ragiona su circostanze, eventi e situazioni associate alla felicità più che sull’idea di felicità in quanto tale. Che resta comunque inafferrabile, anche perché nelle diverse lingue si usano termini con origini e accezione diverse.

Uno studio apparso nel 2016 sulla rivista Frontiers in psychology coordinato da Antonella Delle Fave dell’Università di Milano, che ha coinvolto partecipanti di dodici paesi in cinque continenti, ha registrato oltre 7 . 500 definizioni diverse di felicità, E se la parola inglese happy nasce da una radice germanica che fa riferimento al concetto di fortuna, il latino felicitas che sta alla base delle definizioni neolatine è legato al concetto di crescita e fertilità, e descrive quindi un processo piuttosto che un obiettivo raggiunto.

E, in effetti, molte ricerche confermano che a farci stare bene non sono le emozioni forti, i successi o la ricchezza, ma la capacità di sviluppare progetti e di costruire e mantenere relazioni umane solide . Lo studio appena citato, ad esempio mostra che una quota importante del campione definisce la felicità come armonia, declinata in varie sfumature, come pace interiore - una definizione che ricorre spesso tra gli italiani intervistati - o equilibrio. Un atteggiamento che permette di integrare anche gli aspetti negativi dell’esistenza e spiega perché, come emerge da varie ricerche, anche persone con seri problemi di salute o disabilità

-25-

Stile Over

possano sentirsi comunque felici . E’ un atteggiamento che sembra rimandare alla tradizione orientale, e invece fa parte anche della nostra storia, dall’ideale stoico di equanimità e distacco al concetto epicureo di atarassia, riferito alla capacità di mantenere equilibrio e serenità anche in situazioni non piacevoli.

Un atteggiamento che mi è indubbiamente congeniale: personalmente ho sempre ammesso di preferire, al cuore che salta in gola, quelle che mi piace definire “ emozioni deboli”.

Ma tra i compiti assegnati per questo numero di Generazione Over 60 c’era la ricerca di un ricordo felice, e io - che mi sento in colpa se non faccio i compiti - ne ho trovati due, molto lontani nel tempo ma ancora vivi. Il tragitto che mi riportava a casa dall’ospedale dopo un lungo ricovero, molti anni fa a pochi giorni dal Natale, con le luci che sfilavano fuori dal finestrino e la certezza che quell’angoscia fosse finita. E poi il rumore degli zoccoli del pony col quale passeggiavo per villa Glori, nei più bei pomeriggi che una bambina possa immaginare, con l’odore delle foglie e lo stormire degli alberi. In fondo forse aveva ragione Schultz, la felicità è davvero un cucciolo caldo.

-26-

Da leggere (o rileggere)

LA FELICITÀ DELLA VENDETTA

E se la felicità fosse solo una chimera o, ancora meglio, con-

sistesse

nell’atto di vendicarsi? Un feroce racconto scritto in modo magistrale che ribalta molti luoghi comuni

Di Amelia Belloni Sonzogni – scrittrice

Il direttore ha ragione quando dice che per me la felicità è un cucciolo caldo: l’associazione è immediata. I cani sono per me ogni tipo di felicità descritta, raccontata, teorizzata da qualsiasi tipo di studioso; loro sono nirvana, tangibile.

Tuttavia, questa volta, ho provato a parlare della felicità da un altro punto di vista, meno comune; forse E con l’intento, di sicuro ambizioso, di ribaltare uno stereotipo. (A.B.S.)

Foto Victoria Watercolor

«Vuoi essere felice per un istante? Vendicati ! » È una frase di Tertulliano .

L’ho letta e l’ho subito trascritta sul quaderno, quello che porto sempre con me, in una borsetta : è un

-27-

Da leggere (o rileggere)

insieme di fogli e foglietti fitti di frasi, riflessioni, pensieri, ricordi, copiati e ricopiati, per allenare mente e calligrafia. Tutti hanno sempre invidiato la mia calligrafia, così precisa, regolare, pare stampata. Specchio della mente, dico io; ma attenzione a cosa vedete perché nella mia testa ci sono solo io: solo io so davvero cosa penso, cosa voglio, cosa intendo e vi manipolo tutti, come mi pare e piace.

Benvenuti in ogni caso i complimenti, sempre che siano sinceri e, per esperienza, posso dire che non lo sono quasi mai. Trattasi di adulazioni.

Sono una persona diffidente per natura e parca di lodi, lo ero soprattutto con i miei familiari che me lo rinfacciavano di continuo . Stai sempre a decantare gli altri, mi rimbrottavano. Certo – rispondevo io – chi si loda si imbroda e, soprattutto con mia figlia, non volevo passare per genitore poco imparziale. Lei, d’altronde, aveva ben poche doti da mettere in risalto, poveretta. Ormai è adulta, tra un po’ sarà anche vecchia . Hai visto? Hai lasciato passare il tempo e ora tocca a te! Glielo dico, mentalmente, tutte le volte che il mio pensiero si ricorda di lei; lui, il mio pensiero, ogni tanto se la trova davanti e io lo sgrido come fosse un bambinetto disobbediente. Faccio presto a rimetterlo in riga, basta un’occhiataccia delle mie.

Dicevo di Tertulliano. Ho trovato la sua frase mentre sfogliavo una rivista; ne leggo parecchie. Pesco sempre qualcuno che me le regala dopo averle lette e, per me, è come se fossero nuove, anche se riportano notizie ormai superate dal passare dei giorni. Capirai! Che me ne importa del passare dei giorni? Uno più, uno meno, è uguale, alla mia età. E poi ho sempre preferito rimestare l’accaduto, il già stato, il vecchio come me. Non leggo libri, non più e non mi ricordo esattamente quando ho letto l’ultimo romanzo: sarò stata giovane e illusa, infatuata o innamorata. Sono inutili fantasie per menti ancora adolescenti, che farebbero bene a osservare la realtà, piuttosto, perché la realtà è la normalità, che di felice ha ben poco .

Qui, dove vivo da qualche tempo, c’è una specie di biblioteca: una stanza con un paio di scaffali, un’impiegata che registra i prestiti e ti dà quel che prendi, senza criterio, né tu né lei. La scelta è tra romanzetti rosa o fiabe per bambini. Nessuno dei due mi interessa. L’amore è fuori portata e che i vecchi tornino bambini è una panzana: i vecchi sono vecchi, decrepiti, spesso rincoglioniti senza speranza di un barlume di lucidità, vegetano più insulsi e fastidiosi di un cetriolo che si ripresenta nell’esofago.

E lo dico da vecchia, anzi, vecchissima!

Quanti anni compirò? Tanti; rientro già nella categoria dei grandi anziani, ma non sono rincoglionita, anzi: sono lucida, lucidissima e quando sembro poco presente a me stessa è solo una finzione. Ho imparato come si fa, è semplice: basta un’espressione inebetita, l’occhio fisso – con la cataratta riesce meglio –, lo sguardo nel vuoto, il sorriso inutile a sproposito, la lingua che passa e ripassa a inumidire le labbra, le gengive sdentate in mostra; e poi – determinanti – le risposte insensate. Ci cascano tutti, sempre, così ne approfitto: se mi fa comodo non ricordare, non ricordo; se mi conviene rispondere a casaccio, invento le palle più fantasiose che posso. Ormai li ho convinti tutti: secondo loro, non sono demente, ma neanche del tutto sana, sono da tenere d’occhio; però, finché mi muovo in autonomia, va tutto bene : «Signora, lei è ben compensata». Così se ne fregano meglio. Rischio che non si accorgano se mi sentissi male davvero? Morirò e amen!

-28-

Da leggere (o rileggere)

Per il momento, con il mio bastone, vado ancora ovunque da sola. Certo, confinata qui dentro, nella erre-esse-a ; giro per i corridoi, prendo l’ascensore, entro ed esco dalla sala mensa, vado in giardino, riesco a infilare una specie di chiave pagante nella macchinetta del caffè per bermelo dopo pranzo, e telefono alle mie amiche . Ormai ne sono rimaste vive ben poche e quelle poche sono molto noiose! Mi parlano delle loro malattie o dei nipoti, che barba! Io sto bene e non ho nipoti. Mi potevo aspettare da quella impedita di mia figlia che sfornasse figli solo per me? Figurati! Sapere che li desideravo sarebbe stato un motivo in più per non farne. E per quel che ne so, è zitella. E ben le sta, è quel che si merita.

Un tempo leggevo anche i quotidiani. Mah, carta da imballo già allora. A casa lo acquistava mio marito che non sapeva stare senza e doveva essere il primo a sfogliarlo, poi lo leggeva nostra figlia, e a fine giornata era il mio turno; ma era mia la scelta di essere l’ultima, perché mi potevo dedicare meglio, con calma e senza distrazioni, al suo disfacimento: finalmente lo potevo spiegazzare come volevo.

Ecco: questa era una soddisfazione, un piacere, una felicità. Ero felice di ciancicare il quotidiano, disfarlo, lasciar cadere sul pavimento i fogli già letti e poi raccoglierlo la mattina seguente per conservarlo, perché un’utilità poteva ancora averla: metti che si allaghi casa, i giornali assorbono.

-29-
Foto Sabine Van Erpen

Da leggere (o rileggere)

Era la mia rivalsa sui due precisini, sempre alleati contro di me, il mio dispetto quotidiano, con tanto di rumore, fastidioso se uno cerca di dormire di fianco a te e l’altra è nella camera vicina ma non può chiudere la porta perché si sente soffocare . La mia piccola, quotidiana vendetta, il mio quotidiano istante di felicità .

Quei pochi che mi vengono a trovare, di solito mi portano delle riviste . Se nessuno me le regala, leggo quelle che trovo in giro: nella sala d’attesa del medico, per esempio, oppure del fisioterapista, o quando mi portano dal dentista a regolare la dentiera. Chiedo se posso prenderne una e nessuno mi ha mai detto di no, anzi!

«Signora – si meravigliano – ma lei legge ancora senza occhiali ! Alla sua età? ! Ma è incredibile, ma che fenomeno» . Sì, da baraccone… sorrido con aria felice e la volta successiva prendo un’altra rivista, anche senza chiedere, cioè la infilo nella borsetta, la rubo : nessuno dirà niente perché la vecchina fenomenale che legge e si interessa del mondo intorno, che non molla e si abbarbica alla vita, fa sempre tenerezza; quindi, approfitto

Per tornare alla frase di Tertulliano: no, non ho perso il filo. È vero, spesso divago, ma sono vecchia, me lo posso permettere. E li frego sempre tutti, con quei test cui mi sottopongono ogni tanto: giochini, quiz da bimbetti dell’asilo, conta i riquadri, scrivi una frase, abbina le forme… ma con chi credono di avere a che fare? Glieli risolvo tutti. Qualche volta fingo di non trovare la soluzione perché mi diverto a leggere sulle loro facce l’espressione di chi ha forse individuato uno spiraglio per la diagnosi corretta, oltre la banale demenza senile, che giustifica tutto senza dire niente.

Ma sai che bello? Quando vedi la delusione! Li ho fregati un’altra volta.

Impagabile istante di felicità, caro Tertulliano.

Mi diverto così? Sì! La mia indole si ritempra, si rigenera e sono felice.

Dicevo che Tertulliano, il cartaginese che si è giocato, non ricordo più con quale eresia, il titolo di padre della Chiesa, contrappone l’istante della vendetta al perdurare del perdono. La citazione completa è infatti: «Vuoi essere felice sempre? Perdona!»

Ma lo sai, Tertulliano, quante volte ho già perdonato in vita mia e di quella felicità che sottintendi tu non ho visto neanche l’ombra, neanche per un momento?

Ho perdonato mio padre per avermi imposto un nome che detesto. E non lo pronuncio neanche sotto tortura ! All’epoca, il nome scelto doveva figurare tra i santi in calendario. Invece di insistere a chiamarmi come aveva deciso, mio padre si è piegato alle imposizioni della tonaca nera e mi hanno battezzato con il nome del santo del giorno del battesimo, al femminile. Una condanna a vita, quotidiana! Mi sono trovata un diminutivo e l’ho usato, tranne su determinati documenti, pochi per fortuna, dove il nome odioso è rimasto. Qui poi c’è un’assistente, più odiosa del mio nome, che deve averlo letto in qualche cartella clinica e mi chiama per esteso! Dato che le ho chiesto, più volte, di usare il diminutivo, deve aver capito che il mio nome mi dà

-30-

Da leggere (o rileggere)

fastidio e lo fa apposta; mi chiama persino a gran voce per i corridoi. Io neanche mi giro, come chiamasse un’altra, però è una situazione che deve finire.

Sto meditando come, perché lo sgambetto dell’altro giorno, con il bastone fra i piedi mentre passava in corridoio con il carrello delle merende per gli allettati, non è riuscito. Sì, è inciampata, ma è riuscita ad appoggiarsi al corrimano e non è caduta. Il carrello è andato avanti da solo, mezzo metro o poco più. Sono riuscita a ritrarre il mio bastone, nessuno si è accorto, nemmeno lei, anche se ha sibilato un «questa me la paga» minaccioso ma generico. Per darle una lezione vera, però, ci vuol altro che uno sgambetto. Ci penserò, tanto non ho nulla di meglio da fare.

Ho perdonato anche mio marito, che mi ha tradito quando eravamo fidanzati . Faceva il cascamorto con una certa Margherita che gli spediva cartoline dai luoghi di villeggiatura. Lei ci andava e io no; a casa nostra non ce lo potevamo permettere. Lui organizzava di sicuro incontri galanti, spesso in città, che raggiungeva dal piccolo centro di provincia in cui abitavamo; per lavoro, mi diceva. Lavoro che all’epoca non aveva; appunto – replicava – vado a cercarlo: ho degli appuntamenti importanti; ti accompagno – proponevo; era sempre meglio di no. Una volta l’ho fatto pedinare da un investigatore. Soldi buttati e fegato mangiato per niente, perché lui forse se ne è accorto ed è riuscito a seminarlo. Pare si sia infilato in un teatro per assistere a uno spettacolo di varietà; gli piacevano da morire le donnine in passerella. Poi è arrivata la guerra, poi ci siamo sposati… ho perdonato, senza dimenticare i fatti. Non gli ho reso la pariglia ma, come un maglio che batte e ribatte ogni giorno, a cadenza costante gli ho ricordato e rinfacciato il tradimento. So essere molto fastidiosa, peggio del rumore della goccia nel catino di latta. Ogni volta lui sbuffava e se ne andava a leggere il giornale in un’altra stanza. Ormai non sbuffa più, è morto.

Ma non sarà certo una frase di Tertulliano a convincermi a perdonare chi mi ha messo qui perché non poteva assistermi, perché aveva da fare, perché le serviva del tempo. Tutte palle: si voleva disfare di me. La vedi qui, qualche volta? Non sanno neppure che faccia abbia . E non saranno certo le mie amiche a convincermi, quelle che, alla mia affermazione «Sono sempre sua madre», rispondono con «Ma lei è sempre tua figlia» Certo, la realtà biologica è innegabile, come il fatto che sono qui E la colpa è sua

-31-
Foto Gerd Altmann

Da leggere (o rileggere)

Chi diceva che di per sé nessun piacere è un male? Epicuro, forse? Mi pare fosse lui. Io provo piacere a elaborare vendette e non mi turba neanche un po’ ipotizzare come. Alla fine ognuno è felice a modo suo e io lo sono finché mi vendico. E lei sarà la prossima.

Ecco, forse potrei comprare un vocabolario, di quelli con l’etimologia, per cercare il significato letterale della parola felicità, perché se dai retta ai filosofi ti incarti nei loro ragionamenti e perché ho trascritto – da dove non me lo ricordo – questa frase che mi è piaciuta: «Definirla – la felicità – come serenità e realizzazione è incredibilmente riduttivo : nella stanza della lingua, resta la più bella chimera» .

— La più bella chimera… chimera…

— Signora, signora! Mi sente? Dottore, non risponde.

— Sentile il polso, Dora; com’è il battito?

— Irregolare, ma c’è. Provo a scuoterla piano…

— Ehi, ma che modi! Certo che la sento, non sono mica sorda. Cosa vuole?

-32-
Foto Pete Linforth

Da leggere (o rileggere)

— L’ho chiamata e non mi ha risposto. Parlava da sola… sta bene?

— Benissimo. Cosa vuole?

— Le sono caduti per terra dei fogli. Glieli raccolgo.

— Metta pure lì, sul letto; ci penso io a riordinarli perché se lascio fare a voi chissà che pasticci combinate. E non tocchi la borsetta, dia qui. Non mi ha ancora riposto.

— A cosa?

— Le ho chiesto cosa vuole.

— È ora della pastiglia.

— Me la dia, questa pastiglia.

— E poi, guardi, c’è il Direttore; vuole parlarle.

— Buona sera, cosa vuole?

— Buona sera Signora; è arrivata una comunicazione per lei.

— Dica!

— Non trovo le parole.

— Per fortuna che è laureato, o no? Cos’ha lì, tra le mani?

— La comunicazione che ho stampato.

— Dia qui, sono capace di leggere, e ancora senza occhiali; vediamo di cosa si tratta.

— Dora, stia pronta, in caso avesse un mancamento.

— Mancamento? Io?! Fatemi leggere, piuttosto:

«Ospedale*** Reparto di Oncologia, Direttore Prof.***

Gentile collega… con questa mia ti rendo noto…

… perciò dovresti comunicare alla tua degente, signora*** – minuscolo, che ignorante! – che la nostra paziente***, sua figlia, è deceduta in data…».

— Ecco! Figurati se quella non trovava il modo di fregarmi. Addio, vendetta. Addio, felicità

-33-

Che festaaa... Con Giovanna

GIOVANNA NOCETTI, UNA VERA FORZA DELLA NATURA

Tante volte in questo magazine ho scritto della mia amica Giovanna, per l’affetto e la stima che ci legano da oltre 30 anni. Ora mi sono domandata: perché, ogni due mesi, non dare un resoconto dei suoi innumerevoli programmi? Lei meglio di chiunque altro rappresenta gli Over 60 per i quali è nata questa rivista. Ecco allora gli appuntamenti da segnare in agenda, forniti gentilmente da Alessandro Paola Schiavi, Press Manager & Ufficio Stampa Kicco Music Milano . (Minnie Luongo)

Kicco Music Edizioni Musicali S.A.S di Giovanna Nocetti & C. – Milano

Via Filippo Corridoni, 10 – 20122

-34-
Giovanna ed io

Che festaaa... Con Giovanna

A WILMA DE ANGELIS IL PREMIO ALLA CARRIERA TANTO ATTESO

Una carriera di oltre 70 anni, una protagonista indiscussa della storia della musica e della televisione italiana, la prima a portare in tv la cucina quando ancora non era una moda, la prima a mostrare doti versatilità artistica prima di tante colleghe. Wilma De Angelis (93 anni ad aprile), ha atteso tanto per un Premio alla carriera, premio che, oggettivamente, avrebbero dovuto assegnarle durante il Festival di Sanremo, magari proprio quel Sanremo 2020 in cui la signora De Angelis venne invitata dalla Rai per partecipare alla serata di gala pre-Festival, ma annullata poi per un cambio di scaletta dell’ultimo minuto, lasciando così sconforto nei sentimenti dell’allora 88enne Wilma.

Così, dopo due anni di pandemia, gli amici di sempre hanno pensato a lei, in particolare Giovanna (al secolo Giovanna Nocetti), la cantante viareggina e produttrice discografica amica di sempre del grande Poalo Limiti, lo stesso Limiti che riportò Wilma alla ribalta prima in cucina nel 1979 su Telemontecarlo, per 18 anni consecutivi, e poi su Rai Uno a ”Ci vediamo in Tv” dal 1996 al 2002. Anni di gloria, musica e passione, anni in cui Giovanna capisce chi sono gli amici veramente importanti di una vita e perché valorizzarli. Ed ecco nascere l’idea della cantante, direttore artistico del Teatro Cagnoni di Godiasco Salice Terme, da Novembre 2022, in provincia di Pavia (nel cuore dell’Oltrepò Pavese) decide di organizzare una serata con il co-direttore Alessandro Paola Schiavi, giornalista e scrittore, sostenuta dalla loro casa discografica Kicco Music Milano e il Comune stesso.

Il Sindaco Fabio Riva, assieme a tutta l’Amministrazione Comunale all’unanimità, non ha esitato nemmeno un secondo ad accettare la proposta dei direttori artistici del Teatro. Ed ecco che, in poco tempo, viene organizzata la serata in suo onore. La stampa locale pavese dà immediatamente ampio spazio alla notizia, un premio che riempie il cuore della De Angelis, felice di tornare protagonista per una video- intervista presso il Teatro Antonio Cagnoni assieme ad Alessandro Paola Schiavi e l’amica Giovanna.

Nella macchina dei ricordi immediatamente si torna al suo primo (di 5) Festival di Sanremo nel 1959 con quella ”Nessuno” che poi riprenderà anche Mina ed assieme in un duetto a ”Canzonissima” che diverrà iconico- ”Alla fine però abbiamo stonato tutte e due” dice simpaticamente Wilma durante l’intervista, due Signore della canzone italiana, entrambe al debutto nel ’59. Vengono poi ricordati gli altri successi discografici come ”Quando vien la sera” e gli ultimi posti a Sanremo con ”Patatina” che divenne poi un disco da milioni di copie nel mondo, oggi un cult.

Wilma è radiante, lucida ricorda gli amici di sempre, ovviamente Paolo Limiti al quale ”devo tutta la mia seconda carriera, quando sembrava finita negli anni ’70”, sino alle colleghe storiche, Nilla Pizzi, Betty Curtis, Carla Boni, riviste in un video mitico con Fiorello nel 2004 sulle note di ”Vita spericolata”. Sì, perché Wilma è proprio così, una patatina dalla vita spericolata, a cui è impossibile non voler bene, la quale ammette ”accettai per lavoro, ma non sapevo proprio cucinare, e poi alla fine li ho fatti cucinare tutti, anche Walter Chiari e Barbara D’Urso.”

Certo Salice Terme non sarà la città di Sanremo ma, finalmente il tanto Premio alla carriera è arrivato ”per aver contribuito alla diffusione della musica italiana nel mondo”, si legge nella targa, e Wilma, emozionata a fine intervista, regala al pubblico due canzoni improvvisate, ovviamente i suoi cavalli di battaglia ”Nessuno” e ”Quando vien la sera”, accompagnata alla chitarra dall’inossidabile Giovanna, accorsa da dietro le quinte per il duetto.

Alla fine fiori e standing-ovation e il saluto al suo pubblico accorso che ha reso il teatro sold-out Domenica 5 Febbraio, firmando le copie della sua ultima fatica culinaria-letteraria, ”Siamo nati per soffriggere”, a cura di Lucio Nocentini. Un mito.

-35-

Che festaaa... Con Giovanna

-36-

Che festaaa... Con Giovanna

-37-
Fotografie a cura di Gabriele Vinciguerra

Che festaaa... Con Giovanna

AL TEATRO CAGNONI VANNO IN SCENA LE GRANDI MUSICHE E GLI EVENTI CULTURALI

Marzo e Aprile saranno due mesi molto impegnativi per la rassegna teatrale del Teatro Antonio Cagnoni di Godiasco Salice Terme in provincia di Pavia, tornato alla ribalta da Novembre 2022 grazie alla collaborazione fra il Comune di Godiasco e la casa discografica mianese Kicco Music. La Kicco Music, nella figura della CEO Amelia Gianni, ha nominato direttori artistici di un cartellone di eventi la cantante e produttrice discografica Giovanna, al secolo Giovanna Nocetti, assieme al giornalista e scrittore Alessandro Paola Schiavi, grazie alla fiducia data dal Sindaco Fabio Riva.

Una stagione che ha già visto in scena nomi importanti dello spettacolo quali Elisabetta Viviani, Alessandra Ferrari, Wilma De Angelis, Enrico e Sabrina Musiani, solo per citarne alcuni.

-38-

Che festaaa... Con Giovanna

-39-
Fotografie a cura di Gabriele Vinciguerra

Che festaaa... Con Giovanna

Marzo e Aprile 2023 saranno due fra i mesi più ricchi del programma che vede in previsione eventi di variegato tipo.

• Sabato 4 Marzo andrà in scena alle 21 ”E lucevan le stelle’, spettacolo dedicato ai giovani talenti della scuola di Milano ”PIANOFRIENDS”, diretti dal Maestro Vincenzo Balzani. Cinque ragazzi di età compresa fra i 6 e i 12 anni si esibiranno in pezzi di repertorio classico al pianoforte, evento patrocinato anche dai Lions Club di Milano.

• Eccezionalmente fuori weekend, verrà celebrata la Festa della Donna, quindi l’8 Marzo con un concerto dell’Orchestra da Camera di Voghera diretta dal notissimo Maestro Sandra Sofia Perulli, con Alberto Bonivento special guest al clarinetto, inizio ore 21.00, ingresso a offerta, spettacolo seguito immediatamente dal tradizionale appuntamento domenicale, il 12 Marzo, con ”Operetta e Melò”, a cura della pianista Veneta Monica Vanin, alle ore 17.00, ingresso a offerta libera.

• Il 19 Marzo invece, in occasione della giornata mondiale della poesia , l’autore di fama nazionale Silvio Raffo porterà in scena ”Io sono nessuno! Tu chi sei?” recital su Emily Dickinson, poetessa riscoperta proprio da Raffo. Durante l’evento verrà inoltre assegnato il primo Premio Antonio Cagnoni per la poesia.

• Domenica 26 Marzo alle 17.00 invece verrà celebrato il grande Lucio Dalla in occasione del mese dei suoi 80 anni, che avrebbe compiuto il 4 Marzo Il cantautore emiliano IoSonoMoka porterà in scena i suoi grandi successi, presentando inoltre il suo disco omonimo.

Aprile si aprirà all’insegna della cultura con la proiezione dell’opera ”Marta e Maria”, prodotta nel 2001 da Kicco Music e con la partecipazione straordinaria dell’autore del libretto Paolo Pivetti che introdurrà l’evento con la Professoressa Attilia Vicini, ore 17.00 di Giovedì 2 Aprile , ingresso sempre a offerta.

Serata particolare e fuori programma quella di musica e moda per il ”Concerto della brame’, con il Premio SIAE 2018 Daniele Barsotti e l’esposizione di abiti a cura dello stylist viareggino Giovanni Bald uini, Sabato 15 Aprile ore 21.00, ingresso a offerta.

”Recuerdo de la Alhambra” sarà invece uno spettacolo dedicato alla cultura spagnola con la performance del giovane chitarrista Alex Maltauro Berto e il ballerino Aldo Rebatto. Inizio spettacolo ore 21.00, Giovedì 20 Aprile.

A cura di Alessandro Paola Schiavi

-40-

Che festaaa... Con Giovanna

-41-

In movimento

I NOSTRI LUOGHI DEL CUORE

Consigliare quali sono tre chiesette del Lago di Como da visitare a tutti i costi può fare la felicità di chi ama scoprire sempre nuo-

ve località del Bel Paese

Gli Erranti

Il 16 febbraio 2023 sono stati annunciati i vincitori dei “luoghi del cuore” promossi dal FAI: al primo posto è risultata la chiesetta di San Pietro dei Samari, nel parco di Gallipoli (Lecce ).

Ed è in questa occasione che ci sono venuti in mente i “nostri” luoghi del cuore: tre chiesette che si trovano sul lago di Como, che oggi vi vogliamo raccontare

Cominciamo con la chiesa di San Bernardo sopra Musso , sulla sponda sinistra del lago di Como: arrivati in paese ricordate di acquistare di fianco al Comune il ticket (3 euro) che vi permetterà di percorrere la strada agro- silvo- pastorale che porta al parcheggio nei pressi della chiesa, andando verso la frazione di Croda: la strada è per un tratto asfaltata, poi cementata e pochi tratti sterrata, ma comunque percorribile con un’auto non troppo bassa, altrimenti c’è sempre la possibilità di salire a piedi.

-42-
Chiesa di San Bernardo

In movimento

Arrivati al parcheggio poco sopra l’agriturismo Labbio, inizia il sentiero che vi porterà dopo venti minuti alla chiesa, posta a 1105 m di altitudine, di fronte al Sasso di Musso: da lì si gode un panorama spettacolare su tutto il lago e sul monte Legnone, la cima più alta della provincia di Lecco. Nelle vicinanze si trovano i ruderi del castello di Musso, che fu nel sedicesimo secolo la roccaforte da cui il sanguinario condottiero Gian Giacomo de Medici spadroneggiava sulle valli circostanti.

All’interno della chiesa - la cui struttura originaria risale al diciottesimo secolo anche se l’ultimo restauro

è del 1970 - si trova la statua di San Bernardo donata dai contadini di Musso nel 1892. Da notare anche il particolare colore rosso del tetto del campanile. Purtroppo non abbiamo potuto visitare l’interno perché quando siamo arrivati la chiesa era chiusa, ma anche dalle finestre è possibile scorgere quello che resta degli affreschi.

-43-

In movimento

Siamo stati fortunati invece con la nostra visita alla chiesa di Santa Croce a Naro: siamo arrivati il due febbraio, nel giorno della Candelora, e abbiamo incontrato un gruppo di fedeli che festeggiavano la ricorrenza, definita anche “Festa della Luce”: secondo la tradizione, se in quel giorno il tempo è bello avremo una primavera mite.

Il paese di Naro si trova sopra Gravedona ed Uniti, sempre sulla sponda sinistra del lago: ci si arriva con una comoda strada asfaltata, si parcheggia prima del paesino e seguendo un sentiero nel bosco di castagni, in pochi minuti a piedi si raggiunge l:a chiesa, con relativa vista mozzafiato sul lago. La prima documentazione scritta relativa all’edificio è datata intorno al 1500, ma le origini risalgono a qualche secolo prima: all’interno si trovano degli affreschi di Sigismondo de Magistris in buono stato di conservazione.

-44-
Chiesa di Santa Croce (Naro)

In movimento

L’ultima tappa della nostra gita infine è la chiesa di San Martino a Selva, che si trova sopra Gera Lario sulla strada per Montemezzo. Edificata nel 1450 in una posizione dominante il lago e la riserva naturale del Pian di Spagna, San Martino è riconosciuta come una delle chiese più riccamente affrescate della zona: all’interno troviamo gli affreschi raffiguranti il Giudizio Universale e la Crocefissione attribuiti al figlio di Bernardino Luini, Aurelio. Senza dimenticare un interessante ciclo pittorico realizzato dal “Fiamminghino”, Giovan Mauro della Rovere, con gli affreschi della “Lotta della Fede contro l’eresia” e la “Festa del Rosario” raffigurante la Madonna col Bambino che porge il rosario a S. Domenico: opere queste destinate a trasmettere un chiaro messaggio educativo secondo i principi della Controriforma. Una curiosità sono gli arredi sacri e le

-45-
Chiesa di San Martino

In movimento

cappelle dedicate a S Carlo Borromeo e alla Beata Vergine Maria, datate dal quindicesimo al diciannovesimo secolo e dono di abitanti emigrati ad Ancona e in Sicilia, che non si staccarono mai completamente dal luogo natio.

Si conclude così il nostro itinerario. Vi consigliamo di approfittare di una giornata primaverile per godere di queste tre realtà del territorio, in punti panoramici di quello che a nostro parere può essere considerato il lago più bello d’Italia

-46-

Il desco dei Gourmet

UNA MATTINA DA ZOPPI E GALLOTTI PER DEGUSTARE GLI OLI DEL FRANTOIO FRANCI

Informazione promozionale

A cura della Redazione

Se finora abbiamo pensato che avere in casa un paio di buoni oli basta e avanza, una visita da Zoppi e Gallotti alla degustazione dei pregiati oli del frantoio Franci di Montenero d’Orcia (GR) è senz’altro riuscita a farci cambiare idea. “Potremmo dire che il numero giusto è quattro- dice Anna Soleri, responsabile commerciale Franci che dalla Toscana è venuta nel nostro negozio di fiducia per illustrare le prerogative di questi oli-. Intanto non è azzardato dire che l’olio, di per sé un ingrediente, da noi diventa un “ingrandiente”, in quanto capace di far risaltare il più possibile il gusto che si preferisce”.

-47-

Il desco dei Gourmet

Il Frantoio Franci nasce negli anni ’50 sulla collina di Montenero d’Orcia, piccolo borgo che dalle pendici dell’Amiata domina il paesaggio della Val d’Orcia, quando i fratelli Franco e Fernando Franci acquistano uno storico oliveto chiamato Villa Magra e ristrutturano un antico fienile per farne un frantoio.

-48-

Il desco dei Gourmet

L’anno 1995 rappresenta una tappa importante per la storia dell’azienda, inizia infatti la collaborazione tra Fernando e il figlio Giorgio che, all’esperienza del padre, aggiunge una nuova carica di entusiasmo ed intraprendenza. Far conoscere i propri extravergine lontano dal luogo di produzione diventa l’obiettivo principale, ma subito appare chiaro che la sola vendita diretta, fino allora praticata, non poteva consentire tale risultato né garantire al frantoio il futuro auspicato. Da una prima analisi emergeva una situazione non facile. Per questo motivo si è scelto di giocare una carta vincente: quella della qualità. Una qualità assoluta- come viene sottolineato- ricercata senza alcun tipo compromesso.

-49-

Il desco dei Gourmet

Gli oli – Le Selezioni

Nasce così nel 1996 Villa Magra dei Franci , il primo extravergine del frantoio commercializzato in bottiglia e prodotto solo ed esclusivamente con le olive dell’omonimo oliveto. Al concetto di qualità vengono ad aggiungersi quelli di selezione , di interpretazione e di terroir . Villa Magra, il fruttato intenso, diventa la bandiera dell’azienda e sarà il capostipite delle altre otto etichette.

Nel 1997 esce la prima produzione del fruttato leggero, l’ Olivastra Seggianese , il monovarietale prodotto dagli oliveti secolari del Monte Amiata; poi, nel ’99, fa la sua apparizione il fruttato medio Le Trebbiane, che alla prima occasione si aggiudica il primo dei tre Leoni d’Oro che verranno assegnati al frantoio.

Villa Magra Gran Cru

L’evoluzione della filosofia produttiva sviluppa nuovi obiettivi e prende forma il concetto di Cru. Nel 2000 nasce Villa Magra Gran Cru , la migliore produzione del “Chiusello”, una microzona porzione dell’oliveto Villa Magra, in cui terra e vegetazione hanno caratteristiche molto particolari.

Questo extravergine, frutto di scelte ed attenzioni estreme, si distingue per eleganza, morbidezza e grande lunghezza aromatica, oltre che per un quadro chimico eccezionale: i suoi oltre 540 mg/kg di polifenoli (espressi in acido caffeico) garantiscono una straordinaria carica antiossidante.

Villa Magra Gran Cru viene prodotto solo nelle migliori annate ed esce unicamente in bottiglie numerate per un quantitativo massimo di 2.100 litri.

Gli oli Base

Negli anni, per diversificare la produzione e per andare incontro ad esigenze di ordine sia economico che aziendale, nascono: Fiore del Frantoio che riesce a coniugare l’onestà di un buon olio con un prezzo sostenibile per gli usi quotidiani in cucina; La Cinciallegra da agricoltura biologica; il Frantoio Franci, tipicità ed ottimo rapporto qualità prezzo ed il Frantoio Franci Toscano Igp con certificazione di origine.

La filosofia produttiva

Tutte le etichette del Frantoio Franci hanno una matrice ed uno standard di qualità ben definito per caratteristiche organolettiche e parametri chimici che garantiscono al consumatore la continuità qualitativa di anno in anno, gli oli che non raggiungono gli obbiettivi vengono declassati Le variabili stagionali, che determinano la qualità dei raccolti e che rendono stimolante questo mestiere, influenzano le quantità dei prodotti finiti ma non la loro qualità in termini assoluti .

-50-

Il desco dei Gourmet

Nel giugno 2003 “Villa Magra Gran Cru” è il vincitore della degustazione internazionale ad invito riservata ai migliori extravergine del mondo organizzata dal Grand Jury Européen presso lo Château Branire .

A seguito di questo risultato nell’ottobre 2003 il presidente del Grand Jury Européen, François Mauss, ha proposto ed organizzato uno scambio alla pari tra 100 bottiglie “Villa Magra Gran Cru” e 100 bottiglie di vino di grandi Bordeaux, tra i quali Latour, Lafite, Petrus, Cheval Blanc etc.

-51-

Il desco dei Gourmet

La degustazione ha riscosso notevole successo, anche perché ha fatto conoscere la “cultura dell’olio”. Molti i clienti in coda ad assaggiare i vari oli, finchè una signora ha domandato timidamente: “Ma per condire una bruschetta, che rappresenta la migliore merenda non solo per me ma anche per i miei nipoti, quale di questi oli mi consiglia?”. Rapida la risposta di Anna Soleri: “Senza dubbio un Villa Magra, oppure un Maurino”. Seguiremo il suo consiglio. Intanto , grazie a Giuseppe Zoppi per aver pensato a questa utile iniziativa: alla prossima!

Via privata Cesare Battisti 2, a Milano. Tel. 02/5512898.

Per ordini e richiesta di preventivi potete scrivere una e-mail a: info@zoppiegallotti.com

Sito Internet: http://www.zoppiegallotti.com

Buon appetito!

-52-

Immagini e fotografie

Copyright

Dove non espressamente indicato le foto o le immagini presenti attualmente nella rivista sono situate su internet e costituite da materiale largamente diffuso e ritenuto di pubblico dominio.

Su tali foto ed immagini la rivista non detiene, quindi, alcun diritto d’autore e non è intenzione dell’autore della rivista di appropriarsi indebitamente di immagini di proprietà altrui, pertanto, se detenete il copyright di qualsiasi foto, immagine o oggetto presente, oggi ed in futuro, su questa rivista, o per qualsiasi problema riguardante il diritto d’autore, inviate subito una mail all’indirizzo generazioneover60@gmail.com indicando i vostri dati e le immagini in oggetto.

Tramite l’inserimento permanente del nome dell’autore delle fotografie, la rimozione delle stesse o altra soluzione, siamo certi di risolvere il problema ed iniziare una fruttuosa collaborazione.

-53-

ILLUSTRAZIONE DI ATTILIO ORTOLANI

Articles inside

Immagini e fotografie

1min
page 53

Il desco dei Gourmet

1min
page 52

Il desco dei Gourmet

1min
page 50

Il desco dei Gourmet

1min
page 49

Il desco dei Gourmet

1min
page 47

In movimento

1min
page 45

In movimento

1min
page 44

In movimento

1min
page 43

In movimento

1min
page 42

Che festaaa... Con Giovanna

1min
page 40

Che festaaa... Con Giovanna

1min
page 38

Che festaaa... Con Giovanna

2min
page 35

Che festaaa... Con Giovanna

1min
page 34

Da leggere (o rileggere)

1min
page 32

Da leggere (o rileggere)

1min
page 31

Da leggere (o rileggere)

2min
page 30

Da leggere (o rileggere)

1min
page 29

Da leggere (o rileggere)

2min
page 28

Da leggere (o rileggere)

1min
page 27

Stile Over

1min
page 26

Stile Over

1min
page 25

Stile Over

1min
page 24

Stile Over

1min
page 23

Incursioni

1min
page 21

Incursioni

4min
pages 17-19

Sessualità

1min
page 16

Foto d’autore

1min
pages 14-15

Foto d’autore

1min
page 13

Generazione F

1min
page 10

Chi siamo

1min
page 7

Chi siamo

1min
page 6

Generazione Over 60

1min
page 5
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.