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NIGUARDA - BICOCCA - PRATOCENTENARO

Copia in attesa di autorizzazione

Direttore:

Kristina Robinson

Redazione:

Eros Dany

Sergio Ghittoni

Saverio Paffumi

Laura Spreafico

Pio Tarantini

Equo canone, canone sociale Una radiografia della zona

"Per" e "dai" cittadini

Nel presentarvi il nuovo tivamente alla loro soluziogiornale della Zona 9 è di ne, utilizzando tutte le possiobbligo chiarire le ragioni bilità che la società ci offre e che ci hanno spinto a consi- trovando nuovi strumenti derarlo uno strumento di in- per sviluppare la discussione formazione che può giovare intorno ad essi. ai cittadini della nostra zona. Un giornale di zona può Noi pensiamo che per servire a questo? Noi penmolti aspetti la nostra zona è siamo di sì. Ma molto dipentutta da scoprire. Quali sono derà da come voi darete il stati e quali saranno gli svi- vostro contributo e sostegno luppi urbanistici, culturali, per fare un giornale che vive sociali e politici nei nostri realmente la vita della nostra quartieri e nella zona 9? zona. Un giornale scritto Quanti cittadini sono infor- "per" e "da" i cittadini; che mati di cosa succede? Quali chiama le forze politiche, soavvenimenti ci sono? Tutte viali e sindacali che operano cose che ci interessano da vi- sul territorio a confrontarsi cino, che fanno parte della su tutti i temi e a pronunnostra vita, ma che non tro- ciarsi nel merito delle quevano momenti di riscontro, stioni aperte. Ricordiamo di coordinamento, e su cui qui solo alcuni: il grosso tutti possano dire una paro- problema del Seveso, la gela, partecipare, sentirsi real- stione dei servizi sociali, i mente parte importante nel- campi sportivi e le palestre la battaglia per un nuovo sottoutifizzate e via dicendo. unna odel l soci o età di più svi giusta luppo, e più er Vogliamo costruire un umana, per una città a misu- collegamento utile fra le ra d'uomo. istanze democratiche e di

Gli avvenimenti politici partecipazione quali il Condegli ultimi anni — il Refe- siglio di Zona, i Cicoli culturendum del 12 maggio, il 15 rali, le Associazioni sportive le Cooperative e tanti altri e il 20 giugno — hanno mutato il volto del nostro Paese, momenti della nostra vita gli hanno riservato una col- quotidiana. locazione più importante Perciò noi ci rivolgiamo a sulla scena europea e inter- voi, con la sicurezza che vornazionale. Gli altri paesi rete darci la vostra collaboguardano l'Italia con rinno- razione e partecipazione divato interesse. retta, i vostri suggerimenti, Il modo con cui risolvere- per migliorare, sviluppare e fare del giornale della nostra mo i problemi acutizzati dalla crisi — l'agricoltura, la ri- zona, un giornale che discute presa economica e rodutti - e fa discutere, che sappia dava, l'occupazione femminile re un'apporto reale e positie giovanile, la difesa della vo alle soluzioni dei problenostra democrazia — è fon- mi che oggi le forze politiche damentale per assicurare e sociali sono chiamati a risempre di più un posto di ri- solvere. Così potremo aflievo al nostro Paese negli troncare meglio anche i prosviluppi mondiali. blemi di domani, contriCome possiamo noi citta- buendo a trovare le risposte corrispondano alle dini aiutare a risolvere i esilemi pro- che che sono sul tappeto? gene reali dei cittadini della

- Conoscendoli meglio, discu nostra zona.tendoli, partecipando più at- La Redazione

Equo canone, canone sociale, legge grande speculazione. stesse possono agire sul territo167, legge 865, legge 513, legge — Canone Sociale nell'edilizia rio sul quale ci troviamo ad 10, legge 1000 — Valori e limiti di pubblica, che veda gli Enti operare, certi di far meglio queste leggi — quali sono state con- (Iacpm) autosufficienti nei pro- comprendere ai cittadini una quistate — quali ancora sono da con- pri bilanci, quindi con affitti materia che spesso coinvolge quistare. praticati all'utenza stabiliti se- nel dibattito solo gli operatori, Radiografia della situazione al- condo possibilità economica e che il cittadino valuta e misuloggiativa nella nostra zona. degli inquilini. ra sulla base del proprio singoSviluppo di una azione di massa — Legge 167 e 865, che stabili- lo problema, senza vederne gli per contribuire alla lotta più genera- stono costi agricoli per le aree aspetti più generali, che rigirarle per la soluzione del problema casa espropriate dai Comuni per dano un diverso, più umano nella nostra zona, nella città e nel servizi e edilizia popolare sviluppo delle nostre città in Paese. Legge 10 — che agisce sul ter- materia di servizi, casa e territoritorio e che consente ai Cornu- riò. ni convenzioni con i privati per Partiamo quindi da una anaedilizia a costi convenzionati lisi della situazione edilizia nella nostra zona, per vedere l'appli- Legge 1000 — meglio cono- cabilità delle leggi, la loro uti- sciuta come piano decennale lità, i loro limiti ecc. per l'edilizia — che prevede stanziamenti per uno sviluppo ZONA 9 dell'edilizia popolare, per il ri- 10% grande proprietà immobisanamento degli stabili liare (Aedes ecc.)

Con questo giornale di zona ci proponiamo di affrontare il problema della casa che è uno dei più scottanti che le forze politiche, sindacali, sociali si trovano a dover risolvere e sul quale il dibattito e ancora aperto.

Le linee generali, grazie alle grandi battaglie del movimento riformatore sono già state tracciate, alcune leggi che vanno in questa direzione sono state già conquistate, altre (equo canone e legge 1000) erano al dibattito del Parlamento prima dell'attuale crisi.

Vediamo quali sono queste linee generali:

Legge 513 — che afferma il 25% piccola proprietà — in geprincipio per il quale in futuro nerale condomini abitati dagli le case costruite con totale con- stessi proprietari tributo statale (es. Gescal) non 25% case popolari — di prosiano più vendute, e che per prietà Comunale, Gescal, quelle costruite nel passato pre- Iacpm vede prezzi di ventita aggiornati 10% case degradate, per la magdiversamente da quando la gioranza con vincolo di 167 svendita del patrimonio era ri- 30% case in cooperativa a procorrente e a prezzi irrisori. prietà indivisa per la maggio-

Ci riproponiamo nei numeri ranza e a proprietà divisa futuri di questo giornale di zo- Partiremo quindi dall'EQUO na di entrare nello specifico di CANONE queste leggi e di vedere come le

- Equo Canone nell'edilizia privata — inteso come giusta remunerazione del capitale investito, tagliando le unghie alla (segue in seconda)

N. O — ANNO 1 — L. 300

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Come si sa il Senato della Repubblica ha già votato il provvedimento di regolamentazione degli affitti con il voto favorevole della DC, del PCI, del PRI e del PSDI; il PSI si è astenuto ma con motivazioni che hanno confermato il giudizio sostanzialmente positivo dell'accordo raggiunto.

Hanno votato contro i liberali (che hanno minacciato il ricorso ad un referendum abrogativo della stessa legge) contro, ha votato l'estrema destra.

Con l'approvazione definitiva che dovrebbe avvenire alla amera dei Deputati, si dovrebbe concludere finalmente, dopo 43 anni di proroghe un periodo tormentato che ha visto crearsi acute tensioni non soltanto tra gli inquilini, ma nella vita del Paese.

Di questa legge c'è un ugente bisogno. Basterebbe chiedersi quale sarebbe la prospettiva per milioni di inquilini, se venisse a mancare una misura di controllo degli affitti in un mercato della casa caratterizzato da una paurosa carenza di alloggi.

Il continuo succedersi delle leggi di blocco non è più oggi efficace per tutelare gli inquilini per il fatto che la proprietà, favorita da una pressante domanda, ha trovato mille scappatoie al blocco, è ricorsa alle case ammobiliate ai doppi contratti

con affitto a mercato nero, creando così disparità tra lavoratori e lavoratori, ha aggravato il fenomeno della vendita frazionata e l'abbandono totale della manutenzione. Appare evidente che non è più possibile reggere in questa situazione: il prolungamento del regime vincolistico equivale praticamente alla progressiva liberalizzazione dei fitti, senza dimenticare che pende sulla testa degli inquilini la spada di Damocle del giudizio di incostituzionalità del blocco di cui si è già occupata la Corte Costituzionale.

Alla luce di queste considerazioni, appare chiara l'esigenza di arrivare in tempi rapidi alla definizione della legge di equo canone, sancendo il principio del contratto pubblico sul livello degli affitti e sulla durata dei contratti, dando così certezza sia agli inquilini che alla proprietà, normalizzando le sperequazioni oggi esistenti tra affitti bloccati e affitti a mercato libero.

COSA PREVEDE QUESTA

LEGGE

Dal punto di vista economico: la legge toglie alla proprietà il POTERE di determinare gli affitti, questi saranno determinati sulla base delle diverse condizioni oggettive quali: il tipo di alloggio (categoria cata-

stale) la città e la zona in cui è ubicato lo stabile, lo stato manutentivo, l'anno di costruzione.

Con questo provvedimento aumenteranno gradualmente (in 6 anni per famiglie con redditi inferiori a 8 milioni) gli affitti bloccati mentre verranno subito ridotti quelli determinati a mercato libero.

Vale la pena di fare due esempi significativi per la nostra zona: — la maggior parte degli alloggi nella nostra zona è stata costruita attorno agli anni 60 (BOOM edilizio). Ebbene in un alloggio costruito nel 1963, categoria A /3, in buono stato manutentivo con la Legge di regolamentazione si avebbero questi affitti:

Alloggio di 60 mq. (due locali servizi) L. 650.000 annue Alloggio di 80 mq. (tre locali -4servizi) L. 870.000 annue

Per un alloggio degradato, caratteristico del vecchio centro di Niguarda (casa con servizi esterni) due locali di ringhiera (40 mq.) si pagherebbe un affitto di L. 115.000 all'anno.

Bastano questi dati confrontati alla luce dell'attuale offerta di alloggi in affitto (circa 2.500.000 per 2—S), per comprendere la resistenza della destra economica che anche attraverso opportune campagne di

stampa tuona sulla "stangata", distorcendo i reali contenuti della legge, e cerca di impedirne la appropriazione.

Dal punto di vista normativo - viene stabilita la durata minima dei contratti in 4 anni - sono meglio definite le spese a carico degli inquilini e sancito il loro diritto a decidere sulle modalità e i costi delle stesse - gli alloggi ammobiliati non dovranno avere un affitto superiore del 30% a quello determinato dalla legge

- nel primo periodo transitorio (da 4 a 6 anni) il contratto può essere sciolto prima della scadenza per il proprietario che ha la necessità di adibire l'abitazione ad uso proprio o dei propri familiari in linea retta fino al secondo grado.

Rispetto alla situazione attuale di estrema incertezza con proroghe che si susseguono una all'altra a qualche mese di distanza, la legge di regolamentazione può dare maggiore certezza, e, offre la possibilità al movimento riformatore di poter condurre una battaglia a lungo respiro dato che il periodo transitorio dura 6 anni, per conquistare il principio del rinnovo automatico dei contratti salvo giusta causa e per correggere le eventuali contraddizioni che potranno emergere nel corso dell'applicazione concreta

LE CIFRE DELLA ZONA

della legge.

La Confederazione C.G.I.L.C.I.S.L. - U.I.L. e il SUNIA hanno espresso sul testo approvato al Senato un giudizio sostanzialmente positivo e quindi ribadita la necessità che la legge sia varata rapidamente anche dalla Camera dei Deputati, sottolineando però l'esigenza che vengano modificati alcuni aspetti e precisamente:

— che lo sfratto per improrogabile necessità del proprietario venga concesso previo rigido accertamento e concedendo all'inquilino un ragionevole tempo per la ricerca di un altro alloggio.

— che le controvesie tra inquilino e proprietario siano mediate dalle Commissioni Democratiche (Commissioni casa decentramento Comunale), al fine di evitare una proliferazione del contenzioso alla Magistratura. Vedremo in seguito nel corso dei futuri articoli che tratteranno le altre leggi, come questo provvedimento riformatore non possa essere valutato se non in stretta connessione a un diverso sviluppo urbanistico (legge 10) e a un rilancio dell'edilizia pubblica (legge 1000) nonchè al risanamento del patrimonio degradato esistente.

Graziella Corona Sergio De Vecchi

Cominciamo da questo numero la pubblicazione di alcuni dati e indirizzi utili della zona 9.

STRUTTURE SANITARIE

CONDOTTA MEDICA n. 12

Via Hermada, 9 - Tel. 6422073

- 1 med. - ore 9-10 - lunedì, mercoledì, venerdì

- 1 ass. san. - ore 830-10.30 - lunedì, mercoledì, venerdì

- 1 infer. - ore 8.30-16.30 - lunedì, mercoledì, venerdì

Via Ponale, 66 - Tel. 6423487

- 1 med. - ore 9-10 - martedì, giovedì

- 1 ass. san. - ore 8.30-10.30 - martedì, giovedì

- 1 infer. - ore 8.30 - 16.30 - martedì, giovedì

CONDOTTA MEDICA n. 26

V.le Affori, 21 - Tel. 6450171

- 1 med. - ore 14 - escluso mercoledì

- 1 ass. san. - ore 14-16,30 - mart., giov., ven. - ore 8.30-10.30 lun. mer.

- 1 infer. - ore 13.30-16.30

CENTRALE VACC.

Via Cherasco, 5 - Tel. 6438102

- 1 med. - ore 8.30-12 - 1 inf. prof. - ore 14-16 - 1 inf. gen.

SERVIZIO SOC.

Via Galli, 1 - Tel. 6086663 1 ass. sociale - ore 8.30-12.30

MEDICINA PREV. PER L'INFANZIA

Via Cherasco, 5 - Tel. 6438102

- 1 ass. san. - ore 8.15 - 16.15

Sez. Pedriatria - 1 med. pedi. - ore 8.30-12 - ore 14-16

Sez. Otologoped. - 1 med. spec. - ore 13.30-16 - mar., giov. ore 14-16 - 4 otologoped. - ore 8.15-16.15

Sez. oculistica - 1 med. spec. - a giorni alterni con la scuola speciale - 4 ortottiste - ore 8.30-16.30

S.MA.L.

Via Va. D'Ossola, 19 - Tel. 6434495

- 1 med. coor. - ore 8.30-12.30 -13.30-17.30 -2 med. di base -1tecnicoSERVIZIO IGIENE MENTALE ETA' EVOLUTIVA

Via Cherasco, 5 - Tel. 6470466 - 4 neuropsi. - ore 8.30 - 16.30 - 4 psic. laurea - 1 ass. psic.- 3 psicomotri. - 2 otologoped. - 1 ass. sociale

A) SCUOLE MATERNE

Al) Scuole materne comunali:

- Via Cesari, 40

- Via Monterotondo, 10

- Via Ciriè, 10

- Via Cherasco, 5

- Viale F. Testi, 117 (Convenzione con Manifattura Tabacchi)

- Via F.11i Grimm, 11

- Via Thomas Mann, 9

- Viale Sarca (Ang. F. Testi)

Scuole materne statali:

- Via Giolli, 39

- Via Gatti, 12

- Viale Suzzani, 240

Scuole materne private:

- P.za Belloveso

- Viale Suzzani, 64

Totale iscritti alle tre classi:

Totale sezioni occupate:

B) SCUOLE ELEMENTARI

- Via Cesari, 38

- Via Passerini, 4 - Via De Calbol i, 1

- Via Cirié, 9 Via Santhià (Ist. Girola)

- Via Val Cismon, 9

- Via Pianell, 40

- Via Da Bussero, 9 - V.le F. Testi, 190

- Via Thomas Mann, 8 Totale iscritti alle cinque classi: Totale

C) SCUOLE MEDIE INFERIORI

- Via Hermada, 18 - Via Santhià (Ist. Girola)

- Viale Sarca, 24 - Via De Martino

- Via Asturie (Angolo V.le F. Testi)

- Via privata Giolli

2.323 Totale iscritti alle tre classi: 65 Totale sezioni occupate:

NOTIZIE UTILI

Partiti politici

PCI - Fed. Via Volturno, 33 PSDI- Feci. Via Dogana, 4

DC - Feci. Via Nirone, 15 PRI - Feci. Via Foscolo, 3

PSI - Feci. V.le Lunigiana, 35 PLI - Fed. C.so Venezia, 40

Zona 9 - PC I

Sez. Martiri Bicocca, V.le Suzzani 273 -Sez. Mandelli, Via Moncalieri 9 -

Sez. S. Carrè, Via L. della Pila 61 - Sez. Rigoldi Via Hermada, 8

Enti e Associazioni

Consiglio di Zona 9 - Via Grivola, 10 -Tel. 6437191

Circolo Culturale Ghigl ione - V. Val di Ledro - tutte le sere ore 21

Vigili urbani

Presidio di N iguarda -Via Grivola, 10 - Tel. 6422012

Mercati all'aperto

Pratocentenaro: Via Ktierner giovedì mattina -Bicocca: Via San Miniato martedì mattina - Niguarda: Via Val di Ledro mercoledì mattina

Il Scuole ! Scuole Scuole AScuole 1_\Scuole materne elementari elementari (succursale) g medie inferiori 0,. medie inferiori (succursale)
4.815
sezioni occupate: 218
Chiese 2.686 S. Giovanni Battista, Bicocca - Gesù Divin Lavoratore, Bicocca111 San Martino: Niguarda DATI STATISTICI RELATIVI ALL'ANNO SCOLASTICO 1977-78

PERCHÈ "DONNA" SIA BELLO DAVVERO Costruiamo insieme il nostro consultorio

giorno per far capire che si lotta ogni giorno

Che cammino ha fatto l'emancipazione femminile e per quali strade si è sviluppata dalla data dell'8 marzo 1908? Da quando cioè in un cotonificio di New York sono morte tra le fiamme di un improvviso incendio 129 donne chiuse dentro la fabbrica dal padrone durante una serrata, e da quando 1'8 marzo è stata dichiarata "giornata della donna"; da quando ancora la mimosa fu assunta come fiore della speranza e simbolo di lotta delle donne di tutto il mondo?

È questo anche il giorno in cui le donne fanno capire che "ogni giorno" è un giorno di lotta ed in quell'occasione, 1'8 di ogni marzo, tutta la loro forza viene sentita e raccolta.

La storia dell'emancipazione femminile è lunga e piena di av-

venimenti storici.

Prima fra le leggi conquistate, il voto alle donne — che in Italia fu conseguenza diretta della determinante partecipazione femminile alla Resistenza — con cui ad esse fu per la prima volta riconosciuta l'identità di cittadine a tutti gli effetti, e la Costituzione, che tale eguaglianza pone a fondamento, in Italia, del vivere civile.

Gli ostacoli che le donne hanno dovuto superare, i tentativi di ricacciare tutto indietro, non sono bastati a disperdere la volontà di raggiungere quegli obbiettivi che oggi, con più forza e consapevolezza di ieri, il movimento femminile si pone.

Negli ultimi anni si sono conquistate leggi importanti: legge di parità, tutela della maternità, nidi, diovorzio, diritto

La manifattura e le donne-

La "noticina" inviata a gennaio dall'amministrazione della Manifattura Tabacchi di viale Fulvio Testi ai Comuni della provincia è fin troppo esplicita. Nell'informare infatti che si sono riaperti i termini per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso per l'assunzione di 50 operai comuni, si specifica a chiare lettere (maiuscole!) che la richiesta di manodopera è riservata agli uomini.

Dopo la Fiat di Termini Imerese il Biscottificio Gentilini di Roma è dunque la volta dei Monopoli di Stato.

Come ricorda l'interpellanza presentata ai ministri del Lavoro delle Finanze dalla compagne Cecilia Giovini, Nadia Corradi, Adriana Seroni e Eletta Bertani, l'azienda pubblica "sorvola" oltre che sul dettato generale della legge di parità tra uomo e donna in materia di lavoro del 9 dicembre '77, su uno specifico punto della norma stessa, che la riguarda in prima persona. All'articolo 19 si specifica infatti che "cessano di avere efficacia le norme interne e gli atti di carattere amministrativo dello Stato e degli Enti pubblici in contrasto con le disposizioni della legge". E ancora, l'articolo 1 prevede deroghe alle severe disposizioni contro ogni discriminazione basata sul sesso solo per mansioni particolarmente pesanti, individuate attraverso la contrattazione collettiva.

All'interrogazione comunista si aggiunge lo stesso giorno (il 27 gennaio) una dura presa di posizione della Federazione CGIL, CISL, UIL di Milano e Provincia.

E' necessaria ora qualche considerazione. Innanzitutto la di-

scriminazione avviene questa volta in un settore tradizionalmente ad altra concentrazione femminile, quello della lavorazione del tabacco, con un basso rapporto capitale-addetto, dove la percentuale di donne raggiunge e supera il 70% , una cifra inferiore ai soli settori tessile e dell'abbigliamento che detengono il primato con, rispettivamente, il 78,8 e 1'84% . Quali allora le giustificazioni per rifiutare il lavoro alle persone di sesso femminile?

Una risposta viene qualche giorno dopo, quando alla Manifattura Tabacchi si svolge una prima "selezione" dei candidati: devono sollevare pesi di 75 kg. e trasportare varie cassette da 10 kg in bilico l'una sull'altra. Quattro donne che si presentano vengono respinte. Sotto accusa è dunque chiaramente anche in questo caso l'organizzazione del lavoro. Perchè mai infatti il trasportare simili carichi, magari con ritmi elevati, non dovrebbe danneggiare gli uomini? O forse, come accade in altre realtà produttive, le persone di sesso maschile sono immuni dagli effetti nocivi provocati da certe esalazioni o dall'esposizione per molte ore consecutive ad un calore o ad un rumore eccessivi?

Sono temi sui quali il movimento si è confrontato, anche a Termini Imerese, temi che ora possono coinvolgere direttamente anche le donne, rendendole protagoniste nella lotta per migliori e più umane condizioni di lavoro. C'è ancora una cosa da ricordare: forse il bando di concorso alla Manifattura Tabacchi sarà riaperto.

di famiglia, ecc. Ma ancora occorre difendere queste conquiste e fare applicare pienamente, in tutte le loro istanze, queste leggi. Fatti come quello della Manifattura Tabacchi (di cui riferiamo in questa pagina) riguardano "soprattutto" le donne, ma il loro peso cade su tutta la società, il suo sviluppo, sulla vita di tutti.

L'occupazione femminile, il lavoro nero e a domicilio, la carenza di servizi sociali adeguati, sono piaghe direttamente collegate alla necessità di una ripresa produttiva, alla battaglia contro l'inflazione, ad un nuovo modello di sviluppo; e non cogliere l'importanza del contributo femminile alla lotta più generale sarebbe un errore grave.

Il collegamento con la classe operaia e tutto il movimento dei lavoratori per elaborare insieme obiettivi che tengano conto delle esigenze femminili all'interno delle maggiori tematiche oggi sul tappeto (la mobilità, la programmazione del lavoro, i costi, la riqualificazione professionale) è essenziale per poter assicurare alle donne l'inserimento nel mondo produttivo e per risanare quei settori ad occupazione prevalentemente femminile.

Ma occorre anche superare alcune contraddizioni ancora oggi esistenti all'interno del movimento dei lavoratori nei confronti dell'emancipazione femminile.

Oggi, quali compiti spettano al movimento femminile? Fra tutte le questioni aperte una delle più importanti è senza dubbio, quella di assicurare alle donne e al Paese, una giusta legge sull'aborto. E la mobilitazione di tutte le donne è necessaria per investire le forze politiche e sociali delle loro responsabilità. È necessario trovare una soluzione che elimini definitivamente il "mercato" clandestino dell'aborto, l'ingiusta punizione della donna e assicuri una maternità consapevole e serena. Le associazioni delle donne, come l'UDI, i movimenti femminili dei partiti, il movimento femminista, pur conservando ognuno una propria identità lottano verso l'obiettivo comune della piena dignità della donna. Chiamano tutte a incontrarsi, discutere, lavorare insieme per raggiungerlo.

Prossima apertura del consultorio materno-infantile e di assistenza alla famiglia nella nostra zona e precisamente in Via Cherasco, dove già esistono una serie di servizi sociosanitari, diventando così un centro pilota di strutture sanitarie unico in Milano e Provincia. Nel luglio 1975 il Parlamento approva la legge 405 sulla istituzione dei Consultori familiari.

Questa legge demandava alle Regioni il compito di definire con proprie norme legislative i criteri, per la programmazione, il funzionamento, la gestione. La Regione Lombardia in data 6 settembre 76 ha emanato la legge 44 sulla "istituzione del servizio per la educazione sessuale, la procreazione libera e consapevole, per l'assistenza alla. maternità, all'infanzia, alla famiglia".

CHE COSA È UN CONSULTORIO

L'art. I della legge intende garantire:

I) la piena ed equilibrata espressione della sessualità, nell'armonico sviluppo dell'individuo;

la procreazione libera e consapevole;

la salute della donna, soprattutto in riferimento alla maternità attraverso periodici controlli preventivi individuando, tra l'altro, i pericoli dell'ambiente.

la salute del bambino, in tutte le fasi del suo sviluppo, da quello fetale alla prima infanzia.

l'armonico sviluppo delle relazioni familiari e della coppia, nonchè dei rapporti fra genitori e figli.

Pertanto questo articolo presuppone per primo l'educazione sessuale, inoltre il diritto per ogni coppia, se lo desidera, di avere figli ma anche di decidere quando averli. Curare casi di sterilità e prevenire gravidanze non desiderate in modo da poter vivere un rapporto sessuale senza condizionamenti nè timori.

Assicura un normale svolgimento della gravidanza, intervenendo laddove ci fossero irregolarità.

CARATTERISTICHE DEL SERVIZIO

Deve essere a carattere pubblico in modo che sia garantito un confronto tra i cittadini, contro ogni tentativo di servizi sociali a fine di parte; sarà momento di aiuto al singolo, alla coppia nelle specifiche situazioni, permettendo responsabilmente di assumere decisioni nel pieno rispetto della personalità dell'utente, delle sue libertà individuali.

Quale struttura socio sanitaria, deve garantire una reale medicina preventiva intesa come tutela del benessere psicofisico del cittadino, denunciando e lottando per le rimozioni delle cause sociali di malattia.

Il Consultorio sarà anello di congiunzione del rapporto Ospedale-Territorio, nei rapporti tra i servizi di ostetriciaginecologia e il servizio di pediatra. Sarà inoltre direttamente collegato con gli altri servizi del tèrritorio (Servizi Medicina Ambiente Lavoro, medicina scolastica, servizi di igiene mentale, asili nido, strutture scolastiche, ecc.)

IL CONSULTORIO DOVRÀ FORNIRE I SEGUENTI SERVIZI: prevenzione o promozione della gravidanza tutela della gravidanza servizio di perinatologia educazione sanitaria e sessuale assistenza psicologica e sociale al singolo, alla coppia alla famiglia.

L'educazione sanitaria e sessuale è importante affinchè i cittadini possano diventare soggetto attivo per la tutela della propria salute e non più oggetto dell'intervento sanitario.

Alfinchè il Consultorio non si trasffirmi in un dispensario di contraccettivi, ma neppure che assurdi ostacoli di natura ideologica si frappongano alla distribuzione degli stessi, l'educazione sanitaria deve essere momento cardine per la prevenzione e la promozione della gravidanza.

Il Consultorio dovrà fornire la massima assistenza all'aborto come previsto dalla legge, aiutando gli interessati ad arrivare a scelte autonome e responsabili.

Per la tutela della gravidanza il Consultorio dovrà essere in grado di rimuovere le cause di rischio di ordine sociale per la gravidanza (collegamenti con gli SMAL). Gli operatori del servizio predisporranno delle schede per le donne e per le gravide, gestibili da parte delle utenti.

Servizi di perinatalogia. Si prevede:

nel primo mese di vita; educazione sanitaria delle famiglie (igiene, diete, sviluppo psicomotorio) fino al terzo anno di vita: visite periodiche, possibilmente in concomitanza con le vaccinazioni, educazione sanitaria alla famiglia, rapporti con gli operatori degli asili nido.

L'Assistenza psicologica e sociale al singolo alla coppia alla famiglia, mira a rimuovere gli (segue in quarta)

Un
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ostacoli di ordine psicologico e sociale che si oppongono all'armonico sviluppo delle relazioni fra i coniugi, fra genitori e figli.

GLI OPERATORI

DEL CONSULTORIO

Sono previste le seguenti figure di operatori

- Ostetrico - ginecologo

- Pediatra

- Assistente sanitaria

- Assistente sociale

- Psicologo

- Ostetrica (in relazione anche al prossimo centro oncologico)

- Un'addetta alla segreteria

Il personale sarà specializzato con una esperienza che garantisca la qualificazione dell'intervento.

Gli operatori lavoreranno in equipe e saranno direttamente collegati con gli altri operatori della zona (medici scolastici, di fabbrica, degli Ospedali ecc.).

Il Consultorio è una struttura che integra ma non sostituisce le altre strutture socio sanitarie presenti nella zona.

Le caratteristiche sociali del Consultorio sono messe in luce da un altro articolo della legge 44, che porta il titolo di "PARTECIPAZIONE E GESTIONE SOCIALE". Alla programmazione, all'organizzazione, alla gestione del Servizio partecipano gli utenti, le organizzazioni sindacali e sociali, i movimenti femminili, gli organi collegiali della scuola, i consigli di fabbrica della zona, gli operatori del Servizio. Le responsabilità dirette di gestione spettano al Consiglio di Zona, il quale nomina il Comitato di Gestione.

Il Comitato di gestione verificherà con l'assemblea degli iscritti gli indirizzi generali del Consultorio, organizzerà commissioni di lavoro, su specifici problemi di interesse sociale, promuoverà iniziative presso gli Enti interessati per l'organizzazione dei corsi di aggiornamento per gli operatori del servizio.

COSA RAPPRESENTA

IL CONSULTORIO PER LA NOSTRA ZONA

Tenendo conto che gli abitanti nella zona sono 59.654, suddivisi in: 28.950 uomini — 30.704 donne ed esistono un centinaio di aziende con più di 17.000 dipendenti, è evidente la necessità di una struttura come quella del Consultorio che serve alla popolazione a maggioranza femminile, e ai lavoratori della zona anche se non residenti.

È importante individuare nel Consultorio uno strumento attraverso il quale la società si prende carico e affronta in modo nuovo e concreto la problematica che sta al centro della questione femminile: il rapporto donna-maternità — la maternità libera e consapevole, la maternità come fatto sociale.

E il Consultorio è il servizio in cui la donna e la coppia possono ricevere informazione e aiuto per la maturazione della loro sessualità, per evitare una maternità non desiderata.

La maternità è senza dubbio un grande problema umano, politico e sociale, sia per quanto riguarda il desiderio della donna e dell'uomo di procreare, sia per le condizioni della donna gestante, sia per il diritto alla vita di ogni nuovo essere.

E la maternità e la procreazione sono molto più che problemi individuali e intimistici, anche se molto intimo è il problema tra madre e figlio, sono problemi di grande importanza politica e sociale.

Le funzioni fisiche in generale, e la sessualità in particolare per la donna sono state sempre delle cose misteriose. Il primo passo verso una corretta informazione del problema è proprio il Consultorio, con la sua principale funzione di educazione sessuale e sanitaria.

Gabriella Sironi

Partecipazione o cogestione

Perchè oggi un convegno su questi temi.

Cosa ha detto Guido Carli intervenendo al dibattito.

In che cosa consiste, per il PCI, la partecipazione dei lavoratori.

Cosa sono le Conferenze di produzione.

Si è svolto il 4-5 febbraio a Milano un convegno, organizzato dall'Istituto Gramsci e dal Centro Documentazione Ricerche Lombardia sul tema: "La partecipazione dei lavoratori al livello delle imprese".

Al Convegno, che ha avuto una rilevanza nazionale, è intervenuto, fra gli altri, il Presidente della Confindustria Guido Carli.

Abbiamo rivolto alcune domande ad uno dei relatori, Gianfranco Borghini, della Direzione nazionale del PCI

D - Come mai, proprio oggi, un convegno sul tema della partecipazione dei lavoratori?

R — Perchè è oggi che si pone, concretamente, il problem2 dell'avvio di una programmazione democratica della nostra economia e perchè sono convinto che senza l'attiva partecipazione dei lavoratori la programmazione nn può realizzarsi.

D - La stampa ne ha parlato ampiamente: alcuni hanno cercato di far apparire la linea del PCI sulla partecipazione come un abbandono del marxismo.

stanza differenzia l'opinione del PCI sulla partecipazione da quella della socialdemocrazia?

R - A questa domanda ha già risposto il dr. Carli intervenendo nel dibattito. La partecipazione non presuppone per noi comunisti la fine dei conflitti di classe e non è sinonimo di "pace sociale" nè in fabbrica nè nella società. La partecipazione però, introducendo la democrazia nelle imprese e ponendo fine al metodo delle decisioni unilaterali, può ridurre al minimo i conflitti aziendali (con vantaggio per i lavoratori ai quali gli scioperi costano) e, nello stesso tempo, consente di spostare il confronto, ed eventualmente lo scontro, su terreni più avanzati (le scelte di investimenti e di sviluppo dell'impresa). La partecipazione in altre parole non annulla, ma muta i contenuti del confonto.

siamo perfettamente coerenti con gli impegni che abbiamo assunto nel momento in cui abbiamo sottoscritto l'accordo.

D - Si è parlato molto delle Conferenze di produzione. Puoi dirci, in poche parole, cosa ne pensa il PCI?

R - Vorrei chiarire bene un punto. La Conferenza di produzione non è in alcun modo sostituibile dall'azione del sindacato al quale solo compete la trattativa su tutte le questioni che riguardano la vita dell'impresa ivi comprese le questioni relative agli investimenti e alle scelte di sviluppo.

Con la Conferenza di produzione si perseguono tre obiettivi molto precisi: 1) coinvolgere l'insieme dei lavoratori dell'impresa (operai, tecnici, impiegati, dirigenti) in un dibattito preventivo sullo stato dell'azienda e sulle diverse ipotesi di sviluppo;

Basta che piova sul serio, ma neanche troppo, che il Seveso viene fuori: con lui sgorgano dai fontanacci che "sparano" i tombini, fango e sozzerie, ma anche sostanze inquinanti. Questo infatti non è un fiume pulito, se la diossina ormai pare essersi attestata su valori impercettibili e sofisticate apparecchiature, vi è tuttavia dell'altro che sarebbe meglio non invadesse le strade e, addirittura fosse debitamente filtrata prima d'essere scaricato in acqua dalle fabbriche.

Negli ultimi due anni le cosiddette esondazioni del Seveso si sono susseguite a ritmo impressionante, tanto da non costituire un "evento'., ma una abitudine, quando piove. L'ultima risale alla fine di febbraio.

Occorre dunque porvi rimedio. Come? Una risposta o almeno un contributo in questo senso cerca di darlo un documento del "Comitato di mobilitazione e di lotta del torrente Seveso" costituito nella nostra zona. Perchè il Seveso straripa dal suo letto? Il documento è schematico ma preciso. Non sono stati realizzatiafferma - gli impianti di sgrigliaturi e di decantazione per trattenere i materiali solidi. Non è stato completato il canale scolmatore per deviare dalla città le onde di piena. Non sono stati previsti accessi alla parte coperta in città per la rimozione dei materiali solidi. Mancano adeguati studi sulla portata delle acque durante le piene in rapporto alla

precipitazioni atmosferiche e alle capacità di resistenza della copertura. Intanto l'accumulo dei detriti aumenta, e il ritmo delle esondazioni pare destinato a fare altrettanto.

Cosa è stato fatto per risolvere questa situaizone, ormai divenuta insostenibile dagli abitanti della zona? Il Comune ha deliberato un impegno di spesa di 920 milioni per l'impianto di sgrigliatura e decantazione, ma vi sono difficoltà ad ottenere dalla banche i mutui necessari. Verranno appaltati (è un altro impegno della Giunta comunale) lavori per 400 milioni di manutenzione sulla rete fognaria lungo tutta l'asta coperta del Seveso.

E' poi stato costituito un comitato di emergenza per gli interventi necessari durante e dopo le esondazioni: è un po' come il medico di quella barzelletta che invece di guarire dal prurito aiuta i pazienti a grattarsi, ma anche questa operazione si rende necessaria in attesa degli interventi alle radici del problema.

Del comitato fanno parte l'Azienda municipale della nettezza urbana, la Divisione fognature e corsi d'acqua, la Divisione Acquedotto, la Ripartizione Igiene e Sanità, i Vigili urbani.

L'azione di questo comitato è coordinata dai presidenti dei consigli delle zone 9 e 2 e da due consiglieri delle stesse.

E' dal lavoro anche un commissione tecnica per studiare e progettare le opere di statica e

Cosa ne pensi? Cosa in soidarulica necessarie per sistemare i corsi d'acqua del nord di Milano, composte da assessorati e divisioni comunali, e un'attenzione particolare è rivolta al croso coperto del Seveso.

Lo Stato deve finanziare le opere necessarie nella misura del 70% , il rimanente è a carico della Provincia. E le assicurazioni del governo (per bocca del ministro Gullotti) non hanno avuto fino ad ora seguiti tangibili. Così, specifica il documento, senza questi finanziamenti la Regione non puù erogare i fondi a Provincia e Comuni, e la Provincia, cui spetterebbe appaltare le opere, non indire le gare relative.

Il Consiglio della zona 9 propone allora la costituzione di un consorzio tra i tre enti locali, almeno per effettuare i lavori più urgenti.

S.P.

La differenza con l'esperienza socialdemocratica sta, mi pare, tutta qua. Mentre attraverso la co-gestione si tende ad annullare il conflitto di classe e a ridurre l'area del confronto fra i lavoratori e la direzione alle sole questioni aziendali — impedendo così alla classe operaia di agire come classe dirigente nazionale e di misurarsi con i problemi del cambiamento della società — la partecipazione, come noi la intendiamo, è invece uno degli strumenti attraverso i quali la classe operaia e i lavoratori possono condurre con maggiore forza e incisività la loro battaglia per rinnovare la società italiana ed avviare un diverso sviluppo economico e sociale.

D - Nel suo intervento Carli ha detto che esisterebbe una contraddizione tra lo spirito dell'accordo del luglio scorso fra i partiti democratici e la proposta del PCI di modificare, anche attraverso la partecipazione, il meccanismo economico.

R - Carli evidentemente non si è accorto del fatto che l'accordo a sei indica precisamente la necessità di avviare un cambiamento della nostra società e del suo sviluppo economico e sociale e che, dunque, quando noi affermiamo che la partecipazione è finalizzata al cambiamento,

2) consentire un confronto serio fra i lavoratori dell'impresa e le forze politiche, le istituzioni e gli organi della programmazione al fine di misurare l'effettiva corrispondenza fra le scelte che l'impresa compie e le esigenze più generali del Paese; 3) consentire alla classe operaia di costruire, anche attraverso le Conferenze di produzione, un sistema di alleanze, dentro l'azienda e fuori dell'azienda, sulle quali poter poi far leva per meglio condurre la propria battaglia sul problema degli investimenti e delle scelte produttive. La Conferenza di produzione (che noi pensiamo possa essere convocata dal, Consiglio di fabbrica) consente, in altre parole, ai lavoratori di concorrere davvero e in modo attivo alla formulazione delle scelte che poi si debbono compiere, e di prendere coscienza dei termini reali della situazione. La Conferenza di produzione offre al sindacato elementi utili ai fini di una migliore e più puntuale elaborazione delle piattaforme di lotta. Nello stesso tempo — e la cosa ci pare nor dovrebbe essere tanto sottovalutata — la Conferenza di produzione consente ai lavoratori di esercitare una pressione "politica" effettiva sulle istituzioni e sugli organi della programmazione contribuendo in questo modo a determinarne le scelte.

UNA PRIMA RISPOSTA

Una prima risposta allo stato di emergenza è stata data dalla Regione.

Dopo la riunione tenuta il I marzo a cui hanno partecipato membri delle Giunte Regionali e Comunali, è stato deciso che la Regione Lombardia anticiperà i cinque miliardi e mezzo che occorrono per il completamento del canale scolmatore di NordOvest desinato a impedire definitivamente agli allagamenti provocati dal Seveso nella zona di Niguarda.

(Disegno di Vannini)

quartieri P09 4
INTERVISTA A GIANFRANCO BORGHINI
Il Seveso esonda ancora Una proposta per fermarlo

Da quasi due anni, ormai, chiunque si trovi a passare per Via Ornato, nel pieno centro di Niguarda, non può fare a meno di notare il desolante spettacolo del vecchio cinema Imperia, chiuso, con le vetrate oscurate da grossi fogli di carta, ufficialmente per "lavori di restauro".

Qualche sospetto è cominciato ben presto a sorgere negli abitanti del quartiere e della zona, ai quali non sfugge il fatto che due anni sono troppi per dei lavori di restauro, per quanto complessi possano essere. Alcuni gruppi politici e culturali della zona hanno inviato lettere aperte al Consiglio di Zona perchè prendesse in carico la questione, non tanto per ottenere la riapertura del cinema pura e semplice (anzi, dato il livello medio dei films che venivano proiettati in quella sala, certamente nessuno si è dispiaciuto di questa chiusura), ma per ottenere che in quella struttura venisse affrontato un nuovo metodo di programmazione degli spettacoli che lasciasse spazio anche alle esigenze della popolazione.

Il Consiglio di Zona ha ben presto preso contatti con il nuovo proprietario, il quale si è anche dimostrato disponibile a qualche forma di collaborazione sia con il Consiglio di Zona, sia con le organizzazioni dei cittadini, permettendo loro di intervenire nella programmazio-

ne delle proiezioni cinematografiche ed anche concedendo in determinate occasioni l'utilizzo della struttura per iniziative autonome che altri organismi volessero proporre.

Ci sono però due difficoltà: la prima è dovuta alla scarsa disponibilità finanziaria della proprietà, che periodicamente è costretta ad interrompere i lavori per mancanza di fondi; la seconda riguarda invece la difficoltà di rapporti che il Consiglio di Zona ha nei confronti del proprietario, perchè quest'ultimo abita ad Agrigento ed è perciò praticamente irreperibile. Questo fatto crea anche dei malintesi che gettano in allarme la zona: agli inizi di febbraio, per esempio, si era sparsa la voce che il proprietario era fuggito, oberato da debiti a cui non riusciva più a far fronte. Come questa voce si è diffusa, ecco farsi avanti gruppi di facoltosi professionisti del quartiere, disposti ad accordarsi tra loro e con le cooperative della zona per formare un consorzio che possa rilevare la proprietà del cinema per proseguire quei programmi di apertura già concordati con l'attuale proprietario. Ovviamente si trattava solo di una voce, ma l'esistenza stessa di questa soluzione "di riserva" ci rende più tranquilli anche perchè dobbiamo confessare, non nutriamo un'eccessiva fiducia nella volontà di questo inattaccabile personaggio di ri-

Il cinema Imperia deve riaprire: non film insulsi ma concordati col quartiere

solvere la situazione.

A confrontare questa nostra sensazione sta il fatto che questo signore aveva comunicato al Consiglio di Zona che i lavori di restauro sarebbero stati completati entro il mese di dicembre 1977, ma a tutt'oggi il cinema è ancora chiuso e continuano a mancare i restauri della facciata e dell'ingresso (sembra invece, come risulta da un sopralluogo effettuato dai vigili urbani, che l'interno sia completamente restaurato).

Ma perchè ci sta così a cuore questo problema? Non certo perchè vogliamo che vengano riproposte quelle pellicole che già aborrivamo nella passata gestione, ma perchè riteniamo molto positiva quell'esperienza, che già in altre parti della città viene portata avanti, di accordo tra proprietà e cittadini per ottenere almeno tre punti fondamentali:

Da Central Park al Fulvio Testi la droga è problema di tutti

Un piano "contro" della Regione

La droga: un fenomeno politico e sociale che continua ad espandersi in maniera mostruosa, un fenomeno che continua ad uccidere senza pietà centinaia e migliaia di giovani.

Il problema della droga sta assumendo oggi dimensioni sempre più macroscopiche al punto tale da indurre gli organismi interessati e preposti alla risoluzione di questo enorme problema, a promuovere un convegno sulle tossicodipendenze.

Un convegno si è svolto nei giorni 8-9 e 10 febbraio presso l'Ospedale Maggiore di Niguarda, sotto il patrocinio del Collegio Commissariale dell'Ospedale. Hanno preso parte a questo convegno numerosi esperti in tossicodipendenze come il Presidente del Centro Assistenza Drogati (C.A.D.), un medico psicologo di Cascina Verde e molti altri.

I relatori nei loro interventi hanno affrontato il problema sotto molteplici aspetti; da quello medico a quello psicologico, del reinserimento, ecc. Sono stati resi noti alcuni dati estremamente importanti che dovrebbero indurre i cittadini a riflettere molto seriamente.

Nell'arco di due anni sono stati ricoverati all'Ospedale di

Niguarda più di 600 giovani drogati, di cui oltre 200 "curati" nel padiglione Origgi. Penso che tutti siano a conoscenza del fatto che in Origgi vengono ricoverati persone con un equilibrio psichico abbastanza alterato.

425 di questi giovani provenivano dalla città, 30 dalla zona 9 (cioè la nostra), 57 dalla zona 20, 4 dalla zona 17.

Nell'Ospedale psichiatrico "G. Antonini" di Limbiate sono stati registrati nel 1972, 112 ricoveri per tossicomanie, nel 1973 si è passati a 206. È evidente, a questo punto, che il fenimeno droga non sipuò più considerare come un fatto isolato, e come tale da osservare in veste di spettatori, ma come un sintomo grave in espansione che deve sentire coinvolta tutta la popolazione.

Dedicare tre giornate di studio al problema droga è un'ulteriore conferma dell'importanza che questo fenomeno sta rivestendo sempre più nella città e neí nostri quartieri.

La zona 9, in particolare, ne è direttamente interessata sia per lo spaccio di droga che viene effettuato in punti ben precisi e ormai noti a gran parte della popolazione, sia per il numero di drogati che aumenta sempre

più in maniera allarmante. Aggiungiamo a tutto questo che non sono pochi i giovani morti nella nostra zona per abuso di sostanze stupefacenti.

Ci troviamo a combattere contro gente senza scrupoli, e grosse organizzazioni internazionali che perseguono i più bassi interessi e approfittano delle difficoltà di crescita che i giovani hanno per inserirsi nella società. Difficoltà dovute alla carenza di strutture, alla caduta di ideali e alla mancanza di prospettive nel futuro, soprattutto in questo momento di grave crisi che non assicura neanche il posto di lavoro. Il fenomeno sta quindi assumendo dimensioni tali da indurre la Regione Lombardia a varare una legge specifica di intervento.

La nuova Legge n. 685 del 22.12.1975 "Disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope. Prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti", prevede che la cura e la riabilitazione dei soggetti che fanno uso non terapeutico di sostanze stupefacenti o psicotrope, siano affidate ai normali presidi ospedalieri, ambulatori, medici e sociali localizzati nella Regione, che delega tali servizi a provincie e comuni, con esclusione degli ospedali psi-

Intervento del C.D.Z. nella programmazione delle pellicole;

Convenzione con le scuole per l'utilizzo della sala durante o anche fuori l'orario di scuola, per la proiezione di films per ragazzi, documentari ecc.;

Organizzazione di manifestazioni culturali proposte e gestite dalle forze sociali operanti nel quartiere (non dimentichiamo che l'Imperia è anche un teatro), le più svariate possibile: dalle manifestazioni teatrali, agli spettacoli musicali, alla realizzazione di cicli di films di sicuro contenuto culturale da organizzarsi con la collaborazione degli organismi già operanti in questo settore (ad esempio il F.A.C. — Films d'Arte e di Cultura).

Queste prospettive sono davvero allettanti e, se si attuasse-

ro, questa vecchia sala potrebbe diventare davvero un momento di incontro e di spinta culturale per la popolazione, tenuto conto anche che in zona non vi sono altri cinematografi, nè tanto meno teatri.

chiatrici. Un passo in avanti è stato almeno fatto; il drogato non viene più considerato uno "squilibrato" o "malato pericoloso", che come tale deve essere rinchiuso e sorvegliato, ma semplicemente un malato normale che necessita di cure più specifiche. Quello che più preoccupa è la rapidità di espansione del fenomeno, l'abbassarsi dell'età media di chi ricorre sistematicamente o anche solo saltuariamente all'uso di

droghe, la capillarità della rete di distribuzione che non risparmia nessuna classe sociale e colpisce anche i bambini.

È ormai risaputo che sempre più frequentemente "loschi individuistazionano davanti all'uscita delle scuole elementari e medie per offrire ai bambini "caramelle" buone, gustose e invitanti o altre cose simili, ricche però all'interno non di zucchero, ma di qualche sostanza stupefacente.

quartieri Dag 5

Le nuove tabelle dietetiche per non ,‘ingozzare,, i bambini

Il 30 gennaio sono entrate in vigore le nuove tabelle dietetiche del Comune di Milano per le scuole materne ed elementari. Sicuramente molti di voi saranno già a conoscenza dei vari tipi di alimenti elencati nelle tabelle.

Vorrei perciò soffermarmi in particolare sui motivi che hanno indotto il Comune a cambiare le "vecchie", spiegandovi anche i criteri che sono stati usati per la realizzazione delle nuove.

Una commissione della Società Italiana di Nutrizione Umana, formata da personaggi altamente qualificati in campo nutrizionale, ha fissato i Livelli di Assunzione Raccomandata di Nutrienti (L.A.R.N.) per gli italiani di ogni età.

Questi L.A.R.N. si intendono 'sufficienti o più che sufficienti a coprire i bisogni nutrizionali praticamente di tutte le persone sane in una popolazione".

Risulta pertanto dal documento che la quantità di proteine assunta con una dieta normale in Italia, da persone in buono stato di salute, equivale a circa il 13%, mentre il -livello di proteine che la commissione raccomanda di introdurre risulta del 10%.

Questo è uno dei motivi che hanno portato a modificare le vecchie tabelle, infatti in queste ultime la percentuale di proteine si aggirava ntorno al 15, q uantità effettivamente troppo evata.

Per risolvere questo problema si è giunti ad una mediazione. Il livello di proteine da introdurre è stato abbassato al 12%, quantità "media" tra il 15% adottato in precedenza e il 10% proposto invece dalla commissione: avrete infatti notato che la quantità di carne è sensibilmente diminuita. Oltre a questo motivo, a mio avviso molto importante, si deve tenere in considerazione la popolazione mista che usufruisce della refezione scolastica. Ci sono bambini che giungono da tutte le parti d'Italia e quindi si è cercato di studiare un'alimentazione il più possibile adeguata a soddisfare le esigenze più disparate.

Nelle nuove tabelle, infatti, il menù è stato studiato in modo tale da esserereso il più variato possibile. Si ritiene importante a questo proposito che il bambino già nella prima infanzia conosca tutte la vastissima gam- • ma di alimenti a sua disposizione.

In merito a questo discorso ritengo sia doveroso sottolineare che una corretta educazione alimentare è la base sulla quale ci dobbiamo appoggiare se vogliamo conservare un buono stato di salute.

Questo è il secondo motivo che ha portato alla revisione delle tabelle. Il discorso dell'educazione alimentare non intendo però tralasciarlo, ma nemmeno affrontarlo in questa sede, perchè ritengo sia un problema veramente grosso ed- importante che. non è possibile esaurire in poche righe.

Avrete sicuramente notato

che nelle nuove tabelle i wurstel sono stati completamente aboliti in quanto non ritenuti adeguati, da un punto di vista alimentare, per il bambino. La medesima sorte è toccata alla pastina in brodo, che nelle vecchie tabelle era presente per ben due volte al mese (alla 1" e alla 3" settimana), mentre nelle nuove è stata abolita grazie anche ad un'inchiesta alimentare che la sottocommissione refezione scolastica del Consiglio di Zona 9, ha svolto in tutte le scuole materne ed elementari della zona.

Un'altra novità che ha creato non pochi problemi e ha sollevato una serie incredibile di dubbi e perplessità soprattutto tra i genitori, è stata I introduzione nella dieta del bambino del cosiddetto "Piatto Unico".

In merito a questo problema i giornali e, in particolare, i quotidiani si sono sbizzarriti non poco. Mi sento quindi in dovere di dire qualcosa che chiarisca meglio il concetto di piatto unico, e che vi tranquillizzi da un punto di vista alimentare.

Consideriamo ad esempio il piatto unico del martedì della prima settimana: polenta con spezzatino o pasta con polpette in umido.

I vantaggi che si riscontrano con questo menù sono notevoli.

Proprio perché è piatto unico, il bambino vivace che non vuole rimanere a tavola a lungo perché vuole giocare senza perdere tempo, non è costretto a mangiare il primo piatto e il secondo.

Il più delle volte infatti si verifica che il bambino si riempie esageratamente con il primo piatto perchè ha fame, tralasciando il secondo piatto perchè già sufficientemente sazio e perché già sufficientemente sazio e perchè generalmente si tratta di carne che al bambino non sempre piace.

Questo fatto crea un problema: ia mancata introduzione delle proteine della carne nella dieta del bambino. Sappiamo tutti benissimo che il primo piatto a base di pasta non ha un elevato contenuto proteico, mentre risulta ricco di carboidrati o glucidi.

Ecco allora la funzione del piatto unico: con un solo "piatto" il bambino introduce: proteine o protidi attraverso la carne (in questo caso spezzatino polpette) carboidrati o glucidi con la pasta o la polenta i grassi o lipidi che si trovano nei condimenti, ecc.

A questo punto vediamo che il bambino ha introdotto regolarmente la sua giusta dose di nutrienti. È ovvio altresì che questo discorso è valido anche per tutti gli altri piatti unici presenti nella tabella.

Oltre al fattore proteico di fondamentale importanza, c'è anche da considerare l'aspetto educativo che riveste, l'introduzione del piatto unico, (vesto infatti rappresenta uno dei tanti spunti sui quali si inserisce il discorso dell educazione alimentare prima accennato.

Altro argomento scottante

che solleva sempre discussioni e l'roblemi nelle scuole, riguarda acquisto delle derrate alimentari.

Genitori e insegnanti si lamentano perchè a loro avviso le derrate che il Comune acquista non sono "idonee" per il bambino sotto il profilo alimentare. Tutto questo non è assolutamente vero e vi spiego subito il motivo. Il Comune di Milano, nella veste dell'Assessore all'Economato Antonio Costa, convoca trimestralmente una commissione specifica per l'acquisto delle derrate alimentari.

Questa commissione è formata, oltre che dai cosiddetti "membri interni", come l'assessore, il vice presidente, l'avvocato, ecc. anche da un rappresentante dell'Ufficio d'Igiene e Sanità, da uno o due membri esterni competenti in questo settore e da un rappresentante di ogni zona (per ogni acquisto vengono invitate, a rotazione, solo tre zone per questioni di carattere pratico). Vengono quindi sottoposti al vaglio della commissione i prodotti da acquistare, prendiamo come esempio i pelati.

Ci sono in "gara" quattro ditte diverse che presentano il medesimo prodotto, cioè i pelati. Ogni membro della commissione si munisce di piatto e forchetta e assaggia tutti e quattro i tipi di pelati.

Fra questi ogni membro sceglie quello che, a suo avviso, si presenta migliore sia all'aspetto che al gusto. L'esame però non termina qui, a questo punto interviene l'esperto che osserva "merceologiamente" il prodotto. Sappiamo infatti che molte volte il gusto può ingannare la persona portandola a scegliere un prodotto che invece sotto altri aspetti non è affatto accettabile.

Dopo aver compiuto questa serie di controlli, tutti i membri esprimono il loro parere indicando qual'è il prodotto da loro scelto.

Se tutta la commissione raggiunge l'unanimità si valuta il costo del prodotto scelto e si passa quindi alla stesura del verbale che dovrà essere firmato da tutti i componenti della

commissione.

Nel verbale vengono indicati i motivi che hanno portato alla scelta di una certa ditta per la fornitura dei pelati.

Se uno o piu membri non sono d'accordo sul concedere la fornitura alla ditta prescelta (non per motivi personali, ma perche il prodotto di quella ditta non è ritenuto sufficientemente valido), la seduta viene tolta e la gara ripetuta un'altra volta.

Per permettere a tutti coloro che non hanno la possibilità di ottenere una copia delle nuove tabelle, ho pensato di pubblicare il menù previsto per le scuole materne ed elementari.

PRIMA SETTIMANA

LUNEDI: Riso in brodo con prezzemolo, uovo al pomodoro sodo con salsa, contorno, frutta

MARTEDI: PIATTO UNICO: Polenta con spezzatino o pasta con polpette in umido, gelato

MERCOLEDI: Risotto; filetti di sogliola o tonno sott'olio, contorno, frutta

GIOVEDI: Minestrone di pasta; scaloppine di lonza, contorno, frutta

VENERDI: Pasta al pomodoro, pollo arrosto o prosciutto, contorno, frutta

SECONDA SETTIMANA,

LUNEDI: Riso al pomodoro, formaggio, contorno, frutta

MARTEDI: PIATTO UNICO: Gnocchi con ragù di carne e piselli, gelato

MERCOLEDI: Risotto, pollo arrosto o prosciutto, contorno, frutta.

GIOVEDI: Minestrone di pasta, brasato di manzo, contorno, frutta.

VENERDI: Pasta al sugo, filetti di sogliola o tonno, contorno, frutta.

TERZA SETTIMANA

LUNEDI: Pasta al pomodoro, frittata, contorno, frutta.

MARTEDI: PIATTO UNICO: Polenta o riso con carne in umido, gelato.

MERCOLEDI: Riso al pomodoro, cotolette di palombo o

tonno, contorno; frutta.

GIOVEDI: Pasta al sugo, lonza arrosto o cotolette, contorno, frutta.

VENERDI: Passato di verdura con crostini, pollo alla cacciatora o prosciutto, contorno, frutta.

QUARTA SETTIMANA

LUNEDI: Pasta al pomodoro, formaggio, contorno, frutta.

MARTEDI: Pasta con fagioli, arrosto o bistecche, contorno, frutta.

MERCOLEDI: Gnocchi al sugo, pollo arrosto o prosciutto, contorno, frutta.

GIOVEDI: Risotto, carne alla pizzaiola, contorno, frutta.

VENERDI: PIATTO UNICO: Spaghetti con tonno e piselli, gelato.

MERENDA

LUNEDI: Pane e cioccolato

MARTEDI: Pane e marmellata

MERCOLEDI: Dolce

GIOVEDI: Pane e frutta

VENERDI: Biscotti e succo di frutta

A questo punto rimane solo un'altra piccola cosa da aggiungere.

Queste tabelle, prima di essere approvato definitivamente e quindi prima di entrare in vigore, sono state sottoposte al vaglio dei venti consigli di zona della nostra città.

Le tabelle sono state discusse e studiate a fondo e le modifiche da apportare sono state effettuate raccogliendo il parere dei vari rappresentanti dei venti consigli di zona.

È stata formata, infatti, una commissione apposita formata dagli esperti che hanno preparato il documento e i rappresentanti delle zqne.

Queste tabelle sono quindi entrate in vigore "forzatamente", ma con il consenso di un vastissimo numero di cittadini, non solo, a tre mesi dall'entrata in vigore delle tabelle, la suddetta commissione si riunirà per verificare la validità pratica di questa innovazione.

quartieri Pag 6

Un 68 magico ?

È cominciato, prevedibilissimo, il coro dei mezzi di informazione sul'68, il magico anno della contestazione, l'inizio della "politica al primo posto". A chi questo anno, e quelli immediatamente successivi, lo ha vissuto, riesce difficile poter cavare fuori un'analisi seria di quello che realmente è stato e di cosa ha rappresentato; su quelle grandi linee, invece, che ne evidenziano la carica prorompente, innovatrice, di rottura di certe vecchie "verità" neo - capitalistiche, su queste cose più o meno tutti sono d'accordo.

Cosa ne resta di questa esperienza, oggi, qui in Italia: tra i nuovi propugnatori dei "bisogni", i giovani del "movimento" e anche gli altri, la maggioranza che si muove su altri ritmi a volte solo apparentemente più lenti, quali agganci ci sono tra questi giovanissimi di oggi e quelli meno giovani del '68?

È vero che le frangie dispe-

rate di oggi sono i frutti scontati del '68? Di chi allora ha messo in discussione la vecchia scuola, la vecchia società, senza sostanzialmente saperne costruire o almeno indicare una nuova? Di chi è partito dalla politica come momento "totale" della vita per poi approdare all'esasperato individualismo di oggi più o meno camuffato dai colpi di coda delle ultime vane esperienze comunitarie?

È troppo presto per rispondere rigorosamente a questi interrogativi anche se su queste domande si gioca gran parte degli sbocchi che può avere l'attuale condizione giovanile: che è di crisi economica e quindi di povertà ideale, di disperazione spesso.

Dieci anni fa, e anche dopo, c'era una risposta precisa alle domande dei giovani: l'ideologia, il socialismo, anche se questa risposta era frantumata nei cento rivoli della frastagliatissima sinistra

ANCORA SUL XII°

extraparlamentare italiana.

Oggi -di tutto questo è rimasto poco: l'etichetta è ultra-rivoluzionaria ma il contenuto molto spesso è evaporato con gli anni o è divenuto addirittura aceto.

A questo punto i lettori, soprattutto quelli più giovani, potrebbero avere il dubbio che si trovino a che fare con un conservatore. Ebbene sì, miei giovanissimi lettori, sono un vecchio giovane nostalgico del '68. Scherzi a parte, cosa sta succedendo tra i giovani in Italia e poi a Milano in questi ultimi tempi? E in che modo i nostri quartieri sono coinvolti in queste manifestazioni della rabbia giovanile?

Noi vorremmo provare ad affrontare questo tema dedicando una serie di articoli che cerchino di mettere a fuoco i punti principali con i quali ci misuriamo quotidianamente nel nostro vivere la città e il quartiere. P.T.

"Aprire" il XII° liceo

Tutto il discorso della "Scuola Aperta" nasce dall'esigenza che hanno manifestato gli studenti del XII Liceo Scientifico di poter utilizzare i locali scolastici non solamente nelle ore-di lezione, ma anche al pomeriggio e alla sera. Per poterci studiare, ritrovarci, discutere ecc.

Da questa esigenza si è sviluppata la necessità di un contatto con gli abitanti del quartiere e con tutte le realtà sociali che in questo sono presenti, visto che nella zona sono inesistenti degli spazi dove i giovani, gli operai, le donne ecc. abbiano la possibilità di ritrovarsi, di appropriarsi degli strumenti culturali loro necessari per comprendere la realtà in cui vivono, di discutere della loro situazione, di svolgere attività creative, di divertirsi.

realtà degli immigrati presenti nel quartiere - L'organizzazione del lavoro - La funzione delle Forze Armate.

Queste lezioni sono finalizzate alla preparazione di un "Corso Monografico" delle 150 ore che si terrà il prossimo anno e che vedrà le partecipazioni degli studenti della scuola e degli operai della Pirelli.

Questi sono gli argomenti che stanno dando inizio alla "Scuola Aperta", ma il nostro impegno, che dipende soprattutto dalla partecipazione attiva degli abitanti, mira alla costruzione di altri momenti di studio e di dibattito su tutti i problemi che in questo momento sono determinanti nella vita del quartiere.

Intervista con Gabriella Bonvini, coordinatrice della Commissione Educazione del Consiglio della nostra zona.

In questa stessa pagina pubblichiamo l'intervento di uno studente, del XII Liceo sulle esperienze che si stanno tentando in quella scuola.

Abbiamo però ritenuto doveroso interpellare anche le "Istituzioni" e soprattutto quella più rappresentativa della zona, proprio perchè questo esperimento di "scuola aperta" coinvolge in modo significativo tutto il territorio.

Parliamone quindi con la Dr.ssa Bonvini che, come coordinatrice della Commissione Educazione del C.D.Z. ha più da vicino seguito gli sviluppi di questa vicenda.

D. Come giudichi l'esperienza che si sta tentando al XII Liceo ?

R. Il giudizio non può essere che positivo: il concetto di "scuola aperta" è un passo importante verso il superamento, la rottura della visione della scuola come corpo separato, avulso dalla realtà che lo circonda ed impenetrabile ad ogni fermento sociale nuovo. La scuola aperta invece è un primo momento che vede la scuola globalmente integrata nel territorio e nella quale è possibile un interscambio di esperienze che non possono che giovare sia alla zona che alla scuola.

D. Ho sentito più volte usare il termine di "centro sociale" per definire la finalità dei pro-

motori di questa iniziativa. Potresti specificare meglio quali sono, a tuo avviso, le differenze tra "scuola aperta" e "centro sociale" ?

R. L'aggettivo "aperta" non deve, a mio avviso, essere caricato di significato a t4 punto da mutare complessivamente il significato del termine scuola. In realtà questa "apertura" non mette in discussione la struttura e l'organizzazione della scuola la quale rimane anzitutto un luogo dove si studia. Mette però concretamente in discussione il modo come si studia e propone, sia pure in maniera ancora limitata e parziale, alcune alternative.

Io credo, comunque, che possa essere di grande utilità politica inserire il concetto di "scuola aperta" in quello più complessivo di "patrimonio sociale educativo" che, non togliendo specificità alla scuola, coinvolge di fatto anche tutto guantodi "culturale" e di educativo"esiste nel territorio.

È estremamente positivo, infatti, che la scuola si apra sia come struttura sia come istituzione, a questo però deve corrispondere una eguale "apertura" del territorio alla scuola. Tutto quanto nel quartiere esiste deve essere 'l'usato" e inserito in un progetto culturale, per usare un termine ambizioso, del quale tutti i cittadini possano trarre vantaggio e arricchimento.

Mi pare, a questo punto, che la differenza tra scuola aperta e centro sociale sia abbastanza

evidente. Anzi, mi pare che quanto un centro sociale propone, facendo ovviamente scelte in piena autonomia, possa integrarsi e trovare arricchimento e visto e fruito in questa prospettiva culturale complessiva.

D. Qual'è allora il contributo che la Zona può dare agli studenti per la riuscita di questo esperimento, che mi pare stia a cuore sia a voi che al XII Liceo?

R. La commissione Educazione (così come la Commissione Cultura) è presente con alcuni suoi rappresentanti nel Comitato di gestione, che in questa prima fase ha predisposto un programma di intervento trovando una prima verifica in un'assemblea pubblica.

Una ricerca ultimata in questi giorni, che la Commissione ha condotto sul territorio, presenta uno studio su una serie di dati significativi riguardanti il tessuto e la composizione sociale: immigrazione, scolarizzazione, situazione abitativa etc.) unitamente ad un primo censimento dei beni culturali, delle strutture sociali e sportive esistenti nella zona. Credo possa essere un contributo importante, e soprattutto uno stimolo a conoscere meglio e di più, la nostra zona condizione indispensabile per poter concretamente operare sul territorio.

Intervista condotta da Sergio Ghittoni

Il raggiungimento di questo obiettivo, grazie alla lotta portata avanti dagli studenti, crea un'importante esperienza che rende la scuola un effettivo punto di ritrovo per tutto il quartiere. Cade così la logica che regola attualmente l'istituzione scolastica relegandola ad un compito di produzione nozionistica riservato agli studenti.

Il nostro discorso è articolato in due direzioni:

- da una parte garantire alla popolazione l'apertura di uno spazio pubblico quale è la scuola - dall'altra avere la possibilità di entrare nel merito dei programmi scolastici, proponendo i contenuti e i metodi di studio che scaturiscono dalla partecipazione alla "Scuola Aperta" di operai, disoccupati, casalinghe ecc.

Ed è all'interno di questo discorso che si inserisce la costituzione delle commissioni di lavoro che stanno lavorando su alcuni problemi:

L'organizzazione di un Cineforum che sia collegato con gli argomenti trattati nella "Scuola Aperta" (obiettivo a breve termine): la riapertura del cinema Imperia con delle caratteristiche ben precise, con una scelta accurata delle pellicole da proiettare (obiettivo a lunga scadenza).

Il problema dei mezzi di comunicazione attraverso il loro studio; la costituzione di gruppi di intervento teatrale, musicale, fotografico, grafico, formati dagli stessi abitanti del quartiere e che in esso agiscano.

Organizzazione di una serie di lezioni delle 150 ore su questi temi:

- La questione meridionale e la

Una cosa molto importante da dire è che si è formato un "Comitato di gestione" che oltre a vedere nel suo interno la partecipazione dei rappresentanti delle componenti della scuola, vede anche la partecipazione delle forze sociali esistenti nel quartiere, e uno dei compiti principali di questo Comitato, oltre a garantire l'apertura e la chiusura della scuola, è il coordinare il lavoro delle commissioni e garantire politicamente che le iniziative da intraprendere rispettino quelle che sono le caratteristiche che stanno alla base di questo lavoro.

Ma nonostante tutto, ci troviamo di fronte ad una serie di difficoltà che vanno dal coinvolgimento della gente (all'assemblea popolare indetta da noi erano presenti circa 80 persone) al finanziamento di queste iniziative. Il Comitato di Gestione per risolvere queste difficoltà, ha in progetto di organizzare una Festa Popolare e alcuni spettacoli teatrali e musicali da una parte, e dall'altra il riconoscimento da parte del Consiglio di Istituto della Scuola (che è d'accordo, ma è la Preside che è contraria) di queste iniziative, di modo che si possano ottenere degli stanziamenti.

Quello che stiamo facendo noi può essere considerato un esperimento, visto che non ci sono precedenti di "Scuola Aperta" gestita in questo modo, ma l'obiettivo generale che deve emergere dalla "Scuola Aperta" deve secondo noi essere quello di costruire un centro di crescita e di produzione culturale, nel quale le masse del quartiere sono il soggetto protagonista.

Luca Bergamaschi (Studente del XII Liceo)

Aprirlo come 4 quartieri Pag 7

CULTURA

Corsi di aggiornamento

A cura della Ripartizione Cultura e Spettacolo del Comune di Milano, hanno preso il via il 18 febbraio una serie di corsi di aggiornamento culturale, su diversi argomenti di carattere artistico, umanistico, scientifico, tecnico etc...

Già dal primo appuntamento si è verificata una massiccia partecipazione della cittadinanza ai 60 diversi corsi che si sono tenuti contemporaneamente in sedi diverse. Le sale dove si sono svolti i corsi si sono addirittura rivelate piccole per accogliere tutti gli aderenti. Il pubblico è stato vario ma la presenza di tanti giovani e donne ha dimostrato ancora una volta quanto reale sia l'esigenza di cultura che hanno i cittadini e in particolare l'area giovanile.

Un'altra grossa indicazione che ci viene da questa esigenza è che il Comune di Milano ha dato esempio che fare iniziative culturali non vuol dire necessariamente spendere un mucchio

di soldi.

Il problema consiste nell'utilizzare molto di più di quanto non lo siano adesso le risorse culturali e gli spazi esistenti, perchè la cultura non deve essere fatta solo nel chiuso degli atenei (se si fa) o nei vari circoli culturali, ma deve essere al servizio del cittadino e fatta in luoghi pubblici.

Questa prima serie di corsi, che si tengono ogni sabato e alcuni anche la domenica, avranno termine il 16 aprile.

Noi ci auguriamo che questo discorso non termini qui ma che dopo questo primo passo si procedadal centro verso la periferia: che la "cultura" proliferi in tutti i quartieri puntando oltre che su quelle pochissime strutture periferiche esistenti, sulla utilizzazione delle scuole, le quali possono rappresentare realmente un momento di aggregazione extrascolatico.

LIBRI

"Spettatori ad occhi aperti"

A Milano, città e campagna, molti frequentatori di cineclub, circoli culturali, centri sociali e biblioteche rionali conoscono Luigi Allori: da molti anni, infatti, se lo trovano davanti spesso, tra lo schermo e il proiettore, durante i dibattiti organizzati in cinema "di piccolo esercizio", scantinati, salette, palestre, cortili, prati, pergole e, perfino, navi in crociera e rifugi alpini, a prentendere che tutti esprimano la propria opinione sul film appena visto, arrivino a giudicarlo personalmente e collettivamente. Allori, insomma — come scrive Davide Lajolo nella prefazione — è uno che ha "la pazienza di chi sa quanto sia più difficile 'fare' che 'parlare' e, soprattutto, 'fare assieme alla gente semplice' un lavoro diverso, spesso incompreso e non immediatamente produttivo, eppur necessario. E necessario sotto tanti punti di vista: per riempire il solco divisorio per secoli approfondito tra popolo e cultura, per ricondurre gli intellettuali ad essere genuina ed avanzata espressione della loro gente, per dare a tutti la possibilità concreta di fruire la cultura e contribuire a fare sì — e non solo propagandisticamente — che mille fiori possano fiorire...".

Oggi però Allori si è "stufa-

to": non vuole più essere solo (o quasi) a fare l'animatore cinematografico nei circoli popolari e avanza una richiesta precisa: che le associazioni del tempo libero, che rappresentano centinaia e migliaia di capillari centri di base, affrontino in prima persona il problema della formazione degli animatori culturali "i quali, facendosi interpreti, promotori e gestori delle aspirazioni popolari, diano vita a una vera e propria rete di 'dirigenti socio - culturali' di base". A questa richiesta d'impegno ha saputo dare una prima risposta il Consorzio Tempo Libero, che, in Lombardia, organizza corsi per animatori e si sta dando adeguati "strumenti didattici", mediante appunto la collana "Tempo Libero e Cultura", cui l'opera di Allori è la prima realizzazione.

Questa pagina è aperta al contributo di tutti i lettori (singoli od associazioni) che volessero inviare lettere, proposte, fotografie, eccetera.

In particolare ogni mese vorremo pubblicare una foto curiosa o significativa su tema anche libero. Sono gradite anche collaborazioni specifiche che via via possono essere concordate con la redazione (fotografica musica, pittura ed altro). Il materiale può essere inviato alla sede del giornale, il cui indirizzo è indicato in questa stessa pagina.

Si sono svolti i congressi annuali delle Sezioni territoriali del PCI. Durante i congressi, come di consueto aperti al pubblico e alle altre forze politiche, le Sezioni hanno discusso la politica svolta nell'arco dell'anno 1977 e il programma che seguiranno sul territorio nel

Pensioni

Tutti i venerdì dalle ore 18 alle ore 19 va in onda la RUBRICA PENSIONI di RADIO REGIONE a cura di Luigi Tomasso.

"Spettatori ad occhi aperti" si presenta, in questo senso, veramente utile. Si tratta, infatti, di una guida al cinema e alla TV, rigorosa e popolare, approfondita ma non ermetica. Prima di tutto, analizza i meccanismi produttivi e le forme comunicative cui i mezzi "audiovisivi" sono assoggettati e che hanno storicamente determinato l'attuale loro fisionomia (film come merce, come veicolo di condizionamento corso di quest'anno.

psico - sociale, come strumento di propaganda) e, per converso, le immense capacità potenziali di tali mezzi dal punto di vista informativo, culturale, estetico. Poi, presenta un panorama delle possibilità, di intervento di cui forze politiche, autori, organizzatori di cultura e pubblico possono disporre per imprimere una inversione di tendenza nel "modo d'uso" del cinema e della TV. Infine, affronta in modo minunzioso i problemi concreti della preparazione dell'animatore telecinematografico: da come preparare una scheda filmografica a come dirigere un dibattito. Il tutto con un taglio dichiaratamente divulgativo, derivante all'autore anche dalla sua esperienza di redattore di "Selezione dal Reader's Digest": Allori — scrive Lajolo — "ha saputo trovare il linguaggio giusto, che esemplifica con semplicità, com'è di chi è padrone della materia e sa aprire un dialogo fecondo con chi vuole essere protagonista della sua vita nel contesto della collettività" Ricordiamo che il libro si può acquistare presso il Circolo Culturale "A. Ghiglione". (via Val di Ledro 23) oppure richiedere in contrassegno a: CTLFedercoop — via Ampère 87Milano

CONGRESSI DEL PCI NELLA ZONA

Tema principale è stato l'analisi della gravissima crisi economica, morale e sociale che il nostro Paese attraversa, e le proposte del PCI per affrontarla e superarla.

Alla Sezione Martiri Bicocca il congresso è stato concluso da Vittorio Korach, Vice Sindaco del Comune; alla Sezione Mandelli da Antonio Costa, Assessore al Comune; alla Sezione Rigoldi da Maurizio Mottini, Capo-Gruppo PCI al Comune; alla Sezione Serena Carré da Daniela Benelli, del Comitato Direttivo della Federazione Milanese del PCI.

Le assemblee hanno eletto i componenti dei nuovi organi dirigenti che resteranno in carica per il 1978.

SEDE:

Redazione Amministrazione Abbonamenti

Presso Sezione PCI

Serena Carrè

Via L. Della Pila, 61 Milano

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