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quartieri 1009 2
from Quartieri1
Come si sa il Senato della Repubblica ha già votato il provvedimento di regolamentazione degli affitti con il voto favorevole della DC, del PCI, del PRI e del PSDI; il PSI si è astenuto ma con motivazioni che hanno confermato il giudizio sostanzialmente positivo dell'accordo raggiunto.
Hanno votato contro i liberali (che hanno minacciato il ricorso ad un referendum abrogativo della stessa legge) contro, ha votato l'estrema destra.
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Con l'approvazione definitiva che dovrebbe avvenire alla amera dei Deputati, si dovrebbe concludere finalmente, dopo 43 anni di proroghe un periodo tormentato che ha visto crearsi acute tensioni non soltanto tra gli inquilini, ma nella vita del Paese.
Di questa legge c'è un ugente bisogno. Basterebbe chiedersi quale sarebbe la prospettiva per milioni di inquilini, se venisse a mancare una misura di controllo degli affitti in un mercato della casa caratterizzato da una paurosa carenza di alloggi.
Il continuo succedersi delle leggi di blocco non è più oggi efficace per tutelare gli inquilini per il fatto che la proprietà, favorita da una pressante domanda, ha trovato mille scappatoie al blocco, è ricorsa alle case ammobiliate ai doppi contratti con affitto a mercato nero, creando così disparità tra lavoratori e lavoratori, ha aggravato il fenomeno della vendita frazionata e l'abbandono totale della manutenzione. Appare evidente che non è più possibile reggere in questa situazione: il prolungamento del regime vincolistico equivale praticamente alla progressiva liberalizzazione dei fitti, senza dimenticare che pende sulla testa degli inquilini la spada di Damocle del giudizio di incostituzionalità del blocco di cui si è già occupata la Corte Costituzionale.
Alla luce di queste considerazioni, appare chiara l'esigenza di arrivare in tempi rapidi alla definizione della legge di equo canone, sancendo il principio del contratto pubblico sul livello degli affitti e sulla durata dei contratti, dando così certezza sia agli inquilini che alla proprietà, normalizzando le sperequazioni oggi esistenti tra affitti bloccati e affitti a mercato libero.
COSA PREVEDE QUESTA
LEGGE
Dal punto di vista economico: la legge toglie alla proprietà il POTERE di determinare gli affitti, questi saranno determinati sulla base delle diverse condizioni oggettive quali: il tipo di alloggio (categoria cata- stale) la città e la zona in cui è ubicato lo stabile, lo stato manutentivo, l'anno di costruzione.
Con questo provvedimento aumenteranno gradualmente (in 6 anni per famiglie con redditi inferiori a 8 milioni) gli affitti bloccati mentre verranno subito ridotti quelli determinati a mercato libero.
Vale la pena di fare due esempi significativi per la nostra zona: — la maggior parte degli alloggi nella nostra zona è stata costruita attorno agli anni 60 (BOOM edilizio). Ebbene in un alloggio costruito nel 1963, categoria A /3, in buono stato manutentivo con la Legge di regolamentazione si avebbero questi affitti:
Alloggio di 60 mq. (due locali servizi) L. 650.000 annue Alloggio di 80 mq. (tre locali -4servizi) L. 870.000 annue
Per un alloggio degradato, caratteristico del vecchio centro di Niguarda (casa con servizi esterni) due locali di ringhiera (40 mq.) si pagherebbe un affitto di L. 115.000 all'anno.
Bastano questi dati confrontati alla luce dell'attuale offerta di alloggi in affitto (circa 2.500.000 per 2—S), per comprendere la resistenza della destra economica che anche attraverso opportune campagne di stampa tuona sulla "stangata", distorcendo i reali contenuti della legge, e cerca di impedirne la appropriazione.
Dal punto di vista normativo - viene stabilita la durata minima dei contratti in 4 anni - sono meglio definite le spese a carico degli inquilini e sancito il loro diritto a decidere sulle modalità e i costi delle stesse - gli alloggi ammobiliati non dovranno avere un affitto superiore del 30% a quello determinato dalla legge
- nel primo periodo transitorio (da 4 a 6 anni) il contratto può essere sciolto prima della scadenza per il proprietario che ha la necessità di adibire l'abitazione ad uso proprio o dei propri familiari in linea retta fino al secondo grado.
Rispetto alla situazione attuale di estrema incertezza con proroghe che si susseguono una all'altra a qualche mese di distanza, la legge di regolamentazione può dare maggiore certezza, e, offre la possibilità al movimento riformatore di poter condurre una battaglia a lungo respiro dato che il periodo transitorio dura 6 anni, per conquistare il principio del rinnovo automatico dei contratti salvo giusta causa e per correggere le eventuali contraddizioni che potranno emergere nel corso dell'applicazione concreta