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Un 68 magico ?

È cominciato, prevedibilissimo, il coro dei mezzi di informazione sul'68, il magico anno della contestazione, l'inizio della "politica al primo posto". A chi questo anno, e quelli immediatamente successivi, lo ha vissuto, riesce difficile poter cavare fuori un'analisi seria di quello che realmente è stato e di cosa ha rappresentato; su quelle grandi linee, invece, che ne evidenziano la carica prorompente, innovatrice, di rottura di certe vecchie "verità" neo - capitalistiche, su queste cose più o meno tutti sono d'accordo.

Cosa ne resta di questa esperienza, oggi, qui in Italia: tra i nuovi propugnatori dei "bisogni", i giovani del "movimento" e anche gli altri, la maggioranza che si muove su altri ritmi a volte solo apparentemente più lenti, quali agganci ci sono tra questi giovanissimi di oggi e quelli meno giovani del '68?

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È vero che le frangie dispe- rate di oggi sono i frutti scontati del '68? Di chi allora ha messo in discussione la vecchia scuola, la vecchia società, senza sostanzialmente saperne costruire o almeno indicare una nuova? Di chi è partito dalla politica come momento "totale" della vita per poi approdare all'esasperato individualismo di oggi più o meno camuffato dai colpi di coda delle ultime vane esperienze comunitarie?

È troppo presto per rispondere rigorosamente a questi interrogativi anche se su queste domande si gioca gran parte degli sbocchi che può avere l'attuale condizione giovanile: che è di crisi economica e quindi di povertà ideale, di disperazione spesso.

Dieci anni fa, e anche dopo, c'era una risposta precisa alle domande dei giovani: l'ideologia, il socialismo, anche se questa risposta era frantumata nei cento rivoli della frastagliatissima sinistra

ANCORA SUL XII° extraparlamentare italiana.

Oggi -di tutto questo è rimasto poco: l'etichetta è ultra-rivoluzionaria ma il contenuto molto spesso è evaporato con gli anni o è divenuto addirittura aceto.

A questo punto i lettori, soprattutto quelli più giovani, potrebbero avere il dubbio che si trovino a che fare con un conservatore. Ebbene sì, miei giovanissimi lettori, sono un vecchio giovane nostalgico del '68. Scherzi a parte, cosa sta succedendo tra i giovani in Italia e poi a Milano in questi ultimi tempi? E in che modo i nostri quartieri sono coinvolti in queste manifestazioni della rabbia giovanile?

Noi vorremmo provare ad affrontare questo tema dedicando una serie di articoli che cerchino di mettere a fuoco i punti principali con i quali ci misuriamo quotidianamente nel nostro vivere la città e il quartiere. P.T.

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