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Intervista con Gabriella Bonvini, coordinatrice della Commissione Educazione del Consiglio della nostra zona.
from Quartieri1
In questa stessa pagina pubblichiamo l'intervento di uno studente, del XII Liceo sulle esperienze che si stanno tentando in quella scuola.
Abbiamo però ritenuto doveroso interpellare anche le "Istituzioni" e soprattutto quella più rappresentativa della zona, proprio perchè questo esperimento di "scuola aperta" coinvolge in modo significativo tutto il territorio.
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Parliamone quindi con la Dr.ssa Bonvini che, come coordinatrice della Commissione Educazione del C.D.Z. ha più da vicino seguito gli sviluppi di questa vicenda.
D. Come giudichi l'esperienza che si sta tentando al XII Liceo ?
R. Il giudizio non può essere che positivo: il concetto di "scuola aperta" è un passo importante verso il superamento, la rottura della visione della scuola come corpo separato, avulso dalla realtà che lo circonda ed impenetrabile ad ogni fermento sociale nuovo. La scuola aperta invece è un primo momento che vede la scuola globalmente integrata nel territorio e nella quale è possibile un interscambio di esperienze che non possono che giovare sia alla zona che alla scuola.
D. Ho sentito più volte usare il termine di "centro sociale" per definire la finalità dei pro- motori di questa iniziativa. Potresti specificare meglio quali sono, a tuo avviso, le differenze tra "scuola aperta" e "centro sociale" ?
R. L'aggettivo "aperta" non deve, a mio avviso, essere caricato di significato a t4 punto da mutare complessivamente il significato del termine scuola. In realtà questa "apertura" non mette in discussione la struttura e l'organizzazione della scuola la quale rimane anzitutto un luogo dove si studia. Mette però concretamente in discussione il modo come si studia e propone, sia pure in maniera ancora limitata e parziale, alcune alternative.
Io credo, comunque, che possa essere di grande utilità politica inserire il concetto di "scuola aperta" in quello più complessivo di "patrimonio sociale educativo" che, non togliendo specificità alla scuola, coinvolge di fatto anche tutto guantodi "culturale" e di educativo"esiste nel territorio.
È estremamente positivo, infatti, che la scuola si apra sia come struttura sia come istituzione, a questo però deve corrispondere una eguale "apertura" del territorio alla scuola. Tutto quanto nel quartiere esiste deve essere 'l'usato" e inserito in un progetto culturale, per usare un termine ambizioso, del quale tutti i cittadini possano trarre vantaggio e arricchimento.
Mi pare, a questo punto, che la differenza tra scuola aperta e centro sociale sia abbastanza evidente. Anzi, mi pare che quanto un centro sociale propone, facendo ovviamente scelte in piena autonomia, possa integrarsi e trovare arricchimento e visto e fruito in questa prospettiva culturale complessiva.
D. Qual'è allora il contributo che la Zona può dare agli studenti per la riuscita di questo esperimento, che mi pare stia a cuore sia a voi che al XII Liceo?
R. La commissione Educazione (così come la Commissione Cultura) è presente con alcuni suoi rappresentanti nel Comitato di gestione, che in questa prima fase ha predisposto un programma di intervento trovando una prima verifica in un'assemblea pubblica.
Una ricerca ultimata in questi giorni, che la Commissione ha condotto sul territorio, presenta uno studio su una serie di dati significativi riguardanti il tessuto e la composizione sociale: immigrazione, scolarizzazione, situazione abitativa etc.) unitamente ad un primo censimento dei beni culturali, delle strutture sociali e sportive esistenti nella zona. Credo possa essere un contributo importante, e soprattutto uno stimolo a conoscere meglio e di più, la nostra zona condizione indispensabile per poter concretamente operare sul territorio.
Intervista condotta da Sergio Ghittoni
Il raggiungimento di questo obiettivo, grazie alla lotta portata avanti dagli studenti, crea un'importante esperienza che rende la scuola un effettivo punto di ritrovo per tutto il quartiere. Cade così la logica che regola attualmente l'istituzione scolastica relegandola ad un compito di produzione nozionistica riservato agli studenti.
Il nostro discorso è articolato in due direzioni:
- da una parte garantire alla popolazione l'apertura di uno spazio pubblico quale è la scuola - dall'altra avere la possibilità di entrare nel merito dei programmi scolastici, proponendo i contenuti e i metodi di studio che scaturiscono dalla partecipazione alla "Scuola Aperta" di operai, disoccupati, casalinghe ecc.
Ed è all'interno di questo discorso che si inserisce la costituzione delle commissioni di lavoro che stanno lavorando su alcuni problemi:
L'organizzazione di un Cineforum che sia collegato con gli argomenti trattati nella "Scuola Aperta" (obiettivo a breve termine): la riapertura del cinema Imperia con delle caratteristiche ben precise, con una scelta accurata delle pellicole da proiettare (obiettivo a lunga scadenza).
Il problema dei mezzi di comunicazione attraverso il loro studio; la costituzione di gruppi di intervento teatrale, musicale, fotografico, grafico, formati dagli stessi abitanti del quartiere e che in esso agiscano.
Organizzazione di una serie di lezioni delle 150 ore su questi temi:
- La questione meridionale e la
Una cosa molto importante da dire è che si è formato un "Comitato di gestione" che oltre a vedere nel suo interno la partecipazione dei rappresentanti delle componenti della scuola, vede anche la partecipazione delle forze sociali esistenti nel quartiere, e uno dei compiti principali di questo Comitato, oltre a garantire l'apertura e la chiusura della scuola, è il coordinare il lavoro delle commissioni e garantire politicamente che le iniziative da intraprendere rispettino quelle che sono le caratteristiche che stanno alla base di questo lavoro.
Ma nonostante tutto, ci troviamo di fronte ad una serie di difficoltà che vanno dal coinvolgimento della gente (all'assemblea popolare indetta da noi erano presenti circa 80 persone) al finanziamento di queste iniziative. Il Comitato di Gestione per risolvere queste difficoltà, ha in progetto di organizzare una Festa Popolare e alcuni spettacoli teatrali e musicali da una parte, e dall'altra il riconoscimento da parte del Consiglio di Istituto della Scuola (che è d'accordo, ma è la Preside che è contraria) di queste iniziative, di modo che si possano ottenere degli stanziamenti.
Quello che stiamo facendo noi può essere considerato un esperimento, visto che non ci sono precedenti di "Scuola Aperta" gestita in questo modo, ma l'obiettivo generale che deve emergere dalla "Scuola Aperta" deve secondo noi essere quello di costruire un centro di crescita e di produzione culturale, nel quale le masse del quartiere sono il soggetto protagonista.
Luca Bergamaschi (Studente del XII Liceo)