FA 1.2020

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riCCioNEsi

Roberto Casadei, il ragazzo che amava “Arciun City”

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Intuizioni geniali, capriole verbali e un dialetto tutto suo, come cornice di uno sconfinato amore per la vita e per Riccione che amava descrivere raccontando vizi e virtù dei suoi personaggi “immaginari”.

FaMiJa arCiUNEsa / 01.2020

di Francesco Cesarini

Ci ha lasciato Roberto Casadei. Aveva appena 47 anni ed era malato da tempo. Il figlio della Maria del bar dell’ospedale, riccionese, scrittore, copywriter, amava il teatro, attivissimo nel mondo della solidarietà: un fiume in piena. Si definiva “Romagnolo praticante dalla nascita” e ancora di più “Pataca D.O.P.”. I suoi libri ed i suoi racconti sono un inno all’identità romagnola e rimarranno a farci compagnia, ricordandone lo spirito, la simpatia e la sensibilità che in tanti hanno apprezzato sui social. “Nel nostro dna c’è qualcosa di inafferrabile, di originale ed unico” raccontava con l’immancabile panama in testa “qualcosa che inconsapevolmente apprendi fin da bambino da questa meravigliosa terra popolata da “sburoni”, “gnuranti” e “patàca”, in particolare nella mia favolosa “Arciun City”. Per questo ci eravamo sentiti, per dare il via ad una collaborazione con Famija Arciunesa, Roberto aveva risposto, come sempre, con entusiasmo contagioso, perché arrivava al cuore delle persone.

POMERIGGIO AL BUFFÉ

Una dote innata. Ma “un male della madosca” ci ha fregato. In compenso le sue parole e i suoi pensieri sono con noi (vedi racconto). C’era una valanga di gente per l’ultimo saluto a Roberto. I suoi amici piu’ vicini lo ricordano così: “Era unico, speciale, per umanità e altruismo, poi era un genio”. Sensibilissimo a tutto ciò che lo circondava, aveva una mente acuta e capace di cogliere dettagli, vizi e virtù delle persone, tanto da scriverci libri e spettacoli di successo. Insieme a lui coltivammo il sogno di creare una rock band, per noi la piu’ grande avventura che si potesse vivere a diciott’anni. Ed anche crescendo non cambiammo lo spartito. Indimenticabili i matrimoni degli amici nei quali Roberto costruiva sceneggiature di esilaranti spettacoli con il regista Lux per gli attori Bes, Frate, Mombif e Maso. La nostra “combriccola” quella che tu salutavi con il tuo fare unico, dicendo “Signori…”. “Roberto ci manchi tanto”.

tratto da: “Pensione Maristella” di Roberto Casadei

Pensione Maristella: mentre l'albergatore Gisto sta badando al buffé dell aperitivo, sua moglie, la Meris, tira fuori dal testo delle piade ed empie l'aria di un profumo che fa resuscitare i vivi. Con infinito amore, le farcisce e le taglia, davanti ai due una fila di ospiti richiamati dall'inconfondibile aroma del Sacro Simbolo di Romagna. Arriva la prima ospite, Gisto la squadra subito: 42 tecnicamente perfetta, capelli radanati, vestito da sera mentre tutti sono in costume: una gnignigní di sicuro. Apre bocca con una voce da cocorita che si è magnata un criceto: "Scusi... ci sarà mica dello strutto? E quel salume dentro? Non ne ha una Vegan con olio e.v.o.?" A Gisto sta per partire un kamadana che gli ci vorrebbe un Canadair d'acquasanta sul Maristella. Il garbino dietro la veranda del Maristella diventa gelido: a Gisto sembra di scorgere l''ombra del Passatore che carica la s-ciopa: "Buono Stefano, gli ospiti sono sacri, fa fare a me!" sussurra all'ombra, poi si rivolge alla gnignigní cocorita che ha mangiato un criceto: "Guardi, se vuole ho delle ottime bruschette di pane fatto in casa con farina integrale farcite con salsine Vegan o marmellate bio... in omaggio alla tradizione Romagnola, la piada la serviamo secondo ricetta canonica..." La gnignignì guarda Gisto come se non avesse capito, invece Gisto ha capito benissimo che sta qua ha voglia di zucca gialla. Vuole sentirsi Vegan e santarellina, invece è baghinista e non lo sa: "Guardi se proprio insiste... ma me ne dia metà, tanto per gradire.." Già lo spicchio è minimale, un ottavo di piada, la Meris prende il laser, inforca gli occhiali da vicino e con precisione certosina lo fa diventare un sedicesimo, mentre la fila di ospiti dietro vorrebbe crocifiggerla ai pitosfori a sta scassamaroni, come monito per quelli che la fanno lunga e insultano la Sacra Terra di Romagna. Per ripulire l'aere dall'onta subita, Gisto va al pc della musica e mixa il tormentone estivo facendolo diventare "un bes in bicicletta". Al nostro eroe si palesa il compagno/moroso/marito della tipa: "Signor Gisto, si può avere ancora di quel Sangiovese che fa dimenticare tutto?" è un buon bastianazzo, sarmandone, coi Sundek rossi, una bella panzetta da vero uomo e capello brizzolé, continua sconsolato: "Guardi... per la mia compagna... so che è un po'... quando ha tempo... mi può dare una piada intera con quel meraviglioso salume... si vergogna a chiederla lei... la perdoni, ste nuove mode alimentari..." Roba che si mette a piangere. Da maschio, Gisto riesce a capire il dramma umano di 'sto povero cristo, magari sta qui a casa gli sta cucinando il Tofu e lui vorrebbe una costarella, con un sorriso complice, Gisto gli versa il Santissimo Giovese e poi dice: “Gliene do' anche un bel bicchierone per la sua compagna?” Il tipo fa un gran sorriso: “Magari... è astemia!” si avvicina la Meris che ha seguito tutto con un piattone di piada: "Eccola qua la piada per la sua signora... Non si preoccupi e non si scusi di nulla: son tutte vegane fino a che incontrano sul loro cammino una Piada con la testa! “. Gisto:“E tenga anche il vino: stessa roba... son tutti astemi finché non gli dai del Sangiovese". I libri di Roberto Casadei li trovate presso Edicol, via Romagna, 52, Tel. 0541 644462. Altre info: Paola 328 0420447.


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