FA 3.2020

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Emergenza FAMIJA ARCIUNESA GIORNALE DI RICCIONE XL - n.3 MAGGIO-GIUGNO 2020

Coronavirus.

Riccione

risponde!

Foto Valerio Tullio

Raccolti più di

100 MILA euro

04 Donazioni Gli acquisti per il Ceccarini grazie alla raccolta fondi

08 Emergenza Ora aiutiamo le famiglie in difficoltà. La raccolta prosegue

15 Don Alessio Dopo la grande partecipazione, le “Memorie di una resurrezione”

17 CRI Riccione Buono e Batantu, nominati Cavalieri al merito della Repubblica

18 Donatori L’elenco delle Associazioni e dei 948 singoli donatori


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Gli acqusti di Famija Arciunesa per l’Ospedale Ceccarini grazie alla raccolta fondi “Riccione contro il Coronavirus”.

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La storia delle 1000 tute che hanno salvato dal contagio medici ed operatori sanitari dell’Ospedale Ceccarini.

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L’emergenza delle famiglie in difficoltà: prosegue la raccolta fondi con la collaborazione delle Caritas parrocchiali, Cri ed Emporio Solidale

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La grande risposta delle Scuole riccionesi. Nonostante la quarantena e lo stop delle lezioni, grande partecipazione di studenti e genitori.

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Mauro Fallani da timoniere del Covid Hospital a paziente. Il primario del Pronto Soccorso di Riccione ci racconta la sua storia.

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Don Alessio, memorie di una resurrezione. Dopo due mesi di calvario per il Covid e il grande sostegno della comunità, il ritorno a casa.

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La favola del Colibrì, l’elenco delle Associazioni e dei donatori che hanno contribuito alla raccolta fondi “Riccione contro il Coronavirus”.

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“Un rotonda sul Mare”, era proprio a Riccione? Tra racconto e leggenda la storia di un intramontabile successo di Fred Bongusto.

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Gaspare Tirincanti: gli inizi del successo con le prime serate al Dancing “La Baita” raccontato da Edmo Vandi .

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Up&Down: la nuova rubrica di cinema curata da Luca Leardini. Per il riccionese della cooperativa Cuore21, un sogno che si avvera.

ANNO XL - N°3 - MAGGIO/GIUGNO 2020 FAMIJA ARCIUNESA Periodico bimestrale Sped. a.p. 45% Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 Filiale di Forlì Contiene I.P. Aut. Tribunale di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 Redazione e Amministrazione Riccione - Via Montebianco 27 Tel. 0541 643884

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Direttore Responsabile: Francesco Cesarini cesarini.francesco@gmail.com Redazione: Francesco Cesarini, Nives Concolino, Giuseppe Lo Magro, Edmo Vandi, Alessandra Prioli Foto: Pico e Gianni Zangheri Valerio Tullio Nives Concolino

Collaboratori: Antonella Pompili, Paolo Fabi, Don Alessio Alasia, Roberto Corbelli, Luca Leardini, Lorenzo Scola Grafica: Studio Grafico Composet Riccione info@composet.net Stampa: La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio (Rn)

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La raccolta fondi è stata solo una questione di soldi?

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di Francesco Cesarini Abbiamo vissuto un’emergenza sanitaria senza precedenti, per il lockdown forzatamente rinchiusi nelle nostre abitazioni. I viali di Riccione per settimane sono stati deserti, animati da un silenzio assordante, interrotto solo dalle sirene delle ambulanze dirette al Ceccarini, il nostro ospedale. Quante ne abbiamo sentite stringendo i pugni, troppe. Il tutto accompagnato da un senso di impotenza, amplificato dalla consapevolezza che l’ unica cosa che potessimo veramente fare, per dare una mano e renderci utili, fosse stare in casa. Ma anche dalle rassicuranti mura domestiche, nei tempi dilatati delle nostre giornate abbiamo trovato il moda di fare comunità, di stare vicini, di essere Famija. E’ stato prima di tutto questo il senso della raccolta fondi “Riccione contro il Coronavirus”, l'esigenza di non isolarci, di esserci, di stare insieme, di renderci utili. Uniti. Le 948 donazioni per il nostro Ospedale Ceccarini e per le famiglie in difficoltà ci hanno fatto toccare e superare la straordinaria cifra di 100 mila euro, a scriverlo ancora mi tremano le mani. L'emozione è grande per la storica somma raccolta e per come verrà impiegata (in questo numero trovate all'interno tutti i dettagli) ma anche per la grande responsabilità che Famija Arciunesa si è presa nel coordinare questo grande gesto di solidarietà collettiva. Nessuno può fischiettare una sinfonia, ci vuole un'intera orchestra per riprodurla: non si tratta della raccolta di Famija Arciunesa ma del territorio, di decine di associazioni che si sono in quei giorni ritrovate fisicamente isolate, ma forse come mai così vicine. Ed insieme a loro sono stati fondamentali, con il loro gesto d’altruismo semplici cittadini, imprenditori, bagnini, albergatori, lavoratori, pensionati, studenti, alunni, genitori, una lista lunghissima, trasversale e composita, centinaia di persone al quale va il nostro grazie infinito. Ed ognuno ha partecipato con il proprio modo di fare, di essere e sentire: chi in punta di piedi, chi in modo anonimo, chi mettendoci la faccia per fare da traino a quella che è stata una raccolta nata in modo spontaneo dal basso, cresciuta con quelle dannate sirene che ululavano e con la profonda consapevolezza di come si sia fortunati a vivere da queste parti. Tra questi, i bambini delle scuole e i ragazzi dei nostri licei. Solo chi non li conosce da vicino si è sorpreso del loro attivismo. I fondi cassa di tante classi da utilizzare per cene, feste e gite, si sono trasformati in donazioni nonostante le banche chiuse e l’impossibilità di uscire di casa. Anche i nonni di associazioni e buon vicinati hanno scoperto, con il supporto di figli e nipoti, la magia dell'home banking e della tecnologia. Per non parlare di chi in casa ha realizzato mascherine artigianali per raccogliere fondi o di chi si è occupato, e si occupa, della consegna a domicilio di prodotti alimentari alle famiglie in difficoltà. Tutto piuttosto complicato, ma alla fine ci siamo riusciti. Riccione è “‘sta roba qui”: Riccione è comunità. Ai medici, infermieri e a tutto il personale del Ceccarini un immenso grazie per quanto hanno fatto durante l’emergenza sanitaria con il loro straordinario lavoro, per dedizione e capacità. E poi hanno capito da subito cosa stavamo facendo, quali fossero i nostri obiettivi comuni e per come ci hanno immediatamente sostenuto nella raccolta. Insieme a loro abbiamo condiviso ogni passo e tutte le scelte, soprattutto quelle inerenti ai macchinari sanitari da acquistare e la decisione di aiutare nella seconda fase le famiglie in difficoltà economica. Per accreditare la raccolta su Riccione e tutta la zona sud delle nostra provincia, è stata anche decisiva la storica attività quarantennale di Famija Arciunesa. Insomma, si tratta di una storia che parte da lontano, nata e cresciuta grazie all’impegno di tanti volontari. Noi ne abbiamo semplicemente seguito il solco. Non ci siamo inventati nulla, abbiamo solo scritto un nuovo capitolo di un importante libro, destinato a raccontare ancora tante belle storie. Sfogliando questo numero ne scoprirete alcune, ricordandoci per il domani come il Covid 19 ci abbia segnato e insegnato, perché camminare verso il futuro presuppone che ad ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e che qualcosa cambi in noi. Speriamo in meglio.


EmErgEnza COrOnaVIrUS rICCIOnE rISPOnDE

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Riccione contro il Coronavirus Una raccolta fondi da record!

Oltre 100.000 euro!

FAMIJA ARCIUNESA / 01.2020

La raccolta fondi “Riccione contro il Coronavirus” pro Ceccarini è il frutto di una straordinaria iniziativa di solidarietà partita dal basso, spontanea e collettiva, messa in campo da Famija Arciunesa già dai primi giorni dell’emergenza. Dall’11 marzo ad oggi attraverso la piattaforma digitale GoFundMe e tramite L’IBAN di Famija Arciunesa IT47L 05387 24100 0000 0075 6192, sono stati raccolti oltre 100 mila euro. Una cifra senza precedenti che ha visto un’incredibile partecipazione con 948 singole donazioni. Protagonisti tanti cittadini e associazioni del territorio. La raccolta fondi ora prosegue a sostegno delle famiglie in difficoltà. Tutti gli acquisti per l’Ospedale Ceccarini sono stati concordati con i medici, valutando il punto di equilibrio tra le necessità del momento e quelle future.

Arcioun... at voj Bèn!

2 ventilatori polmonari Dräger di ultima generazione

43.920 euro Per l’Ospedale Ceccarini saranno di grande utilità anche finita la pandemia. Serviranno a gestire tutte le patologie respiratorie.


EmErgEnza COrOnaVIrUS rICCIOnE rISPOnDE

I due ventilatori polmonari Dräger in arrivo al Ceccarini, consentono di effettuare sia ventiloterapia che ossigeno-terapia, quest’ultima è una modalità piuttosto recente di utilizzo dell’ossigeno ad alti fluissi che può essere impiegata sia nei pazienti post-chirurgici che nei pazienti con insufficienza respiratoria acuta da infezioni o da riacutizzazione di malattie respiratorie. La Rianimazione dell’Ospedale “Ceccarini” non è al momento dotata di questo tipo di ventilatori la cui versatilità è particolarmente vantaggiosa per la gestione dei pazienti sottoposti a cure intensive. L’ecografo Sonosite II è ad oggi uno strumento fondamentale per l’attività degli AnestesistiRianimatori. Totalmente innocuo per i pazienti, viene utilizzato in contesti clinici diversi all’interno della Rianimazione, della Sala Operatoria e dei vari reparti come guida per l’esecuzione di procedure invasive (ad es. per il posizionamento di accessi venosi e arteriosi, per il monitoraggio emodinamico, per l’esecuzione di anestesie periferiche, per effettuare prelievi ematici in pazienti con scarso patrimonio venoso superficiale, etc.) con la finalità di ridurre il traumatismo delle procedure invasive e di minimizzare il rischio di complicanze. Esso inoltre consente di studiare e valutare nel tempo l’andamento delle patologie polmonari (nel caso dei pazienti con COVID-19 permette di studiare l’evoluzione nel tempo delle complicazioni polmonari) evitando di dover ricorrere a frequenti radiografie del torace. La possibilità di eseguire valutazioni dinamiche in tempo reale, di poter ripetere l’esame senza limitazioni e senza rischi per i pazienti, lo rende uno strumento insostituibile per l’attività degli Anestesisti-Rianimatori. L’acquisto di entrambi i dispositivi porterà un vantaggio nel breve, ma soprattutto nel lungo periodo, per i pazienti ricoverati in Rianimazione, per i pazienti chirurgici e per i degenti nei vari reparti consentendo di modernizzare e implementare la qualità dell’assistenza e della prestazione anestesiologica- rianimatoria di cui si gioveranno molti dei pazienti che accederanno alle cure presso il nostro nosocomio. Dott.ssa Antonella Pompili Dott. Paolo Fabi

E’ la raccolta di tutta la citta!

La consegna dell’ecografo. A sinistra Il Presidente di Famija Arciunesa Francesco Cesarini, a destra la Dott.ssa Bianca Caruso Direttore Medico Ospedale Riccione- Cattolica.

Ecografo SonoSite SII ultima generazione.

25.620 euro

FAMIJA ARCIUNESA / 01.2020

Perchè i ventilatori polmonari e l’ecografo?

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Ne usufruisce il reparto di Anestesia/Rianimazione, uno strumento fondamentale in contesti clinici diversi per l’attività di Rianimazione e in sala operatoria.

Ecografo portatile VSCAN Extend

6.222 euro Si tratta di un apparecchio necessario per effettuare ecografie a domicilio. Strumento strategico per evitare che i pazienti, a rischio Covid, si rechino in ospedale con il rischio di infettare altre persone.


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“Quelle tute ci hanno salvato dal contagio”

6.466 euro

Arcioun... at voj Bèn!

1000 TUTE AL CECCARINI

Mille tute con cappuccio DuPont “Classic Xpert per medici e infermieri. Realizzate con materiale difficilmente reperibile, sono state donate a inizio dell’emergenza, quando trovare questi presidi sanitari era un’impresa e sono risultate preziosissime per tutti gli operatori sanitari: “Dobbiamo ringraziare FA perché per noi quelle tute, in quei giorni, sono state fondamentali” ha puntualizzato Bianca Caruso Direttore Medico Presidio Ospedaliero Riccione-Cattolica: “Serviva proteggere chi era impegnato in prima linea, c’è stato anche una sorta di incidente diplomatico perché le tute sono state spedite direttamente a Riccione e non come prassi a Rimini. Alla fine, con buon senso, abbiamo trovato la quadra girando alcune tute anche all’Infermi”. Le tute, consegnate a Mauro Fallani, primario dell’Unità operativa del Pronto Soccorso - Medicina d’Urgenza di Riccione- Cattolica, sono poi

state distribuirle nei vari reparti del Ceccarini. Presenti alla consegna pure il cardiologo Pierangelo Del Corso, la dottoressa Eleonora Renzi, direttore della Radiologia con i suoi tecnici e infermieri. Al loro fianco i colleghi e le Oss di Ortopedia. Ma c’è una piccola storia su come siano arrivate le tutte a Riccione che merita di essere raccontata. Il nostro consigliere Valerio Tullio ha avuto la fortuna di poter valorizzare al meglio un’amicizia nata anni fa con una persona conosciuta sulla passarella di Riccione Moda Italia di CNA. Una telefonata e l’ospitalità riccionese si specchia in un amen, dall’altra parte del telefono, con la solidarietà. Così, per il fortissimo legame con questa terra e con la sua gente, questa persona amica di Riccione ci ha riservato, attraverso la multinazionale coinvolta, una fornitura importante e con un prezzo vantaggiosissimo. Sì, Riccione è proprio un luogo magico!

“Grazie Famija Arciunesa per averci donato la sicurezza”

Bianca Caruso. Direttore Medico Presidio Ospedaliero Riccione e Cattolica.


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2 Colonnine igenizzanti per i cittadini che si recano in Ospedale

780 euro

Arcioun... at voj Bèn!

Due colonnine igienizzanti con erogatore a fotocellula sono state donate da FA il 5 maggio al Ceccarini in concomitanza con l’apertura del punto prelievi e del Cup-Farmacia, dove da subito sono state rese fruibili nei locali dello stesso servizio. L’iniziativa, partita su interessamento di un bolognese legato a Riccione, ha coinciso anche con la ripresa graduale di visite ed esami in ospedale e quindi con il ritorno di un flusso, seppure limitato, di persone in ospedale. Una donazione utile per centinaia di persone che si recano in Ospedale.

1.040 euro 10 Sedie a rotelle Servono ad arricchire il “parco”di questi presidi sanitari, indispensabili per gli utenti del nostro Ospedale.

Le mascherine di Valentina

FAMIJA ARCIUNESA / 03.2020

Da sin.: Valerio Tullio consigliere di Famija Arciunesa, Dr.ssa Monica Mambelli Direzione Medica Ospedali Riccione-Cattolica e Barbara Bernardi del Cup.

Hanno fruttato 400 euro, convogliati nella raccolta di Famija Arciunesa. La giovane mamma Valentina Pronti le ha confezionate in modo artigianale, col supporto della figlia di dieci anni che con sorprendente precisione ha tagliato sul modello originale i pezzi di stoffa in puro cotone sterilizzati. Grazie Valentina!

FA consegna 1000 mascherine nelle aziende

Alla vigilia del 1 Maggio, Famija Arciunesa ha consegnato alle imprese del territorio 1000 mascherine, in quel periodo difficilmente reperibili e arrivate a Riccione grazie a CNA ed acquistate dalla Regione Emilia-Romagna. Un piccolo gesto per favorire la sicurezza nel mondo del lavoro.


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Ora l’emergenza è la spesa “Non possiamo aiutare tutti, ma tutti sono in grado di aiutare qualcuno” è il messaggio che ha accompagnato la raccolta di alimenti per le famiglie bisognose del territorio lanciata da FA insieme alla Croce Rossa Italiana Comitato di Riccione nei primi giorni di aprile. Un’iniziativa che ha dato la possibilità ai volontari di consegnare spese alimentari, con prodotti di prima necessità, a diverse famiglie riccionesi in difficoltà per il prolungato stop delle attività economiche. Ma è stato solo l’inizio. Vivendo la città ci siamo resi conto di come crescessero le situazioni di criticità e così con l’ok dei medici del Ceccarini abbiamo deciso di utilizzare parte dei fondi della raccolta “Riccione contro il Coronavirus” a sostegno delle famiglie in difficoltà, decidendo di tenenre ancora oggi viva la raccolta da destinare alle Caritas Parrocchiali, all’Emporio solidale e alla Croce Rossa di Riccione. Così con un bel gioco di squadra, proprio grazie a questi amici, siamo riusciti ad arrivare nelle case di chi è in difficoltà.

10.000 euro Buoni spesa L’emergenza da sanitaria è diventata economica. Ha colpito centinaia di famiglie del territorio, F.A. insieme ai medici ha quindi deciso di impiegare parte della raccolta fondi per aiutarle. CARITAS PARROCCHIALI Caritas cittadina e AlbaMater (Gesù Redentore e Mater Admirabilis),

1000 euro

San Lorenzo

1000 euro

San Martino

1000 euro

Ss. Angeli Custodi

1000 euro

Stella Maris

1000 euro

Centro aiuto alla vita

1000 euro

Emporio solidale

2000 euro

Croce Rossa Comitato di Riccione

2000 euro

co bancario a Famija arciunesa IBan IT47L 05387 24100 0000 0075 6192 La raccolta fondi a favore 1) Bonifi Specificare causale: “Riccione contro il Coronavirus” delle famiglie continua. Su GoFundMe con carta di credito o prepagata: 2) https://tinyurl.com/yx7k35k6 per chi volesse donare:

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delle famiglie in difficoltà L’Emporio Solidale ci scrive...

Arcioun... at voj Bèn!

Cari Amici Famija Arciunesa, a nome del Consiglio Direttivo e delle Associazioni della Consulta della Solidarietà di Riccione, desideriamo ringraziarvi pubblicamente per il Vostro contributo, servito per l’acquisto di alimenti e altri prodotti da integrare a quelli forniti dal Banco Alimentare e da altri donatori arrivati in questo periodo di particolare difficoltà che stiamo vivendo. Grazie alla Vostra sensibilità, con la vostra donazione siamo riusciti a tenere ben fornito il magazzino del Emporio Solidale, avviato proprio ai primi di marzo, in piena epidemia CODIV19. Col prezioso lavoro dei nostri volontari e il sostegno dei Servizi Sociali del Comune di Riccione, siamo riusciti a tenere aperto anche durate le settimane più critiche, garantendo così il servizio a tutti gli utenti, senza mai interruzioni. Per questi motivi ci sembra particolarmente importante, sottolineare lo spirito di solidarietà che da sempre vi contraddistingue, soprattutto nei confronti delle realtà riccionesi più fragili e di fronte a emergenze come quella che stiamo vivendo. Grazie di cuore a tutti voi dal Consiglio Direttivo, da tutti i Soci e Volontari della Consulta della Solidarietà di Riccione.

Da sin.: Luigi Casadei (Pres. Consulta della Sol.) e Francesco Cesarini (Pres. FA)

Come funziona l’Emporio Solidale?

Da sin.: Paolo Santovito (cons. FA), Maurizio Frisoni (Consulta della Solidarietà), Alessandra Prioli (Vice Pres. FA), Luigi Casadei (Pres. Consulta della Solidarietà), Valerio Tullio (cons. FA).

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Dalla colazione all’aperitivo, un bar e lounge nel cuore di Riccione.

In questo momento sono seguiti 40 nuclei famigliari (quindi più di 150 persone) selezionate dal Comune di Riccione che ha dato il via a questo importante e prezioso progetto. Le persone hanno 100 punti spesa ogni mese da utilizzare che vengono puntualmente scalati, con una lettura digitale, al momento del ritiro dei prodotti che sono tutti catalogati.

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Il Centro Missionario Comboni dona 15mila euro! La raccolta fondi “Riccione contro il Coronavirus” ha raggiunto i 100 mila euro grazie al contributo di 948 singole donazioni. Un ruolo importantissimo durante questo incredibile atto di generosità collettivo lo ha avuto il Centro Missionario Comboni di Riccione con il suo Presidente Elio Mainardi capace, nella terza settimana, di darci un spinta fondamentale con una donazione “monstre”, gigantesca, di 15 mila euro. Un aiuto importantissimo per raggiungere i risultati prefissi, per poi rilanciare. Un gesto che partiva dalla considerazione da parte di Elio che l'emergenza per una volta fosse in casa e non in Etiopia, India Messico, Zimbawe, Bangladesh

dove il Centro concentra, con grande merito, solitamente i propri sforzi. Con Elio sono bastati cinque minuti al telefono per

concordare la donazione, a lui e a tutta la realtà del Centro Missionario Comboni di Riccione va un immenso e speciale grazie da

parte di FamijaArciunesa e dei riccionesi. Francesco Cesarini Presidente Famija Arciunesa

La Parrocchia San Lorenzo in Strada ci scrive...

Cari amici di Famija Arciunesa, a nome del Parroco Don Agostino e del gruppo Caritas Parrocchiale San Lorenzo Riccione, desideriamo ringraziarvi pubblicamente per il Vostro prezioso contributo, arrivato in questo periodo di particolare difficoltà che stiamo vivendo. Grazie a Voi, ci sentiamo più forti e più gratificati, perché possiamo acquistare prodotti alimentari e di prima necessità per le famiglie in particolare difficoltà che in questo periodo sono in aumento, Famiglie che devono affrontare, oltre all'emergenza sanitaria, anche la difficoltà di mancanza di lavoro c il problema di acquistare generi di prima necessità per il sostentamento delle loro famiglie. Grazie per la Vostra particolare sensibilità e la Vostra donazione. Col prezioso lavoro dei nostri volontari e dei giovani universitari che si sono uniti al gruppo Caritas parrocchiale, siamo riusciti a dare un aiuto concreto durante le settimane più critiche, garantendo cosi la distribuzione di alimentari a tutte le famiglie bisognose della nostra parrocchia. Per questi motivi ci sembra particolarmente importante, sottolineare lo spirito di solidarietà che da sempre Vi contraddistingue, soprattutto nei confronti delle realtà Riccionesi più fragili e, di fronte a emergenze come quella che stiamo vivendo. Grazie, grazie, grazie di cuore a tutti voi! Il Parroco Don Agostino, Roberto e il Gruppo Caritas Parrocchiale San Lorenzo Riccione GARA NZIE PER IL VIVER E DIN AMIC O

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Emergenza CORONAVIRUS RICCIONE RISPONDE

di Francesco Cesarini

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“Bevabbé”: con degli amici così, è tutto più facile per FA. Una donazione che ci ha dato coraggio e consapevolezza Avevamo lanciato la raccolta fondi da una settimana, ero continuamente attaccato al telefono o al computer per promuovere l'iniziativa. Erano i giorni del lockdown, dell'isolamento forzato e delle sirene che ululavano a tutte le ore. La raccolta cresceva, ma lentamente. Ogni volta era necessario spiegare cosa stessimo facendo perché l'iniziativa procedeva ancora quasi sottotraccia. Poi un pomeriggio tutto cambiò. Arrivò una donazione, sulla piattaforma GoFundMe, di 3899 Euro e con un balzo felino arrivammo a 10 mila euro complessivi raccolti. Era come essere sulla salita del Giro sul Mortirolo e trovare la spinta di un tifoso, anzi di un amico. Eravamo pronti per affrontare un'altra salita per far crescere la somma. Inutile sottolineare come quella novità ci diede forza e rinnovato entusiasmo. In noi nasceva la consapevolezza di avere fatto capire in città e anche fuori, quale fosse la nostra volontà: sostenere il nostro ospedale. Ma chi era stato a darci una mano così importante? In una amen dalla piattaforma ricostruimmo il tutto: Riccardo Parisio, non lo conoscevo. Incominciai a fare una ricerca sul web ed in pochi minuti lo rintracciai su Facebook per ringraziarlo personalmente, ci confidammo. Erano i momenti piu' drammatici, soprattutto per chi come Riccardo

lavora con la gente (titolare del Bevabbè e di Soccia), quella gente forzatamente chiusa in casa. Mi scrisse che aveva portato dei panini al Ceccarini per tirare su' di morale il personale in prima linea, uscendone però affranto per la situazione. Tornando a casa mi rivelò di ricordarsi di aver visto l'intervista sulla pagina Facebook di Famija Arciunesa fatta alla Dott.ssa Antonella Pompili, Resp. Terapia Intensiva e Silvia Bertuccioli, Coordinatrice infermieristica che sostenevano la raccolta fondi “Riccione contro il Coronavirus”. Non ci pensò due volte. E così, nonostante le difficoltà imprenditoriali e le nubi scure sul suo futuro aziendale, decise di farcire quei panini in modo sostanzioso. Ma non fu solo una questione di soldi, leggerlo mi fece sobbalzare il cuore: una storia da raccontare perché il bene chiama il bene, pensai, ma Riccardo mi confessò di voler rimanere nell'ombra. Compresi la sua richiesta ed evitammo come FA di ringraziarlo pubblicamente. Oggi però possiamo in qualche modo rifarci. Il gesto di Riccardo suona come un inno alla vita ma soprattutto evoca una parola magica sulla quale Riccione è cresciuta ed ha prosperato: comunità. Ne abbiamo un gran bisogno, una parola che ci stringe, trasforma gli specchi in finestre facendoci sentire parte di una sola cosa. Grazie Riccardo!


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Che scuole! Gli Istituti Comprensivi si mobilitano

FAMIJA ARCIUNESA / 01.2020

ISTITUTO COMPRENSIVO N.1 Scuola sec. primo grado Geo Cenci via Einaudi Scuola secondaria primo grado via Mantova Scuola primaria Anika Brandi Scuola primaria San Lorenzo Scuola dell'Infanzia Savioli

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Liceo Volta-Fellini in prima linea

ISTITUTO COMPRENSIVO N.2 Zavalloni Scuola sec. primo grado F.lli Cervi Scuola primaria Fontanelle Scuola primaria Marina Centro Scuola primaria Riccione Ovest Scuola primaria Riccione Paese Scuola primaria Panoramica Scuola dell’Infanzia Bertazzoni

Nonostante la quarantena e lo stop delle lezioni il mondo della scuola ha partecipato in modo attivo alla raccolta fondi. Non è stato semplice, perché studenti, alunni e genitori erano forzatamente confinati nelle loro case, ma in qualche modo sono comunque riusciti ad organizzarsi per mettere in moto il tam tam necessario per far conoscere l’iniziativa e strutturare la raccolta delle donazioni. Per certi versi è stata anche un’avventura. Come nel caso della 1C della scuola Annika Brandi che dopo aver svuotato il loro fondo cassa, probabilmente con i soldi per una gita o una cena, era in difficoltà per consegnarci quanto raccolto. Ma poi Sonia, una delle mamme, si è messa in contatto con noi e grazie al nostro tesoriere, il commercialista Antonio Batarra, che grazie alla sua professione aveva il permesso di muoversi con l’autocertificazione e siamo riusciti a venirne a capo. Che dire della nostra emozione nel leggere la mail della 2D della Scuola Annika Brandi con Anna, una delle mamme, che ci raccontava come avessero anche loro deciso di donare i soldi raccolti per la gita di aprile, purtroppo annullata. Tante piccole storie che hanno fatto da contorno alla bella iniziativa partita direttamente dai vertici degli stessi istituti comprensivi riccionesi. L’IC2 Zavalloni, con un gesto bellissimo e di grande valore simbolico, ha donato un euro per ogni bambino iscritto, e questo è stato possibile grazie ai genitori che hanno messo a disposizione parte del contributo volontario versato ad inizio anno scolastico. Ma non è stato da meno l’IC1 che è riuscito a coordinarsi e a raccogliere una bella somma coinvolgendo tutte le proprie realtà scolastiche del territorio. Poi la sorpresa degli amici dell’APS Riccione Scuola 5.0 con un gruppo di genitori, sempre dell’IC1, che ha contribuito in modo concreto alla raccolta “Riccione contro il Coronavirus”. Ogni giorno il telefono squillava ed arrivavano mail da tante classi di elementari e medie di Riccione. Per noi è stata una grande emozione.

In alto a sin. in senso orario i Rappresentanti del corpo Studenti: Antonio Puzalkov Valentinov, Sofia Tentoni, Edoardo Notaro, Martina Giancarelli.

“I giovani si fanno sentire e lasciano un segno” è questo il titolo del video realizzato dai rappresentanti del corpo studenti del Liceo Volta-Fellini che durante la quarantena si sono mobilitati da casa, diventando dei veri videomaker, realizzando una clip video per coinvolgere i lori coetanei. Raccontando quanto mancasse la quotidianità della campanella, degli amici e dell’aula, si sono anche chiesti se si potesse fare qualcosa per il proprio Ospedale. “Chiedendoci cosa fosse giusto fare” ci hanno raccontato, uniti in un unico e grande progetto abbiamo donato i soldi raccolti per la festa di fine anno scolastico per potere aiutare il Ceccarini e chi ha piu’ bisogno in questo momento di difficoltà. Lo abbiamo fatto guardando ad un futuro che ci appartiene, agendo per realizzarlo”. Preziosissimo tra i genitori del liceo il lavoro di raccordo di Simona Galli, una delle mamme, per noi punto di riferimento nella raccolta portata avanti dalla scuola.


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Emergenza CORONAVIRUS RICCIONE RISPONDE

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di Nives Concolino

Fallani: da timoniere del Covid Hospital a paziente E’stato al timone nei giorni più drammatici della pandemia, quando il Ceccarini si era trasformato in Covid Hospital, finché a fine emergenza il virus ha colpito anche lui. Mauro Fallani, (61 anni) primario del Pronto soccorso di Riccione a metà aprile è così finito all’Infermi di Rimini. Ha trascorso giorni durissimi. Guarito, a fine maggio è tornato al la lavoro, sua grande passione. Ha vissuto il Covid da medico e da paziente, giorni terribili! “Sono stato male a metà aprile, quando per fortuna a Riccione stavamo per chiudere il reparto covid, che si era ormai svuotato. E’ comparsa la febbre, ma per una settimana non eravamo sicuri della diagnosi, si brancolava nel buio, perché ho fatto cinque tamponi, bussola della malattia, e sono risultato sempre negativo. Oltretutto non ho avuto nessuno di quei sintomi che si elencano a proposito del Covoid: né tosse, né difficoltà con il gusto o con l’olfatto. La diagnosi della patologia è però sicura, accertata dall’immagine della Tac e dalla virologia. Sono così stato ricoverato nel reparto di Malattie infettive a Rimini. I primi due giorni ho fatto davvero fatica a respirare, ma con me sono stati tutti davvero bravi e umani, anche dal punto di vista della pneumologia”. Il personale sanitario ce l’ha messa tutta? “Sono stati davvero tutti bravi, carini, gentili, umani e disponibili sia negli Infettivi che in Pneumologia, personale medico, paramedico, portantini, tutti, pure chi portava il mangiare. E anche professionali, pur lavorando con tre paia di guanti, mi hanno sempre preso subito la vena. Mi sono sentito coccolato, ho avuto l’impressione di un ospedale efficiente e disponibile”. E’ stata comunque un brutta esperienza! “Si, in primo luogo perché si sta male e secondariamente perché la patologia può evolversi in senso negativo. Quando si fatica a respirare ho pensato: non succederà anche a me? Quindi la paura c’è stata, mia moglie era terrorizzata. Tra l’altro proprio in quei giorni con mio dispiacere all’Infermi per Covid sono scomparsi

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i colleghi Maurizio Bertaccini e Luigi Macori. Durante il ricovero per coronavirus c’è poi il problema dell’isolamento. Per quanto si possa chattare e parlare con amici e parenti col cellulare si resta in una stanza con le finestre chiuse e questo fa effetto. Credo che gli anziani abbiano sofferto molto per questo. Da medico al Ceccarini, li ho visti gioire quando la scuola Brandi ci ha donato il tablet e si sono collegati con la famiglia”. Perché tanti tamponi di persone positive sono risultati negativi? “Il tampone negativo pare riguardi un paziente su cinque, un 20 per cento di patologia. Può anche trattarsi di un errore di campionamento o il fatto che non siano state colonizzate le prime vie aeree. C’è una quota di pazienti che, come me, hanno una polmonite atipica e a conferma fanno una ricerca delle immunoglobuline sul sangue. Io le avevo negative il 15 aprile e positive a fine mese. Così è partita la terapia forte che dava anche molto fastidio”. Prima di essere ricoverato, come medico si impegnato in prima linea per debellare l virus? “Da metà marzo a Riccione è stato attivato l’ospedale Covid con 19 posti in Medicina e 22 nell’ex Ortopedia, che gestivo io con un gruppo di medici, che impostava le terapie e seguiva gli esami la mattina, poi avevo una serie di medici che ruotavano sulle guardie il pomeriggio e la notte. Siccome erano stati ripescati da altri reparti esterni alla specializzazione internistica, c’erano infatti i colleghi della Chirurgia della spalla, dell’Ortopedia, della Ginecologia e dell’Otorino, se avevano problemi mi chiamavano”. Che aria si respira adesso al Ceccarini? “Siamo arrivati all’estate stanchissimi e anche con l’organico ridotto, per cui dobbiamo riorganizzare tutto il servizio, facendo intanto la funzione di reparto filtro per individuare eventuali pazienti covid, che ogni tanto capitano”. La sua missione al Ceccarini continua? “Per ora si, ma il 31 ottobre dovrei andarmene in pensione.

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Colpito da una gravissima forma di Coronavirus, don Alessio Alasia, parroco di San Martino, è miracolosamente guarito. Ricoverato il 21 marzo all’Infermi di Rimini, è di seguito entrato in Terapia intensiva, dove ha trascorso cinque settimane in coma farmacologico. Dopo due mesi di Calvario, il 16 maggio è tornato a casa. MEMORIE DI UNA RESURREZIONE* La mia storia potrebbe essere quella di tanti altri. Sotto l’aspetto della malattia e delle complicazioni che ho attraversato, la mia vicenda è certamente particolare, ma non più di tante altre, ugualmente difficili e precarie. Non è su questo che intendo soffermarmi anche se sono andato molto vicino al limite estremo. Al mio risveglio dopo cinque settimane di coma farmacologico nonostante la debolezza, subito sono stato investito da una gioia incontenibile che dura tuttora. Ho faticato un po’ a rendermi conto di quello che era capitato. Pian piano i contorni hanno cominciato a delinearsi. Emozioni fortissime mi hanno attraversato in quei giorni. Quando dopo qualche giorno ho acceso il cellulare per poco non è esploso. Migliaia di messaggi mi erano stati spediti non soltanto dal giorno del mio risveglio, ma durante tutto il periodo in un cui sono rimasto incosciente. Da quelli ho capito con quanta angoscia e trepidazione era stata seguita la mia “traversata nelle ombre” da un numero incredibile di persone. È così che ho preso coscienza di quello che era accaduto. E ogni nuovo giorno imparavo di nuove persone che inspiegabilmente si erano unite nella preghiera per sostenere la mia causa. È qui che io ritengo sia avvenuto il miracolo. Non tanto e non solo per la guarigione ottenuta, ma soprattutto per la fede che in moltissimi si è risvegliata così forte. Io non so quale meccanismo sia scattato.Razionalmente potrei dire che tanto hanno contribuito gli appelli del vescovo e dei sacerdoti che si sono levati senza posa… Le case famiglia della papa Giovanni XXIII che in tutto il mondo invocavano l’intercessione di don Oreste. Sicuramente a farmi conoscere è stato anche il video che avevo pubblicato per i miei alunni poco prima di scoprire di essermi ammalato. Anche

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quello attraverso una sorta di tam tam ha fatto il giro del mondo. Tanti giurano di conoscermi e di essersi affezionati a me senza avermi mai visto di persona. Ma ciò che ancora mi spiazza e mi lascia senza parole è il trasporto con il quale tantissime persone hanno sentito il bisogno di unirsi in preghiera come famiglia e di offrire quotidianamente un sacrificio per la mia salvezza. Quando ci penso mi commuovo fino alle lacrime. Alcuni hanno smesso di fumare e non toccano più una sigaretta, altri hanno ritrovato la gioia di rinsaldare i legami familiari spinti dalla stessa premura. Alcuni negozi o esercizi commerciali hanno appeso alle vetrate messaggi di incoraggiamento rivolti a me. Alcuni hanno devoluto l’intero incasso della giornata per sostenere l’ospedale di Rimini dove ero ricoverato. “A don Stefano, che condivide con me la cura pastorale della parrocchia, va la mia infinita riconoscenza per essersi sobbarcato in modo impareggiabile la gestione di tutta la vicenda, soprattutto nel far giungere insieme a don Massimiliano gli aggiornamenti sul mio stato di salute. Il mio pensiero oggi è rivolto a tutti quelli che non ce l’hanno fatta e alle loro famiglie che piangono la loro perdita. Soprattutto penso al modo in cui è avvenuto il distacco, senza neppure il conforto della vicinanza e del contatto fisico. Penso anche a tutti quelli che stanno ancora lottando. Per loro e per le loro famiglie prego spesso, perché abbiano la forza di affidarsi al Signore e di affrontare con fede la malattia. La mia gratitudine e il mio ricordo costante corrono verso i medici e gli infermieri che mi hanno curato in quei giorni. Devo dire che la loro umanità e la loro competenza professionale impeccabile hanno fatto la differenza. Non finirò mai di ringraziare per l’amorevole dedizione con cui sono stato trattato. Alla mia famiglia e alla mia comunità va tutta la mia riconoscenza per essersi prodigati in tutte le maniere per la mia ripresa. Benedico il Signore, come dicevo in uno dei primi messaggi vocali, perché riconosco che questa prova si è trasformata in una grazia per tanti. Don Alessio Alasia, parroco di San Martino *per motivi di spazio lo scritto è stato in parte accorciato

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FAMIJA ARCIUNESA / 03.2020

Don Alessio: “Memorie di una resurrezione”


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di Nives Concolino

FA: talk show con medici, Cri, Caritas parrocchiali e studenti

FAMIJA ARCIUNESA / 03.2020

Famija Arciunesa: diretta virale su Facebook con oltre 14mila visualizzazioni Dal 27 aprile l’ospedale di Riccione per circa un mese e mezzo Covid Hospital, è ridiventato “pulito”, ossia è tornato alla normalità. Ha successivamente mantenuto due zone di filtro per garantire una veloce diagnosi a chi accede: in caso di positività al Covid-19 si provvede al trasferimento all’Ospedale Infermi di Rimini. La notizia dopo le drammatiche settimane è stata diffusa con sollievo in simultanea durante il talk show che Famija Arciunesa ha proposto in diretta sulla sua pagina Facebook, grazie alla regia di Paolo Massarente, con il presidente Francesco Cesarini, affiancato dalla sua vice Alessandra Prioli e da una serie di ospiti intervenuti singolarmente da remoto, come i medici del Ceccarini, Paolo Fabi della Terapia intensiva e Rianimazione, Rosa Intermite del Pronto Soccorso - Medicina d’Urgenza e Davide Manfroni, medico del 118. Una diretta seguitissima, che ha registrato oltre 14mila visualizzazioni. I sanitari, oltre a fare il punto della situazione hanno pubblicamente ringraziato i donatori, spiegando anche l’utilità di

Rosa Intermite

Roberto Mengucci

Cianzia sabatasso

presidi e delle apparecchiature ricevute. Gesti che, come hanno ben rimarcato tutti, hanno contribuito a far sentire la vicinanza della città in un momento così drammatico. “La prima fase è stata durissima -rimarca l’Intermite-. A febbraio in Emilia-Romagna ci è piovuto addosso il cluster dal Lodigiano, ci siamo trovati a fronteggiare l’emergenza anche strutturale. E tra l’altro non tutto era disponibile, il sostegno della cittadinanza ci ha dato coraggio”. Vicinanza e praticità, un esempio, tra le donazioni, il “VSCAN Extend”, che come sottolinea

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Manfroni: “È uno strumento eccezionale, necessario per le ecografie, diventate il terzo occhio per i professionisti sanitari, in questo caso per le diagnosi precoci e a domicilio. E’ fondamentale nella “fase due”, per evitare che i pazienti si rechino in ospedale rischiando d’infettare altre persone”. Per il resto Manfroni, come Fabi e gli altri sanitari, sottolineano: “L’emergenza prima era in ospedale, ora è fuori, per cui è giusto indirizzare le risorse a chi vive in difficoltà economiche”. Idea condivisa dal neopresidente della locale sezione della Cro-

ce Rossa, Roberto Silvestri che conferma l’aumento di famiglie in difficoltà. “Non erano neppure una ventina quelle che seguivamo prima della pandemia, ora sono circa settanta”. Stessi incrementi anche tra le famiglie seguite dalle Caritas parrocchiali. La catena solidale continua con tanti piccoli gesti, come le gocce d’acqua del colibrì e degli altri animali sparse sulla foresta in fiamme: similitudine calzante suggerita dalla favola africana interpretata in chiusura dall’attore e consigliere di FA Federico Galli.

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di Nives Concolino

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Marco Buono e Yvette Batantu Yanzege Cavalieri al merito

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da tre anni seguo il corso di laurea di Scienze motorie, faccio ancora fatica a credere che sia vero, sono senza parole -esordisce Marco, che a Scacciano gestisce il bar Scaccianoia-. Presto servizio alla Cri da tredici anni e mi sono sempre occupato un po’ di tutto, partecipando pure alle missioni organizzate in occasione di esondazioni, nevoni e forti terremoti, come quelli dell’Emilia, Marche e Abruzzo. Questa volta il mio bar era chiuso per via del Decreto ministeriale, per cui ho dato subito la disponibilità per andare in Lombardia, anche se i miei genitori erano preoccupati”. Prosegue: “D’altra parte ero un po’ già preparato, perché oltre a essere volontario a Riccione, da inizio emergenza ero attivo nella Cri di Pesaro che ha la convenzione con

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il 118 e soccorreva persone con Covid. A Bergamo però è stata un’altra esperienza, la situazione era disumana”. Il momento più terribile? “È stato quello di dover comunicare ai familiari che la mamma o il papà non ce l’avevano fatta. Difficile trovare le parole! Tra i casi più drammatici quello di una giovane mamma di 35 anni che ha dovuto lasciare a casa i figli con lo zio. I bergamaschi, che in gran parte frequentano la nostra spiaggia, ci hanno accolto a braccia aperte, ci hanno fatto sentire a casa nostra!”. “Avevo già prestato volontariato in Africa e per tre anni qui alla Cri di Riccione - racconta Yvette-. Questa volta sono partita senza dire niente in famiglia. A mio marito ho solo fatto sapere che sarei stata via

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per lavoro, lui ha saputo dov’ero giorni dopo da un amico, ma ha compreso. Al ritorno ho fatto la quarantena, ma sono stata molto contenta di aver aiutato queste persone, lo rifarei, anche se vedere tanti genitori che si staccavano dai figli mi ha fatto davvero male. La tristezza è stata tanta. Io sono una mamma, capisco bene cosa si prova!”. L’inaspettato riconoscimento come evidenzia il neo presidente Roberto Silvestri “rende merito anche alla Cri di Riccione che ora conta tre cavalieri. L’altro è Domenico Guerra, insignito anni fa dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano”.

Gel e spray donati alla C.R.I. Tra le iniziative di sostegno a chi impegnato in prima linea, Famija Arciunesa ha consegnato agli amici della Croce Rossa Italiana – Comitato di Riccione una fornitura di gel e spray per l’igiene delle mani da utilizzare sui mezzi di servizio e soccorso. La fornitura è stata donata dalla ditta umbra Flora anche grazie all’interessamento dell’ex consigliere di FA Gabriele Maestri. Un piccolo gesto utile durante l’emergenza sanitaria per prevenire il contagio.

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FAMIJA ARCIUNESA / 03.2020

Senza tentennare un istante, nel momento più tragico e angoscioso della pandemia, hanno risposto con un “sì” incondizionato all’appello lanciato dalla Regione Lombardia alla ricerca di personale di supporto al suo apparato sanitario. Protagonisti Marco Buono (35 anni), e Yvette Batantu Yanzege (45 anni, congolese trapiantata a Rimini, dove vive con il marito e due figli), entrambi volontari del comitato della Croce Rossa di Riccione. Il loro slancio, nobile e disinteressato, è stato premiato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella che, assieme ad altri cinquantacinque cittadini, gli ha conferito l’onorificenza di Cavalieri al merito della Repubblica. I due volontari hanno prestato servizio a Bergamo dal 24 marzo, per una decina di giorni, facendo base a Bresso. “Sono stati giorni convulsi, che ci hanno impegnato dalle 8 alle 22 in un turno senza tregua tra il continuo incalzare delle telefonate - raccontano -. Nostro compito era quello di trasportare i pazienti, che avevano contratto il virus. Lo abbiamo fatto spontaneamente con il cuore. Il telegramma che ci ha inviato il Quirinale per l’onorificenza, ci ha spiazzato e lasciato increduli!”. “Ho ricevuto la comunicazione, mentre stavo studiando, perché


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Com’è partita la raccolta fondi? Leggendo una favola africana per bambini...

La favola del Colibrì Un giorno, nella foresta, scoppiò un grande incendio. Le fiamme bruciavano ogni ramo, tronco e cespuglio che trovavano sul loro cammino. Gli animali, sentendosi impotenti davanti a questa forza irrefrenabile, si rifugiarono tutti nelle acque del grande fiume che tranquillo scorreva incurante di quanto accadeva intorno a lui. Leoni, zebre, gazzelle, elefanti, pellicani, tutti cercarono rifugio nel fiume. Ben presto però sarebbero stati circondati dalle fiamme e non ci sarebbe stata possibilità di salvezza. Ma ecco che accadde qualcosa. Il colibrì si alzò in volo, prese una goccia di acqua nel suo piccolo becco e volò sopra l’incendio, facendo cadere la goccia. Chiaramente la goccia era troppo piccola per avere effetto e l’incendio continuò ad avanzare. Il colibrì non si perse d’animo e prese una goccia, poi un’altra, e un’altra ancora... Il leone, che aveva assistito alla scena, chiese al colibrì cosa stesse facendo, era una follia cercare di spegnere l’incendio con una goccia. Il colibrì rispose: “Faccio la mia parte” e continuò a portare gocce di acqua sull’incendio. Gli altri animali iniziarono a ridere di lui ma tra le risate generali un elefantino riempì la sua proboscide di acqua e la gettò contro un cespuglio che stava prendendo fuoco. Le fiamme si spensero. Allora anche il pellicano riempì il grande becco con acqua e, una volta alzatosi in volo, la lasciò cadere su un albero, spegnendo l’incendio che lo stava divorando. Seguendo il loro esempio, man mano tutti gli animali, mettendo da parte le loro antipatie reciproche, iniziano ad organizzarsi per spegnere le fiamme, ognuno con gli strumenti che aveva a disposizione. Prima di sera l’incendio era domato.

In tanti hanno pensato: “Faccio la mia parte”, 948 singole donazioni di tanti piccoli Colibrì... Il Consiglio direttivo di F.A. Da sin: Federico Galli, Andrea Urbinati, Antonio Cianciosi, Paolo Santovito, Francesco Cesarini, Alessandra Prioli, Roberto Terenziani, Antonio Batarra, Valerio Tullio.

Bonifici a Famija Arciunesa 222 persone hanno partecipato alla raccolta fondi “Riccione Contro il Coronavirus” contribuendo direttamente sull C/C di Famija Arciunesa. Ci sarebbe piaciuto ringraziare uno ad uno tutti i donatori, ma mancando una esplicita autorizzazione (come invece è stato possibile attraverso GoFoundMe) nel rispetto della Privacy non pubblichiamo i loro nomi.

Donazioni Associazioni ANC di Morciano di Romagna e San Clemente ANC Riccione APS Riccione Scuola 5.0 Ass. Buon Vicinato “Parco Raibano” Riccione Associazione “Le Cinque Terre” Riccione Associazone “La Vale c’è” Misano Adriatico Associazione Il Maestrale Misano Adriatico Associazione Parkinson in rete ODV Buon Vicinato “Amici del Parco” Riccione Centro Arti Figurative Riccione Centro Missionario Comboni Riccione Centro Sociale San Clemente Club 41 Riccione Centro Sociale Nautilus Riccione Consorzio Riccione Family Hotel Croce Rossa Italiana Comitato Riccione CTR Cooperativa Taxi Riccione Ex Dipendenti Pubblici Riccione Gli Amici della Briscola “Buon Vicinato” Riccione Gruppo Bagni Maestrale Misano Adriatico Gruppo Fantacalcio Riccione Inner Wheel Riccione Valconca Lega Navale Italiana Riccione Lion Club Riccione Istituto Comprensivo N° 1 Riccione Istituto Comprensivo N° 2 Zavalloni Riccione Liceo Volta-Fellini Riccione Pattinaggio Artistico Riccione Pro Loco di San Clemente Round Table Riccione Round Table 49 Riccione

Vuoi darci una mano con le iniziative di Famija Arciunesa?

Diventa socio Socio ordinario € 25 o sostenitore € 50

Attraverso Bonifico Bancario: IT47L 05387 24100 0000 0075 6192

INFO&CONTATTI:

Antonio 0541 643884 - Francesco 349 7773390 Mar/Gio nel pomeriggio 16,30/18,00 info@famijarciunesa.org


Emergenza CORONAVIRUS RICCIONE RISPONDE

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Donatori Gofoundme al 19.06.2020 (726 donazioni di cui 297 anonime) Luca Pritelli Davide Bagli 
 
 

 Valentina Pronti Cinzia Maioli 
 
 

 Luca Di Martino Giovanni Girotti 
 
 

 Elisabetta Pandolfini Alessandro Lazzaretti 
 
 

 Giacomo Tacchi Federico Temellini 
 
 

 Gianmarco Gabellini Ivan Pecci 
 
 

 Giada Bacchini Martina Bacchini 
 
 

 Volta Fellini Mirco Berardi 
 
 

 Veronica Bacchini Simone Guidi 
 
 

 Andrea Baffoni 

 Gianni Zangheri 
 
 

 Elisabetta Renzi Dr. Luigi Casadei 
 
 

 Monica Pronti Noemi Baldelli 
 
 

 Jacopo Gabellini Debora Lucci 
 
 

 Vania Arcangeli Maria Teresa Mietti 
 
 

 Alessandra Ferri 

 Daniela Barbieri 
 
 

 Maria Mignani Marco Bordoni 
 
 

 Mariarosaria Melfi Lucia e Paola Mussoni 
 
 

 Luigino Cargnelli Chiara Tintoni 
 
 

 Federico Temellini 
 Mauro Pesaresi 
 
 

 Valentina Pronti
 Mara Cirella 
 
 

 Silvia Savoretti Velde Paci 
 
 

 Gianluca Biagini 

 Guglielmo Del Magno 
 
 

 Scuola Fontanelle 4C
 

 Alessandra Cannini 
 
 

 Giancarlo B. Andrea S. 

 Sendi Antonioli 
 
 

 Pinco Pallina 
 
 

 Anna Maria Morotti 
 
 

 Daniele Forlani 
 
 

 Andrei Ceccaroni 
 
 

 Margherita Zayika 
 
 

 Renato Migani 
 
 

 Luigi “Lopez” Protti 
 
 

 Ste no Bartolucci 
 
 

 Classe 5ª Marina Centro Ic2 

 Mirco Tamburini 
 
 

 Lidia Bartolini 
 
 

 Renzo Leardini 
 
 

 Alfredo Tontini 
 
 

 Angela Migani 
 
 

 Antonella Corbelli 
 
 

 Daniele Donofrio 
 
 

 Monica Sanchi 
 
 

 Manfredo Marotta 
 
 

 Daniela Mei 
 
 

 Agostino Gatti 
 
 

 Paola Gradara 
 
 

 Simona Sala 
 
 

 Moretti Matteo 
 
 

 Gianluca Rastelli 
 

 Ilenia Morganti 
 
 

 Andrea Gabellini 
 
 

 Buon Vic. Parco Falconara/Raibano 
 
 

 Termoidraulica Bfp 
 
 

 Gloria Ciucci 
 

 Vincenzo Vigorosi 
 
 

 Marco Ovelli 
 
 

 Andrea Azzaroni 
 


 Maurizio Del Magno 
 

 Fiorello Del Bianco 
 
 

 Valentina Pronti 
 

 Valeria Angelini 
 
 

 Lidia Zoffoli 
 
 

 Umberto Morri 
 
 

 Barbara Brandi 
 
 

 Graziella Tentoni 
 
 

 Giorgia 
 
 

 Fabio Flamigni 
 
 

 Maurizio Marchese 
 
 

 M Cristina Baldolini 
 
 

 Chiara Semprini 
 
 

 Maurizio Pasini 
 
 

 lcinelli Donatella 
 
 

 Nicola Bracalenti 
 
 

 Tatiana Angeli 
 
 

 Steve Pearson 
 
 

 Stefania Migani 
 
 

 Davide Mantani 
 
 

 Andrea Baffoni 
 
 

 Giulia Baiocchi 
 
 

 Maria Battarra 
 
 

 Luciano Cervellini 
 
 

 Deborah Inama 
 
 

 Marco Bronzetti 
 
 

 Samuel Lazzari 
 
 

 Rossana Piantella 
 
 

 Brigitte Siegrist 
 

 Luca Ruggeri 
 
 

 Laura Berardi 
 
 

 Elia Tonti 
 
 

 Fabio Tonti 
 
 

 m. Polverelli 
 
 

 Laura Mariotti 
 
 

 Roberta Fabbri 
 
 

 Renata Della Martire 
 
 

 Lorenzo Spadini 
 
 

 Nicola Tontini 
 
 

 Lucia Diluigi 
 
 

 Matteo Gabellini 
 
 

 Sara Luchetti 
 
 

 Alan Lucarelli 
 
 

 Pieraugusto Vanni 
 
 

 Adele Zorzan Migani 
 
 

 Rodolfo Michelotti 
 
 

 Cristian Lucarelli 
 
 

 Nicola Palloni 
 
 

 Bruno Zaghini 
 
 

 Andrea Matteoni 
 
 

 Riccardo Zangheri 
 
 

 Daniela Piccioni 
 
 

 Ivan Trunfio 
 
 

 Roberta Giuliodori 
 
 

 Marzio Ricci 
 
 

 Roberto Serafini 
 
 

 Vilma Valloni 
 
 

 Fosco Rocchetta 
 
 

 Roberto Ferri 
 
 

 Rossana Lorenzi 
 
 

 Fabio Franciosi 
 
 

 Sergio lcinelli 
 

 Stefano Pipponzi 
 
 

 Emanuela Ferretti 
 
 

 Carla Colombari 
 
 

 Vittorio Ummarino

Marco Filipucci 
 
 

 Antonella Figliola 
 
 

 Novella Muggetti 
 
 

 Federico Casadei 
 
 

 Giuseppe De Gruttola 
 
 

 Donatella Conti 
 
 

 Bagni Novella 
 
 

 Maria Ausilia e M. Bordoni 
 
 

 Domenco Bartoli 
 
 

 Francesco Serratore 
 
 

 Maria Grazia Leoni 
 
 

 Elisabetta e Gabriella Pandolfini Ghinelli 
 
 

 Inner Wheel Riccione Valconca Rosa Dei Malatesta
 Gianpaolo Battaglino 
 
 

 Cesare Migani 
 
 

 Rossella Palomba 
 
 

 Manuela Righetti 
 
 

 Rossella Amati 
 
 

 Pasquale Schiano 
 
 

 William Conti 
 
 

 Elisa Tamagnini 
 
 

 Alessandro Bordoni 
 
 

 Bruno e Teresina Piccioni 
 
 

 Anna Pazzaglia 
 
 

 Alver e Nadia Migani 
 
 

 Simone Battistini 
 
 

 Angela Ferrini 
 
 

 Claudio Corbelli 
 
 

 Daniela Gabellini 
 
 

 Roberto Pari 
 
 

 Manuel Giorgetti 
 
 

 Pasquina Pietro Borgognoni 
 
 

 Kikkiline Calzature 
 
 

 Marco Bologna 
 
 

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 Vittorio Cevoli 
 
 

 Alan Ringucci 
 
 

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 Giorgio Tontini 
 
 

 Attrez. Edile Andruccioli 
 
 

 Andrea Matteini 
 
 

 Morena e Milena Bertuccioli Ercole Bertuccioli Elisa Cancellieri 
 
 

 Camilla Barilari 
 
 

 Francesca Gennari 
 
 

 Giuseppe Onorato 
 
 

 Lorenzo Bordoni 
 
 

 Katy Montebelli 
 
 

 Daniela Pagliarani 
 
 

 Mattia Bullini 
 
 

 Daniele Rocchetta 
 
 

 Riccardo Bacchini 
 
 

 Silvia Carlini 
 
 

 Roberta Angelini 
 
 

 Casa Famiglia 
 
 

 Maurizio Grassi 
 
 

 Francesca Frigieri 
 
 

 Francesco Selvagno 
 
 

 Americo De Marchis 
 
 

 Elisabetta Tamburini 
 
 

 Eleonora Del Magno 
 
 

 Monia Ricci 
 
 

 Mauro Cesarini 
 
 

 Eleonora Monaldi 
 
 

 Hotel Rex (Riccione) Vanucci 
 
 

 Monia Semprini

Pierangelo Perazzini 
 
 

 Giancarlo Banci Riccardo Parisio Sauro Arcangeli 
 
 

 Pier Luigi Gamberini
 

 Orazio Maaaari 
 
 

 Roberto Minotti 
 
 

 Renato Antonelli 
 
 

 Libra Consulting Hotel Apollo 
 
 

 Judit 
 
 

 Fabia Malpassi 
 
 

 Gianmarco Antonelli 
 
 

 Sauro Tontini 
 
 

 Emanuele Sanchi 
 
 

 Club 41 Riccione Simone Casadei 
 
 

 Andrea Bedina 
 
 

 Antonio Batarra 
 
 

 Beatrice Facondini 
 
 

 Beatrice Facondini 
 
 

 Ranocchi Gina 
 
 

 Valentino Casadei Giovanna Frondella 
 
 

 Milena Campagna 
 
 

 Francesca Sapucci 
 
 

 Bagno Playa Del Sol M. Muccioli e Zavoli Cristian Santini 
 
 

 Giuliano De Astis 

 Daniela Manini 
 
 

 Federico Fabbri 
 
 

 Doralice Trezzi 
 
 

 Andreina Castellani 
 
 

 Eleonora Massacci 
 

 Ermanno Ricci 
 
 

 Nicolas Ceccarini 
 
 

 Angela Apicella 
 
 

 Stefania Gianni 
 
 

 Andrea Masini 
 
 

 Petra Crognaletti 
 
 

 m. Nanni/Castiglioni 
 

 Milena Morri 
 
 

 Elisa Marzi 
 
 

 Sandra Piccioni 
 
 

 Giorgio Maioli 
 
 

 Sabrina Zannini 
 
 

 Gabriela Nagy 
 
 

 Nicolo’ Bullini 
 
 

 Roberto Vanucci 
 
 

 
 

 Giovanni Zara 
 
 

 Barbara Bastianelli 
 
 

 Sofia Biagiotti 
 
 

 Gabriele Galli 
 
 

 Luca Maria Ioli 
 
 

 Denis Maioli 
 
 

 Mariacristina Faetani 
 
 

 Eugenio Leardini 
 
 

 Francesca Capellini 
 
 

 Ass. ne Ex Dipendenti Enti Pubblici di Riccione 
 
 

 Gloria Luchetti 
 
 

 Claudio Montebelli 
 
 

 Giorgia Barilari 
 
 

 Annanora Vanni 
 
 

 Simone Ferri Alessandra Foroni 
 
 

 Giuseppe Zanni 
 
 

 Mondosquash Riccione 
 
 

 Maria Ilaria Tosi 
 
 

 Nicola Ciotti 
 
 

 Luisa Ledda 
 
 

 Vittorio Folcio 
 
 

 Marco Maioli

Alain Barnham 
 
 

 Matteo Paolucci 
 
 

 Davide Ortalli 
 
 

 Silvia Tombetti 
 
 

 Ivan Iorizzo 
 
 

 Luca Renzini 
 
 

 Luca Marchetti 
 
 

 Sebastiano Bartoli 
 
 

 Giancarlo Masini 
 
 

 Guido Tonini 
 
 

 Jessica Fioroni 
 
 

 Andrea Sacchetti 
 
 

 Sandro Marconi 
 
 

 Davide Beligotti 
 
 

 Luca Cecchini 
 
 

 Bruno Bernabei 
 
 

 Olmer Scarponi 
 
 

 Elena Pasi 
 
 

 Nicola M 
 
 

 Maria Battarra 
 
 

 Alice Grussu 
 
 

 Sonia Barogi 
 
 

 Elisabetta Peruzzi 
 
 

 Marco Cevoli 
 
 

 Elisa Tura 
 
 

 Mirco Righetti 
 
 

 Alessandra Prioli 
 
 

 Vittorio Fuzzi 
 
 

 Enzo Parmeggiani 
 
 

 Barbara Bologna-Maestri 
 
 

 Maurizio Sanchi 
 
 

 
 

 Mauro Forbicini 
 
 

 Stefania Marcucci 
 
 

 Barbara Muccioli 
 
 

 Federico Masini 
 
 

 Andrea Agostini 
 
 

 Associazione Le Cinque Terre Andrea Baldazzi 
 
 

 Mariachiara Mussoni 
 
 

 Gian Luca Montebelli 
 
 

 Silvia Poggiali 
 
 

 Famiglia Russo 
 
 

 Ivan Costantini 
 
 

 Saimir Suli 
 
 

 Raffaella Parmeggiani 
 
 

 Anna Sabia 
 
 

 Renata Zangheri 
 
 

 Elisabetta Paci 
 
 

 Sara Zandri 
 
 

 Stefano Conti 
 
 

 Patrizia Parmeggiani 
 
 

 Stefano Giuliodori 
 
 

 Susanna Fabbri 
 
 

 Marinella Alessandrelli 
 
 

 Teo Nicola Pesaresi 
 
 

 Federici L 
 
 

 Andrea Urbinati Marco Signorotti 
 
 

 Stefano Bacchini 
 
 

 Luca Angelini 
 
 

 Roberto Matteini 
 
 

 Massimiliano Bellarosa 
 
 

 Davide Grossi 
 
 

 Mattia Spezi 
 
 

 Giuseppe Bartolucci 
 
 

 Filippo Forlani 
 
 

 Elena Taccani 
 
 

 Vania Arcangeli 
 
 

 Consuelo Casadei 
 
 

 Elo Melo 
 
 

 Gennaro Morra 
 
 

 Milva Baioni 
 
 

 Lega Navale Italiana Riccione

Antonella Mei 
 
 

 Daniele Dini 
 
 

 Giovanni Mantini 
 
 

 Stefano Salerno 
 
 

 Cristiana Cestari 
 
 

 Giuseppe Fabbri 
 
 

 Daniela Arcangeli 
 
 

 Monica Cinti 
 
 

 Mirco Pari 
 
 

 Massimo Patrocli 
 
 

 Stefano Barosi 
 
 

 Marco Binotti 
 
 

 Marco Binotti 
 
 

 Andrea Binotti 
 
 

 Marco Conti 
 
 

 Roberto Binotti 
 
 

 Roberto Sartini 
 
 

 Lucio Ghinelli 
 
 

 Sabrina Ceci 
 
 

 Filippo Piccioni 
 
 

 Eleonora Renzi 
 
 

 Edoardo Copponi 
 
 

 Roberto Alberigi 
 
 

 Maurizio Vanucci 
 
 

 Lazzaro Righetti 
 
 

 Luigi Ghinassi 
 
 

 Monica Galli 
 
 

 Federico Fabbri 
 
 

 Buon Vicinato Amici Del Parco 
 
 

 Rita Fabbri 
 
 

 Erica Montebelli Marinella Alessandrelli 
 
 

 Marco Montebelli 
 
 

 Andrea Bernabei 
 
 

 Antonio Cianciosi 
 
 

 Elisa Piccioni 
 
 

 Antonella Galli 
 
 

 Roberto Monaco 
 
 

 Filippo Micaletti 
 
 

 Michele Mazzotti 
 
 

 Fabrizio Piccioni 
 
 

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 Davide Manfroni 
 
 

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La nostra storia 120 anni fa...

Cronaca dell’estate 1900 (dai Periodici “Il Martello” e “L’Ausa”)

FAMIJA ARCIUNESA / 03.2020

23 GIUGNO NON SI BALLA SENZA LICENZA! “In pretura. Lunedì è comparso avanti al Pretore il sig, Galavotti Domenico di Riccione, proprietario del ‘Ristorante dei Bagni’, contro il quale era stata elevata dai R.R. Carabinieri una contravvenzione perché mentre alcuni sonatori suonavano, dei marinai si misero a ballare. Il fatto era tanto grave che lo stesso P.M. riconoscendo che il Galavotti non poteva essere responsabile di quanto avveniva sotto la tettoia, ritirò l’accusa. Però sarebbe tempo che cessassero le sciocche persecuzioni contro quest’esercente promosse non si sa se da invidiosi o da maligni”. 30 GIUGNO - IL PAESE DELLE FATE “Riccione, 27 giugno. Ho visitato ieri sera la nostra spiaggia morbida, carezzevole; ho veduto i lunghi viali, le superbe ville sotto la luce sfavillante dell’elettricità e mi sembrava di essere nel paese delle fate. I forestieri e i paesani passeggiando conversano animatamente e poi siedono lungo i viali, in vista del mare davanti ai capricciosi villini mentre una turba di piccoli spiritelli di fanciulli confondono le voci argentine col rumore dell’onde marine. forestieri sebbene nobili e ricchi qui smettono il fare aristocratico e stanno volentieri col popolo semplice e bonario dei riccionesi”. 20 LUGLIO - LA CAPPELLA DI MARINA “Riccione 17 luglio. Venerdì 13 corr. si compiva fra il plauso di questa colonia balneare un voto preparato da lungo tempo. Il nobil uomo Sig. Con-

22 di Giuseppe Lo Magro

te Giacinto Martinelli, già così benemerito di Riccione, per il suo Ospizio, ha voluto erigere attigua al medesimo una cappella la quale oltre che serve all’Ospizio riesce assai comoda per i signori bagnanti”. 20 LUGLIO - ERNESTO NATHAN “È giunto da più giorni anche una famiglia di ebrei e precisamente quella di Nathan il quale se a Roma è gran maestro della Massoneria, qui invece è semplicemente un uomo mortale senza battesimo”. 22 SETTEMBRE - L’ULTIMO BALLO “Venerdì u.s. per iniziativa del conte Cesare Merenda di Forlì avemmo, nelle sale del ‘restaurant’ Vannucci, 1 ultima festa di ballo con un brillantissimo ‘Cotillon’ (...). Le danze, sotto l’abile direzione del genialissimo conte Merenda continuarono festose fino al mattino, lasciando in tutti il più gradito incancellabile ricordo”. 22 SETTEMBRE - FINISCE L’ESTATE: TORNA LA MALINCONIA Da Riccione. 17 settembre. Anche qui la stagione balneare che fu così piena di vita e di allegria, ha posto la parola fine, e tutti i forestieri sono partiti, e la nostra modesta brigata è ricaduta nella sua monotonia abituale”. 6 OTTOBRE - BISCHE “Riccione. - Bische. Col cessare della vita balneare, rifioriscono, come negli anni scorsi, le bische da gioco. Quest’anno non vi sono luoghi fissi ma i giuochi s’improvvisano or qua or là. È per doloroso vedere bravi e buoni operai arrischiare così male il denaro tanto faticosamente guadagnato ed è deplorevole che chi dovrebbe sorvegliare, lasci fare e correre”.

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Luvirie a Marèina

Golosità in spiaggia

Nel 1936 la gelateria “Paganelli”, che aveva laboratorio all’Abissinia e negozio all’Alba, lanciò un gelato preconfezionato da passeggio. Aveva forma di disco (diametro mm.80 - spessore 20) con due strati: cioccolato e crema. Eravamo in tempo di guerra d’Africa e, approffitando della disfatta dell’ Imperatore d’Etiopia negus Menelik, nostro avversario, la nuova leccornia venne battezzata “Negus”. Veniva pubblicizzata in spiaggia da un uomo “sandwhic” con le scritte che recitavano (a chiaro sfondo “patriottico”): Paganelli ha messo il ”Negus” nel sacco e lo vende a due lire. Super gelato!

FAMIJA ARCIUNESA / 03.2020

Anni ‘30 - Primo chiosco al mare.

24

di Giuseppe Lo Magro

1940 – Tutti gli elementi caratteristici della spiaggia prima della IIª guerra mondiale. Sedie a sdraio, sandolino, carrettino dei croccanti, vigile urbano e barche in attesa dei clienti per una gita al largo con bagno.

Anni '30 – Fragranti croccanti attirano una bella bagnante.


Secondo Tontini “Magnadorma”.

Epimaco Montemaggi “Viserba”.

Giuseppina Rinaldi, “Pina ad Lòs”.

Riccione ha una striscia di sabbia bagnata dal mare lunga 6.500 metri. Nel corso degli anni è diventata una spiaggia tra le meglio attrezzate d'Italia. Apprezzata e frequentata per oziare, prendere il sole, chiacchierare, rilassarsi, giocare, divertirsi, conoscere e farsi conoscere, esibirsi, nascondersi, sognare e soprattutto... farsi “servire e riverire”. Eggià, perchè in spiaggia ci si sente tutti dei “Re” grazie alle attenzioni degli esercenti balneari e alle offerte di ogni genere che ci allettano continuamente. La spiaggia è il regno delle tentazioni. Comodamente sdraiato su di un lettino puoi acquistare di tutto. Al giorno d'oggi per evitare tentativi di truffa e motivi di distrurbo ci sono molte regole e tante giuste limitazioni. Però, detto tra noi, ci mancano molto i personaggi del passato. I ragazzini che vendevano cartoline illustrate; le nonnine dei pizzi e merletti; pseudo pescatori con conchiglie, coralli e vongole vive; gli strilloni che sventagliavano giornali freschi di stampa; improbabili indovine che leggevano la mano; timorose contadine cariche di cesti di frutta fresca; giovanotti dai modi suadenti che ti proponevano l'affare della vita: il Rolex a prezzo stracciato, ma, soprattutto, ci mancano gli slogan dei venditori di “luvirie” ...le golosità! Si annunciavano con frasi ad hoc... per essere riconosciuti da lontano... che l'acquolina lievitasse! Canditiiii… Vitamineeee... Bomboloniiii caldiii... Pippoooodolceeee... La bommmmbaaa... Croccantiiii... Piangete bambini che la mamma ve lo comperaaaaa... Vi presentiamo qui una bella carrellata dei più famosi canditari dagli Anni '30 ai giorni nostri. A questi vanno aggiunti Eugenio Arcangeli “Barbéc”, Anna Morolli e Settimio Fabbri “Bomboloni” di cui non abbiamo l'immagine.

Oreste Ruggeri “Pippo dolce”.

Costantino Galli “Jonni”.

Alfredo Montebelli “Bilina” e la moglie.

Una bella anonima gelataia. Il gelato sfuso era conservato in sorbettiere immerse in scaglie di ghiaccio. Poi con la spatola veniva riempito il conobiscotto e si serviva il bagnante.


AMICI CHE SE NE VANN0

di Nives Concolino

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37 le vittime per Covid a Riccione

Il virus strappa la vita ai medici Macori e Bertaccini del distretto Riccione Sud E’ di tre medici, tutti attivi nel distretto sanitario di Riccione sud, il drammatico contributo pagato solo in un mese dalla provincia di Rimini per la Sars-Cov2 (169 quelli elencati fino al 23 giugno dalla Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri). Oltre a Elfidio Ennio Calchi, scomparso il 9 aprile, il terribile virus ha ucciso Maurizio Bertaccini (a dx in alto) il 14 aprile e Luigi Macori (a dx in basso) il 27 aprile. Un triste bilancio, reso ancora più nero dai dati generali. Solo a Riccione da inizio marzo al 9 giugno, la pandemia ha falciato 37 persone, circa un sesto delle 242 scomparse nell’intera provincia. Bertaccini, 68enne, come gli altri suoi colleghi deceduto nel reparto di Rianimazione dell’Infermi di Rimini, era medico di famiglia di Coriano, ma molto conosciuto anche a Riccione e nel resto dell’entroterra. Era infatti diacono e come ministro prestava servizio nella Piccola Famiglia dell’Assunta di Montetauro, dove si è formato e dove aveva fatto la professione di fede nel 1997 con la moglie Maria, che gli ha dato sei figli, ai quali se ne sono aggiunti uno adottivo e tre in affido. Macori, a Giugno avrebbe compiuto 70 anni, era in forze alla Casa di cura Montanari di Morciano da una trentina di anni. Specializzato in ematologia, era molto conosciuto nell’intero distretto riccionese.Lavorando in una struttura convenzionata con l’Ausl, era in costante contatto anche con i medici del Ceccarini. Originario di Casalpusterlengo (Lodi), due figlie, era residente a Misano.

Calchi, medico e artista ci ha lasciato Tra i 169 medici italiani deceduti da marzo a inizio giugno nel corso della pandemia c’è pure il riccionese Elfidio Ennio Calchi, 70 anni, iscritto all’ordine dei medici di Rimini. Il noto camice bianco, scomparso il 9 aprile, era stato ricoverato in ospedale a Rimini il 9 marzo. Il suo fisico e la buona salute della quale aveva sempre goduto, non sono bastate a debellare il virus, che in pochi giorni ha preso il soppravvento e se lo è portato via. Lascia la moglie Lidia Persichetti e le figlie Mimosa e Dheva. La carriera di Calchi, persona stimata, di cultura, poliedrica e creativa, è cominciata come medico chirurgo. Da giovane ha prestato servizio all’Infermi di Rimini e al Pronto Soccorso di Riccione. E’ seguita una pausa, che ha fatto emergere le sue doti artistiche (Elfidio suonava diversi strumenti musicali e creava spille, anelli e biciclettine con fili di rame) e a maturare un’altra scelta. Ha infatti indossato nuovamente il camice, ma per dedicarsi alla medicina tradizionale cinese. Ha quindi prestato servizio nella Casa di Cura Montanari di Morciano e nel suo studio, in viale Liguria a Riccione, operando sempre con professionalità e grande disponibilità. Salutista per eccellenza, negli ultimi tempi si era trasferito a San Carlino nel comune di Saludecio, continuava comunque a collaborare con la rivista cattolichina Cubia. “Elfidio viveva la natura ed era molto attento al cibo – ricorda con commozione la sorella Alba Calchi, osteopata -. In quei giorni ho pensato: se non ce la fa lui, siamo tutti in pericolo. Il 9 marzo ha detto di sentirsi un po’ di raffreddore, tra giovedì e venerdì la febbre ha cominciato a salire, ma non aveva tosse secca e altri sintomi di cui si parlava, sembrava una comune influenza e lui avvertiva solo la necessità di dormire, finché la febbre è salita a 40 e una delle sue figlie ha chiamato il 118. La saturazione andava a bene e l’hanno lasciato a casa. La febbre però non concedeva tregua, debilitandolo sempre più, sicché il 20 è stato ricoverato prima al Ceccarini e nella stessa sera all’’Infermi di Rimini”. Sedato e intubato, dopo alcuni giorni è stato estubato, ma per respirare è stata necessaria la trachetomia. Una piccola ripresa, poi l’inesorabile tracollo.

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Andrea Carlo Corazza, una vita spesa tra calcio, spiaggia e famiglia

Bracalenti ora gioca la sua partita in cielo Con la sua tenacia e il fisico d’atleta nella vita ha vinto tante battaglie, ma non quella del terribile coronavirus. Tra la costernazione generale, la pandemia a metà aprile ha spezzato l’esistenza di Giampaolo Bracalenti, 66 anni, uomo di punta dello sport locale, conosciuto e apprezzato in tutta l’Emilia-Romagna. Il Covid-19 se l’è portato via dopo una ventina di giorni trascorsi all’Infermi di Rimini, dove per la virulenza della malattia era stato intubato. I sanitari nell’estremo tentativo di salvarlo hanno fatto di tutto, sottoponendolo pure a un delicato intervento, ma non ha retto. Intensa la sua attività nel calcio dilettanti, portata avanti in parallelo al suo lavoro come dipendente della Sfera (azienda poi assorbita dalla Marr). Bracalenti, che lascia la moglie Milena e tre figli: Nicola, Luca e Giulia, ha imbastito una bella carriera, è stato infatti calciatore, allenatore, dirigente, direttore generale e presidente del Tre Villaggi, e di seguito presidente della Fya Riccione. Tra i fondatori della TreV negli ultimi due anni è stato dirigente del Riccione Calcio 1926, compagine per la quale ha cercato di contribuire alla sua rinascita, dopo tanti mesi bui, caratterizzati da incresciose vicende. Giorgio Grassi, presidente del Rimini FC, compagno di viaggio nella TreV e nella Fya, confessa: “Se sono arrivato a questo punto, lo devo anche a lui. Sotto il suo aspetto burbero si celava un animo altruista, genero, vitale e positivo. Ha dato tanto ai ragazzi e alle loro famiglie. Nutriva una grande passione per il calcio, era sempre disponibile, 24 ore su 24, pronto al dialogo pure col Comune anche per i campi che avevamo in concessione come TreV, società che si è portato sempre nel cuore anche quando si è trasformata in Fya”. Parole che trovano conferma nell’ex sindaco Massimo Pironi, che con Paolo ha avuto un intenso rapporto da giovane, quando negli anni Ottanta nacque la Consulta dello sport. “Era un uomo mite, ma risoluto, la sua sottile ironia gli consentiva di uscire anche dalle situazioni difficili. Nutriva un amore viscerale per il calcio. Se nel momento più cupo della storia della nostra compagine calcistica lo stadio non è stato mai chiuso, lo si deve a lui”. E poi il grazie di tanti ragazzi, atleti dell’ex TreV di ieri e di oggi, che per voce di Simone Imola confermano: “Paolo per noi dilettanti non era un semplice dirigente, era un babbo che simpaticamente chiamavamo “Baffo”, un punto di riferimento”.

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FAMIJA ARCIUNESA / 03.2020

Ha rincorso il pallone fin da piccolo, fino a diventare uno stimato calciatore di serie A. Andrea Carlo Corazza, che tra l’altro è stato presidente della Cooperativa Bagnini e consigliere dell’Azienda di soggiorno, nonché titolare dello storico bagno di famiglia, dove conobbe il Duce e i suoi figli, è scomparso il 2 aprile a 97 anni. Era nato il 10 febbraio 1923 e assieme a un amico rivendicava di essere il primo nato del neo Comune di Riccione. La sua intensa carriera di calciatore fa ormai parte della storia dello sport italiano. Dopo essere stato impegnato nella compagine riccionese, dal 1946 al 1950 Corazza giocò come portiere per il Modena allora in serie A. Amava spesso parlare della partita disputata col Grande Torino, l’ultima in Italia prima della tragedia di Superga nell’incidente aereo, avvenuto il 4 maggio 1949. In una precedente partita sempre col Torino, parando tutti i palloni, portò a casa un inatteso pareggio. Un’impresa tanto da ricevere gli apprezzamenti anche dai torinesi. Per due anni, dal 1950, giocò col Marzotto Valdagno e nel biennio successivo per il Brescia. D’estate disputò alcune partite con la squadra del Napoli che voleva acquistarlo. Al ritorno in Romagna allenò il Miramare e lavorò per l’Ago Magico. Lo attendeva una vita da imprenditore, con la mamma aprì il negozio il “Paradiso del bimbo” in viale Ceccarini, e, morto il nonno negli anni Settanta, subentrò nella gestione della spiaggia per oltre vent’anni. Da ragazzo aveva conosciuto la famiglia Mussolini nella zona 84 e con lo zio andava a prendere in moscone il Capo dello Stato che arrivava a Riccione con l’idrovolante. Aveva imbastito una forte amicizia con Romano Mussolini col quale giocava nei campi da tennis attigui alla villa. Corazza, che lascia la moglie Maria Magari e i figli Sandro e Stefano, era una persona molto riservata, sempre disponibile e onesta, ma anche solare, arguto, dotato di grande senso d’humor, nonché un padre molto amabile e generoso.


AMICI CHE SE NE VANN0

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Villa, l’imprenditore dal cuore d’oro Forte del suo spirito imprenditoriale, mescolato a lungimiranza e poliedricità, ha portato un suo contributo alla città con una serie di attività: bar, campeggi, hotel e stabilimenti balneari. Avio Villa, nato a Riccione il 12 settembre del 1935 se n’è andato per sempre il 15 aprile. Persona molta attenta al prossimo e alla famiglia, con le sue attività si era spinto oltre i confini regionali, sempre affiancato dalla moglie, Laura La Rota sposata il 18 aprile del 1963. Dopo le nozze, la coppia con il camper, si è diretta a Porto San Giorgio per gestire un campeggio a Lido di Fermo, seguita da un’altra esperienza al sud. Ritornato a Riccione una nuova avventura con la gestione dell’Hotel Splendid e del Bar Trento Trieste, allora locale di punta di Riccione Abissinia. “Ha gestito quell’albergo per quindici anni, ma mio marito aveva piuttosto in mente i campeggi -racconta La Rota-”. Così, su invito del gioielliere Gobbi, che aveva un terreno davanti al camposanto dei greci, in società con lui costruì il Camping Riccione, inserendo servizi innovativi, come piscina e campi da tennis. Rimase lì dal 1970 al ‘75, per poi lasciarlo alla famiglia che tuttora lo gestisce. Era stato chiamato intanto da Magnani a gestire il Camping Fontanelle del quale si è occupato fino al 1978. Nel 1980 la svolta, acquista lo storico Bar Gino, che chiamerà Bar Leneredi, sul lungomare della Repubblica. “E’ successo quarant’anni fa e siamo ancora qui -racconta il figlio Redi-. Abbiamo puntato molto sulla piadina, piuttosto che sulla ristorazione, semplificando il lavoro, e alla fine è stato un successo, continuiamo così, pur facendo altri piatti veloci”. Sempre spinto dall’intraprendenza, tipica del suo Dna Villa negli anni Novanta si è poi allargato sulla spiaggia. Ha acquistato prima il Bagno 29 e qualche anno dopo il 30 per darli alle figlie Lene e Nica che li gestiscono tuttora. Grande amante delle lunghe camminate, il suo animo altruista è espresso da diversi aneddoti. La moglie Laura ricorda quello della vacanza in roulotte a Crotone: “Il campeggio era gestito da un milanese che lavorava come idraulico per una ditta nel milanese e aveva vinto notevole somma al totocalcio, ma che aveva speso oltre a quello che aveva incassato fino ad andare in fallimento. Mio marito per aiutarlo comprò il campeggio. Quell’imprenditore, pagati tutti i debiti, gli ha poi ridato i soldi indietro”.

Marisa Falleroni, mamma speciale e regina dei fornelli Con la sua ospitalità e grande cordialità, mescolate all’arte della buona cucina romagnola, negli anni del boom turistico è stata una cooprotagonista dell’accoglienza riccionese. Maria Luigia (Marisa) Falleroni, per decenni con il marito Luciano Cevoli alla guida della Pensione Cinzia, dove si cimentava soprattutto come cuoca, è scomparsa il 25 maggio a 89 anni. Seconda di sette figli, era nata il 5 ottobre 1930 da papà Gino, ferroviere e da mamma Adele, casalinga. La sua vecchia abitazione era il casello ferroviario di viale San Martino, a Riccione, dove la famiglia si era trasferita nei primi anni Quaranta dopo aver risieduto ad Ancona. Negli anni ‘50 l’incontro con Luciano che attese per quattro anni perché emigrato in Austrialia. Nel 1956 l’amore sfocia in matrimonio. Risale a quell’anno l’apertura della Pensione Cinzia (da diversi anni trasformata in residence) in viale Mameli, dove il capostipite Pietro Cevoli l’aveva fatta costruire con i soldi guadagnati in Australia dal figlio. Nel ‘58 nasce il figlio Paolo (noto comico di fama nazionale) e nel 1962 Luca (direttore dell’Ass. Albergatori di Riccione). La famiglia si è pian piano allargata con i sei nipoti Giacomo e Davide, Sofia, Bartolomeo, RIPARATORE AUTORIZZATO OPEL GM Matteo e Pietro, e con due pronipoti, Tommaso e Giacomo. Maria Luigia, emblema della romagnolità, in albergo è Via Emilia 11 - Riccione rimasta l’incontrastata regina dei fornelli. Con le sue specialità per oltre quarant’anni ha deliziato il Assistenza: palato di centinaia di turisti. Venditaera e esposizione: Come racconta il figlio Luca, a far venire l’acquolina in bocca erano soprattutto le lasagne e a tal proposito solita esclamare: “Ne ho fatte in così tanti Via Emilia 24 - Tel/Fax 0541 643527 padelloni da coprire tutta Riccione!”. Luca e Paolo, che spesso riportano alcune gag di quei giorni ricordano: “Da ragazzini facevamo i camerieri in sala, e-mail: bettiriccardo@libero.it mentre mamma rimaneva in cucina per nutrire bene i suoi clienti. Stava sempre nel suo “regno”, appariva solo a Ferragosto, quando gli ospiti tra gli applausi, alzatisi in piedi, l’omaggiavano con mazzi di fiori e piante. Erano convinti che a mamma occorresse fare un EVISIONI monumento alla lasagna. clienti sono ENTRO UTOQuando e iOTO contenti, era il motto di mamma, siamo contenti anche noi. Era disponibile e generosa, il suo modo di vivere bene era condensato nella frase “Amore è il Installazione e assistenza coraggio di servire sempre”, pronunciata da un medico che l’aveva operata trent’anni fa e che noi abbiamo riportato sul suo ricordino”.

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Lo spirito viene prima della tecnica

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di Roberto Corbelli

“Le medaglie si seminano in palestra e si raccolgono in gara”. In questa frase è racchiuso tutto lo spirito del Maestro Riccardo Salvatori Direttore Tecnico del Centro Karate Riccione che ci ha lasciati il 6 maggio, nel giorno del suo 67esimo compleanno. Direttore Tecnico della Nazionale Italiana di Karate per tre quadrienni olimpici, stimato e rispettato in tutto il mondo ha consentito agli atleti Riccionesi di raggiungere prestigiosi traguardi agonistici a livello mondiale. Il suo insegnamento andava ben oltre la tecnica, era un maestro di vita. Passione, impegno, determinazione e senso di responsabilitá sono gli ingredienti che quotidianamente trasmetteva ai suoi allievi, conditi da capacitá critica e da una grande umanitá, presenti nel DNA della Societá che proseguirá sulla “via del Karate” nel solco da lui tracciato. “Gijutsu yori shinjutsu”. “Lo Spirito viene prima della tecnica”.

...il nostro dialetto! ...e nòst dialèt!

di Giuseppe Lo Magro

Cazimpér = Pinzimonio.

pretese di eleganza.

morosa al moroso.

Cazabòble = Uomo piccolo,

“Tè mès sò un giubidòmne!” .

Masticabrud = Masticabrodo. Poichè il brodo non

fisicamente insignificante.

Che razza di roba hai addosso?

si mastica il termine definisce chi è pignolo

Ciarabigh-le = Zanzare e anche i pappataci.

Giuch-larèla = Dondolio, oscillazione

e pedante in maniera insopportabile.

Gangai = Pallottola di carta che serve ad avvolgere

Giuvaca = Bagordo, festino, baldoria

Chi rende difficile ogni cosa.

un filato e fare il gomitolo.

A forza ad giuvache us è amagnè tòt!” - A forza di

Ciancicabrud = Ciancicabrodo.

Garòj = Gheriglio. Anche spicchio d'arancia.

baldorie si è mangiato tutti i suoi averi.

Chi ha difficoltà a spiccicare le parole.

G. dl'anguria = Cuore del cocomero. Guardando

Gnaf = Naso camuso, schiacciato, piatto. Diventa

Pròsdocima = Donna saputona, sputa sentenze.

una bella donna passare.

anche soprannome di chi ha tale diversità.

Pulicrògne = Patito della pulizia.

“Sl'am dés un garòj du ca voj me...!”.

Gnafina = Bella nasina. Simpaticamente rivolto ad

Zamarugh-le = Zamarugolo. Chi veste male.

Se mi desse un gheriglio dove voglio io...!

una ragazza col nasino all'insù.

Testone e invornito. Eleganza ridicola.

Giubidòmne = Grande cappotto o mantello senza

Gnafèt = Nasetto. Teneramente sussurrato dalla

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Al done c’al féva e furmai: da sinistra “la Chitàra” Caterina Fuzzi in Polverelli, la “bidéla” Maria Giavolucci in Molari, Assunta Maioli nata Cicchetti, Rina Maioli in Tamagnini

Famija Arciunesa

Riccione - La Trattoria-Bar Grottino negli anni ‘50, con la famiglia Cecchini al completo (1956). Foto di Carlo Volpe (Riccione Marina)


MANGIAREBENE

Dove

mangiano i Riccionesi!

Ristorante Cavalluccio Marino

Ristorante Canasta

RICCIONE - P.le Del Porto 3 - Tel 0541 693128 ristorantecavallucciomarino.com

RICCIONE - Viale Ceccarini 84 - Tel 0541 692306 canastariccione.com

Sulla piccola darsena del porto di Riccione il Cavalluccio Marino vanta fin dal 1949 la continuità della gestione sotto la guida della famiglia Tosi che negli anni ha rinnovato i locali mantenendo sempre alta la qualità della cucina e valorizzando appieno la freschezza delle materie prime. Il menu è un elogio ai profumi e ai sapori del Mediterraneo: antipasti di crudità e ostriche anticipano primi piatti e raffinati secondi, tra tutti, il gran fritto reale e la grigliata con scampi e grilli d’acquario. Ampia e ricercata la carta dei vini.

In Viale Ceccarini lo storico Canasta di Geo Ottaviani e dei figli Vanessa ed Alessandro propone piatti della tradizione romagnola con materie prime altamente selezionate e proposte stagionali. Il pescato è sempre freschissimo, selezionato personalmente dallo chef. Da provare la vera pizza gourmet con prodotti 100% italiani di qualità e biologici: pomodoro San Marzano biologico, mozzarella fior di latte, bufala e burrata, farine macinate a pietra con germe di grano pressato a freddo. Gli impasti, grazie ad una lunga lievitazione naturale, risultano altamente digeribili e leggeri.

Ristorante Alba da Graziano e Tiziano

Ristorante Cristallo da Giorgio

RICCIONE - Viale Dante 299/C Tel. 0541 647986

RICCIONE - Viale Dante 36 - Tel 0541 605404 ristorantecristallo.it

Se si fa a pezzi per renderti felice, vuol dire che è una pizza! E la nostra al metro è unica. Morbida, fragrante e gustosa: da farcire in compagnia, divertendosi nel provare tutti gli ingredienti del territorio. Una tavolozza di gusti accompagnati da birre sempre fresche, il tutto servito in un ambiente accogliente e familiare.

Il Ristorante Cristallo, situato nel cuore di Riccione è a due passi dal Palacongressi. Gestito da Giorgio e la sua famiglia dal 1987. Specialità di pesce con piatti della tradizione romagnola. Da provare le paste fatta in casa e le pizze con farine integrali e al kamut. Cucina e pizze per ciliaci. Aperto tutto l’anno.

Specialità Marinare-Pizzeria

Pizzeria-Birreria

Specialità Pesce-Pizzeria

Specialità Pesce-Pizzeria


FAMIJA ARCIUNESA / 03.2020

Spazio Verde, ci prendiamo cura della Natura La nostra è una storia di amore per la natura, di famiglia, di conoscenze tramandate di generazione in generazione. Mio nonno era un agricoltore, mio padre si prendeva cura delle piante, proprio come me, che da bambino trascorrevo ore nelle serre della nostra azienda di fiori. Dare vita a Spazio Verde è stato una conseguenza per noi, che tra la terra e il verde ci siamo cresciuti. Questo è sempre stato il nostro sogno nel cassetto: creare qualcosa di nuovo a partire dall’amore e dalla passione per la terra. Così, piano piano, abbiamo trasformato tutto questo in professione. Spazio Verde si prende cura di aree verdi private, condominiali e comunali e per farlo utilizziamo macchinari sicuri e all’avanguardia. Inoltre, siamo iscritti regolarmente al portale MEPA, che ci permette di partecipare a qualsiasi gara o bando con gli Enti Pubblici. Ci occupiamo del vostro giardino Le giornate non sono mai abbastanza lunghe per riuscire a fare tutto e può succedere che ad andarci di mezzo sia proprio il vostro amato giardino. Noi di Spazio Verde progettiamo e ci occupiamo della sua manutenzione: potiamo gli alberi, tagliamo il prato e realizziamo impianti di irrigazione, sempre tenendo in considerazione le caratteristiche del territorio, del clima e le vostre esigenze. Prendetevi cura del verde. Per i vostri progetti, contattateci. Maurizio: 3383769801 - 328 8910939 Email: info@spazioverdericcione.it

Le eccellenze di “Terre di Grabo”

Terre di Grabo a cinque minuti da Riccione un’arca fatta di animali, sementi, frutti, verdure, essenze: due ettari a Sant’Andrea in Besanigo di bellezza cromatica e sensoriale con al centro il recupero della terra, l’altissima qualità e la freschezza dei prodotti genuini ricchi di sostanze nutritive. Al centro del progetto vi è la permacultura, un metodo di progettazione e realizzazione di ambienti antropizzati, dove vengono adottate leggi biofisiche della natura, senza creare né scarto né inquinamento e rispettando le necessita di tutti gli esseri viventi. Lo scopo principale della progettazione è quello di soddisfare le nostre necessità primarie, in maniera eticamente e energeticamente sostenibile. L’idea è quella di promuovere una agricoltura durevole, che permane nel tempo, senza il bisogno di continue lavorazioni e cure, così garantendo il mantenimento della fertilità del suolo, riducendo lo sforzo da parte dell’essere umano, lo sfruttamento degli esseri viventi e lo sperpero di energie rinnovabili, a cui seguono inquinamento e malattie. Il Pensiero, l'Azione e la Costruzione, completano la sintesi che racchiude questo metodo di coltivazione che prevede un'accurata progettazione a partire dall'arrivo della primavera, facendo in modo che si possa lasciar fare alla natura, il corso di rigenerazione. Verdura, frutta, miele, olio, passata di pomodoro, tutto coltivato con metodi naturali, senza fertilizzanti, diserbanti, funghicidi ma solo con la passione per la terra, l'occasione per portare sulle vostre tavole i frutti che la nostra terra ci dona ogni giorno. Terre di Grabo - Via della Repubblica 124, Coriano (RN) Aperto dal lunedì al venerdì 09,00 alle 17,00 e il sabato fino alle 12,00

Iperico (Erba di San Giovanni), Una pianta eccezionale

a cura di Lorenzo Scola

Nome: Hypericum perforatum Soprattutto in questo periodo così particolare e ricco di avvenimenti, l’iperico rappresenta un vero e proprio rimedio nel trattamento delle malinconie, tristezze e depressioni lievi. Infatti tra le indicazioni terapeutiche troviamo: il trattamento sintomatico degli stati depressivi di lieve-moderata gravità; e l’utilizzo esterno nelle ferite, bruciature ed ulcerazioni della pelle (oleolito di iperico). Tra i principi attivi dell’iperico possiamo ricordare: (ipericina e pseudoipericina); (iperoside, quercitrina, isoquercitrina; floroglucine (iperforina e adiperforina); olio essenziale. L’ipericina, in particolare, inibisce due enzimi responsabili della disattivazione di vari mediatori del sistema nervoso centrale (serotonina, dopamina, noradrenalina) e aumenta la secrezione notturna di melatonina, aiutando contro l’insonnia. È, inoltre, in grado di accrescere i livelli serici di serotonina, similmente a certi farmaci antidepressivi, riequilibrando il tono dell’umore. Diversi esami hanno dimostrato che l´estratto di iperico, limita il riassorbimento di altri due neuro recettori denominati noradrenalina e dopamina, che possiedono anch’essi un ruolo importante nella depressione, negli sbalzi di umore durante il periodo di menopausa, nella depressione stagionale e nei periodi di esaurimento nervoso. Uso interno: 500-800 mg di estratto secco sotto forma di capsule o compresse al mattino - 50 gocce di tintura madre con un po’ di acqua 1-3 volte al giorno per 2/3 mesi Uso esterno: Olio di iperico, sarà sufficiente applicarlo ogni sera su viso e collo per poter constatare i primi risultati anti-rughe e anti-età, già dopo soli 10 giorni di applicazione. Oppure utilizzarlo al momento del bisogno in caso di piaghe, ulcere, scottature. Cospicui studi farmacologici e clinici, effettuati sul vegetale, dimostrano che l’iperico è una vegetale sicuro. Non va usato quando si utilizzano anticoagulanti in quanto ne diminuisce l’effetto, e se si assumono contraccettivi orali. Durante il periodo di assunzione, è bene anche ridurre al minimo o evitare l’esposizione al sole e/o a lampade abbronzanti. Infatti presenta una fotosensibilità accertata. Prima di utilizzare o iniziare il trattamento, parlatene con serenità al vostro farmacista/erborista di fiducia, saprà sicuramente consigliarVi al meglio l’utilizzo di questa utilissima pianta!

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PERSONAGGI

Fred Bongusto e l’enigma della rotonda sul mare

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Giancarlo Mantellato: “Fred era amabile, espansivo ed elegante, una voce calda e suadente ”. Indimenticabili i suoi inizi alla Punta dell’Est e in tanti locali modaioli di quel periodo.

FAMIJA ARCIUNESA / 03.2020

di Nives Concolino

Per decenni con i suoi brani che hanno segnato la storia della canzone italiana, Fred Bongusto ha conquistato i primi posti delle hit parade. Ma c’è uno dei suoi successi che l’ha per sempre legato all’estate: “Una rotonda sul mare”, del quale Riccione rivendica la paternità, assieme a Senigallia. Tra gli amici del cantante e compositore molisano, scomparso a Roma lo scorso 8 novembre, nella nostra città c’è chi, come il commercialista Giancarlo Mantellato, ricorda ancora quando a tarda notte, a tavolino, si discuteva sul titolo della canzone. Sta di fatto che l’artista, all’anagrafe Alfredo Antonio Carlo Buongusto, fin dagli anni Sessanta, quando è approdato a La Punta dell’Est, ha continuato a frequentare Riccione e anche Rimini, dov’era solito esibirsi all’Embassy. Era stato ingaggiato da Bepi Savioli per cantare al Saviolino, negli anni Settanta è poi tornato più volte al Vallechiara e in altri locali modaioli del tempo. Ma lo si trova a Riccione pure nei decenni successivi, anche solo per una capatina veloce, giusto il tempo di salutare gli amici, come Oscar Del Bianco ed Elio Tosi e di intrattenersi a tavola, come ha fatto anche negli ultimi tempi al ristorante “Da Carlo” di Fulvio Binotti. Con la sua voce particolare, calda e suadente, Bongusto attirava soprattutto l’attenzione delle ragazze, che l’accompagnavano con voce, occhi e cuore in particolare quando cantava brani come “Questo nostro grande amore”, “Se ti innamorerai” o “Il mare quest’estate”. Erano i tempi in cui Riccione, come tutta la Riviera, viveva gli anni d’oro con nugoli di artisti di primo piano, come Modugno, Mina, Morandi, Celentano, Nomadi e Pooh. “Nel 1960 quando l’ex pugile Edo Montebelli, soprannominato Bagaiul,

OTTAVIANI INFISSI

aprì la Punta dell’Est -racconta Mantellato- mi chiese di lavorare lì come direttore amministrativo, in realtà tenevo la cassa e gli scontrini. Ho così conosciuto l’orchestra di Fred Bongusto e i Quattro Loris. I concerti erano affollatissimi, tant’è che alla vigilia di Ferragosto l’incasso fu mostruoso: 980mila lire! Con quei soldi Edo pagò tutti i suoi debiti verso i riccionesi”. Prosegue: “Bongusto che arrivava da Ischia con una 1100 tutta scassata, all’inizio era senza una lira e alla sera veniva a mangiare la pizza con noi del locale da Zì Rosa. Sapeva che il conto l’avremmo pagato noi, felici di trascorrere con lui tutta la sera. Quando non c’era molta gente provava le sue canzoni, come “Una rotonda sul mare”. Ci usava per vedere l’effetto che i suoi brani avrebbero sortito sul pubblico. Una di quelle notti si discusse sul titolo della canzone, se dovesse essere: “Una rotonda di fronte al mare” o altro, finché io gli dissi che suonava meglio “Una rotonda sul mare”. In teoria possiamo dire che la rotonda ispiratrice sia stata quella di piazzale Roma, dove un tempo si girava attorno con le auto”. Su Bongusto, che conta un’imponente produzione discografica, compreso numerose colonne sonore e sigle televisive, Mantellato ricorda: “Gli piaceva giocare a tennis. Nel 1961 tornò a Riccione, ma andò a cantare al Saviolino. Era stato scritturato da Bepi Savioli che veniva ad ascoltarlo tutte le sere fuori dal locale per capire quale fosse il segreto del suo successo. La sera che andò a fare il contratto mi chiese di accompagnarlo all’ingresso e si raccomandò che una volta entrati non facessi il burino e non tenessi le mani in tasca, così andammo dritti al bar americano. Fred, molto alla mano, cordiale, amabile, semplice ed espansivo, ma anche elegante con la sua giacca a doppio petto, era una gran brava persona!”.

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Noi delle rotelle non molliamo! A GIUGNO riapre la “PISTA GIARDINI” Giardini Montanari in Via Milano 3

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“In attesa dei grandi eventi del prossimo anno non ci fermiamo”, dice il presidente del Pattinaggio Artistico Riccione Gigliola Mattei, infatti, si procede con l’ammodernamento della pista all’aperto dei giardini Montanari. Tante le novità: nuova illuminazione con il posizionamento di fari a led, nuovo impianto per la diffusione della musica, sistemazione della pavimentazione e la sanificazione di tutta la struttura interna ed esterna, inclusi i pattini in dotazione. Quindi, con la pista rimessa a nuovo tutto lo staff è aperto dal 1° giugno, con percorsi prestabiliti rispettando tutte le norme di sicurezza e il protocollo della FISR con il motto “RICCIONE NON SI FERMERÀ”. La società del pattinaggio Riccione prosegue con una nuova specialità nata da poco a Riccione: lo SKATEBOARDING. Atleti piccoli e grandi con le loro tavole svolgono l’attività estiva alla PISTA ROSSA vicino alla Fattoria del Mare.

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FAMIJA ARCIUNESA / 03.2020

L’Estate del 2020 doveva essere l’anno delle rotelle, Riccione era stata nominata Capitale della 1ª Edizione dei “ITALIAN ROLLER GAMES 2020”. Eravamo pronti ad accogliere tutto il mondo delle discipline a rotelle di tutte le specialità: Pattinaggio Artistico, Pattinaggio Corsa, Hockey in Line, Hockey Pista, Freestyle, Inline Alpine, Downhill e Skateboarding e Roller Derby. La pandemia ha rinviato al 2021 la grande kermesse di pattinatori. Per la ripresa dell’attività ad alto livello , il Presidente della Fisr Sabbatino Aracu, in video conferenza ha annunciato a tutte le società: “ARRIVEDERCI A GIUGNO E LUGLIO 2021 A RICCIONE”.

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RUBRICA

LE PAGINE DI EDMO

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Storie di vita vissuta con qualche concessione al dialetto...

FAMIJA ARCIUNESA / 03.2020

Ma lo sai dov’erano i “Beatles... e il Cafè Keese?” Il lungo viale a luci rosse di Amburgo si chiama Reeperbahn. Ci sono stato a vent’anni e vi ho spalancato gli occhi alla vista del mio primo “spogliarello integrale”. Per me, da buon romagnolo, abituato a frequentare la Casa del Popolo di Riccione, dove le ragazze arrivavano “scortate” dalle nonne vestite di nero col fazzoletto in testa all’uso arabo, fu davvero uno shock non indifferente. Nella città portuale tedesca: “Das Tor zur Welt” (La porta sul mondo) vi ho vissuto tre anni per lavoro da migrante ben sistemato. (Indimenticabile la suggestione dell’immenso porto dove la sera le centinaia e centinaia di navi si imperlavano di luci creando una coreografia che, vista dalla collina di Blankenese, ti lasciava senza fiato). Molte delle serate libere, oltre alla scoperta di una città piena anche di tradizioni, di misteri e di attrazioni piuttosto “eccitanti” per i giovani, le trascorrevo in un locale chiamato Cafè Keese, unico nel suo genere dove si alternavano complessini musicali italiani ma, sopratutto perché era ad ingresso libero ad una condizione che poteva anche essere piacevole, cioè erano le donne ad invitare gli uomini a ballare, i quali non potevano rifiutare (anche se la ballerina non era proprio una venere), pena l’estromissione dalla sala. (All’ingresso c’era scritto: Honni soit qui mal y pense – pressapoco: Guai a chi pensa male). Mi capitò una sera che una “vecchietta” di una quarantina d’anni mi puntò per diversi balli finché esausto supplicai l’orchestra di eseguire un indiavolato “Rock and Roll” che sfiancò l’animosa vegliarda mandandola fuori-gioco per l’intera serata.

Ma nel 1959 ebbi la ventura di entrare in uno degli ennesimi localini della Reeperbahn dove mi dissero suonava un modesto e strano complessino composto da quattro cappelloni inglesi i quali rappresentavano, visti gli abbigliamenti e il genere musicale, una novità dal nome “The Beatles”. Locale desolatamente vuoto che non mi parve degno di essere frequentato. Ricordo che uscii alla svelta perdendo così l’occasione per assistere ad una serata che vedeva l’esibizione di una Band che avrebbe conquistato, meravigliato e rivoluzionato non solo la storia della musica ma anche il comportamento dei giovani di tutto il mondo.

E’ lui, è proprio lui! (con i Canestrini di caduta) Sì, il bel ragazzino che appare in tante foto storiche di Pico, è il “riccionese-doc” Araldo, Araldo Balena. E’ vivo, arzillo e vegeto. Ha compiuto da poco 91 anni. Con lui ho condiviso tante vicende legate agli anni più belli della nostra gioventù, compreso però l’episodio dei “canestrini di caduta”. I fatti: Anno 1954. L’Argenta, sorella di Araldo, ottima cuoca, ci aveva fatto cenare con fumanti spaghetti ai canestrini (deliziosi molluschi rosa) dopodichè, inforcata la Lambretta, giù di volata verso il Vallechiara dove avevamo ottime prospettive serali. Ma sul Piazzale della Stazione, una curva troppo “piegata” ci fece scivolare sull’asfalto fino ai piedi del Vigile Primo Mazza (di qui il detto “canestrini di caduta”). Nessuna ferita grave ma indumenti sbrindellati e il buon Mazza che, aiutando ad rialzarci ci disse bonariamente: “Ades um teca fev enca la multa” (Adesso devo farvi anche la multa). Alla fine tutto bene in quanto al Vallechiara la volonterosa guardarobiera Afra, si profuse in artistiche operazioni di rammendo rendendoci idonei a scendere in pista. Gli anni purtroppo passano per tutti e oggi non mi resta che fare tanti auguri ad Araldo, compagno e complice di tante scorribande giovanili!


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LE PAGINE DI EDMO

“Gasperino”, la musica nell’anima

Gli aneddoti da Stadio

Quanti spettatori?

Stadio Nicoletti. Giornata grigia, fredda col furiano che spazza la tribuna. Spettatori rari e infreddoliti. Dalla solita emittente toscana arriva la richiesta telefonica: “Quanti spettatori?” - “Li ho contati, sono 25” - “Come 25? Vandi stai scherzando” - “Non sto scherzando, vuoi i nomi!?”

Da sinistra in piedi: Anzolin, Schiano, Allegrini, Corallo, Crescentini, Fabbri. Accosciati: Cioncolini, Tosi, Eusebi, Giugno, Vaccario. All.: Giancarlo Ansaloni.

COSI’ PER DIRE

Raffreddore: La goccia che fa traboccare... il naso!

E bès M’una festa ad beneficenza s’una strèta e un tòff me cor ho incountre un vecc amòr, e una ad Faenza. Arcurdandse ad chi mumìnt la m’ha basè, basè tòta stravolta. E un’era cambiè gnìnt ...la eva magnè la cvèla enca stavolta!

IL BACIO Ad una festa di beneficenza con una stretta e un tuffo al cuore ho incontrato un vecchio amore, una di Faenza. Ricordandosi di quei momenti mi ha baciato e baciato tutta stravolta. E non era cambiato niente ...aveva mangiato la cipolla anche stavolta!

FAMIJA ARCIUNESA / 03.2020

li e un clarinetto in mano per fraseggiare con Gaspare. Si chiamava nientemeno che Hengel Gualdi. Un giorno il celebre musicista si scusò col personale del locale “...per il disturbo che arrecava”. Gli dissi che “...per noi era un onore avere un grande personaggio come Lei che viene qui a suonare”. Al che Hengel rispose: “Guardi che io non vengo qui per suonare, vengo qui per imparare!”. Poi Gaspare prese il volo in un intenso e prestigioso percorso musicale che l’ha portato a far parte delle orchestre di Santa Cecilia di Roma e della Scala di Milano e non solo con proficua partecipazione a concerti in ogni parte del mondo. Vorrei concludere con una frase che spiega tutto del carattere e della cultura non solo musicale di Gaspare: “...con uno strumento musicale si compie qualcosa di straordinario e misterioso. Attraverso alcuni elementi assolutamente materiali come un pezzo di legno e una canna che vibra per mezzo del fiato di un uomo, si compie una magia: si comunicano e si fondono due anime, quella del compositore e quella dell’esecutore”.

I rasunamènt per capì la vita

La prima telefonèda dla vedva ma l’amìgh: “Stasèra tpò antrè da la porta”.

Signor fam veda sparì ste virus maledèt ...e dèp arcojme po' azchènt ad cl’l’Alma Benedèta.

Art: De Grandis

Era un ragazzino timido votato esclusivamente alla musica, una passione nata dall’esempio di papà Nello Tirincanti, musicista professionista di strumenti ad ancia. Ho avuto la ventura di vivergli accanto nei mesi estivi dei suoi 13, 14 e 15 anni; quando nel parco del Dancing La Baita (il locale di suo padre) ci trovavamo insieme negli assolati pomeriggi, io quale Direttore del locale, lui a eseguire capriole col suo clarinetto o con i bastoncini da batterista (abbiamo perfino eseguito duetti, io a strimpellare al pianoforte, lui a trasformare il tutto in fuochi artificiali). Quando arrivava la sera Gaspare (per noi solo “Gasperino”) si esibiva con le orchestre di turno, oppure, nel suo ruolo di barista, si esercitava seguendo il ritmo dei complessi con due cucchiai da frappus battuti su qualunque cosa avesse sottomano (bicchieri, bottiglie, tazzine) provocando la meraviglia dei clienti che smettevano di ballare per assieparsi davanti al bar e il malcontento degli orchestrali che si trovavano a suonare davanti alla pista vuota. Ricordo che in quei pomeriggi estivi arrivava spesso un signore piuttosto robusto, con gli occhia-

L’angolo della Povesia


RUBRICA di Luca Leardini

UP&DOWN

FAMIJA ARCIUNESA / 02.2020 01.2020

Jumanji the next level Sono Luca Leardini, riccionese DOC e ho 24 anni. Lavoro per la cooperativa Cuore21 e una delle mie tante passioni è il cinema. In casa ho una piccola cineteca che contiene tanti film, ancora non sono riuscito a contarli tutti perché non hanno fine. Oggi farò la mia prima recensione sul giornale di Famija Arciunesa e solo all’idea sono elettrizzato e carico come una molla. Cari lettori, ho scelto per voi questo film del 2019: “Jumanji: the next level”, perché sono affezionato alla saga. Il protagonista è Spencer, un ragazzo alle prese con la vita quotidiana, e come tanti giovani ha la passione dei videogames. A Spencer le cose non vanno per niente bene perché perde il lavoro e prende una pausa di riflessione dalla sua ragazza. A chi non è mai capitato? Chiedete a me che ne so qualcosa! In segreto ha ripreso tutti i singoli pezzi di Jumanji e nel rimetterlo in funzione viene risucchiato all’interno del videogioco ritrovandosi nei panni di una femmina scassinatrice, assassina e ladra. Nel frattempo i suoi amici, non avendo più sue notizie, vanno a casa sua e incontrano il nonno e il socio Milo. I suoi amici sentendo uno strano rumore provenire dal sottoscala dalla cantina, scendono e ritrovano i vestiti e il cellulare di Spencer. Il gioco è in funzione, e senza poter scegliere gli avatar decidono di teletrasportarsi. E qui comincia il bello! Vorrei tanto svelarvi come funzionano gli avatar ma non posso “spoilerarvi” troppo perché il bello del film è la sorpresa. A questo punto tutti insieme dovranno recuperare il tempo perso e affronteranno i vari livelli del gioco fino ad arrivare alla fine in cui dovranno dire una frase in rima “Se dal gioco vuoi uscire, salva Jumanji, gridate e

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C I N E R E V I E W

urlate il suo nome”. Pensate sia finita cosi? State incollati alle sedie e notate la scena dopo i titoli di coda, è solo un anticipo di quello che andremo a vedere nell’ultimo film della saga. Il film di Jumanji racconta di giochi avventurosi e pericoli in agguato che portano a sorprese inaspettate. Questo film vi farà riscoprire valori importanti come: la famiglia, la sopravvivenza, l’amicizia e l’amore. Mi ha colpito molto la differenza tra il concetto di avatar e il mondo reale. Ognuno di noi è speciale, gli avatar non si scelgono. Il gioco ha una mente tutta sua e ti coinvolge a tal punto che non ti fa scegliere l’avatar. Spencer nella vita reale si sentiva fragile, chiuso in se stesso, una nullità ma una volta entrato nel videogioco si sentiva forte, sicuro e realizzato. Mi ha spiazzato il fatto che Spencer sia entrato nel corpo di una femmina, ladra e scassinatrice, con caratteristiche che lui proprio non voleva. Purtroppo il mondo del gioco è così, imprevedibile come del resto la vita. Secondo me avere un avatar è come avere una corazza, significa riuscire a cavarsela dalle situazioni difficili in modo vincente con

l’anima pulita, cercando di trovare una soluzione ai problemi. Nel gioco tutti si sentono forti con i superpoteri mentre nella realtà spesso ci si sente deboli e fragili. È possibile trovare un avatar dentro ognuno di noi? Il mio consiglio è: Cerca l’avatar che c’è in te e scopri il tuo immenso coraggio!”.

Cena della squadra di biliardo “DESPAR PERLA VERDE 2” Gli appassionati del biliardo del “Despar Perla verde 2” si è ritrovato nel gennaio u.s., per una allegra cena conviviale, per donare una targa a chi supporta la loro attività sportiva: cioè le socie Despar Raffaella e Claudia. Un grazie è stato espresso anche agli sponsor: Idraulica F.lli Righetti, Ditta Bezzi di Benelli, Monica Montani e il simpatico Eugenio. Da sin: Monica Montani (presidente) consegna la targa a Raffaella e Claudia.

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