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Roberto Casadei, il ragazzo che amava “Arciun City”. Intuizioni geniali, caprioli verbali e un dialetto tutto suo per descrivere la città del cuore

Roberto Casadei, il ragazzo che amava “Arciun City” Intuizioni geniali, capriole verbali e un dialetto tutto suo, come cornice di uno sconfinato amore per la vita e per Riccione che amava descrivere raccontando vizi e virtù dei suoi personaggi “immaginari”.

di Francesco Cesarini

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Ci ha lasciato Roberto Casadei. Aveva appena 47 anni ed era malato da tempo. Il fi glio della Maria del bar dell’ospedale, riccionese, scrittore, copywriter, amava il teatro, attivissimo nel mondo della solidarietà: un fi ume in piena. Si defi niva “Romagnolo praticante dalla nascita” e ancora di più “Pataca D.O.P.”. I suoi libri ed i suoi racconti sono un inno all’identità romagnola e rimarranno a farci compagnia, ricordandone lo spirito, la simpatia e la sensibilità che in tanti hanno apprezzato sui social. “Nel nostro dna c’è qualcosa di inaff errabile, di originale ed unico” raccontava con l’immancabile panama in testa “qualcosa che inconsapevolmente apprendi fi n da bambino da questa meravigliosa terra popolata da “sburoni”, “gnuranti” e “patàca”, in particolare nella mia favolosa “Arciun City”. Per questo ci eravamo sentiti, per dare il via ad una collaborazione con Famija Arciunesa, Roberto aveva risposto, come sempre, con entusiasmo contagioso, perché arrivava al cuore delle persone. Una dote innata. Ma “un male della madosca” ci ha fregato. In compenso le sue parole e i suoi pensieri sono con noi (vedi racconto). C’era una valanga di gente per l’ultimo saluto a Roberto. I suoi amici piu’ vicini lo ricordano così: “Era unico, speciale, per umanità e altruismo, poi era un genio”. Sensibilissimo a tutto ciò che lo circondava, aveva una mente acuta e capace di cogliere dettagli, vizi e virtù delle persone, tanto da scriverci libri e spettacoli di successo. Insieme a lui coltivammo il sogno di creare una rock band, per noi la piu’ grande avventura che si potesse vivere a diciott’anni. Ed anche crescendo non cambiammo lo spartito. Indimenticabili i matrimoni degli amici nei quali Roberto costruiva sceneggiature di esilaranti spettacoli con il regista Lux per gli attori Bes, Frate, Mombif e Maso. La nostra “combriccola” quella che tu salutavi con il tuo fare unico, dicendo “Signori…”. “Roberto ci manchi tanto”.

POMERIGGIO AL BUFFÉ tratto da: “Pensione Maristella” di Roberto Casadei

Pensione Maristella: mentre l'albergatore Gisto sta badando al buffé dell aperitivo, sua moglie, la Meris, tira fuori dal testo delle piade ed empie l'aria di un profumo che fa resuscitare i vivi. Con infi nito amore, le farcisce e le taglia, davanti ai due una fi la di ospiti richiamati dall'inconfondibile aroma del Sacro Simbolo di Romagna. Arriva la prima ospite, Gisto la squadra subito: 42 tecnicamente perfetta, capelli radanati, vestito da sera mentre tutti sono in costume: una gnignigní di sicuro. Apre bocca con una voce da cocorita che si è magnata un criceto: "Scusi... ci sarà mica dello strutto? E quel salume dentro? Non ne ha una Vegan con olio e.v.o.?" A Gisto sta per partire un kamadana che gli ci vorrebbe un Canadair d'acquasanta sul Maristella. Il garbino dietro la veranda del Maristella diventa gelido: a Gisto sembra di scorgere l''ombra del Passatore che carica la s-ciopa: "Buono Stefano, gli ospiti sono sacri, fa fare a me!" sussurra all'ombra, poi si rivolge alla gnignigní cocorita che ha mangiato un criceto: "Guardi, se vuole ho delle ottime bruschette di pane fatto in casa con farina integrale farcite con salsine Vegan o marmellate bio... in omaggio alla tradizione Romagnola, la piada la serviamo secondo ricetta canonica..." La gnignignì guarda Gisto come se non avesse capito, invece Gisto ha capito benissimo che sta qua ha voglia di zucca gialla. Vuole sentirsi Vegan e santarellina, invece è baghinista e non lo sa: "Guardi se proprio insiste... ma me ne dia metà, tanto per gradire.." Già lo spicchio è minimale, un ottavo di piada, la Meris prende il laser, inforca gli occhiali da vicino e con precisione certosina lo fa diventare un sedicesimo, mentre la fi la di ospiti dietro vorrebbe crocifi ggerla ai pitosfori a sta scassamaroni, come monito per quelli che la fanno lunga e insultano la Sacra Terra di Romagna. Per ripulire l'aere dall'onta subita, Gisto va al pc della musica e mixa il tormentone estivo facendolo diventare "un bes in bicicletta". Al nostro eroe si palesa il compagno/moroso/marito della tipa: "Signor Gisto, si può avere ancora di quel Sangiovese che fa dimenticare tutto?" è un buon bastianazzo, sarmandone, coi Sundek rossi, una bella panzetta da vero uomo e capello brizzolé, continua sconsolato: "Guardi... per la mia compagna... so che è un po'... quando ha tempo... mi può dare una piada intera con quel meraviglioso salume... si vergogna a chiederla lei... la perdoni, ste nuove mode alimentari..." Roba che si mette a piangere. Da maschio, Gisto riesce a capire il dramma umano di 'sto povero cristo, magari sta qui a casa gli sta cucinando il Tofu e lui vorrebbe una costarella, con un sorriso complice, Gisto gli versa il Santissimo Giovese e poi dice: “Gliene do' anche un bel bicchierone per la sua compagna?” Il tipo fa un gran sorriso: “Magari... è astemia!” si avvicina la Meris che ha seguito tutto con un piattone di piada: "Eccola qua la piada per la sua signora... Non si preoccupi e non si scusi di nulla: son tutte vegane fi no a che incontrano sul loro cammino una Piada con la testa! “. Gisto:“E tenga anche il vino: stessa roba... son tutti astemi fi nché non gli dai del Sangiovese". I libri di Roberto Casadei li trovate presso Edicol, via Romagna, 52, Tel. 0541 644462. Altre info: Paola 328 0420447.

La candidatura sostenuta da un percorso scolastico dell’Istituto Volta-Fellini che ha prodotto ben 17 progetti. Uno sarà quello selezionato. Protagoniste le classi 5ª C e 5ªF.

dalle Classi 5 e F/C

Nell’Aprile 2018, su iniziativa della “Cooperativa Bagnini di Riccione”, nasce il progetto “Unesco Identità di spiaggia” che coinvolge l’Amministrazione comunale e il Centro di Studi Avanzati sul Turismo dell’Università di Bologna. Obiettivo del progetto è l’identifi cazione del patrimonio immateriale legato alla spiaggia, per la contestuale costruzione e redazione di un dossier di candidatura degli usi sociali dell’arenile, sulla lista del patrimonio immateriale dell’Unesco. Per patrimonio immateriale si intendono pratiche, rappresentazioni, conoscenze che le comunità hanno creato per salvaguardare il territorio e che a loro volta devono essere protette. Tra le varie iniziative messe in atto, le classi 5ªC e 5ªF dell’Istituto Volta-Fellini, guidate dalla referente Ileana Belluzzi e dalle docenti del corso di grafi ca Loredana Maggini e Rita Seraghiti, sono state coinvolte nella realizzazione di un marchio/ logo che accompagnerà tutte le attività che la neonata Associazione per la candidatura Unesco. La forza espressiva del marchio/ logo riesce a concretizzare l’intangibilità, dando allo stesso tempo un eff etto identifi cativo all’ideale proposto. Il lavoro è partito da incontri informativi con esperti e da un’intervista doppia a due bagnini. Il processo ideativo è stato suppor

tato da un brainstorming iniziale, legato alla ricerca storico-culturale del territorio, dal quale sono emerse signifi cative parole chiave: tradizione, preservare, ospitalità e tramandare. Dopo questo primo spunto, le nostre classi sono state divise in gruppi, ognuno dei quali ha portato avanti un’ideazione diff erente. In un secondo momento, individuate le proposte defi nitive, dalle diverse peculiarità formali e cromatiche abbiamo sviluppato i vari marchi/logo mediante programmi digitali atti a produrre un Brand Identity che andasse ad accompagnare e rendere coerente l’immagine e la strategia. Complessivamente i lavori fi nali proposti sono 17, dei quali solo uno verrà selezionato. Una commissione di esperti si riunirà infatti per scegliere il marchio/logo che seguirà progetti e iniziative promosse dall’Associazione per la candidatura Unesco (fra cui l’inserimento del logo selezionato all’interno di una rotatoria di Riccione) rendendolo così visibile. Da questa esperienza sono affi orate grande curiosità da parte di noi studenti, che ci hanno permesso di mettere alla prova la nostra creatività e capacità rappresentativa, coinvolgendoci e rendendo possibile una maggiore conoscenza del tema al fi ne di creare un legame con questo fantastico e ricco territorio.

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La serata amarcord con il primo segretario Bordoni e gli alunni Emendatori, Savioli e Vandi. Per la scuola dalla Provincia quasi 3 milioni di euro per la sicurezza sismica.

di Nives Concolino

L’Istituto Alberghiero Severo Savioli festeggia il sessantesimo anniversario della sua apertura, avvenuta per l’anno scolastico 1959/1960. A battersi fortemente per questa causa fu la nota albergatrice Agenore Ferretti Fascioli, all’epoca assessore della Pubblica istruzione. Proprio in virtù di questo, il preside Giuseppe Ciampoli, supportato dai docenti, alcuni anni fa ha dedicato l’aula magna all’interno della sede centrale alla famiglia Fascioli. Il cartellone degli eventi per il sessantesimo compleanno sono cominciati lo scorso primo dicembre con una serata di amarcord, durante la quale hanno portato le loro testimonianze il primo segretario, Gino Bordoni (95 anni), memoria storica dell’Istituto, gli imprenditori Giordano Emendatori e Luciano Savioli e il giornalista Edmo Vandi. Con loro il giovane ex allievo Luca Leardini, autore del libro “Up & Down” e il dottore Vittorio Costa, che ha guidato il pubblico in un viaggio d’immagini e atmosfere degli anni Sessanta e Settanta. “I festeggiamenti dei 60 anni del Savioli - sottolinea Ciampoli alla guida dell’Alberghiero da tredici anni - costituiscono un importante punto di arrivo sia per il ruolo turistico che ha assunto negli anni, a Riccione e nell’intera Romagna, sia perché in provincia è al primo posto per l’occupazione dei suoi studenti. Il nostro Istituto è nato nel 1959, dieci anni dopo, nel 1969 per la prima volta l’uomo ha posato il piede sulla Luna, la nostra

scuola vuole essere il primo istituto alberghiero che approda su Marte”. Il dirigente rimarca quindi che gli eventi proseguiranno con grandi sorprese nel 2020, nello snocciolare intanto i numerosi premi e riconoscimenti ottenuti in tutt’Italia dagli studenti, ricorda l’impegno del progetto in corso, il Made in Italy con il quale il Ministero dell’Istruzione e degli Affari esteri intende esportare la cucina italiana in tutto il mondo.

Va in questa direzione l’esperienza del Savioli portata all’Università del Turismo di Samarcanda in Uzbekistan e nella capitale Taskent. Introdotta dall’assessore Alessandra Battarra e dal preside Giuseppe Ciampoli, l’overture dei festeggiamenti è stata occasione per affogare in un brindisi tensioni e malumori scoppiati alla vigilia sull’organizzazione della festa, che il Comune aveva affidato all’associazione culturale “Insieme per Riccione”. A insorgere erano stati diversi genitori che contestavano la vicinanza dell’associazione a un partito di governo, nonché l’esclusione del marchio della Provincia (ente dal quale dipende la scuola) dalla locandina che lo pubblicizzava. Poi il qui pro quo sull’invito al presidente Riziero Santi. Il taglio della torta e un abbraccio tra il sindaco Renata Tosi e lo stesso Santi ha riportato la pace. Dalla Provincia intanto giunge notizia dell’arrivo di 2.700.000 euro da investire per migliorare la sicurezzasismica della scuola .

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Riccione - Viale Venezia, 19 Tel./Fax 0541 640638 Cellulare 335 5361264 La nostra esperienza nel settore vanta una professionalità di altissimo livello. Serietà ed affidabilità sono il nostro biglietto da visita a garanzia di un lavoro duraturo nel tempo.

foto Pico

Quando a Riccione dalla Germania non arrivava solo la birra. Felice Carlo Pullè nacque a Modena nel 1866. Dal 1891 al 1911 medico condotto del Comune di Rimini per le frazioni di Riccione e San Lorenzo in Strada. Tra le tante incombenze del medico vi era quella di assistere le partorienti, per questo le giornate di lavoro di Pullè erano interminabili ma la fatica fi sica non pesava a Felice. Cominciò da allora, dai racconti dei pazienti, la sua fama di persona amica, disponibile, soprattutto verso i meno abbienti “Il medico dei poveri” come è ricordato con affetto e ammirazione a Riccione. Saluti da Viale Ceccarini.

foto Pico

Il “Merendero” a Villa Mussolini.

foto Secondo Casadei

Savioli: com’è difficile staccarsi dai luoghi. Per quanta attenzione facciamo, ci trattengono.

Non voleva essere pagato, ma a chi ne aveva bisogno regalava medicinali, denaro, tagli di carne, pane e farina di grano. Da qui l’appellativo “Il medico dei Poveri”. Tra i suoi pazienti anche Maria Boorman Ceccarini, la quale, su suggerimento di Pullè fi nanziò nel 1892 la costruzione dell’Ospedale Giovanni Ceccarini alui intitolato. Ancora oggi, sull’arcata dell’ingresso principale del nostro ospedale trovate impressa la scritta voluta da Pullè: “guarire qualche volta, alleviare spesso, consolare sempre”. Poche cose mettono d’accordo i riccionesi come la bellezza di Martina e l’unicità di Pico. Riccione 1982 - Auguri Riccione! In primo piano il pasticcere Eros Ricci ed il Sindaco Terzo Pierani, dietro si riconosce Jimmy Monaco. RIPARATORE AUTORIZZATO OPEL GM Assistenza: Via Emilia 11 - Riccione Vendita e esposizione: Via Emilia 24 - Tel/Fax 0541 643527 e-mail: bettiriccardo@libero.it C ENTRO R EVISIONI A UTO e M OTO Installazione e assistenza impianti GPL e Metano LANDI RENZO Betti Riccardo

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Ristorante Cavalluccio Marino Specialità Marinare-Pizzeria

RICCIONE - P.le Del Porto 3 Tel 0541 693128 ristorantecavallucciomarino.com

Sulla piccola darsena del porto di Riccione il Cavalluccio Marino vanta fi n dal 1949 la continuità della gestione sotto la guida della famiglia Tosi che negli anni ha rinnovato i locali mantenendo sempre alta la qualità della cucina e valorizzando appieno la freschezza delle materie prime. Il menu è un elogio ai profumi e ai sapori del Mediterraneo: antipasti di crudità e ostriche anticipano primi piatti e raffi nati secondi, tra tutti, il gran fritto reale e la grigliata con scampi e grilli d’acquario. Ampia e ricercata la carta dei vini.

Ristorante Alba da Graziano e Tiziano Pizzeria-Birreria RICCIONE - Viale Dante 299/C Tel. 0541 647986

Se si fa a pezzi per renderti felice, vuol dire che è una pizza! E la nostra al metro è unica. Morbida, fragrante e gustosa: da farcire in compagnia, divertendosi nel provare tutti gli ingredienti del territorio. Una tavolozza di gusti accompagnati da birre sempre fresche, il tutto servito in un ambiente accogliente e familiare.

Dove mangiano i Riccionesi!

Ristorante Canasta Specialità Pesce-Pizzeria

RICCIONE - Viale Ceccarini 84 Tel 0541 692306 canastariccione.com

In Viale Ceccarini lo storico Canasta di Geo Ottaviani e dei fi gli Vanessa ed Alessandro propone piatti della tradizione romagnola con materie prime altamente selezionate e proposte stagionali. Il pescato è sempre freschissimo, selezionato personalmente dallo chef. Da provare la vera pizza gourmet con prodotti 100% italiani di qualità e biologici: pomodoro San Marzano biologico, mozzarella fi or di latte, bufala e burrata, farine macinate a pietra con germe di grano pressato a freddo. Gli impasti, grazie ad una lunga lievitazione naturale, risultano altamente digeribili e leggeri.

Ristorante Cristallo da Giorgio Specialità Pesce-Pizzeria

RICCIONE - Viale Dante 36 Tel 0541 605404 ristorantecristallo.it

Il Ristorante Cristallo, situato nel cuore di Riccione è a due passi dal Palacongressi. Gestito da Giorgio e la sua famiglia dal 1987. Specialità di pesce con piatti della tradizione romagnola. Da provare le paste fatta in casa e le pizze con farine integrali e al kamut. Cucina e pizze per ciliaci. Aperto tutto l’anno.

VIALE MILANO Dietro il Ristorante Trampolines è stata posizionata, anni fa, una targa luminosa per segnalare agli automobilisti la velocità del loro mezzo nel momento del transito in quel punto. Non è più funzionante! Non è il caso di ripararla? Altrimenti meglio toglierla!

Vele della Marineria riccionese in sfacelo

Erano state sistemate lungo Via Parini e in alcune rotonde per ricordare i pescatori di una volta, per far rifl ettere sulla dura vita di chi va in mare. Creavano interesse in chi ama passeggiare e davano vivacità all’ambiente, arredavano la città. Ora sono l’esempio della trascuratezza, hanno perso i colori originali, sono sfi lacciate, bucherellate. Alcune targhette

in ceramica spezzettate, restano nella cornice per puro miracolo. L’estate è in arrivo... chissà se si farà in tempo ad evitare una fi guraccia coi nostri turisti! fi guraccia coi nostri turisti!

Via Tre Baci, il pino sembra non interessare a nessuno. Abbattuto da un temporale, da mesi attende di essere rimosso.

VIALE BERLINGUER Sul lato Rimini ci sono due varchi nelle siepi che separano la pista ciclabile dalla carreggiata. Attraverso queste, ogni tanto, qualche imbecille o qualche “imbecilla” attraversano, creando pericolo per sé e per gli automobilisti che transitano. Il tutto in barba ad un sottopasso che è costato un occhio della testa. Per evitare incidenti mortali forse sarebbe necessario posizionare delle reti che impedissero tali imprudenze! (Come già fatto in Viale Einaudi, di fronte alla Scuola Media) oppure dei bei rovi irti di aculei...

PIAZZALE SAN MARTINO Sulla spiaggia, lato Cattolica, è collocata questa struttura. Alta quasi 2 metri e larga 7/8, impedisce la vista del mare e risulta assai fastidiosa. Oltretutto durante le ore notturne è usata spesso da chi è affl itto da impellenti bisogni corporali, così rimangono “effl uvi” sgradevoli durante il giorno. I frequentatori abituali del piazzale dicono che serve a proteggere le pompe adibite al ripascimento dell’arenile. Operazione non più in essere e le pompe non funzionano! Che sia il caso di smontare tale bruttura... peraltro inservibile? Ai posteri....

“Pane bianco”, ritorno alla vita Il libro che narra la storia del riccionese Romolo Bianchi nel campo di sterminio di Dora a Buchenwald. Pagine di orrore, speranza e rinascita con il pane filo conduttore. 23

di Francesco Cesarini

Il “pane bianco” come simbolo del ritorno alla vita. Quel pane quotidiano prima negato, poi donato con un inganno mortale nel campo di sterminio nazista, alla fine assume un profondo significato di libertà, lontano dall’orrore del lager. Per Romolo Bianchi, rinato fornaio a Riccione nell’estate del ’45, dopo due anni di atrocità nel campo di sterminio Dora a Buchenwald il “pane bianco” è stato il ritorno alla condizione umana, la fuga dalle barbarie della guerra, la conquista di una nuova esistenza senza chiedere nulla a nessuno. Una storia raccontata da Lorena Bianchi e Luigi Maria Piarulli capaci di mettere a fuoco racconti e ricordi della prigionia di Romolo. Storie di famiglia “ma il libro non sono mai riuscito a leggerlo tutto di un fiato” ci ha confidato Glauco Bianchi, figlio di Romolo, anche lui fornaio, “Troppo doloroso per me”.

“Si invocava la morte affinché venisse a liberarci da quell’insopportabile fatica di vivere che era il nostro patire quotidiano. Ma quando veniva il momento di distenderci ci si augurava di svegliarsi ancora”.

In copertina tra il filo spinato quel “pane bianco” che suona come antitesi benefica a quello avvelenato preparato dagli aguzzini nazisti per uccidere i deportati prima della ritirata. L’idea era di eliminarli tutti per non lasciare testimoni. Ma l’ultimo crimine venne sventato da un rigurgito di umanità di un ufficiale tedesco e Romolo tornò a casa e raccontò, racconta e vive ancora in queste pagine.

Dopo la prigionia Romolo Bianchi a Riccione, con Elvira Pelliccioni, la sua “fornarina”.

L'ingresso del campo di concentramento di Buchenwald, dove furono internate circa 238.980 persone provenienti da trenta nazionalità diverse. Fu tra i lager dove si attuò principalmente lo sterminio tramite il lavoro: "Jedem das seine","Qualcosa per tutti", la scritta all'ingresso. Il numero complessivo delle vittime fu di 43.045, secondo alcune fonti di 56.554 secondo altre tra queste 11.000 ebrei.

a cura di Lorenzo ScolaPurifichiamo la pelle: viso e corpo La prima vera depurazione parte dall’interno, dunque ti consigliamo di iniziare la tua cura detossinante con una dieta purificante. è difficile crederlo, ma una corretta dieta alimentare può risultare l’arma vincente. Per avere una pelle purificata dalle tossine derivanti da eccessi di cibo e “sgarri” alimentari bisognerà bere molta acqua ed assumere alimenti drenanti: soprattutto frutta e verdura. Per ripulire il fegato e l’intestino, si consiglia di puntare sulle mele, uva e germogli, da consumare preferibilmente crudi. Anche un ciclo di sciroppidetossinanti amari sono efficaci da assumere a digiuno e dopo i pasti. Altri alleati sono le fibre e i cerealiintegrali, che evitano l’accumulo di tossine. Molto consigliata l’assunzione di legumi (freschi o secchi) almeno un paio di volte a settimana. L’acqua e le tisane purificanti, renderanno la tua pelle non soltanto più pulita, ma anche maggiormente elastica: minimo un litro e mezzo al giorno. Esistono concentrati, depurativi/drenanti, particolarmente orientati sul sistemalinfatico, che disciolti in acqua, favoriranno il processo di purificazione, evitando problemi di stipsi e ritenzioneidrica (cellulite borse sotto gli occhi etc). Una accurata detersione del viso è un momento importante della giornata, che attuata in maniera appropriata, ti consentirà di eliminare tossine, batteri e celluleepiteliali. Ricordiamo che una corretta attivitàsportiva, due o tre volte a settimana, è un ottimo rimedio per il corpo e la mente: non soltanto costituirà una valvola di sfogo per il nostro stress psicosomatico, ma permetterà anche al nostro tessuto cutaneo di espellere impurità e tossine attraverso la sudorazione. Concedersi una doccia, o meglio, un bagno caldo e rilassante, con attenzione ai detergenti usati. Anche gli integratori per la pelle sono utili per migliorare l'elasticità, come antiossidanti e anti-radicali liberi e per aumentare la resistenza alle aggressioni esterne, di sole e smog: contengono vitamina C ed E, carotenoidi, quercitina, resveratrolo, acido lipoico, estratti vegetali e, acido ialuronico, un polisaccaride in grado di legare a sè molecole d'acqua, aloe vera e collagene, la principale proteina del tessuto connettivo.

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