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FAMIJA ARCIUNESA GIORNALE DI RICCIONE XL n.1 Gennaio-Febbraio 2020

Foto: Viera

Famija Arciunesa

Quarant’anni insieme “Riccione at voj bèn”

4 Auguri F.A I primi 40 anni con più di 500 mila euro di donazioni.

10 Metromare Partita la prima corsa in attesa dei definitivi mezzi elettrici.

12 Ceccarini Ad Ottobre una festa in memoria della benefattrice?

16 Casadei Roberto, il ragazzo che amava “Arciun City”.

26 Mario di Roma Una casa-museo, scrigno di una vita tra moda, donne arte e viaggi.


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40 anni di Famija Arciunesa, da una idea a cena nasce l’associazione che ha già donato oltre mezzo milione di euro. Francesco Cesarini il settimo “babbo”. Il Metromare inizia la sua corsa dopo anni di attesa e polemica. 6 le fermate riccionesi, in primavera le prime corse con i mezzi elettrici. Una festa per i Ceccarini? Da Maria Ceccarini 3 milioni di euro in beneficenza per la città di Riccione. Un lascito che merita tanta riconoscenza. Pompili al timone dell’Ortopedia. Nasce il Pronto Soccorso di ortopedia. Oltre 2.000 interventi all’anno, più di 200 protesi d’anca e 80 di ginocchio Roberto Casadei, il ragazzo che amava “Arciun City”. Intuizioni geniali, caprioli verbali e un dialetto tutto suo per descrivere la città del cuore. Amati, l’uomo che voleva domare le onde del mare ed illuminare Riccione. Lo storico Rodolfo Francesconi scova il geniale brevetto del 1911. Mario di Roma, entriamo nella casa-museo di uno dei protagonisti del “Gran bal en tète” e degli anni d’oro della Perla verde. I mestieri di una volta. I vetturini, quando i villeggianti andavano in carrozza. Ennio Dellarosa partigiano e Sindaco di Riccione ci lascia a 92 anni. Fu determinante per lo Stadio e il Circolo Tennis. Comitato Riccione Abissinia, conosciamo la nuova Presidente Monica Corticelli.

anno XL - n°1 - Gennaio/FeBBraio 2020 FAMIJA ARCIUNESA Periodico bimestrale Sped. a.p. 45% Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 Filiale di Forlì Contiene I.P. Aut. Tribunale di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 Redazione e Amministrazione Riccione - Via Montebianco 27 Tel. 0541 643884

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Direttore Responsabile: Francesco Cesarini cesarini.francesco@gmail.com Redazione: Francesco Cesarini, Nives Concolino, Barbara Bastianelli, Giuseppe Lo Magro, Alessandra Prioli Foto: Pico e Gianni Zangheri Valerio Tullio Nives Concolino

Collaboratori: Edmo Vandi, Rodolfo Francesconi Carlo Conti, Romina Galluzzi, Istituto Volta-Fellini, Roberto Betti Lorenzo Scola Grafica: Studio Grafico Composet Riccione info@composet.net Stampa: La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio (Rn)

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Famija arciunesa redazione@famijarciunesa.org www.famijarciunesa.org

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Sono nato al Ceccarini, ho gattonato al giardino d’infanzia Ceccarini per poi imparare a leggere e scrivere alla scuola del Paese, forse il primo bacio l’ho dato in Viale Ceccarini, di sicuro in un bar sul Viale più bello del mondo intitolato alla Boorman, ci ho visto in Tv i tre goal rifilati da Pablito al Brasile, era il 1982. Basta questo oggi per dirigere lo storico giornale “Famija Arciunesa”? Di 3 certo no. Anche perché il peso del testimone è piuttosto impegnativo ed ingombrante. Mio babbo Marzio per un paio di anni ne ha firmato la direzione, ma misurarsi con il proprio cognome da queste parti è un classico, per me a dire il vero anche un privilegio, a cui tra l’altro sono abbastanza abituato. Il “problema” è l’altro baffo, quello di Giuseppe Lo Magro. Beppe in diciott’anni di Presidenza ha fatto mille cose con uno spirito indomito, come quando nuotava in gara prendendo a schiaffi l’acqua della sua corsia. Ma io vengo dal calcio e ho cominciato a costruire una nuova squadra, una nuova “Famija”, vogliosa, determinata e aperta alla città. Per iniziare siamo tornati in piazza con le caldarroste della solidarietà e con i nostri libri per fare beneficenza. Abbiamo dato una veste nuova al nostro storico giornale che da 40 anni arriva nelle case dei riccionesi. L’idea è quello di renderlo più’ facile alla lettura, valorizzare le immagini senza però stravolgerne i contenuti. Quelli sono il nostro marchio di fabbrica, quanto i riccionesi da sempre apprezzano, uno strumento per sentirsi Riccione sulla pelle, un percorso che ognuno compie a modo suo. Io ho iniziato fin da bambino. Percorrere e avventurarmi alla scoperta della città al galoppo della mia bicicletta è stata un’avventura iniziatica, colma di emozioni. Non si è cittadini perché si nasce casualmente in un luogo e neppure perché l’anagrafe ci conferisce un determinato status. E’ la città che con gli anni ci forgia, fino a diventare il telaio che tesse i fili del nostro crescere. Un libro aperto di opportunità personali e collettive, è lo spazio della libertà, dell’incontro, delle esperienze, della diversità, del riconoscimento, del ritrovarsi, della solidarietà. Il sentirsi parte di una comunità, di una Famija, è come una pianta che cresce ostinatamente anche ai margini dei marciapiedi e delle strade più trafficate, non puoi fermarla. Riccione è ‘sta roba qui. La città però, come il giornale, bisogna sapersela inventare, immaginare, conquistare, perché è viva, perché palpita ogni giorno, perché è desiderio. Come la Zenobia di Calvino per la quale non serve orientarsi sulla classica categoria della felicità e dell’infelicità, ma quella del desiderio. E dove desideriamo vivere? Che giornale vogliamo? Per comprenderlo fino in fondo è bene prima di tutto capire chi siamo e da dove veniamo. In questi 40 anni Famija Arciunesa ha fatto il suo. Racconti, libri, iniziative, eventi, foto, parole, aneddoti, usanze sono le nostre pietre, capitelli e arcate di una storia breve quanto intensa. Riccione ci piace pensarla al centro del mondo, una storia importante che abbiamo da sempre raccontato e racconteremo, aggiungendo nuovi capitoli. E’ stato scritto tanto dei pionieri e dei “favolosi anni ’60”, a noi e ai lettori il compito di raccogliere la nuova sfida: mettere in bacheca storie, immagini e materiale dei luccicanti anni ’80 e quelli a seguire. Serve farlo insieme perché Famija Arciunesa è di tutti, di tutti coloro che anche dopo il più bel viaggio, scorgendo in autostrada la scritta “Riccione” su sfondo verde, mettono la freccia ed immancabilmente sorridono. Non è così? Già perché Riccione è casa. Per questi primi 40 anni insieme, auguri a tutta Famija Arciunesa, ai tesserati, al giornale, ai suoi inserzionisti e soprattutto agli affezionati lettori.

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Francesco Cesarini Presidente di Famija Arciunesa Associazione cul

Ordinario e 25,00

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Andrea Protti Fotografo Via Gramsci 51 0541 602951

Giulia Catenacci Libreria Bianca e Volta Via Cilea 13 0541 645918

Rita Berardi Cartoleria Adua Via Lazio 0541 600269

Giuseppe Lo Magro 338 4304667

Gianni Zangheri Fotografo Free Lance 339 4293686

Giuseppe Speranza Edicolè Via Romagna 52 0541 644462

Erika Guidotti Edicola Cervino Via Cervino 11 0541 646722

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SOCIO N°

SOPRANNOMI e PATRONIMICI di RICCIONE

In omaggio ai soci 2020 il libro “Cum i dis mi tu” Soprannomi e patronimici di Riccione.

ASSOCIAZIONE CULTURALE PER RICCIONE


40 aNNi F.a.

Famija Arciunesa, quarant’anni e non sentirli

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Da un’idea a cena nasce l’associazione: oltre mezzo milione di euro di donazioni, la ristrutturazione della sede nel Parco, la statua di Maria Ceccarini, più di 170 numeri del giornale dei riccionesi e tanto altro di Giuseppe Lo Magro

FaMiJa arCiUNEsa / 01.2020

Si consumavano veloci gli ultimi giorni del 1979 quando un gruppo di amici riccionesi: Alver Colombari, Orfeo Mingucci, Renzo Manaresi, Riccardo Angelini, Giorgio Piccioni, Mario Faetani, Remo Rastelli, Bruno Cecchini, ritrovatisi in un ristorante davanti ad un piatto di tagliatelle al ragù, gettò l'idea di dar vita ad una associazione che fosse fucina di rinsaldate tradizioni cittadine e di idee moderne.

tutte le fasce di età; Promuovere incontri, manifestazioni e spettacoli affinchè tutti possano vivere assieme momenti culturalmente validi, all'insegna della serenità e liberi da ogni egoismo”.

1988. La sede durante i lavori di ristrutturazione ad opera di Famija Arciunesa.

“Famija Arciunesa è una idea che deve partorire altre idee” Alver Colombari Al nascere del nuovo anno si intensificarono gli incontri di quella che era stata nominata “Famija Arciunesa”, associazione ideata

Il primo presidente dal 1980 al 1989 fu Alver Colombari e fu chiamato tradizionalmente “Babbo”. Alver era solito dire “Famija Arciunesa è una idea che deve partorire altre idee”. La prima realizzazione fu il giornale: inizialmente stampato in quattro facciate, con i rettangolini degli indirizzi che venivano incollati dai soci in casa sua, mentre si faceva la “Vegia”:

quattro chiacchiere, un bicchiere di Sangiovese, una fetta di ciambella o sementine e fusaia. Seguirono, in un crescente entusiasmo: la Festa del Beato Alessio, quella di San Martino, il Concorso dei Presepi, la Vegia con la Gara dei dolci, l'Invito a Cena. Tanta attività necessitò presto di una sede più idonea rispetto alla provvisoria stanza di Via Minghetti presso la Parrocchia di San Martino. Per alcuni anni la sede trovò spazio in Via Formia, nell'ex magazzino comunale, in coabitazione col Circolo “Amici della Lirica”.

con lo scopo di fare dei riccionesi una grande famiglia, dove nessuno doveva soffrire perchè gli altri si erano dimenticati di lui. Il neonato statuto (1980) recitava a chiare lettere gli scopi principali: “Aiutare coloro che si trovano in difficoltà economiche, sociali e umane; Far rivivere le antiche tradizioni coinvolgendo i cittadini di

1989. Marta Migani, vedova di Alver Colombari, taglia il nastro inaugurale della nuova sede. Alla sua destra Sirio Saponi, a sinistra il Sindaco Terzo Pierani.

Nel 1988, su richiesta del “Babbo Alver”, l'Amministrazione comunale mise a disposizione la casa colonica nel Parco della Resistenza, in Viale Montebianco, conosciuta come “Casa della Micia”, nome ereditato dalla proprietaria Domenica Mondaini che vi abitava col marito Attilio Tosi. Al tempo la casa era in pessimo stato e Famija Arciunesa si assunse l'onere di ristrutturarla interamente a suo carico.

“Le donazioni hanno scavalcato il mezzo milione di euro...” Il totale delle spese ammontò ad oltre 42 milioni di lire, ma considerando che tutte le ditte avevano praticato prezzi di estremo favore e che i lavori erano stati eseguiti, con la supervisione del consigliere Orfeo Scarponi, da decine di volontari che offrirono la loro mano d'opera gratuita, si può ipotizzare che alla fine la spesa sarebbe stata di 100 milioni. Nel 2008 il Comune di Riccione ha effettuato i lavori di consolidamento e rifinitura riqualificando ancor più la struttura.


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40 anni di “babbi” in Famija Arciunesa

ALVER COLOMBARI

SIRIO SAPONI

1980

CESARE ANTONIOLI

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1989 1990

GIORGIO PICCIONI

RENZO MANARESI

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GIUSEPPE LO MAGRO

FRANCESCO CESARINI

2001

2019

iniziative – nella pagina che segue potrete trovare una sintesi delle attività e dei numeri ad esse legati – migliorando le manifestazioni classiche e ideandone di nuove. I fiori all'occhiello sono stati tanti: la rivista F.A. ha visto aumentare le pagine, il numero delle uscite, la tiratura, è divenuta completamente a colori e ha continuato Donazioni alle associazioni.

“170 numeri, 2.680.000 copie gratuite nelle case dei riccionesi”

Il primo piano, dapprima riservato a Famija Arciunesa, è stato diviso in tre parti con una metà alla stessa mentre nello spazio rimanente sono stati ricavati due uffici: per i Carabinieri in congedo e per i Dipendenti comunali in pensione.

a raggiungere le case dei riccionesi in maniera completamente gratuita; il Presepe animato di Veterani è stato collocato in sede stabile in una serra dell'Arboreto

Al piano terra un magazzino e la sede del Centro del Buon Vicinato “Amici del Parco”. In questi ultimi anni F.A. ha incrementato ulteriormente le sue

Cicchetti; il dialetto si è espresso in serate di teatro, di gare per eleggere Arzdora a Arzdor dell'anno e di concorsi con tanto di diploma; le Feste del Compleanno di

2007. Festa di Compleanno di Riccione Comune Autonomo.

Riccione sono state caratterizzate da affluenze record con punte di 3.000 presenze e la premiazione di 60 cittadini meritevoli con la spilla d'argento di F.A.; i libri di storia locale hanno superato le 50 pubblicazioni; le donazioni ad associazioni, famiglie bisognose ed Ospedale hanno scavalcato il mezzo milione di euro. Chiudiamo con la collocazione della statua in bronzo dedicata alla benefattrice di Riccione Maria

Boorman Ceccarini in occasione del Centenario del Viale a lei intitolato (11 Ottobre 2012). L'opera, del prestigioso scultore Leonardo Lucchi, è stata voluta fortemente da Famija Arciunesa, IPAB Ceccarini, Rotary Club Riccione-Cattolica, Casa del Popolo di Riccione, Consorzio Viale Ceccarini, per dimostrare la riconoscenza della città ad una donna speciale che ha amato Riccione e tutti i suoi abitanti.

2010. Le castagne per la solidarietà di Famija Arciunesa. Attività ripartita ad Ottobre 2019.


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40 anni di Famija

IDEE REALIZZATE DALLA FAMIJA

Arcioun...

• Giornate a Casa Serena: Uovo di Pasqua, Castagnate, Panettone. at voj Bèn! • Concerto degli Auguri: Brindisi con Panettone e Spumante (Hotel Le Conchiglie e Palacongressi). • Gite in Italia e all'estero: Primavera, Autunno, Presepi, A sorpresa. • Concorsi con diplomi: Pentamini, Luci di Natale, Poesia, Rotonde, Fotografia, Dialetto. • Elezione Arzdora e Arzdor dell'anno. (Ristorante Ranch Saloon, Centro sociale Nautilus). • Rassegne dialettali: Poesie, Cante e Teatro (Cinema Teatro Africa). • Mostre di pittura e fotografia: (Sede di F.A. e Palazzo del Turismo). • Donazioni: Ospedale “G. Ceccarini”, A.I.L., A.I.S.M., I.O.R., Centro 21, • Mercatini dell'usato: “Svuida la Cantèina”. Famiglie bisognose, Fondazione Cetacea, Parrocchie. (Luna park, Palaterme, Piazza Fontanelle). • Contributi: Coro “Le allegre note”, Ciclismo giovanile.

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cene BeneFicHe

• Festeggiamenti del Compleanno di Riccione Comune Autonomo: Nei quartieri di Riccione dal 1989 al 1999, Paese, P.za Unità, Viale Ceccarini, Fontanelle, Abissinia, Alba, Parco della Resistenza, Spontricciolo, P.le Roma, Porto Canale, San Lorenzo. Teatro del Mare dal 2000 al 2003, Parco Oltremare dal 2004 al 2010 con Sottoscrizione a Premi “Splendore in Laguna” e Concorso “Famiglie in Gazoja”. Play Hall 2011, Palacongressi 2012, Galleria Palas 2013, Parco Oltremare 2014. • Commedie dialettali: Duecento serate con le Compagnie I Arciunis, Attori per caso, Almadira, Rungaja.

Menù

Ristorante

Classica di pesce Purace e guazèt Tòt pès senza spèine Baccalà Gran brodetto Di purét grigliate

Cavalluccio Marino Ranch Saloon Cristallo Da Bibo, Galeone, Canasta Al pescatore Amarcord, Battibecco Da Remo

riviSte 1980 - 2019 1995 - 2008 2000 - 2003 1993 - 1994

Famija arciunesa – Bimestrale 170 uscite Sotto l'ombrellone – Annuale 13 uscite Riccione sport – Bimestrale 20 uscite L'udor dla pièda – Bimestrale 4 uscite

caLenDari Storici Su riccione (1000 l’anno) 2006 “I Pionieri 1” 2007 “autonomia” 2008 “I Pionieri 2” 2009 “Il Porto” 2010 “Ieri Riccione oggi”

n° Edizioni 20 10 7 5 4 6 tante


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Oltre 50 pubblicazioni 1989 1990 1991 1992 1993 1995 1997 1998 1998 1998 1999 2000 2001 2001 2002 2003 2003 2004 2004 2005 2005 2006 2006 2006 2007 2007 2007 2008 2008 2009 2009 2010 2010 2010 2011 2011 2012 2012 2012 2013 2013 2013 2013 2013 2014 2015 2015 2015 2015 2016 2016 2017 2018 2018 2018 2018 2018 2018 2018

Quaderno 1 Congrega de Dialet arciunes -AA.VV. Quaderno 2 Congrega de Dialet arciunes -AA.VV. Quaderno 3 Congrega de Dialet arciunes -AA.VV. Quaderno 4 Congrega de Dialet arciunes -AA.VV. Quaderno 5 Congrega de Dialet arciunes -AA.VV. Riccione. La Perla verde – Albo Casadei al nuse ad bacòch – Amedeo Angelini Le storie di Dolfo – Dante Tosi Lèngh la strèda – Aldo Bagli Storie di porto – Dante Tosi Pidriul e i su fiul - Giuseppe Lo Magro Quand us giughiva a paloun – Amedeo Angelini Se... una notte rubano il mare – Dante Tosi J'ha bù i bù? - Edmo Vandi Riccione. origini e sviluppi... - Giuseppe Borghi Per cmanzè a zchèr e a scriv – T. Spadoni e G. Lo Magro Fat, fatac,fatarèl – Casadei, Tosi, Basigli, Ciotti, Polverelli E mi non Panzanèla – Antonio Conti Ritorno alla case – Dante Tosi Piccole e grandi storie di mare – Albo Casadei Sangue e lacrime su Riccione – Claudio Ghilardi Le città di Riccione – Bruno Santini Taca banda – Dante Tosi Boia d'un birichin – Giuseppe Lo Magro Boia d'un birichin 2 – Giuseppe Lo Magro L'andare del tempo – Edmo Vandi Tatarcòrd? -Giuseppe Lo Magro E nascundèin de tèmp – Rosita Fabbri Nicoletti Come eravamo - Giuseppe Lo Magro Come eravamo 2 – Giuseppe Lo Magro Coj sò che ghéfle saltrèin – G. Lo Magro e AA.VV. Biblioteca riccionese – Giuseppe Lo Magro Dall'aquadécia ...alla zlaja – Giuseppe Lo Magro arcioun. La Perla verde - AA.VV. arciunis- AA.VV. a biroun – AA.VV. E bufa – Pico e Gianni Zangheri E sghétle + autonomia comunale – AA.VV. Il Don, il Conte, Il giardiniere – Giuseppe Lo Magro Bolle di sapone a Riccione - AA.VV. La pèlvra de pèlchscènich – Giuseppe Lo Magro 25 anni di nuoto Master – Giuseppe Lo Magro 4 grasse risate – Giuseppe Lo Magro Riccione novecento – Giuseppe Lo Magro zirudèle – Giuseppe Lo Magro Riccione... in bicicletta (4 volumi) – G. Lo Magro La IIª guerra mondiale a Riccione - Dante Tosi Riccione. La Perla verde 1 – Albo Casadei Conte Felice Carlo Pullè – AA.VV. Riccione. La Perla verde 2 – Albo Casadei Cantachiaro – Dante Tosi Burdèl d'arcioun – Giuseppe Lo Magro e AA.VV. Riccione verde – Antonio Cianciosi gli irripetibili anni '60 – Giuseppe Lo Magro La Riccione di Maria Ceccarini – G. Lo Magro Riccione a colori – Giuseppe Lo Magro Biblioteca riccionese 2 – Giuseppe Lo Magro Ho fatto 13 – Giuseppe Lo Magro Com i dis mi tu – Giuseppe Lo Magro

Per cogliere la crescita e i cambiamenti della nostra città abbiamo messo in cantiere la pubblicazione di un volume dedicato alle attività commerciali e ai servizi di Riccione. Negozi, bar, attività commerciali in generale che hanno fatto da sfondo alle diverse generazioni. Dalle origini al boom economico dopo la Guerra, alla Riccione glamour degli anni sessanta, a quella colorata e rivoluzionaria dei settanta, a quella spensierata degli ottanta, fino alla storia recente dei novanta. Viale Ceccarini, Dante, Gramsci, l’Alba, l’Abissinia, San Lorenzo, le Fontanelle e il Vecchio Paese sono cambiati con le loro botteghe, poi divenute, empori, negozi, boutique, store… e con loro sono cambiati i riccionesi. Rivederle e sfogliarle in un libro sarebbe bellissimo. Ma serve l’aiuto di tutti. Inviaci le tue foto via mail o in forma privata su Facebook, in formato digitale. Scrivici una tua breve descrizione dell’attività e dei suoi protagonisti. Selezioneremo le foto più significative. Famija Arciunesa poi come sempre farà il suo. Riccione at voj ben!

IN CANTIERE UN LIBRO SUI NOSTRI NEGOZI...

inviate Le voStre Foto! redazione@famijarciunesa.org

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40 anni di Famija

Famija arciunesa

Info: Francesco 349 7773390

Da sinistra i consiglieri Federico Galli (seduto), Andrea Urbinati e Paolo Santovito al Centro Commerciale Perlaverde impegnati nella vendita dei libri della solidarietà.


#notizieinarchivio NOVEMBRE

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Martedi 19 A seguito dell’attività ispettiva condotta dai Nas di Bologna e dall’Ausl, il sindaco Renata Tosi firma il provvedimento di chiusura della casa di riposo Villa Quick, in viale Trento Trieste. Sono state riscontrate carenze strutturali, tra le quali l’assenza di un sistema antincendio, carenze gestionali, igieniche, di qualità di assistenza e sicurezza sul lavoro, oltre al riscontro di personale del tutto sottodimensionato rispetto al numero degli ospiti. Giovedì 21 Primo passo per la nuova caserma dei Carabinieri di Riccione. All’unanimità il consiglio comunale approva l’atto di indirizzo che consente di cedere in diritto di superficie per 99 anni l’area comunale allo Stato per costruire la sede dell’Arma. Si tratta del parcheggio di fronte il Pastrocchio. Per ottenere la costruzione di una nuova caserma in luglio era stata inviata una petizione popolare con le prime 1.100 firme al Comando generale dell’Arma, nonché ai Ministeri degli Interni e della Difesa.

Venerdì 22 Si apprende che il Bingo di Riccione resta chiuso. Tramite ordinanza il Tar dell’Emilia-Romagna ha respinto l’istanza cautelare, presentata dalla società titolare dell’attività, la Beach & Beach, contro il Comune, Regione e Adm per la chiusura conseguente alle restrizioni introdotte dalle nuove normative regionali e dal nuovo regolamento comunale per prevenire e contrastare il gioco d’azzardo. Sabato 23 S’inaugura l’edizione 2019/2020 di Riccione Ice Carpet, si esibiscono: Ezio Bosso, Emma Marrone, Mahamood, Ursu e The Kolors. Soddisfatta l’Amministrazione: a dicembre +4,1% di arrivi al casello e 66.161 euro di incasso con i parcometri. Sabato 30 Il Comune di Riccione rende noto di aver vinto la causa sulla Tosap contro Hera, che a questo punto, come tutti gli altri utenti, dovrà pagare l’occupazione di suolo pubblico per isole ecologiche, cassonetti e bidoni disseminati su strade, marciapiedi e altri spazi pubblici. A stabilirlo è stata la Commissione tributaria di Rimini.

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DICEMBRE Lunedì 2 Furto con ariete alla boutique Gaudenzi, è ultimo di una serie di simili episodi messi a punto in centro ai danni di boutique che trattano grandi griffe. Mercoledì 11 Muore l’ex sindaco Enio Della Rosa (92 anni), per tre decenni amministratore di Riccione, come primo cittadino, poi come assessore. Martedì 31 Pierpaolo Marullo lascia il comando della Polizia locale, che guidava dal primo aprile 2016. Il primario Andrea Grossi, a quindici anni dal suo insediamento al “Ceccarini”, lascia l’ospedale di Riccione per il raggiunto pensionamento. Andrà a dirigere l’Unità operativa di Medicina interna lungodegenza di Villa Maria a Rimini.

GENNAIO Mercoledì 1 Furto con ariete ai danni della parafarmacia D’Annunzio, nell’omonimo viale. Nella stessa notte un giovane in preda all’alcol si stende sulla corsia

del Metromare. Per evitare di investirlo l’autista del mezzo frena bruscamente. Feriti quattro passeggeri. Venerdì 3 Altro furto con spaccata in viale Ceccarini. Nel mirino il ristorante Frankly. Da venerdì 3 a lunedì 6 La città è invasa da oltre 2.500 ballerini e coreografi arrivati anche dall’estero per partecipare al l’Hip Hop contest. Mercoledì 8 Tra le polemiche delle associazioni ambientaliste per quindici anni il Comune affida la gestione dell’arboreto Cicchetti alla San Marino Adventures, che lo trasformerà in un parco avventura con giochi e tree village. Lunedì 13 Lavori al Parco della Resistenza dove verrà realizzato un chiosco-ristoro con l’aggiunta di servizi igenici custoditi in prossimità dei giochi per bambini vicino al laghetto. Mercoledì 15 Ex colonia San Giuseppe. Dopo la sentenza del TAR tre appartamenti sono già stati acquisiti dal Comune di Riccione.

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LA NUOVA COMMEDIA IN 2 ATTI DI GIUSEPPE LO MAGRO Filomena detta “Fusaia” è la classica donna riccionese, infaticabile lavoratrice da giovane con doppio impegnovenditrice di sementine d'inverno e cuoca d'estate – che si è sposata col vestito bianco ed ora, nella vecchiaia convive con una miriade di acciacchi compresa una forma di alzheimer. La sua “dolce” metà, aurelio detto “Surnacia”, è un furbacchione scansafatiche. In gioventù latin lover da strapazzo e albergatore che non guardava per il sottile pur di guadagnare e ora, da anziano, non ha perso il vizio di escogitare piccole truffe. Dal matrimonio sono nati due figli maschi, Baldo e Checco detto “acaro”, che hanno creato solo problemi. Il primo alla notizia che la morosa era incinta è fuggito senza lasciare traccia; il secondo si è trovato solo sull'altare, con morosa volatilizzata, ed è finito in una casa di cura. Quasi come forma di riparazione Fusaia e Surnacia hanno accolto nell'albergo la mancata nuora, “Ciaresa” che ha partorito due gemelli “Colomba e Poldo” e hanno adottato una orfanella “Pavaiota”. nell'albergo, ora chiuso, c'è una ospite a pagamento: la “giampira”, bella signora che ha esercitato il mestiere più antico del mondo. gravitano nell'ambiente: alvaro, amante segreto di Ciaresa, nullafacente col sogno di diventare aruspice; il dottor Bunega, medico fiscale che cerca di smascherare Surnacia; Don Falcòc, parroco confessore di Fusaia, amante del teatro amatoriale e attivo di notte nei luoghi dei traffici sessuali con l'intento di redimere le “ragazze di strada”. Questi personaggi si intrecciano continuamente senza mai dare una scossa al quotidiano trantran che dura da trent'anni, finchè... viene assunta una badante per Surnacia e Fusaia, acaro viene dimesso dalla Casa di cura e Baldo riemerge dal nulla! Così, come per miracolo... si sciolgono situazioni intricate, nascono nuovi amori e la famiglia “allargata” trova motivo di gioia nella ricreata unità...

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NotiZiE

Partito il Metromare

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La prima corsa dopo anni di attesa e polemiche. 6 le fermate riccionesi, capolinea alla stazione. In Primavera le prime corse con i mezzi elettrici, si potrà trasportare la bicicletta.

FaMiJa arCiUNEsa / 01.2020

di Nives Concolino

Dopo una lunga gestazione, anni di attesa, polemiche e battaglie, il 21 novembre è stato inaugurato il Metromare, che collega Rimini e Riccione in 23 minuti. Il percorso tra i due capolinea (in corrispondenza dei piazzali antistanti le stazioni ferroviarie) scorre parallelo alla strada ferrata attraverso 17 fermate intermedie, 6 quelle riccionesi: Riccione Station (Capolinea), Porto, Dante, Alba, D’Annunzio Nord, Marano. “Il nuovo trasporto pubblico locale si inserisce nel rimodellato piano mobilità di una zona turistica che ospita quasi 20 milioni di presenze l’anno e che prevede di eliminare progressivamente le auto dai lungomari, i luoghi più preziosi dell’offerta turistica”, lo sottolinea Pmr (Patrimonio Mobilità Rimini) che ha realizzato la struttura con Agenzia Mobilità Romagna, Comuni, Provincia, Start Romagna, e azienda del Tpl che ha in concessione le linee pubbliche ed è stata incaricata di svolgere il servizio. L’investimento. Come preventivato, la linea è costata 92 milioni di euro, elargiti dal Governo nel 2006 e resi disponibili nel 2011. Dettagli tecnici. Il Metromare corre su sede dedicata e protetta per circa 10 chilometri, consentendo di risparmiare il 60 per cento sui tempi di trasferimento con i mezzi preesistenti.

immatricolazione alimentati a metano e quattro dotati di motorizzazione ibrida a basso impatto ambientale. Di seguito verranno utilizzati i mezzi definitivi elettrici, che di fatto dovevano essere consegnati cinque mesi fa. Una volta arrivati (si prevede a fine febbraio) ed espletate tutte le formalità relative ai collaudi, il Metromare entrerà nella sua configurazione definitiva. Sicurezza. Tutte le fermate poste lungo il percorso del Metromare sono sorvegliate. E’ attivo un sistema di videosorveglianza con 98 telecamere, più sei nelle singole stazioni. Altre sono presenti a bordo dei mezzi.

Le corse per ora hanno una frequenza di 20 minuti. Da Rimini la prima corsa parte alle 6,38 e l’ultima dalle 20,44. Da Riccione la prima è alle 6,30, l’ultima alle 21,10. I veicoli. Fino a inizio primavera il servizio sarà svolto da otto bus di linea, quattro di nuova

I biglietti. Per viaggiare tra Rimini station e Miramare airport il costo è di 1,50 euro (2 a bordo, 1,30 con pagamento tramite app). Per la corsa tra Riccione station e Miramare station 1,30 (2 a bordo e 1,30 tramite app). Per viaggiare sull’intera linea con biglietto due zone il

prezzo è di 2,10 euro (3 a bordo 2,10 con app). Gli abbonamenti restano invariati, sia per studenti che per tutti gli altri utenti, in base alle due zone. L’inaugurazione. Il taglio del nastro si è tenuto il 21 novembre a Riccione, alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nonché del collega della Provincia Riziero Santi e di numerosi sindaci a partire da Andrea Gnassi. Assente Renata Tosi. Il parere di Giampaolo Rossi, direttore generale di Start Romagna: “Quello che rende unico il Metromare è la presenza di più elementi: corsia dedicata per i bus, trazione elettrica, gestione programmata delle fermate. In Europa non esiste un sistema così congegnato. Il veicolo ExquiCity18T (foto a lato, in sevizio a Parma) che viaggerà sulla rotta del Metromare nella sua configurazione definitiva è realizzato dall’A.T.I. composta dalla ditta belga Van Hool e tedesca Kiepe Electric GmbH. Per la particolarità progettuale il servizio è assimilabile a quello ferroviario (si viaggerà con bicicletta al seguito), con una gestione automatizzata dei flussi viari e della gestione dei sensi unici alternati. La sicurezza ha un peso significativo: tra una vettura e l’altra c’è sempre una distanza di sicurezza regolata da semafori e sicurezze interrate che in caso di anomalia bloccano il mezzo, come nelle fasi di senso unico alternato”. Prossimo obiettivo: “Integrare il Metromare in un sistema che vede protagonisti l’aeroporto internazionale e la Fiera di Rimini e dargli un seguito a sud fino Misano e Cattolica.


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Da Maria Ceccarini 3 milioni di euro per Riccione

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Questa la somma donata a Riccione dalla nostra benefattrice. Ospedale, asilo, porto ed illuminazione portano la sua firma. Dedichiamo ai Ceccarini una ricorrenza annuale?

FAMIJA ARCIUNESA / 01.2020

di Francesco Cesarini

Tre milioni di euro, ammonta a questa somma il lascito complessivo previsto nel testamento di Maria Boorman Wheeler Ceccarini a favore dell'Ente morale che aveva in gestione il Giardino d’infanzia Maria Ceccarini e l’Ospedale Giovanni Ceccarini di Riccione. La cifra è indicativa ma piuttosto precisa ed è calcolata rispetto il cambio valuta lire (nel testamento 650 mila lire) ed euro, tenendo naturalmente conto dell’inflazione. La somma prevista nel testamento, redatto nel 1902, serve comunque per dimensionare, se possibile, il grande cuore della nostra benefattrice nei confronti di Riccione. Sia chiaro, il testamento è solo l’epilogo di una vita breve, Maria muore nell’agosto del 1903 a soli 43 anni, vissuta con Riccione e i riccionesi sempre nel cuore. Da subito Maria Ceccarini diede sostegno alla Società di Mutuo Soccorso, finanziò la Biblioteca Popolare Circolante e la distribuzione di 300 minestre giornaliere per l’inverno.

Per approfondire: “La Riccione di Maria Boorman Ceccarini” di Giuseppe Lo Magro.

UNA FESTA PER LA CECCARINI? Ogni volta che si aggiungono capitoli alla storia di Maria Boorman ci chiediamo: “I riccionesi oggi cosa potrebbero fare per onorarla ancora?”. Di sicuro raccontarne la storia e tramandarla alle nuove generazioni perché la nostra identità, come quella della città, deve molto a questa figura. Nella storia dei Ceccarini il mese di ottobre ha raccolto diversi eventi, l’idea potrebbe essere quella di istituire tutti gli anni l’ultimo week end di Ottobre per ricordare la benefattrice Ceccarini con mostre, eventi ed iniziative per rendere omaggio ad una figura fondamentale per la nascita e crescita della nostra Riccione.

Oltre al grande sforzo economico per la costruzione dell’Asilo d’infanzia e dell’Ospedale (1893) a Maria si deve l’orologio pubblico (foto sotto) ed anche il generatore di corrente per illuminare Via Flaminia e Viale Viola, insomma illuminò Riccione. Ma non basta. Maria fu determinante con un prestito, senza interessi, di 24 mila lire anche per la costruzione del porto. Durante l’inaugurazione dell’asilo (1891) a nessun presente sfuggirono gli iniziali tremori e le lacrime che interruppero il suo discorso di apertura. Era sinceramente amata dalla popolazione riccionese, quasi oggetto di ammirazione. Gli abitanti del Paese sfruttavano ogni occasione per dimostrarle riconoscenza, organizzando semplici feste che si concludevano con animate fiaccolate notturne, tutto ciò la metteva in evidente imbarazzo. Adottò la gracile orfanella Ersilia Tonini, fornendole dapprima le migliori cure, poi l'istruzione fino a nominarla sua erede.

Orologio “Ospedale Giovanni Ceccarini” Mancano i due pinnacoli

“Ho di che mi avanza sento il dovere di darlo ai poveri.” L’OTTOBRE DEI CECCARINI 11 ottobre 1912 Il Viale Viola viene intitolato a Maria. 11 ottobre 2012 Inaugurazione della statua dedicata a Maria. 15 ottobre 1863 Giovanni e Maria si sposano. 17 ottobre 1823 Nasce Giovanni Ceccarini. 23 ottobre 1893 Taglio del nastro Ospedale Giovanni Ceccarini. 24 ottobre 1951 Muore Ersilia Tonini, figlia adottiva.

Costruito grazie a Maria Ceccarini nel 1892 oggi mancano i due pinnacoli originali, deteriorati dall’ultimo evento sismico del 2016. Ci auguriamo che tutto possa essere velocemente risistemato. Fa parte della nostra storia.


riccionechecambia

di Francesco Cesarini

In CNA non sei ma solo.

Il “Ranch Saloon” saluta tutti Da oggi il ristorante pizzeria Ranch non c'è più, verrà scritta una nuova pagina con l'ampliamento dell'hotel Corallo. Cambiamo i luoghi e noi con loro. Ma i ricordi dei lettori rimangono e sulla pagina Facebook di Famija Arciunesa sembra di sfogliare un diario, utile per capire il locale e l’atmosfera che lo caratterizzava. “Mi ricordo quando passava la diligenza in via Trento Trieste” scrive Fabrizio Migani “e noi bambini ci incantavamo a guardare i cowboys che sparavano a salve”. Era una simpatica trovata pubblicitaria e la diligenza che invitava i turisti al Ranch era condotta da “mio babbo Luis ad Marinella” ci svela Elena Mini. Chiara Tononi ricorda le pizzate di classe, le fa eco Francesco Iacoponi: “Tanti festeggiamenti per la squadra di bici e ricordi di persone splendide come Claudia e Stefano Conti e di altri che purtroppo ci hanno lasciato”. “L’amico di mio padre Fagnon” scrive Lucia Baleani: “Rimarrà nel cassetto dei miei ricordi”. Ma rimangono anche flash gastronomici come gli “Spaghetti al limone” per Daniele Tommasini o i “Maccheroncini alla wanted” per Graziella Tentoni.

Un anno di

OPPORTUNITA e VANTAGGI

TESSERAMENTO 2020

Nuova vita al “Promenade” ONSULENZA ENERGETICA L’Hotel Promenade è stato abbattuto, la proprietà intende ricostruirlo da zero. La storia del Promenade parte da lontano. Di proprietà e direzione di Gino Fabbri, detto Giurmèin, lavorava con clientela internazionale ed ospitava soprattutto inglesi, negli anni ‘60 quella tedesca tramite contatti con l’agenzia Tourops, poi TUI. Come negli altri alberghi della zona centro nei mesi di luglio e agosto la clientela era prevalentemente italiana: bolognesi, modenesi, milanesi. I Fabbri, racconta Carlo Volpe in “Riccione Marina”, avendo dei terreni agricoli utilizzavano in cucina prodotti del territorio, oggi diremmo a chilometro zero, seguendo la stagionalità. Gino Fabbri fu promotore insieme ai fratelli Savioli (Severo e Bepi) del “Premio Città di Riccione per il Cinema” e mantenne per anni contatti con artisti di fama internazionale. Il Promenade venne poi gestito dal figlio Gabriele Fabbri detto “Giurmèin Junior” con apertura annuale mentre dal 2017 la struttura è diventata proprietà di una cordata russa che ha dato il via ad un nuovo investimento. Anni ‘60. Nella foto l’Hotel Promenade a fianco del Delphinarium.

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NotiZiE

Pompili al timone dell’Ortopedia h24

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Oltre 2 mila interventi all’anno, piu’ di 200 protesi d’anca e 80 di ginocchio. Nasce il “fast track ortopedico“, si va subito in reparto. Obiettivo? Meno fila in Pronto soccorso.

FaMiJa arCiUNEsa / 01.2020

di Nives Concolino

Nuovo timoniere nell’Unità operativa di Ortopedia e Traumatologia del presidio ospedaliero di Riccione e Cattolica. In novembre si è insediato Massimo Pompili, arrivato dall’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna (Struttura semplice dipartimentale di “Revisione delle protesi d’anca e di ginocchio e sviluppo nuovi impianti)”. Già chiari gli obiettivi del nuovo dirigente che, per cominciare, in tempi brevi intende attivare il “fast track ortopedico”, ossia l’invio dei pazienti che si presentano al triage con problemi ortopedici, direttamente in reparto, dove verranno seguiti fino al termine della cura con un percorso a se stante. Di riflesso dovrebbero accorciarsi i tempi di attesa e le file del Pronto soccorso. “Questo sistema -come sottolinea il primario, che al suo attivo ha oltre cinquemila interventi chirurgici- agevolerà i pazienti soprattutto d’estate, quando con i turisti la popolazione aumenta in maniera esponenziale, e così pure la richiesta per prestazioni al Pronto Soccorso. Lavoreremo per dare risposta ai residenti per tutte le problematiche di ordine ortopedico. Quindi, catalogata la patologia in prevalenza ortopedica al triage, il paziente sarà visto direttamente dall’ortopedico che lo seguirà e, se possibile, chiuderà l’iter diagnostico terapeutico nel minor tempo possibile, in giornata o in poche ore. Questo in caso di piccole fratture, confezionamento dei gessi, applicazioni di stecche e altro”. Questo procedimento indicato dalla Regione, come conferma Alberto Belluati, direttore del Dipartimento osteoarticolari, che include l’unità operativa di Ortopedia e traumatologia di Riccione “in futuro si applicherà in tutti gli ospedali della Romagna”. Pompili, che in passato ha lavorato anche per l’Azienda ospedaliera universitaria di Parma, come responsabile della Struttura semplice dipartimentale “Programma di Traumatologia nel Dipartimento di Emergenza

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Viale Ceccarini, 200 Tel. 0541 694044

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urgenza”, mira pure a incrementare la Chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio. A proposito sottolinea: “Puntiamo ad aumentare ulteriormente la percentuale di pazienti con fratture di anca o femore presi in carico entro le 48 ore, obiettivo di qualità a livello nazionale e regionale, che già conseguiamo nell’80 per cento dei casi. Oltretutto intendiamo aumentare il volume di interventi in elezione per le protesi di anca, anche per i reinserimenti, ossia pazienti che per vari motivi devono sostituire la protesi”. La voglia di rimboccarsi le maniche e lavorare a testa bassa è tale che Pompili fa sapere di aver dato disposizione per “essere reperibile 24 ore su 24”. “Il mio numero cellulare - fa sapere - è sempre acceso”.

unitÀ ortoPeDica oSPeDaLe ceccarini (riccione) Pr. Massimo Pompili (Primario) Dr. Maurizio Battaglino (Ambulatori e Chirurgia ambulatoriale) Dr. Alfredo Di Santo (Patalogie del rachide) Dr. Renato Meringolo* (Chirurgia del ginocchio e piede) Dr. Urs Matthias Kistler (Chirurgia dell’anca e ginocchio) Dr. Shehab Eddine Marwan (Chirurgia del ginocchio) Dr. Florindo Spina (Chirurgia dell’anca e piede) Dr. Luciano Trinchese (Chirurgia e traumatologia della mano) • Attività del reparto (28 letti) • Ambulatorio CUP • Visite per pronto soccorso • Gestione ambulatoriale in sala gessi • Attività chirurgica in sala operatoria Oltre 2000 interventi all’anno di cui nel 2018, oltre 200 protesi d’anca e 80 di ginocchio,18.000 prestazioni annue (circa 12.000 con pazienti esterni)

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Atelier a 21 mani, il commercio ruota attorno al cuore

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All’Alba il negozio del Centro 21. In vetrina i prodotti per sostenere l’associazione ed anche i libri di Famija Arciunesa. E intanto 4 ragazze pronte a vivere da sole: una conquista.

Shopping dal cuore solidale all’”Atelier a 21” mani della cooperativa sociale Cuore 21 di Riccione. Aperto prima di Natale in viale Cilea (zona Alba), coinvolge una trentina di giovani portatori della sindrome di Down e cooperative sociali. In vendita oggetti artigianali, articoli da regalo fatti a mano e prodotti gastronomici preparati dalla stessa cooperativa e da altre realtà sociali con le quali Cuore 21 collabora da tempo. Non manca la merce griffata in collaborazione con il noto design Aldo Drudi (altro amico dell’associazuione), i bracciali Spadarella, creati ad hoc per il Centro 21, decorazioni e ceramiche e altri pezzi prodotti nella sede di viale Limentani. Su ordinazione, sia sul posto che online (www.cuore21.it) nonché attraverso le pagine Facebook, Cuore 21 e Centro 21, si possono acquistare anche bomboniere per tutte le occasioni. Allestito nel locale che ha ospitato l’ufficio informazioni dell’Apt, ora concesso dal Comune in comodato d’uso gratuito, il negozio rimarrà aperto in modo permanente. Come spiega la presidente Cristina Codicé, “L’Atelier a 21 mani collabora con diverse realtà, come La Pietra scartata della Papa Giovanni XXIII, Ca’ Santino, Bottega e mestieri di Faenza e lo Ial, che pur essendo Scuola regionale di Ristorazione alberghiera, offre il suo supporto. Per noi, ma anche per altre cooperative sociali, come la nostra, e per il territorio, questo negozio è una ricchezza. Dimostra quanto i ragazzi che seguiamo siano preziosi per tutti noi e per gli altri”. In primo piano l’autonomia delle persone con disabilità mentale, che passa anche attraverso l’occupazione lavorativa. Come sottolinea la Codicè, va in questa direzione un’altra iniziativa in partenza proprio in questo mese. “Si tratta dell’esperienza d’appartamento, in totale autonomia, per quattro ragazze che hanno già seguito i percorsi nella sede di viale Limentani, e sono pronte per andare a vivere da sole”.

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Un altro viaggio.

L’attività del Centro 21, continua a godere di due testimonial particolari, La Pina di Radio Deejay e il marito Emiliano Pepe, che da anni seguono il progetto musicale dei ragazzi del Centro 21. Con l’assessore Laura Galli e ai rappresentanti di cooperative e fondazioni solidali, come “Il Nazzareno” di Carpi e “Più di un sogno” di Verona, nonché la Cna, hanno preso parte all’inaugurazione dell’atelier, preceduta da una tavola rotonda sulla disabilità. “Abbiamo conosciuto questa realtà attraverso Massimo Pironi (ex sindaco di Riccione) che dobbiamo davvero ringraziare - sottolineano La Pina ed Emiliano -. Il nostro ruolo nel gruppo è quello dell’animazione, da quattro anni organizziamo grandi feste con questi ragazzi, che sono il miglior pubblico che si possa avere. Ci muoviamo sul piede dell’amicizia, perché crediamo in questo tipo di integrazione, senza aspettare le istituzioni. Non siamo noi ad aver adottato loro, ma loro ad aver adottato noi”.

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Roberto Casadei, il ragazzo che amava “Arciun City”

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Intuizioni geniali, capriole verbali e un dialetto tutto suo, come cornice di uno sconfinato amore per la vita e per Riccione che amava descrivere raccontando vizi e virtù dei suoi personaggi “immaginari”.

FaMiJa arCiUNEsa / 01.2020

di Francesco Cesarini

Ci ha lasciato Roberto Casadei. Aveva appena 47 anni ed era malato da tempo. Il figlio della Maria del bar dell’ospedale, riccionese, scrittore, copywriter, amava il teatro, attivissimo nel mondo della solidarietà: un fiume in piena. Si definiva “Romagnolo praticante dalla nascita” e ancora di più “Pataca D.O.P.”. I suoi libri ed i suoi racconti sono un inno all’identità romagnola e rimarranno a farci compagnia, ricordandone lo spirito, la simpatia e la sensibilità che in tanti hanno apprezzato sui social. “Nel nostro dna c’è qualcosa di inafferrabile, di originale ed unico” raccontava con l’immancabile panama in testa “qualcosa che inconsapevolmente apprendi fin da bambino da questa meravigliosa terra popolata da “sburoni”, “gnuranti” e “patàca”, in particolare nella mia favolosa “Arciun City”. Per questo ci eravamo sentiti, per dare il via ad una collaborazione con Famija Arciunesa, Roberto aveva risposto, come sempre, con entusiasmo contagioso, perché arrivava al cuore delle persone.

POMERIGGIO AL BUFFÉ

Una dote innata. Ma “un male della madosca” ci ha fregato. In compenso le sue parole e i suoi pensieri sono con noi (vedi racconto). C’era una valanga di gente per l’ultimo saluto a Roberto. I suoi amici piu’ vicini lo ricordano così: “Era unico, speciale, per umanità e altruismo, poi era un genio”. Sensibilissimo a tutto ciò che lo circondava, aveva una mente acuta e capace di cogliere dettagli, vizi e virtù delle persone, tanto da scriverci libri e spettacoli di successo. Insieme a lui coltivammo il sogno di creare una rock band, per noi la piu’ grande avventura che si potesse vivere a diciott’anni. Ed anche crescendo non cambiammo lo spartito. Indimenticabili i matrimoni degli amici nei quali Roberto costruiva sceneggiature di esilaranti spettacoli con il regista Lux per gli attori Bes, Frate, Mombif e Maso. La nostra “combriccola” quella che tu salutavi con il tuo fare unico, dicendo “Signori…”. “Roberto ci manchi tanto”.

tratto da: “Pensione Maristella” di Roberto Casadei

Pensione Maristella: mentre l'albergatore Gisto sta badando al buffé dell aperitivo, sua moglie, la Meris, tira fuori dal testo delle piade ed empie l'aria di un profumo che fa resuscitare i vivi. Con infinito amore, le farcisce e le taglia, davanti ai due una fila di ospiti richiamati dall'inconfondibile aroma del Sacro Simbolo di Romagna. Arriva la prima ospite, Gisto la squadra subito: 42 tecnicamente perfetta, capelli radanati, vestito da sera mentre tutti sono in costume: una gnignigní di sicuro. Apre bocca con una voce da cocorita che si è magnata un criceto: "Scusi... ci sarà mica dello strutto? E quel salume dentro? Non ne ha una Vegan con olio e.v.o.?" A Gisto sta per partire un kamadana che gli ci vorrebbe un Canadair d'acquasanta sul Maristella. Il garbino dietro la veranda del Maristella diventa gelido: a Gisto sembra di scorgere l''ombra del Passatore che carica la s-ciopa: "Buono Stefano, gli ospiti sono sacri, fa fare a me!" sussurra all'ombra, poi si rivolge alla gnignigní cocorita che ha mangiato un criceto: "Guardi, se vuole ho delle ottime bruschette di pane fatto in casa con farina integrale farcite con salsine Vegan o marmellate bio... in omaggio alla tradizione Romagnola, la piada la serviamo secondo ricetta canonica..." La gnignignì guarda Gisto come se non avesse capito, invece Gisto ha capito benissimo che sta qua ha voglia di zucca gialla. Vuole sentirsi Vegan e santarellina, invece è baghinista e non lo sa: "Guardi se proprio insiste... ma me ne dia metà, tanto per gradire.." Già lo spicchio è minimale, un ottavo di piada, la Meris prende il laser, inforca gli occhiali da vicino e con precisione certosina lo fa diventare un sedicesimo, mentre la fila di ospiti dietro vorrebbe crocifiggerla ai pitosfori a sta scassamaroni, come monito per quelli che la fanno lunga e insultano la Sacra Terra di Romagna. Per ripulire l'aere dall'onta subita, Gisto va al pc della musica e mixa il tormentone estivo facendolo diventare "un bes in bicicletta". Al nostro eroe si palesa il compagno/moroso/marito della tipa: "Signor Gisto, si può avere ancora di quel Sangiovese che fa dimenticare tutto?" è un buon bastianazzo, sarmandone, coi Sundek rossi, una bella panzetta da vero uomo e capello brizzolé, continua sconsolato: "Guardi... per la mia compagna... so che è un po'... quando ha tempo... mi può dare una piada intera con quel meraviglioso salume... si vergogna a chiederla lei... la perdoni, ste nuove mode alimentari..." Roba che si mette a piangere. Da maschio, Gisto riesce a capire il dramma umano di 'sto povero cristo, magari sta qui a casa gli sta cucinando il Tofu e lui vorrebbe una costarella, con un sorriso complice, Gisto gli versa il Santissimo Giovese e poi dice: “Gliene do' anche un bel bicchierone per la sua compagna?” Il tipo fa un gran sorriso: “Magari... è astemia!” si avvicina la Meris che ha seguito tutto con un piattone di piada: "Eccola qua la piada per la sua signora... Non si preoccupi e non si scusi di nulla: son tutte vegane fino a che incontrano sul loro cammino una Piada con la testa! “. Gisto:“E tenga anche il vino: stessa roba... son tutti astemi finché non gli dai del Sangiovese". I libri di Roberto Casadei li trovate presso Edicol, via Romagna, 52, Tel. 0541 644462. Altre info: Paola 328 0420447.


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Un logo per la spiaggia patrimonio dell’Unesco

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La candidatura sostenuta da un percorso scolastico dell’Istituto Volta-Fellini che ha prodotto ben 17 progetti. Uno sarà quello selezionato. Protagoniste le classi 5ª C e 5ªF.

FaMiJa arCiUNEsa / 01.2020

dalle Classi 5 e F/C

Nell’Aprile 2018, su iniziativa della “Cooperativa Bagnini di Riccione”, nasce il progetto “Unesco Identità di spiaggia” che coinvolge l’Amministrazione comunale e il Centro di Studi Avanzati sul Turismo dell’Università di Bologna. Obiettivo del progetto è l’identificazione del patrimonio immateriale legato alla spiaggia, per la contestuale costruzione e redazione di un dossier di candidatura degli usi sociali dell’arenile, sulla lista del patrimonio immateriale dell’Unesco. Per patrimonio immateriale si intendono pratiche, rappresentazioni, conoscenze che le comunità hanno creato per salvaguardare il territorio e che a loro volta devono essere protette. Tra le varie iniziative messe in atto, le classi 5ªC e 5ªF dell’Istituto Volta-Fellini, guidate dalla referente Ileana Belluzzi e dalle docenti del corso di grafica Loredana Maggini e Rita Seraghiti, sono state coinvolte nella realizzazione di un marchio/ logo che accompagnerà tutte le attività che la neonata Associazione per la candidatura Unesco.

La forza espressiva del marchio/ logo riesce a concretizzare l’intangibilità, dando allo stesso tempo un effetto identificativo all’ideale proposto. Il lavoro è partito da incontri informativi con esperti e da un’intervista doppia a due bagnini. Il processo ideativo è stato suppor-

tato da un brainstorming iniziale, legato alla ricerca storico-culturale del territorio, dal quale sono emerse significative parole chiave: tradizione, preservare, ospitalità e tramandare. Dopo questo primo spunto, le nostre classi sono state divise in

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gruppi, ognuno dei quali ha portato avanti un’ideazione differente. In un secondo momento, individuate le proposte definitive, dalle diverse peculiarità formali e cromatiche abbiamo sviluppato i vari marchi/logo mediante programmi digitali atti a produrre un Brand Identity che andasse ad accompagnare e rendere coerente l’immagine e la strategia. Complessivamente i lavori finali proposti sono 17, dei quali solo uno verrà selezionato. Una commissione di esperti si riunirà infatti per scegliere il marchio/logo che seguirà progetti e iniziative promosse dall’Associazione per la candidatura Unesco (fra cui l’inserimento del logo selezionato all’interno di una rotatoria di Riccione) rendendolo così visibile. Da questa esperienza sono affiorate grande curiosità da parte di noi studenti, che ci hanno permesso di mettere alla prova la nostra creatività e capacità rappresentativa, coinvolgendoci e rendendo possibile una maggiore conoscenza del tema al fine di creare un legame con questo fantastico e ricco territorio.


scuola

L’Alberghiero compie 60 anni e vola a Samarcanda

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La serata amarcord con il primo segretario Bordoni e gli alunni Emendatori, Savioli e Vandi. Per la scuola dalla Provincia quasi 3 milioni di euro per la sicurezza sismica.

L’Istituto Alberghiero Severo Savioli festeggia il sessantesimo anniversario della sua apertura, avvenuta per l’anno scolastico 1959/1960. A battersi fortemente per questa causa fu la nota albergatrice Agenore Ferretti Fascioli, all’epoca assessore della Pubblica istruzione. Proprio in virtù di questo, il preside Giuseppe Ciampoli, supportato dai docenti, alcuni anni fa ha dedicato l’aula magna all’interno della sede centrale alla famiglia Fascioli. Il cartellone degli eventi per il sessantesimo compleanno sono cominciati lo scorso primo dicembre con una serata di amarcord, durante la quale hanno portato le loro testimonianze il primo segretario, Gino Bordoni (95 anni), memoria storica dell’Istituto, gli imprenditori Giordano Emendatori e Luciano Savioli e il giornalista Edmo Vandi. Con loro il giovane ex allievo Luca Leardini, autore del libro “Up & Down” e il dottore Vittorio Costa, che ha guidato il pubblico in un viaggio d’immagini e atmosfere degli anni Sessanta e Settanta. “I festeggiamenti dei 60 anni del Savioli - sottolinea Ciampoli alla guida dell’Alberghiero da tredici anni - costituiscono un importante punto di arrivo sia per il ruolo turistico che ha assunto negli anni, a Riccione e nell’intera Romagna, sia perché in provincia è al primo posto per l’occupazione dei suoi studenti. Il nostro Istituto è nato nel 1959, dieci anni dopo, nel 1969 per la prima volta l’uomo ha posato il piede sulla Luna, la nostra

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scuola vuole essere il primo istituto alberghiero che approda su Marte”. Il dirigente rimarca quindi che gli eventi proseguiranno con grandi sorprese nel 2020, nello snocciolare intanto i numerosi premi e riconoscimenti ottenuti in tutt’Italia dagli studenti, ricorda l’impegno del progetto in corso, il Made in Italy con il quale il Ministero dell’Istruzione e degli Affari esteri intende esportare la cucina italiana in tutto il mondo. Va in questa direzione l’esperienza del Savioli portata all’Università del Turismo di Samarcanda in Uzbekistan e nella capitale Taskent. Introdotta dall’assessore Alessandra Battarra e dal preside Giuseppe Ciampoli, l’overture dei festeggiamenti è stata occasione per affogare in un brindisi tensioni e malumori scoppiati alla vigilia sull’organizzazione della festa, che il Comune aveva affidato all’associazione culturale “Insieme per Riccione”. A insorgere erano stati diversi genitori che contestavano la vicinanza dell’associazione a un partito di governo, nonché l’esclusione del marchio della Provincia (ente dal quale dipende la scuola) dalla locandina che lo pubblicizzava. Poi il qui pro quo sull’invito al presidente Riziero Santi. Il taglio della torta e un abbraccio tra il sindaco Renata Tosi e lo stesso Santi ha riportato la pace. Dalla Provincia intanto giunge notizia dell’arrivo di 2.700.000 euro da investire per migliorare la sicurezza sismica della scuola .

La nostra esperienza nel settore vanta una professionalità di altissimo livello. Serietà ed affidabilità sono il nostro biglietto da visita a garanzia di un lavoro duraturo nel tempo.

Da quarant’anni con voi.

FAMIJA ARCIUNESA / 01.2020

di Nives Concolino


Le Foto PiÙ “cLiccate”

foto Pico

Quando a Riccione dalla Germania non arrivava solo la birra.

Famija Arciunesa

Felice Carlo Pullè nacque a Modena nel 1866. Dal 1891 al 1911 medico condotto del Comune di Rimini per le frazioni di Riccione e San Lorenzo in Strada. Tra le tante incombenze del medico vi era quella di assistere le partorienti, per questo le giornate di lavoro di Pullè erano interminabili ma la fatica fisica non pesava a Felice. Cominciò da allora, dai racconti dei pazienti, la sua fama di persona amica, disponibile, soprattutto verso i meno abbienti “Il medico dei poveri” come è ricordato con affetto e ammirazione a Riccione.

foto Pico

Saluti da Viale Ceccarini.

foto Secondo Casadei

Il “Merendero” a Villa Mussolini.

Poche cose mettono d’accordo i riccionesi come la bellezza di Martina e l’unicità di Pico.

Non voleva essere pagato, ma a chi ne aveva bisogno regalava medicinali, denaro, tagli di carne, pane e farina di grano. Da qui l’appellativo “Il medico dei Poveri”. Tra i suoi pazienti anche Maria Boorman Ceccarini, la quale, su suggerimento di Pullè RIPARATORE AUTORIZZATO OPEL GM finanziò nel 1892 la costruzione dell’Ospedale Assistenza: Via Emilia 11 - Riccione Giovanni Ceccarini alui intitolato. Vendita e esposizione: Ancora oggi, sull’arcata dell’ingresso princi-Via Emilia 24 - Tel/Fax 0541 643527 pale del nostro ospedale trovate impressa lae-mail: bettiriccardo@libero.it scritta voluta da Pullè: Riccione 1982 - Auguri Riccione! In primo piano “guarire qualche volta, alleviare ENTRO EVISIONI UTO e OTO il pasticcere Eros Ricci ed il Sindaco Terzo spesso, consolare sempre”.

Betti Riccardo

Savioli: com’è difficile staccarsi dai luoghi. Per quanta attenzione facciamo, ci trattengono.

Betti Riccardo RIPARATORE AUTORIZZATO OPEL GM Assistenza: Via Emilia 11 - Riccione Vendita e esposizione: Via Emilia 24 - Tel/Fax 0541 643527 e-mail: bettiriccardo@libero.it

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MANGIAREBENE Ristorante Cavalluccio Marino

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Dove

mangiano i Riccionesi! Ristorante Canasta Specialità Pesce-Pizzeria

Sulla piccola darsena del porto di Riccione il Cavalluccio Marino vanta fin dal 1949 la continuità della gestione sotto la guida della famiglia Tosi che negli anni ha rinnovato i locali mantenendo sempre alta la qualità della cucina e valorizzando appieno la freschezza delle materie prime. Il menu è un elogio ai profumi e ai sapori del Mediterraneo: antipasti di crudità e ostriche anticipano primi piatti e raffinati secondi, tra tutti, il gran fritto reale e la grigliata con scampi e grilli d’acquario. Ampia e ricercata la carta dei vini.

RICCIONE - Viale Ceccarini 84 Tel 0541 692306 canastariccione.com In Viale Ceccarini lo storico Canasta di Geo Ottaviani e dei figli Vanessa ed Alessandro propone piatti della tradizione romagnola con materie prime altamente selezionate e proposte stagionali. Il pescato è sempre freschissimo, selezionato personalmente dallo chef. Da provare la vera pizza gourmet con prodotti 100% italiani di qualità e biologici: pomodoro San Marzano biologico, mozzarella fior di latte, bufala e burrata, farine macinate a pietra con germe di grano pressato a freddo. Gli impasti, grazie ad una lunga lievitazione naturale, risultano altamente digeribili e leggeri.

Ristorante Cristallo da Giorgio

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Ristorante Alba da Graziano e Tiziano

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RICCIONE - Viale Dante 299/C Tel. 0541 647986 Se si fa a pezzi per renderti felice, vuol dire che è una pizza! E la nostra al metro è unica. Morbida, fragrante e gustosa: da farcire in compagnia, divertendosi nel provare tutti gli ingredienti del territorio. Una tavolozza di gusti accompagnati da birre sempre fresche, il tutto servito in un ambiente accogliente e familiare.

RICCIONE - Viale Dante 36 Tel 0541 605404 ristorantecristallo.it Il Ristorante Cristallo, situato nel cuore di Riccione è a due passi dal Palacongressi. Gestito da Giorgio e la sua famiglia dal 1987. Specialità di pesce con piatti della tradizione romagnola. Da provare le paste fatta in casa e le pizze con farine integrali e al kamut. Cucina e pizze per ciliaci. Aperto tutto l’anno.


Passeggiando a cura di Giuseppe Lo Magro

Vele della Marineria riccionese in sfacelo

Erano state sistemate lungo Via Parini e in alcune rotonde per ricordare i pescatori di una volta, per far riflettere sulla dura vita di chi va in mare. Creavano interesse in chi ama passeggiare e davano vivacità all’ambiente, arredavano la città. Ora sono l’esempio della trascuratezza, hanno perso i colori originali, sono sfilacciate, bucherellate. Alcune targhette

in ceramica spezzettate, restano nella cornice per puro miracolo. L’estate è in arrivo... chissà se si farà in tempo ad evitare una figuraccia coi nostri turisti!

VIALE MILANO

Dietro il Ristorante Trampolines è stata posizionata, anni fa, una targa luminosa per segnalare agli automobilisti la velocità del loro mezzo nel momento del transito in quel punto. Non è più funzionante! Non è il caso di ripararla? Altrimenti meglio toglierla!

VIALE BERLINGUER

Sul lato Rimini ci sono due varchi nelle siepi che separano la pista ciclabile dalla carreggiata. Attraverso queste, ogni tanto, qualche imbecille o qualche “imbecilla” attraversano, creando pericolo per sé e per gli automobilisti che transitano. Il tutto in barba ad un sottopasso che è costato un occhio della testa. Per evitare incidenti mortali forse sarebbe necessario posizionare delle reti che impedissero tali imprudenze! (Come già fatto in Viale Einaudi, di fronte alla Scuola Media) oppure dei bei rovi irti di aculei...

Via Tre Baci, il pino sembra non interessare a nessuno. Abbattuto da un temporale, da mesi attende di essere rimosso.

PIAZZALE SAN MARTINO

Sulla spiaggia, lato Cattolica, è collocata questa struttura. Alta quasi 2 metri e larga 7/8, impedisce la vista del mare e risulta assai fastidiosa. Oltretutto durante le ore notturne è usata spesso da chi è afflitto da impellenti bisogni corporali, così rimangono “effluvi” sgradevoli durante il giorno. I frequentatori abituali del piazzale dicono che serve a proteggere le pompe adibite al ripascimento dell’arenile. Operazione non più in essere e le pompe non funzionano! Che sia il caso di smontare tale bruttura... peraltro inservibile? Ai posteri....


libri

“Pane bianco”, ritorno alla vita

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Il libro che narra la storia del riccionese Romolo Bianchi nel campo di sterminio di Dora a Buchenwald. Pagine di orrore, speranza e rinascita con il pane filo conduttore.

Il “pane bianco” come simbolo del ritorno alla vita. Quel pane quotidiano prima negato, poi donato con un inganno mortale nel campo di sterminio nazista, alla fine assume un profondo significato di libertà, lontano dall’orrore del lager. Per Romolo Bianchi, rinato fornaio a Riccione nell’estate del ’45, dopo due anni di atrocità nel

campo di sterminio Dora a Buchenwald il “pane bianco” è stato il ritorno alla condizione umana, la fuga dalle barbarie della guerra, la conquista di una nuova esistenza senza chiedere nulla a nessuno. Una storia raccontata da Lorena Bianchi e Luigi Maria Piarulli capaci di mettere a fuoco racconti e ricordi della prigionia di Romolo. Storie di famiglia “ma il libro non sono mai riuscito a leggerlo tutto di un fiato” ci ha confidato Glauco Bianchi, figlio di Romolo, anche lui fornaio, “Troppo doloroso per me”.

titesi benefica a quello avvelenato preparato dagli aguzzini nazisti per uccidere i deportati prima della ritirata. L’idea era di eliminarli tutti per non lasciare testimoni. Ma l’ultimo crimine venne sventato da un rigurgito di umanità di un ufficiale tedesco e Romolo tornò a casa e raccontò, racconta e vive ancora in queste pagine.

In copertina tra il filo spinato quel “pane bianco” che suona come an-

Dopo la prigionia Romolo Bianchi a Riccione, con Elvira Pelliccioni, la sua “fornarina”.

“Si invocava la morte affinché venisse a liberarci da quell’insopportabile fatica di vivere che era il nostro patire quotidiano. Ma quando veniva il momento di distenderci ci si augurava di svegliarsi ancora”.

Purifichiamo la pelle: viso e corpo

L'ingresso del campo di concentramento di Buchenwald, dove furono internate circa 238.980 persone provenienti da trenta nazionalità diverse. Fu tra i lager dove si attuò principalmente lo sterminio tramite il lavoro: "Jedem das seine","Qualcosa per tutti", la scritta all'ingresso. Il numero complessivo delle vittime fu di 43.045, secondo alcune fonti di 56.554 secondo altre tra queste 11.000 ebrei.

a cura di Lorenzo Scola

La prima vera depurazione parte dall’interno, dunque ti consigliamo di iniziare la tua cura detossinante con una dieta purificante. è difficile crederlo, ma una corretta dieta alimentare può risultare l’arma vincente. Per avere una pelle purificata dalle tossine derivanti da eccessi di cibo e “sgarri” alimentari bisognerà bere molta acqua ed assumere alimenti drenanti: soprattutto frutta e verdura. Per ripulire il fegato e l’intestino, si consiglia di puntare sulle mele, uva e germogli, da consumare preferibilmente crudi. Anche un ciclo di sciroppi detossinanti amari sono efficaci da assumere a digiuno e dopo i pasti. Altri alleati sono le fibre e i cereali integrali, che evitano l’accumulo di tossine. Molto consigliata l’assunzione di legumi (freschi o secchi) almeno un paio di volte a settimana. L’acqua e le tisane purificanti, renderanno la tua pelle non soltanto più pulita, ma anche maggiormente elastica: minimo un litro e mezzo al giorno. Esistono concentrati, depurativi/drenanti, particolarmente orientati sul sistema linfatico, che disciolti in acqua, favoriranno il processo di purificazione, evitando problemi di stipsi e ritenzione idrica (cellulite borse sotto gli occhi etc). Una accurata detersione del viso è un momento importante della giornata, che attuata in maniera appropriata, ti consentirà di eliminare tossine, batteri e cellule epiteliali. Ricordiamo che una corretta attività sportiva, due o tre volte a settimana, è un ottimo rimedio per il corpo e la mente: non soltanto costituirà una valvola di sfogo per il nostro stress psicosomatico, ma permetterà anche al nostro tessuto cutaneo di espellere impurità e tossine attraverso la sudorazione. Concedersi una doccia, o meglio, un bagno caldo e rilassante, con attenzione ai detergenti usati. Anche gli integratori per la pelle sono utili per migliorare l'elasticità, come antiossidanti e anti-radicali liberi e per aumentare la resistenza alle aggressioni esterne, di sole e smog: contengono vitamina C ed E, carotenoidi, quercitina, resveratrolo, acido lipoico, estratti vegetali e, acido ialuronico, un polisaccaride in grado di legare a sè molecole d'acqua, aloe vera e collagene, la principale proteina del tessuto connettivo.

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FAMIJA ARCIUNESA / 01.2020

di Francesco Cesarini


riccionesi

Amati, l’uomo che voleva domare le onde e far luce

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Lo storico Francesconi scova il brevetto del 1911, firmato da Amato Amati, per trasformare la forza del mare in energia elettrica. Ci riuscì ma preferì l’amore alla scienza.

FAMIJA ARCIUNESA / 01.2020

di Rodolfo Francesconi

Si sta diffondendo in questi ultimi tempi, con articoli di stampa, convegni e quant’altro, la “sensazionale” scoperta che dal movimento delle onde del mare si può ricavare energia pulita. Ma questo tema è stato affrontato da un riccionese più di cento anni fa, con tanto di brevetto n° 120619 depositato in Roma il 16 ottobre 1911 come si evince dal disegno che si allega unitamente alla dettagliata descrizione che ne fa lo storico riccionese Rodolfo Francesconi. UN PRECURSORE L’immagine del brevetto dal titolo “Utilizzazione dell’energia contenuta nelle onde marine” mostra una specie di imbarcazione carica di aggeggi vista di fianco e dall’alto. In fondo a destra la firma di Amato Amati e la data 16 ottobre 1911. “Partendo dall’osservazione che le onde marine in prossimità delle spiagge o coste hanno un andamento presocchè parallelo alle coste stesse e che un’imbarcazione posta col suo asse longitudinale normalmente sulla linea di avanzamento delle onde, cioè normalmente alla costa o alla spiaggia, deve subire l’influenza delle onde stesse per modo che l’avanzarsi di un’onda innalza prima l’estremo dell’imbarcazione rivolto verso mare che poi si abbassa dopo passata l’onda, mentre s’innalza l’altro estremo, producendo in tal modo il ben noto movimento di beccheggio delle navi, ho ideato il seguente sistema meccanico per utilizzare l’energia insita in tale movimento. (...)

Amato Amati, Roma 16.10.1911 Amato Amati era un riccionese, figlio di Emilio (l’edificatore del primo Ospizio marino di Riccione, Amati-Martinelli), fratello di Sebastiano (l’edificatore della Colonia Comasca di Rimini) e di Lucio (l’edificatore dell’Ospizio marino Nettuno alla foce del Marano) e lui stesso della Colonia Piacentina di Misano.

blicato da La riscossa. Settimanale repubblicano del 19 ottobre 1907 che raconta come un esperimento di utilizzazione della forza motrice del mare effettuato in quei giorni mediante una piattaforma collocata verso il secondo scanno davanti al costruendo Ospizio Comasco di Rimini si concluse in una tragedia, poiché investiti da una burrasca perirono (dopo essere riusciti ad accendere una lampadina di dieci

durante il suo lento e regolare movimento (il beccheggio) e non nei momenti d cattiveria? Questa fu l’idea che maturò nel cevello dell’Amato e che riuscì a realizzarla, attraverso molte prove, solo dieci anni dopo, riuscendo ad accendere anche lui una piccola lampadina. Ecco allora il deposito del brevetto che non ebbe poi alcun seguito perche l’Amato lo vendette (non si sa a

Cosa ha spinto questo Amato, allora trentottenne, a inventare e brevettare un siffatto sistema (riportato alla luce solo qualche anno fa presso l’Archivio di Stato di Roma) divenendo un precursore (esattamente di 108 anni) di tutti i sistemi di ottenimento dell’energia elettrica che vengono in questi giorni esaltati su tutta la stampa nazionale e locale e sono oggetto di convegni altamente specialistici? Ci viene in aiuto un articolo pub-

candele e mezzo) il direttore dei lavori ing Giorgo Servadio e altri due operai. A questa tragedia, svoltasi davanti a loro, assistettero i fratelli Amati (impegnati nell’edificazione dell’Ospizio) annullando definitivamente l’idea che il mare fosse una bestia feroce dotata di una forza colossale che poteva essere domata prelevando tutta l’energia che sviluppava. Perchè invece non pensare che la sua energia potesse essere raccolta

chi!) per acquistare con il ricavato uno scialle per sua moglie. Tutto questo si raccontava in famiglia (l’Amato era il nonno materno dello scrivente) come episodio curioso e senza importanza, finché la ricerca (Archivio di Stato) non diede i suoi frutti dimostrando che un riccionese aveva anticipato di un secolo l’idea che meglio dell’alta e bassa marea fosse il beccheggio a fornire l’energia che si desiderava trarre dal mare.


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RUBRICA 26

L’ha bivù l’aqua de beat alès - Ha bevuto l’acqua del Beato Alessio Chi per circostanze della vita si è ritrovato a Riccione per poi mai lasciarla e viverci

FAMIJA ARCIUNESA / 01.2020

“Mario di Roma” ...di multiforme ingegno!

di Giuseppe Lo Magro

Un uomo sulla riva del mare. Scruta l’orizzonte e sogna l’altra riva. Quando vi giunge trova una montagna e la scavalca ... e si trova sulla riva di un altro mare. Scruta di nuovo l’orizzonte e sogna la riva che c’è là dietro... e ancora sogna... e la Terra è rotonda... e si ritrova sulla prima riva. Questa è stata la filosofia di vita di Mario Porzioli in arte “Mario di Roma”, cittadino riccionese da 60 anni, avviato verso gli ottanta con qualche acciacco dovuto all’età, ma ammorbidito dalla verve di un irrequieto, pimpante ventenne. Lo conosciamo meglio nella sua casa-museo al Marano con vista a 360° su mare e colline. Mario, quando sei giunto a Riccione e perchè? Sono nato a Viterbo e in gioventù mi sono trasferito a Roma. Ho fatto il “bocia” in tante attività ai mercati, poi sono diventato parrucchiere per signora... non a caso. Da sempre ho amato le donne, svisceratamente. Il mondo femminile ha scandito le mie giornate ed è stato il “leit motiv” della mia intera esistenza. Nei saloni di Roma si chiacchiera tanto... sento parlare di Riccione, in Romagna. Pendevo dalle labbra di chi raccontava che Riccione era libertà, gioia, trasgressione... che i locali del divertimeno pullolavano di giovani donne provenienti da tutta Europa. Sono partito in un amen. Come è stato l’impatto con la nuova realtà? Ho afferrato subito la mentalità riccionese legata al lavoro. Si “faceva la stagione”; cameriere d’estate e imbianchino o muratore d’inverno. Io sono rimasto sempre coiffeur e in inverno andavo in una metropoli o in una stazione sciistica per fare esperienze importanti. Londra, Parigi, Stoccolma, Cortina, mi hanno fatto capire le mie vere potenzialità. Che nella Perla verde sono letteralmente esplose... Ho aperto il salone “Mario di Roma” (vedi foto a lato) e la creatività che sprigionavo piaceva, tanto. Ho avuto un successo strepitoso. Partecipando poi ai famosi “Gran bal en tète”, gare di “Haute couture organizzate al Notturno Dancing Savioli, il locale più in auge negli anni ‘60 e ‘70 e vincendo per ben sei edizioni il “Pettine d’oro” che era il premio più prestigioso, ho “tracimato”. Mario di Roma era sulla bocca di tutti, sempre più ricercato e anche bersaglio di chi nutriva pregiudizi anacronistici: “Oun che fa i cavél mal done l’è un fnòc” o era invidioso per il fatto che guidavo una Lamborghini Miura.


L’HA BIVÙ L’AQUA DE BEAT ALÈS

Come hai reagito? Circondandomi di donne sempre più belle, conquistandone anche qualcuna famosa e avendo il “privilegio” di distruggere la Miura, qualche anno dopo l’acquisto, in un incidente nel quale ho rischiato la vita. Il tutto mentre lanciavo la moda (e il commercio) delle parrucche, con successo continentale. E acquistavo sul Colle dei Pini la “Villa tre baci”, vecchia casa colonica che arredai di oggetti reperiti in tutta Italia, trasformandola in dimora seicentesca. Ma non ti sei adagiato sugli allori. Con Sandro, mio figlio maggiore, ho dato vita al “Plaza Salinas”, locale andaluso con spettacoli di Flamengo, cantato e danzato da artisti spagnoli, con cibi e bevande rigorosamente latini. Frequentatissimo, fu ben presto copiato e imitato. Con Andrea, secondo figlio, ho aperto il “Mercante in Fiera”, negozio di antiquariato con vicina galleria d’arte, allargato poi al modernariato anni ‘50 e ‘60 con netto anticipo su tutti. Quindi hai passato il testimone e ti sarai riposato! Il riposo non è nel mio DNA. Quando non scolpivo teste di donna lo facevo con il marmo oppure fondevo il bronzo o lavoravo il legno, in momenti di impegni artistici d’avanguardia, sfociati in concorsi e mostre. Nei ritagli di tempo sono stato opinionista su giornali e riviste locali, con spirito piccante. E ho cominciato a girare il mondo (Africa e America del sud) per soddisfare la mia voglia di conoscere i luoghi e i popoli sbrizzarrendomi a scattare migliaia di fotografie per soddisfare l’amore per il reportage e l’avventura.

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FaMiJa arCiUNEsa / 01.2020

Mario davanti a tre delle cinque vetrine del Mercante in Fiera.

Il gruppo vincente di Mario di Roma con le vincitrici del “pettine d’Oro”

“Ma così hai abbandonato Riccione!”. Solo per “brevi attimi”, così definisco le assenze dalla mia amata città. Solo a Riccione mi sento me stesso, solo a Riccione ho gli amici, solo a Riccione giro per le strade e saluto e sono salutato. Amo tanti luoghi nel mondo... ma Riccione è Riccione e non me andrò mai! Lo giuro!


I mestieri di una volta...

(1ª parte)

“I mis-cir ch’in gnè piò”

FaMiJa arCiUNEsa / 01.2020

FoTo 1 vETTuRIno Ai suoi albori Riccione come luogo di villeggiatura ebbe le carrozze a cavallo come mezzo di trasporto pubblico quasi esclusivo anche se all’orizzonte si profilavano, temibili concorrenti, i taxi. I villeggianti che non avevano “cabriolet” propri le usavano per spostarsi all’interno della colonia bagnanti e per qualche gita in campagna e paesi vicini. A condurle erano il vetturino, il fiacchieraio (fiacarésta) che straordinariamente per cerimonie come i matrimoni utilizzava solo cavalli bianchi. I vetturiali erano una “corporazione” importante ed agguerrita la quale divideva la propria attività in due parti distinte: l’estate facevano i vetturiali e l’altra parte dell’anno il birrocciai (brucèr) per trasporti promiscui e di ghiaie raccolte dall’alveo del fiume Conca. Nell’anno 1922 il gruppo dei vettoriali di Riccione era forte di 20 dischi autorizzati: Brioli Emilio, Pini Marino, Cecchini Amilcare, Saponi Ciro (in foto), Conti Primo 1, Conti Primo 2, Fuzzi Alessio, Rinaldi Mauro, Pasolini Torquato, Polverelli Felice, Pecci Primo, Galassi Pio, Palazzi Isaia, Tonini Andrea, Fabbri Matteo, Saponi Francesco, Bertozzi Cesare, Pecci Secondo, Pini Vittorio, Giovagnoli Antonio. Memorabili poi, negli anni ‘50, le sfide tra vetturini presso il mitico “Hangar” (foto 2) oggi campo sportivo Asar con tanto pubblico e gare tiratissime. Ciro Saponi (Foto 1) davanti alla stazione, sul lato mare, oltre i binari.

I MESTIERI CHE NON CI SONO PIÙ aCCaLaPPIaCanI Boia di chèn, Ciapachèn. Chi catturava i cani randagi e senza museruola. Aveva il triciclo con la gabbia per il trasporto e il lungo cappio per la cattura. aCConCIaBRoCCHE Spranghin. Col filo di ferro aggiustava attrezzi di coccio. Praticava gli appositi fori col girabacchino. Sovente anche arrotino e ombrellaio. BIRRoCCIaIo Brucèr. Conduceva il veicolo a due ruote, trainato da cavallo o somaro, per trasporto di piccole cose e brevi tragitti. CaLDERaIo, RaMaIo Caldarèr. Costruiva e aggiustava caldai di rame

CaRToLaIo aMBuLanTE Cartulèr ambulènt, il ragazzino che vendeva a provvigione cartoline illustrate sulla spiaggia. Nella foto uno dei tanti, Luciano Casadei “De Bròl”. Le esponeva su una cassettina di legno sostenuta da vecchie cinte di serrande, indossando un grembiule in tela ruvida come divisa. Famose le cartoline del negozio Minerva gestito da Virginia Angelini situato in Piazzetta del Faro (oggi Twin Set), di propria edizione, molte delle quali realizzate con scatti aerei. Negli anni ’20 e ’30 inviare i saluti tramite la cartolina era motivo di grande vanto, quasi come i selfie di odierni.

DazIERE o gaBELLIERE Dazièr o Gablèin, riscuoteva i dazi alle porte della città e poi presso i negozi. Controllava il timbro sulle carni esposte nelle macellerie e riscuoteva la tassa di soggiorno presso affittacamere, pensioni e alberghi. Nella foto Giugno Rastelli e Bruno Cesarini dazieri (dazier) in perlustrazione in Viale Roma (oggi Gramsci) in bicicletta come controllori ed esattori della Tassa di Soggiorno. Si racconta che alcuni albergatori fossero soliti a nascondere i tovaglioli in sala o apparecchiare all’ultimo momento per provare ad eludere il controllo dei coperti e quindi delle presenze. Alcuni addirittura, per eludere il dazio, arrivavano a trasportare di sera comodini e armadi con le cariole, senza mai far vedere che fossero nuove.

FoTo 2


pagina del dialetto

di Giuseppe Lo Magro

I dé dla stmèna – I giorni della settimana LUNDÉ

Lunedì

FÈ LA FESTA LUNDÉ (QUÈLA DI BARBIÈR) Far la festa lunedì (classica dei barbieri)

MARTIDÉ, MÈRT

Martedì

E MARTIDÉ LÒV (L’UTME AD CARNIVÈL) Il martedì grasso (l’ultimo di Carnevale)

MIRCULDÉ, MIRCLE, MIRCUL

Mercoledì

UI AMÈNCA UN MIRCULDÉ Gli manca un mercoledì (scarso di comprendonio)

GIOBIA, GIOBIE, GIUVDÉ

Giovedì

L’HA UN SACH AD GIOBIA Ha un sacco di giovedì (è avanti con gli anni)

VÈNDRE, VÈNER, VENERDÉ

Venerdì

AD VÈNDRE E AD MARTIDÈ UN SI SPOSA E UN SI PARTÈS (E UN SI CMÈNZA UN LAVOR) Di venerdi e di martedì non si sposa e non si parte (e non si dà inizio all’arte)

SABATA, SABDE

Sabato

E SGNÒR E PÈGA TÒT I SABATA Il Signore paga tutti i sabati ( la giustizia trionfa)

DMÈNGA

Domenica

LASA PASÈ LA DMÈNGA Lascia passare la domenica (così potrò riflettere sul da farsi)

Questa la ha i calzét... Zaire (1970), ex Congo Belga ora Repubblica Democratica del Congo. A quel tempo ero in servizio in Aeronautica Militare con la qualifica di istruttore di volo ed ero stato assegnato alla Delegazione Italiana Cooperazione Tecnica Militare Aeronautica, con base a Kinshasa. L’aeroporto militare di N’dolo distava circa una decina di chilometri dalla nostra sede logistica per cui in macchina erano necessari una ventina di minuti per arrivare a destinazione. Una mattina passando davanti un fabbricato che poteva anche essere una piccola chiesa, ho sentito una frase che li per lì ho immaginato si trattasse del Lingala o Kiswahili,

SturiÈLa PuLÉtica T’un Cunséglie comunèl d’un cèrt paes, una rapresentènta dl’uposizioun, cnusuda per ès sempre prounta a trì fura agl’ènge, la fnés e su intervènt génd me Séndach: “Se me a fòs la tu mèj at mitaria e vlèin drèinta e cafè!”. E lò ui ha ‘rspòst: “Se me a fòs e tu marid al bivaria da sèch!”. STORIELLA POLITICA In un Consiglio comunale di un certo paese, una rappresentante dell’opposizione, conosciuta per essere sempre pronta a tirar fuori le unghie, finisce il suo intevento dicendo al Sindaco: “Se io fossi tua moglie, ti metterei il veleno dentro il caffè!”. E lui le rispose: “Se io fossi tuo marito lo berrei in un battibaleno!”.

di Carlo Conti

senza parole e incredulo: “A sò stè me!” (Sono stato io). Inutile dire la gran festa e il piacere delle presentazioni in dialetto, risposi che ero nato “Ma Curièn at precis ma Pidrulèra” (A Coriano, di preciso a Pedrolara) e lui “Me ma Véla Vròc” (Io a Villa Verucchio). Apparteneva all’Ordine dei Comboniani ed era comunemente chiamato Padre Toni, da anni si trovava a Kinshasa ed era riuscito a far partire una tipografia molto considerata e una modesta ma apprezzata mensa per chi vi lavorava. Trovare un romagnolo in un paese così lontano e fare quattro chiacchere in dialetto, è un fatto che non dimenticherò mai.

lingue molto usate in Zaire: “Nu fa e patàca!”. Assurdo, all’inizio incredulo e sconcertato, ho pensato che non potesse mai trattarsi di una frase in dialetto romagnolo, però ho deciso, torno indietro così potrò fugare ogni dubbio! Fatto qualche centinaio di metri ho notato un prete vestito alla buona con le mani sui fianchi che sgridava un giovane zairese. Fermata la macchina vidi un tizio che sembrava un sacerdote e in francese, lingua ufficiale dello Zaire, ho spiegai che forse mi ero sbagliato nel dare un significato a una frase sentita poco prima. La risposta mi ha lasciò di stucco, Carlo Conti in Zaire.

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riccionesi

Enio Dellarosa, partigiano e sindaco di Riccione

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Scompare a 92 anni. 30 anni di vita amministrativa sempre a titolo gratuito e vissuti con intensa passione civile per la città. Sindaco negli anni della ricostruzione, fu determinante per la nascita dello Stadio e del Circolo Tennis.

FAMIJA ARCIUNESA / 01.2020

di Nives Concolino

Ha amministrato Riccione per trent’anni, prima come sindaco, poi come assessore. Enio (Ennio) Dellarosa, ex partigiano e già uomo di spicco del Pci, è scomparso a 92 anni l’11 dicembre. La sua legislatura, come primo cittadino ha di certo segnato gli anni della ricostruzione e dello sviluppo della città, che ha guidato, prima, dal 6 ottobre al 7 Novembre 1953 (dopo le dimissioni di Nicola Casali), poi, per un’intera legislatura. Eletto nell’aprile 1956, rimase in carica per un quinquennio. Di seguito, dal 1960 al 1964 durante la giunta di Giovanni Petrucciani, è stato vicesindaco e quindi assessore alla Polizia Municipale, al Bilancio e all’Urbanistica per una ventina di anni, fino al 1985 con i sindaci Biagio Cenni e Terzo Pierani. Fu uno degli amministratori che lottarono fortemente per porre le basi dell’attuale centro sportivo, compreso lo stadio e i 6 campi del Circolo Tennis. Di professione geometra, Dellarosa ha intrecciato sempre il suo impegno politico con l’amore per la famiglia, in particolare per la moglie Magda Fabbri e i figli Stefano, Maurizio e Fabio che rimarca: “Nostro padre ha dedicato trent’anni all’amministrazione riccionese, profondendo con intensa passione civile le sue migliori risorse fisiche e mentali, sempre e solo a titolo gratuito, perché quelli erano altri tempi e l’impegno politico veniva vissuto come un servizio alla colletti-

vità. E’stato uno dei fondatori del Pci riccionese, del quale è stato grande attivista. Essere comunista per lui significava semplicemente essere persone serie, oneste, leali, corrette e ineccepibili, trovarsi e stare dove occorreva essere e non certo là dove conveniva o tornava comodo. Significava avere un grandissimo rispetto e considerazione per chi aveva idee diverse dalle sue. Oltretutto aveva una concezione molto elevata della famiglia come istituzione, valori trasmessi a noi figli con l’esempio delle proprie azioni”.

Dellarosa, persona molto schietta, semplice e riservata (non amava stare sotto i riflettori, né la retorica e la teatralità), proveniva da una famiglia antifascista. La sua militanza cominciò a quindici anni, nel 1943, quando con alcuni compagni dell’Abissinia, costituì un gruppo di giovani comunisti che sottraeva armi ai tedeschi. Visse in pieno gli anni della costituzione dei Comitati di Liberazione Nazionale e dell’insediamento dei sindaci, eletti con le prime elezioni democratiche del 1946, nonché la nascita della Camera del Lavoro, della Cooperativa Edile di Riccione e di quella di Consumo, organizzazioni legate a doppio filo al Pci. Concluso il suo ciclo amministrativo ha continuato a militare fino poco tempo fa come semplice iscritto nelle fila del Pds, Ds e Pd. Dellarosa era anche un amante del calcio. Nota era la sua passione per il Torino, nata ai tempi della seconda Guerra mondiale, in contrapposizione al tifo diffuso a Riccione per il Bologna. Non a caso nella consiliare, dov’è stata allestita la camera ardente, la sua bara è stata coperta anche con la maglia della storica squadra piemontese. A rendergli omaggio, durante la cerimonia di addio, i sindaci succeduti, Terzo Pierani, Massimo Masini, Daniele Imola e Massimo Pironi, nonché il presidente dell’Anpi Danilo Trappoli che gli ha simbolicamente consegnato l’ultima sua tessera da partigiano, e il presidente della Provincia Riziero Santi.

Italo Moretti un grande giornalista che amava Riccione Ci ha lasciato Italo Moretti, un grande giornalista, volto storico della RAI: inviato, conduttore del Tg2 e poi direttore del Tg3. Aveva 86 anni. Italo è stato grande amico di Riccione grazie al “Premio Giornalistico Ilaria Alpi” del quale è stato attivissimo e partecipativo Presidente di Giuria. Appena ci siamo conosciuti mi disse “dammi del tu, siamo colleghi”. Per me era come oggi per un bambino parlare con Messi, figuriamoci. Poi ci sono riuscito. In verità però Italo non è mai stato “un collega” ma un maestro, con l’umiltà dei grandi. Quelli veri. Diventammo amici, addirittura organizzai per lui e la moglie un paio di vacanze a Riccione. L’iniziale imbarazzo si dissolse: Italo mi fece sentire di famiglia e io da riccionese lo feci sentire a casa. Funzionò. Ricordi bellissimi: Io e Italo a pranzo nella Valconca o a passeggio tra i monumenti di Rimini e intanto mi raccontava dell’Argentina, del Cile, i retroscena della Rai, del mestiere. Mi regalò anche un paio di libri e tanti consigli. Che spasso ! Anche quando in spiaggia, in una sorta di rassegna stampa improvvisata, commentavamo i quotidiani ogni mattina: Italo in camicia bianca, con i capelli perennemente arruffati che citava o sbraitava citando fatti, dati e circostanze come un Wikipedia bipede, anzi meglio. Ed io sempre più incredulo. Una mattina addirittura, cogliendomi di sorpresa, mi disse “A France mandami il tuo curriculum a Roma.”. E io: “Italo guardati attorno, Roma per me è qua”. Rise ma ci rimase male. Ma poi, fuori dalle date del Premio Alpi, tornò ancora in vacanza a Riccione. Capì. Venne anche ospite in una mia trasmissione, era come sognare ad occhi aperti. Anche scriverlo ora mi emoziona. Un grande incontro nel mio cammino. A te la linea. Ciao Italo.

di Francesco Cesarini


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PErsoNaGGi

Mila, una vita avventurosa

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Domestica in casa D’Annunzio, sposa il riccionese Tontini e inizia a girare l’Italia con i suoi spettacoli circensi. Poi si innamora di Riccione...

FaMiJa arCiUNEsa / 01.2020

di Romina Galluzzi

Bellia Carmela, nata in Sicilia a Riesi (CL) il 26 Febbario 1935 da tutti i riccionesi conosciuta come la Mila ci ha lasciato nel Dicembre 2019. A causa della guerra e delle barbarie dei soldati sbarcati per la liberazione, tutta la sua famiglia fuggì dalla Sicilia e, sopportando tante traversie e in grande povertà, si stabilì a Chieti. Lì, a 9 anni, Mila perse la mamma per una dolorosa malattia. Il padre si risposò con una vedova con figli e la famiglia si allargò. Non andò mai a scuola da bambina perché quando era in Sicilia si doveva occupare delle capre e a Chieti dei suoi fratellini. Grazie ad una nobildonna di Pescara, amica dei D’Annunzio, Mila cominciò a scrivere e frequentare le scuole serali. Sempre grazie a lei, a 14 anni Mila prese servizio come domestica in casa dei D’Annunzio a Pescara. A 17 anni durante una fiera a Pescara, Mila conobbe Luigi Tontini, riccionese d.o.c. da tutti conosciuto come “Black”, che al tempo lavorava nel circo degli Orfei. Sposò “Black” a 19 anni e lo seguì tra i circensi. All’inizio era l’impavida valletta-assistente del marito, lanciatore di coltelli: in costume di scena e mostrando gambe ed un fisico ben fatto, attendeva sul bersaglio il lancio dei coltelli e lo spegnimento della sigaretta accesa in bocca con l’ultimo colpo sparato da una pistola. Successivamente si misero in proprio, girando per le piazze dei luna park d‘Italia, Mila come domatrice di serpenti e Black come centauro a bordo della moto nel muro della morte dei Bailo di Riccione. Avevano anche animali che mostravano al pubblico, come il toro a 6 zampe, che molti riccionesi di

OTTAVIANI INFISSI

allora ancora ricordano, e la papera a 7 zampe. Crescendo i figli, nel frattempo nati, la Mila e Black decisero di fermarsi stabilmente a Riccione, dedicandosi a quella che era l’attività di famiglia Tontini, la vendita di pesce. Aprirono la rinomata Pescheria Mila di via dei Mille, inizialmente la più grande e più bella della città. Rimasta vedova a 48 anni, non si risposò più. Venduta la pescheria, avendo acquisito un’ottima capacità in cucina, lavorò prima come aiutante di cucina, specializzata in pesce, in noti ristoranti di Riccione, poi si dedicò alle assistenze domiciliari di conosciute famiglie riccionesi, senza tralasciare la cucina, sua vera passione. Nonostante tutti i suoi impegni, amava lo spettacolo e la danza, così quando poteva andava a fare un giro di valzer con gli amici e partecipava come attrice alle commedie dialettali di Riccione (1988 “Pidriul e i su fiul”, 1990 “Ho scapuzè t’un furminent” con la Compagnia “Gli Arciunis”). A suo modo era polilglotta, parlando siculo, abruzzese, veneto e perfetto dialetto romagnolo. Ormai più riccionese di una riccionese di nascita, era una vera arzdora romagnola: fra piade, tagliatelle e tortellini fatti a mano, molti hanno gustato i suoi manicaretti, anche i ragazzi del Riccione Calcio di cui Mila, a cavallo del millennio, si prendeva cura non solo come cuoca ma come un’amorevole nonna. Nonna amorevole ed innamorata dei suoi nipotini, negli ultimi tempi, pur debilitata dalla malattia, trovava il tempo per dedicarsi al suo piccolo orto e giardino, avendo un pollice verde fenomenale perché riusciva a far fiorire anche un arbusto che altri avevano gettato.

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AMICI CHE SE NE VANN0

di Nives Concolino

Leandro Tontini, un tassello di storia marinara Nella sua spiaggia, Bagni Giorgio (zona 60), negli anni ha accolto migliaia di turisti. Sulle labbra sempre il sorriso pronto a rafforzare il suo tipico spirito di ospitalità romagnola. Leandro Tontini, nato a Riccione nel settembre 1942, se n’è andato per sempre lo scorso 25 novembre.

Lascia la moglie Paola e i figli, Laura e Giorgio, ora al timone dello stabilimento balneare. Con il noto operatore se ne va anche un tassello della storia marinara di Riccione, un tempo segnata dall’importante attività dei vongolari. Dopo aver lavorato, intorno ai 15/16 anni, per la ditta di bevande dei Cenni, Tontini si è infatti dedicato alla vita marinara. Dalla casa colonica di famiglia, in zona Fogliano, con una “cannellara” (tipica imbarcazione), andava a pescare i cannelli fino a Grado e Trieste. Poi con la barca tuttora in dotazione alla famiglia, sempre con i fratelli, Natale e Livio, scomparso cinque/sei anni fa, si è dato alla pesca delle vongole. Attività che negli anni Sessanta,

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d’estate, s’intrecciava alla gestione della Pensione Dallas, all’Alba. Poi nel 1989, per tredici anni, ha condotto anche il Caffè del Marinaio (già caffè Roby), in viale Emilia, finché nel 2000 ha rilevato la Zona 60 e ha cominciato a fare il bagnino, ospitando anche turisti eccellenti come il cantante Paolo Belli e il giornalista e conduttore televisivo Ivan Zazzaroni. Tanti i ricordi che stava raccogliendo per farne un libro. Tra i numerosi amici che lo stimavano, anche gli scomparsi Italo Nicoletti e Marzio Cesarini. L’ultimo viaggio Tontini l’ha fatto in mare, a bordo della Varenne che con condivideva con il cugino Adriano.

Per un quarto di secolo, da don Tonino Brigliadori in poi, è stata la mamma di tutti i sacerdoti che si sono avvicendati nella parrocchia di Gesù Redentore. Un punto di riferimento i fedeli del posto e, d’estate, anche per i turisti, sempre disponibile e pronta ad adoperarsi per tutti. Anna (Luciana) Vanni in Tosi, l’ultima tradizionale perpetua della nostra diocesi, è scomparsa il 4 gennaio a 82 anni. Rimasta presto vedova, si era dedicata totalmente al servizio della parrocchia, dov’era anche andata a vivere. Capace di mettersi a servizio di chiunque avesse bisogno, ha accolto con entusiasmo anche chi ha intrecciato servizi ed esperienze come l’Albatroccolo, il Punto Giovane e

l’Evangelizzazione di strada alla parrocchia. L’ha ricordato il parroco don Franco Mastronardo durante l’ultimo saluto, tracciandone un perfetto profilo (www.albamater). Grande la commozione e il grazie dei parrocchiani, espressi anche in rete, si legge in un post: “Una vita donata è sempre ben spesa. Non un suo gesto di amore andrà perduto”. Ogni cucitura dei vestiti per le comunioni dei nostri figli (Luciana, che lascia i figli Nicoletta e Tiziano, era stata sarta), ogni pentola della parrocchia, ogni ricordo dei campeggi ci parleranno di lei. Così le porte della chiesa che per anni ha aperto e chiuso, le panche che ha sistemato, i vasi di fiori che ha riempito, la casa dei nostri parroci che ha curato, le aiuole curate e i mille gesti

FaMiJa arCiUNEsa / 01.2020

Luciana Vanni, perpetua dal cuore d’oro

che ha continuato a fare con amore per Gesù e per tutti noi anche quando nessuno la vedeva, a chiesa chiusa, a luci spente, nel silenzio e nel nascondimento. Fino all’ultimo giorno, Luciana si è fatta dono per tutti”.

Alessandro Mattiucci, un rombo di moto verso il cielo E’ stato cofondatore e per ventinove anni presidente del Moto Club “Città di Riccione”. Un grande appassionato di motori e un apprezzato volontario della Croce Rossa. Alessandro Mattiucci, 71 anni, molto conosciuto nel mondo dello sport, se n’è andato l’11 novembre per un male che non perdona. Nato nel 1948, si trasferisce da Gabicce a Riccione con la famiglia di origine. Negli anni Sessanta e nei decenni successivi ha lavorato presso le officine grandi riparazioni di Rimini delle Ferrovie dello Stato. Nel 1990 ha poi fondato il Moto Club, che al momento annovera 110 iscritti. Uno degli appuntamenti fissi, che tanto impegnavano Mattiucci, era il raduno annuale di moto. Una lunga attività più volte portata avanti in collaborazione con realtà del ciclismo e la con la Fonda-

zione Simoncelli. Lo sport per lui spesso faceva rima con solidarietà, tra le ultime sue iniziative la consegna delle uova di Pasqua ai bimbi terremotati del Maceratese. Alessandro, ha lasciato la moglie Liliana Parnazone e due figli: Davide e Simone, ed era molto conosciuto anche per il suo operato all’interno del locale comitato della Cri. Il presidente, Antonio Manzo ricorda: “Per oltre vent’anni Mattiucci è stato uno dei nostri volontari più assidui e positivi. Non chiedeva nulla, era correttissimo professionale, preparato, un esempio per tutti”. Gli amici lo descrivono come persona molto altruista e umile, sempre stato diviso tra lavoro, moto e famiglia. Così il suo vicino di casa, Riziero Santi, presidente della Provincia: “Era molto attivo e benvoluto. Un caro amico, siamo stati sempre molto legati”.


Chiudiamo un anno straordinario. Ripartiamo nel 2020 con tante novità!

since 1978

FAMIJA ARCIUNESA / 01.2020

di Roberto Betti

Concludiamo l’anno 2019 con il Torneo di Natale Csen a Pesaro il 14-15 dicembre scorso e il M. Roberto Betti non poteva chiedere di più, abbiamo avuto dei risultati eclatanti per finire l’anno col botto! In totale erano 30 partecipanti di diverse categorie e ragazzi, bambini e adulti sono stati eccezionali; quasi tutti sul podio ma soprattutto si sono divertiti, mettendosi in mostra con preparazione tecnica e dinamica ottima. Il Taekwondo Riccione si piazza infatti come 3° società classificata per le poomsae (tecnica) e 2ª società classificata nel combattimento. Che dire.. belle giornate, bella squadra, bella famiglia! Fieri di tutti voi dal più piccolino ai “grandi” (master)! Però la stagione sportiva non è conclusa! Anzi! Tanti altri eventi sono programmati durante il 2020 come, per chi piacciono le gare, il campionato italiano Csen a Roma e competizioni all’estero! Ma la vera nostra passione e il nostro orgoglio sono tutti gli atleti che vengono ogni giorno in palestra ad allenarsi, non solo chi fa le competizioni, ma chiunque crede tanto nel lavoro che facciamo, questo ci permette di essere come una grande famiglia, ci valorizza e ci rende uniti. Non è tutto per questo fine e inizio anno! Durante i mesi di gennaio e febbraio potrete conoscere il M. Roberto Betti e i suoi insegnamenti in alcune scuole medie di Riccione durante l’orario scolastico per il PROGETTO A.U.S.L. come “Sport alternativo”; sarà l’occasione per divulgare e far conoscere questa autentica disciplina in tante sfaccettature a tutti gli alunni delle scuole medie di Riccione che hanno aderito. Si ringrazia perciò la disponibilità degli insegnanti e i promotori di questo progetto: la Polisportiva Riccione. Ti aspettiamo ai corsi di Taekwondo (scuola Ex Fornace) dal Lunedì dalle ore 16:50 per i bambini dai 5-8 anni, 17:45 ragazzini da 9-13 anni, 18:45 ragazzi 14-17 anni, 19:30 agonisti/ adulti. Corso di difesa personale (v.Martinelli) ogni Martedì dalle ore 20:00. E ricordati che l’inizio dei corsi è solo quando vuoi tu! Si ringrazia ufficialmente la disponibilità del M. Geo Ottaviani, fondatore del Taekwondo Riccione dal 1978 e un particolare

dal 1985

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Atleti di Riccione nella categoria combattimento a Pesaro-

ringraziamento alla Polisportiva di Riccione la quale ci affianca e ci coordina dando la possibilità di divulgare il Taekwondo e le Difese Personali a Riccione. Informazioni più dettagliate sui corsi e orari contattate la Polisportiva di Riccione: Tel. 0541 644410 o Roberto Betti 335 5337789.

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NotiZiE

Avevo le ali ma credevo di non saperle usare

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Laboratorio teatrale al femminile allo “Spazio Tondelli” voluto dalla Commissione Pari Opportunità. “Ora che so chi sono e nessuno mi può più fermare...”.

FaMiJa arCiUNEsa / 01.2020

di Alessandra Prioli

Il 25 Novembre scorso in occasione della giornata contro la violenza di genere, è stato portato in scena lo spettacolo conclusivo di un laboratorio teatrale organizzato gratuitamente dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Riccione. Protagonista, un bellissimo gruppo di donne nato casualmente e che è riuscito a consolidarsi trovando nel corso di una decina di incontri l'occasione per ridere, conoscersi e condividere episodi di vita, anche a volte amari. Aloigi Selene, Bernardi Donatella, Debernardinis Antonella, Franchini Stella, Galli Fabiola, Giovannini Ada, Grieco Valeria, Filippini Angela, Fucacci Elisa, Ghisleni Maria Grazia, Marchetti Daniela, Marrosu Donatella, Masi Debora, Massarenti Anna, Montemaggi Milena, Nini Colomba, Rastelli Susanna, Serafini Serena, Tonti Aurelia.

Tutte le partecipanti hanno voluto rappresentare il difficile percorso verso l’autonomia di pensiero ed azione, verso l’auto affermazione. Sul palcoscenico hanno interpretato se stesse nella conquista graduale e faticosa del proprio valore e dell’amore che ognuno di noi per essere felice deve in primo luogo a se stesso. La sala gremita di gente e dietro le quinte il trambusto di cuori inesperti alle arti drammaturgiche, ma desiderosi di donarsi e raccontare; il regista e attore

Giovanni Casadei le ha accolte acerbe ed entusiaste, talune persino timorose, ed attraverso i loro scritti, fatti anche di pagine bianche, ha tessuto le fila di un evento teatrale, in cui il pubblico ha potuto emozionarsi e condividere contenuti vicini, forti e veri. Le donne si mettono in gioco, di fronte ad un pubblico attonito ed attento raccontano la vita dell’anima, le loro paure, debolezze, storie di affetti, delusioni, rivincite. Le donne spiccano il volo e tagliano i cordoni del pregiudizio,

Torna il Campo Lavoro, nato 40 anni fa a Riccione Compie quarant’anni il “Campo lavoro missionario” che, nato a Riccione nel 1981, con uno straordinario effetto domino si è espanso nell’intera Diocesi di Rimini. Immutabile nel tempo l’obiettivo: finanziare alcuni progetti dei missionari del posto, impegnati a sostenere gli “ultimi” nei Paesi sottosviluppati con la vendita di materiali di scarto. Un’idea brillante considerato che allora la politica del recupero era ancora lontana. In questi anni, con l’usato e rottami sono stati così sostenute progetti con circa due milioni di euro. L’APPUNTAMENTO QUEST’ANNO, ANCHE A RICCIONE, È PER IL 28 E 29 MARZO. Nel centro di raccolta, allestito nell’area del Luna Park, in Viale Vespucci, saranno proposti diversi mercatini dell’usato con indumenti, giocattoli, libri, elettronica e informatica, casalinghi, biciclette, oggettistica e antiquariato. Il sacco giallo del Campo Lavoro, che sarà distribuito con il porta a porta dalle parrocchie, dovrà contenere solo abiti, scarpe, borse e peluche in buono stato. “Per giocattoli, oggetti per la casa, piccoli elettrodomestici e altri oggetti rivendibili alle bancarelle dell’usato - specificano gli organizzatori - l’invito è quello di preparare scatoloni a parte con indicazione del contenuto. Il ritiro a domicilio di materiali ingombranti potrà essere richiesto per telefono al 339 702 3884 o al 339 760 7605. Non si raccolgono, per impossibilità di smaltimento, mobili e legnami, materassi, vetro, pneumatici senza cerchio, bombole del gas, grossi quantitativi di carta, né tv, frigoriferi e condizionatori (anche se funzionanti), perché serve uno speciale processo di smaltimento”. Prevista pure una sottoscrizione a premi (0,50 euro a biglietto) e la sera del 28, dopo la cena comunitaria, la Notte Gialla per i giovani con musica, balli e sketch. Per il quarantennale (info www.campolavoro. it) è stata organizzata la rassegna culturale 20Eventi fa 40 che andrà nelle scuole superiori con lo spettacolo dell’educ-attore Michele Dotti.

le convenzioni, rimuovono i freni inibitori di una cultura che le vede lottare in rapporti sbagliati o sottomettersi a pregiudizi dettati dall’educazione. E’ giunto il momento di mettere le ali, librarsi in alto, dare forma ai propri sogni. Presso il teatro ‘Spazio Tondelli’, ‘Seduta in platea in una sala gremita le ascolto raccontare brandelli di vita, momenti di forte intensità; ne ammiro il coraggio, quello di saper aprirsi e senza timore raccontare la faticosa conquista della libertà e cogliere la sfida, la gioia del volo.’

di Nives Concolino


territorio

Comitato di zona 2020: l’Abissinia si rinnova

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Si punta a rianimare il quartiere con il sostegno di tutti. Monica Corticelli alla guida della nuova realtà. “Siamo pieni di entusiasmo e tanta voglia di fare. Vogliamo allargare la partecipazione” . di Alessandra Prioli

Da sinistra: Eveline Tomassoni, Luca Romito, Franco De Luca, Saskia Baldoni, Monica Corticelli, Alessandra Conti, Federica Morri, Federica Torsani

ed attrarne di nuovi”. La precedente esperienza ha insegnato a tutti come lo spirito di squadra sia importante, ed il successo ottenuto negli anni, così come l’impegno non andranno persi, “abbiamo cercato collaborazione e contiamo sul sostegno di tutti gli operatori, ma anche su quello dei residenti, che fino ad ora erano sempre rimasti ai margini delle decisioni prese dal gruppo, composto prevalentemente da negozianti ed albergatori. Gli eventi estivi del 2019, pur realizzati all’ultimo minuto, hanno riscosso un immediato successo e quello stesso successo e soddisfazione ce li aspettiamo anche dalla prossima stagione”. Ma quali saranno le attività in programma? “Ancora non si possono rivelare quali eventi saranno previsti e quali i finanziamenti; è interesse collettivo avere cittadini che impieghino il loro tempo libero per il bene e l’orgoglio della città. L’Amministrazione comunale deve sostenere ed aiutare”.

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Quartiere Abissinia nuova vita? Sarà il tempo a dirlo. Intanto il neo Comitato di zona 2020 cerca di contagiare con il suo entusiasmo i residenti e le attività dei viali principali. Per incominciare, grazie anche all’interessamento dell’Amministrazione Comunale, a Natale si è acceso l’albero dei bambini della Scuola Elementare Cairoli e la calda atmosfera festiva vissuta nella piazzetta San Martino fa ben sperare per il futuro. Monica Corticelli, residente da anni all’Abissinia e da poco eletta Presidente del Comitato è fiduciosa. “Amo questa parte di Riccione, ho deciso di vivere qui e di dedicare il mio tempo per stimolare e contribuire a migliorare le prospettive di crescita della zona. La mia precedente attività lavorativa in un’azienda internazionale nei pressi di Bergamo, mi ha fornito un’apertura utile e costruttiva, che ho intenzione di utilizzare in questa bella sfida”, inoltre aggiunge la Presidente, “Siamo pieni di entusiasmo e tanta voglia di fare, ce la metteremo tutta per farci apprezzare, allargare il Comitato e realizzare spettacoli serali ed incontri adatti ad ogni tipo di pubblico. Per fare questo”, continua Monica, “abbiamo bisogno di collaborazione. Il nostro obiettivo va oltre la realizzazione di una scaletta di manifestazioni e mercatini, ci piace pensare di poter avere un impatto anche sulla mentalità e di riuscire a sensibilizzare i cittadini della zona Abissinia alla cura ed al mantenimento della pulizia e dell’ordine di strade, marciapiedi, aiuole, ecc.”. Franco De Luca, proprietario della boutique Dolce Vita, nonché vice presidente del Comitato di zona, sottolinea come alcuni dei proprietari delle attività commerciali del Viale Gramsci abbiano già sviluppato questa consapevolezza civica. ‘Ci rendiamo conto che non sarà semplice non vivere il confronto con il passato, ma la decisione di Ivan Severini di lasciare la presidenza era irreversibile, la nascita di un nuovo comitato è stata una necessità; questa zona ha bisogno di iniziative che possano motivare il turista a tornare


RUBRICA

LE PaGiNE Di EDMo

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Storie di vita di vissuta con qualche concessione al dialetto...

A tu per tu con le granate

FaMiJa arCiUNEsa / 01.2020

Noi ragazzi del dopo-fronte

Roberto De Grandis

Il passaggio del Fronte, nel Settembre del 1944, a Riccione vide sul nostro territorio circa tre settimane di andirivieni delle superstiti truppe tedesche e dell’eterogenea massa di soldati alleati intenti a giocare a “ticotana” di qua e di là del Rio Melo e del Marano. La strenua difesa dei militari teutonici fu sorprendente in quanto, ormai asseragliati a nord dei due torrenti riccionesi, disponevano soltanto di due o tre “Panzer” con i quali spostandosi continuamente, riuscivano a dare l’impressione di essere ancora la formidabile armata di qualche mese prima. La inevitabile ritirata pose loro però un dilemma; cosa fare della grande abbondanza di proiettili (granate, obici, fumogeni, pallottole) che non riuscivano più ad utilizzare vista l’avvenuta mancanza di armi per spararle? Il Rio Melo, allora ricco d’acqua, parve loro la soluzione migliore per non lasciarle in vista e a disposizione del nemico. Questo lo scoprimmo noi ragazzi alcuni mesi dopo quando l’ottone dei bossoli ebbe un mercato piuttosto remunerativo, insieme al rame dei fili dell’alta tensione recisi dalle granate e ormai distesi nelle vigne e nei campi dei poderi circostanti. Gli acquirenti erano sia “Giafìn” (un personaggio storico con la sua vecchia Guzzi side-car) che per i tradizionali stracciaroli di Montalbano, (per noi e “Mount di stracc”). Il problema era separare i proiettili dai bossoli, tenacemente innestati, che noi affrontavamo spericolatamente (all’insaputa dei nostri genitori) a forza di martellate già sulle rive dei fiumi. Alla maggior parte di noi andò dritta (infatti siamo qui a raccontarla) ma un paio ci lasciarono la pelle o quantomeno una gamba, un braccio o una mano. Particolarmente subdoli erano gli “Shrapnel” potenti esplosivi identici

ai “fumogeni” (una martellata sbagliata e si saltava per aria) che noi scaricavamo onde creare, per gioco, una fitta nebbia che col Garbino, ricopriva mezza città. (Una volta si alzarono gli aerei-ricognitori dall’aeroporto di Miramare per controllare cos’era successo). Col materiale pirico, i famosi “spaghetti” contenuti nei bossoli, creavamo invece dei falò per celebrare , fuori data, San Giuseppe e la Madonna, nostri quanto mai opportuni protettori in quella particolare attività.

Gli aneddoti da Stadio Quando Giorgio Grassi era Presidente della Fya Riccione ebbe un’idea geniale, tipica delle persone dotate di straordinaria umanità: istituì il “Terzo Tempo” di fine-partita consistente in un “buffet” a disposizione gratuita di tutti con piada girata sul testo e farcita con prosciutto, Nutella, stracchino e rucola, compito portato avanti successivamente dalla gestione di Francesco Cesarini e affidata ai volenterosi Ottavio, “Mara”, “Rispìc”, Sergio, e soci. Senza dimenticare il compianto “Franco” Fabbri.

Al termine di una partita, persa dalla Fya per 1 a 0, gli ospiti, dopo aver esultato negli spogliatoi, si radunarono affamati attorno a quel “desco romagnolo” meravigliati da tanta graziadidio. Uno di questi a bocca piena mi chiese: “Ma questo Terzo Tempo lo fate alla fine di ogni partita?” Volli lasciarlo ad occhi sgranati e senza parole con una bugia: “Certo, oggi c’è piada e prosciutto perché il Riccione ha perso, quando vince c’è per tutti caviale e Champagne!”- Corse subito a riferirlo anche ai compagni...

I responsabili del “Terzo tempo”: da sinistra Ottavio Fedeli, Sergio Urbinati, Giuseppe Zanni detto“Mara”, Gianni “Rispìc” Santini e il compianto “Franco” Fabbri.


LE PAGINE DI EDMO

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C’era una volta il Comitato Turistico Cittadino

TEST

Negli anni ‘60/’70 del secolo scorso ha svolto una intensa e proficua attività il Comitato Turistico Cittadino (del quale ho svolto la funzione di Segretario). E’ stato un organismo proposto da Italo Nicoletti e sostenuto “in primis” da Biagio Cenni, prima Assessore poi Sindaco. Ne facevano parte un componente di ogni associazione cittadina di categoria, compresi i Sindacati. Si riuniva, a seconda delle stagioni, fino ad una volta ogni due settimane.

a voj savè ch’us che vò dì.

Art: De Grandis

Di particolare intensità i rapporti con la stampa, enti, associazioni italiane ed estere per programmare azioni promozionali atte ad incrementare il flusso turistico, con il fattivo coinvolgimento di tutte le rappresentanze cittadine. Sarebbe peregrina l’idea di ridare vita ad un tale organismo, in maniera partecipata e collettiva attivo tutto l’anno, per una Riccione stanca e distesa su allori che ormai si sono evidentemente sbiaditi?

MARMANELLI

ho d’andè t’un Uficio per un TEST ma prima ch’am‘ava da vistì Stvò savè la verità la né sa gnènca la tu Mà ma fiola mia, e mènd l’è fat ad sfide, vistèste bèn e mèt al mudànde pulìde. Cucinare con la cappa troppo bassa!

Roberto De Grandis

I rasunamènt per capì la vita

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FAMIJA ARCIUNESA / 01.2020

Signor, fam cnès un arciunès ch’un si lamènta... ...e dèp arcojme po' azchènt ad cl’l’Alma Benedèta.

Vi erano le puntuali presenze degli Assessori al Turismo, al Commercio, alla Cultura al Bilancio a fronte dei rappresentanti di bagnini, bar di spiaggia, esercizi commerciali, ecc. di ogni zona di Riccione. Si proponeva, discuteva, si approvava, con il parere di tutti, la programmazione di eventi, manifestazioni (sia stagionali che annuali), attività promozionali sia in Italia che all’estero, decoro cittadino e quant’altro di interesse collettivo della città.

Mà, i m’ha dét che dmatèina prèst


soLiDariEtÀ

Avis, donatori in crescita

di ni.co.

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Impennata di donatori all’Avis di Riccione: nel 2019 sono 126 in più.

Sono 84 i nuovi iscritti, 42 i rientrati, vale a dire 126 persone in più del 2019 che hanno portato i volontari a 1.226. Stabili le donazioni, 1.600/1700, in quanto la raccolte sono più oculate, mirate soprattutto alle emergenze. Nel frattempo l’associazione, durante la kermesse che ad Oltremare ha richiamato 600 persone, nonché gli atleti dell’Acrobatic team Riccione, Taekwondo Riccione e scuola di Danza Aga, ha

ricevuto altre 34 richieste d’iscrizione. Per l’occasione la locale sezione dell’Avis ha premiato sedici classi quinte delle elementari che hanno partecipato al concorso di disegno, indetto per la pubblica-

zione del nuovo calendario. Oltre 370 gli elaborati, ne è stato premiato uno per classe. A tutti i concorrenti è stato consegnato uno zainetto con borraccia in acciaio inox per evitare l’uso della plasti-

ca, penne e quaderni. Come annuncia il presidente Luigi Casadei, il calendario è stato distribuito in 6000 copie. E’ ancora disponibile anche nella sede dell’Avis, accanto al vecchio ingresso del Ceccarini.

FaMiJa arCiUNEsa / 01.2020

Emporio solidale

SPESA CONSEGNATA!

Arcioun... at voj Bèn!

Siamo tornati per le strade di Riccione con le caldarroste della solidarietà ed abbiamo toccato con mano il vostro affetto. In tanti sorridendo ci avete lasciato un segno concreto della vostra considerazione per l’attività che portiamo avanti, cercando di aiutare i meno fortunati. Abbiamo consegnato la spesa, realizzata con i proventi della vendita delle caldarroste, all’Emporio Solidale di Riccione. Nelle buste sono finiti prodotti per l’igiene e alimentari per le persone bisognose. Un grande GRAZIE a tutti coloro che sono passati a trovarci in Piazzale Ceccarini. In foto da sin.: Alessandra Prioli Vice Presidente di Famija Arciunesa., Maurizio Frisoni Consulta della Solidarietà, Luigi Casadei Presidente Consulta della Solidarietà e Federico Galli consigliere di Famija Arciunesa.

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