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SCOUTISMO: UNA SCUOLA DI VITA
di Davide Tremante
Scout. Persone che vanno per boschi in pantaloncini corti in pieno inverno… Si, ma non solo! Lo scoutismo è anche un modo di fare e pensare, lo scoutismo è l’arte di arrangiarsi ma è anche lo spirito di gruppo, è competizione, cooperazione. Lo spirito scout si evince fin dal saluto che ha un forte significato simbolico, per chi non lo conoscesse il saluto scout si fa portando il pollice sul mignolo e tenendo indice, medio ed anulare dritti e attaccati fra loro, e in questo gesto si racchiudono le basi su cui si fonda l’intero movimento: il pollice sul mignolo sta ad indicare il più grande che protegge il più piccolo mentre le tre dita allungate indicano i tre punti della promessa: “Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso la mia Patria, per aiutare gli altri in ogni circostanza, per osservare la legge scout”.
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Queste sono le basi del mondo scout che vengono trasmesse ai ragazzi attraverso giochi, canti e attività di vario genere.
La vita da scout comincia in branco dove i lupetti (i bambini di età compresa tra gli 8 e gli 11 anni) imparano, attraverso giochi ed altre attività, i principi su cui si basa il movimento. In questo periodo si abituano ad avere piccole responsabilità, a fare parte di un gruppo, ad aiutare il prossimo e a fare piccoli mestieri come cucinare, pulire, apparecchiare e sparecchiare… Tutto ovviamente sotto la supervisione dei capi scout. I lupetti inoltre cominciano ad acquisire “competenze specifiche” grazie alle specialità che altro non sono che una patacca che dimostra che sai fare qualcosa di particolare. Per esempio per ottenere la specialità di cuoco potresti dover cucinare una torta per tutta la tua famiglia, o per la specialità di astronomo saper riconoscere almeno 10 costellazioni e così via; per quanto le richieste siano generalmente semplici bisogna sempre tener conto che sono attività che ad un bambino possono divertire ed appassionare molto oltre che fargli imparare qualcosa di nuovo. Inoltre i bambini scelgono in autonomia quali e quante specialità prendere ed ognuna ha il suo stemmino da sfoggiare tutto fiero sulla loro camicia (magari cucendolo anche da soli!) I lupetti cominciano anche a sperimentare le prime vacanze di branco ed i primi bivacchi; queste attività durano più giorni ed i bambini cominciano ad abituarsi a non avere sempre i genitori vicini, spesso (specialmente le prime volte) qualcuno ha nostalgia di casa ma il gruppo e l’essere sempre impegnati in giochi ed attività permette ai bambini di distrarsi e di vivere al meglio l’esperienza abituandoli alla non dipendenza dai genitori.
Dopo il branco si passa in reparto, per sperimentare anche attività più adulte come la beneficenza o l’autofinanziamento, in questa branca si fa la vera promessa e si acquisisce il “diritto” a fare il saluto scout (i lupetti hanno un saluto ed una promessa più “light”). Nel reparto le responsabilità aumentano e si cominciano le prime iniziative di beneficenza oltre alle attività ed ai giochi. Il reparto è la diretta evoluzione del branco: i bambini diventati ragazzi hanno delle vere e proprie responsabilità ed ognuno deve fare la sua parte affinché si riesca ad arrivare all’obiettivo. In reparto ogni squadriglia ha il suo capo ed il suo vice, la sua tenda, il suo angolo di squadriglia e la propria gestione interna, e si collabora tutti per un fine comune, ogni squadriglia avrà cura di gestire i propri attrezzi e, se dovessero servire fondi per rattoppare la tenda o per affilare le asce sarà la squadriglia a doversi guadagnare i soldi necessari tramite l’autofinanziamento; l’autofinanziamento viene organizzato dai ragazzi stessi che potranno decidere come guadagnare i fondi necessari: se vendendo i vecchi giocattoli di quando erano bambini o aiutando qualcuno nelle faccende di casa, o magari vendendo biscotti. L’autofinanziamento può anche essere di reparto con tutti i ragazzi di tutte le squadriglie che si impegneranno (e sfideranno) a vendere il più possibile per ristrutturare la sede o magari per beneficenza. Anche il reparto ha le sue vacanze estive che però prendono il nome di “campo”, qui non si dorme più in strutture ma in ten-

da e per cucinare ci si deve costruire la cucina con pali e corde e accendere il fuoco. Seppure possa sembrare un po’bestiale (ci si lava nei torrenti spesso e volentieri) questa esperienza è una delle esperienze più belle che si possano fare: si ha la possibilità di stare all’aria aperta quasi 24h al giorno (specialmente se la tenda è bucata) e di stringere legami molto forti con le persone che si hanno intorno. Poi ci sono tutte le attività del campo come l’ “hike” di squadriglia o la veglia alle stelle che sono attività che normalmente non capita di fare, quando mai vi è capitato di dover raggiungere una meta e dormire all’aperto provvisti di solo un telo, una corda ed una cartina con su segnato un punto da raggiungere? Il bello del reparto è che tutti avranno modo di fare tutto, non ci saranno attività che non avrai modo di sperimentare e per quanto possano essere faticose o dure ti accompagneranno per sempre nella vita. In reparto lo scout si tempra.
Dopo il reparto viene il clan, dove ci si concentra molto sull’aiuto del prossimo e le principali attività sono quelle di volontariato e sensibilizzazione. Queste attività, che ogni tanto durano anche diverse giornate, comprendono il volontariato nei centri di accoglienza o nelle carceri. Insomma, si è adulti e si apprende l’importanza del prossimo e ci si impegna al massimo ad aiutarlo. Nei periodi più duri gli scout si impegnano ad aiutare, come dopo il terremoto ad Amatrice quando scout da tutta Italia, coordinati dalla protezione civile, si sono impegnati a fare il possibile per prestare servizio. Possiamo dire, in breve, che ovunque ci sia bisogno di un sorriso e di aiuto gli scout ci sono. In questa “branca” lo scout dà la sua massima espressione come tale, abbracciando appieno quell’ideale di fratellanza su cui lo scoutismo si fonda.
Gli scout poi hanno degli sport, dei giochi e delle tradizioni tutte loro ed ogni gruppo avrà le proprie tradizioni e le proprie modalità. Essere uno scout in un gruppo o in un altro (anche nella stessa città) può essere molto diverso nei giochi o nelle attività, anche se le basi rimangono sempre le medesime. Una delle tradizioni scout che trova molte differenze tra un gruppo ed un altro è quella del totem che, in linea di massima, è lo “spirito guida” di quella persona che in alcuni gruppi è rappresentato da un animale ed un aggettivo mentre in altri gruppi è un oggetto più aggettivo, una volta assegnato il totem il ragazzo dovrà affrontare una piccola sfida per dimostrare che merita quell’ “appellativo”.

Riassumendo, possiamo dire che lo scoutismo racchiude dentro di se un bagaglio di esperienze da cui non si può che giovare permettendo ai ragazzi di vivere situazioni che difficilmente vivrebbero e di trasmettergli quello spirito di “avventura” che solo uno scout può avere, con “avventura” intendo un particolare spirito con cui affrontare la vita sia nel bene che nel male, capita ogni tanto di trovarsi in situazioni spiacevoli e di doverle affrontare e posso dire che lo scoutismo mi ha aiutato a farlo al meglio delle mie possibilità. Lo scoutismo è gruppo, è divertimento, è fatica, è un milione di cose che bisogna provare con mano; Baden Powell (fondatore degli scout) ha pensato al movimento proprio con il fine di educare i ragazzi facendogli provare con mano le cose e di insegnare loro quello spirito di fratellanza che si viene a formare nei momenti duri.
Riporto qui di seguito la legge scout, così che tu possa farti un’idea chiara di ciò su cui si basa il movimento:
• pongono il loro onore nel meritare fiducia • sono leali • si rendono utili e aiutano gli altri • sono amici di tutti e fratelli di ogni altra Guida e Scout • sono cortesi • amano e rispettano la natura • sanno obbedire • sorridono e cantano anche nelle difficoltà • sono laboriosi ed economi • sono puri di pensieri, parole ed azioni
In chiusura mi sento di dire che tutti dovrebbero provare lo scoutismo, avrete storie incredibili da raccontare, conoscerete giochi nuovi, proverete un metodo educativo unico e acquisirete competenze ma soprattutto: vi divertirete un mondo.
Un ringraziamento speciale al gruppo Scout Asti1.










