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SMART LABEL: L’ETICHETTA INTELLIGENTE PER RIDURRE GLI SPRECHI
di Leonardo Tiene
Una delle difficoltà che il genere umano sta affrontando, oltre a quello relativo ai cambiamenti climatici, è la lotta contro gli sprechi. Non è limitata però agli sprechi magari degli oggetti, come lo shopping intensivo, ma anche chiaramente agli sprechi del cibo: chi perché non ha piacere a mangiare certe cose, allergie o ancora perché l’etichetta segna determinate informazioni come la scadenza entro la quale mangiare un determinato cibo.
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Un perché interessante quindi che giustifica proprio il soggetto del nostro articolo, ossia le etichette intelligenti o più conosciute come Smart Labels. Ma cosa ci comunicano queste etichette e perché sono così importanti?
SAFER SMART LABELS
Gli alimenti che acquistiamo sono sempre accompagnati da diciture tecniche: lista di ingredienti, provenienza, animale allevato/ pianta coltivata, ed anche la data di scadenza. Ma c’è un grosso “ma”, perché oltre a non essere sempre ben visibile si dimostra spesso non essere sempre affidabile. Da questa riflessione nasce il sistema innovativo di etichettatura sviluppato da un gruppo di ricerca dell’Università di Pavia con l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare. A volte, infatti, capita di gettar via alimenti che potrebbero essere consumati senza problemi, perché le indicazioni sulla loro deperibilità risultano poco chiare. L’inconveniente è stato quindi risolto da Paolo Quadrelli, Lisa Rita Magnaghi e Raffaela Biesuz, creando un’etichetta che interagisce con il contenuto della confezione e cambia colore per indicarne il grado di freschezza. Un’idea innovativa premiata dalla Start Cup 2020, competizione organizzata dagli istituti universitari lombardi per promuovere la ricerca scientifica e tecnologica.
RIDURRE GLI SPRECHI
Un altro aspetto a molti conosciuto ma poco approfondito è... sapevate che esiste una sostanziale differenza tra “da consumare entro” e “da consumare preferibilmente entro” stampate sulle confezioni dei prodotti? Nel primo caso la legge consiglia di non portare in tavola gli alimenti oltre la data di scadenza per motivi di sicurezza, mentre nel secondo possiamo stare tranquilli: perdono solo alcune qualità specifiche, senza rischi per la salute. La Commissione Europea, però, queste indicazioni le ritiene (effettivamente) poco chiare, creando confusione fra i consumatori, che il più delle volte tendono a disfarsi del cibo ancora buono.
Per questo i tre ricercatori nel 2017 hanno brevettato Safer, un dispositivo intelligente che permette di verificare giorno dopo giorno lo stato di conservazione di carne, pesce e latte. Racconta

Lisa Rita Magnaghi in una delle sue interviste: “Safer viene inserita all’interno, anziché all’esterno del contenitore, e riesce a valutare in modo accurato la deperibilità dei cibi proteici. È dotata di un sensore che registra le informazioni, rendendole visibili attraverso un semplice cambiamento di colore: ogni tonalità corrisponde a un livello di freschezza differente”.
COM’È NATA SAFER
Ma come fa l’etichetta intelligente a compiere una “radiografia” del cibo, rendendo visibili i risultati attraverso una scala di colori? Immaginiamo, ad esempio, di acquistare una bistecca. “In tal caso ciò che Safer va a monitorare non è la carne, ma l’atmosfera che si crea intorno ad essa”, chiarisce Raffaela Biesuz. “dopo essere stato macellato, infatti, il corpo dell’animale viene attaccato gradualmente dai batteri, che quando iniziano a “smontare” le proteine rilasciano sostanze acide nell’aria. Fra queste troviamo dei composti volatili chiamati tioli, emessi in quantità sempre maggiore man mano che il prodotto si degrada. Il sensore Safer ha il compito di captarli per far cambiare tonalità all’etichetta”. Sono proprio i tioli, ricchi di zolfo, a generare l’odore putrescente tipico della carne andata a male (che però si manifesta in una fase di deperimento avanzata). In questo caso, dunque, la smart label si tinge di giallo per segnalare ai consumatori che il cibo è già diventato tossico e la cottura non elimina i rischi per la salute.
IL CIBO CONFEZIONATO QUANTO È FRESCO?
“L’etichetta prevede una gamma di sei colori diversi, dal blu intenso al giallo. Ovviamente quando gli alimenti sono molto freschi si trovano nelle prime due fasi. Quelle intermedie, invece -in cui la smart label è verde- indicano che le proteine hanno iniziato a decomporsi: possiamo mangiare la carne e il pesce o bere il latte dopo una lunga cottura a temperature elevate”. Per ottenere la matrice dei colori, la squadra ha utilizzato prima un supporto di cellulosa e poi di plastica, ma fra qualche tempo “diventerà biodegradabile, dato che abbiamo a cuore la sostenibilità ambientale”. E in futuro, come si evolverà il progetto? L’idea è quella di adattare l’etichetta a diversi alimenti con modifiche minime. “I vantaggi? Safer è uno strumento affidabile e facile da interpretare. Inoltre, l’applicazione in campo industriale avrà costi ridotti e i consumatori potranno far riferimento a parametri più precisi della semplice data di scadenza, ormai obsoleta”. Insomma, le premesse ci sono tutte: la diffusione delle etichette smart potrebbe essere un passo importante per accrescere la consapevolezza sul cibo che portiamo in tavola tutti i giorni.
QUANTO CIBO VIENE SPRECATO OGNI ANNO?
Nelle case italiane, è spiegato in una ricerca diretta da Coldiretti per il G20 tenuto a Firenze, si gettano mediamente 67 kg di cibo all’anno per abitante, per un totale di oltre 4 milioni di tonnellate che vede il nostro Paese al dodicesimo posto della classifica degli “spreconi” dei Paesi del G20 (in testa gli sceicchi dell’Arabia Saudita con 105 kg, davanti all’Australia con 102 chili e al Messico con 94 chili), mentre i più virtuosi sono la Russia (33 Kg), Sudafrica (40 Kg) e India (50 Kg). Ma se si considerano solo le Nazioni dell’Unione Europea, emerge che i cittadini del Belpaese sono più responsabili dei cugini francesi, che in un anno gettano alimentari per 85 chili a testa, e tedeschi (75 kg), mentre gli inglesi appena usciti sono a quota 77 kg.
Questo spiega ancora la necessità di porre attenzione sulle Smart Labels, più in particolare della appena citata “Safer”, utilissima per capire la qualità del prodotto senza dover per forza affidarsi alle tradizionali indicazioni riportate. Un’ottima abitudine da prendere il prima possibile, per sprecare meno cibo e ragionare di più con il buon senso.