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BAMBÙ: L’ACCIAIO VEGETALE

di Davide Tremante

Il bambù si prevede diventerà uno dei protagonisti della lotta al cambiamento climatico. È un materiale tuttofare che produce vantaggi in tutti i suoi stadi, dalla pianta che è in grado di assorbire fino al 40% in più rispetto agli alberi, al materiale in sé che ha mille vantaggi in mille settori diversi, qui ci stiamo abituando a vederlo nei giardini come pianta decorativa. Eppure, il bambù viene utilizzato da millenni in una moltitudine di ambiti diversi infatti da più di 5000 anni questa pianta accompagna l’uomo nella sua evoluzione, all’inizio era utilizzato per costruire armi, utensili ma col passare del tempo anche strutture, strumenti musicali e molto altro. Questa pianta cresce spontaneamente in alcune zone dell’Africa, del Sudamerica e dell’Asia e, dalla seconda metà del 1800, a seguito de “L’exposition Universelle” di Parigi durante la quale i Giapponesi decisero di presentarlo agli europei, lo possiamo trovare anche in Europa dove negli ultimi anni sta riscuotendo sempre più successo grazie alle sue caratteristiche tecniche (Migliori dell’acciaio e del calcestruzzo), alla sua capacità di assorbire la Co2 e molto altro. Ma veniamo al dunque, quali sono gli utilizzi di questa pianta? Nel settore della bioedilizia il bambù sta sempre più prendendo piede, d’altronde è un materiale che cresce in fretta (alcune specie fino a 50cm al giorno), è leggero, ha una resistenza paragonabile a quella di materiali molto più costosi e pesanti, è molto flessibile e, oltretutto, ha dimostrato di essere un ottimo materiale antisismico. La sua versatilità permette di utilizzarlo in diversi ambienti dell’edificio come dimostrato in più occasioni da illustri architetti e ingegneri, tra cui Elora Hardy che da anni si impegna nella costruzione di edifici costruiti interamente in bambù affrontando tutte le sfide che questo comporta. Le strutture vengono realizzate sfruttando il culmo che viene tagliato, piegato e modellato a seconda dell’utilizzo che ne viene fatto, i pavimenti sono fatti di lamellare di bambù, il tetto è un intrecciato di bambù e tutto (o quasi) è prodotto partendo da questa magnifica pianta. Questa pianta può fare veramente la differenza in alcune zone del mondo, essendo un materiale economico e leggero si presta bene alla costruzione di edifici nelle zone meno abbienti e dove è impensabile lavorare con i tradizionali mezzi da costruzione. Diverse sono le realtà che si impegnano a realizzare edifici in bambù nei paesi meno agiati dando la possibilità anche nei villaggi più sperduti di avere l’accesso a servizi come scuole o ospedali. Nel corso dei secoli gli usi del bambù, come abbiamo visto, si sono moltiplicati passando da oggetti semplici fino ad arrivare a utensili più complessi come gli strumenti musicali; infatti, dal culmo di questa pianta si ricavano alcuni dei più iconici strumenti musicali come il flauto di pan che associamo subito alla figura di Peter Pan nel celebre cartone ma non solo; questa pianta permette la costruzione di innumerevoli strumenti, da quelli a fiato a quelli a corda passando per quelli a percussione, in oriente il bambù viene utilizzato per la costruzione di alcuni degli strumenti musicali più particolari ed iconici come l’organo a bocca (che suona esattamente come ci si aspetta che suoni un mini organo), o come l’Angklung: un particolarissimo strumento musicale proveniente dall’Indonesia che ha un suono molto particolare, online si possono trovare video di questo strumento e vi consiglio di dargli un’occhiata perché è abbastanza unico nel suo genere. Anche in Africa il bambù ha trovato un utilizzo musicale: viene utilizzato

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per produrre alcuni degli strumenti più famosi come la marimba che riscuote ormai di fama internazionale ma anche strumenti a fiato come il clarinetto africano e strumenti a percussione. Il viaggio musicale di questa pianta però passa anche dal nuovo mondo dove, da tempi più recenti, viene usato per costruire, tra i tanti, sassofoni dall’aspetto molto particolare e caratteristico. Le prime testimonianze dell’uso del bambù in cucina invece, risalgono a ben 7000 anni fa quando in Cina questa pianta veniva consumata in diverse pietanze e forme: ancora oggi l’infuso di foglie di bambù viene consumato per i benefici che ha sulla nostra salute in quanto antiossidante e antinfiammatorio. Una delle parti più largamente utilizzate in cucina però, sono i germogli che hanno un gusto delicato che si presta bene a preparazioni a base di pesce ed a contorni; questi germogli hanno valori nutrizionali molto interessanti, sono poveri di calorie ma contengono diverse sostanze nutritive che, seppur non siano presenti in grandi quantità, rendono il germoglio di bambù un’interessante alternativa alle verdure più classiche. Senza spostarci dalla cucina possiamo incontrare il bambù anche come arredamento e come utensileria, negli ultimi anni il bambù sta sempre più assumendo un ruolo di primo piano nelle nostre cucine tra scodelle, piatti, taglieri ma anche posate e mille altri utilizzi grazie al suo prezzo ed al suo design accattivante che dà subito l’idea di eleganza ed ecosostenibilità, due concetti che da qui in poi dirigeranno le mode. Come abbiamo detto il bambù è anche biodegradabile ed è per questo che si punta a questo materiale per sostituire le plastiche negli oggetti di uso comune come gli spazzolini da denti o le posate usa e getta. Ormai acquistare uno spazzolino tradizionale od uno in bambù ha praticamente lo stesso costo ma un impatto ambientale imparagonabile, in molti non sanno che le plastiche utilizzate per produrre gli spazzolini non sono riciclabili e, considerando che in media ognuno dovrebbe cambiare lo spazzolino almeno ogni 3 mesi, si capisce che nel tempo si arriva ad accumulare un quantitativo spaventoso di materiali inquinanti. E questa parentesi vale un po’ per tutti i prodotti usa e getta (o comunque con usi limitati nel tempo) perché anche quelle plastiche che sarebbero riciclabili spesso non vengono riciclate a causa di una inadeguata raccolta differenziata o per via di una gestione non ottimale dei rifiuti andando così a peggiorare un problema già grave per altre cause ed ecco spiegato questo avvento di prodotti alternativi in bambù, è semplicemente perfetto: bello, economico, malleabile ed ecosostenibile, meglio di così! Ci sarebbero altri miliardi di utilizzi del bambù di cui parlare ma uno in particolare mi ha colpito… Si tratta di un progetto nato da Massoud Hassani che ha visto in un gioco la soluzione ad un problema che, purtroppo, in Afghanistan è all’ordine del giorno, le mine antiuomo. E così ha creato il “Mine Kafon” un progetto che nasce da un gioco. Per visualizzare meglio questo oggetto possiamo pensare ad un soffione, uno di quei fiori che in primavera si soffiano facendone volare i petali ovunque, ecco nella forma ricorda molto un soffione che viene poi spinto dal vento e trasportato in giro per il deserto permettendo così di innescare le mine antiuomo che incontra sul suo cammino. Ho trovato questo progetto molto interessante perché molto profondo e realistico, e dico realistico perché è un opera che ha un costo molto limitato (40$ per unità) ed è realmente applicabile laddove ce ne dovesse essere bisogno. Il mine kafon è composto da un cuore in metallo, il cui peso si aggira sui 18-20 kg, e gambe in bambù, che è perfetto per questo progetto. Il bambù è perfetto perché ha un costo molto limitato, è leggero (caratteristica essenziale) e soprattutto è resistente, quando questo apparecchio detona una mina perde solo 2 / 3 delle sue gambe, permettendogli di continuare la sua opera di bonifica. Questo progetto oltre che molto funzionale (ad oggi costituisce uno dei metodi migliori per contrastare il problema delle mine perché è l’unico realmente applicabile su larga scala) ha anche meritato un posto in diverse mostre in giro per il mondo perché, effettivamente, guardandolo nessuno penserebbe mai che il suo scopo è quello di esplodere, è troppo bello! Eppure il suo fine è proprio quello, e lo fa in modo impeccabile. Consiglio vivamente di dargli un’occhiata. Per concludere possiamo dire che questo materiale ha un impatto ambientale ed economico praticamente nullo per una moltitudine di usi possibili e come se non bastasse è il cibo preferito dai panda!

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