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POVERTÀ ENERGETICA: DI COSA SI TRATTA E LE MISURE PER CONTRASTARLA
di Leonardo Tiene
Il mondo sta affrontando la crisi climatica dopo anni e anni di inquinamento ma soprattutto di indifferenza. Il piano europeo, oltre all’agenda 2030, propone anche un equilibrio climatico da raggiungere entro il 2050, tra 28 anni, e per raggiungere quest’obiettivo serviranno non solo infrastrutture all’avanguardia e armoniose con l’ambiente stesso ma anche un supporto a quelle fasce della popolazione per cui accedere a beni come elettricità e gas è un privilegio di assoluta necessità. Si parla proprio di povertà energetica appunto, una situazione sociale particolare che vede milioni di famiglie coinvolte e bisognose di aiuto. Entra in gioco quindi anche in questo tema l’Unione Europea con la sua “Proposta sociale per il clima” e i suoi fondi (ben 72 miliardi di euro, coprendo dal 2025 al 2032) che non solo mirano a combattere questa condizione ma anche alla mobilità e ai ceti che non possono permettersi anche lo spostamento (povertà di mobilità).
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I NUMERI DELLA CRISI
Nei paesi in via di sviluppo, sono circa ottocento milioni le persone che non hanno accesso all’elettricità. Tra le cause individuate, risultano una combinazione di redditi bassi, una spesa per l’energia elevata e una esigua efficienza energetica nelle case. La povertà energetica ha gravi conseguenze anche su altri aspetti della vita quotidiana: ad esempio sulla salute. Le persone in questa condizione sono più esposte ai rischi di malattie respiratorie e malattie mentali. La consapevolezza sulla povertà energetica sta diventando sempre più estesa in Europa ed è considerata una priorità politica da numerose Istituzioni dell’Unione Europea. Nel 2018 la Commissione europea stessa ha dato vita all’Osservatorio della povertà energetica per fronteggiare questa difficoltà nei paesi europei. Il suo scopo è valutare, rilevare e diffondere le conoscenze e le buone pratiche per affrontare la povertà energetica. Il tema è ampio e di difficile stimabilità. Secondo l’Osservatorio della povertà energetica dell’UE, almeno una persona su 10 vive in questa condizione, circa il 10% della popolazione europea. Gli altri dati indicano che in Europa, 57 milioni di persone non riescono a riscaldare le loro abitazioni durante l’inverno, 104 milioni di persone non possono rendere la loro casa accogliente durante l’estate, 52 milioni di persone pagano le bollette energetiche e le utenze domestiche in ritardo.
IN ITALIA INVECE?
Nel 2019 erano oltre 2,2 milioni le famiglie in povertà energetica, pari all’8,5% del totale delle famiglie, in base alla misura ufficiale adottata con la Strategia Energetica Nazionale del 2017. Nella Piano nazionale integrato energia e clima, inviato dal Governo alla Commissione europea, l’obiettivo è ridurre la povertà energetica entro il 2030 in un intervallo fra il 7 e l’8% del totale delle famiglie
COME SI MISURA LA “POVERTÀ”?
Una famiglia è in povertà energetica se: 1) la sua spesa energetica equivalente è superiore al doppio della spesa media e, simultaneamente, la sua spesa totale, al netto della spesa energetica, è inferiore alla soglia della povertà relativa, come identificata dall’Istat; 2) una famiglia con spesa totale equivalente inferiore alla mediana ha anche spesa per riscaldamento nulla.
COMBATTERE LA POVERTÀ ENERGETICA
La proposta, elaborata congiuntamente dalla Commissione per l’ambiente (ENVI) e da quella per l’occupazione e gli affari sociali (EMPL), mira a stabilire delle definizioni comuni in tutta l’UE per la povertà energetica e la povertà da mobilità. Il Parlamento chiede un’attenzione specifica ai problemi affrontati dalle isole, dalle regioni montane e dalle aree remote meno sviluppate. Gli europarlamentari vogliono inoltre bloccare l’accesso ai fondi per quei paesi che non rispettano i diritti fondamentali e lo Stato di diritto. Ma quali sono gli aspetti che verranno coperti con i fondi stanziati? Il Fondo sociale per il clima finanzierà misure concrete per affrontare la povertà energetica e da mobilità, sia a breve che a lungo termine. Queste misure comprendono: • Riduzione delle tasse e dei canoni energetici o fornitura di altre forme di sostegno diretto per combattere l’aumento dei prezzi del trasporto su strada e del combustile per riscaldamento (misura destinata a una graduale eliminazione entro la fine del 2032). • Incentivi per la ristrutturazione e il passaggio a fonti rinnovabili negli edifici. • Incentivi per il passaggio dal trasporto privato a quello pubblico, oltre al car sharing e alle biciclette. • Sostegno allo sviluppo del mercato dell’usato per i veicoli elettrici.
