ANCHE IL RIFORNIMENTO DIVENTA FLESSIBILE Mobilità sostenibile, spazi funzionali, integrazione del verde, cultura: sono i quattro pilastri su cui si regge il format di stazione di servizio. Si chiama Full Future Stop e sta per spiccare il salto di ualità definitivo di Marco Scotti
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i Donato Piangivino non si può dire che non abbia avuto la costanza e la pervicacia di inseguire la sua idea di cambiare un business come quello delle stazioni di servizio. «Ho 26 anni – spiega a Economy – e da quando ne ho 20 mi occupo di questo mondo. Ho deciso che andavano rivoluzionate, perché sono spazi standardizzati caratterizzati da scarne pensiline di acciaio e e ifici cu ici c e conce ono a ai poco all’immaginazione. Per questo ho deciso di ripensarle completamente partendo da quattro pilastri: mobilità sostenibile, spazi funzionali, integrazione del verde, cultura». È nato così Fully Future Stop, un progetto pilota in Puglia, a Gioia Del Colle, che ora prome e i fare il al o i uali efini i o e a ioni i er i io cla ic e ono a e fino ad oggi progettate unicamente per rispondere a bisogni sopraggiunti come fare rifornimento, utilizzare i servizi o consumare un caffè per proseguire il percorso a discapito di elementi progettuali di natura architettonica a eggiamen o generale in iri a o alla configura ione in i in a i ga io i per il personale, postazioni per l’erogazione del carburante, ripetitive tettoie metalliche di copertura, servizi igienici, nel rispetto delle prescrizioni normative, ma che non aggiungono elementi di differenziazione specifici il u o a fa ore i una ra egia c e invece potrebbe cogliere nella riconoscibilità dell’impianto e dell’azienda un fattore fondamentale di sviluppo commerciale. Di fatto, il rifornimento di carburante viene considerato alla stregua di quelle operazioni necessarie, per le quali inevitabilmente la clientela arriva da sé. Questo aspetto potrebbe risultare conveniente in termini di risparmio di investimenti e risorse ma, mai come ora, è
necessario prestare maggiore attenzione a considerazioni di natura ambientale, in particolare per gli effetti apportati nel paesaggio urbano ed extraurbano da un’architettura così diffusa. i ea ro egue iangi ino uella i cambiare totalmente il paradigma. Prima di tutto vogliamo dedicarci maggiormente al rifornimento dei mezzi “non oil”, quelli elettrici che stanno progressivamente diventando dominanti. Poi vogliamo che gli spazi non siano più standardizzati, ma diventino funzionali e si prestino a diversi usi, un po’ come gli Apple Store: spazi di co-working, aree caffè. Devono diventare degli attivatori sociali urbani perché possono avere un futuro nella vita anche economica di una città. Vogliamo anche incentivare il verde e abbiamo depositato un brevetto che prevede giardini sulle pensiline, il cui concetto stesso sarà completamente rivoluzionato. In futuro la nostra idea è che diventino dei luoghi di aggregazione, magari in cui non siano ammessi combustibili fossili. infine una com onen e cul urale o o-
no diventare degli integratori urbani, luoghi in cui si possano presentare libri e tutto quello che ha a che fare con questi spazi». fianco alla ar e i ui i amen e arc itettonica, Piangivino ha scelto di dare vita a Next, che si occupa di servizi per la mobilità futura. Qui l’idea è di operare con una logica green ma anc e con una or a i fi eli a ione della clientela sulla scorta delle vecchie carte carburante, puntando in maniera crescente sull’esperienza. «Per il futuro – conclude Piangivino – stiamo portando avanti dei lavori nel punto vendita pilota, stiamo integrando ricariche ultra rapide per abbattere i tempi e stiamo costruendo una brand identity con la clientela. A breve, poi, partiremo con dei progetti paralleli che riguardano la valorizzazione, in ottica street urban, delle edicole. Vogliamo trasformarle in punti che permettano di integrare servizi alla micromobilità. Anche in questo caso la nostra base di partenza è la Puglia, ma siamo sempre alla ricerca di altri luoghi in cui portare la nostra cultura».
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