Memento Mori
La mortalità fotografata nel corso della storia
Barbanti Annachiara
Storia dell’arte contemporanea e linguaggi della comunicazione visiva
Professori: Paolo Castelli, Sergio Giusti
Corso di Laurea in Design della Comunicazione
Politecnico di Milano
A.A. 2022/23
Indice Memento Mori Fotogiornalismo Artisti contemporanei Il sacro 4 6 16 24
Memento Mori
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L’uomo al centro è il defunto, i cui occhi sono stati sostituiti con occhi di vetro puntellati.
Questo breve saggio non vuole discutere il tema del Memento Mori, ovvero la pratica vittoriana di fotografare qualcuno morto da poco, ma è dedicato ad esplorare il rapporto tra la mortalità e le sue svariate interpretazioni fotografiche nel corso della storia. La fotografia post mortem non è del tutto scomparsa, è solo cambiata. In principio, la fotografia post mortem aveva la funzione di voler ricordare l’estinto attraverso la l’impressione fotografica dei suoi tratti, dal momento che l’immagine, durevole nel tempo, colmava i vuoti generati inevitabilmente dalla memoria. La domanda è d’obbligo: perché preferire ritrarre un cadavere piuttosto che il soggetto ancora in vita? Per gli operai o i contadini una fotografia aveva un costo inaccessibile, simile al ritratto di un pittore. Questo rappresentava l’uni-
co modo per non dimenticare una persona amata dopo la morte. Al contrario, le persone di ceto più abbiente invece erano in grado di permettersi un servizio fotografico durante un periodo di vita “normale”.
5 Memento Mori
“Una bambina con una bambola”, Richard Dimberline, Londra
Robert Capa
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“The Falling Soldier”, scattata da Capa a Cordova, In Andalusia, wnel settembre 1936 mentre era in missione per la rivista Vu
Un altro contesto nel quale la morte è vissuta in prima persona è sicuramente nel fotogiornalismo. Il fotoreporter è uno di quei mestieri che richiede un grande impegno sociale e che ha a che fare quotidianamente con la sofferenza, la paura e il dolore dei soggetti fotografati. Prendiamo in analisi i lavori di Robert Capa e William Eugene Smith. Nell’estate del 1936, Capa stava appena iniziando la sua carriera. Sono state le sue straordinarie immagini dei primi cinque mesi del suo soggiorno in Spagna, nel 1936, a catapultare la sua reputazione su una piattaforma internazionale. “Death in the making” pubblicato nel 1938 come toccante tributo agli uomini e alle donne, civili e soldati, che combatterono in Spagna contro l’insurrezione fascista di Franco ha come copertina la foto più famosa di Capa, il miliziano colpito a morte. Scattata a Cordova, in Andalusia, nel 1936, Capa riesce a cogliere l’atti-
mo in cui un soldato repubblicano cade per un proiettile sparato dai franchisti. Il libro includeva solo un anno di immagini dalla posizione repubblicana, ma copriva lo spettro delle emozioni di una guerra civile, dall’eccitazione iniziale alle realtà più strazianti della guerra moderna.
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Fotogiornalismo - Robert Capa
Copertina della prima edizione di “Death in the making”, Covici Friede editore, New York, 1938
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“Il proiettile passa, ma il nemico non si fa vedere. La linea repubblicana avanza verso un punto migliore.”
“Alla fine trovammo il fronte, vicino a un villaggio chiamato Santa Eulalia, come tanti in Spagna. Il nemico era fuori dalla vista attraverso un burrone. I difensori del villaggio, soldati, contadini, giovani professionisti, qua e là una donna, giacevano nei campi di grano senza protezione; l’arte di costruire trincee era sconosciuta in questo paese senza tradizione militare.”
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Fotogiornalismo - Robert Capa
Sul sedile posteriore di un’auto, il dottor Ceriani somministra un’iniezione di morfina a una turista di Chicago di 60 anni, vista qui con suo nipote, che soffriva di un lieve disturbo cardiaco
William E. Smith
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La serie “The Country Doctor” è stata girata su incarico per Life Magazine nel 1948 e documenta la vita quotidiana del dottor Ernest Guy Ceriani, un medico che aveva in cura 2.000 persone nella cittadina di Kremmling, nelle Montagne Rocciose del Colorado. La storia era importante all’epoca per attirare l’attenzione sulla carenza nazionale di medici negli Stati Uniti. Scavando così a fondo nel suo incarico, Smith ha creato uno sguardo singolare e crudamente intimo nella vita di un uomo straordinario: lo ha visto prendersi cura dei bambini, fare iniezioni sui sedili posteriori delle auto, sviluppare le proprie radiografie, curare un uomo con un attacco di cuore e poi telefonare a un prete per dare l’estrema unzione. Oggi il saggio fotografico è ampiamente considerato come un momento decisivo nella storia del fotogiornalismo dal momen-
to che costituirà un modello da seguire. Il fotografo ha passato settimane a immergersi nella vita del suo soggetto:
Il suo scopo era vedere il mondo dalla prospettiva del suo soggetto e costringere gli spettatori a fare lo stesso.
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Fotogiornalismo - William E. Smith
Il dottor Ceriani ha risposto a una chiamata a tarda notte quando un uomo di 82 anni ha avuto un attacco di cuore in una pensione. Il maresciallo della città Chancy Van Pelt e una compagna di stanza dell’uomo stavano a guardare
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Sapendo che l’uomo che ha avuto l’infarto alla pensione non ce la farà a passare la notte, il dottor Ceriani ha chiamato un prete dalla cucina.
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Fotogiornalismo - William E. Smith
Il dottor Ceriani, aiutato dal maresciallo, trasporta in ambulanza la vittima d’infarto. Lì, il medico di avrebbe fatto in modo che il suo paziente fosse il più a suo agio possibile, sapendo che non c’era niente che potesse fare per salvarlo.
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Fotogiornalismo
La comunità senza alberi di Kremmling, Colorado, si trovava su un altopiano sotto le imponenti Montagne Rocciose
- William E. Smith
Infectious Pneumonia, “The Morgue”, 1992
Andres Serrano
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Nel ciclo di fotografie di Andres Serrano intitolate “The Morgue”, il cadavere viene immortalato così come si presenta. Il focus è concentrato sulla materialità della morte, esaltato dalla sapiente luce utilizzata per ritrarre i soggetti. Il corpo morto è un dato di fatto come la morte stessa. La fotografia predilige alcuni dettagli: nel viso, gli occhi chiusi ci rimandano al sonno, quando Serrano sceglie di inquadrare le mani dei defunti, le ritrae nella loro immobilità e nel loro colorito sbiancato. Il titolo dato a ogni foto, invece, ci racconta la causa di morte. La bellezza è una componente essenziale del lavoro di Serrano. Attraverso di essa, l’artista intensifica la tensione che seduce lo spettatore con il fascino proibito dei temi tabù. Di fatto, Serrano ha confessato che il suo obiettivo come artista è sempre stato quello della bellezza: “Credo che sia necessario cercare la bellezza anche nei luoghi meno conven-
zionali o nei candidati meno insospettabili. Se non incontro la bellezza non sono capace di scattare alcuna fotografia”. Serrano non censura mai le sue foto e non scende mai a compromessi. Muovendosi sulla sottile linea che separa il sacro e il profano, il morale e l’immorale, il lecito e l’illecito.
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Artisti contemporanei - Andres Serrano
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In alto a sinistra “Knifed to Death I”, “The Morgue”, 1992 In basso a sinistra “Homicide”, “The Morgue” 1992 In alto a destra “Knifed to Death II”, “The Morgue”, 1992
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Artisti contemporanei - Andres Serrano
Joel P. Witkin
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“The Kiss (le baiser)”, New Mexico, 1982
Quando parliamo di fotografia e morte, uno dei primi artisti contemporanei che ci vengono in mente è Joel-Peter Witkin. Le sue fotografie sono ricche di dettagli, un horror vacui compulsivo che riempie tutti gli spazi con simboli, oggetti, elementi e particolari. Intitolate “Still Life”, il fotografo americano esalta le nature morte del Seicento immortalando composizioni floreali e oggetti ripresi dalle stesse vanitas. I cadaveri vengono manipolati e inseriti in un determinato contesto che nasce dalle visioni dell’artista. Il corpo diventa oggetto di un capovolgimento di simbologie e significati. La carica documentaristica del mezzo fotografico ci offre immagini di freaks, feti e cadaveri sezionati, inseriti in un mondo ricreato dall’artista. L’attenzione per i soggetti allontanati dalla società è legata alla poetica del fotografo
che vede nei freaks e nella malformazione, una sensibilità che rimanda a qualcosa di superiore. Un ponte che lega l’umano al divino. Ritraendo questi soggetti, il fotografo contraddice e critica la cultura contemporanea, andando contro gli ideali di bellezza che la società attuale ci impone. In ogni caso il corpo inerme viene inserito in un racconto, in un mondo che ne esalta il suo valore simbolico.
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Artisti contemporanei - Joel P. Witkin
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Le nature morte sono di certo le opere più esemplificative della poetica di Witkin. Realizza composizioni che in alcuni casi richiamano Arcimboldo utilizzando arti e parti umane come materia prima.
Nella pagina precedente possiamo osservare delle foto appartenenti alla serie “Harvest”, New Mexico, 1981
Artisti contemporanei - Joel P. Witkin
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Federico Carpani
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Federico Carpani & Indra Kumar Jha, ”MAA”, 2015.
MAA è un archivio di immagini del Tempo e della Morte nell’India contemporanea di Varanasi, la città più sacra del subcontinente dove da oltre 3000 anni gli indù cremano i loro morti. Il progetto nasce dall’amicizia tra il fotografo Federico Carpani e Indra, l’unico fotografo di Varanasi a cui la comunità permette di documentare le cremazioni. I due autori si sono incontrati casualmente grazie alle foto esibite da Indra in un vicolo che conduce a Manikarnika, palcoscenico dei riti funebri. Da quel giorno, per tre anni, le immagini sono state raccolte in un archivio che oggi supera i 10.000 file jpeg. Il libro nasce dalla loro ricerca. Costituisce immagini delle morti e delle vite che si intrecciano incessantemente a Varanasi. “MAA” dissipa le idee romantiche e gli stereotipi della spiritualità indiana. Il montaggio riunisce 108 foto-ritratti: “Tutto il resto avviene all’interno di queste pagine, questo è lo strato filosofico del libro, la dea Kali, terrificante personificazione del Tempo e grande ma-
dre-creatrice, che porta al collo una ghirlanda di 108 teste. Per questo la sequenza esterna del libro è un flusso di 108 teste come tributo a lei”, dice Federico.
25 Il sacro - Federico Carpani
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Federico Carpani & Indra Kumar Jha, ”MAA”, 2015.
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Il sacro - Federico Carpani
Federico Carpani & Indra Kumar Jha, ”MAA”, 2015.
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Federico Carpani & Indra Kumar Jha, ”MAA”, 2015.
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Federico Carpani & Indra Kumar Jha, ”MAA”, 2015.
Il sacro - Federico Carpani
Sitografia
http://andresserrano.org/
https://www.meer.com/en/70650-memento-mori-in-photography
https://www.magnumphotos.com/theory-and-practice/robert-capa-death-in-the-making/
https://www.life.com/history/w-eugene-smiths-landmark-photo-essay-country-doctor/
https://federicocarpani.com/MAA
https://www.artribune.com/arti-visive/fotografia/2016/10/novembre-morte-folklore-fotografia/
https://www.artnet.com/artists/joel-peter-witkin/