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Porte aperte alle nuove generazioni —

Il Sicomoro. «Un albero da solo è bello, ma è più bello quando diventa foresta»: è questa la sintesi dell’approccio generativo maturato da il Sicomoro negli ultimi anni. È proprio da un albero che prende il suo nome la cooperativa materana punto di riferimento in Basilicata per migranti, anziani e persone con disabilità

Nel Vangelo il sicomoro è l’albero su cui sale Zaccheo per incontrare lo sguardo di Gesù. Allo stesso modo la cooperativa cerca di essere l’albero su cui anche i più fragili possono salire per abbracciare orizzonti più larghi. Il Sicomoro, cooperativa sociale nata nel 2002, oggi impiega 143 dipendenti (di cui 106 donne), con un fatturato di 6 milioni di euro. Gestisce tre residenze per anziani: la Brancaccio a Matera, con 116 posti; Casa Acerenza a Potenza con 100 posti; Santa Maria a San Chirico Raparo con 20 posti. Accoglie inoltre 112 persone migrate in diversi progetti Sai — Servizi di Accoglienza e Integrazione diffusa, di cui 37 nelle tre comunità per minori stranieri non accompagnati a San Chirico Raparo, Missanello e Irsina. Ultimo nato il centro di accoglienza straordinario a Ferrandina con 50 posti e numerosi progetti a sostegno dell’integrazione socio-lavorativa delle persone migrate.

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«Riteniamo che il tema dei giovani sia cruciale per la città di Matera, per le aree interne della Basilicata, per il futuro della cooperativa», dice Serena Vigoriti, vicepresidente de il Sicomoro « e stiamo immaginando nuovi percorsi di empowerment su due fasce di età, quella dell’adolescenza e quella post-universitaria, ovvero quelle cruciali per le scelte e il futuro». Così l’esperienza maturata dalla cooperativa nei progetti di inserimento sociale e lavorativo a favore dei migranti oggi il Sicomoro punta a diventare patrimonio comune da mettere a servizio di tutti i giovani della città. Le numerose attività commerciali, so - stenute a diverso titolo dalla cooperativa con i suoi progetti, diventano testimonianza concreta per tutti di uno sviluppo locale capace di ripartire proprio dalle competenze dei più fragili. Basti pensare al ristorante Enjoy, aperto nel centro di Matera da Said, egiziano arrivato in Italia a 13 anni o alla profumeria artigianale di Mohammad, rifugiato politico siriano; non meno significativo, poi, il birrificio agricolo e artigianale Matarè in cui lavorano Ehis e Kingsley.

«Vogliamo portare sul nostro territorio la metodologia partecipata Yepp», continua Vigoriti «che è un modo di intendere le politiche giovanili che pone al centro i temi dell’assunzione di responsabilità, della partecipazione, dell’autonomia, del passaggio di competenze». Ma l’attenzione della cooperativa per i giovani parte ancora prima. «Stiamo lavorando sulle attività riabilitative dei più piccoli che, quando non raggiungono le aspettative di apprendimento, rischiano di innescare un circolo vizioso di fallimento scolastico, perdita di autostima e rinuncia». Il metodo che qui si sta sperimentando è il Fit-to-Learn, un programma di integrazione multisensoriale che prevede la stimolazione uditiva, attraverso il metodo Tomatis.

La nostra cooperativa sociale ha ben presente che il futuro ce lo si guadagna attraverso il coinvolgimento delle nuove generazioni

Ultimo nato in cooperativa è il progetto Custodi del bello, di cui il Sicomoro è capofila in Italia di un ampio partenariato che coinvolge altre cooperative del Consorzio Communitas. Grazie al finanziamento di Fondazione Con il Sud, a Matera, Bari, Caltanissetta e Cagliari stanno nascendo tantissimi cantieri a tutela della bellezza, in un’ottica di contrasto alla povertà. Saranno infatti persone in condizioni di fragilità a prendersi cura di luoghi significativi del nostro territorio in situazione di degrado, in collaborazione con le amministrazioni comunali. Per costruire città — al contempo — più belle e più solidali.

Il Sicomoro Cooperativa Sociale

Via Ridola 22, Matera

Tel. 0835 1852902

Sito: www.ilsicomoro.net

Email: www.ilsicomoro.net

Settore Intervento: cultura, istruzione, ricerca

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