




Riuniti ancora per il piacere di suonare insieme, e per il desiderio di ricordare il loro grande amico Stefano D’Orazio, mancato nel seguito di alcune patologie aggravate dal Covid. I Pooh arrivano al Festival come super-ospiti della serata inaugurale. Abbiamo incontrato Bruno Canzian, per tutti “Red”. Red può anche essere rosso passione...
«È un nome che si è ben sposato con il mio modo di intendere la vita. Vivere esperienze lavorative o rapporti umani senza passione è come non viverli».
La passione, l’amore sono il fil rouge della sua vita?
«L’amore muove tutto nella mia vita e io mi considero fortunato perché ho amato, sono stato amato e ho trovato poi la donna giusta con la quale trascorrere la mia esistenza, quella fata che mette in pace il mio cuore: mia
la sua arma di seduzione ?
«Non ho mai forzato la mano per conquistare una donna, bensì l’ho catturata con la tenerezza e con l’attenzione».
Cosa l’attira particolarmente di una donna?
«Lo sguardo e la personalità. Ho avuto storie di un mese con modelle meravigliose, e storie di anni con donne molto meno belle. L’aspetto fisico di una donna non è mai stato determinante, secondo me la donna è sempre bella tranne quando si impegna a perdere la femminilità».
I Pooh tornano all’Ariston. «Siamo grati ad Amadeus che ci ha dato questa possibilità: con Roby, Dodi e Riccardo siamo ospiti per fare un omaggio al nostro Stefano D’Orazio che ormai da tre anni ci guarda dal cielo». Lei crede in Dio?
«Assolutamente sì. Ho fede, e prego. Prima, pregavo come tutti gli uomini vigliacchi nel momento del bisogno. Oggi mi ritrovo a pregare solo per ritrovarmi».
Lei ha un trascorso da latin lover con tante donne e colleghe famose da Mia Martini a Loredana Bertè fino a Patty Pravo: qual è Maridì Vicedomini
La splendida Villa Ormond, che ospita il Virgo Village per tutta la durata del Festival, giovedì apre i cancelli all’esclusiva festa di gala di Novella. Durante la serata, condotta da Beppe Convertini, verranno premiati: Aleandro Baldi, Annalisa Minetti,
Novella 2000 raccoglie l’opinione di chi, pur non calcando il palcoscenico dell’Ariston, nella kermesse ricopre un ruolo attivo, poiché la ospita: Alberto Biancheri, sindaco di Sanremo. In carica dal 2014, ne ha viste tante sul Festival Sindaco Biancheri, andiamo subito alla parte più politica: Zelensky sì, Zelensky no?
«Il Festival è un momento di leggerezza che offre la possibilità di evadere dai problemi di ogni giorno, ma in un evento di tale risonanza si impone una riflessione sulla fase storica che stiamo attraversando».
E a coloro i quali sostengono che Sanremo dovrebbe essere solo musica, cosa risponde?
«Zelensky manda messaggi a tutte le kermesse del globo per elevare la voce del suo popolo ferito, ed è giusto che gli venga offerta anche la ribalta dell’Ariston. Ciò non minaccia di togliere spazio all’intrattenimento né alla musica».
Cosa ci dobbiamo aspettare da questo Festival?
«Il ritorno di un grande evento col tipico fiume di gente che, ad eccezione degli anni a cavallo della pandemia, ha sempre caratterizzato la kermesse. Fuori dell’Ariston verrà allestito un palco per dar vita a una sorta di Festival all’aperto, in una piazza che può accogliere fino a 1.500 persone».
Essere primo cittadino di Sanremo è più oneroso che esserlo di un’altra città?
«Direi di sì. Sanremo è un comune di 54mila persone, che durante il Festival diventano oltre 100mila. Come sindaco il mio impegno è costante 365 giorni l’anno, ma nella settimana del Festival, non sono ammesse sbavature: devo offrire di Sanremo la migliore immagine possibile». Quant’è importante il Festival per Sanremo?
«Per Sanremo? Diciamo pure che per l’Italia intera è importantissimo».
Vincenzo Mollica, professionista che ha sempre seguito la kermesse, festeggia 30 anni di carriera. È previsto un omaggio a questo leggendario giornalista?
«Bisognerebbe chiederlo direttamente a chi di competenza alla Rai, tuttavia dal mio canto ritengo che sarebbe opportuno, visto che si parla di un personaggio di gran pregio, che per il Festival ha fatto tanto».
La sua canzone sanremese preferita di tutti i tempi?
«Direi Almeno tu nell’universo, di Mia Martini».
A chi la dedica?
«A mia moglie, in onore ai nostri 30 anni di matrimonio, per avermi sopportato».
Fabrizio BarbutoTUTTI PRONTI
Da sinistra, Chiara Francini, 43, Francesca
Fagnani, 44, Amadeus, 60, Chiara
Ferragni, 35, Gianni Morandi, 78. Sotto, Ama con la moglie Giovanna Civitillo, 45.
Ngelle alle canzoni in gara. In questi giorni siamo tutti critici musicali ed è giusto così. Sanremo è patrimonio di tutti e tutti abbiamo il diritto di dire la nostra sui brani in gara, al di là delle competenze tecniche. Tra pop, cantautori e rock (magari poco), anche quest’anno
Le
007, testi ambiziosi, la voce è un po’ sacrificata, ma si mostra vibrante nel finale. Non una canzone da vittoria, ma un piazzamento ci potrebbe stare.
Voto:
Amadeus, conduttore e direttore artistico, ha creato un mix efficace e intrigante.
Ama ha dovuto fare una selezione tra le «500 proposte ascoltate fino al tormento, giorno e notte». Quest’anno ha iniziato scegliendo i Coma_Cose: «Sono partito da lì per comporre il cast». Il raccolto finale è stato di «canzoni emotivamente importanti. Sono innamo-
tradito solo da un crescendo finale un po’ fuori tempo. Un pezzo fresco, nei limiti del contesto.
Voto:
goliardico e in parte accattivante. Di sicuro aderente alle ambizioni della canzone.
Voto:
Un po’ ingabbiato nella ritmica, nel solco del pezzo precedente, purtroppo meno vitale. (foto: Mattia Guolo).
Voto: 6-
IL TUO VOTO
Testo in linea con il passato della band, mentre musica e arrangiamento sono più contemporanei. Atmosfere odierne e un gusto musicale che sorprende. Manca però il ritornello killer.
Voto: 6IL TUO
Pezzo pensato per una voce suadente per la quale costruire una ballata. Potrebbe crescere con gli ascolti e piazzarsi bene in classifica.
Voto: 6 IL
Pop postX-Factor prodotto perfettamente, ma l’arrangiamento sembra confuso nel ritmo, e il ritornello pensato per l’applauso finale (foto: Alessio Boni).
Voto: 6 IL TUO VOTO
Una cantilena che oscilla tra il rap all’acqua di rose e le smielatezze dei nuovi cantautori sanremesi. Tocco d’astuzia il coro di bambini durante l’ultimo ritornello.
Voto: 5,5
Ritmo e cadenze “da stadio”, un po’ come Dove si balla di Dargen D’Amico lo scorso anno, ma con poco da dire e senza il ritornello trascinante. (foto: Emiliano Cabona)
Voto: 4,5
IL TUO VOTO
Ultimo punta alla vittoria, forte di uno stile musicale che si presta al gusto dei votanti dell’Ariston. Come i Modà, ma senza sfacciataggine sentimentale.
Voto: 5
ceva Sanremo Estate, programma in cui fui invitato a fare una sfilata. Scattò una stima reciproca e mi propose di firmare i suoi look».
Da professionista del fashion ritiene che il conduttore abbia stile?
«Stile e soprattutto personalità. Amadeus si guarda allo specchio e se una cosa gli piace la indossa, se al contrario non la sente sua non c’è verso di persuaderlo che gli stia bene. Dismessi i lustrini brilla di una luce data
dall’umanità».
Che definizione darebbe di “stile”?
«Si compone in primo luogo di personalità. Non c’è niente di più infelice di un individuo che veste panni non in sintonia col suo modo di essere».
Elegerebbe, per Novella 2000, il re o la regina dell’eleganza tra i big di questa edizione del Festival?
«Aspettiamo di vederli palco. Intanto, per ciò che in passato ha mostrato di sé direi Anna Oxa. Ha grande personalità, è una grande interprete di se
Un ricordo di Raffaella Carrà, della quale nel 2001 firmò gli outfit per il suo Sanremo?
Non è il solo carisma a far risplendere Amadeus sul palco dell’Ariston, ad esso si aggiunge il buongusto di Gai Mattiolo, famoso fashion designer che da tempo immemore firma gli outfit del conduttore ravennate. Anche per la 73esima edizione del Festival di Sanremo Amadeus si è affidato al suo beniamino della moda, che tra gli altri ha vestito Raffaella Carrà, Nicole Kidman, Cher, Sharon Stone, Diana Ross, Mariah Carey e vanta collaborazioni perfino col Vaticano, avendo disegnato cinque casule per
Papa Giovanni Paolo II. «Amadeus, quest’anno an cor più dei precedenti, ha deciso di brillare. Aspettatevi tanti punti luce. Abbiamo rica mato le sue giacche per mesi. Lo scintillìo dei lustrini viene al ternato a qualcosa di più sobrio, ad esempio un damascato». Il colore prevalente?
«Ovviamente il blu. Nuance preferita del conduttore». Com’è nato il sodalizio con Ama?
«Per gioco. In tempi non so spetti lo conobbi proprio nella Città dei Fiori, quando condu
Amadeus con un abito realizzato da Gai Mattiolo. Sopra, Amadeus con la moglie Giovanna Civitillo e lo stilista.
UN OMAGGIO PER IL CANTANTE CHE AVREBBE COMPIUTO 80 ANNI MORANDI: «STASERA FACCIAMO CANTARE BATTISTI A TUTTI»
Pronti, partenza, via! Inizia stasera il Festival numero 73. Il numero 4 di Amadeus che quest’anno è affiancato da Gianni Morandi. Al suo numero 3. Da conduttore. Il cantante di Monghidoro, infatti, il palco del Festival l’ha calcato anche sette volte da concorrente. La prima nel 1972. L’ultima, l’anno scorso. «Quest’anno sono felice e onorato di avere Gianni al mio fianco: lui è la storia dello spettacolo» ha detto, Amadeus nella prima conferenza
nella sala stampa allestita al Casinò. «Morandi è di quelli che fa la storia del nostro Paese. Cantante, attore, conduttore». Artista vero, insomma. «Con lui mi trovo bene, al di là di quello che rappresenta. Amo circondarmi di persone che non solo abbiano il senso dello spettacolo, ma condividano con me lo stesso modo di lavorare, con semplicità, trasparenza, emozione ed entusiasmo. E Gianni ce l’ha. È amatissimo, ma allo
stesso tempo è una persona di grande disponibilità».
Disponibile al punto che non solo condurrà insieme ad “Ama”. Ma canterà anche. E non solo nella serata di mercoledì (domani) con Al Bano e Massimo Ranieri. Giovedì canterà con Sangiovanni Fatti rimandare dalla mamma a prendere il latte 2.0, riedizione del suo storico brano che compie sessant’anni. «Sono felice di portarla a Sanremo. Questa canzone per me è stata una specie di incubo: qualsiasi cosa avessi cantato, il pubblico voleva sempre Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte. Si
«La conobbi poco prima del Festival. Quando mi contattò portava ancora le scarpe con il rialzo e le spalline enormi. In un primo momento la convinsi a rinunciare a entrambi gli artifici, tuttavia quando pensavo di esserci riuscito, vedendo da casa la diretta, mi accorsi che aveva fatto applicare le spalline al bellissimo abito bianco tempestato di cristalli che avevo ideato per lei».
«Tutt’altro, mi fece tenerezza. Sanremo riuscì a intimidire perfino una mattatrice come lei, tanto che alla fine si ritagliò una zona di comfort per placare l’ansia; me lo raccontò il giorno successivo. Le spalline, per la Carrà, svolsero la funzione di
vede che queste due parole, “mamma e latte” funzionano sempre». Il Festival, appuntamento di evasione e leggerezza, è anche il momento del ricordo. Stasera va in scena quello dedicato a Lucio Battisti. Venerdì, nella serata dei duetti, verrà omaggiata la memoria di Lucio Dalla. Stasera va in scena il ricordo di un altro Lucio, Battisti. Entrambi quest’anno avrebbero compiuto ottant’anni. «E per Battisti ricorre anche il venticinquesimo anniversario della morte», ha ricordato Morandi. Che ha fatto un piccolo spoiler: «L’idea è di far cantare tutto l’Ariston. Sarà un bel ricordo». A stasera.
Come coppia al Festival sono l’asso piglia tutto: di talento, belli, giovani, due figli da mangiare di baci, canzoni divertenti, 40 milioni di followers solo su Instagram. Hanno detto che a Sanremo stanno in case separate, chissà perché: forse non vogliono distrazioni... Ma lui ha già chiarito che la va a trovare. E ci mancherebbe.
Più li criticano e più mi piacciono (a parte la figuraccia che lui ha fatto con una battuta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi). Hanno perfino trovato da ridire sul fatto che lui abbia voluto condividere i suoi problemi di salute. Come si sa l’invidia è una brutta bestia, e anche quando durante la pandemia hanno raccolto fondi per sostenere un reparto di terapia intensiva non andava bene. Non dovevano renderlo pubblico, come qualche poveretto ha detto che lei non doveva dire che avrebbe dato il suo compenso di Sanremo in beneficenza. Il cachet delle due serate da co-conduttrice del festival (che si aggirerebbe intorno ai 100 mila euro) è infatti andato a D.i.Re, donne in rete contro la violenza. Che si sappia invece, dico io: intanto si parla di D.i.Re, e magari qualcuno la imiterà. Ma non preoccupatevi: non farà mai la fame. Dopo questo gesto gli sponsor si sono spellati le mani per applaudirla e farle firmare altri contratti. Poi c’è l’amore. L’amore è tutto. Ma loro hanno molto, molto di più.