Villegiardini - Anteprima di Aprile 2025

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DESIGN D’AUTORE NEL LOFT DI ISPIRAZIONE INDUSTRIAL

La casa atelier di Marcantonio , artista e designer

Classicismo contemporaneo per la dimora nel quartiere

Coppedè di Roma

Nell’architettura minimal tra i boschi

SIGNATURE DESIGN IN THE INDUSTRIAL-INSPIRED LOFT

The home studio of Marcantonio, artist and designer

Contemporary classicism for the home in the Coppedè neighbourhood in Rome

In the minimalist architecture amid the forest

Una celebrazione del design d’autore

Il mese di aprile si apre con l’evento più importante a livello internazionale nel settore dell’arredamento e del design: il Salone del Mobile di Milano. Una kermesse che, a partire dai padiglioni espositivi di Rho Fiera Milano, coinvolgerà tutta la città, con eventi, installazioni e la presentazione delle nuove collezioni dei più prestigiosi brand. Villegiardini presenta così un numero particolarmente ricco di design, a partire da un’ampia selezione di anteprime dei nuovi prodotti presentati dalle aziende e di una serie di progetti che raccontano le nuove tendenze della contemporaneità. Dallo stile industrial per il loft firmato Giorgio Gullotta Architekten al classicismo contemporaneo di Stefano Dorata, che ha curato il disegno degli interni per una villa nel quartiere Coppedè a Roma, dall’approccio visionario di Marcantonio per la sua casa atelier a quello minimal-brutalista di Swatt + Partners in California, i servizi presentano uno spaccato dello stato dell’arte delle nuove tendenze degli stili di progettazione, celebrando così il fascino del design d’autore. l

A celebration of signature design. The month of April opens with the most important international event in the furnishing and design world: the Salone del Mobile in Milan. An event which begins at the exhibition pavilions of Rho Fiera Milano, and involves the whole city, with events, installations and the presentation of new collections from the most prestigious brands. Villegiardini presents a particularly rich issue focused on design, starting with a wide selection of product previews from companies and a series of projects that depict new contemporary trends. From the industrial-style loft designed by Giorgio Gullotta Architekten to the contemporary classicism of Stefano Dorata, who curated the interior design for a villa in the Coppedè district in Rome, from Marcantonio’s visionary approach for his home studio to the minimal-brutalist one of Swatt + Partners in California, the feature articles offer a cross-section of the latest design trends, thus celebrating the charm of signature design. ■

1. SABA

Il tavolo della collezione ANAM, design Federico Peri, è ispirato alla forma assoluta del cerchio e dei colonnati.

The ANAM collection table, designed by Federico Peri, is inspired by the absolute shape of the circle and colonnades.

2. FOSCARINI

Lo chandelier Allumette di Francesca Lanzavecchia evoca l’idea di una luce che si sprigiona delicatamente.

The chandelier Allumette by Francesca Lanzavecchia evokes the idea of a light that is delicately released.

3. CECCOTTI COLLEZIONI

Janine Lounge con struttura in massello tornito con schienale avvolgente. Design Roberto Lazzeroni.

Janine Lounge with carved solid wood frame and wraparound backrest. Designed by Roberto Lazzeroni.

4. ROBERTO CAVALLI HOME

La poltrona Nevada incarna una morbidezza contemporanea, strutturata ed elegante con dettagli preziosi.

The Nevada armchair embodies contemporary softness, structured and elegant with precious details.

5. MEMPHIS MILANO

Specchio da tavolo Dorian disegnato da Michele De Lucchi con forme geometriche che rimandano all’ordine dorico.

Dorian, a table mirror designed by Michele De Lucchi with geometric shapes reminiscent of the Doric order.

6. CIERRE1972

Poltrona Donald con base in noce canaletto massello e imbottitura soft. Design Marco Fumagalli.

Donald armchair with solid black walnut base and soft padding. Designed by Marco Fumagalli.

7. PORRO

Tablo di Piero Lissoni coglie la suggestione dei tavoli da lavoro in lamiera, adattandola a una sala da pranzo.

Piero Lissoni’s Tablo captures the charm of metal work tables, adapting it to a dining room.

8. ETRO HOME INTERIORS

La poltrona Reed è contraddistinta da un design elegante che reinterpreta l’heritage del brand.

The Reed armchair is characterised by an elegant design that reinterprets the brand’s heritage.

In queste pagine, ancora la zona giorno. In primo piano l’area dining, con tavolo realizzato su disegno di GGA abbinato a sedie Montera e poltroncine Ginger Ale con gambe in legno, entrambe di Roberto Lazzeroni per Poltrona Frau Dietro al tavolo, antico camino di antiquariato su una quinta realizzata con rivestimento in cotto di Fornace Bernasconi Nella zona living, a ognuno dei due divani Standard di Edra è stata abbinata una lampada AJ floor disegnata da Arne Jacobsen per Louis Poulsen

In these pages, the day area again. In the foreground, the dining area, with a table designed by GGA combined with Montera chairs and Ginger Ale armchairs with wooden legs, both by Roberto Lazzeroni for Poltrona Frau

Behind the table, an antique fireplace on a back wall with terracotta tiles from Fornace Bernasconi

In the living area, each of the two Standard sofas by Edra is paired with an AJ floor lamp designed by Arne Jacobsen for Louis Poulsen

una parte di tetto, che ha permesso la realizzazione di due terrazze/logge, ha reso gli ambienti più luminosi. La presenza di due scale opposte per raggiungere il piano superiore e la possibilità di avere visuali e prospettive diverse dagli spazi del soppalco in affaccio, dove sono stati ricavati un’area di lavoro e un salottino con vista sul fiume Elba, hanno regalato a questo open space di 400 mq una sensazione di maggiore dinamicità e libertà nei movimenti.

Non è solo questo il punto di forza della ristrutturazione della casa delle macchine di Waterworks Falkenstein. La cura con la quale sono stati scelti i materiali e le superfici, tutti di alta qualità, autenticità e grande bellezza, ha consentito una piacevole contaminazione tra il passato e il presente: i muri di nuova costruzione, dalle superfici in cemento faccia a vista, si sono sposati perfettamente con le storiche pareti in mattoni a vista e con i pavimenti del soppalco, rivestiti e arricchiti da pregiati intarsi di parquet patinato in rovere oliato scuro, posato a spina di pesce, mentre l’imponente camino, presente nella sala, è stato accolto da una vivace parete, decorata con piastrelle italiane artigianali in varie tonalità del blu. Tutte scelte che hanno regalato agli spazi l’atmosfera tipica di un loft

“Gli elementi ordinati” spiega l’architetto Dorata, “aiutano percepire con chiarezza e facilità l’organizzazione interna degli spazi, consentendo di comprendere allo stesso tempo l’insieme e i dettagli”

Nella pagina di sinistra, una vista dell’infilata delle stanze creata dai balconcini all’interno della villa. In questa pagina, il coffee table in bronzo e marmo su disegno dell’architetto.

On the left-hand page, a view of the row of rooms created by the balconies inside the villa. On this page, the coffee table in bronze and marble designed by the architect.

Ne Il diritto di sognare, Gaston Bachelard si domanda in quale spazio vivano i sogni: «Qual è la dinamica della vita notturna? Il nostro sonno è veramente uno spazio di riposo? O possiede piuttosto un movimento incessante e confuso? […] Al mattino riusciamo solo a ritrovare qualche frammento della nostra vita notturna. Questi brandelli di sogno, questi ritagli dello spazio onirico, vengono collegati secondo gli schemi geometrici che si rifanno allo spazio chiaro della luce […] Ciò che resta sono trasformazioni oniriche di cui non conserviamo che tali tappe intermedie. Mentre è appunto la trasformazione stessa che fa dello spazio onirico il luogo privilegiato dei movimenti immaginati». La ricostruzione dei frammenti di sogno, che si compongono o ri-compongono alle prime luci dell’alba, con gli occhi ancora chiusi ma le mani già frementi, non è altro che quell’azione di composizione o ri-composizione di immagini che avviene nel processo progettuale. Immagini che non stanno solo nella mente di chi progetta, ma anche nella mente di chi abita. La ricostruzione del sogno domestico dal punto di vista di una possibile pratica progettuale è un’interessante chiave di lettura della casa-atelier di Marcantonio Raimondi Malerba. Nel cuore della campagna romagnola, immersa in un paesaggio fiabesco, si trova la dimora del designer e artista, noto per la sua capacità di fondere arte, natura e ironia. Questo spazio non è solo un’abitazione, ma un vero e proprio laboratorio di idee, dove materiali, forme e suggestioni si incontrano per dare vita a oggetti dal forte valore narrativo. La casa-atelier riflette il suo immaginario, lo spirito libero e la visione estetica sospesa tra sogno e realtà. Ogni angolo è concepito come un’opera in divenire, un ambiente in cui il design incontra l’imprevisto, lasciando spazio alla sperimentazione. Il progetto dello studio Piraccini+Potente Architettura ha saputo coniugare vita privata e creatività traducendo in uno spazio domestico la sensibilità artistica di Marcantonio. Risultato dell’abbattimento di un rudere pericolante, l’architettura ne ricalca gli ingombri e si erge con una nuova struttura di legno, reinterpretazione contemporanea del casale rurale a due piani, di forma regolare, con copertura a due falde. La struttura essenziale, quasi primitiva, identifica nella memoria collettiva l’archetipo della casa, così come la potrebbe disegnare un bambino. I volumi sono puri e privi di dettagli decorativi, con la luce naturale e l’uso predominante del bianco che amplificano la percezione dello spazio, creando un’atmosfera rarefatta e un po’ surreale. Il contrasto tra il rigore architettonico e l’iconicità degli arredi e delle opere d’arte genera un dialogo dinamico tra contenitore e contenuto, e tra interno ed esterno. Dalla piccola struttura trasparente che sembra una serra, ma che in realtà è l’ingresso che collega i volumi della casa e del laboratorio, alle grandi vetrate che stabiliscono una relazione diretta con il paesaggio circostante, tutto si gioca sul rapporto con la natura, che è elemento centrale. “Oggi abbiamo imparato a dare alla natura il rispetto che merita. Per me non è un elemento da aggiungere, è la base di tutto. Ho scelto questo luogo proprio per la sua forza naturale. Volevo una casa che non fosse chiusa in sé stessa, ma che vivesse in armonia con il paesaggio”, spiega Marcantonio. Il verde, e in qualche modo il mondo animale, entrano fisicamente negli

The allure of transparency. Like a glass box, the building designed by Swatt + Partners celebrates the symbiosis of architecture and nature, eliminating the boundaries between indoors and outdoors with large floor-to-ceiling windows. In one of the most charming wine-growing areas of California, the Dry Creek Valley, known for its more than 150 winegrowers and 60 wineries, Swatt + Partners architects have designed a home office for a young couple that has a close connection to nature and is visually linked to the main house, built by the same studio in 2008. The owners, who had moved from San Francisco, wanted to live far from the chaos of the city, seeking an oasis of peace and quiet. The landscape setting is spectacular: a dense forest of tall fir and oak trees completely surrounds the building, enveloping it and creating a perfect symbiosis. ‘Our approach,’ says architect Robert Swatt, “was oriented towards sustainability,

In this page, at the top, vertical elements in concrete punctuate the glass walls from floor to ceiling. Here on the right, the studio’s swimming pool, whose water reflects the surrounding nature

In questa pagina, in alto, elementi verticali in cemento punteggiano le pareti in vetro dal pavimento al soffitto. Qui a destra, la piscina dello studio, la cui acqua riflette la natura circostante

con esposizioni di arte contemporanea in spazi iconici della città. Il pranzo al ristorante Le Jardin ha offerto una pausa rigenerante immersi nella vegetazione, per poi continuare con la visita alla Moschea Koutoubia – la cui costruzione è terminata nel 1158 – e a Le Jarden Secret. L’origine di questo edificio e del suo splendido giardino risale a quattrocento anni fa, all’epoca della dinastia saadiana. Negli anni Trenta del Novecento è caduto progressivamente nell’abbandono sino al 2008, anno di inizio dei lavori di recupero. Quest’oasi è stata riportata al suo antico splendore in tre anni dall’imprenditore italiano Lauro Milan e dall’architetto paesaggista inglese Tom Stuart-Smith, che hanno saputo magistralmente strapparla all’oblio grazie all’opera di capaci operai e artigiani. La giornata si è conclusa con una cena sulla terrazza panoramica del ristorante Nomad,

In queste pagine, nella successiva e in quelle precedenti, Palais Bahia Negli otto ettari d’estensione del palazzo costruito alla fine del XIX secolo ci sono 150 stanze che si affacciano su differenti cortili e giardini La parte più interessante del palazzo è l’harem delle 4 spose e delle 24 concubine di Abu Bou Ahmed

On these pages, as well as on the previous and following ones, Palais Bahia. Spanning eight hectares, this late 19th-century palace features 150 rooms overlooking various courtyards and gardens. The most fascinating part of the palace is the harem of Abu Bou Ahmed’s four wives and 24 concubines

LA DONNA DI FIORI

© Foto [Taro Shimizu]/stock.adobe.com

Cycas revoluta, tra preistoria e futuro 1

Fino alla fine degli anni 70, la Cycas era pressoché introvabile nei vivai italiani. Fu allora che un vivaista ne importò tre esemplari dall’estero, scatenando l’interesse di molti colleghi, che si affrettarono ad acquistarli non tanto per rivenderli, quanto per il desiderio di possedere una pianta esotica, rara e preziosa. La Cycas è sempre stata oggetto di opinioni contrastanti: o la si ama o la si detesta. Personalmente, l’ho sempre considerata una pianta di straordinaria eleganza, con le sue foglie bipennate, fitte e lucide, disposte a corona. La sua crescita è estremamente lenta, circa un centimetro all’anno, caratteristica che ne accresce il valore e l’esclusività. Oggi, tuttavia, è facilmente reperibile in diverse dimensioni, dai piccoli esemplari a quelli più imponenti. La Cycas revoluta appartiene alla famiglia delle Cycadaceae e il genere, che comprende oltre cento specie, deve il suo nome a un’alterazione del termine greco kikas, di origine incerta, adottato da Linneo nella classificazione. L’epiteto specifico revoluta fa riferimento al portamento arrotolato delle giovani foglie, che si distendono progressivamente con la crescita. Spesso confusa con le palme, in realtà è una gimnosperma e ha caratteristiche più affini alle conifere e alle felci arboree. Ciò che la rende davvero affascinante è la sua origine preistorica: Cycas revoluta appartiene a un

gruppo di piante che risalgono a oltre 200 milioni di anni fa, quando caratterizzava il paesaggio dell’emisfero australe insieme ad altre Cycadales, a Ginkgo biloba , felci ed equiseti, in un’epoca dominata dai dinosauri. Originaria della Cina e del Giappone, fu introdotta in Europa nel 1737 e nel 1870 in Italia, dove si è acclimatata con successo nei giardini del Centro e del Sud. Nelle regioni settentrionali, invece, viene generalmente coltivata in vaso e tenuta all’aperto durante la bella stagione, ma protetta nei mesi invernali. È caratterizzata da uno stipite cilindrico ed eretto, interamente ricoperto dalle basi recise delle foglie, che nascono a simultaneamente da maggio a giugno. Trattandosi di una pianta dioica, ha strutture riproduttive maschili e femminili distinte. Gli strobili maschili, dalla superficie squamosa, ricordano la coda di un animale preistorico e si sviluppano come coni cilindrici al centro della corona fogliare. Le strutture femminili, invece, sono più grandi e appariscenti, simili a grandi pigne tondeggianti. Quando mature, lasciano intravedere gli ovuli, di un caratteristico colore arancio salmone. Predilige posizioni soleggiate ma al riparo dalla luce diretta, oltre a un terreno ben drenato, ricco di sostanza organica e sali minerali. La potatura è limitata alla rimozione delle foglie secche o danneggiate. Si riproduce attraverso i numerosi polloni e germogli laterali che si sviluppano alla base degli esemplari maturi. Si abbina armoniosamente agli agrumi, alle piante succulente come Aloe e Agave, e alla Strelitzia reginae, specie ideali per i giardini del futuro, con esigenze idriche scarse. Con il tempo, potrà affermarsi come una protagonista indiscussa dei nostri spazi verdi. Cycas circinalis proviene dall’India, raggiunge altezze di 5-6 metri e le sue foglie verde chiaro

© Foto [Mariia]/stock.adobe.com

erette producono una chioma fitta e densa. Cycas media, originaria del Queensland (Australia), ha un fusto eretto, raramente ramificato. Le foglie sono larghe, ascendenti e pennate. Gli strobili maschili sono di colore marrone, mentre quelli femminili contengono frutti di colore rosso. ●

Cycas revoluta: between prehistory and the future

Until the late 1970s, the Cycas was almost impossible to find in Italian nurseries. It was then that a nurseryman imported three specimens from abroad, sparking the interest of many colleagues, who were eager to acquire them, not so much for resale, but for the desire to possess an exotic, rare, and valuable plant. The Cycas has always been the subject of conflicting opinions: one either loves it or detests it. Personally, I have always considered it a plant of extraordinary elegance, with its bipinnate, dense, glossy leaves arranged in a crown. Its growth is extremely slow, about one centimetre per year, a characteristic that enhances its value and exclusivity. Today, however, it is easily available in various sizes, from small specimens to larger, more imposing ones. Cycas revoluta belongs to the Cycadaceae family, and the genus, which includes over a hundred species, derives its name from an alteration of the Greek term kikas, of uncertain origin, adopted by Linnaeus in the classification. The specific epithet revoluta refers to the rolled shape of the young leaves, which progressively unfurl as the plant grows. Often confused with palms, it is, in fact, a gymnosperm and shares more characteristics with conifers and tree ferns. What makes it truly fascinating is its prehistoric origin: Cycas revoluta belongs to a group of plants that dates back over 200 million years, when it shaped the landscape

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of the Southern Hemisphere alongside other Cycadales, Ginkgo biloba, ferns, and horsetails, during an era dominated by dinosaurs. Native to China and Japan, it was introduced to Europe in 1737 and to Italy in 1870, where it has successfully acclimatised in gardens across the Centre and South. In northern regions, it is generally cultivated in pots, kept outdoors during the warmer months, but protected during the winter. It is characterised by a cylindrical, upright trunk, entirely covered by the cut bases of the leaves, which emerge simultaneously from May to June. As a dioecious plant, it has distinct male and female reproductive structures. The male strobili, with their scaly surface, resemble the tail of a prehistoric animal and develop as cylindrical cones at the centre of the leaf crown. The female structures, on the other hand, are larger and more conspicuous, resembling large, rounded cones. When mature, they reveal the ovules, which are a distinctive salmon-orange colour. It prefers sunny positions but with protection from direct light, as well as well-drained soil rich in organic matter and mineral salts. Pruning is limited to the removal of dry or damaged leaves. It reproduces through the numerous suckers and lateral shoots that develop at the base of mature specimens. It pairs harmoniously with citrus, succulent plants such as Aloe and Agave, and Strelitzia reginae, species ideal for future gardens, with minimal water requirements. Over time, it may establish itself as an undisputed protagonist in our green spaces. Cycas circinalis is native to India, reaching heights of 5–6 metres, with upright, light green leaves that form a dense, thick crown.

Cycas media, native to Queensland (Australia), has an upright stem, rarely branched. The leaves are broad, ascending, and pinnate. The male strobili are brown, while the female strobili contain red fruit. ■

1. Strobilo femminile di Cycas revoluta. / Female strobilus of Cycas revoluta
Foglie di C. revoluta. / Leaves of C. revoluta
Strobilo maschile di C. revoluta. / Male strobilus of C. revoluta
Nuove foglie di C. revoluta. / New leaves of C. revoluta
Nella pagina precedente / On the previous page, un boschetto di C. revoluta / a grove of C. revoluta
© Foto [Lucia Tieko]/stock.adobe.com
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