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GASTRONOMIA

Pasticceria Schröder: una tradizione ticinese che continua A cura di David Camponovo

A Renato Schröder, rappresentante della seconda generazione alla conduzione della panetteria Schröder, chiediamo come ha iniziato. La storia della pasticceria inizia quasi 60 anni fa: nel 1963 ad Airolo, dove mia madre Martha e mio padre Bruno Schröder si trasferirono da Gstaad. La valle stava vivendo un periodo economico fiorente: c’erano tanti militari e soprattutto i cantieri per la costruzione dell’autostrada e del tunnel del San Gottardo. Tempi d’oro. Nel 1971 ci siamo traferiti a Chiggiogna, dove siamo tutt’ora, e con la costruzione della panetteria-ristorante abbiamo anche ritirato il Campeggio Gottardo. Qual è il segreto per fare un buon panettone (quasi) a km 0? Naturalmente il burro e i tuorli svizzeri, il lievito madre che non sia acido, per l’uvetta ci affidiamo a dei fornitori italiani di lunga data. Una menzione speciale va al dolce folcloristico di Faido che racchiude in sé storia, tradizione, religione ed arte: lo “spampézi”. Quali le sue origini e caratteristiche? Lo “spampézi” dovrebbe avere la sua origine a Osco. Si produce solo in alcuni comuni della bassa valle, come Chioggiogna o Faido. Si dice che molti degli abitanti della bassa valle emigrarono nei ristoranti di altri stati europei, come la Francia e tornarono in patria con nuove ricette. In Leventina i dolci erano perlopiù destinati a consumarsi durante le feste speciali quali quelle religiose o ancora nelle sagre di paese. Per questo dolce si utilizzavano delle formine, dette moduli, intagliate nel legno con incisi diversi motivi. Alcuni moduli, donati dalla gente della valle, si possono trovare al Museo Stagna di Giornico. Qui vengono organizzati dei corsi di “spampézi”

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