

ed in Mag
Swedlinghaus Srl Magazine di informazione ad uscita Mensile
Responsabile Editoriale: Dafne Perticarini
Layout e Impaginazione: Massimiliano Mancini
Copyright: Swedlinghaus Srl
Riproduzione parziale o totale vietata
In questo Numero sono intervenuti: Redazione Swedlinghaus Davide Longo German Scalmazzi Giacomo Trapè Luca Moretti Francesco Grassi
Swedlinghaus Srl
Via E. Berlinguer 5 63844 Grottazzolina (FM) ITALY
Tel. 0039.0734.631346 Fax 0039.0734.632560
info@swedlinghaus.it www.swedlinghaus.com
Perfero Caffè è nata da una amicizia e per pura passione. Abbiamo iniziato nel 2010 con le prime tostature nella nostra Vittoria n.119 dei primi anni ‘50.


Più che un semplice attrezzo lavorativo, la nostra Vittoria è stata l’anima ed il cuore di ogni giornata, anche ora che un nuovissimo Probatone 25 continua il suo lavoro, l’abbiamo voluta come elemento non solo decorativo ma di aggregazione al centro della nostra torrefazione.
Non vogliamo dilungarci troppo e vi invitiamo a visitare le pagine del nostro sito lasciandovi con questa preghiera dello Shaykh ashShadili: “Mio Dio, fai di questo caffè una luce per i miei occhi…” www.perferocaffe.it
SOMMARIO
5 6 8 12
Editoriale di Davide Longo
La nuova collaborazione con Accademia Nazionale Pizza DOC
Intervista allo Chef German Scalmazzi Come valorizzare la professionalità di uno chef per mostrare le potenzialità dei nostri prodotti.
Intervista al Settore Commerciale Swedlinghaus Le Fiere come Termometro di Mercato
approfondimenti di Francesco Grassi - Formatore e Coach Il cambiamento e la sistematicità necessaria per affrontarlo al meglio
La nuova collaborazione con Accademia Nazionale Pizza DOC
Editoriale di Davide Longo

In questo numero di Swed in Mag voglio annunciare l’inizio della collaborazione con l’Accademia Nazionale Pizza DOC, una scuola campana che organizza corsi per pizzaioli, professionisti e amatori. La loro presenza è capillare un po’ in tutto il mondo, per cui, quando sono venuto a conoscenza di questa realtà, ho voluto stringere con loro un accordo, in modo da diventare l’unica realtà nelle Marche attraverso cui accedere ai corsi dell’Accademia. Oltre a essere un motivo di prestigio, questo darà modo alla Swedlinghaus di organizzare corsi di più giorni durante i quali utilizzare tutte le nostre apparecchiature, non solo quelle legate al mondo pizza, come l’impastatrice e lo stendi-pizza, ma anche quelle utili per realizzare i topping, come le nostre affettatrici. La
promozione delle nostre macchine è il nostro fine, oltre al prestigio: ospitare nella SwedlinFactory i maestri dell’Accademia è sicuramente un vanto, che dà lustro alla nostra scuola di cucina grazie all’offerta di corsi di alto profilo che solo chi è focalizzato sulla qualità e la formazione professionale come Pizza DOC può dare.
Il primo corso durerà due giorni e si terrà il 15 e il 16 maggio: questa sarà anche la presentazione di un progetto che vogliamo ripetere ogni anno con corsi di formazione diversi, sempre concentrati sulla pizza, le farine, gli impasti e i metodi di cottura innovativi. Tale continuità ci permetterà di promuovere anche le nuove macchine, che in futuro produrremo, e di alzare la qualità dei corsi offerti nel nostro
territorio. Questa partnership è importante anche perché l’Accademia Nazionale Pizza DOC è promotrice di uno dei campionati della pizza più importanti, di cui l’ultima edizione è stata ripresa da tante testate cartacee e televisive, comprese le reti Mediaset, quindi con una risonanza nazionale. Swedlinghaus diventerà la loro sede per la regione Marche, così da poter offrire corsi di alto livello anche per professionisti, oltre a tutto quello che offriamo agli amatori e ai tecnici in SwedlinFactory.
Davide Managing Director SwedlinghausNel precedente numero di Swed in Mag vi abbiamo mostrato come generare collaborazioni positive con i protagonisti del settore food intervistando una foodblogger. In questo articolo lasceremo parlare uno degli chef istruttori della nostra SwedlinFactory, così che possa raccontarci come si creano sinergie intorno a un prodotto tecnico.
Buongiorno German, tu sei il giovane chef a capo del ristorante La Rotonda di Porto Recanati. Puoi presentarti ai lettori di Swed in Mag che non ti conoscono? Ti chiedo di raccontarci la tua formazione e come hai iniziato a collaborare con Swedlinghaus.
Sono lo chef del ristorante La Rotonda ormai da venti anni, ma la mia prima esperienza in cucina risale a quando avevo 14 anni, in Trentino durante le vacanze estive. Dopo di quella, ho iniziato l’alternanza scuola-lavoro, che è proseguita sino alla fine degli studi. Tra i ristoranti più importanti in cui ho
lavorato in quegli anni, c’è Uliassi di Senigallia: all’epoca aveva una stella Michelin e io appena sedici anni. Finiti gli studi, ho iniziato a viaggiare per formarmi con quella che poi sarebbe diventata mia moglie: abbiamo fatto esperienza in Giappone, Londra, Parigi, Australia. Questo è stato possibile perché prima, come era spesso abitudine per i ristoranti di mare, La Rotonda era aperta solo d’estate, così noi sfruttavamo i 6/7 mesi di bassa stagione per formare il nostro bagaglio culturale ed enogastronomico, che poi è stato la base da cui siamo partiti quando abbiamo preso in gestione il ristorante, nel 2007, che era della famiglia di mia moglie e ha alle spalle una storia lunga 60 anni. La nostra filosofia è di raccontare il territorio con determinati abbinamenti, accompagnando il cliente in un’esperienza che dura per tutto il pasto, che gli procuri un’emozione e per fare questo utilizziamo i prodotti locali, del nostro mare. Swedlinghaus è arrivata cinque anni
fa: Davide mi ha chiamato per i corsi di cucina organizzati dall’azienda, che aveva già altre collaborazioni con altri chef, e credo che tra noi sia funzionato per la storia che ti ho raccontato: gestisco un ristorante storico e l’azienda di Davide anche ha delle basi solide, quindi credo ci siamo riconosciuti per l’affidabilità e la conoscenza profonda del nostro settore che entrambi abbiamo. Da allora, ho fatto diversi corsi per la SwedlinFactory e la nostra collaborazione si sta pian piano ampliando.

Con Swedlinghaus hai girato due video, uno per la raviolatrice e uno per il power grill; in particolare ci puoi parlare di questo secondo prodotto e perché un ristorante dovrebbe averlo?
Il power grill è adatto a contesti ben precisi: io lo vedo in una sala di un hotel, per farci dalle colazioni cucinate allo show cooking dei pasti perché essendo una piastra a infrarossi con i caloriferi posti sopra non brucia il
Oltre ai pro, devi saper spiegare i contro: a questo serve avere un professionista che lavora con le macchine e sa spiegare come risolverli “
Intervista allo Chef German Scalmazzi
Come valorizzare la professionalità di uno chef per mostrare le potenzialità dei nostri prodotti.
grasso o quello che cola, evitando di produrre quell’odore di bruciato caratteristico di forni e grill classici. Ha tante doti: va a temperatura molto velocemente, arrivando sino agli 800°C, le altezze dell’infornata si regolano facilmente con una manopola esterna, in base allo spessore del cibo e il tipo di doratura che si vuole ottenere. È molto funzionale grazie al carrello che si estrae, così che non si debba introdurre le mani nel forno per sistemare le pietanze; i consumi sono molto bassi perché consuma 1kg/h di gas, che per una piastra a gas è poco. È un prodotto molto efficiente: è come se fosse una griglia, ma ci puoi cuocere di tutto, a seconda della posizione nel forno e la temperatura utilizzata. Io mi sono occupato di presentarla all’interno della Swedlinghaus e durante un corso in cui presentavamo altri prodotti e ho fatto provare il cibo cotto con il power grill, spiegandone le potenzialità.
In base alla tua esperienza dopo la dimostrazione in azienda del power grill, quale è stata la tua percezione: credi che il tuo contributo sia importante per presentare un prodotto nuovo?
Affianco la Swedlinghaus perché mi piace il loro progetto, sempre teneconto quello che ho già dichiarato, che cioè è un’azienda seria con basi solide. Di lavori fuori dal ristorante, come consulente, me ne hanno offerti tanti, ma davvero pochi valgono la pena e devi scegliere quello che ti somiglia perché poi anche i lavori che fai parlano di te. Credo che il mio contributo sia importante, anche ai fini commerciali, della vendita cioè del prodotto, perché vado oltre la spiegazione tecnica, mostrando, facendo provare e facendo capire le potenziali tà di ogni macchina.

Oltre ai pro, cosa importante, devi saper spiegare i contro: ci sono sempre, ma un conto è elencarli e lasciarli in sospeso, un conto avere un professionista che lavora con le macchine e sa spiegare come risolverli. Questa competenza che porto io come chef, fa la differenza con il cliente: la settimana scorsa mi hanno chiamato due clienti della Swedlinghaus riguardo la raviolatrice e gli ho spiegato come fare l’impasto nel modo più adatto e hanno comprato la macchina. Non ho cercato di vendergli qualsiasi cosa, ho cercato di risolvere il loro problema e loro si sono fidati anche del prodotto. Questa sinergia tra me e la Swedlinghaus ci permette di fare una
consulenza più completa, perché se entro in un ristorante capisco subito le esigenze e i punti critici, e su questo stiamo puntando per questo anno, in particolare con la SwedlinFactory: non si tratta tanto di vendere i macchinari dell’azienda, quanto di dare le risposte più giuste a chi lavora nel settore food, includendo anche i prodotti quando sono necessari. Su questa serietà si basa il mio apporto come consulente.
Le Fiere come Termometro di Mercato
Abbiamo incontrato i nostri commerciali per dimostrare come la partecipazione alle fiere sia fondamentale per sondare il mercato, le aziende concorrenti e in particolare far conoscere la potenzialità della nostra azienda.
Intervista doppia al settore commerciale della Swedlinghaus.

Avere un partner ufficiale presente nei 50 Stati ci permetterà di entrare nel mercato con forza
Questo tipo di eventi ci permetterà di rafforzare i rapporti con la clientela già esistente e di entrare capillarmente nelle zone dove siamo meno conosciuti
Pizza Expo - Las Vegas 2023 iMEAT - Modena 2023
ARuolo e nome
Giacomo Trapé, commerciale Italia ed estero Fiera a cui hai partecipato
Pizza Expo di Las Vegas, dal 19 al 21 marzo 2023, la fiera di riferimento per il settore pizza. C’erano sia aziende che producono macchinari, sia aziende di prodotti da utilizzare nella pizza, come il pomodoro o la farina. Noi eravamo ospitati nello stand del Molino Pasini, una grande azienda con cui abbiamo creato questa collaborazione.
Affluenza
È la seconda volta che vado a questa fiera. La Pizza Expo non è molto vasta, non come quelle di Chicago o Milano, perché è legata esclusivamente al settore pizza e quindi anche le attrezzature proposte sono rivolte a quel tipo di prodotto: impastatrici e forni principalmente. L’affluenza di quest’anno è stata maggiore perché l’anno scorso eravamo ancora sotto Covid, anche se negli Stati Uniti già l’anno scorso non c’erano più le mascherine obbligatorie, ma ognuno ha valutato l’opportunità di partecipare o meno secondo anche il clima presente nel proprio Paese.
BRuolo e nome
Luca Moretti, commerciale Italia ed estero Ultima Fiera a cui hai partecipato iMEAT di Modena, dal 26 al 28 marzo 2023. È la prima volta che esponiamo in questa fiera completamente dedicata al mondo della carne, settorialità che sposa a pieno il core business della Swedlinghaus, specializzata nella produzione di affettatrici, segaossa e macchine alimentari affini.


Affluenza
Ho partecipato a varie fiere italiane ed estere; l’iMEAT ha dimensioni ridotte rispetto ad altre, proprio per il carattere specifico che la contraddistingue. Non c’è stata la ressa, che magari troviamo all’Host di Milano o al Sigep di Rimini, ma il pubblico era selezionato e di qualità. Mood rilevato l livello dei professionisti incontrati, sia rivenditori sia proprietari di macelleria e figure della GDO, è stato alto. È stato un evento positivo perché totalmente in linea con il nostro target di riferimento e
AMaggiore l’affluenza, maggiore i contatti, quindi questo è stato positivo per noi. Quest’anno avevamo un partner importante che ci fa da distributore ufficiale, cioè Pizza Group Usa del gruppo Somec. Pur essendo in due stand separati, abbiamo continuamente scambiato contatti e informazioni, con una collaborazione proficua. Mood rilevato
Parlando anche con le altre aziende italiane presenti, è una buona fiera se hai già un distributore americano perché arrivano tanti utilizzatori finali (pizzerie e ristoranti) ma non importatori, a differenza della fiera di Chicago, dove si trovano anche importatori in cerca di nuovi prodotti. Abbiamo visto aziende italiane che cercavano di fare branding senza distributore americano, ma da soli hanno trovato difficoltà.
Critiche o punti di forza della fiera
La fiera è ben strutturata, ovviamente i costi sono molto alti, ma è una caratteristica del mercato americano. Abbiamo avuto un piccolo problema con l’allaccio con la corrente, che ho dovuto sollecitare, per il resto non abbiamo avuto motivi per lamentarci: sono molto bravi. Cosa ha portato a casa la Swedlinghaus Sicuramente il progetto per la prossima edizione è di essere presente direttamente nello stand del nostro distributore, Pizza Group appunto, che ci permetterà di allargare la nostra visibilità e di conseguenza i potenziali contatti in fiera. Questo è molto importante perché il mercato americano in particolare è difficile, richiede certificazioni per entrare e, come già spiegato, un distributore affidabile. Per il cliente americano, avere un distributore è importante perché ha sempre dubbi a comprare qualcosa prodotto così lontano, per tutta la questione legata ai pezzi di ricambio, la garanzia, l’assistenza e così via. Aver trovato il partner ufficiale presente nei 50 Stati americani è il risultato più rilevante, che ci permetterà di entrare nel mercato di riferimento con forza.
I prossimi appuntamenti all’estero L’NRA di Chicago, che sta per National Restaurant Association, dal 20 al 23 maggio 2023.
l’incontro con molti utilizzatori finali ci ha permesso di raccogliere opinioni da chi usa i nostri macchinari quotidianamente. Sono confronti che ci aiutano a crescere e i riscontri positivi rispetto al nostro lavoro fanno anche piacere, inoltre l’incontro con l’utenza ci permette di girare i contatti presi ai nostri rivenditori di zona, rafforzando il nostro legame con loro.
Critiche o punti di forza della fiera
Siamo molto soddisfatti dell’evento e sicuramente parteciperemo ancora, magari con uno stand più grande o valutando collaborazioni.
La fiera era organizzata bene, anche se, come per tutte le prime partecipazioni va studiata più attentamente. Oltre ad aver riscontrato l’interesse della clientela italiana, abbiamo avuto anche diversi contatti esteri.
Cosa ha portato a casa la Swedlinghaus
I frutti di una fiera non si vedono subito, come diceva Giacomo nell’intervista dedicata nel numero di gennaio di questo magazine, comunque l’interesse suscitato verso la Swedlinghaus è stato un ottimo risultato. Questo tipo di eventi ci permetterà di rafforzare i rapporti con la clientela già esistente e di entrare capillarmente nelle zone dove siamo meno conosciuti.
I prossimi appuntamenti in Italia
Per l’Italia, c’è l’Host di Milano a ottobre, nel frattempo faremo uscite per visite ai nostri clienti, che crediamo essenziali per lo sviluppo dei nostri rapporti e la loro fidelizzazione nei nostri confronti.


Saper cambiare è un’abilità di altissimo valore, molto ricercata nel mercato per la necessità di sviluppare un sistema stabile e competitivo aldilà della dinamica degli eventi
Impariamo a cambiare
approfondimenti di Francesco Grassi, Formatore e Coach
L’università del cambiamento è la vita stessa.
Il copione di vita che costruiamo nella nostra infanzia ci impone di riproporre i comportamenti che ci confortano nei momenti di difficoltà e maggiore complessità emotiva; questo copione, con un lavoro lungo e profondo, può essere cambiato attraverso la consapevolezza di sé stessi e la responsabilità delle scelte che facciamo.
A livello professionale, il compito è piuttosto simile e sicuramente meno impegnativo; è necessaria la disponibilità ad acquisire gli strumenti per organizzare il processo, gestirlo, controllarlo e rendicontarlo.

Imparare a cambiare può essere insegnato, di modo che la complessità del processo sia progressivamente dominata dal suo interprete, che potrà vedere
nel cambiamento un’opportunità invece che una ragione di stress. Questo vale per il singolo e per le organizzazioni: se sorge un bisogno e l’assetto in cui viviamo smette di essere adeguato, possiamo pensare di cambiare, farcelo insegnare dai giusti professionisti e attuare il cambiamento attraverso un percorso sostenibile per arrivare al nostro obiettivo.
Il cambiamento e la sistematicità necessaria per affrontarlo al meglio
Perché è necessario cambiare
La necessità di cambiare è data dal bisogno e scegliere di farlo è conseguenza di un processo di maturazione dei bisogni primari. Il problema sta nel fatto che proprio pensare di cambiare è il deterrente maggiore al cambiamento perché equivale alla rappresentazione dell’ignoto: la paura è una protezione nei confronti di una prospettiva tanto rischiosa quanto necessaria; la paura è positiva perché ci protegge da potenziali pericoli, ma ci allontana anche dalle opportunità.
Di fatto, una volta abbattute tutte le resistenze generate dalla rappresentazione del potenziale male che il cambiamento ci porterà, quest’ultimo diventa addirittura piacevole, come lo è fare esercizio fisico quando abbiamo superato la soglia della nostra pigrizia e ci sentiamo meglio dopo ogni allenamento.
Cambiare è fisiologico
Una volta che il processo si è innescato, diventiamo bravi nella ricerca delle opportunità e scaltri nell’adattarci agli eventi, molto più di quanto avremmo pensato.
Cambiare fa parte del nostro modo di vivere, ma contrasta con il contesto sociale al quale siamo abituati: secondo la tradizione, le minacce sono maggiori delle
opportunità, per cui, statisticamente, i pericoli sarebbero maggiori dei potenziali successi. Tuttavia, anche il cambiamento che conduce a un insuccesso porta con sé aspetti positivi, come l’apprendimento, l’adattamento e la consapevolezza di noi stessi, dei nostri limiti e dei nostri pregi.
Cambiare è affascinante
Personalmente, avendo approfondito l’argomento grazie alla mia professione di coach e formatore, ho trovato buona la caratteristica dell’individuo che riesce a modificare il proprio approccio alle cose, mostrandosi incline all’apprendimento e alla modellazione del nuovo attraverso il suo punto di vista.
Cambiare è un’abilità
Come per tutte le cose, la capacità di acquisire metodo e sistematicità, tipica dell’essere umano, è applicabile anche al processo di cambiamento.
Saper cambiare e cambiarsi è un’abilità di altissimo valore, molto ricercata nel mercato per la necessità di sviluppare un sistema stabile e competitivo aldilà della dinamica degli eventi. Oltretutto è necessaria la capacità di differenziare il prodotto e il processo rispetto alle capacità omologhe dei competitor; per tutte queste
ragioni, quale approccio è più adatto per avere successo a lungo, se non quello del cambiamento?
Analizzare i nostri bisogni, in azienda o nella vita privata, è il primo passo da compiere. Quando avremo percepito cosa ci manca, vedremo di fronte a noi una strada impegnativa da percorrere per raggiungere un nuovo assetto più felice per noi e la nostra azienda. Sarà un percorso da strutturare e porzionare, rivedere durante il viaggio ogni volta che sarà necessario, con obiettivi e doveri da condividere. Sarà un lungo lavoro, ma varrà la pena perché, dopo tanti tentativi spesso solo accennati, compiere un vero cambiamento ci farà sentire padroni della nostra realtà. Cambiare, a quel punto, non sarà solamente importante, ma l’unica cosa da fare e diventerà un modo di vivere.

