Un febbraio denso di stelle e di strisce: Davide Longo prima a Miami e poi in fiera ad Atlanta
Swedlinghaus in USA fa meta… due volte!
Guido Chiappa ci racconta l’evoluzione di “Chiappa Arreda”, di cui è titolare insieme ai fratelli Alberto e Sergio
Tra i rivenditori di Swedlinghaus c’è la storica azienda che realizzò la prima pasticceria di Iginio Massari
E’ pizzaiolo, ristoratore ma anche insegnante di successo di Swedlinfactory, ed ha un progetto da realizzare… dietro l’angolo Dino Cordari: “In tavola voglio portare il sorriso”
Conosciamo l’esperta di comunicazione digitale, strategie di marketing online e personal branding
Samantha Visentin: «L’importanza di umanizzare il brand per impresa e professionisti»
Swedlinghaus in USA fa meta… due volte!
Un febbraio denso di stelle e di strisce: Davide Longo prima a Miami e poi in fiera ad Atlanta
SOM MA RIO
Un febbraio denso di stelle e di strisce: Davide Longo prima a Miami e poi in fiera ad Atlanta
Swedlinghaus in USA fa meta… due volte!
E’ pizzaiolo, ristoratore ma anche insegnante di successo di Swedlinfactory, ed ha un progetto da realizzare… dietro l’angolo
Dino Cordari: “In tavola voglio portare il sorriso”
Guido Chiappa ci racconta l’evoluzione di “Chiappa Arreda” di cui è titolare insieme ai fratelli Alberto e Sergio
Tra i rivenditori di Swedlinghaus c’è la storica azienda che realizzò la prima pasticceria di Iginio Massari
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Editoriale di Davide Longo
Swedlinghaus in USA fa meta…due volte!
Un febbraio denso di stelle e di strisce:
Davide Longo prima a Miami e poi in fiera ad Atlanta
Doppia tappa americana: Miami ed Atlanta
A fine febbraio sono tornato per più di una settimana negli USA con una doppia tappa: una a Miami l’altra ad Atlanta, con due diversi scopi seppur perfettamente complementari ed interattivi tra loro.
Dico ‘tornato’ perché faccio più visite all’anno in America del Nord e l’ultima risale a luglio 2024, per incontrare clienti vecchi e nuovi e per definire qualche aspetto relativo all’allestimento e alla partenza di consistenti container di attrezzature.
Stavolta a Miami mi sono recato per parlare con il distributore responsabile della neonata filiale Usa ‘Swedlinghaus Inc.’ e mettere a punto alcune situazioni, tra cui la logistica del magazzino, ed inoltre per capire con lui quale ulteriore supporto possiamo dargli in termini di marketing e comunicazione.
Ad Atlanta abbiamo partecipato come espositori di Swedlinghaus Inc. al ‘Nafem
Show 2025’, che è la fiera di settore per antonomasia, quindi è stato davvero emozionante vivere questa prima ed ufficiale presentazione della nostra nuova sede oltreoceano ai dealers americani. Nafem è l’acronimo di North American Association of Food Equipment Manufactures , e rappresenta uno dei momenti più attesi nel settore Ho.Re.Ca americano, l'evento espositivo di riferimento nell'ambito delle attrezzature e forniture per la ristorazione. E’ decisamente gigantesca ed ha cadenza biennale: è molto tecnica e specializzata, pertanto i suoi visitatori sono solo dealers e reps (venditori/rivenditori e rappresentanti) e non è, per intendersi, di quelle fiere intasate da curiosi che si trovano casualmente di passaggio e che sono privi del nostro vivo interesse lavorativo.
Obiettivo del viaggio di lavoro: Lo scopo è stato in primis quello di riuscire
Davide Longo, C.E.O. Swedlinghaus
a creare sempre più punti e più dealer in ogni stato americano, dove poter posizionare il nostro prodotto e dare una fluida rotazione alle vendite. Tutto questo dovrebbe quindi da un lato portare la Swedlinghaus Inc. ad aumentare il fatturato e conseguentemente premere sull’acceleratore della produzione in Swedlinghaus Srl.
Due città a confronto: l’esplosività di Miami e…
Miami è sempre entusiasmante sotto l’aspetto dell’accoglienza e del food: nel nostro settore è super entusiasmante perché ricca di attività di ristorazione, che nascono come funghi, e che soddisfano una quantità impressionante di turisti internazionali.
A tal riguardo si vocifera l’arrivo, a breve, di un riconoscimento quale capitale mondiale del cibo, proprio perché c’è un melting pot variegato di cultura culinaria di alta qualità. Inoltre, nel 2026, in USA si terranno mondiali di calcio e Miami è una delle tappe principali se non addirittura tra le più papabili ad ospitare la finale.
…il rigore di Atlanta
Seppur appartengano a due stati confinanti lo stacco da Miami (Florida) ad Atlanta (Georgia) si avverte già appena si scende dall’aereo. E’ decisamente più silenziosa, e di certo non si contraddistingue per spirito di vitalità: Atlanta appare come una città più austera e rigorosa, meno calorosa e colora-
ta, è come se si mostrasse meno festosa e distraente ma più concentrata sul lavoro, produttiva e stacanovista, senza quel brio da movida che si respira in ogni angolo di Miami.
E’ già previsto un prossimo viaggio in USA: Ritornerò di certo a metà maggio alla fiera di Chicago, per effettuare delle visite mirate a dei clienti importanti, compresi quelli contattati a fine febbraio. Anche in quel caso sarà interessante vedere se, in ogni incontro, si raccolgono i frutti di quello precedente: serve per avere il polso di come manteniamo vive le relazioni commerciali e quanto siamo in grado di seminarne di nuove.
Come sta reagendo l’America al c.d. ‘Effetto Trump’:
A Miami il report dei miei vari contatti è discordante perché, ovviamente, con la politica anti-immigrazione di cui Donald Trump si è sempre proclamato promotore, molti imprenditori provenienti dal sud America temono di vedersi chiuse le porte. Ad Atlanta l’umore è diverso, forse anche per una situazione geografica meno contaminata: mi è stato confermato che in molti non vedevano l’ora che arrivasse questo cambiamento. Fino a ieri con Biden, mi hanno riferito, c’era meno attenzione ai grandi crimini e si avvertiva quasi una sorta
Nafem Show 2023 - foto Archivio Fonte: Nafem Show toolkit - www.nafem.org
Nafem Show 2023 - foto Archivio Fonte: Nafem Show toolkit - www.nafem.org
di accanimento da parte di istituti statali (come la loro agenzia di entrate per intenderci) che, anche per piccoli errori di compilazione di moduli, emettevano sanzioni pesanti e sproporzionate contro l’onesto lavoratore. Trump invece ha subito dichiarato che questi irrisori ostacoli burocratici non sono affatto tra le sue priorità, che invece puntano più allo smantellamento di grandi corruzioni che minacciano il paese, come il traffico illegale di droga e le immigrazioni clandestine ai confini.
Il cambiamento si è notato già addirittura dopo la prima settimana dalle elezioni: dal punto di vista economico il nuovo presidente ha diffuso una maggiore positività sia nell’atteggiamento che negli investimenti commerciali, alimentando una progettualità più spinta e incoraggiando un maggiore sostegno da parte delle banche. Queste ultime aiutano con più largo respiro, cogliendo come una opportunità l’investimento nel cliente creativo, dandogli quindi la possibilità di realizzare i suoi sogni.
La riflessione nasce spontanea: Alla luce di questa ritrovata fiducia palpabile tra gli imprenditori con cui mi sono confrontato, mi è venuto naturale constatare, con un certo rammarico, che in Italia siamo nella situazione opposta: c’è una forte rigidità, per non dire un vero e proprio muro che gli istituti di credito erigono di fronte ad idee e nuovi propositi imprenditoriali e si ‘sbottonano’ solo ove si offrano più che solide garanzie economiche (alquanto rare ad oggi), così ostacolando e addirittura scoraggiando coloro che hanno talento e capacità di innovazione ma non anche, purtroppo, sufficiente disponibilità. Anche perché, mi sembra ovvio, che se si avessero già i soldi in tasca (o comunque le spalle ben coperte), non si avrebbe affatto l’esigenza di chiederli! Ecco che questa demotivazione, questa diffidenza e disillusa speranza, inevitabilmente si ripercuotono sull’economia, che infatti negli ultimi tempi registra una crescita annuale pari a zero.
Qualcosa su cui dovremmo, tutti, meditare.
Miami - Skyline Notturna
Tra i rivenditori di Swedlinghaus c’è la storica azienda che realizzò la prima pasticceria di Iginio Massari
Guido Chiappa ci racconta l’evoluzione di “Chiappa Arreda” di cui è titolare insieme ai fratelli Alberto e Sergio
Guido, ci accenni la storia della vostra azienda?
La nostra azienda, “Chiappa Arreda", ha radici nel secolo scorso, infatti nacque a Brescia nel 1946 con mio zio e mio padre Domenico, che è scomparso purtroppo, ma che speriamo sia soddisfatto di noi e della fiducia che ci ha dato nel farci proseguire il suo lavoro.
Per “noi" chi intendi?
Ora in ditta ci siamo io e i miei fratelli Alberto e Sergio: abbiamo cercato di seguire il suo esempio, lavorando passione, e negli anni l'attività si è ampliata fino a diventare un punto di riferimento nel settore. Oggi contiamo una quindicina di dipendenti e disponiamo di una superficie produttiva di 5.000 metri quadri, con allestimenti e macchinari per soddisfare ogni esigenza d'arredo per locali commerciali, in particolare nel mondo del food.
Dicci meglio come si è evoluta nel tempo la vostra attività?
Siamo partiti realizzando banconi per bar, forni e pasticcerie, per poi sviluppare un nostro ufficio di progettazione e una falegnameria interna e un ampio catalogo di prodotti ed accessori. Questo ci permette di personalizzare ogni progetto, fornendo sia arredi su misura sia attrezzature in pronta consegna. Con il tempo, abbiamo ampliato l'offerta: oggi vendiamo sistemi di cottura, lavaggio e refrigerazione ed ovviamente, tra i nostri prodotti di alta gamma, abbiamo quelli di Swedlinghaus, quali affettatrici e segaossa. Serviamo sia piccole attività a conduzione familiare che grandi aziende; basti pensare, giusto per farti un esempio, che ad un bar possiamo portare un piccolo tritaghiaccio con capienza di 20 kili, mentre ad una grande pescheria un’altro enorme con capacità da 500 kili!
Articolo a cura di Silvia Remoli
Foto: Pagina Facebook Chiappa Arreda Srl
Come hai detto bene tu, le basi per arrivare dove siete ora, erano molto solide…
Sì, pensa che uno degli episodi che ha segnato la nostra storia è stato nel 1971, quando Iginio Massari ha scelto la nostra azienda per la realizzazione della sua prima pasticceria a Brescia, la "Veneto", che si è poi affermata come eccellenza del settore, conquistando per svariati anni il primo posto nella guida del Gambero Rosso. Questo ci ha dato grande visibilità e confermato la qualità del nostro lavoro, che ora ci stiamo impegnando a mantenere!
Ma, di generazione in generazione, è poi così semplice andare d’accordo?
Io e i miei fratelli, come è normale che sia, abbiamo caratteri diversi e conseguentemente occupiamo ruoli differenti in azienda. Ci confrontiamo spesso e, come fece nostro padre con noi, speriamo che quello che stiamo costruendo possa esser goduto un indomani dai nostri figli. Pensa che io ho già la mia primogenita, Giulia, a lavorare con me. L’affiatamento in famiglia è qualcosa che ti spinge a svegliarti presto e ad andare in azienda con maggiore energia, ma, ci tengo a dirlo, non bisogna dare per scontato nulla: ciascuno è libero di inseguire le proprie passioni e magari di fare altro nella vita.
Come si esprime la vostra filosofia aziendale?
Il nostro obiettivo è creare un locale su misura per ogni cliente, ottimizzando spazi e attrezzature affinché il business possa esprimere al meglio il proprio potenziale. Non ci limitiamo a fornire arredi e macchinari: grazie alla nostra esperienza, offriamo anche consulenze strategiche, consigliando, ad esempio, la disposizione degli spazi, le agevolazioni per la migliore accessibilità a tutti, comprese le
fasce fragili (pensiamo a servizi sanitari per disabili, impianti di pulizia ed areazione, ecc), insomma tutte le soluzioni possibili per la logistica interna.
Servite solo il mercato nel nord Italia? No, il nostro bacino di utenza copre tutta Italia, e ci spingiamo anche all'estero quando necessario. Offriamo soluzioni chiavi in mano, realizzando locali partendo dalle mura fino all’ultimo dettaglio, grazie a un team specializzato che segue ogni fase del progetto.
Qual è l’aspetto più impegnativo del vostro lavoro?
La disponibilità continua. Il nostro settore non si ferma mai, soprattutto in momenti di grande afflusso, come festività e weekend. È per questo che io, Alberto e Sergio siamo sempre reperibili, praticamente h24, 365 giorni l'anno. Abbiamo anche un motto ironico che ci ripetiamo per sdrammatizzare: "Le macchine del ghiaccio si rompono sempre di domenica"!
Oltre all'attività imprenditoriale, hai altre passioni?
Assolutamente! Amo il mondo del food e pertanto mi piace investire in locali, come ad esempio bar o piadinerie. Inoltre, non ci crederai, ma ho un passato artistico: suonavo il pianoforte, uno strumento che trovo di una poesia unica.
Allora chiudo con questo quesito: tra i grandi classici quali Bach, Beethoven, Chopin e Mozart, quale ti metteresti a suonare per descriverti meglio?
Sceglierei Mozart perché è un trascinatore irrefrenabile e la sua musica mi ha trasmesso sempre tanta energia: è uno di quelli che sperimentava stili sempre innovativi e creava tante opere senza fermarsi mai… un po’, nel mio piccolo, come me sul lavoro!
Foto: Pagina Facebook Chiappa Arreda Srl
Dino Cordari: “In tavola voglio portare il sorriso”
E’ pizzaiolo, ristoratore ma anche insegnante di successo di Swedlinfactory, ed ha un progetto da realizzare… dietro l’angolo
I suoi corsi di cucina nel laboratorio della Swedlinghaus fanno sempre il boom di iscrizioni. L’ultimo, tenutosi a febbraio, avente a tema la ‘Pizza Fritta’, ci ha fatto venire, oltre all’acquolina in bocca, tanta voglia di conoscerlo meglio.
Dino Cordari, classe 1981, come sei arrivato in cucina?
La passione per forni, piastre e padelle, credo di averla sempre avuta. La ristorazione infatti fa parte integrante della storia della nostra famiglia e molti segreti li ho carpiti da mia mamma Rosaria, di origine salernitana.
Anche le mie sorelle hanno assorbito quest’amore, infatti due lavorano con me, Teresa in cucina e Chiara ci viene spesso ad aiutare, e l’altra, Lucrezia, ha una bottega di prodotti tipici di alta qualità, dalla quale attingo molti degli ingredienti per realizzare i miei
piatti e le mie pizze. Poi c’è un’altra persona fondamentale che è mia moglie Laura, che mi sostiene costantemente e mi segue nelle mie ambizioni. Ah, devo citare anche nostra nipote Giada che viene a darci una mano nelle serate più affollate. Insomma, se non si era capito bene, sono molto legato alle donne di questa famiglia, che sono davvero una risorsa preziosa per me!
E, oltre alla complicità del DNA, cosa ti ha formato?
Dici bene: aldilà delle radici e delle conoscenze tramandate, nel nostro settore occorre avere una formazione ed uno studio continuo, perché non basta avere le mani buone, ma serve anche la testa, visto che dobbiamo essere al contempo sia abili che competenti. Per questo, avendo le idee ben chiare fin da giovanissimo, ho frequentato la scuola alberghiera a Tolentino ed ho iniziato a lavorare
Articolo a cura di Silvia Remoli
nella foto: Dino Cordari con i partecipanti al corso “Pizza Fritta“ presso l’area food Swedlinfactory
già prima di raggiungere la maggiore età, sia in grandi aziende gastronomiche che nelle sale dei ristoranti, fino a quando sono riuscito a realizzare il mio sogno di mettermi in proprio.
A proposito di benessere della clientela, hai numerose recensioni positive sui canali web e sulla carta stampata, sia per il cibo che per la persona che sei
Sono onorato di aver ricevuto tanti bei commenti sia per il cibo che per l’accoglienza. La mia filosofia è la spontaneità: mi impegno tanto ma senza fingere di essere ciò che non sono, cerco di essere ospitale ma discreto e provo ad offrire un servizio che possa accontentare tutti, puntando in primis sulla qualità delle materie prime e su quel tocco di personalità che metto in ogni piatto.
Allora descrivi ciò che ti riesce meglio e di cui vai fiero
Mi piace cucinare bene, con passione e tanta qualità.
Ho letto anche recensioni entusiaste da parte di vegetariani…
Ovviamente sì, perché il mio primo obiettivo è vedere il sorriso stampato sul viso del cliente, che deve sentirsi libero di condividere il buon cibo con le persone che ama. Ecco perché uso verdure a km zero e soprattutto di stagione per soddisfare anche chi è vegetariano e mettendo sul suo piatto i migliori nutrienti possibili. Questo fa parte anche della mia filosofia di puntare sul nostro splendido territorio, che ha tanto da offrirci, con prodotti salubri e di altissima qualità.
Passiamo ai corsi che tieni alla Swedlinfactory: sai che ci sono persone che si iscrivono dal Belgio pur di farsi insegnare la pizza da te?
E’ vero che il mondo dei lievitati mi ha ormai conquistato e mi sento a mio agio nel creare impasti sempre più digeribili, leggeri e versatili, ma non mi aspettavo davvero tanto successo,
perché ho sempre pensato di essere più bravo ad apprendere dagli altri piuttosto che ad impartire le lezioni. Eppure sono stato contento di essere entrato in empatia con i corsisti in maniera del tutto naturale e di avvertire il loro entusiasmo ogni volta.per questo dopo il corso sulla pizza fritta e su quella contemporanea, di certo ne fisseremo in calendario altri a breve. I due ragazzi del Belgio, sono stati una gradita sorpresa perché li avevo conosciuti tempo prima nel mio ristorante ed è stato lì che si erano promessi di voler provare a riprodurre la mia pizza, pertanto hanno colto l’occasione di ritornare nelle Marche appena hanno saputo del corso nella vostra azienda.
Prima di salutarti ed invitare tutti i lettori ai tuoi corsi sulla pizza (basta consultare il sito Swedlinfactory!) ti chiedo se hai un sogno nel cassetto ancora da realizzare Sì certo, ed è un progetto che è proprio dietro l’angolo… nel senso che sto cercando un nuovo locale da aprire proprio nelle vicinanze della vostra sede. Mi piace molto quella zona ed ho tantissimi clienti provenienti da quel territorio, quindi mi piacerebbe accontentarli avvicinandomi a loro con un nuova formula di ‘ristorante-pizzeria’, con prelibate varietà di carne ed ovviamente la mia pizza contemporanea, che sposa la tradizione ma al tempo stesso l’evoluzione e la mia fantasia in cucina. In effetti non vedo l’ora di coronare questo mio nuovo sogno dove ovviamente riverserò tutti i valori dell’accoglienza assorbiti da ogni membro della mia famiglia, a partire da mio padre Enzo che non c’è più, ma che sarebbe contento di vedere questo mio ulteriore passo verso il sorriso dei clienti!
Tienici informati perché, non appena inaugurerai, conta su noi di Swedlinghaus e consideraci già prenotati (ed affamati)!
nella foto: Dino Cordari con i partecipanti al corso “Pizza Fritta“ presso l’area food Swedlinfactory
Samantha Visentin: «L’importanza di umanizzare il brand per impresa e professionisti»
Conosciamo l’esperta di comunicazione digitale, strategie di marketing online e personal branding
Friulana, 49 anni ed un figlio all’università. Quando arriva in azienda è sempre energica e sorridente e pronta a mettersi subito all’opera: si aggiorna sui dati da analizzare, ragiona sui margini di crescita, sulle eventuali strategie da innescare, sulle possibili novità da introdurre, ecc. All’attivo ci sono tre libri (‘Umanizzare il brand’ e ‘Digital human marketing’ editi da Maggioli e ‘Personal Branding umano’ su Amazon) ma anche tanto lavoro sul campo: anni di gavetta, confrontandosi con le più variegate realtà imprenditoriali e ponendosi l’obiettivo di mettere a frutto il loro potenziale.
Samantha, se dovessi definirti professionalmente, che espressione useresti?
Sono una Digital Human Strategist, la prima in Italia a specializzarsi nello sviluppo di strategie comunicative incentrate sull’essere umano. Aiuto imprenditori e liberi professionisti a rendere il loro brand più autentico e vicino alle persone.
Cosa si intende per Human Marketing e perché è cosi importante?
Lo Human Marketing non è solo una tendenza, ma una vera e propria necessità. Significa rimettere l’essere umano al centro della comunicazione, smettere di urlare per ottenere attenzione e iniziare a creare connessioni autentiche. Non si tratta di vendere a tutti i costi, ma di farsi scegliere dalle persone giuste, quelle che condividono valori, storie e una visione comune.
Articolo a cura di Silvia Remoli
Oltre ai tuoi libri pieni di consigli cosa offri ad imprese e professionisti?
Faccio formazione in azienda e stringo relazioni di fiducia con i clienti, mi muovo lungo tutto lo stivale, ma posso anche seguire il cliente da remoto, cosa che spesso, per reciproci impegni, è molto agevole, ed è uno dei comodi pregi da riconoscere alla tecnologia.
Che tipo di ‘pacchetto’ offri?
Mi rivolgo a più target, ad esempio con i liberi professioni posso organizzare corsi one to one che vertono sulla loro strategia per l’ottimale posizionamento del brand. Mi occupo di marketing strategico: il primo obiettivo è proprio quello di individuare il mercato di riferimento, delinearne precisamente i contorni per cercare di distinguere l’azienda o il singolo professionista dal resto del mercato a partire dal concorrente più prossimo.
In pratica li affianco in un percorso di crescita, trasformando le loro idee e visioni in risultati concreti e misurabili.
Cosa pensi dell’ intelligenza artificiale?
La trovo utile per creare contenuti, piani
editoriali, per ottenere suggerimenti e analisi di mercato che prima richiedevano strumenti più evoluti e a pagamento.
Ma ricordiamoci che siamo noi a guidarla e non il contrario, perché ha dei limiti oggettivi e fa degli errori, quindi bisogna capire fino a dove farla arrivare e fermarci nell’esatto momento in cui ci spersonalizza: deve essere il supporto e non la protagonista.
Idem per i social quindi…
Se ben utilizzati sono delle vetrine, nelle quali però dobbiamo esser pienamente consapevoli di quali prodotti esporre! Chiediamoci sempre a chi ci stiamo rivolgendo e, una volta chiarito questo concetto, si possono maneggiare con estrema consapevolezza e dinamicità applicazioni come Canva, Facebook, ecc.
I miei corsi teorico-pratici a tal riguardo servono proprio a rendere autonomi imprese e professionisti nel destreggiarsi con questi strumenti, ormai indispensabili per chi deve creare una comunicazione efficace ed il più diffusa possibile del proprio brand.
Quale è il giudizio più bello che hai ricevuto da un tuo cliente?
Guarda, non vorrei passare da presuntuosa ma devo dirti che finora non ho mai avuto recensioni negative, e mi dicono che ho il polso del mercato, che aiuto ad emergere, a trovare la rotta, con passaggi molto naturali, partendo semplicemente dal distinguere ciò che è essenziale per canalizzarvi tutte le energie.
Ed ecco che ritorna il concetto di identità solida…
Esatto, se non vuoi che il tuo brand resti uno dei tanti o che si confonda facilmente con il resto, devi far capire cosa rappresenti, quali valori trasmetti e cosa ti rende veramente unico. Il branding umano non è solo una questione di immagine, è una questione di essenza. È il motivo per cui alcune aziende e professionisti vengono ricordati e altri no.
E’ rasserenante sapere che stai lavorando per estrapolare il lato umano in ogni realtà imprenditoriale, dal singolo professionista alla più grande catena produttiva, anche perché qui a Swedlinghaus la pensiamo come te!
I contatti di Samantha Visentin: Sito web: https://samanthavisentin.com/ Instagram : samantha_visentin Facebook: Samantha Visentin