Gli esiti dell’ incontro strategico per rafforzare l’identità aziendale e consolidare la crescita negli Stati Uniti
Un confronto aperto sul futuro internazionale di Swedlinghaus
Intervista a Giuseppe Formica, che ama andare di corsa…non solo metaforicamente!
I nostri prodotti da Grottazzolina a Caltagirone, grazie a Sicilcom
Fabiola Panichi: «Nella mia pentola bolle un sogno»
«Ciao mamma, guarda come mi diverto… in Swedlinfactory!»
Gli esiti dell’incontro strategico per rafforzare l’identità aziendale e consolidare la crescita negli Stati Uniti
Una super mamma di 8 figli con la grande passione per la cucina
Tanti laboratori di cucina per i piccoli aspiranti chef, anche in trasferta
Gli esiti dell’incontro strategico per rafforzare l’identità aziendale e consolidare la crescita negli Stati Uniti
Un confronto aperto sul futuro internazionale di Swedlinghaus
SOM MA RIO
Una super mamma di 8 figli con la grande passione per la cucina
Fabiola Panichi: «Nella mia pentola bolle un sogno»
Intervista a Giuseppe Formica, che ama andare di corsa…non solo metaforicamente!
I nostri prodotti da Grottazzolina a Caltagirone, grazie a Sicilcom
Tanti laboratori di cucina per i piccoli aspiranti chef, anche in trasferta
«Ciao mamma, guarda come mi diverto… in Swedlinfactory!»
Editoriale di Davide Longo
Un confronto aperto sul futuro internazionale di Swedlinghaus
Gli esiti dell’incontro strategico per rafforzare l’identità aziendale e consolidare la crescita negli Stati Uniti
Ho voluto fortemente organizzare questa riunione nella nostra sede per condividere con tutto il team un aggiornamento importante sull’andamento di Swedlinghaus Inc., la nostra filiale americana con sede a Miami. L’obiettivo era chiaro: fare un punto concreto sugli sviluppi oltreoceano, coinvolgendo l’intero gruppo e offrendo uno sguardo più approfondito al contesto operativo statunitense, diverso ma al tempo stesso connesso alla nostra identità.
Una riunione per allineare e ispirare
L’incontro ha visto la partecipazione di tutti i
reparti chiave dell’azienda – dal commerciale all’amministrazione, dal management strategico fino alla produzione – perché, pur condividendo lo stesso oggetto sociale della casa madre, è fondamentale che tutti siano consapevoli delle dinamiche peculiari del mercato americano. Ho fatto condurre la presentazione alla nostra dipendente Lucia Fontana con la quale mi ero confrontato proprio per offrire un’analisi puntuale, frutto di un mix tra studio approfondito e dati concreti, raccolti anche grazie alle mie frequenti trasferte negli USA e alla partecipazione alle principali fiere di settore.
Davide Longo, C.E.O. Swedlinghaus
Portare i nostri valori in un contesto nuovo
Un passaggio centrale della riunione è stato dedicato a riaffermare i valori fondanti della nostra azienda: qualità, affidabilità, attenzione al cliente e innovazione. Questi principi sono il cuore pulsante di Swedlinghaus e li abbiamo portati con noi anche in America. Non si tratta solo di espandere la presenza geografica, ma di consolidare un’identità: la stessa qualità e passione che ci contraddistingue in Europa, ora anche negli Stati Uniti. Abbiamo illustrato gli obiettivi a lungo termine per rafforzare la nostra posizione nel mercato americano e rendere la filiale di Miami un punto di riferimento solido.
Le differenze culturali e strategiche tra Italia e USA
Uno dei temi più stimolanti emersi è stato il confronto tra il modello americano e quello italiano, in particolare nel rapporto tra azienda e cliente. Il cliente americano è abituato a servizi mirati, tempi rapidi e a un’interazione costante e trasparente con l’impresa. In questo contesto, l’azienda può ottenere ottimi margini anche attraverso strategie che, in Italia, potrebbero apparire rischiose o contro-intuitive. Questo confronto ci spinge a uscire dai nostri schemi tradizionali e a valutare con occhi nuovi come strutturare l’offerta e il servizio.
Curiosità e partecipazione: un segnale forte
Il coinvolgimento durante la riunione è stato
alto, con numerose domande e riflessioni sul mercato americano, sui criteri di selezione delle aziende analizzate e su come adattare il nostro approccio commerciale. È stato particolarmente interessante il dialogo nato attorno a possibili nuove strategie da testare, nate proprio da un confronto culturale stimolante. La curiosità e l’apertura dimostrate dal team sono state un segnale positivo e incoraggiante.
Un impegno continuo
Da questo incontro è nata una consapevolezza importante: la necessità di calendarizzare con regolarità momenti di aggiornamento e confronto sul mercato americano e sulla nostra sede di Miami. Solo attraverso una condivisione costante possiamo affinare le strategie, migliorare il nostro approccio e rafforzare la nostra presenza internazionale. Siamo un’azienda con radici solide ma con lo sguardo rivolto al mondo. E come ogni crescita importante, anche questa passa attraverso il dialogo, l’ascolto e il coinvolgimento di tutti.
nella foto: Lucia Fontana
nella foto: dati macroeconomici
I nostri prodotti da Grottazzolina a Caltagirone, grazie a Sicilcom
Intervista a Giuseppe Formica, che ama andare di corsa… non solo metaforicamente!
Oggi vi portiamo in Sicilia, tra ceramiche colorate e panorami mozzafiato, per conoscere un rivenditore che punta la sveglia molto presto, per iniziare le sue giornate con una sana corsetta.
Parliamo di Giuseppe Formica, dinamico 62enne di Caltagirone, splendida città nota per le sue ceramiche colorate, e nella quale ha sede anche la sua azienda: la Sicilcom, precisamente in via Salvo D’Acquisto n. 12.
Giuseppe, ci racconti come nasce Sicilcom e di cosa si occupa?
Diversi anni fa un amico mi ha introdotto nel mondo della fornitura per la ristorazione, insegnandomi molto di questo mestiere e
facendomi appassionare.
Fornisco attrezzature per bar, ristoranti, pizzerie, insomma tutto il settore HORECA, e la mia zona di riferimento è principalmente nella Sicilia orientale, quindi esco spesso anche dalla provincia di Catania. Mi piace non solo vendere ma anche dare idee al cliente, immaginare insieme a lui l’allestimento del suo locale… sarà forse perché ho un diploma da geometra, e probabilmente mi è rimasto questo interesse per la progettazione!
Come è nato il contatto con Swedlinghaus?
Diciamo che ho voluto conoscere la vostra azienda per curiosità:
Articolo a cura di Silvia Remoli
nella foto: SicilCom - Caltagirone
ho gli occhi puntati su ogni prodotto relativo al mio settore di competenza e mi piace osservare con attenzione per poter confrontare le attrezzature tra loro, basandomi su parametri tecnici, economici ed estetici. Il risultato è stato che, con estrema facilità, la Swedlinghaus mi ha conquistato per il miglior rapporto qualità-prezzo.
E tra i vari prodotti Swedlinghaus hai un preferito?
L’affettatrice è il mio cavallo di battaglia, ma subito dopo metterei in classifica le macchine per il sottovuoto, i tritacarne e le insaccatrici.
Come rivenditore, come ti definiresti?
Direi “uno senza troppi fronzoli”: sono diretto, amo comunicare in maniera schietta; per questo mi propongo a viso aperto al mio cliente e al contempo ho uno showroom molto fornito in cui condurlo per fargli toccare con mano le attrezzature in cui credo.
Quali altre passioni coltivi oltre al lavoro?
Non corri solo come imprenditore giusto?
Esatto, almeno non solo metaforicamente. La corsa mattutina è ormai un appuntamento insostituibile per me: ho infilato le scarpe da running all’incirca 10 anni fa, esattamente quando ho smesso di fumare. Ho pensato che sarebbe stato bello sostituire un vizio con qualcosa di sano, e ora posso affermare con un sorriso che “una corsa al giorno leva il medico di torno!”.
Ed ora, di quel percorso di 10 km nella mia
bella Caltagirone, non potrei farne più a meno, ma è davvero un bel vizio!
Mentre corri ascolti musica, hai una playlist di canzoni preferite o altro?
Ascolto la radio: c’è un programma in particolare, ‘Tutti pazzi’ in diretta su RDS, che mi intrattiene, mi fa ridere di gusto e quindi allevia ogni fatica.
Un’altra passione è viaggiare. Partire è sempre una medicina antistress che ripaga l’anima e ristora dopo gli impegni lavorativi.
E tra le varie tappe, quale ti ha sorpreso in maniera positiva?
Ultimamente sono stato a Cracovia, una città sorprendente, piena di storia ma al contempo moderna: mi ha stupito la pulizia, l’organizzazione e l’efficiente rete di servizi che offre. Ho poi visitato Auschwitz e Birkenau: esperienze toccanti. E anche la miniera di sale di Wieliczka che è un sito Unesco… posto incredibile.
Con questo non dico che apprezzo solo ciò che è fuori confine, anzi: abbiamo luoghi nella nostra Italia che lasciano a bocca aperta, ed io, oltre alla mia inimitabile Sicilia, citerei la Costiera Amalfitana, la cui vista ti rimette davvero in pace con il mondo.
Speriamo che potrai dire lo stesso delle Marche, che ti suggeriamo come meta del tuo prossimo viaggio!
Fabiola Panichi: «Nella mia pentola bolle un sogno»
Una super mamma di 8 figli con la grande passione per la cucina
Articolo a cura di Silvia Remoli
Nell’ultimo podcast firmato Swedlinfactory abbiamo approfondito la conoscenza di un personaggio già noto in azienda, regina degli eventi e dei corsi con la sua inimitabile frittura all’ascolana.
Carta di identità
Fabiola Panichi è nata a San Benedetto il 17 maggio 1970 diplomata e con 30 anni di impiego presso una casa di cura.
Proviene da una famiglia al femminile, con due sorelle, ma poi, quando ha creato la sua, si sono ribaltati gli equilibri: ha 8 figli di cui 6 maschi e 2 femmine con età che vanno dai
33 anni della più grande agli 11 anni del più piccolo. Ha anche un figlio che frequenta il seminario religioso e sta svolgendo la sua missione nel sud Italia.
Da dove nasce il tuo amore per la cucina? «Nasce quando ero piccola: sono una persona creativa e osservare mia nonna, che era una cuoca, all’opera, credo sia stato il mio primo imprinting. Mia mamma poi mi ha lasciato tanto libera in cucina, non mi limitava nella creatività, e questo mi ha permesso di coltivare ulteriormente questa mia inclinazione.
nella foto: Silvia Remoli e Fabiola Panichi
Avere poi 8 figli mi ha indiscutibilmente allenata in cucina perché i tempi sono stretti, le esigenze spesso sono diverse, per quantità, sapori, orari, ecc. e questa tabella di marcia serrata mi ha impegnata ma al tempo stesso stimolata a creare ricette piacevoli sia al palato che all’occhio, per accontentare tutti. Poi pian piano, nel tempo, da semplice passione si è trasformata in una ulteriore professione per me».
Come è avvenuto il contatto con Swedlinghaus
«Sono assistente per il centro Italia dello chef Samuele Savioli ed è stato lui che mi ha fatto conoscere la vostra Academy di Swedlinfactory perché il mio cavallo di battaglia è la frittura ascolana ; quindi lui che mi ha fatto da gancio ed ho tenuto due corsi proprio su questa prelibatezza del nostro territorio, e a breve ci sarà anche il terzo».
Descrivici il tuo apprezzato fritto ascolano
«La mia frittura è molto varia ma preciso che l’oliva ascolana segue proprio un suo ‘disciplinare’ nel rispetto della tradizione che andrebbe preservata e tramandata di generazione in generazione per non intaccare l’autenticità di questo vero e proprio tesoro da mettere sulle nostre tavole.
Poi c’è la variante di oliva al tartufo e i cremini fritti sia di crema classica che quella al cioccolato aromatizzate con il liquore all’anisetta: anche quest’ultimo è un prodotto ascolano che ci contraddistingue in tutto il mondo».
So che il tuo antistress è piuttosto dinamico…
«Non sto mai ferma, ecco perché unisco l’utile al dilettevole ritagliandomi dei momenti tutti per me, in cui abbino viaggio e cucina. Quindi mi organizzo per fare uscite in giro per l’Italia al fine di seguire dei corsi di formazione interessanti a tutto campo: dal dolce al salato, pur di arricchire il mio bagaglio di esperienza».
«Cosa bolle in pentola?»
Ogni nostro podcast termina con una domanda riguardante un progetto imminente, che il nostro ospite ci svelerà, estraendolo dal coperchio.
«Dalla mia pentola esce una casacca da chef con il logo che ho ideato per me ricamato sopra: “Delizie da Faby”. Tutto questo perché il mio sogno è creare un punto formativo in centro-Italia, ben strutturato, diretto da me ed avvalendomi di collaboratori di livello, tra cui metto in prima linea l’Academy di Swedlinfactory, ovviamente».
Non resta che augurarti ‘in bocca al lupo’, cara Fabiola, sperando di riassaggiare presto la tua profumata frittura!
«Ciao mamma, guarda come mi diverto… in Swedlinfactory!»
Tanti laboratori di cucina per i piccoli aspiranti chef, anche in trasferta
Un’agenda fitta di appuntamenti per le ideatrici della formula Swedlinfactory dedicata ai più piccoli. «Perché in fondo, i simpatici pasticcioni di oggi potrebbero essere gli appassionati chef di domani!», spiegano Ilenia Lupi e Giuseppina Tirabassi.
E non solo: «Socialità, manualità, consapevolezza…», questi e tanti altri sono i valori che i bambini possono apprendere in un pomeriggio trascorso tra i fornelli (ovviamente guidati e monitorati).
La cucina è infatti sia gioco e divertimento, sia ordine e disciplina: se da un lato stimola la creatività, dall’altro ha regole precise, come l’igiene, l’organizzazione e la pulizia del piano di lavoro. Il tutto in un mix divertente e condiviso con altri giovanissimi “colleghi”.
La festa della mamma… Maggio è notoriamente il mese dedicato alla figura femminile: sia per la tradizione mariana, per chi professa la fede cattolica, sia per la ricorrenza laica della festa della mamma.
Anche quest’anno, quindi, non è mancato il corso di cucina per i piccoli chef che vogliono omaggiare con un’affettuosa e dolce creazione l’angelo del focolare. Un modo per ripagarla delle tante premure e, almeno per una volta, far sì che non sia lei a cucinare (quantomeno la torta!).
nella foto: un momento durante il corso di cucina
Articolo a cura di Silvia Remoli
…ma anche la festa del papà
Per par condicio, non è mancato, mesi prima, il laboratorio dedicato alla festa del papà: «In quell’occasione abbiamo realizzato una torta con un mezzo busto in giacca e cravatta, come un abito da lavoro da ufficio. I bambini si sono divertiti tantissimo, perché hanno potuto sbizzarrirsi e scoprire che la cucina non è solo preparare un pasto, ma anche esprimere fantasia, cura dei dettagli e tanto altro», ricorda Ilenia con un sorriso.
Inoltre, visto che nei corsi per adulti c’erano le colombe di Oscar Pagani, anche i piccoli chef hanno avuto il loro laboratorio di Pasqua: un pomeriggio intero dedicato alla creazione di dolcetti, tra cui simpatici muffin a forma di
coniglietto con zampine in pasta di zucchero e una soffice coda di cocco.
Novità: feste firmate Swedlinfactory anche fuori sede
Visto il successo delle giornate in Swedlinfactory, sempre più famiglie hanno chiesto a Ilenia e Giuseppina di poter organizzare feste di compleanno in sede. L’idea? Coinvolgere i piccoli ospiti nella preparazione di stuzzicherie dolci e salate.
Una formula che ha trasformato i compleanni in vere e proprie puntate di Junior MasterChef dal vivo, tra risate e divertimento.
«Non sarebbero mai voluti andar via! E ogni volta che i genitori arrivavano, i bambini chiedevano subito di prenotarsi per il prossimo laboratorio, indipendentemente dal tema!» racconta Ilenia soddisfatta.
E così, dopo il successo dei corsi “su richiesta”, è nata anche la versione itinerante, con veri e propri laboratori creativi a domicilio.
I bambini si sentono protagonisti
Per paura che si facciano male — o, più spesso, per la frenesia della vita quotidiana — molti bambini vengono tenuti lontani dai fornelli. In Swedlinfactory, invece, sono al centro della cucina.
Appena entrano nel laboratorio, indossano il grembiule personalizzato con il loro nome, si lavano le mani e iniziano subito a pasticciare.
«Sono gesti semplici, ma sempre più necessari», sottolinea Ilenia. «La generazione di oggi è travolta dalla tecnologia. Per questo servono veri momenti “detox”, lontano dagli schermi, per riscoprire la manualità.»
Un sano rapporto con il cibo
Toccare, preparare, annusare: stare a contatto con il cibo aiuta i bambini a diventare più consapevoli e meno passivi.
Li aiuta ad allontanarsi dall’abitudine di mangiare distrattamente davanti a schermi accesi e, soprattutto, ad essere più curiosi nel provare nuovi sapori.
Durante i laboratori, si fa anche una piccola pausa-merenda con prodotti sani e locali, a km zero. «Abbiamo sempre cura delle intolleranze e cerchiamo di educare all’amore per gli ingredienti genuini. Un esempio? Una fetta di pane casereccio con olio extravergine d’oliva e frutta di stagione», conclude Ilenia.