Davide Longo e Francesco Grassi: ecco la strategia aziendale tra casa madre e filiale americana per restare competitivi
I dazi doganali USA: «Così Swedlinghaus protegge i clienti americani dai rincari»
La nostra Export Manager: «I rapporti umani
il cuore del business internazionale»
Silvia Liberati racconta il viaggio di lavoro in Indonesia e Vietnam
I tritacarne professionali: qualità e innovazione in una gamma completa per la lavorazione delle carni
Swedlinghaus Srl: non solo affettatrici
e
Renaldi Bilance, da 140 anni un’azienda familiare… di peso!
Davide Longo e Francesco Grassi: ecco la strategia aziendale tra casa madre e filiale americana per restare competitivi
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Simone
Matteo, fratelli green, alla guida della quinta generazione
Davide Longo e Francesco Grassi: ecco la strategia aziendale tra casa madre e filiale americana per restare competitivi
I dazi doganali USA: «Così Swedlinghaus protegge i clienti americani dai rincari»
La nostra Export Manager: «I rapporti umani restano il cuore del business internazionale»
Silvia Liberati racconta il viaggio di lavoro in Indonesia e Vietnam
SOM MA RIO
I tritacarne professionali: qualità e innovazione in una gamma completa per la lavorazione delle carni
Swedlinghaus Srl: non solo affettatrici
Simone e Matteo, fratelli green, alla guida della quinta generazione
Renaldi Bilance, da 140 anni un’azienda familiare… di peso!
Editoriale di Davide Longo
I dazi doganali USA: «Così Swedlinghaus protegge i clienti americani dai rincari»
Davide Longo e Francesco Grassi: ecco la strategia aziendale tra casa madre e filiale americana per restare competitivi
Negli ultimi anni, la questione dei dazi doganali è tornata al centro del dibattito economico globale, alimentata dalle politiche protezionistiche adottate soprattutto dagli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump. In questo contesto, le aziende italiane che esportano oltreoceano si sono trovate ad affrontare nuove sfide, tra rincari, incertezze normative e oscillazioni di mercato. Swedlinghaus, azienda italiana specializzata nella produzione di attrezzature per la lavorazione alimentare, ha affrontato il tema in modo diretto e lungimirante, dotandosi di una sede operativa negli Stati Uniti, la Swedlinghaus Inc., con sede a Miami. Ne parliamo nel nostro podcast con Davide
Longo, titolare dell’azienda, e Francesco Grassi, ingegnere gestionale, per aiutare a fare chiarezza su un tema tecnico ma fondamentale per chi opera a livello internazionale.
I dazi gestiti internamente per proteggere i clienti: «Il dazio doganale è ormai sulla bocca di tutti» spiega Francesco Grassi. «Si tratta di una tassa aggiuntiva sul valore di un prodotto importato. Se un macchinario italiano costa 100 dollari, un dazio del 10% lo fa salire a 110, a cui spesso si somma un’aliquota esistente: nel nostro caso specifico, era già attivo un 4%.
Davide Longo, C.E.O. Swedlinghaus
Questo può creare disagio e incertezza, specie tra i clienti americani preoccupati da possibili rincari sui prodotti non statunitensi».
Davide Longo illustra il caso concreto: «Abbiamo scelto di non far ricadere il dazio sul cliente finale. Gestiamo internamente la questione, grazie alla relazione diretta tra la sede italiana e la nostra filiale americana. Chi compra negli USA da Swedlinghaus Inc. non si accorge del dazio, perché non lo paga. Il prezzo resta competitivo e in linea con gli standard precedenti».
La scommessa americana: una mossa vincente
La creazione della Swedlinghaus Inc., col senno di poi, non è stata solo un investimento logistico. È diventata una leva commerciale potente per garantire continuità, trasparenza e competitività in un mercato complesso.
«Dopo anni di partecipazione a fiere americane in cui si prendevano contatti ma poi si tornava in Italia, si rischiava di perdere quella fiducia costruita nel breve periodo. Con la sede a Miami, invece, abbiamo un magazzino operativo, showroom e assistenza locale. È come giocare in casa: c’è più appeal e serenità nei rapporti con i distributori» ricorda Longo.
«La filiale americana – continua – ci sta ripagando del rischio imprenditoriale. E speriamo possa diventare sempre più autonoma e strutturata, per essere una vera costola del gruppo, non solo un punto vendita».
Dazi come strumento politico: una fase transitoria
L’intervento si chiude con una riflessione più
ampia, che guarda con lucidità al quadro geopolitico: «Durante i nostri ultimi viaggi negli Stati Uniti, abbiamo percepito chiaramente che i dazi sono stati, prima di tutto, una mossa politica di Trump. Non un fine, ma uno strumento per riaffermare il peso degli USA nello scacchiere internazionale. È un momento storico destinato, secondo me, a rientrare: già con l’Oriente si intravedono segnali di distensione. E magari, chissà, in futuro potremmo trovarci di fronte a scenari commerciali ancora più favorevoli» rasserena Grassi.
Un’opportunità mascherata da ostacolo «Ogni cambiamento – concludono – per noi è un’occasione di crescita. Ed è proprio questa mentalità che ci ha permesso di affrontare la sfida americana con flessibilità, solidità e visione a lungo termine».
In definitiva, quello che poteva apparire come un ostacolo – i dazi – è diventato per Swedlinghaus uno stimolo a innovare la propria presenza internazionale, rivedere la logistica, potenziare la relazione con il cliente finale.
nella foto: da sinistra Silvia Remoli, Davide Longo, Francesco Grassi
Silvia Liberati racconta il viaggio di lavoro in Indonesia e Vietnam
La nostra Export Manager: «I rapporti umani restano il cuore del business internazionale»
Silvia, sei appena rientrata da un intenso viaggio in Asia. Qual è stato l’obiettivo di questa trasferta?
Il viaggio aveva una duplice finalità. In Indonesia, siamo andati a consolidare una nuova collaborazione con un distributore locale conosciuto l’anno scorso: ci aveva contattati tramite scouting commerciale e poi ha voluto conoscerci di persona alla fiera di Singapore. Da lì è nata un’intesa autentica, sia umana che strategica. Il secondo obiettivo era invece il Vietnam, dove ho incontrato clienti attivi e potenziali partner per valutare lo sviluppo di nuove opportunità in un mercato in piena evoluzione.
Come si è articolata la tua permanenza?
Due settimane piene, distribuite tra Indonesia e Vietnam: La prima l’ho trascorsa a Jakarta, accompagnata dal nostro rivenditore e dal suo team: agenda fitta di appuntamenti, visite, incontri e presentazioni. Nella seconda parte del viaggio ero in Vietnam, prima a Ho Chi Minh e poi ad Hanoi, per incontri individuali con clienti e partner locali. Due settimane davvero intense, ma molto fruttuose.
Parlaci del tuo ruolo: come ti sei mossa in questo contesto internazionale?
Come Export Manager mi occupo di creare, gestire e consolidare i rapporti con i nostri
Articolo a cura di Silvia Remoli
nella foto: Silvia Liberati durante una riunione
partner esteri. Conoscere più lingue (italiano, inglese, spagnolo, tedesco e un po’ di indonesiano imparato in questi giorni intensi!) mi ha aiutato moltissimo a entrare in sintonia con le persone. In questi Paesi, l’interazione umana è fondamentale: ogni incontro è anche un momento di relazione e fiducia.
Com’è stata l’accoglienza in Indonesia e Vietnam?
In Indonesia sono stata accolta in modo straordinario. Non sono mai stata sola un minuto, il team locale è stato attentissimo e professionale. Perfino in hotel, ogni mattina trovavo piccoli pensieri come cioccolatini e bigliettini di benvenuto. Anche se Jakarta è una città difficile da girare da soli, per motivi di sicurezza e traffico estremo, ho comunque avuto modo di vedere il Monumento Nazionale e vivere un pezzetto della loro cultura. In Vietnam, il clima era più umido e l’approccio meno ossequioso ma altrettanto cordiale e positivo. I clienti hanno apprezzato moltissimo la mia presenza fisica, un segnale che rafforza il legame con Swedlinghaus. La fiducia va nutrita, soprattutto quando si lavora a distanza per la maggior parte dell’anno.
Non solo business: raccontaci qualcosa dell’esperienza culturale.
È stata davvero una full immersion. In Indonesia ho assaggiato piatti tipici di cui sono diventata una vera fan, come gli spiedini di funghi con salsa di arachidi, ho scoperto il gusto dei frullati di frutta tropicale – delizioso
quello di avocado con salsa di soia dolce – e ho imparato ad adattarmi a una dieta completamente diversa dalla nostra, spesso a base di riso, carne, spezie e fritti, senza glutine e senza alcol, nel rispetto della religione locale.
In Vietnam, la cucina è più orientata al vegetariano, ricca di verdure, zuppe, erbe fresche. Un’altra esplosione di sapori. Sono rimasta affascinata anche dalla ella loro arte tessile: abiti tradizionali, sete decorate, ricami dai colori vivaci. Un vero spettacolo.
Cosa ti ha colpito di più, umanamente?
La gentilezza smisurata delle persone. Un’attenzione autentica, una cura che ti fa sentire accolto anche in un contesto completamente diverso dal tuo. E poi l’energia lavorativa: tutti hanno voglia di fare, di crescere, di imparare. A livello professionale non sono affatto “distanti” da noi europei. Anzi, in molti casi condividiamo gli stessi obiettivi: lavorare bene, costruire relazioni durature, migliorare ogni giorno.
Prossimi passi?
Abbiamo già iniziato il lavoro di analisi e risposta alle richieste nate dagli incontri. Da qui in avanti sarà fondamentale mantenere viva la relazione, essere presenti, non solo con i prodotti ma anche con la nostra voce e la nostra assistenza. La soddisfazione più grande è sapere che i clienti, nuovi e storici, sentono Swedlinghaus vicina, anche dall’altra parte del mondo.
nella foto: Tritacarne carenato
Swedlinghaus Srl: non solo affettatrici
I tritacarne professionali: qualità e innovazione in una gamma completa per la lavorazione delle carni
Articolo a cura di Silvia Remoli
In un contesto di crescente domanda e specializzazione nel settore alimentare, Swedlinghaus amplia la propria offerta integrando nella propria linea una gamma completa di tritacarne professionali, pensati per rispondere alle esigenze di macellerie, gastronomie, mense, ipermercati e aziende di trasformazione alimentare. Un’aggiunta naturale e strategica che va a completare l’offerta commerciale dell’azienda, già nota per le sue affettatrici di alta qualità.
Un solo prodotto per tante realizzazioni: Il tritacarne non è più solo un accessorio, ma uno strumento indispensabile nelle moderne lavorazioni. Non solo per il taglio, ma per la trasformazione e preparazione di prodotti finiti: hamburger, ripieni, impasti speziati e personalizzati – anche nelle varianti più creat-
ive (basti pensare a un banco di macelleria che espone pronti a cuocere come hamburger semplici o speciali, conditi con verdure: carote, melanzane, cipolle caramellate, pomodori secchi, olive, tartufo e molti altri abbinamenti gustosi e fantasiosi).
‘All Made in Italy’: Swedlinghaus ha scelto di commercializzare un prodotto robusto ed autentico, con l’obiettivo di garantire prestazioni elevate e affidabilità nel tempo, caratteristiche proprie di un ‘Made in Italy al 100%’: il mix tra cura, dedizione artigiana e tecnologia avanzata è garantito in ogni fase della realizzazione, dalla progettazione al collaudo.
Gamma completa per ogni esigenza: La classificazione dei tritacarne parte dalla
grandezza della macchina, che si misura in base al diametro della piastra forata (da 8 a 42), e alla capacità di lavoro espressa in kg/ora e giri al minuto.
Ecco quindi che possiamo già suddividerci in tre segmenti principali: una linea domestica e microprofessionale (Piastra da 8 a12: indicata per piccoli ristoranti o gastronomie, dove la lavorazione della carne è saltuaria o in modeste quantità), una linea professionale (Piastra da 22 a 32: ideale per macellerie e attività con un flusso continuo di clientela), ed infine una linea industriale (Piastra da 42: pensata per laboratori e aziende di produzione che lavorano quintali di carne al giorno, come nel caso della produzione industriale di hamburger o impasti a ciclo continuo).
Due tipologie principali: semplice e carenato
Swedlinghaus propone due principali configurazioni meccaniche, con la caratteristica comune di bocca estraibile in acciaio inox con coclea, coltello e piastra: il tritacarne semplice (entry level) è un modello pratico, più economico e perfetto per chi ha un utilizzo non intensivo, mentre il tritacarne carenato ha il motore protetto da carenatura, ha un costo più elevato, offre quindi una manutenzione ed una pulizia più rapida, prestazioni superiori e una durata maggiore.
Tutti i modelli sono dotati di coltello auto-affilante, che si affila automaticamente sulla piastra, garantendo un’efficienza duratura senza necessità di manutenzioni frequenti.
Tritacarne refrigerati: controllo della temperatura per la massima qualità
Una delle innovazioni più apprezzate è il tritacarne refrigerato, dotato di circuito frigorifero interno che mantiene costante la temperatura della carne durante la lavorazione. Questo sistema evita il surriscaldamento generato dall’attrito tra coltello e piastra, fondamentale quando si tratta di carne cruda, per preservarne sapori, consistenza e igiene.
Assistenza, feedback e dialogo con l’utilizzatore
Uno dei punti di forza di Swedlinghaus è l’approccio umano e artigianale al prodotto. Oltre alla completa assistenza post-vendita e
alla garanzia prevista dalla legge, l’azienda promuove un rapporto diretto con l’utilizzatore finale, raccogliendo feedback, richieste e suggerimenti. Un interscambio continuo che permette miglioramenti concreti nel tempo e un’evoluzione dei prodotti sempre più in linea con le reali necessità del settore.
Renaldi Bilance, da 140 anni un’azienda familiare… di peso!
Simone e Matteo, fratelli green, alla guida della quinta generazione
Articolo a cura di Silvia Remoli
Dalle origini … Nel cuore del Piemonte, precisamente a Cuneo, la storia della Renaldi Bilance inizia nel lontano 1885, quando Matteo Renaldi apre un laboratorio artigianale in Contrada Mondovì per costruire, vendere e riparare bilance e stadere. Un’attività nata dalla passione e dalla manualità, che nel corso di 140 anni non ha mai smesso di evolversi, attraversando cinque generazioni. Agli inizi del Novecento, l’azienda si trasferisce in Corso Nizza, al civico 9, sede storica che ha rappresentato un punto di riferimento per decenni. Ma è nel 2019 che arriva un nuovo grande salto: l’inaugurazione della nuova sede a Peveragno, nel villaggio Colombero. Una struttura moderna, spaziosa, dotata di capannone con carroponte, sala riunioni, showroom e uffici, pensata per rispondere con sempre maggiore efficienza alle esigenze del mercato.
… al presente:
Oggi, a portare avanti la tradizione di famiglia ci sono Simone e Matteo Renaldi, due fratelli giovanissimi e appassionati, rappresentanti della quinta generazione.
Simone, classe 1993, è il nostro “portavoce” della nuova era Renaldi: papà di Victoria, una bimba di tre anni, gestisce il ramo retail e si occupa delle forniture ai clienti delle varie attrezzature alimentari, tra cui le affettatrici Swedlinghaus.
Accanto a lui c’è Matteo, nato nel 1989, padre di tre figli: Matteo di 9 anni, Mia di 7, e Marcello di 3.
Il fratello maggiore coordina l’intera gamma delle bilance, dalle elettroniche alle automatiche a controllo statistico, fino ai pesi a ponte.
È inoltre responsabile del Laboratorio Metrologico Cuneese, nato nel 2005 per occuparsi in esclusiva delle verificazioni periodiche: un servizio cruciale per garantire precisione e conformità ai dispositivi di pesatura.
Il team aziendale:
In azienda oggi lavorano in nove persone, tra cui anche il papà, che ancora fa fatica a lasciare la presa del ‘testimone’ e la mamma, storica figura della contabilità, che cura con precisione tutti gli aspetti amministrativi: bolle, fatture, rapporti bancari ed altri aspetti contabili .
Sono loro che hanno tramandato la passione ai due fratelli e che, pur potendosi godere la meritata pensione, dimostrano ancor oggi un’attiva dedizione al lavoro.
Il team è poi composto da tecnici specializzati e da figure chiave per la lavorazione meccanica, la carpenteria, la manutenzione di attrezzature per il settore alimentare e la gestione del reparto pesatura.
I rapporti con Swedlinghaus:
La Renaldi Bilance ha conosciuto la ditta di Grottazzolina sia grazie al commerciale Franco Rondelli, che a un fornitore di macchinari industriali, che tesseva spesso le lodi dell’azienda marchigiana, indubbiamente «meritate sul campo per via dei prodotti di ottima realizzazione».
Un cuore green:
Un’azienda solida ma sempre più attenta all’ambiente. Matteo e Simone credono in una imprenditoria sostenibile: per questo motivo hanno investito in un impianto fotovoltaico da 80 kW e in un veicolo elettrico per spostamenti, consegne e assistenza tecnica.
Passioni anti-stress:
Fuori dall’officina, c’è spazio per ricaricarsi coltivando le proprie passioni: Matteo è un cultore della montagna, partecipando anche a trail running, mentre Simone ama viaggiare, con una predilezione per il mare e la Corsica, una terra che conserva il suo lato autentico e naturale.
E il sogno nel cassetto?
«Crescere ancora», dicono all’unisono. «Espandere la nostra squadra con nuove assunzioni, puntando sempre sulla qualità, umana e professionale».
Perché, dopo 140 anni, la Renaldi Bilance non ha perso un grammo del suo spirito originale: quello di una famiglia che lavora insieme, con passione, precisione e uno sguardo rivolto al futuro.