Studi montefeltrani, n. 13 - 1986

Page 53

102

MARCO BATTISTELLI

I PIONIERI DELL'INDUSTRIA SOLFIFERA PERTICARESE

paese di Ugrigno si chiamava, assai significativamente, «strada del bosco» (5). Bosco di cui oggi non è rimasta traccia alcuna. Nonostante le economie realizzate con l'adozione delle carcare il costo del prodotto finito era ancora troppo elevato per gareggiare con la concorrenza siciliana, cosicché il Cisterni decise di porre sul mercato un prodotto piià pregiato, il//or di zolfo, che allora (si era nel 1821) era assai richiesto nei mercati esteri e spuntava un prezzo sensibilmente superiore a quello raffinato con il vecchio sistema. A tal fine fece costruire presso il porto di Rimini uno stabilimento in cui installò delle fornaci per la distillazione del grezzo, adottando il sistema, nuovo per gli Stati itahani, ma già in uso in Francia e in Inghilterra, della sublimazione «all'uso di Marsiglia», con il quale si otteneva appunto il fior di zolfo, la cui purezza era superiore a qualsiasi altro prodotto consimile. I l fior di zolfo, anche se ottenuto con un procedimento più rudimentale, non era comunque una novità per il Montefeltro, infatti, nel 1812, in una solfatara vicina a PennabiUi «s'impedisce la libera esalazione dai doppioni de' vapori solfurei, e si obbligano ad attraversare tubi di terra sempre raffreddati, in cui si va deponendo ì\ di zolfo, e si trae partito dai detti vapori che altrimenti si disperderebbero» (6). Nei primi anni del terzo decennio del secolo i prezzi di vendita dello zolfo ebbero un andamento crescente. Dagli scudi 4.50 il migliaro (mille libbre) del 1821 si passò ai 5 nel 1822, ai 5.50 nel 1823 e ai 7 nel 1824 per il grezzo. I l raffinato spuntava all'incirca 3 scudi in più. Dopo il 1824, però, i prezzi precipitarono: il grezzo fu venduto a scudi 3.50 nel 1825, a 3 nel 1826 e a 4 nel 1827. I prezzi del raffinato (fior di zolfo), che costituiva ormai la quasi totalità delle esportazioni, si mantennero ancora di 3 scudi al di sopra di queUi del grezzo (7). Negh anni immediatamente precedenti il 1823 gU operai impiegati nei sotterranei della miniera di Perticara erano una novan-

tina e circa 110 gU uomini e i ragazzi impiegati in superficie. Circa 40 animali, fra asini e muli, erano adoperati per il trasporto della legna e per i vari servizi di superficie. I l salario giornaliero degli uomini era, mediamente, di baiocchi 25, l'orario di lavoro di 10 ore al giorno, i giorni di lavoro circa 200 all'anno. I l prodotto annuo era compreso fra due milioni e due mihoni e mezzo di libbre di zolfo fuso e veniva trasportato a Rimini da una compagnia di vetturaU (mulattieri e birocciai); poche migliaia di libbre erano vendute in loco ai fabbricanti di polvere da sparo di Talamello e dintorni (8). A Rimini lo zolfo veniva raffinato e quindi esportato quasi per intero in Austria e nel Lombardo-Veneto (9). Occorre a questo punto fare una precisazione. Pur provenendo i dati su riportati dalla statistica industriale e manufatturiera del 1824 essi non possono essere attribuiti a detto anno poiché le relazioni (sono due) — che fra l'altro danno per la produzione valori sensibilmente diversi — furono consegnate all'autorità competente dello Stato a metà anno. I dati non possono neppure riferirsi al 1823 poiché una delle relazioni c'informa che la miniera di Perticara da circa una anno (e quindi per buona parte della seconda metà del 1823) non era in attività «attesa una grossa sorgente d'acqua scoperta nelle grotte, che v'impedisce il lavoro, e quindi l'estrazione della pietra. Sembra che mediante una gran chiavica nella parte inferiore, e precisamente al fosso detto del Panante potesse richiamare a se tutte le acque, e così togliere ogni ostacolo al lavoro: ciò però non si potrà ottenere senza grave dispendio» (10). Tutto ciò ha determinato in noi la convinzione che i dati assunti come base per la statistica si debbano riferire ad anni antecedenti il 1823 (presumibilmente il 1822). I l valore che il compilatore della medesima ha attribuito alla produzione complessiva risulta così essere inesatto perché egli ha considerato per il computo, come valore unitario, il prezzo corrente nel 1824.

( 5 ) A . S . P . , Catasto pontificio, s. V, mappe, Perticara, 1 8 1 3 . ( 6 ) A . S . R . , Memorie, cit., p. 6 6 ; Almanacco del Dipartimento del Rubicone per l'anno bisestile 1812, Forlì, p. 2 1 1 . ( 7 ) Esercitazioni dell'Accademia Agraria di Pesaro, a. I , sem. I , Pesaro 1 8 2 9 , appendice.

103

( 8 ) A . S . P . , Deleg. ap., Tit. IV, arti, professioni e commercio, 1824, busta 3 e 1824-25, busta 14; A . S . R . , ibidem. ( 9 ) F . B O N E L L i , // commercio estero dello Stato pontificio nel secolo XIX, in «Archivio economico dell'unificazione italiana», serie I , voi. X I , fase. 2 , p. 1 3 1 . Dal 1829 figureranno importatori dello zolfo riminese anche l'Olanda e l'Inghilterra. (Cfr. C . C A L I N D R I , Saggio statistico storico del Pontificio Stato, Perugia 1 8 2 9 , p. 592).

( 1 0 ) A . S . P . , Deleg. ap., Tit. IV, cit., 1824, b. 3 .


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.