Il confine è un nostro abito mentale occidentale. Fin dall’infanzia veniamo educati a pensare in modo dicotomico: buono/cattivo, bianco/nero, …
Abbiamo imparato ad essere o pro o contro; la via di mezzo è considerata ambigua e sospetta. Inoltre, riconoscere il valore di entrambe le posizioni viene considerata mancanza di carattere.
Quando affrontiamo situazioni che trarrebbero vantaggio dal pensare in termini di ambivalenza - l’uno e l’altro - generalmente ci lasciamo sfuggire questa opportunità e ci abbandoniamo alla confortevole abitudine di scegliere o l’uno o l’altro.
La tendenza a pensare in termini di esclusione è alla base del vecchio paradigma e penalizza la nostra capacità di pensare creativamente e di agire efficacemente.
Fabrizio Favini