È da circa 20 anni che la crescita del nostro Paese è ferma. Il principale motivo è piuttosto semplice:
per scolarità l’Italia è al 27° (ultimo) posto nella UE. Lo spread non è solo economico ma anche culturale, tra di loro - non a caso - intimamente collegati
il manager italiano legge meno di un libro all’anno (0,8 per l’esattezza)
nella UE il 55% dei manager è laureato; in Italia il 24% (69% in Francia; 60% in Spagna)
in Italia produciamo ogni anno 113mila laureati in STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica). Nella Corea del Sud sono 144mila; In Messico sono 156mila.
La cultura serve non solo a contrastare l’ignoranza professionale bensì anche la cattiva informazione veicolata a massicce e crescenti dosi sulla rete. Questa cattiva informazione contribuisce ad aggravare le fratture sociali, ideologiche e psicologiche che stanno lacerando il tessuto sociale del nostro Paese.
Buoni cittadini, buoni professionisti, buoni manager non si nasce, si diventa. Con la cultura e con il merito.