NUMERO 45 . lug2022 . Società a comodità illimitata

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ДЕТИ

(BAMBINI)

SOCIETÀ A COMODITÀ ILLIMITATA Troppa comodità ci sta uccidendo. Lo dicono i medici, lo confermano gli antropologi. Tutti i comfort di cui ci siamo circondati ci hanno resi intolleranti alla minima avversità e al più leggero sforzo fisico. Questa incapacità di affrontare le asperità della vita provoca una serie di patologie: disturbi digestivi, insonnia,

problemi relazionali, scarsa concentrazione sul lavoro, attacchi di panico. Eppure tutti noi consideriamo la comodità una nostra grande conquista. Con un solo marginale effetto collaterale: l’assopimento degli stimoli. Percorriamo la nostra strada senza più essere costretti dalle circostanze a tirar

fuori da noi stessi quella determinazione, quel gusto della sfida, quell’impulso che nei tempi passati ci hanno aiutato ad arrivare ben oltre a quanto avremmo mai potuto immaginare. Ad ognuno di noi rispondere alla domanda: ne vale la pena?

N.45 LUGLIO 2022

Fabrizio Favini


PROGETTO Invitiamo i nostri lettori a

la nostra vita.Vedremo come

passeggiare insieme a noi

l’innovazione creativa concorra,

nel bosco della complessità

giorno dopo giorno, alla

e della positività. Vedremo

costruzione di nuovi modelli di

come la Ricerca - scientifica,

relazione economica, sociale,

sociopolitica, culturale, etica,

produttiva e organizzativa

economica e produttiva, insieme

procedendo instancabilmente,

all’Innovazione - tecnologica, di

in parallelo, alla distruzione di

metodo, di comportamento, di

quelli precedenti.

processo, di prodotto, cambia

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CAMPAGNA SOSTENITORI Magazine rivoluzionepositiva

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Molte grazie!

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PERCORSO Un appuntamento mensile. Brevi articoli monotematici che rimandano ad approfondimenti, per chi desidera; repertori iconografici scelti in virtù di criteri estetici; l’impegno di affrontare e di interpretare in modo semplice, ma non semplicistico, la complessità; il piacere della scoperta, dello scambio e della relazione positiva con i nostri Lettori. Benvenuti a bordo!

Il Comitato di Redazione: Fabrizio Favini Edoardo Boncinelli Roberto Cingolani Enrico Giovannini Gianni Ferrario

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INDICE

06 10 14 18 FABRIZIO FAVINI

ALESSANDRO CINZIA CHELO SGARLATA

ANDREA PERCIVALLE

Esperto di innovazione del comportamento

Talent coach

Life & Business Coach

Manager aziendale

Raccomandazioni di leadership sostenibile

Generazioni X,Y, Z al lavoro: l’orientamento alla felicità

È il tempo di una leadership che si prenda cura

Quando le fake news distruggono la fiducia

Autori pg. 22 Manifesto pg. 28

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Quando le fake news distruggono la fiducia FABRIZIO FAVINI

APPROFONDISCI

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SOCIETÀ A COMODITÀ ILLIMITATA

I tempi sono più che maturi per cercare di risolvere il problema della sostenibilità dell’informazione. Dobbiamo iniziare a impegnarci a scrivere sui media e a diffondere in rete solo notizie documentate e circostanziate che si ha il coraggio di affermare di persona, non più frutto del sentito dire, del rimbalzo sociale e del chiacchiericcio generale.

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influenzabile, credula e acritica. La massa Farlevasull’emotivitàdellagente-enonsulsuo non conosce spirito critico né incertezze. intelletto e buonsenso - sembra essere il filo conduttore di questa era dell’informazione La psicologia della massa comporta la che, in effetti, di informazione ha ben compressione della personalità individuale poco. Tutti noi percepiamo che nel nostro cosciente e consapevole e, nel contempo, sistema comunicativo, in quello televisivo la canalizzazione di pensieri e sentimenti soprattutto, c’è qualcosa che non va: si in una direzione comune. Il tutto conduce punta al controllo e alla manipolazione all’affermazione prepotente di schemi dell’opinione pubblica favorendo la comuni e condivisi, superando quelli diffusione incontrastata di fake news. individuali. Ogni individuo del gruppo si sente in obbligo di evitare critiche penetranti Chi ha interesse a diffondere odio, rabbia, che potrebbero portare ad uno scontro coi paura? I famosi haters (odiatori) sono sul membri del gruppo. libro-paga di qualcuno? Tutto ciò conduce inevitabilmente al Chiunque può affermare qualsiasi cosa senza deterioramento dell’efficienza mentale, timore di essere smentito, anzi più esprime dell’attenzione e dell’intelligenza critica sensazionalismo e più è probabile che i social dell’individuo. e i talkshow gli diano spazio e credito, molto soddisfatti e compiaciuti dell’impennarsi di Questo fenomeno ha iniziato ad interessare audience e consenso. crescentemente anche il mondo delle imprese, per le quali la comunicazione Freud scriveva che una massa di persone è al pubblico è diventata strumento impulsiva, mutevole, straordinariamente fondamentale nel tentativo di combattere 7


le fake news che stanno iniziando a creare seri problemi alla reputazione delle imprese stesse. A tale proposito: • il 71% dei Clienti intende acquistare beni e servizi da imprese che riflettono concretamente i valori in cui costoro credono: responsabilità, sostenibilità sociale ed ambientale, onestà, fiducia (ricerca Accenture 2019 – 30mila interviste) • il 47% ha smesso di acquistare a causa di comportamenti aziendali non in linea con la propria etica personale (rapporto Reputation Institute 2020 – 40mila interviste) Le fake news vengono diffuse per fare pubblicità negativa o per catturare l’attenzione del grande pubblico vulnerando finanziariamente le aziende, minando la loro credibilità e creando un’atmosfera in cui le persone non sanno di chi possono fidarsi, anche perché il tutto può essere amplificato su scala internazionale. In Italia le aziende investono sempre di più sui canali digitali per garantire trasparenza di informazione su processi produttivi, qualità, rispetto delle regole, allineamento ai principi della sostenibilità sociale ed ambientale al fine di conquistarsi la fiducia di tutti i portatori di interesse che gravitano attorno all’Azienda (Clienti, Azionisti, Partner, Fornitori), senza - ovviamente - trascurare i Collaboratori che possono giocare un ruolo fondamentale nella

costruzione dell’opinion leadership a favore della propria Azienda. Per difendere un’azienda da fake news e campagne denigratorie, è quindi importante coinvolgere i propri Collaboratori, per renderli i primi convinti diffusori di immagine e di reputazione. Secondo Snopes, sito web specializzato nel confutare la fake news, in una recente lista delle 50 notizie false più popolari, 12 riguardavano aziende. Facebook si è alleato con fact checkers come Snopes per contrassegnare le fake news. Se una notizia viene accertata come falsa, viene etichettata come disputed abbassandone/azzerandone pubblicamente il valore nel ranking della credibilità. La giusta conseguenza negativa può essere l’estromissione dal mercato della pubblicità di siti noti per essere divulgatori di falsità. Un importante antidoto in grado di contrastare questa tendenza è la fiducia, quella da riconquistare, da ricostruire e da alimentare ogni giorno grazie a chi in prima persona lavora o è a contatto coi soggetti colpiti dalla disinformazione e che con la propria testimonianza può provare a raccontare una storia diversa ed obiettiva, magari dai toni meno sensazionalistici ma più aderenti alla realtà. Per concludere, dobbiamo tutti dare il nostro contributo a favore dell’informazione sostenibile garantendo il pieno accesso a corrette fonti di informazione, agevolando la formazione di un’opinione pubblica

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SOCIETÀ A COMODITÀ ILLIMITATA

dotata di strumenti culturali necessari per distinguere una notizia falsa da una proveniente da fonte attendibile. In un Paese come l’Italia, che è al 26° posto nella graduatoria dei 27 Paesi UE in fatto di istruzione scolastica e dove il 30% della popolazione adulta é funzionalmente analfabeta, il baluardo dell’informazione sostenibile è la priorità assoluta.

Fabrizio Favini

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Raccomandazioni di leadership sostenibile

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ALESSANDRO /4 CHELO

APPROFONDISCI

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SOCIETÀ A COMODITÀ ILLIMITATA

La necessità di adottare i nuovi paradigmi che la nuova epoca 4.0 porta con sé ripropone il tema della leadership: quale leadership per quale cambiamento? Il tema è tornato prepotentemente alla ribalta. L’affermazione più o meno obbligata dello smart working nelle organizzazioni ha determinato la necessità di una maggiore autonomia da parte delle persone nella determinazione delle priorità. Questo comporta, dal punto di vista della leadership, un nuovo focus sulle persone, centrato sulla promozione della responsabilità individuale. Ogni individuo è dunque chiamato a dare il meglio di sè: sembra finito il tempo di pochi talenti e di molti “portatori d’acqua”. Questo comporta anche un nuovo focus sulla centralità del talento: occorre spostare l’attenzione dalla ricerca di “persone di talento” verso l’esplorazione del “talento delle persone”. Tutto ciò determina un nuovo stile di leadership, che oggi molti definiscono leadership gentile. Ma basta? Probabilmente no. Credo che sia necessario un ripensamento più ampio e profondo che solo una “leadership rifondativa” può determinare. Non è solo questione di stile, le organizzazioni vanno infatti ripensate a partire dai loro elementi fondanti. Qual è il grimaldello per scardinare la porta del futuro? Ha un nome? Sì, lo sviluppo

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sostenibile è la principale leva che le nuove leadership in ogni organizzazione o comunità sono chiamate a utilizzare. Attenzione, su questo tema si spende però tanta facile retorica, fatta di predicozzi, ideologismi, azioni dimostrative. La retorica si fonda sull’aspettativa del “cambiamento dal basso”, sull’assunto che il cambiamento non possa che passare attraverso la sconfitta del “potere”, necessariamente malvagio. Certo, per affermare “comportamenti organizzativi sostenibili”, è necessaria la sensibilizzazione dal basso, ma occorre soprattutto guidare il “deployment” della nuova visione, insomma occorre una nuova interpretazione della leadership: il tema dello sviluppo sostenibile, riguarda prima la governance e solo dopo il “people”. In effetti, guidare lo sviluppo sostenibile presuppone innanzitutto l’adozione di un set di criteri con cui gestire i processi decisionali al fine di determinare, in ogni ambito, soluzioni sostenibili: • Analisi del oggettive

complesso

di

evidenze

• Pianificazione di azioni volte a soddisfare le esigenze di tutte la parti interessate, nel rispetto ambientale • Soluzioni compatibili con le risorse disponibili


• Previsione di risultati nel medio e nel lungo termine. C’è però un altro fattore, talmente banale che talora viene colpevolmente dato per scontato: una soluzione, per essere sostenibile, deve anche essere concreta e deve tenere conto delle possibilità realmente disponibili: la rivendicazione di un mondo perfetto, lasciando quello reale così com’è, ha poco a che fare con la sostenibilità. Ma le soluzioni sostenibili comportano un costo? Qualcuno sostiene convintamente che la sostenibilità non costi; io non ne sono così convinto, sono però assolutamente certo del fatto che la non-sostenibilità costi di più. L’adozione di questi criteri va diffusa nell’organizzazione attraverso la rete dei processi. I criteri della sostenibilità devono essere adottati infatti in tutti i processi decisionali, in ogni ambito e ad ogni livello gerarchico dell’organizzazione. Questo richiede il superamento dell’idea che la l’esercizio della leadership riguardi esclusivamente i ruoli direttivi e che chi si occupa del deployment debba soprattutto esprimere capacità manageriali: affinché l’adozione dei criteri sostenibili si diffonda davvero nelle organizzazioni, occorre diffondere l’esercizio della leadership. Ecco dunque che iniziamo ad avere un’immagine più nitida del modello di leadership necessario per governare la fase in atto. Esso è caratterizzato da due elementi: • capacità di rifondare l’organizzazione

è dunque chiamato all’esercizio di una leadership rifondativa. Occorre infatti ripartire dal riesame degli elementi valoriali primari che orientano le scelte, quindi dal purpose, ma anche dalla rivisitazione dei “patti fondativi” che regolano il rapporto tra le persone e l’organizzazione. Lo Statuto della Persona recentemente approvato in ENEL, va certamente in questa direzione. Il tema della diffusione della leadership a una porzione più ampia di popolazione aziendale riguarda soprattutto il middle management, chiamato a finalizzare l’esercizio della leadership al potenziamento della leadership personale di ciascuno (ecoleadership). Ciò rispettando peraltro le diverse disponibilità e volontà individuali ed anche dimostrando consapevolezza rispetto all’inevitabile presenza nell’organizzazione di tre “orientamenti” molto diversi fra loro: l’orientamento a fare, l’orientamento a farsi carico, l’orientamento ad “imboscarsi”, disdicevole, ma ineludibile. La diffusione e il potenziamento dell’orientamento a farsi carico rende sostenibili contesti che, se fosse per la sola qualità dei meccanismi operativi e della leadership di ruolo, non lo sarebbero, e agevola potentemente l’iniziativa della leadership trasformativa. Per affermare la leadership rifondativa del top management e l’ecoleadership del middle management, è necessario adottare un nuovo sguardo; è necessario rirappresentarci la realtà, è necessario adottare un nuovo atteggiamento. Esso si fonda sui seguenti elementi:

• capacità di diffondere la leadership.

• guardare le persone a tutto tondo, quindi superare l’orientamento alle facili “etichette”.

Il top management delle organizzazioni

• esercitare il proprio potere, inteso come 12


SOCIETÀ A COMODITÀ ILLIMITATA

capacità e possibilità di influire sulla qualità della vita degli eco-sistemi che vi abitano • affermare il “pensiero per”, ripudiando l’abitudine a individuare “nemici” sui quali scaricare ogni responsabilità • omaggiare il talento di ciascuno, nella consapevolezza che gli individui crescono più autenticamente investendo sul potenziamento dei propri fattori di successo che non sul miglioramento delle carenze. Non sfugge ad alcuno come l’adozione di questo mindset e l’affermazione di leadership trasformativa ed ecoleadership, possano determinare l’emancipazione di qualunque organizzazione e comunità e comunque concorrano all’avanzamento della società nel suo complesso. Per questa ragione, il tema ci riguarda nell’interpretazione dei nostri ruoli professionali, ma anche come persone a tutto tondo e come cittadini.

Alessandro Chelo

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Generazioni X,Y, Z al lavoro: l’orientamento alla felicità CINZIA SGARLATA

APPROFONDISCI

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SOCIETÀ A COMODITÀ ILLIMITATA

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Ho avuto l’opportunità, in questi ultimi sei anni, di imbattermi per lavoro e non solo, in due differenti generazioni di giovani: • la Generazione Y, detta Millennials, i nati tra il 1981 e il 1995, che oggi hanno tra i 27 e i 41 anni. In Italia sono circa 11 milioni, di cui circa 7 milioni nel mondo del lavoro; • la Generazione Z, ovvero i nati tra il 1996 e il 2010 (o 2012, secondo diversi studi). In Italia sono circa 8.8 milioni, di cui circa 2 milioni nel mondo del lavoro (Fonte in aggiornamento: Istat 2019, elaborazione dati Generation Mover). Due generazioni che, secondo le più svariate ricerche, sono decisamente diverse e, insieme, molto diverse dalla mia, la Generazione X, quella dei nati tra il 1965 e 15

il 1980 e che ha generato la Generazione Z. Tre generazioni che messe a confronto fanno fatica a dialogare, per valori e stili diversi, per priorità ed esigenze, caratteristiche utili da tenere in considerazione in azienda quando si fa recruiting delle nuove leve. Oggi, come molti potranno aver sperimentato direttamente in azienda o attraverso letture, studi, esperienze trasversali, la Generazione Y e ancor di più la Z che si sta avvicinando al mondo del lavoro, sono nate nella velocità, nella possibilità di dare e ottenere risposte immediate, di connettersi con l’altra parte del mondo in pochi secondi, di accedere alle più svariate informazioni facendo un semplice click sul loro smartphone (con la pecca a volte di non approfondire quasi mai le fonti, per la velocità con cui si muovono).


Proprio per le suddette ragioni, oggi queste due generazioni sentono di avere tutte le risposte, di poter imparare esclusivamente dalla loro conoscenza e ricerca personale. Come conseguenza, in azienda è difficile farle collaborare con la Generazione X, che ha potuto accumulare nel tempo esperienze e competenze utili da trasferire, oltre ad avere un approccio più oculato, riflessivo e strutturato e forse anche una visione più strategica e lungimirante imparata dal contesto storico, culturale, politico, economico e sociale in cui è nata e cresciuta. Ciò che ho percepito, nelle mie esperienze dirette con le due Generazioni Y e Z, è la difficoltà proprio ad avere uno o più sogni nel cassetto da tradurre in una Mission personale, e da trasformare in uno scopo di vita, la propria Vision, un tema che parrebbe troppo filosofico da affrontare, ma che invece è altamente importante perché si traduce in modo pragmatico in ciò a cui ci si vuole dedicare ‘da grandi’. Qualcosa è però cambiato nei due anni di pandemia globale, in cui vi sono stati tre grandi effetti straordinari e positivi nel mondo del lavoro: 1. consapevolezza dei limiti del modello di lavoro tradizionale 2. accelerazione del passaggio all’utilizzo delle tecnologie digitali nella PA, nelle PMI e nel mondo imprenditoriale italiano, innovazione dei processi e riorganizzazione del lavoro in tutto il mondo 3. cambiamento della cultura del lavoro come “posto fisso”, ovvero l’idea di un “solo posto di lavoro per tutta la vita” (Fonte Generation Mover). Ciò ha portato ad un modello chiamato YOLO Economy - You Only Live Once, ovvero si vive una volta sola. Uno degli elementi distintivi di questo fenomeno è l’associazione

con il nuovo mindset imprenditoriale che caratterizza le generazioni più giovani ma non solo, orientate a muoversi in base a obiettivi di senso e alla realizzazione personale ed economica nelle scelte professionali. L’impatto di questo nuovo mindset ha portato a diverse conseguenze tra i lavoratori della Generazione X e Y: aumento considerevole delle domande per l’avvio di imprese sia da parte di persone della generazione Millennials, che degli over50, i quali proprio durante la pandemia hanno rivisto le proprie priorità ed interessi; un sentire diffuso rilevato da molte ricerche, in primis quella di Microsoft del 2021 su circa 30 mila lavoratori in 31 Paesi diversi, di 12 settori differenti coinvolti nel panel, in cui il 41% degli intervistati ha dichiarato di valutare l’idea di lasciare il lavoro entro il 2022, per mettersi in proprio o per realizzare un progetto personale. Quanto sopra però non corrisponde alla Generazione Z, che si sta avvicinando ora al mondo del lavoro. I giovani di questa fascia di età fanno ancora fatica a trovare un sogno, un senso e uno scopo futuro a causa della velocità in cui vivono, dei repentini cambiamenti a cui sono sottoposti e alle molteplici informazioni a cui hanno accesso. “La ricerca Microsoft evidenzia un malessere diffuso tra i ragazzi 18-25enni al lavoro, i quali hanno maggiormente risentito della mancanza di relazione e networking con gli altri colleghi, come pure della difficoltà di esprimere un’idea durante i meeting online, o di trovare un senso al proprio ruolo professionale” (Fonte: Generation Mover). In questo scenario in cui mi sono imbattuta, reduce da esperienze passate personali e indirette, ho deciso di contribuire a 16


SOCIETÀ A COMODITÀ ILLIMITATA

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supportare in particolare i giovani della Generazione Z costruendo il Percorso di Autoconsapevolezza e Orientamento “Orientati alla Felicità” per sviluppare Pensiero Positivo, Competenze e Motivazione Personale per la costruzione del proprio futuro. In questo percorso i ragazzi sono accompagnati nel passaggio alla maggiore età, alla scelta universitaria e all’avvicinamento al mondo del lavoro, fornendo loro strumenti per compiere scelte più consapevoli e centrate sulla ricerca del proprio allineamento piuttosto che su condizionamenti esterni. Si focalizzano sull’importanza della felicità nel farli fiorire come individui, nel migliorare le loro prestazioni e nel renderli antenne trasmittenti in grado di dare un contributo positivo al mondo. Si lavora sul riconoscimento dei propri 17

punti di forza, sulla scoperta e riscoperta delle proprie passioni e talenti, e sull’individuazione del proprio scopo di vita, affinché abbiano un ‘faro’ da seguire che li porti ad avere una direzione, a trovare motivazione e maggiore sicurezza sulla strada da intraprendere, puntando su decisioni chiare e coerenti con la propria identità. Come afferma Carl Gustav Jung, “La vostra visione apparirà più chiara soltanto quando guarderete nel vostro cuore. Chi guarda l’esterno, sogna. Chi guarda all’interno si sveglia.”

Cinzia Sgarlata https://www.missionefil.com/cosa-offro/ percorso-orientati-alla-felicita/


È il tempo di una leadership che si prenda cura

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APPROFONDISCI

ANDREA PERCIVALLE 18


SOCIETÀ A COMODITÀ ILLIMITATA

Viviamo anni difficili e complessi: pandemia, guerra, cambiamenti climatici, crisi economiche e sociali stanno mettendo a dura prova la nostra fiducia verso il futuro, inteso come un tempo in cui progresso e benessere rappresentano non un’aspirazione ma una concreta prospettiva, accessibile ad un numero sempre maggiore di persone. Angoscia, preoccupazione, fragilità sono i sentimenti che sembrano caratterizzare questa epoca, alla quale possiamo guardare con rassegnazione, e quindi subirla rischiando di esserne sopraffatti, ovvero provare a viverla come un tempo difficile da attraversare e dal quale uscire diversi e, se possibile, migliori di quando ne siamo entrati. La crisi come opportunità di evoluzione e di crescita, individuale e collettiva. Dopo decenni di conquiste individuali, abbiamo capito, forse per la prima volta, che le nostre conquiste rischiano di non essere davvero tali se non poggiano su un modello sostenibile di sviluppo e crescita. Oggi, più che mai, siamo chiamati alla responsabilità del prenderci cura: cura per il mondo che ci

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circonda, cura per le persone, cura per chi verrà dopo di noi. Sfiduciati, messi a dura prova da una pandemia che ha travolto tutto e tutti senza risparmiare nessuno, disgustati dalla violenza di una guerra che uccide innanzitutto la dignità e la sacralità dell’essere umano, abbiamo capito che è arrivato il momento di cambiare, di mettere in discussione le nostre certezze, rivelatesi fragili e precarie, di ripensare i nostri stili di vita, di consumo e, soprattutto, di prenderci cura delle persone con cui condividiamo questo tempo, all’interno delle nostre famiglie, degli ambienti lavorativi, delle nostre comunità. Prenderci cura significa guardare l’altro con occhi attenti, significa essere capaci di dare più spazio all’ascolto che non al giudizio, significa soprattutto dare e chiedere fiducia. Fiducia è una parola straordinaria: nasce dal latino “fides”, avere fede: negli altri, nelle loro capacità, nei loro talenti, nel loro essere unici ed irripetibili. Se concediamo la nostra fiducia ad una persona la mettiamo nella condizione straordinaria di essere


libera: libera innanzitutto di essere se stessa. Libera di sbagliare, sapendo che l’errore più grande sarebbe quello di non averci neppure provato, e non quello di non esserci riusciti. Libera di scegliere. Libera di dare il meglio di sé. Fiducia di un genitore verso un figlio. Fiducia all’interno di una coppia. Fiducia in un rapporto professionale. Fiducia nei rapporti sociali. Concedere, donare fiducia significa attivare un circolo virtuoso che ci restituirà molto di più di quanto abbiamo dato: l’esperienza ci dice che le persone ci ripagheranno cercando di dare il meglio di sé, andando oltre le nostre aspettative, e soprattutto oltre i propri limiti. Dare fiducia a qualcuno significa creare lo spazio e le condizioni in cui il talento, qualunque esso sia, possa manifestarsi e fiorire. Solo una società inclusiva, un mondo del lavoro in grado di valorizzare le differenze più che uniformare comportamenti e attitudini, una politica (con la P

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maiuscola) che coniuga i verbi al futuro e non solo al presente, potranno essere la chiave per uscire più forti dai tempi turbolenti che stiamo attraversando. Si parla molto (e giustamente) di transizione ecologica, intesa come processo di innovazione volto a favorire economie orientate non solo al profitto ma anche alla sostenibilità ambientale. Insieme alla transizione ecologica deve andare di pari passo una transizione umanistica, intesa come insieme di relazioni incardinate sulla fiducia, sulla autenticità, sull’inclusione, in grado di cambiare la nostra società rendendola un terreno fertile di crescita personale e, allo stesso tempo, collettiva. Quello che potrebbe sembrare un libro dei sogni, una nuova Utopia così come immaginata da Thomas More, è già una realtà che possiamo osservare e di cui constatare i benefici. Le imprese che hanno saputo accompagnare la transizione ecologica con quella umana eccellono nei loro mercati, sono in grado di generare innovazione al servizio dei loro clienti, di costruire relazioni durature e di valore che rappresentano il loro principale asset, che viene prima dei prodotti e del profitto. Sono le Società Benefit o B Corporation, e stanno cambiando il modo di fare business, a prescindere dai settori o dai contesti geografici in cui operano. Un modello a cui fare riferimento e da espandere il più possibile, in cui il purpose viene prima del profit ed in cui le imprese evolvono a soggetti sociali che hanno responsabilità anche economiche. Una vera rivoluzione. Altri esempi li possiamo trovare nel

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SOCIETÀ A COMODITÀ ILLIMITATA

mondo dell’università, della ricerca, dove il talento individuale viene messo al servizio di progetti di innovazione in grado di produrre conoscenze e tecnologie al servizio dell’uomo, della qualità della sua vita, in grado di abbattere barriere e di rendere possibile ciò che fino a poco tempo prima sarebbe stato difficile immaginare. E, ancora, possiamo guardare al mondo delle organizzazioni di volontariato, al terzo settore, in cui una visione umanistica è alla base di progetti che sono volti a dare risposte a tante domande che altrimenti rimarrebbero tali. E potremmo andare avanti ancora a lungo. Da questi semi può nascere una società nuova, più equa, consapevole, responsabile e orientata a un futuro sostenibile. Soli con noi stessi, nei giorni della pandemia

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o davanti alle squallide immagini della devastazione prodotta da una guerra che sembra riportarci indietro nel tempo, ci siamo scoperti fragili, deboli e, soprattutto, bisognosi degli altri. Soli con noi stessi, abbiamo avvertito il peso di questa solitudine ed abbiamo avvertito il bisogno di tornare ad aprirci a relazioni autentiche, abbiamo compreso che solo prendendoci cura di noi stessi e degli altri potremo tornare a guadare al futuro con fiducia e speranza. Ci aspetta un tempo nuovo: è il tempo della cura, è il tempo del prendersi cura. E’ il tempo che speriamo di avere davanti a noi.

Andrea Percivalle


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AUTORI FABRIZIO FAVINI Nel mondo del

favorendo la crescita

a modificare i

(Sole 24ORE); La

Editore di

management

di soddisfazione,

comportamenti

vendita fa per te (Sole

rivoluzionepositiva.

consulting da 45 anni,

motivazione, self-

non più funzionali

24ORE); Scuotiamo

com, Magazine On

è consulente esperto

engagement,

alla crescita sia

l’Italia (Franco Angeli);

Line orientato al

di innovazione del

produttività.

dell’Individuo che

Comportamenti

nuovo Umanesimo

dell’Azienda.

aziendali ad elevata

d’Impresa per

produttività –

la sostenibilità

comportamento, facilitatore e

Utilizza le

formatore per lo

neuroscienze per

Oltre a numerosi

Integrazione tra stili

sociale, economica

sviluppo del talento

favorire l’acquisizione

articoli, ha pubblicato

di management

ed ambientale

in Azienda. Migliora

delle competenze

i seguenti libri: La

e neuroscienze

dell’Impresa stessa.

il rendimento del

sociali indispensabili

Vendita di Relazione

(gueriniNext).

capitale umano

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ALESSANDRO CHELO In qualità di talent

industriali italiani e

professionistico, al

della leadership e del

coach, ispira i manager

multinazionali. Ha

fianco di allenatori tra i

talento sono state

di alcuni tra i più

lavorato inoltre nel

più affermati al mondo.

tradotte in diverse

importanti gruppi

mondo dello sport

Le sue opere sui temi

lingue tra cui il coreano

e il giapponese.

24


AUTORI CINZIA SGARLATA Dopo la Laurea,

certificata Associate

e delle emozioni,

scopo.

poche Trainer in Italia

un Master in

Certified Coach dalla

capacità comunicative,

Studiosa e ricercatrice

certificata Heartmath®

Comunicazione

International Coach

per aumentare

nel campo delle

sull’uso del cervello

e un’esperienza

Federation. Supporta

le prestazioni,

Neuroscienze e della

del cuore, facilitatrice

ventennale in aziende

Manager e individui in

la resilienza e il

Psicologia Positiva,

del Metodo Inner

multinazionali

fasi di cambiamento,

benessere individuali

applica le metodologie

Game® di Timothy

nell’area Marketing e

nello sviluppo dei

e organizzativi e

legate alla Scienza

Gallwey e Chief

Customer Relationship

talenti personali e

per riconnettersi

della Felicità nei suoi

Happiness Officer.

Management, da 10

professionali e nel

fortemente ai propri

interventi formativi

anni lavora come Life

proprio potenziale,

punti di forza, valori,

in aziende e nei suoi

& Business Coach

gestione dello stress

bisogni, passione e

corsi. È una delle

25


ANDREA PERCIVALLE Manager e

aziendali, ha

aziende italiane.

internazionale nella

Vitas, associazione

appassionato di

gestito progetti di

Attualmente ricopre il

produzione e vendita di

di volontariato per

leadership e di

trasformazione e

ruolo di direttore del

energie rinnovabili e nei

l’assistenza domiciliare

innovazione nelle

cambiamento in alcune

personale in un’azienda

servizi per l’efficienza

a malati oncologici in

organizzazioni

delle più importanti

leader a livello

energetica. Ha fondato

fase terminale.

26


DIDA

Bacco Caravaggio 1596-1597

img: wikipedia.org

27


MANIFESTO Perché Rivoluzione

Con l’enorme

per cui il nostro

modo di pensare e,

meno concentrati

Positiva?

disponibilità di

cervello è meno

quindi, nel nostro

dei pesci rossi che

comportamento.

arrivano a 9, ci dicono

informazioni, resa

preciso, fatica di più a

Un nuovo Magazine

possibile dalla

concentrarsi. Perdiamo

On Line: conoscenza,

tecnologia, la nostra

il focus attentivo sui

Siamo passanti

diventati bulimici

innovazione,

vita è diventata molto

problemi, divaghiamo

frettolosi e distratti

di informazioni,

produttività.

più veloce e molto più

mentalmente, siamo

la cui soglia di

emozioni, immagini,

distratta. Abbiamo

intermittenti e

attenzione dura

collegamenti, suoni.

creato i presupposti

discontinui nel nostro

8 secondi; siamo

Divoriamo il tutto

gli esperti. Siamo

28


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in superficie senza

Riscopriamo allora il

e complicato, e

virtuosa resa possibile

tempo, che hanno

gustare, approfondire,

piacere - o la necessità

del nostro ruolo,

dalla combinazione

deciso di contribuire

riflettere.

- di riflettere, di

umano, sociale e

dei saperi e delle

a questo Progetto.

pensare, di soffermarci

professionale.

esperienze umane e

Ad essi si uniscono

Oggi chi non si ferma

per capire meglio

professionali di un

autorevoli Testimoni

a guardare non vede;

dove stiamo andando

Se condividete queste

manipolo di Pensatori

Positivi. A tutti loro

chi non si ferma a

per essere più

nostre riflessioni, siete

Positivi, profondi,

il nostro grazie! di

pensare non pensa.

consapevoli del nostro

invitati a partecipare

competenti e sensibili

cuore.

tempo, complesso

ad una iniziativa

interpreti del nostro

Il Comitato di Redazione: Fabrizio Favini Edoardo Boncinelli Roberto Cingolani Enrico Giovannini Gianni Ferrario 29


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