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Raccomandazioni di leadership sostenibile

La necessità di adottare i nuovi paradigmi che la nuova epoca 4.0 porta con sé ripropone il tema della leadership: quale leadership per quale cambiamento?

Il tema è tornato prepotentemente alla ribalta. L’affermazione più o meno obbligata dello smart working nelle organizzazioni ha determinato la necessità di una maggiore autonomia da parte delle persone nella determinazione delle priorità. Questo comporta, dal punto di vista della leadership, un nuovo focus sulle persone, centrato sulla promozione della responsabilità individuale.

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Ogni individuo è dunque chiamato a dare il meglio di sè: sembra finito il tempo di pochi talenti e di molti “portatori d’acqua”.

Questo comporta anche un nuovo focus sulla centralità del talento: occorre spostare l’attenzione dalla ricerca di “persone di talento” verso l’esplorazione del “talento delle persone”.

Tutto ciò determina un nuovo stile di leadership, che oggi molti definiscono leadership gentile. Ma basta? Probabilmente no. Credo che sia necessario un ripensamento più ampio e profondo che solo una “leadership rifondativa” può determinare. Non è solo questione di stile, le organizzazioni vanno infatti ripensate a partire dai loro elementi fondanti. Qual è il grimaldello per scardinare la porta del futuro? Ha un nome? Sì, lo sviluppo sostenibile è la principale leva che le nuove leadership in ogni organizzazione o comunità sono chiamate a utilizzare.

Attenzione, su questo tema si spende però tanta facile retorica, fatta di predicozzi, ideologismi, azioni dimostrative. La retorica si fonda sull’aspettativa del “cambiamento dal basso”, sull’assunto che il cambiamento non possa che passare attraverso la sconfitta del “potere”, necessariamente malvagio.

Certo, per affermare “comportamenti organizzativi sostenibili”, è necessaria la sensibilizzazione dal basso, ma occorre soprattutto guidare il “deployment” della nuova visione, insomma occorre una nuova interpretazione della leadership: il tema dello sviluppo sostenibile, riguarda prima la governance e solo dopo il “people”.

In effetti, guidare lo sviluppo sostenibile presuppone innanzitutto l’adozione di un set di criteri con cui gestire i processi decisionali al fine di determinare, in ogni ambito, soluzioni sostenibili:

• Analisi del complesso di evidenze oggettive

• Pianificazione di azioni volte a soddisfare le esigenze di tutte la parti interessate, nel rispetto ambientale

• Soluzioni compatibili con le risorse disponibili

• Previsione di risultati nel medio e nel lungo termine.

C’è però un altro fattore, talmente banale che talora viene colpevolmente dato per scontato: una soluzione, per essere sostenibile, deve anche essere concreta e deve tenere conto delle possibilità realmente disponibili: la rivendicazione di un mondo perfetto, lasciando quello reale così com’è, ha poco a che fare con la sostenibilità.

Ma le soluzioni sostenibili comportano un costo? Qualcuno sostiene convintamente che la sostenibilità non costi; io non ne sono così convinto, sono però assolutamente certo del fatto che la non-sostenibilità costi di più.

L’adozione di questi criteri va diffusa nell’organizzazione attraverso la rete dei processi. I criteri della sostenibilità devono essere adottati infatti in tutti i processi decisionali, in ogni ambito e ad ogni livello gerarchico dell’organizzazione.

Questo richiede il superamento dell’idea che la l’esercizio della leadership riguardi esclusivamente i ruoli direttivi e che chi si occupa del deployment debba soprattutto esprimere capacità manageriali: affinché l’adozione dei criteri sostenibili si diffonda davvero nelle organizzazioni, occorre diffondere l’esercizio della leadership.

Ecco dunque che iniziamo ad avere un’immagine più nitida del modello di leadership necessario per governare la fase in atto. Esso è caratterizzato da due elementi:

• capacità di rifondare l’organizzazione

• capacità di diffondere la leadership.Il top management delle organizzazioni è dunque chiamato all’esercizio di una leadership rifondativa. Occorre infatti ripartire dal riesame degli elementi valoriali primari che orientano le scelte, quindi dal purpose, ma anche dalla rivisitazione dei “patti fondativi” che regolano il rapporto tra le persone e l’organizzazione. Lo Statuto della Persona recentemente approvato in ENEL, va certamente in questa direzione.

Il tema della diffusione della leadership a una porzione più ampia di popolazione aziendale riguarda soprattutto il middle management, chiamato a finalizzare l’esercizio della leadership al potenziamento della leadership personale di ciascuno (ecoleadership). Ciò rispettando peraltro le diverse disponibilità e volontà individuali ed anche dimostrando consapevolezza rispetto all’inevitabile presenza nell’organizzazione di tre “orientamenti” molto diversi fra loro: l’orientamento a fare, l’orientamento a farsi carico, l’orientamento ad “imboscarsi”, disdicevole, ma ineludibile.

La diffusione e il potenziamento dell’orientamento a farsi carico rende sostenibili contesti che, se fosse per la sola qualità dei meccanismi operativi e della leadership di ruolo, non lo sarebbero, e agevola potentemente l’iniziativa della leadership trasformativa.

Per affermare la leadership rifondativa del top management e l’ecoleadership del middle management, è necessario adottare un nuovo sguardo; è necessario rirappresentarci la realtà, è necessario adottare un nuovo atteggiamento. Esso si fonda sui seguenti elementi:

• guardare le persone a tutto tondo, quindi superare l’orientamento alle facili “etichette”.

• esercitare il proprio potere, inteso come capacità e possibilità di influire sulla qualità della vita degli eco-sistemi che vi abitano

• affermare il “pensiero per”, ripudiando l’abitudine a individuare “nemici” sui quali scaricare ogni responsabilità

• omaggiare il talento di ciascuno, nella consapevolezza che gli individui crescono più autenticamente investendo sul potenziamento dei propri fattori di successo che non sul miglioramento delle carenze.

Non sfugge ad alcuno come l’adozione di questo mindset e l’affermazione di leadership trasformativa ed ecoleadership, possano determinare l’emancipazione di qualunque organizzazione e comunità e comunque concorrano all’avanzamento della società nel suo complesso. Per questa ragione, il tema ci riguarda nell’interpretazione dei nostri ruoli professionali, ma anche come persone a tutto tondo e come cittadini.

Alessandro Chelo

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