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Generazioni X,Y, Z al lavoro: l’orientamento alla felicità
Ho avuto l’opportunità, in questi ultimi sei anni, di imbattermi per lavoro e non solo, in due differenti generazioni di giovani:
• la Generazione Y, detta Millennials, i nati tra il 1981 e il 1995, che oggi hanno tra i 27 e i 41 anni. In Italia sono circa 11 milioni, di cui circa 7 milioni nel mondo del lavoro;
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• la Generazione Z, ovvero i nati tra il 1996 e il 2010 (o 2012, secondo diversi studi). In Italia sono circa 8.8 milioni, di cui circa 2 milioni nel mondo del lavoro
(Fonte in aggiornamento: Istat 2019, elaborazione dati Generation Mover).
Due generazioni che, secondo le più svariate ricerche, sono decisamente diverse e, insieme, molto diverse dalla mia, la Generazione X, quella dei nati tra il 1965 e il 1980 e che ha generato la Generazione Z.
Tre generazioni che messe a confronto fanno fatica a dialogare, per valori e stili diversi, per priorità ed esigenze, caratteristiche utili da tenere in considerazione in azienda quando si fa recruiting delle nuove leve.
Oggi, come molti potranno aver sperimentato direttamente in azienda o attraverso letture, studi, esperienze trasversali, la Generazione Y e ancor di più la Z che si sta avvicinando al mondo del lavoro, sono nate nella velocità, nella possibilità di dare e ottenere risposte immediate, di connettersi con l’altra parte del mondo in pochi secondi, di accedere alle più svariate informazioni facendo un semplice click sul loro smartphone (con la pecca a volte di non approfondire quasi mai le fonti, per la velocità con cui si muovono).
Proprio per le suddette ragioni, oggi queste due generazioni sentono di avere tutte le risposte, di poter imparare esclusivamente dalla loro conoscenza e ricerca personale. Come conseguenza, in azienda è difficile farle collaborare con la Generazione X, che ha potuto accumulare nel tempo esperienze e competenze utili da trasferire, oltre ad avere un approccio più oculato, riflessivo e strutturato e forse anche una visione più strategica e lungimirante imparata dal contesto storico, culturale, politico, economico e sociale in cui è nata e cresciuta.
Ciò che ho percepito, nelle mie esperienze dirette con le due Generazioni Y e Z, è la difficoltà proprio ad avere uno o più sogni nel cassetto da tradurre in una Mission personale, e da trasformare in uno scopo di vita, la propria Vision, un tema che parrebbe troppo filosofico da affrontare, ma che invece è altamente importante perché si traduce in modo pragmatico in ciò a cui ci si vuole dedicare ‘da grandi’.
Qualcosa è però cambiato nei due anni di pandemia globale, in cui vi sono stati tre grandi effetti straordinari e positivi nel mondo del lavoro:
1. consapevolezza dei limiti del modello di lavoro tradizionale
2. accelerazione del passaggio all’utilizzo delle tecnologie digitali nella PA, nelle PMI e nel mondo imprenditoriale italiano, innovazione dei processi e riorganizzazione del lavoro in tutto il mondo
3. cambiamento della cultura del lavoro come “posto fisso”, ovvero l’idea di un “solo posto di lavoro per tutta la vita” (Fonte Generation Mover).
Ciò ha portato ad un modello chiamato YOLO Economy - You Only Live Once, ovvero si vive una volta sola. Uno degli elementi distintivi di questo fenomeno è l’associazione con il nuovo mindset imprenditoriale che caratterizza le generazioni più giovani ma non solo, orientate a muoversi in base a obiettivi di senso e alla realizzazione personale ed economica nelle scelte professionali.
L’impatto di questo nuovo mindset ha portato a diverse conseguenze tra i lavoratori della Generazione X e Y: aumento considerevole delle domande per l’avvio di imprese sia da parte di persone della generazione Millennials, che degli over50, i quali proprio durante la pandemia hanno rivisto le proprie priorità ed interessi; un sentire diffuso rilevato da molte ricerche, in primis quella di Microsoft del 2021 su circa 30 mila lavoratori in 31 Paesi diversi, di 12 settori differenti coinvolti nel panel, in cui il 41% degli intervistati ha dichiarato di valutare l’idea di lasciare il lavoro entro il 2022, per mettersi in proprio o per realizzare un progetto personale.
Quanto sopra però non corrisponde alla Generazione Z, che si sta avvicinando ora al mondo del lavoro. I giovani di questa fascia di età fanno ancora fatica a trovare un sogno, un senso e uno scopo futuro a causa della velocità in cui vivono, dei repentini cambiamenti a cui sono sottoposti e alle molteplici informazioni a cui hanno accesso. “La ricerca Microsoft evidenzia un malessere diffuso tra i ragazzi 18-25enni al lavoro, i quali hanno maggiormente risentito della mancanza di relazione e networking con gli altri colleghi, come pure della difficoltà di esprimere un’idea durante i meeting online, o di trovare un senso al proprio ruolo professionale” (Fonte: Generation Mover).
In questo scenario in cui mi sono imbattuta, reduce da esperienze passate personali e indirette, ho deciso di contribuire a supportare in particolare i giovani della Generazione Z costruendo il Percorso di Autoconsapevolezza e Orientamento “Orientati alla Felicità” per sviluppare Pensiero Positivo, Competenze e Motivazione Personale per la costruzione del proprio futuro.
In questo percorso i ragazzi sono accompagnati nel passaggio alla maggiore età, alla scelta universitaria e all’avvicinamento al mondo del lavoro, fornendo loro strumenti per compiere scelte più consapevoli e centrate sulla ricerca del proprio allineamento piuttosto che su condizionamenti esterni. Si focalizzano sull’importanza della felicità nel farli fiorire come individui, nel migliorare le loro prestazioni e nel renderli antenne trasmittenti in grado di dare un contributo positivo al mondo.
Si lavora sul riconoscimento dei propri punti di forza, sulla scoperta e riscoperta delle proprie passioni e talenti, e sull’individuazione del proprio scopo di vita, affinché abbiano un ‘faro’ da seguire che li porti ad avere una direzione, a trovare motivazione e maggiore sicurezza sulla strada da intraprendere, puntando su decisioni chiare e coerenti con la propria identità.
Come afferma Carl Gustav Jung, “La vostra visione apparirà più chiara soltanto quando guarderete nel vostro cuore. Chi guarda l’esterno, sogna. Chi guarda all’interno si sveglia.”
Cinzia Sgarlata
https://www.missionefil.com/cosa-offro/ percorso-orientati-alla-felicita/