Rivista Marittima Aprile 2021

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R EC EN SI O NI

E SEG NAL AZ I O NI

Giuseppe Lertora

Tra Cielo e Mare ...e oltre Editore Circolo Culturale Libero Confronto Roma, 2020 pp. 307 euro 14,50

Con piacere mi accingo a stilare una recensione all’ultima fatica editoriale dell’ammiraglio Giuseppe Lertora, poiché egli è uno di quegli uomini che ha vissuto in Marina e per la Marina. Prima però di entrare in medias res, desidero dare contezza al lettore, seppur in grandi linee, dell’iter interno di tale volume. E non a caso uso il vocabolo iter poiché quest’ultima fatica rappresenta un vero e proprio percorso che l’A. traccia. Il volume principia con una Introduzione (pp. 9-12) e un Prologo (pp. 1523), cui poi seguono cinque capitoli: cap. I — Turning point, i momenti di svolta della vita in Marina (pp. 25117); cap. II — La Difesa e l’Europa (pp. 119-206); cap. III — Temi sociali (pp. 209-247); cap. IV — Zibaldone (pp. 257-303); cap. V — Chiusa (pp. 305-308). Ovviamente ciascun capitolo è articolato in svariati paragrafi che racchiudono numerosi argomenti (dei quali, per ragioni di spazio non menziono, rinviando volentieri all’Indice del volume stesso). Riguardo ai contenuti di tale corposo scritto, principio subito col dire che in apparenza questo si presenta come una sorta di «binario». Ossia da un lato vi è il primo capitolo che reca alcune delle più significative esperienze della vita militare dell’Autore — che ricordo è stato comandante dell’Accademia e poi della Squadra navale — mentre gli altri sono principalmente una miscellanea di articoli pubblicati su Libero Reporter e che l’A. qui ha voluto raccogliere e organizzare in modo sistematico secondo aree tematiche (dai problemi della difesa e dell’Europa fino ai «temi sociali», come dall’etica militare alla scuola, dallo sviluppo economico e tecnologico italiano fino a questioni pensionistiche). In breve, se così il primo capitolo, espone i «turning point» della vita del-

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l’A., gli altri capitoli costituiscono una serie di riflessioni sulle situazioni nazionali e internazionali, dai connotati spesso geopolitici; in una parola tutto ciò si potrebbe definire come una summa del «pensiero lertoriano». Infatti, in tutti i capitoli si respira — direi tra le righe dei paragrafi — un concetto che è anche un ideale, cioè: stare in Marina significa appartenenza basata sull’essere e non già sull’apparire. Mentre dunque lascio, ben volentieri, al lettore il piacere di scoprire i vari passaggi che hanno portato l’ammiraglio Lertora al massimo grado della gerarchia militare, desidero proprio partire proprio dal dato «gerarchico», poiché questo mi è apparso come un’estensione della «pratica» dell’etica della responsabilità dato che realizza il «bene comune» che troppo spesso viene trascurato dalla società liquida contemporanea. Questo forse costituisce il «cuore» del pensiero lertoriano. Ma l’A., nel ricordarci tale aspetto fondamentale del vivere, direi dell’esistenza, ci appare allo stesso tempo, proprio con questa sua ultima fatica letteraria, anche come una sorta di novello «Grillo Parlante», soprattutto quando egli descrive i «mali italici» sostenendo la sua, decisamente e volutamente lontano dal Politically Correct, ovvero senza peli sulla lingua. Pertanto il lettore non si aspetti un libro «autocelebrativo» bensì una sorta di riflessioni e quindi di ulteriori spunti su svariati temi della contemporaneità. Si potrebbe asserire — sunteggiando al massimo il contenuto del testo — che questo rappresenti «memorie e riflessioni» di un italiano, un italiano che ha servito il paese, la Marina, la comunità nazionale. Infatti, il pensiero «lertoriano» si flette e si coniuga, nel testo in esame, anche con un altro concetto: gli «antichi valori» (anche questi soventemente negletti). Dunque, in estrema sintesi, il presente tomo fa riflettere su come etica della responsabilità, bene comune, antichi valori, diventino il mare e il cielo simboleggianti la stessa esistenza umana, non solo per i marinai, ma per tutti. Ecco queste, in breve, le suggestioni suscitate nel leggere quest’ultimo bel libro dell’ammiraglio Lertora, cui esprimo massimo rallegramento e sincere congratulazioni e con esse l’auspicio di continuare a essere un «Grillo Parlante»! Danilo Ceccarelli Morolli

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