4 minute read

ROMAIN H. RAINERO

Verso La Cobelligeranza

Dopo averlo variamente evocato vale la pena di affrontare ora il tema specifi co della cobelligeranza. In realtà si tratta di un argomento difficile da inquadrare, perchè sfugge nei suoi termin i e manca di contorni precisi.

Advertisement

Per questo ci è sembrato indipensabile allargare il quadro interpretativo che lo contiene e che testimonia palesemente i vantaggi provocati dalla cobelligeranza italiana , i limiti intrinseci entro i quali tale azione poteva svilupparsi e le manchevolezze e i condizionamenti che, dall'una come dall'altra parte, hanno fatto sì che questa particolare occasione non abbia avuto gli s bocchi sperati.

Lo status di cobelligerante dell'Italia, maturato con la dichiarazio ne di guerra alla Germania, il 10 ottobre 1943, ha le sue premesse nell'armistizio di Cassibile, ma ben più precisamente nel documento di Québec che lo accompagnava, e che avrebbe dovuto essere proprio un allegato esplicativo. Si tratta in realtà di un documento poco chiaro, dal quale emergono esigenze co ntrastant i. Esso esordisce infatti affermando che «le condizioni di armistizio non contemplano l'assistenza attiva dell'Italia nel combattere i tedeschi». Ma subito dopo esige: «II governo italiano deve impegnarsi ... a ordinare alle sue forze e al suo popolo di collaborare ... con gli alleati e di resistere ai tedeschi».

Ci semb ra dunque evidente l'ambiguità di fondo delle esigenze degli alleati, determinata dalla scarsa conoscenza della situazione reale in cui versava l'Italia, come abbiamo visto, sia dal punto di vista politico che militare. Alla indeterminatezza alleata il governo Badoglio non sa opporre, d'altra parte, un atteggiamento chiaro e definito. L'Italia aveva esordito nei confronti degli alleati con una serie di iniziative di riavvicinamento troppo varie, condotte da tro ppo diversi canali e a diversi livelli, servendosi spesso di diplomatici «vecchi», ex fascisti screditati sia all'estero sia in Italia. Vedi ad esempio i tentativi di Grandi, le mosse del Vaticano , l'attività stessa del conte Sforza, e infine l'impresa parallela di Castellano e Zanussi; che hanno finito per alimentare la diffidenza generatasi nei nostri confronti. E per concludere: l'atto stesso della firma dell'armistizio di Cassibile, vicenda nella quale i nostri responsabili politici e militari hanno testimoniato della confusione, del panico, quasi smarrimento in cui gli eventi avevano portato il paese. Su queste premesse, dunque, male prospettate ma ancor peggio accolte, è venuta a inserirsi la cobelligeranza. Il suo valore viene ben presto vanificato da due elementi fortemente condizionanti: l'effettiva penuria di forze combattenti che l'Italia poteva mettere a disposizione, e il rapido mutamento della situazione internazionale - sia sul piano politico che militareche venne verificandosi alla fine del 1943.

L'Italia dunque non ebbe modo di trarre vantaggio da questo riconoscimento. Secondo Badoglio, esso costituiva la premessa ad un futuro prossimo accoglimento dell'Italia quale alleata delle forze anti-hitleriane: ma come nutrire questa disperata speranza, se nel momento cruciale non avevamo che truppe sbandate e poco armate da affiancare agli alleati? Se quanto rimaneva del nostro esercito si trovava disanimato e privo di comandi? Se si temeva d'altra parte che un riarmo avrebbe potuto alimentare una rivoluzione sovversiva? Se infine gli alleati avevano già da tempo deciso che all'Italia «dovrà bastare la cobelligeranza?»

Fra il deleterio attendismo dei nostri responsab ili e la prudente sfiducia degli anglo-americani, intanto, la situazione veniva mutandosi: le truppe germaniche si attestavano in Italia, rendendo sempre più ardua la liberazione e l'unificazione del suo territorio, e quindi l'efficacia della sua forza combattente disponibile. L'interesse internazionale si spostava da un lato verso est, sulle trasformazioni che intervenivano nel settor e balcanico e nella Polonia, dall'altro verso ovest, dove si finiva di precisare l'urgenza dello sbarco in Normandia.

Da questi nuovi punti focali l'It alia rimaneva lontana. Essa continuerà bensì a dare il suo appor to - e doloroso - di co belligeran te, ma le forze alleate non hanno ormai più fretta di ripagarla. Ben altri inter essi ha suscitato la guerra. Ben altri e quilibri si stanno instaurando nel mondo, perchè le pretese di una nazione passata in pochi anni dalla non-belligeranza, alla guerra fattiva, alla co belli geranza possano essere accolte.

Tutta la storia degli ultimi mesi di guerra, fino al trattato di pace, stanno a confermarlo: quando l'Italia non si vede riconosciuto alcun credito dagli alleati per il mantenimento delle loro truppe sul nostro territorio; quando tutti possono avanzare diritti e pretese sui punti più delica ti delle nostre frontiere; quando, nonostante le ampie promesse varate dagli angloamericani ad H yde Park, il paese è continuamente soffocato dall'ingerenza dell a Commissione Alleata; quando i nostri rappresentanti so no tenuti lontani dalle trattative per la pace. Viene allora da domandarsi, con i commentatori dell'epoca (v. gli an nali di «P olitica Estera» del 1945 e 1946): «Che significato ha la cobelligeranza?>>

Essa è stata il riscatto con cui il no stro paese ha liquid ato le colpe precedenti. È stata la doverosa premessa, perchè potesse riaffacciarsi dignitosamente nel nuovo ordinamento internazionale qui, ancora con fatica, ricreare attorno a se i necessari legami di convivenza e di comunità di in teressi .

Disse Bonomi nel discorso indirizzato ai funzionari del Ministero degli Esteri, co nvo cati nel luglio 1944: « ... Perch è questa nostra cobelli geranza possa dare tutt i i suoi frutti, occorre che la nostra politica este ra la sorregga e la illumini ... Noi dobbiamo perseguire instancabilmente un fine chiaro e preciso: ricondurre la nostra politica estera nel solco antico e nella tradizione del nostro passato .. Bisogna volgerci verso quelle che fu- rono le nostre grandi alleate dell'altra guerra: l'Inghilterra, la Francia, la Russia, l'America ...

Ma non basta ritornare negli indiri zzi della politica antica: occorre anche rimarginare le orribili ferite c he la follia imperialistica ha inferto a quella politica e a l sentimento che la ispirava».

La cobelligeranza italiana si pone dunque come cerniera tra un passato che è riconosciuto esecrabile in tutte le sue manifestazioni dalle nuove forze politiche, e un futuro prossimo di cu i si riconosce l'artefice non tanto nell'Italia stessa, quanto nell'aggregato di grandi potenze che è uscito vittorioso dalla guerra.

This article is from: