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OTTO SETTEMBRE 1943
L'ARMISTIZIO ITALIANO 40 ANNI DOPO
ATTI DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE (Mi lano 7-8 settembre 1983)
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ROMA
Tutti
© BY S ME UFFICIO STORI CO - Roma 1985
A cura dei professori
Aldo A. Mola e Romain H . Rainero
Premessa
di Aldo Alessandro Mola
Il presente volume raccoglie - talora arricchiti di rilevanti appendici documentarie - gli Atti del primo dei quattro convegni organizzati dal Comitato Forze Armate e guerra di Liberazione: tre sulle fasi cruciali dal crollo del regime all'adesione dell'Italia alla Nato e uno sull'immagine della Difesa nella manualistica scolas tica. Constatata la necessità di più congrui approfondimenti scientifici su una vicenda che fu tema d'innumerevoli opere - prevalentemente memorialistiche e di rivisitazione giornalistica, spesso d'ispirazione emotiva e polemica, anziché volte a cogliere le ragioni degli eventi - sin dall'inizio della sua attività, il Comitato pose al centro dei lavori il ruolo svolto dalle Forze Armate dalla crisi del 1943 alla Ricostruzione, indicando l'ampiezza delle ricerche necessarie per uscire dalla contrapposizione fra apologetica e preconcetta rampogna e giungere alla serenità di giudizi fondati su una visione non meramente «locale» della guerra e dei suoi riflessi su Stato, istituzioni, società: entro i quali prendono colore più vero i casi singoli, altrimenti confinati nella dimensione .dLdramma individuale, dolente ma in sé inspiegato e fatalmente destinato a perpetuare la frustrante immagine d'una «Italia dei vinti» niente affatto corrispondente alla realtà d'un Paese tornato con l e sue forze alle sorgenti della propria civiltà, che pure comprese la fulgida stagione del Risorgimento.
In linea con l'intento anche divulgativo della sua opera, al Convegno sull'Otto settembre quarant'anni dopo il Comitato affiancò una rassegna iconografica inaugurata a Palazzo Clerici a Milano dal Ministro della Difesa, sen. prof. Giovanni Spa- dolini, e poi circolata in altre città e visitata da numerose scolaresche.
Il presente volume includ e _ altresì contri buti maturati a sviluppo di alcuni degl'interventi suscitati nel corso dei suoi lavori. Due temi affro n tati dal prof. Rainero sulla fine dei lavori sa ldarono quello sull'Otto settembre al successivo Convegno sulla Cobelligeranza (Milano , 17-19 maggio 1984: i cui Atti sono in stampa) e a quello su I prigionieri militari italiani durante la sec onda guerra mondiale: aspetti e problemi storici, promosso dall'Amministrazione provinciale di Mantova (4-5 ottobre 1984: i cu i Atti furono or ora pubblicati nelle Edizioni Marzorati), e realizzato con l'egida del Comitato «FF .AA. e guerra di Liberazione».
Nell'offr ir e agli studiosi una circo scritta ma densa collana di documentati saggi sto rici sulle Forze Armate dalla sconfitta a lla Rico struz ione il Comitato assolve il compito affidatogli: contribuire a l superamento dei pregiudizi sulla stagione più diffici le dell'Italia contemporanea, promuovendo la riflessione storica su basi scie ntifich e e di sicura dignità intellettua le. Su ta le scorta, «Otto settembre» - crediamo - non potrà più suonare quale sinonimo di catastrofe, di fuga ignom ini osa, di rotta senza prospettiva alcuna, qua si più grave e irreparabile Caporetto . Dai lavori qui raccolti emerge infatti che, pur fra difficoltà gravissime e nella solitudine di responsabilità non potute spartire né ta ntom eno svelare, operò una classe di governo che lenta m ente pilot ò l'Italia verso meno angosciosi approdi e, più o ltr e, sulla soglia d'una r ip resa poi meglio consentita dalla sa ldatura fra la parte più lungimirante di quella diri genza e le forze più vive del Paese, organiz zate e rappresentat e nei comitati antifascisti: passaggio te mpestoso dalla «guerra del duce», greve eredità pel governo Badoglio, alla nuo va Italia, effett uat o con piena coscienza che «martello inglese est grosso et incudin e tedesca durissima» come il 14 agosto 1943 il Mini stero della Guerra scrisse al gen . Vittorio Ru ggero, comandante della difesa territoriale di Milano.
I curatori del volume esprimono il più vivo ringraziamento al Gen. Pierluigi Bertinaria, capo dell'Ufficio storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, nelle cui prestigiose edizioni esso compare, e per. la solerte ed esperta assistenza al magg. Saccarelli, al col. Alessandro Bianchini e al ten. col. Paolo Riccioni, che in diverse fasi ne propiziarono la realizzazione.
Nom inato dal M inistro della Difesa, il Comitato «F F .AA. e guerra di Liberazione»presieduto dal prof. Umberto Giovine e composto da l pro f Paolo U ngari , vice presidente, dai Cap i degli Uffi c i sto r ici dell'Esercito, della Mar in a e dell'Aeronautica (ge n P ierluigi Bertinari a, col. L uig i Casol ini, e dal C.A. Gino Galuppini (po i sosti tu iti dal C.U. Leonardo Panebianco e dal magg. Mario Cermelli) e dai pro ff. Elena Aga Rossi, Giuseppe Mammarella, Aldo A Mola, A lberto Monticone, Romain H Rainero - ebbe il compito di «approfondire gli aspetti storici e le componenti sociopolitiche che determinarono la ricostruzione delle Forze Armate e la loro partecipazione alla Liberazione nella campagna di guerra 1943 -/945 »)
Apertura Del Convegno
Franco Valsecchi
Adempio anzitutto al gradito dovere di porgere il nostro più grato benvenuto a quanti hanno voluto essere qui fra noi, in questo convegno ideato e promosso dal Ministero della Difesa; un convegno al quale l'I.S.P .I. è lieto .o orgoglioso di dare una sede, di fornire la incondizionata collaborazione, per la fonte dalla quale proviene l'invito, per l'interesse che presenta la trattazione, per il prestigio degli studiosi ai quali. è affidata. Interesse e prestigio, che trovano una eloquente testimonianza nell'affluenza del pubblico, di un pubblico d'eccezione, che raccoglie nelle sue file una rappresentanza qualificata e qualificante di militari e di diplomatici (vedo qui largamente presente il corpo conso lare milanese).
Una dettagliata elencazione ci porterebbe troppo lontano; e non ce la possiamo permettere. Mi limito a rivolgere un particolare sa luto al prefetto Vicari, e al presidente del Consiglio Regionale Sergio Malvezzi, ai quali tengo ad esprimere il nostro vivo compiacimento per la loro presenza. Una parola ancora, che rientra, d'altronde, nel protocollo, ma va ben al di là dei doveri protocollari d'ufficio: il nostro saluto, il più caldo, il più vivo saluto all'ambasciatore Enrico Aillaud, che fu, sino .a ieri, il presidente dell'I.S.P .I., e ci ha lasciato , trattenuto com'è dai suoi impegni romani. Tanto più siamo grati al Ministero degli Esteri di averci inviato a prova del suo interessamento per un Istituto come l'I.S.P.I., un suo eminente rappresentante, l'ambasciatore Fausto Bacchetti, con l'incarico di fiducia - fiduc iario, appunto, è il suo titolo ufficiale - di assistere, col consiglio e con l'opera, l'I.S.P .I. , nelle difficoltà in cui si trova, le incombenti difficoltà finanziarie.
Il nostro convegno, dicevamo,. è sotto gli auspici del Ministero della Difesa. Non si potevano desiderare auspici migliori, dato che a coprir la carica di ministro è uno storico: ed uno storico del formato di Giovanni Spadolini. Ritorneremo sull'argomento fra poco, quando si apriranno i lavori.
E fu il Comitato Storico istituito dal Ministro, «con il compito - cito il testo stesso dello Statuto - di approfondire gli aspetti storici e le componenti socio-politiche che determinarono la ricostituzione delle forze arma te e la loro partecipazione alla liberazione nella campagna di guerra 1943-45»; fu il suo presidente, Umberto Giovine, a dare l'avvio a questo nostro convegno, mentre Romain Rainero ne assunse la direzione scientifica, Romain Rainero un collega ed amico del quale ho sempre ammirato la non comune dote di saper conciliare, ad un tempo, lo spirito pacato e meditativo dello studioso di vocazione, e il più attivo e fattivo spirito di iniziativa, animato da una eccezionale carica vitale. * * *
Ed ora, adempiuto ai riti, ai debiti riti, di quella che si può qualificare «l'apertura formale» del nostro convegno - condotta con esemplare brevità, e sobrietà, bisogna riconoscerlo - preghiamo Giovanni Spadolini di voler procedere alla «apertura reale», l'inizio dei lavori, illustrando da par suo, il contenuto effettivo di questo nostro convegno, il carattere che riveste, gli intenti che si prefigge.
Una preghiera, che non si rivolge soltanto al Ministro, che si rivolge, non meno, allo storico, ad uno storico come Spadolini, che oc cupa un posto a sé nella storiografia italiana. Titolare di una cattedra fondamentale in una grande Università, e ad un tempo uomo politico al più alto livello, la storia, oggetto dei suoi studi, egli la sente, la vive con l'intensità di una esperienza di vita vissu t a.
Viene spontaneo il richiamo ad una grande tradizione, ai grandi Maestri dell'Ottocento, i Thiers, i Guizot, i Tocqueville. Il suo sguardo si rivolge, come il loro, ad un passato ancora vicino, che nel giudizio comune viene a collocarsi nella prospettiva politica del presente. Ma il suo sguardo, come il loro, mira a ben altri orizzonti: a collocare quel passato, che incombe sul presente, nella prospettiva della storia.
Ed è questa la via che si propone il nostro Convegno. Dedicato all'8 settembre 1943, nella sua quarantennale ricorrenza, - rivolto com'è all'esame di un evento come l'armistizio, che segna una fine ed un principio nella storia d'Italia, si propone di sottoporlo ad una indagine serrata, condotta, nella ricerca, nella critica, secondo le regole del più rigoroso metodo storico. Fare della storia, non della politica, della polemica o dell'apologia. Rinnovo al Ministro e al collega insigne l'espressione del nostro più vivo compiacimento e della nostra più viva riconoscenza per aver scelto l'I.S.P.I. come la sede più adatta per una manifestazione di così vasta portat a e di così alto significato.