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L' ERO E AL FRONTE *

Casale .Monf., 29 agosto I !J I!J

Cato Avanti!, n es!:~ ~~td~:o uda:~: :nr:~cmsie bre, caso contrario ritornava alla trincea. Ma Mussolini fu il ben ven uto .... per tutta la burocrazia dell'ospedale. .... Molti complimenti da una dama della Croce Rossa, am ica, mo lto amica, del tenente medico. Un m inuto di tempo che ebbi, mi recai da lui, convi nto d i t rovarmi da vanti a q uel rivoluzionario del la bella guerra di c ui g ridavano le gazzette ; ma mi ero ingannato, poiché il medesimo mi apparve m olto soddisfatto di esser c olà al sicuro ; si lagnò solo che i so ldat i italiani non avevano rispetto v erso i rivoluzionari .... della bella g ucna I

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Mussolini, l'arditissimo, dove era, al fronte, nei mesi di novembre e dicembre 1915?

Che fece p er svignarsela ?

Che cond otta e hbertà aveva all'ospedale?

Siccome prevedo che egli non r isponderà lo farò io st esso.

In quei tempi io andai all'ospedale « Quartiere deg li Alp ini)> in Cividale, a ffetto da a ppendicite. Un bel giorno un compagno inferm ie re di Conselice, da me conosciuto colà, venne a l mio capezzale e m i annunzi ò l'arrivo in detto reparto dell'arditissimo Mussolini ... .

Ch ies i subito di che si trattava: se era gr avement e f etito o ammalat o (la mia ingenuità !). !\fa l'infermiere m i rispose che, avendogli egli stesso m isurata l a febbre, t rovò 37 (dico trentasette) g radì. E p e r parecchi g iorni sempre così.

D omandai perché fece il corso d'u fficiale (benedetta la mia in~e· :n u ità !). ~Mi rispose ch e n on aveva fiducia negli ufficial i «borghes i».

Lui solo avrebbe avuto il c o ragg io da rivoluzionario di portare ai re· t icolati il bersagliere italiano c on grand e slancio....

Mentre egli affe rmava questo, un cap. magg . della sua compagnia, un bergamasco, che er a anche lui nel nostro reparto a mmalato di ti fo , m i ass icu rava che Mussolini, appena sentl i primi co lpi dei canno ni austriaci, fece s ubito domanda per fare il corso di alliev o ufficiale, e cosl per tre mesi si allontanò dalla linea del fuoco.

Ed ecco che allo scadere dei t re mesi, proprio nel momento in cu i d oveva far vedere il suo coraggio, entr ò all'ospedale tanto agg ravato da permettersi di passeggiare tutto ir giorno col direttore d el· l'ospedale e da potere ottenere a lla sera, in barba alla disciplina-, il suo bravo permesso d 'uscita fino alla mezzanotte.

P assegg iava per Cividale con la sua signora, mentre , a noi, umili militaci, una disciplina rigidissima impo neva alle .za, }O il s ilen zio, Tutti a letto, andie i convalescenti E la trincea ci aspettava.

* Dall'A i,,Mtil, N 245, 4 settembre 19 19, xxm:

Poi, passati così allegramente quei pochi giorni, un treno 0 5pcdale portò il signor Mussolini in Lombardia.

In quei giorni i g iornali borghesi lo dipingevano molto soffere nte: ... Da allora si preparava Caporetto....

Saluti .

CAPPA GIOVANNI

ex soldato del 48- A,rtig_lieria.

Solidarieta

VOLONTARI DI GUERRA UDINESI *

Da Udine ci mandano questo telegramma:

C.Onsiglio Volontari g uerra Ud ine plaudendo campagna ffl!}S50!iniana contro sabotatori vittoria che ci restituì amato Friuli-auspica completa sconfitta nauseabondo direttore sconcio A vanti f.

Facci,!mo un'eccezione per questo telegram~a e rintinciamo a pubblicare moltissimi altri telegrammi e lettere che ci sono giunte sullo stesso tono. La solidarietà degh amici ci piace, ma non ci è necessaria. Siamo appena agli inizi della furiosa bat taglia che dovrà smascherare molti personaggi di quella vera e propria associazione· a delinquere che è il pussismo ita1iano.

0 Da I/ Po polo d'Ita!ùr, N. 243, 5 settembre 1919, VI.

I Documenti

L'INTERROGATORIO DEL COMPLICE IN ASSASSINIO •

N e l numero di m artedl 2. settemb re, P agnacca affe rma tes tualmente che dopo il truce assassinio di Barre Vermont egli rimase agli Stati Uniti << in attesa·che la vertinza g iudi ziaria, nella quale egli non fu, in u ltima i stanza, . n eppure testimone, avesse termine ».

Abbiamo $ià notato la _ reticenza gesuitica che si cela dietro le r.arole e< ;n t1/hma istanza », ma noi sbattiamo .sul grugno di Pagnacca il testo dell'interrogatorio da lui subl~o davanti all'autorità giudiziaria dello Stato di Barre Vermont. Pag nacca ha mentito. Spudora/amenlt mtnHlo. Il figuro « chiacchiera >) Ma jl documento schiaccia. La r ipro· duz ione su dùhé del documento fotografico che ha il testo in inglese. non è p ossibile colle rota tive. Diremo s oltanto che ~'.interprete d el

• Da I/ Pop ol o d'llalia, N. 243, 5 settembre 1919, VI•

Serrati al processo sj chiamava Nicola Ghilarducci. D i {'iù, n el nostro opusco lo di imminente pubblicazione (Pagnacca. LA ,pra N . 8), ripro-durremo l'interr ogatorio del Serrati in Corte d'Assise

MADAGASCAR ! *

Pagnacca nega - con troppo lusso di particolari - di essere stato soldato della Legione Straniera al soldo della Francia, al Madagascar.

Pagnacca conferma intanto di essere stato al Madagascar. Dice che ha « lavorato ». In qual mestiere?

L 'accusa di essere stato legionario della Legione Straniera s:Ii è stata fatta molte volte e da altre pubblicazioni e da altri uomiru.

Pagnacca non ha mai fi ~tato.

Tutti sann o che alla Legione Straniera si entra senza dar n ome e cog nome. Di più la legge francese vieta di dare il nome d egli appartenenti alla L egione Straniera.

Là negazione di Pagnacca è quin di assai co moda.

Del suo passaggio a l Madagascar non resta propri o n essuna traccia?

Lo vedremo

* Da li Popolo d'llalia, N. 243, S settembre 1919, VI.

CHI PAGA?•

Sestri Ponentè, ;-9-r9r9.

Caro Mussolini, la tribù dei Giampieri ha chiesto sul giornale d_elle spie e ·dei tra• ditori chi paiò le copie del P opolo inviat e ad alcuni cittadini di qui.

Tu hai già ri sposto esaurienteme nte fornendo pure l'indi rizzo dì coloro che possono dare maggio ri spiegazioni. Io però voglio ora informare i conigli sestrcsì che il numero d egli abbonati, miei concittadini, al tuo giornale, è cli molto aumentato dall'aprile ad o ggi, perché tanti dì coloro c he lo ricevettero in omaggio dall'Unione Ligure di Mobilitazione Civile, trovandolo il vero e g enuino interprete degl'interessi della classe lavoratrice, hanno sentito e compiuto il dovere ai abbonarsi in proprio.

Aggiungo alcune domande, alle quali non verrà di certo risposto con troppa facilità da parte deg li scemi della tribù su menzionata.

Chi Ila pagato le abbondanti distribuzioni gratuite del fog lio di Pag nacca e di altri libelli innominab ili, effettuate in nume rosi com izi?

Chi pa$"a le iniezioni di caffdna propinata senza risparmio da par te dei negrù r, alle masse incoscienti ? ( + )

* D a Il Popolo d'ltitlìa, N. 243, } settembre 1919, VI.

ALCUNI PERCHB *

Perché G. M . Pagnacca notl ha mai que relato la Cronara S011uersi11a di Barre V ermont ?

ta internazionale N. 8 non ha mai querelato l' ~gita-

Per ché il complice nell'assassinio di Barre V ermont no n è mai stato arrestato o espu lso dai cantOni svizzeri?

Perché non fu a rrestato dopo il prncesso di Pradamno?.

Perché godette di tante straordinarie agevolazioni nel periodo de.I carcere?

Perché non r isponde alla nostra catego rica domanda sul doppio S ?

' Da Il Popolo à'Jtalia, N. 24;, ) settembre 1919, VI.

GIORNALI A GOSSOLENGO*

Alla domanda di un anonimo che da Pjaccnza chiede a mezzo del1'Avanti! chi pagava le copie del P opolo d'Italia- distribuite grat uitam ente al campo di ex-p rig ionieri d i Gossolengo, l'amministrazione dd Popolo potrebbe rispondere: noi stessi. Ricordo inf;atti che il g iorno z8 novembre 1918 jJ nostro g io rnale pubb licava una corrfapondenza d'un suo redattore recatosj a v isitare q uel campo . ll giorno stesso i o , d'incarico dell'amministrazione del g iornale, portai a Gossolengo a lcuni pacchi di copie per venderle a quel ca.mpo, do ve eran conce ntrati oltre quarantami la reduci dall a prigion ia, i qua li, saputo d ella v i sita e dell'inchiesta del redattore del Popolo, attendevano c on v ivo desiderio il giornale. E n e seppi qualche cosa io che, appena entrato n el campo con uno s trillone, fumffio circondati da u na folla enorme di ex-pr igio nieri. Alcuni sprovvisti di tutto o ffri v ano un fra ncobollo per poter leggere V endemmo oltre duerpila copie; ma· la notizia del nostro a rrivo si era propagata nel campo e la folla aumentava sempre e la vendita si faceva oltremodo difficile, Allora, col prof. Massaretti, corrispondente d el Popolo da Piacenza, decidemmo di distÙ· buire~ratù le copie rimaste , ciò che facemmo fra l'entusiasmo dei poveri soldatJ E non solo dicasi di giornali grat is, ma anche qualche mezzo t oscano che avevo con me, Ricordo che uno al quale avevo regalato il g iornale e un mozzicone d i sigar o, mi disse :<< Mì avete ridato la v ita », D opo di quel g iorno furono invia te come di consueto le copie a Piacenza, ma sempre per ordinazione del nostro ri ve nd ito re di colà, che si occupava della vendita anche a GoSsolengo. E se il giornale era diffuso fra i poveri soldati reduci . dalla prigionia ciò è dovuto alla campagna vig orosa che fin da allora il Popolo combatté in loro favore. .... E che fo continuata strenuamente ii.no all'accog Umento d i quasi tutti i desiderata dei r educi dalla prigionia. ·

• Da li PQp.t;/o d'Italia, N. 24 3, 5 settembre 19 19, y1.

Capo Ufficio Spedizione del Po}IJ!o d 'Italia

NEL COVO DEI BRIGANTI *

Perch

Un egregio signore, che no n cOnosco e che no n mi cono sce, ci scrive:

Eg sig. d irettore dell'A"ami.l Sig. Menotti Serrati, Milano.

Le scrivo per farl e notare un gravissimo errore ddl' A vanli!

Ella raccoglie le immondizie degli scherani rinnegati e pagati da ll a borghesia, addetti a quel fetido giornale che è l'esponente della peggior malavita politica milanese e loro accorda l'onor della polemica.

Dopo il fa llimento della guerra italiana, specie nei rapporti degli ;;illeati, che mantenevano quel giornale, non le p:ue che dia presenti 2 quei mascalzoni un certo d iversivo e ·loro dia indirettamente ossigeno con della rlda me insperata ? .

Que lla gentaglia è finita, e polemiizare con lo ro non è che pro lung:ar loro la vita Sappiamo <:he sono venduti.

Signor D irettore, per carità, 2 quel nucleo di delinquenti doppiamente traditori (trad itori deJ loro Partito e t raditori dell'Italia che consegnarono schiava agli a lleati), non dia ascolto, non li segua specialmente in polemit a. Soltanto sarebbe pa~abile se qualche volta li coprisse d i vituped, come si tratta i rinnegati ed i p iù schifosi cani arrabbiati.

Mi scusi e coi più cordia li saluti ed ossequi devotissimo

A. P. ex combattente.

Il consiglio che A. P. mi :porge e che da altre par ti mi viene, io lo misi anticipatamente in prauca allora quando, per ben cinque anni, mentre infuriava la s trage, mi rifiutai sempre di anche soltanto accennare al lurido figu ro che il P artito Socialista s'i; scaldato nel seno. Anche oggi io sono perfettamente conv into - e g ià lo scrissi - che

• Da ll'.AvaNti !, N. 247, 6 settembre 1919, XXIII, questa polemica se rve al ve nduto c ome dive rsivo e toglie a l nostro Avanti I tempo e spazio che megHo varrebbe dedicare a cosa più degna. Ma è p ure a nche necessario mettere nella lo r o luce g li a rnesi che predicarono la g uerra e la fece ro fare dagli alt ri; i lesto fanti, che parlarono alle masse di ideali, e si riempiro no il ventre ed il portafoglio e il martirio dei buoni, la mrée d el tristi. lo n on scrivo dunque per il disg r aziato istrumento della reazione. Scrivo pel pubb lico, il q uale lo va g iudica ndo nelle sue manicomiali conto rs1onì sifilitiche. E va giudican do con lui chi se ne serve

Io sono u n t ruffatore. Ho truffato il mio Partito. Il mio Partito che caccia l t ruffator i, come i venduti. Ha cacciato l ' inno minabile ; ma non h a cacciato me. Per ché non ho q u erelato i m iei di ffa matori? N o n è facile querel are d alla Sv izzera in America o in Italia, soprattutto quando si è p overi in canna. Nella Svizzera h o sempre perseg u itat o in tutti i m odi i miei calunniatori e in diverse ri p rese, con d iversi m odi, contro tutti e sempre, ebbi rag ione-.

Savino V ar azzan.i , allora seg retario d el Partito , fece , dietro mia domanda, una inchiesta, scrivendo alle sezioni socialiste neg li Stati Uniti, e ne ebbe la conferma della mia piena, .amp issima innocenza ed onestà.

N ella Svizzera, a Zuri ~o, la C. E. del Part ito nominò, d'acco rdo con gli an ar chici, una commissio ne d'indagine I socialisti eran o T asin, Orsetti, Marani, i quali, dopo aver c o nstatato che gli accusatori si ri fiut avano di fo rnire le prove, deliberarono - u-7-'04 - di ritenere quei libelli « n on deg ni di considerazio ne» L'innom ina to lo sa Più tardi, a Lug ano, u n'altra commissione, composta di Lerda, A llevi e Lazzari - giudicando in tema di una lune;a e cattiva beg a d i Partito - emise un lo do in c ui dopo aver e d ichia rato << essere f~ifa::eer~~~ : d!!~n~~:~a~~ ~~c~~~!n:mt:~~1 g Ji ones ti.. )> (Lu gano, 28 -7-'06).

E il dottore Allevi, ulteri ormente, a Milano, di suo pug no, scriveva:

« Dallo svolgimento dell a questione io riportai la ferma convinzione che il Serrati in America foss e stato vittima d el l'equivoco di qu alche anarchico fa nat ico e scriteriato.~ Dello stesso parere furono i compagni Lazzari e I..crJa ». (Milano, 31 gennaio 1915) .

Il d ottor A llevi aveva v isto giu sto

Il fatto di Barre Vt. fu uno dei tanti episodi di vio lenza settaria, quali se ne sono avuti a centinaia in Italia. Prendere mc r esponsab ile di quello sarebbe pr oprio come chiamare r esponsabile Costa o Ferri d e lle risse che d1sg raziitamen te sono avvenute nel loro nome :B ver o che i o fui arres tato; ma è anche vero che avendo dimostrato agli scabbini la mia perfetta innocenza fui assolto - no n in Corte d ' Assise - ma nel p n mo giudizio d'istru ttoria, secondo g li usi e leggi amer icane..

E i g io rnali borghesi? . Mi erano contro e me ne vanto. Solleticavano anche gli "anarchici pur cli abbattere me, che avev o creato con tro · la camorra coloniale dei Bassotti, dei V icario - sfrutta to ri indegni dei nostri emig ranti - un giornale quotidiano sociàlis ta, istrumento di redenzio ne pro letaria. Io non ho mai cercato, in nessun momento della mia vita, d i a vvicinarmi, come che sia, ai bo rghesi e quest o mio di sdegnoso appartarmi non mi ha certo creato delle s impatie fr a mezzo a loro. N essun Naldi si attenderebbe di abbordar mi. No I Del che sono lietissimo

Ma io godetti, per contrO, sempre tutto l'affetto dei miei compagni, che n o n ho mai tradito per danaro italiano o francese o tedesco. Di ques to a ffe tto mi diedero prova i compagni d' America quandodovendo nel 1 904 scegliere il loro propagandista in vece nua - affidarono a me - spia, assassino, scappato dagli Stati U niti I - i ] compito della scelta. Feci il concorso nell'Avanti ! (novembr~ '904) ; ebbi lettere d a diver si, fra gli altri da Ettore Ciccotti, che raccomandavami il Vacirca (19•11•'04) e scels i Arturo Caroti.

Queste c ose sono notissime all'innominab ilei il quale di questi giorni, p er il suo servizio di informazioni, si va servendo di un certo D. R., g ià disg raziato negoziante a Zutigo, · cacciato dal nos tro Partito per i suoi intimi rapporti con quel Regio Consolato C'è di tutto in quella fogna: Venduti, p ederasti, spie!

Gae~!~;z~~nj~t:

- eg li fu con me, con noi alla difesa mia e del nostro P arti to contro gli attacchi dei miei e nostri nemici. E fu proprio in quei tempi che mi si legò d'amicizia, protestandomi il suo affetto, Ho qualche sua lettera che lo attesta. In una - 16-12.-'IZ - egli scrive: « Credimi sempre t u o amico nella mala e nella buona ventura ». Amico.. .. fino a q uand o vennero i quattrini francesi I

In un'altra letter~ (3-3·'08) l'innominabile scrive d a O neglìa : «Ora che sono ad Onegha, av:cei caro di corioscere prima di tutto la tua famiçlia cd i compagni locali. Fam mi tu che mi conosci d eUc « creden,:z iali ' e raccomandami >), Il fatto di Barre era già avven uto ed anche le polemiche c'erano già state

Ed io l ' ho raccomandato sempre, tutte le vol te che me lo chiese, e l'ho a iutat o , perché n on credevo ch'ei fosse un disgraziato capace di t radimento.

Ieri h o r icevuto una lettera di ch i conosce assai bene i fatti d'America perché era colà allora come vi è tuttora. Trattasi del dottor Simplicio Righi di Carpi socialista interven.tista - di p assaggio p er l'Italfa. Egli mi scriv e:

Spero, anzi ne sono sicuro, che uscirai vittorioso dalla campagna veJcnosa e personale che sta infuriando contro di te.

E la legione straniera? Quella è la più alle~ra fra tutte le buaggini inve ntate dal comprato dell'oro francese E l S.? E l a m ia t ranquillità nel la Svizzera? E il mio soggiorno delizioso nella italica galer a ? Sono argomenti che abbandono all)allegria del let tore. Se io fossi vera~ mente amico dei governanti non sarei altro ch e u n a mico d egli amici dell'innominabile .

E i danari di Bela Kun? .Li ho pr es i e H ho v ersati pubblicamente al m io Partito , Se d ai miei compagni rivoluzionar i me ne verranno d egli altri, li p ~enderò ancora, lo dirò eg u almente e ne farò lo stesso u so. Ma l'innominabile li ha p r esi p er sé, tradendo il P artito, ha taciuto e tace e da allo ra è passat o dal campo o p eraio in quello dei p adroni. Qui sta la vergogn a su a

È u n coniglio : un coniglio fen omeno : :rugge. L a g ente, che IO vede e n on lo conosce, l o piglia per u n leone. È andato Jn ·guerra quando n on h a potùto farne a meno e in guerra ha fatto l'er oe a p arole, Lo d icono 1 s uo i compag ni, Uno scrive :

O n Direzione de ll' A vanti!,

Benito Mussolini fu con me a l fronte. Non prese m ai parte a nessun assalto. Al momento dell 'attacco si squagliava stmpre passando dall' una a ll'altra compagnia con la connivenza, naturalmente, del Comando. A l Comando aveva dato ad intendere che i soldati neutralisti volevano « fargl i la p elle» e il Comando ( che per ordine .1uperi ore aveva il compito di garantirgli la p elle) g li permise perfino d i portare la r ivoltella.... per d ifendersi dai neutralisti. Ricordo che il mio tenente ( dì cui non ricordo H nome, ma che era u n napoletano e che potrà ricorda re se legge rà q uesta lettera), al quale feci presente l'enormità dei permesso di p ortare la rivoltella, mi disse a voce alta e presenti altri soldati: « I.ascia fare Quando verrà l'ordine d i avanzare agguanterò quello là (Mussolini) per il collo e lo vNrelTl.o alla p rova ! » .

L'ordine di attacco venne, ma M ussolini non fu p iù visto! Il tenente mi disse che a ve11a cambiato compag{!ia!

Noi soldati vedevamo che, in rea ltà, tutti q uelli che avevano voluto la guerra .... la facevano fa re ag li altri e ci accoravamo con tro questi veri imbo· scati . I veri disfattisti furono gli inte rventisti t Sono essi i maggiori responsabili d i ùpor etto !

G (llltrrau, 4 unembre 1919.

E ÙGCERO e x caporale dell'XJ bers.

E G iovanni Piana ~ggiu nge da O neg lia:

Lo schifoso brigante della penna assicura dunque di esser ~i convinto del la colpevolezza d i Menotti Serrati nel fatto di Barre Vermont dopo iJ 1904, fJer. eh~ tino a l 1904 in Italia ed in Svizzera non era nota che una sola versione : quella d i .... Pagnacca.

Non è vero perché i giorna li ana rchici d'Italia - e in prima linea fra questi l'A llarm~ di G enova - fJr« isamente nel 1904 avevano aperta la sozza campagna contro Sei:rati.... spia ed assassino.

Nc n j .vero pcrch~ il b rigante - venuto ad Oneglia nel 1908 con. fratern a raccomandazione di Menotti e da noi fra ternamente accolto ed amato - ci parlò iocid~ talmente diverse volte delle accuse un tempo rivolte a Menotti crune di cose assurde e spreg<"voli G li stessi d iscorsi il brigante r ipe teva in casa Serrati, che g li fu sempre largamente ospitale e do\'e spesso e volc-ntie ri, in nostra compagnia, si r ecava a consolare le sue afRizioni (allor.:i ... !) di cronico squattrinato.

No" è 11ero perché nel 19 13 il brigante tornato ad Oneglia per invi to nostro - nell°occasion e di una conferenza p er la lotta generale politica - fu n uovam ente ospite d ei Serrati, i quali - la mad re specialmente! - non immag inavano mai più che in casa loro entrasse un serpente di questo genere . D al l 904 al 1913.... eran dunque passati nove anni da quando il brigante conosceva la sola versione di.. Pagnacca. ·

T anto ho creduto bene di ricorda re - e ne son testimoni tutti i compagni di Oneg lia - perché il pubblico dei g alantuomini possa misurare la levatura morale d i questo detrito umano :al q u ale un giorno anche noi - ingenui!c-bbimo il torto di voler bene sinceramente.

Oneglia, 4 Jrttembre 1919.

GIOVANN I PU.NA

Ma altre, altre cd altre a nç_o ra dcci Sc smentite farò ingoiare al triste arte per mtfteni al servizio della Francia?

L°agt'nzia lA notizia pubblica stasera :

« Tra due giornali milanesi si è accesa in questi giorni una y io lenta polt'mica Ben ito M ussolini attaccando i l dirt'ltore de1J·Av,:111til lo accusa, era l'a ltro, di aver fatto opera di spioriaggio r ivelando ad un ufficiale addetto al Comando Supremo un progetto r ivo luziona rio del Partito Socialista. Questo perché in un rapporto di detto ufficia le info rmato re i l socialista era indicato con I ~ iniziale S.

« Ora possiamo assicurare che Benito Mussolin i è fuori di strada. La S. del rapporto non indica Serrati, ma u n nolo. car_icaturista socialista ».

Caschiamo addirittura nella pochade. È il ridicolo massimo che investe i « Gdsi >) fino ad affogarli. Non più Serrati, ma Scalarini.

No, nessuno dei due Chi conosce il nostro caricaturista sa che eg li conduce una vita ritirata e che no n può essere affatto informato di quello che avviene nelle sfere diligenti del nostro Partito.

È chiaro che si tratta di u n m ascalzone che per carpire q ualche fra nco all'imbecillità di (adorna a vrà vigliaccamente fatto a casaccio il nome di qualcuno d ei nostri. ·

• Dall'A vanti.', N 24 7, 6 settembre 1919, XXJII.

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