23 minute read

LA VEDOVA DELL' ASSASSINATO TERRIBILE ATTO

D'ACCUSA*

Dopo l'efferato assassinio di Barre Vermont, G. 1'.L Pagnacca scappò sollecitamente dal Nord America senza risolvere la sua vertenza co ll'Autorità giudiziaria del Vermont e siccome mostrava i n Svizzera un documento, falso evidentemen te, secondo il quale sarebbe s tato da quell'autorità esonerato da ogni istruttoria, la vedova del p overo Elia Corti mandò ag li anarchici svizzeri questa dichiarazione massacrante:

Advertisement

Barre VJ 27 aprile.

Avvertita che G. M. Serrati - s u cui ricade tutto il peso morale d ell'as· sass inio del rimp ianto F.lia - s i v ant ava a Zurig o ed a l os.1nna di essere stato da questa autorità p roscio lto da ogni accusa mostrando d ocumento a con· fo110 d elle sue t emerarie affermazioni .

Ho vo luto sentire i n proposito lo State ..t111orney Cem er, il Procuratore ge· nerale del la Contea, che promosse J'isl ruttoria contro il Serrati cd il Garretto e sostenne al d ibattimento l'accusa per conto dello Stato.

« Serrati non è stato mai prosciolto dalle Accuse che p esano su di l ui, e se sapele dirmi dove sia, lo faccio sen za ind ugio arrestare».

Tanto per la verità della quale può cert ificare come me la Sig ra Maura Bopi-Ri zzi che mi accompagnava.

In fede

MhRIA COMI ved.va ELIA C.ORTI

Co nfermo in tutto ed in ogni ·sua parte quanto [a Sig.ra Maria Comi Corti espone d ella nostra intervista col Srate ..tittorney Center.

MAURA Bo r1-R1z z 1

• Da JÌ Popol o d' Italia, N 283, 31 agosto 19 19, V I.

IL PRIMO « RAID» AVIATORIO DEL « POPOLO D'ITALIA»*

La prima gita aerea del P opolo d'Italia, organizzata da l nostro D ire tto re p e r martedì scors o e r inviata da un giorno all' altro a causa del malte mpo , si è effettuata .felicemente venerdl.

A M a ntova, mèta del raid, era s ta to apprestato, per cortese concessi one del valoroso g enerale Pao lini, che volse ogni sua pcemuca alla rii:isdta d ell'jnizia~iva, un apposito campo di atterraggio e l'attesa eta vivissima

• Da li Po po/ ~ d' I talia, N. 238, 31 agosto 19l9. V I.

L'o rg anizzazione locale era stata affidata a1la vole nterosa attivit à. del ca\'itano Fernando Partesotti, d el sergente dei pompieri Gaetano Battag ia e d ei tenenti Fernando Berto ncmi e Carlo }.falerba.

Ma all' ult imo momento i l co manda nte del cam,r o di aviazione d i bero portato il saluto del nostro g iornale

La Squadriglia

Alle 11 di venerdl la squadriglia dei velivoli spiccò il volo da T aliedo.

Essa era cosi compos ta :

Un Caproni 600 ll. P., p iloti tenente capo g rnppo Ludovico Montegani e sottotenente . Alberto Ostali.

Altro Caproni 600 H . P ., pilo ti i sergenti Achille G uidi ed Enzo Valentini.

Tre Sami, p iloti il sottotenente Renato Donadelli ed· i sergenti Mario Comi e G iuseppe Bodoni.

Uno S va, pilota il sergente Livio .Forestieri.

Tut ti questi piloti sono d'alto valo re in g uerra e in p ace; alcuni di essi istrutto ri al campo della Malpensa.

Nei vari apparecchi, oltre a Benito I\foss o lini, avevano preso posto i colleg hi Michele Bianchi, N icola Bonservizi, Benedetto Fasciola, Giuseppe Dominione, Arturo Rossato , Cesare Rossi, tutti r edatt ori del P opolo d'Italia, ed il direttore d el giornale L ' A rdito, cap itano Ferruccio Vecchi.

Il Volo

Man mano che gli apparecch i partivano, prendevano quota eseguendo amp i ~ iri sul campo e puntavano verso Bergamo, sulla quale, come p iù tardi su Brescia e su Mantova, si abbassarono notevolmente.

D ue o re e un quarto di volo , i cinque dei sci apparecchi che si erano spinti fino alla città virg iliana, atterravano feli cemente a Ghedi, dove e[3 sceso il sesto velivolo e dove erano convenuti a r icevere i g itanti l 'assessore di Mantova, sig . Emanu ele Margonari, anche in d~~p;:~:~~!~2taili~trtdi~~o:!o~!liC~oii:~~e~~:t~;oi nSa~dr;eGi;~i: ~ con d iverse automobili messe gentilmente a disposizione dal Comanda nte del Presidio mili tare, dalle di rezioni delle banche Agrkola e Popola re, dalla società Ceramica, dai signori Marco Colorni, Luigi Lan:zini, avv. Pirro Rimini e dal sindaco .

I gitanti e rano inoltre attesi dal comandante capitano J acometti e da numerosi alt ri ufficiali aviat ori del camp o di G hedi, i quali offer sero a Mus solini ed ai suo i compagni di viagg io u n ver!llouth d'onore.

A Mantova

Subito dopo, la comitiva prendeva posto nelle automob ili e par~ tiva alla volta di Mantova, dove era stata preparata, a cura del sindaco, una colazione, signorilme nte ser vita, al ristorante Alla Borsa, d al signor Miserocchi.

Allo stesso ristorante erano già con venuti ed atte ndevano il nostro rappresentanti della stampa cittadin a, il dott. San:1ro Pinzi, s indaco di Marmirolo, il presidente della sezione dei mutilati, rag. Vittorio Muraro, con jl segretario Egidio Bacchi, il direttore della Banca d'Ital ia, sig. Bertaccini, l'amico Gae tano Lombardi, in rappresentanza della sezione lo cale dell'Unione Socialis ta Italiana, il futurista Gino Cantarelli e parecchi altri.

Il generale Paolini aveYa mand ata la sua ad~s io Ue, assa i g r adita. Allo champagne i brindisi batterono H record de lta brevità.

Il sindac o h a detto: « Bevo a lla salu te di Mussolini e all'avvenire della Nazione italiana »

Il nost ro Direttore ha risposto: « Brindo a Mantova, ai valorosi pilo ti ch e ci hanno portato qui, alla g r andezza d' Italia».

Il Ritorno

Dopo la colazione, il sindacp Cerato, l'on. Scalari, l'assessore Margonari e parecchi ancora fra i convenuti, accompagnarono Mussolini e g li altri -della comitiva a vìsfrare rapidamente gli st?rici ·arazzi raffaeUesch.i restituiti dall'Austria dopo l 'armistizio e ricollocati al loro antico posto nel palazzo Ducale

Verso le diciotto ì gitanti lasciarono Mantova pctta ~do con sé il ricordo miglio.te per la co rdiale fraterna accog lie nza. . -

Solo gli apparecclti leggeri rip resero 1a via di Milano, recando a b ordo, oltre Mussolini, i colleghi Fasciol a e Giuliani.

Quest'ultimo aveva· preso posto in un S aml pilotato d al sergente Bodoni, che per un g uasto a l moto re dovette atterrare "in aperta camp agna, su terreno molto accidentato, a tre chilometri da Romando d i -Lombardia, in provincia d i Bergamo. Apparecchio e passegge ri completamente illesi. ·

I raùù aerei, con diversa mèta, continueranno.

IL BRIGANTAGGIO ALLA SBARRA*

Come Sono Scappato

I t r aditori ed i venduti - quelli che nell'ottobre 1 14 giurarono che mai nulla avrebbero fa tto contro il Partito Socialista ed oggi sono diventati i lanzichenecchi della reazione, le penne vendute della b o e· ghesia - hanno dimostrato anco ra una volta la lo r o perfidia, valendosi del comprensibile sfogo dj una novera vedova contadina. dich5hieif~s:0 &/!:~ d1ri~~lf~t1~r:0 :~:bJ:~ova Corti pubblicata in Pcova anzitutto che essi sono dei falsari, perché alla lettera stes sa hanno abilmente sottratta la da ta, perché non si sappia che si tratta dell'aprile 1904 e che, pertanto, ove effettivamente 10 fos si responsabile di qualsiasi colpa, da allora ad oggi, data la mia vita, data la mia notorieta, chi avesse voluto trovarmi, avrebbe potuto farlo nella Sviz2era, prima, qui in Italia, poi, sempre e dovunque, perché n on mi sono mai nascosto.

• Da ll'Avanlil, N. 243, 2 settembre 19 19, XXIII.

Prova in secondo luogo che a questa vedova - cui è stato ucciso in rissa politica il marito - è stato fatto credere che il rcspqnsabile d i quella rissa fui io ed essa lo ha creduto. Pro prio come s i .potrebbe far credere alle madri dei morti nei recenti tumulti popolari che responsabile delle gesta e delle furie omicide cd incendiarie degli arditi è stato il sottoscritto.... che era i n Lig uria quando i fatti. avvenn ero.

Semplice mCnte. -

Ma che io non sfa mai scapp ato dall'America, dove ho fatto tutto ed intero il mio dovere cli uomo e di socialista, che io non mi sia mai nascosto è noto a tutti e specialmente al signor fondatore - coi quattrini borghesi - del giornale della guerra rivoluzionaria.

E g li infatti :

1. fu corrispondente dalla Svizzera, da me retribuito, del g iornale quotidiano Il Proletario, che io dirigevo a N ew York;

2. fu mio compagno, iscritto come me nella sezione socialista di Losanna;

3. fu mio socio in una « Biblioteca di Propaganda Razionalista », da noi fondata, ove stampammo nostri opuscoli e per cui tenemmo attorno nella Repubblica elvetica conferenze su conferenze;

4. fu proponente lui, e suo fratello Arnaldo, d i ordi ni del giorno in mio favore e scrisse e parlò contro i miei accusatori;

5 fu d a me raccoma ndato ad Oneg lia;

6. fu da me e da Angelica Balabanoff raccoma ndato a T rento. Egli ·Sa che come propagandista e come segretario del P. S. I. nella Svizzer a no n solo non mi ~ano mai n ascosto per s fuggire ad ipotetici arresti, sogni di menti vaneggianti, ma mi sono mostrato quotidianamente· in pubblico

Per un uomo che scappa non c'~ male l Ma c'è di più. Vi s o no le mie pubbliche dichiarazionL Ecco infatti quanto si legge nel g iornale Il Prolelario di New Yo rk del 1° novembre 1903 : ·

« Il compagno Serrati c'invia con preghiera di pubblicazione la lettera seg uente:

« Ai compagni.

« Come ebbi a dichiarare al congreno di W. H oboken, 1lb. C E., ed ai compagni che me ne richiesero, li.no d al 22 del de<:orso mese di ottobre i o ho lasciato le cariche e di direttore del Prolelario e di sc,gret:1.rio dell:t Feder:1.zione Socialis ta. Ita li ana,

« Convinto di avu sempre fa tto del mio meg lio e pel P artito e per il siornale, contento delle attestazioni di simpatia e di amicizia che da p iù parti mi vennero, ringrazio con affetto i com pagni tutti e li incoraggio a perseverare nella via buona.

<do r~ terò in America per .qualche tempo ancora, tino a che sarà n ecessar io per la soluzione g iudiziaria del d oloroso fa tto d i Barre Vt. P er questo tempo io sooo a disposizione del Partito, al q ual e, per quanto me lo ·permetteranno i miei affari, sarò sempre lieto di po rtare il mio modesto contributo di attività e di energ ia

« Alle sezioni tutte ed ai compagni il saluto cordiale e fraterno, coll'augurio sincero di contin uo, incessante progresso.

« Viva il Socialismo !

G. M. S ERRATI

« Prego quanti avessero a scrivermi peisonalmente d i indirizzart' fino a nuovo avvi.so ogni lettera al Proleta,io , 19 Carmine St.

<t. ta C. E. ritiene d 'interprebre il sentimento unanime dei componenti b F .S.I. esp rimendo a l Serrati la sua vi va riconoscenza per la p reziosa opera sua a p ro del nostro Partito, per l'attività sua in5tancabile, per l'energia con cui egli contribuì a raccogliere in un fasciO vigoroso la sparsa falange de i nostri con naziona li emigrati che credono e sp erano nella futura r<-<lenzione del proletariato, per l'intelligente sua opera di direttore d el Proletario nei primi e più difficili mesi della sua vi1a.

« La c. E. della F. S, l »

Ed infatti io rimasi a New York a l m io p o sto, nella mia abitazione, ed andai, per incarico del Partito , attorno per propaganda in p arecch ie parti de gli Stati Uniti, in attesa che la ver tenza g iudiziaria, nella quale io non fui, in 11/li!!la istanza, nep;mre tesfip1om, avesse t ermine, · Il processo o riginato dalla nssa fra sociali sti ed anarch ic i ebbe fi ne il 26 dicembre 1903 Il Prolttario, c he io non dirigevo p iù, diede in tal modo no tizia dell'esito fina le i n data %7-Xn-1 903:

« LA FINE DEL PROCESSO GARRETTO

« Montpellier, 26. - In seguito al verdetto dei giurati, che han no ri tenuto Garretto reo ,di mrrmla11ghrer (omicidio d ie1ro provocazione), la Corté con J annava il Garretto a 10 anni di prigione. Il massimo J ella pena per ma,11la11ghter è prig ione a vita , il mini mo 7 anni. La Corte ha dunque applicato quasi il mi n imo ddla pena.

« Il fatto che delle tre figure di r eato, omicidio in primo grado, in secondo g rado, omicid io con provocazione, il giury abbia accettalo la più lieve, e che la Corte abbia applicato quasi il minimo d èlla pena, dimostra che nella men te dei g iudici popolari e dei giudici dello S1ato sono rimttsti gravi dubbi sulla responsabil ità del G arretto. N oi non possiamo che augurarci che qualora altri .g iud ici non intervengano a dare un nuovo g iud i zio nel caso suo, l'opinio ne pubblica imponga presto o tardi un a abbcevia2ione di pena che attenui le conseguenze di un atto sull a responsabilità de [ quale nessun onesto può non rimanere dubbioso».

Io r esta i ancora in America liberamente per tredici giorni. ·E poi, finalmente, il giorno 8 gennaio, con un piroscafo della Tran1atla11tique, dando il mio nome e cognome, to rnavo in Eurnpa. E il ProletaritJ d el giorno 9 g ennaio cosl pubblicamente salutava colu i che la povera vedova Corti non sapeva bene e dove trovare per farlo arres tare.

«UN SALUTO

« Ieri p.1rtiva per l'Europa il compagno Serrati, l'orsaniz;:atoce in.faticabile che tanto contribuì al sorgere della nostra Federazione e che ad ess.a dedicò ogni energia.

o: In questo momento in cui vif'ne completamente a mancarci la sua opera tanto effic!l-Ce proviamo uno sconforto ind icibile, e a lui mandi.1mo il nostro saluto commosso che non dovrà ·raggi ungerlo che sull'altra sponda dell'Atlantico.

Prof. Vmc1uo TEDESCHI

Dott. ALBllRICO MOLINARI

Dott. Su J>ll fl),.{A MAGNANI TEDESCHI » .

Giunsi a Parigi negli ult imi giorni del mese di gennaio e v i tenni pubbliche confere nze annunciate dai giorna li e nel febbraio feci ritorno nella Svizzera, dove ripresi interamente la mia attività di orga~ · nizzato re e di propagandista.

Per un uomo che scaf?pa non c'è male I

Per un a ssassino che st nasconde, vfa, la cosa è allegra assai I

Ma allora perché non querelai - come promisi -i miei d iffam atori?

Lo tentai e c i rimisi la mia fatica, anzi quella di chi incaricai della cosa. Ero nella Svizzera profugo. I miei accusatori stavano in Ita lia. Incaricai F rancesco Cafassi, di Mi lano, amico mio d i lunga data, di fare le pratiche. Le fec e infatti per mezzo d i un noto avvocato, allo ra soc1alista, ma, poiché non si riu scì a raggiungere il d om ici lio di u n gerente sconosciuto, m i cons igliò a desistere . Ed io che a llora avevo scarsa fede n ella giustiz ia, ed oggi non ne ho p ili nessuna, manda i al diavolo i giudici e le carte bollate.

&co la storia d ell'assassino che scappa, maledetto da i rimorsi e d e l querelatore che n o n querela. Stor ia discretamente banale, nonostante tutto il baccano che vi fanno attorno i Grisi del capitalismo industriale.

Ed Un Altro P Rch

C'è u n altro perché. Eccolo· in questa lettera:

Cari Vandelli e Riboni, so che il Serrati lu sporto querela. contro di me. Vi supp lico, in nome del mio bambino e della mia comp:1gn:1, fate r eced ere il Serrati.

Voi sa~te l e mie dic hiarazioni leali, ma punendo me, si gett.1 nella miseria la mia compagna e il mio bambino in nocenti.

Sent i Vandelli, anche tu hai un bambino, e l'adori; in nome del tuQ bambino, salvami.

Io sopporterò tutte le pene dd Partito, ma salv:imi dalla miseria. Scrivimi subito se hlli visto Serrati. Pens.1 che se fossi cattivo non scrive 11:i così.

Ed Ora si rimprovera a me la mia gene110sità. Non commento perché mi ripugn~.

G, M, S,

CHI PAGA?*

L'innominabile è un uomo nato calzato e vestito. Sentit e se n~n è vero.

Si fa prestare cinque lire da Valera e fonda subito dopo un quo. tidiano. .

È fautore della g u erra rivòluzionaria e trova un borghese che g li d à i quattrini.

È superbamente difensore delJe rivendicazioni italiane e prende palanche dal Governo franc ese.

È accanitamente nemico delle spie e trova in questura chi paga i suoi debiti. .

È per tutte le più audaci riveridicazioni proletarie ed i capitalisti versano quattrini pel suo giornale.

È un rivoluzionario d'antico stampo e g li ufficiali dell'esercito tentano diffondere il suo foglio fr a le truppe e si dolgono del poco successo che ha in mezzo ai· soldati.

È povero in canna e marcia in automobile giorno e notte, spende a iosa, fa la vita gaudente, L'innominabile è veramente nato calzato e vestito.

* Dall"A vanti!, N 24 3, 2 settembre 1919, XXIII

CHI PAGA?*

Caro Avanti!, per ·dimostrare la inconsistenza d elle mendaci affermazioni del figuro Mus· solini in riguardo « alle parecchie migliai:1. di abitanti » che sorreggono il suo Jibello (vt'di articolo di fondo de! 28 c. m ), noi sottosffitti pouù,m o d oc11 m m1,ire' che qui a Sestri Ponente vengono giornalmente spedite in «omaggio» e quindi gratuitamente e non richie ste moltissime copie del suddeuo· libello. E si presume che cosl venga praticato ovunque

• Dall'A ii,mti!~ N 243, 2 settembre 1919, XXIII.

T anto p er la verità.

ALAMIRO G1AMI'1EIU, SILVIO GIIIM PIERI, fERNANOO Gi!i.MPJERI, GALILEO GIAMPIERI, MECHERI OMERO, T ANGANELU FOLCO, GtAMPlfRI ENRICO, Arnuo MADDII, M!.ODH ÙTTAYIO.

SeJJri Pone111e, 30 ago110 1919.

Caro A vant; 1 ,

·a proposito di « chi paga? » s i potrebbe anche domandare chi pagava i numerosi giornali borghesi, ·primi fra tutti l'ldea N dZ.ionale e il Po polo d'Ita/;a, che venivano dist ribuiti gra t is in trincea malgrado che i soldati li disprezzassero per le g rosse balle che contavano, mentre l'Avanti .' si limita vano a desiderarlo. fondi segreti per fa prop aganda dell"armiamo<i e· partite? Probabilmente. T uò E. l.Ai.;OJNI

G , nova, 30 t:1gosto l9I9.

Chi paga ? Chi paga ? Chi paga ? La domanda imbarazzante, scocciante perseguita i nostri nemici. ·

C'è un g io rnale che si regala. Chi lo paga? Chi Io paga? Chi lo paga?

CHI PAGA?*

Una trib ù d'illus tri Giampieti, ben cinque su nove firmatar i, scrive da Sestri Ponente all'immondezzaio d'It alia e vuol. sapere chi ha pa- . gato }'jmporto di p oche decine di abbonamenti lrimeslra.li. Riseona iamo subito, ~erch é non abbiamo nulla da nascondere: è l'Uruone Ligure di Mobilitazione Civile con lettera - attenti alle date - del 29 ap rile 191,. Se la tribù - molto scema, J?Cr q uanto non vastadei Giampieu di Sestri vuol saperne di p iù, s1 ri volga al segretario dell'Unione Ligure di Mobilitazione Civile a G enova. · Macachi.

Una Lettera Da Brescia

Egregi() Mussolinj, il g iornale d i Pagnacca mentisce! Un ce rto Lucar Giusep~ scrive che n ella ca5erma San Faustino venivano distribuite 500 (,inque.ento) copie del g iornale li Po polo d ' Itt1/i.: • Da 1/ Pop olo d' Italia, N . 24 1, 3 settembre l 9 I9 , V I.

I: vero, verissimo! Ma lo stesso collaboratore pussista si chiede : .«Chi p3ga? » ,

Paga l a Lega di Tutela Civile !

Ecco chi paga ! E se l'egregio signor Lucar vuole le prove della nostra propaganda fra i soldati a m ezzo del Popolo d'Italia distrib uito gratuitamente, venga in Via Umberto J N. 9, primo piano, porto a destra, presso la Camera J ell'Jmpieso Privato," e troverà le ricevu te del delitto consumato a danno della sua infame opera di disfattista nella chiesa rossa, Si informino gli eroi di San Damiano sapranno anche eh~ a mezzo del Comitato di Preparazione veniva durante la guerra distri buito i l Popolo d' Italia ai nostri fanti sema che ess i se ne lamentassero, anzi per loro richiesta. Cord ialmente vi saluto. V ostro ·

A. MELCIIIORI

UN'ALTRA TESTIMONIANZA

V eronir, 31 agoit o.

Caro Musso lini, se mi ~ rmctti port o anch'io alcune p rove del disfattismo 1ozzaliJJa. Dai miei appunti di g uerra risul ta q uanto segue.

à b) In data 12 luglio 1917, lo stesso Comando, diffidava J'o puscolo Per punire i rnpomabili. Pei· non ripetere errori f1me1ti Per vincere ! (documenti per la storia di d omani), che risultava g ià diffuso in alcuni reparti i n linea. r) V erso la fi ne di luglio e nei p rimi giorni dell'ag osto 1917, si ! constatato che l'Avan1i! trasmetteva in bu sta aperta (ti.) sia agli abbonati che ai militari dei foglietti a stampa in cui venivan riprodotti gli articoli dei q uali la cens ura aveva proibitll la circolazione. ti) Sotto la data dei 21 agouo 19 J7 ho annotato che risultavano essere stati d iffu si nell'interno del p aese, i n buona parte al fronte, e più specialmente nei luoghi d i cura p er militar i, degli opuscoli contrari alla g uerra, aVenti il t itolo UI- pagd ,M Jolddlo,

) In data 24 giJ,gno 1917, u n Superiore Comando avverti va che appunto in q uei g iorni un C omita to segre to tentava di diramare delle stampe « i ncitanti alla d iserzione e d' indole anarchica». Ammoniva t estua lmente che occorreva vigilare « acciocché i militari non avessero contatti con gli operai borghesi che lavoravano con J'esercito in zona -di g uerra».

Poi rammento benissimo che al fron te arrivarono anche le copie del libro di Romain Rolland Al di Jopra della milchia, edito dall'Ava111i!, che fecero tanto male a Jl' animo dei combattenti.

II nostro P opo fo non ha avuto mai trattamenti di favore dalle autorità militari . Ricord o che nel 1915 apposite circol:i.ri stabilivano una stretta sorveglianza a l utti q uei m ilitari - volo ntari o m cno - che fossero stati sospettati come seguaci di « M ussolini », del q uale si specificava chiaramente il nome.

Anch' io ho subi to l)('r mo lto tempo tal e antipatico trattamento e .... sono s tato sfrattato da u n Corso allievi u fficiali appunto perché, dalle info rmazioni dei carabinieri, risultò che - ai bei t empi - ero socialiua! Poi, i n seguito ( 17 giugno 1916), ebbi anche una punizione disciplinare perch é m and:ivo corri5pondeme a l PfJpolfJ d ' ltnlia,

Eppoi, le carogne pussiste blaterano di favori tismi .e partigianerie a beneficio del Popolo d'[t,:lia e dei mussoliniani!

Sa luti carissimi e sempre entusiasticamente solidali dal tuo

I

TALO BRESCIANI

Una Lettera Di P Uccinelli

Eg regio Direttore, nel suo articolo di fondo del 28 agosto in polemica con l'A vanri.1 c' è una frase che si è prestata ad un Jeplorevole equivoco nei miei rigu ardi. Si a llude cioè ad un individuo, il q uale fu già a l Popolo, , he marda ora in automobile ed è accusato di ave r fatto la spia all'Ava111i !

In questa frase molte persone, a mici e industriali miei clienti, qua lcuno in buona fede, qualche a ltro in mala fede, han creduto ide ntificare me, perché io fui - infatti - a l Popolo , d al quale m i dimisi spontanea.mente pec dare maggior svi luppo ad una mia azienda privata, e perché ho una piccola automobile per uso professionale.

Oca io, danneggiato mora lmente e materialmente da questa s upposizione, mi r ivolgo a Lei perché dica pubblicame nte che nel suo articolo non si alluse a mc ,he mai ebbi ,uppo,·ti di so rta tor, gli awenari del « P opolo », al qua le- sempre prestai la mi~ opera lealm enle e da l q uale mi allontanai senza rancori verso di lei.

Ossequi. Dev.mo

Enrico Puccinelli

IL BRIGANTAGGIO ALLA SBARRA*

Manicomio Criminale

I miei nemici s'avvi ano a passi precipitosi verso i l manicomio. La p roçressione del male che mina i loro cervelli è o r;m ai evidente. La sifibde lavora alacremente .

Le ultime due trovate -i due docume nti I - c o ntro di me sono del genere d i quelli che u n crim inalista p otrebbe cat alogare fra i segni p iù manifesti della progress ione della tabe in un cervello d issestato.

Il primo documento, riprodotto con sfoggio di lavo ri zincografi.ci, è una lettera di certo Vochini. Ora, volete sapere c hi è costui ? È semplicemente u no di coloro che .parteciparono alla rissa di Barre, che- fu accusat o e condannato per essa I Da accusato costui si c onverte, dop o sedici anni, in accusato re. Non c 'è malaccio.

Ma dove il dissesto cerebrale dei miei nemici appare evidente, è nel second o d ocumento.... per mo do di dire . Io sono s tato a rruo lato - secondo la l?:azzesca ~ffermazione - n ella lesione straniera in Francia ed ho fatto 11 negriero al Mad agascar nel peu odo che corre d al 1893 a11 897, Il r omanzo h a un secondo capito lo. Più allegro.del precedente.

Dal 1893 al 1897 il cittadino Pagnacca- al secolo G M Serratiè stato prima a :b.iilano ( 1893), poi ad Oncglia (1894). Ve nute le per.sccuzioni crispine i o sono s tato co ndannato al carcere * al d omicilio coatto e fui nel r eclusorio di Oneg lia e n elle isole di Tremiti e d i Ponza fino al novemb re del 1896. Dopo pochi g iorni di libertà, fui nuovamente arrestato per propaganda socialista, come risulta dal1' Avanti I di quei tem pi, e s tetti in carcere fino quasi alla fine del 1 897. Di tutto ciò sono t estimoni, tra gli altti, co loro che mi conoscono da lunga data, come Giusep _f>C Canep a, Ang iolo Cabrini, Francesco Cafass1, e mille e mille altn.

turpe calunnia, è stato con me intimissimo. Gli ho dato d el pane quando aveva fame, g li ho d ~to del bene, qualcuno d ei m iei più intimi g li ha insegnato a lavarsi la faccia. G li ho a nche raccontato la mia vita, i miei viaggi in Oriente, al Madagascar. Egli se ne ricorda .vagame nte e sul vago imbasti sce il romanzo grottesco e pazzesco: la l egione straniera e i l negr iero.

Ecco la verità.

Uscito di carcere nel 1897, d opo pochi ~iorni fui di n uovo arrestato· e s ulle mie spa lle piovvero nuovi processi politici, perché. - lo sappiano i c ompagni a'Italia - nessuno fra i sociali sti viv:enti ba-subito tanti processi ed ha patito tanto carcere per le nostre idee quanto il sottoscritto.

Uscito in libertà provviso#a, s tanco delle persecuzioni, m i ·decisi ad e migrare a Marsiglia. Fu Angiolo Cabrini, che, nel settembre del 1897, venne ad O neglia a darmi l'addio.

A Marsiglia, con E milio Maèzetto - attualmente segretario della C. d L. di Milano - per la m ia opera di propaganda s i tentò di imprig ionarmi Feci a tempo a ricoverarmi a bordo di un veliero italiano (Nonna Adele) e sopra d i esso, il 4 febbraio 1898 , vele"ggiai per il s ud Africa. Capitano proprietario del veliero eta T olomeo Gandolfo, fra tell o dell'avv Ennio Gandolfo, amico mi o da lunghi anni e g ià membro della D irezione del nostro Partito Sono v ivi entrambi.

Non fec i il signore ·a b o rdo di questo piccolo scafo I Arrivammo a Mananzari di Madagascar il I z g iug no, Sbarcai. Vissi di lavoro sempre e ~andai anche di l à corrispondenze al nostro Avanti ! Poco

~~~J'~u ~oJ~;~r~aiedda

~ullo stesso bastimento. Fui con

A Maurizio mi imbarcai co me marinaio - altro che n egriero Jsopra u n piroscafo del comp artimento di Lussin_piccolo : I rene. Capitano : Zarcon. Con esso fu i a Bombay ed in altri scali, campan do col lavoro Ja mia povera vita d i esule. · •

Lasciai nell agosto le Indie e l'Oceano Indiano collo stesso firoscafo. G iunsi a Marsiglia n ell'ottobre circa, e, sceso in quella citt , mi diressi nella Svizzera, dove g iunsi, a Losanna, a ri unirnù coi miei amici Francesco Cafassi, compagno di domicilio coatto, Em il io Marzetto, compagno di lotte in Francia. Sono entrambi qui a Milano.

• Lacuna del testo,

E la legione straniera frances e ? Mai, mai vis ta I Ho sempre avuto un sacro orrore pel militarismo. N elle mie stanche e tormentate veglie d i esule ho pensato a tutto fuo rché a farmi soldato. E il negriero? Giunsi a Losanna con forse cento franchi in tasca, frutto del mio lavoro di b o rdo.

M o rale. Sono un uomo che ba vissuto d,urante la propria g ioventù, che ha lottato, che ha sofferto, che s'è mantenuto fedele alle p'ropde idee, quando mille altri avrebbero piegato di fronte a tante avversità e pcrsecu_zioni.

Ho l'orgoglio di poter dire che i compagni, che affidarono alle mie -mani, tenaci come l'acciaio, questa bandiera,-l'hanno data ad un uomo che ha imparato il socialismo più nella vita c he sui libti e che ha temprato il proprio carattere inflessibile tra tutte le tempeste della natura e degli uomini.

Non ho altro titolo d el resto per la benevolenza del mio Partito. Lo so, Ma stiano ben- certi i nostri nemici ch'essi andranno prima al frenocomi<:> criminale piuttosto che io abbassi questa altissima, invitta bandiera.

CHI PAGA'...

L'innominabile cerca invano di tratsi dal .Proprio pantano. Quanto più annaspa d isperatamente b_raccia e gambe 1n contorsioni grottesche, tanto maggiormente s'infanga, Già ormai di fango ne ha fino al di sopra dei capelli. È tutto un fangume, anzi.

Ed eccolo oggi invocare affannosamente la testimonianza di chi lo sorregge e 1o sovviene: « Dite, dite voi militaristi d i professione; voi Graziani, che ho difeso e difendo, quanto sono puco I >).

Che gli vale la testificazione dei suoi complici? A che serve iqvocare di essere purificato da c hi è lurido come lui?

Ed cccoJo oggi accettare, come ultima salvezza, la i nchiesta: « Noi siamo pronti a sottomettere tutta la nostra gestione amministrativa ad un'fochiesta » Furbo l'amico I Egli dimentica che un giorno, quando all'inizio della. Sua fortunata carriera di lanzichenecco, noi g liela proponemmo l'inchies ta, ebbe la s pudoratezza di rifiutarla protestando che in pochi giorni s'accomodano tutte le contabilità. Ed ora - dopo quasi cinque anni I - il cittadino Ciliegia salta su fresco, fresco a· chiedere che si vada a vedere in casa sua che tutto è pulito.

Grazie tante; ma noi ci turiamo il naso e passiamo via, Non c'è fedel minch ione che non capisca che certi incassi non si scrivo no sui mastri, Nelle aziende private - non tenute a controllo continuo di alcuno - quando il d1rettore è fondatore e proprietario, le cifre.contabili hanno un valore ad libitum, cosi come negli affari, del genere di quelli trattati a Ginevra dall'innominabile, non si rilasciano ricevute.

Per i libri mastri e per le ricevute parlano i fatti. Ed i fatti li veniamo esponendo mano mano con una abbondanza e varietà . tale che impres siona quanti ci leggono. L'inchiesta è questa n ostra che facciamo in pubblico Ed è la sola possibile Cosl si d ocumenta il galantomismo di chi nell'ottobre r9I4 g ridava: « Proleta ri, chi vi spinge alla guerra vi tradisce)>, cd era povero in canna; di chi oggi - dopo è un profitmr di guerra. M entre altri m oriva, egli costruiva la sua fortuna, creava il suo mondo di d ominazione e di ,piacere.

L'ì nch ìesta ? Eccola q ui, l'inch iesta.

Nel P opulaire di Par igi del 4 maggio con., il deputato Majeras scriveva :

« .Mussolini è que l socialista italiano che non resistette, or sono quattro anni e meno, a lle offerte di un sensale ( antico deputato socialista francese, passato di poi all' antibolscevismo alimentare), il quale gli fornl i mezzi di fon da.re contro l'Av.anlif un giornale " interventista". Vale a dir che né l e minacce di M né le sue ~mancerie d i tempo addic1ro non odorano tanto di santità da poterci impressionare»

E più ta rdi sullo stesso giornale ·(del z g iugno), Amedeo Demois insis teva :

I tr isti disertori del social ismo italiano sono Mussolini e consort i, i quali si aggrapparono alle cos tole de!rlntesa; è con danaro f rancese, avuto a mani del cittadino D., che Venne fondato il Popolo d'Italia; sono Mussolini C compagni che hanno fabbricato inte raml;'Ote· - contro coloro che essi han no tradi to .....:... l'accusa r idicola di essere venduti alla Germania ».

Perché l' ii:ttegerrimo predicatore della guerra fascinatrice, della d~;t~;t come carbone - dalla sua parte ?

Perché non ha fatto ricorso ai t rib unali, lui che si se.i:ve d elle que5tu~e·~:h~eni~ p ag a ? Chi pag a ? >>. • lo stesso gi ornale in q uell'epoca p ubblicava che faceva le suddette d istribuzioni gratuit e a Gossolengo.

Pi acenza, 31 agoJJ o 19 19.

Signor Se rrati, in questi g iorni leggo sull'Ava111i ! la nota Chi p11ga?... contro il Popolo d ' Italia.

Pe rtantOy p er debito di cronaca e per la verità, mi compiaccio di rammentarle quanto segue. Ndlc prime settimane d ell'Armistizio, quando i prigionier i italiani ri tornavano dall'Aus tria e dalla Germani.a., si formò a Gossol engo (Piacenza) uno dei tanti concentramenti. Pe r q ualche giorno venne dis tribuito a questi prigionier i, a mig liaia di copie e gratuitamente, il Pepo/o d'Italia.

Ora mi domando e domando a Benito Mussolini: Chi pagava questa distribmdone gratuita?

Gruie, se vo rrà rammentare a l pubblico tutto questo. Saluti vivissimi.

This article is from: